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Autore: oO prongs Oo    20/05/2009    0 recensioni
"«Scommetto che non sei mai salita su un albero» urlò James continuando ad aggrapparsi ai rami che scricchiolavano pericolosamente.«Perchè dovrei? Ho solo undici anni, non voglio morire!» «Però vorresti salirci!» continuò James saltellando come uno scoiattolo. MacKenzie boccheggiò e rimase in silenzio, indispettita dalla risata beffarda di James." di Mary Chilton (nome d'arte)
Genere: Romantico, Drammatico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Note: Uff

Note: Uff! Ecco che aggiorno “Brookwood”… scusate se ci ho messo un po’, ma con la fine della scuola ci sono compiti e interrogazioni tutti i giorni^^”. Non posso credere che ho già finito anche il terzo capitolo, di solito mi stanco presto di ciò che scrivo, ma con questa nuova storia ho sempre nuove idee! Grazie a tutti quelli che seguono la storia e che l’hanno aggiunta tra i preferiti, solo una piccola richiesta: recensite, anche solo per dirmi che questa storia è una schifezza, apprezzo molto le critiche costruttive… ma passiamo ai ringraziamenti.

Lely1441: La tua recensione mi è piaciuta moltissimo e mi ha anche aiutata molto! Ora cerco di stare più attenta agli errori e alla punteggiatura (anche se quella è il mio tallone d’Achille xD. Potresti magari suggerirmi qualche beta-readers? E, scusa l’ignoranza, cosa fanno esattamente, revisionano le storie? Non sono molto ferrata sull’argomento. Per quanto riguarda la storia, inizialmente appare piuttosto banale, lo so xD, ti assicuro che più avanti diventerà molto più interessante; sono ancora piccoli e fino al 5° capitolo non cresceranno, quindi, dai, non manca molto xD. Mr Patterson ha ancora un ruolo marginale, mentre su Mrs Hill non aspettarti troppo, magari dimmi che ne pensi in questo capitolo. Personalmente anch’io amo follemente Alice *__* Ti ringrazio tantissimo per la recensione!! Baci

Ringrazio anche checcaaaa_, Mana_chan, maRgariNa, pirilla88 (per aver aggiunto la storia tra i preferiti) e isibiri e Lely1441 (per seguire la storia).

 

 Brookwood

 

di

Mary Chilton

 

 

 

©MARY CHILTON

IMPORTANTE: E’ VIETATA LA RIPRODUZIONE

DI QUESTO MANOSCRITTO, ANCHE PARZIALE,

SENZA L’ESPRESSA AUTORIZZAZIONE DELL’AUTRICE

 

Prima edizione

(prima stesura)

 

 

3 Capitolo: decisioni

 

 

«Ma le stesse persone cambiano

tanto che c’è sempre qualcosa

di nuovo da osservare»

Pride and Prejudice – Jane Austen

(1813)

 

 

 

[28 luglio 2001]

 

MacKenzie rientrò con Cecily a Villa Douglas completamente rossa in faccia; forse non era stata una buona idea quella di tornare dopo che aveva tirato un pugno a James. Intercettò lo sguardo di Cecily che la osservava di sottecchi divertita.

-Forse… forse è meglio che io torni dai Patterson- borbottò mettendo su un lieve broncio. Cecily ridacchiò divertita.

-Come mai?- le chiese maliziosa immaginando già la risposta. Mac la fulminò con lo sguardo in un chiaro segnale: non farmelo dire. Ma Cecily, tutt’altro che intimorita, le continuava a sorridere innocentemente aspettando una risposta.

-Non sto m-molto simpatica a tuo cugino- confessò osservando truce la Villa che si ergeva in tutta la sua bellezza, nonostante l’antichità. Cecily sghignazzò, ma continuò imperterrita a camminare avanti agguantando per un braccio Mac, assicurandosi che non scappasse. All’inizio la rossina si lamentò opponendo resistenza, ma, arrivate davanti al cancelletto, vide che James e Drew non erano più sotto il ciliegio. Si lasciò andare ad un sospiro di sollievo che non fece che aumentare l’ilarità di Cecily. Spingendo il portone Cecily chiamò la zia a gran voce. Alice Douglas apparse alla porta con la cornetta del telefono in mano.

-Ciao Cecily e ciao anche a te MacKenzie- le salutò con un largo sorriso. Mac notò una strana luce negli occhi quando si rivolse a lei, ma scacciò quel pensiero considerandosi troppo paranoica.

-Sai dov’è James zia?- le chiese Cecily cercando di celare inutilmente l’impazienza con una voce mite. Alice rivolse uno sguardo confuso a Mac.

-Credevo stesse giocando insieme- disse sbattendo leggermente le ciglia. Mac avvampò spiazzata e abbassò lo sguardo borbottando frasi sconnesse. Cecily la salvò intervenendo ancora.

-Lascia stare zia, sai dove sono?- le chiese disinvolta. Mac le strinse il braccio come muto ringraziamento. Alice, ancora contrariata per non aver capito, le rispose leggermente scocciata.

-Sono andati da Tom a prendere i cavalli- Cecily uscì come un fulmine dal portone dopo averle ricolte un veloce ‘grazie’ trascinandosi dietro Mac, con ancora un lieve rossore sulle guance. Sentirono la voce di Mrs Douglas dietro di loro.

-Dopo ditegli di venire qui, devo parlargli- disse con un tono di rimprovero nella voce. Cecily si girò per un secondo continuando a correre.

-Lo faremo- poi si rivoltò velocissima. Mac osservava impietrita quella scena cominciando a sudare freddo: le gambe finissime di Cecily sembrava stessero per cedere e lei correva già con il fiatone. Quando avvertì che la sua mano cominciava a tremare Mac la bloccò.

-Ferma Cecily!- disse un po’ troppo bruscamente. Cecily si arrestò di colpo sorpresa.

-E perché? N-non ce… ce la fai più?- soffiò debolmente come se non si fosse accorta di niente. Le ginocchia le tremavano leggermente. Mac si chiese se lo facesse apposta o se non se ne rendesse conto davvero.

-Io…- cominciò indecisa, cosa poteva dirle? Certamente non che era lei che sembrava esausta.

-Sì, non ce la faccio più- disse accentuando i sospiri affannati. Cecily accettò di buon grado di camminare a passo svelto mentre Mac rifletteva tra sé e sé. Davvero non si era accorta che stava tremando? Avrebbe dovuto sentire la debolezza che l’attanagliava, ma aveva fatto finta di niente come se avesse corso normalmente. Forse era solo lei paranoica, forse era Cecily che ,con quella magrezza, le dava l’impressione di estrema fragilità. No, c’era altro. Le persone non sono così magre per natura, constatò Mac, e di certo Cecily non aveva spiccato una corsa senza il minimo sforzo. Scrutò con la coda dell’occhio il viso della mora. Aveva ancora il fiatone e dalla fronte scendevano delle piccole gocce di sudore.

-Ti senti bene Cecily?- le chiese impulsivamente Mac. Cecily si voltò di scatto a guardarla con una luce indecifrabile negli occhi che nascose subito con un sorriso gentile.

-Mai stata meglio, perché?- le rispose Cecily con fin troppa innocenza; Mac scrollò le spalle sempre più sospettosa, ma dovette lasciar perdere quando Cecily le annunciò che erano arrivate.

Mac arricciò il naso leggermente disgustata: riusciva a capire che erano arrivate alla stalla solo dall’odore.

-Tom noleggia box per i cavalli- spiegò Cecily mentre si avvicinavano –noi ci passiamo quasi tutte le giornate d’estate qui- continuò con un sorriso radioso. Mac la guardò intenerita.

-Ti piace molto cavalcare?- le chiese MacKenzie interessata a sapere qualcos’altro su quella ragazza.

-Uh uh- annuì distrattamente Cecily con lo sguardo fisso sulla stalla. In quel momento spuntò un ometto magrolino e ripiegato su se stesso con una gobba; aveva dei piccoli occhiali tondi sopra un naso ossuto e aquilino. Portava una camicia a quadri blu e degli scarponi ricoperti di letame. Il mento era sporgente e i pochi capelli bianchi rimasti erano ritti che gli davano un’aria ancora più bizzarra. A vederle arrivare Mac notò che gli occhi piccoli da furetto gli si illuminarono.

-Cecily, che bella sorpresa!- esclamò l’ometto andandogli incontri con dei piccoli balzi. Cecily lo raggiunse allegramente.

-Ciao Tom, come sta Clyde?-

Tom ridacchiò in risposta leggermente esasperato.

-Come lo hai lasciato ieri, tappetta: bellissimo e cordiale come pochi-

Mac si fece avanti confusa rivolgendosi a Cecily.

-Chi è Clyde?- disse poi arrossendo quando gli sguardi di tutti e due si posarono su di lei, come se si fossero scordati della sua presenza. Cecily le rivolse un sorriso entusiasta.

-Il mio cavallo, è un Thoroughbred- le disse con sospiro sognante nella voce. Mac strabuzzò gli occhi.

-Un Thoroughbred? Vuoi dire un purosangue inglese?- Chiese Mac leggermente intimidita. Cecily annuì con un lieve cenno del capo.

-Era di mia sorella Blanche, ma a lei non interessa più cavalcare. Così è passato a me- rispose semplicemente. Mac era lievemente frastornata; sapeva ben poco sui cavalli, fino a due anni fa aveva cavalcato la puledra che il padre le aveva regalato a sette anni, ma             sapeva che un purosangue inglese era molto prestigioso. Erano usati principalmente per le corse, essendo i più veloci al mondo, ed erano anche ottimi saltatori. Si ricordò di aver letto tutte le informazioni sul manuale Tu e il tuo cavallo. Spontaneamente chiese a Cecily

-Tu corri?- disse sentendo lo sguardo indagatore di Tom su di se; strofinò i piedi sul prato impacciata. Cecily annuì di nuovo.

-Da quando avevo cinque anni, tu?- chiese inclinando leggermente il capo. Mac sbuffò divertita.

-Bè so trottare se è questo che intendi- disse la rossina. Tom si intromise per la prima volta con la sua vocetta roca.

-Chiunque sappia che cos’è un Thoroughbred è la ben venuta qui!- esclamò animatamente. Mac sobbalzò sorpresa volgendosi a guardarlo. Tom si tolse il cappello portandolo al petto e si esibì in un teatrale inchino.

-Thomas Abbott, al suo servizio Milady- Cecily si lasciò andare ad una fragorosa risata a cui si unì volentieri anche MacKenzie. Gli piaceva quel Tom, era un vecchietto che sapeva il fatto suo. Di rimando fece anche lei un piccolo inchino impacciato.

-MacKenzie Hill- Appena si presentò gli occhietti acquosi di Tom sprizzarono felicità da tutti i pori. Le agguantò la piccola mano e gliela strinse calorosamente.

-Sei la figlia della futura Mrs Patterson allora! Tanto, tanto piacere!- Mac guardò confusa Cecily mentre Tom le agitava ancora la mano. Cecily le rivolse il solito sguardo paziente e dolce.

-Tutti vogliono bene a Mr Patterson, ed è stato solo un po’ troppo tempo. Adorerebbero tua madre anche se assomigliasse alle gemelle-

Mac ridacchiò in risposta. Si diressero verso il box di Cecily dove ad aspettarli c’era Clyde. Cecily aprì il cancelletto e corse ad accarezzarlo mentre faceva cenno a Mac di raggiungerla. MacKenzie si avvicinò guardinga ad ammirarlo in tutta la sua bellezza; provò un leggero moto d’invidia per Cecily. La mora si voltò a guardarla.

-Ti piacerebbe cavalcare insieme? Tom può benissimo prestarti un cavallo.-

-Senza alcun dubbio!- si intromise entusiasta Tom, uscì dal box tutto felice. Mac cercò di fermarlo imbarazzata.

-N-no aspetta, non c-credo di esserne ancora capace!- disse disperata; non le andava di fare una figuraccia.

-Sarai sicuramente bravissima! E’ come andare in bicicletta, una volta che hai imparato non lo scordi più- le disse a voce alta Tom mentre lo sentiva maneggiare con un mazzo di chiavi.

-E così possiamo anche raggiungere James e Drew, sai dove sono Tom?- continuò Cecily senza notare la faccia intimorita di MacKenzie. Tom ridacchiò

-Probabilmente sono nei dintorni o hanno raggiunto il bosco- Mac deglutì a vuoto immaginando se stessa in sella ad un cavallo che si fa largo tra pietre e radici su un terreno sconnesso; il tutto con davanti James Douglas che la sbeffeggia: decisamente troppo umiliante.

-Magari t-ti starò solo a guardare- disse debolmente con la bocca secca. Cecily le rivolse uno sguardo impaziente lisciando distrattamente la criniera castana di Clyde.

-Per favore Mac, sarà più divertente in due!- Ma Mac scosse energicamente la testa.

-Ti rallenterei togliendoti tutto il divertimento e, sinceramente, credo che tuo cugino non perderebbe occasione per deridermi- Cecily mise su un adorabile broncio. Tom tornò al box di Clyde tenendo per le briglie un altro cavallo. Mac strabuzzò gli occhi esterrefatta: era il cavallo più bello che avesse mai visto. Era alto e atletico, i soli muscoli tesi davano l’idea di velocità. Il manto era di un morello lucido e gli occhi, grandi e profondi, gli davano un aspetto quasi umano. Quando il suo sguardo incontrò quello del cavallo questo raspò il terreno con un’aria quasi compiaciuta. Cecily le scrutò lo sguardo perso ed affascinato. Tom le strizzò l’occhio e lei sogghignò complice.

-Tom sceglie i cavalli giusti per tutti; non ho idea di come faccia, ma riesce ad assegnare il cavallo perfetto che rispecchia il carattere del cavaliere- disse tutto d’un fiato Cecily, come se avesse ripetuto quel discorso parecchie volte.

-Questa è Lilith- proferì solennemente Tom –una puledra murgese arrivata da poco come te. Ha due anni ed un bel caratterino, una delle bestie più orgogliose che abbia mai conosciuto- Tom ridacchiò accarezzandole il muso. MacKenzie si fece indecisa.

-Posso…posso accarezzarla?- chiese a Tom che le ammiccò.

-Aspetta solo che ti osservi un po’ meglio, non è molto socievole con gli sconosciuti-

Mac alzò una mano leggermente tremante che rimase a mezz’aria. La puledra si voltò a guardarla con occhi indagatori e maturi soffiando pesantemente dalle narici. Mac avvicinò ancora un po’ la mano aspettando una reazione da parte di Lilith, la quale però rimase impassibile a scrutarla; non diede segno né di irritazione né di paura, si avvertiva una certa affinità tra lei e Mac. Entrambe circospette e prudenti non abbassavano lo sguardo fiere. La mano di MacKenzie raggiunse il muso nero di Lilith contro il quale si rilassò cominciando ad accarezzarlo dolcemente. Anche la puledra sembrò rilassarsi, anzi, si allungò leggermente di più per lasciarsi invadere da quel senso di familiarità. Tom osservò compiaciuto la scena: le affinità che riusciva ad intercettare tra cavallo e cavaliere erano ineguagliabili.

-Sembra… sembra… così intelligente!- soffiò debolmente Mac ancora affascinata dalla bestia.

-E’ un bellissimo esemplare- concordò Tom sospirando entusiasta. Cecily si intromise affascinata ancora una volta dalla dote di Tom.

-Allora, verrai a fare un giro? Uno soltanto, per favore!- implorò animatamente          Cecily.

Mac si voltò a guardarla con un sorrisetto esasperato. Alla fine si arrese.

-D’accordo, verrò a fare un giro- Cecily trillò felice e Clyde, avvertendo quasi l’entusiasmo della padrona, nitrì in risposta. Lilith diede un buffetto sulla guancia a Mac con il muso nero, come se volesse dichiararle la sua approvazione. Tom le diede una vecchia salopette di jeans e degli stivali fangosi che le andavano grandi. Mac era convinta che se Agnes l’avesse vista ora le si sarebbero rizzati i capelli biondi. Prese per le briglie Lilith e la condusse fuori dove ad aspettarla c’era già Cecily in sella a Clyde, che nitriva emozionato. Fece per mettere il primo piede nella staffa, quando sentì in lontananza uno scalpiccio affrettato di zoccoli e risate confuse; apparvero, oltre una collinetta, James e Drew, sorridenti e spensierati. James si avvicinò trottando su un cavallo color grigio perla; i capelli, sotto la luce del sole del mattino, emanavano riflessi dorati. Drew al suo seguito su un cavallo pezzato ed imponente. James scese con un agile balzo e un sorriso trionfante. Spaccone! 

-Ciao Jamie, finalmente riusciamo a trovarvi- Cecily scese velocemente da cavallo ed andò ad abbracciare il cugino. Drew la salutò animatamente e si delinearono due pomelli rossi sulle sue guance quando Cecily abbracciò anche lui. Se l’accoglienza di Cece era stata calorosa, lo stesso non si poteva dire di quella di Mac. Appena lo sguardo di James si posò sul suo visetto, si poterono quasi scorgere le scintille sprizzare e scontrarsi dagli occhi di tutti e due. Le labbra di James si delinearono nella sua solita smorfia di irritazione e Mac socchiuse leggermente le palpebre minacciosa.

-Ciao Andrew- salutò gentilmente Mac distogliendo lo sguardo velocemente. Drew le sorrise cordiale.

-Ciao MacKenzie, chiamami pure Drew- Mac allargò il sorriso e annuì appena con la testa; Hamilton sembrava a posto. Appena la rossina si voltò James pestò il piede a Drew.

-Ahi!- protestò Drew guardandolo seccato.

-“Chiamami pure Drew”- gli rifece il verso James sussurrando per non farsi sentire. Drew lo guardò seccato.

-Cercavo solo di essere gentile, non sono una scimmia addestrata come te- sussurrò di rimando Drew irritato e divertito allo stesso tempo.  James sogghignò.

-Ma che bravo ragazzo!- lo schernì, imitando poi dei versi di scimmia. Drew ridacchiò controvoglia. Mac, a sentire delle risatine soffocate, smise di accarezzare Lilith e si rigirò verso i due. James le rivolse un sorriso sornione.

-Allora, come ti trovi qui carotina?- Mac digrignò appena i denti; le sembrava troppo strano che non le avesse ancora rivolto parola.

-Puoi smetterla di affibbiarmi soprannomi?- chiese arricciando il naso in una smorfia. James serrò le labbra cercando di trattenere l’ennesimo ghigno; era troppo facile far arrabbiare quella ragazza.

-Non penso proprio Mac’n’Cheese!-

Gli rivolse un’occhiata gelida, ma evitò di commentare. Cecily interruppe quel delizioso scambio di battute reclamando una passeggiata a cavallo tutti insieme. Drew accettò ben volentieri, guardandola raggiante. Mac aveva l’impressione che se Cece gli avesse chiesto di buttarsi da un burrone avrebbe avuto la stessa reazione. Tutti montarono in sella ed iniziarono ad avviarsi lentamente verso il sentiero, tutti tranne che lei; Mac deglutì a vuoto, paralizzata, stringeva le briglie come unico punto di forza. Le parve che Lilith la stesse scrutando interrogativa. Mac non rimontava su un cavallo da ben due anni e rifarlo le metteva addosso una fifa assurda. Spostò la testa verso Lilith che attendeva raspando il terreno spazientita.

-Possiamo farcela ok? Basta che tu vada piano- sussurrò ancora terrorizzata alla puledra che si scrollò la criniera lunga dal muso.

-Muoviti carota!- la voce beffarda di James le arrivò dal bosco, seguita dai rimproveri di Cecily.

Irritata dal proprio atteggiamento, si ricompose alzando il mento fiera. Pose con decisione un piede sulla staffa e rimase lì. Immobile ed indecisa. Si sentì strattonare per le spalle e messa di peso su Lilith che nitrì compiaciuta. Sconvolta vide Tom che la guardava gentilmente, convinto di averle fatto un favore.

-Se non ci arrivavi bastava che mi chiamassi- la rimproverò scherzando, poi diede un lieve scappellotto a Lilith che partì trottando sul sentiero. Presa alla sprovvista Mac si aggrappò saldamente al collo della puledra, che, incurante, continuava a trottare sempre più veloce, accennando volentieri ad un galoppo.

-Ferma Lilith, un secondo, aspetta!- farfuglio in preda al panico Mac. L’istinto di sopravvivenza prese il sopravvento e MacKenzie agguantò con mani tremanti le briglie, che in quel momento le parvero un’ancora di salvezza. Tirò con decisione finché Lilith rallentò l’andamento. Sollevata e leggermente compiaciuta, Mac si tirò su con la schiena rigida; la sua partenza impacciata e disastrosa doveva essere sembrata ridicola.

-Eri ridicola!- alzò lo sguardo stupefatta e si accorse che aveva raggiunto gli altri tre ragazzi. Cecily aveva uno sguardo sollevato, Drew gentile e comprensivo, mentre James, che aveva dato voce ai suoi pensieri, la guardava in un misto tra l’ilare e il stupefatto. Divenne rossa come il colore dei suoi capelli e borbotto un ‘andiamo?’ evitando di incontrare lo sguardo strafottente di James. Sfortunatamente Drew e Cecily sembravano completamente persi nei loro discordi, mentre passeggiavano tranquillamente, e lei si ritrovò dietro con James, che sembrava contento quanto lei.

-Sai, sono felice che tu sia arrivata- proruppe James disinvolto. Mac si voltò a guardarlo completamente spiazzata e stupita da quell’affermazione.

-Non avevo nessuno da prendere in giro- completò tranquillamente Douglas con un sorriso sornione; Mac evitò di rispondere e si limitò a grugnire irritata contro quell’atteggiamento da tipico maschio. James prese tranquillamente a fischiettare un motivetto e MacKenzie cominciò ad osservare la natura attorno a lei. Dopo ben cinque minuti le sembrava che le orecchie le facessero male.

-Puoi smetterla di fischiare? E’ irritante- proruppe seccata Mac, non cercò neanche di essere gentile. Aveva rinunciato a farselo piacere da parecchio ormai. James si esibì in un sorriso ironico, ma smise comunque. Mac non abbassò la guardia, probabilmente aveva in mente qualcosa di molto peggio.

-Allora, è vero che tua madre è solo un avvoltoio?- proferì James con noncuranza.

-Cosa?- chiese Mac esterrefatta.

-Dicono tutti così- continuò James disinvolto, alzando appena le spalle.

-Bè, tutti si sbagliano allora. Mia madre ama davvero Wilbur- disse Mac seccata; scosse la testa incredula, gli abitanti di Brookwood erano i classici provincialotti ficcanaso. 

-E perché tu la difendi?- domandò di nuovo James –Tutti dicono anche che non avete un bel rapporto-

Mac sbuffò incredula e tentò di parlare, troppo spiazzata da quel nuovo commento.

-Questo… questo è… d-del tutto… inappropriato, ecco- balbettò Mac. Ma James sorrise vittorioso.

-Allora è vero- concluse gongolante; Mac lo fulminò con lo sguardo.

-Voglio bene a mia madre- disse fermamente. James fece spallucce.

-Questo non è mai stato messo in dubbio- MacKenzie fece schioccare la lingua seccata. Perché diavolo aveva dovuto farle proprio una di quelle domande che la mettevano in crisi?

-Sai che c’è? Io me ne vado- proruppe irritata ed ad alta voce, Cecily e Drew si voltarono confusi. Mac tirò le briglie dalla parte opposta e Lilith obbedì subito.

-James, che cosa le hai fatto?- chiese furibonda Cecily che fulminò il cugino, mentre Mac si allontanava dalla parte opposta.

-Io non ho fatto niente!- disse James fingendosi quasi offeso. Cecily esibì uno sguardo duro che le si poteva scorgere ben poche volte.

-Raggiungila, adesso!  Altrimenti dico tutto a zia Alice!- James deglutì a vuoto immaginando il volto della madre, una volta che avrebbe scoperto di aver fatto infuriare la Hill ben due volte in un solo giorno. Fece voltare Kele, il suo cavallo, e ripercorse il sentiero all’indietro. Non sarebbe stato difficile trovarla, figuriamoci se una perfettina come quella usciva dal sentiero. Infatti la intravide dopo poco che avanzava con Lilith sulla stradicciola. La affiancò con un sorrisetto, ma lei, appena lo vide, girò la testa dall’altra parte e aumentò l’andamento della puledra.

-Cece mi avrebbe mandato qui a chiederti scusa, ma non credo di riuscirci- Mac, malgrado tutto, si trovò a rispondergli.

-Allora dai retta a qualcuno, ogni tanto- disse ironica Mac asciugandosi con rabbia una lacrima solitaria. Che fastidio sentirsi così vulnerabile! Molto probabilmente James l’aveva vista, ma per una volta, miracolosamente, non commentò.

-Muoviti, vieni con me- proruppe esasperato James. Voltando di nuovo il cavallo, stavolta verso il fitto del bosco. Mac alzò un sopracciglio.

-Perché dovrei?- chiese con un tono glaciale. James fece un sorrisetto ironico.

-Non vorrai tornare dalle gemelle perfidia?- chiese già conoscendo la risposta. MacKenzie fece una smorfia e girò Lilith nella stessa posizione di Kele.

James cominciò ad inoltrarsi nel bosco senza alcun timore, al suo seguito, Mac, guardava incerta gli alberi, come se temesse di vedere un orso spuntare da un momento all’altro.

-Non dovremmo tornare sul sentiero?- chiese cercando di mascherare il tremolio nella voce. Era pur sempre una ragazza di città, dopotutto, e i boschi non le piacevano un granché. James sogghignò.

-Paura, londinese?- chiese spavaldo, facendo riaffiorare dentro la rossina di nuovo quel senso di irritazione. Mandò il naso per aria ,assomigliando moltissimo ad Agnes, e digrignò la mascella punta all’orgoglio.

-Per niente!- affermò sicura anche se con la coda dell’occhio si guardava attorno circospetta. James soffocò una risata vedendo il palese bluff. Dopo poco sospirò sollevato, erano arrivati. Mac, dietro di lui, spalancò la bocca esterrefatta: davanti a lei si ergeva una quercia enorme e imponente, riusciva a sentire lo schiamazzo di moltissimi uccelli provenire dalla chioma. Sorrise esterrefatta, doveva avere almeno cento anni! James appariva compiaciuto dalla sua reazione, con un agile balzo scese da cavallo e legò Kele ad un ramo. Mac fece lo stesso con Lilith, poi, quando si voltò, vide James che faceva forza su dei rami bassi e vi saliva sopra.

-Che diavolo fai?!- chiese sconvolta ed impaurita.

-Mi arrampico, no? Forza vieni, mica ti morde!- disse allegro come Mac non lo aveva mai visto.

-Potresti cadere! Scendi subito, pezzo di idiota!- continuò Mac sconvolta senza aver dato segno di averlo sentito. James ridacchiò per la sua reazione esagerata.

-Prova a raggiungermi Hill- continuò il ragazzo incurante salendo sempre più in alto.

-Non ci penso neanche!- disse Mac scuotendo energicamente la testa. James fermò la sua scalata con un’espressione vacua, a Mac sembrò quasi che gli si fosse accesa una lampadina.

-Scommetto che non sei mai salita su un albero- urlò James continuando ad aggrapparsi ai rami che scricchiolavano pericolosamente.

-Perché dovrei? Ho solo undici anni, non voglio morire!-

-Però vorresti salirci!-

continuò James saltellando come uno scoiattolo. MacKenzie boccheggiò e rimase in silenzio, indispettita dalla risata beffarda di James. In effetti l’idea di poter salire in alto come lui la entusiasmava più del lecito. Contro questa folle tentazione c’erano molte cose, per prima la legge di gravità; ma per una volta Mac mise da parte il raziocinio e appoggiò una mano su un ramo facendoci forza. James ridacchiò in alto da qualche parte. Poggiare il piede su un altro ramo fu naturale, quasi spontaneo, e fu come un gesto automatico arrampicarsi; come mangiare, bere, dormire… In un attimo si trovò accanto a James che la guardava con un sorriso; stavolta non c’era niente di ironico o malizioso, era solo il sorriso di un ragazzo. Senza dire niente le indicò un punto un po’ più in alto. MacKenzie sorrise intenerita ad una tale banalità: una casetta sull’albero. Fece per avanzare, ma James le mise un piede davanti facendole lo sgambetto. MacKenzie si appoggiò prontamente ad un ramo fulminandolo poi con lo sguardo.

-Avevi abbassato la guardia- spiegò James di nuovo con quel suo ghigno beffardo. Si fece strada tra i rami, abile come un felino, ed in poco tempo raggiunse la casetta. MacKenzie al suo seguito, leggermente affannata. James si fece da parte con un teatrale inchino.

-Prima le signore- disse con l’aria da cameriere. MacKenzie si fece avanti circospetta, non avrebbe abbassato di nuovo la guardia. James, alla sua occhiata indagatrice, rispose con un sorriso ironico.

-Non ti fidi di me?- le chiese innocentemente. MacKenzie trattene un sorriso a quello sguardo indifeso.

-Per niente Douglas- gli rispose leggermente divertita; a quel pensiero quasi sobbalzò, non aveva insultato James da più di quindici minuti e lui non le aveva ancora fatto saltare i nervi. Si fece ancora più sospettosa. Entrò nella casetta poggiando un solo piede e si sentì strattonare per la caviglia; emise un gridolino ed ecco che in un secondo era a testa in giù, tenuta  per un piede solo da una fune. Sentì il sangue affluirle alla testa per la posizione e per la rabbia.

-James!!- gridò con tutto il fiato che aveva in gola verso quel ragazzino mingherlino, che ora si stava piegando in due dalle risate. Mac ringraziò il cielo di portare la salopette e non il vestito.

-E’ una mia invenzione, per gli intrusi! E morivo dalla voglia di provarla- spiegò tra una risata e l’altra.

-Fammi-scendere-subito!!!- ordinò glaciale MacKenzie che cominciava a diventare viola. James cercò di riprendersi ansimando ancora; lo vide allungarsi verso un ramo e sciogliere un nodo e così, fu schiantata sul pavimento di legno senza alcuna grazia. Si tirò su sbattendo la polvere dai pantaloni e inchiodò con uno sguardo fiammeggiante James; quello cancellò il sorriso divertito e fece una smorfia leggermente ansioso. Guardò intimorito, con la coda dell’occhio, i piccoli pugni serrati della rossina: la botta di quella mattina gli faceva ancora male.

-Non te la prendere tanto, piccola carota, è solo uno scherzo!- disse cercando di apparire spavaldo come suo solito, ma nella voce si avvertiva una vaga nota di timore.  James si aspettava di tutto: urla, calci, pugni… invece fu travolto da tre gavettoni della sua scorta personale(dei palloncini tenuti ordinatamente in fila sui ripiani della casetta, in bella vista). Mac sorrise malignamente allo sguardo spiazzato e ai vestiti fradici di James: e questa, era ciò che lei chiamava rivincita!

 

 

James e MacKenzie raggiunsero nuovamente Drew e Cece, ancora un po’ bagnati, dopo una vera e propria battaglia di gavettoni. Cecily appariva radiosa quando quei due tornarono, e già immaginava Mac e suo cugino amici del cuore. Drew, non così sognatore, sperava solo che non si fossero azzuffati. Cecily corse a parlare con James per sapere se avessero fatto pace, e James fece semplicemente spallucce non molto sicuro. Una scarica di gavettoni poteva essere un messaggio di pace? Drew invece si accostò con il cavallo a MacKenzie, deciso a conoscere un po’ meglio quella strana ragazzina.

-Allora, come ti trovi a Brookwood?- chiese garbatamente Drew. Mac arricciò le labbra pensierosa.

-Bè… non è che sia il mio luogo,mmm… ideale, ecco- concluse un po’ imbarazzata, dopotutto doveva essere sincera. Drew fece un sorrisetto divertito, ma dolce.

-Perché?-

Mac si mordicchiò il labbro inferiore e giocò distrattamente con la criniera di Lilith.

-Sono una cittadina al cento per cento e… non so, Brookwood è come se fosse un irritante chicco di mais tra i denti.-

Drew scoppiò a ridere a quell’immagine e Mac fece un mezzo sorriso ancora leggermente imbarazzata. Drew si sentì in colpa per aver dato retta a James e di aver pensato alla Hill come ad un’isterica.

-No, sul serio- continuò Mac –non è proprio Brookwood in se, solo la provincia. Sono attaccata alla mia città più di quanto pensi- disse poi travolta dalla verità di quelle parole. Londra era casa, sicurezza, familiarità e calore; le mancava moltissimo.

-Ah, James- sentì dietro di lei Cece intervenire –zia Alice ha detto che doveva parlarti, e non sembrava molto felice-

Mac vide gli occhi nocciola di Douglas saettare verso di lei e lo sentì imprecare sottovoce. Mac aggrottò le sopracciglia confusa, ma non chiese niente; poi sbuffò sonoramente.

-Credo che sia meglio che torni a casa ora, non vorrei che mia madre dovesse preoccuparsi-

Cecily sorrise tristemente al tono ironico di Mac, ma lei non pareva minimamente toccata da quella verità. MacKenzie aveva celato quella sofferenza per undici anni, non si sarebbe fatta trovare in difficoltà di nuovo con qualche battuta di James.

-Domani ti va di venire da me? Vorrei presentarti le mie sorelle, Blanche e Danielle- chiese gentilmente Cecily. Mac annuì decisa.

-Sono nomi francesi?- chiese poi curiosa. Drew rispose prima della mora.

-Sua madre, Juliette, è francese e Ronald, lo zio di Jim, è inglese. Blanche ha tredici anni, mentre Danielle ne ha quattro- concluse compiaciuto Hamilton. James sorrise beffardo.

-Hai imparato a memoria il nostro albero genealogico?- domandò Douglas facendo arrossire come un pomodoro Drew; quello rispose all’attacco quasi subito.

-James ha una cotta per Blanche- commentò ghignante. MacKenzie ringraziò, con uno sguardo entusiasta, Drew. Finalmente qualcosa per cui prenderlo in giro! Le guance di James si imporporarono e boccheggiò come un pesce.

-Non- non è vero! E’… è mia cugina- Mac interruppe i borbottii imbarazzati di James con una risata fragorosa, poi girò il cavallo allegramente e salutò tutti, James chiamandolo scherzosamente “Mr Blanche”. L’ultima cosa che udì furono le risate di Cecily e Drew. Restituì Lilith a Tom e tornò di buon umore a Villa Patterson; certo, non era Londra, ma quei ragazzi la facevano sentire decisamente meglio, qualche volta perfino James!

-Ciao!- si annunciò allegramente nel corridoio vuoto. Dalla salotto spuntò Maggie con una faccia contrariata ed indispettita.

-Tua madre deve parlarti- senza tante cerimonie, le tolse la giacchetta e la condusse in salotto. Mac aggrottò le sopracciglia nel sentire la parola “madre” pronunciata così sgarbatamente, che avessero litigato? Nell’ampio salotto c’era la madre che l’attendeva con le gambe accavallate ed uno sguardo duro. Mac avvertì l’aria farsi improvvisamente pesante.

-Tesoro, vieni a sederti qui- le disse pacatamente, ostentando un sorriso. Mac ubbidì senza proteste e si posizionò accanto a lei sul divano. Sentì Maggie far schioccare la lingua seccamente.

-Come ti è sembrato il paese?- Mac stava per parlare, quando Maggie la interruppe, esplodendo.

-E’ una stupidaggine! MacKenzie non accetterà mai!- disse agitando i capelli scarmigliati.

Agnes dilatò le narici e contrasse la mascella: tipico di quando era furiosa.

-Questa faccenda non ti riguarda, Maggie- le disse fermamente, senza staccare gli occhi dal viso di Mac.

-E’ solo una bambina, non può essere così egoista da chiederglielo!- Continuò Maggie completamente senza controllo. Mac cominciò ad ansimare angosciata, di che diavolo stava parlando Maggie? Agnes prese tra le sue mani quella di MacKenzie e puntò il suo sguardo fermo su di lei.

-Dolcezza, oggi Wilbur mi ha fatto una proposta, una proposta che renderebbe molto felice la mamma. se tu fossi d’accordo- MacKenzie ritirò bruscamente la mano; non si sarebbe lasciata ammaliare da quel comportamento dolce.

-Che succede mamma?!- chiese spazientita e timorosa, Mac. Sentì sullo sfondo Maggie borbottare irritata. Agnes prese un bel respiro.

-Wilbur ci ha chiesto di rimanere a Brookwood, ad entrambe. Ho già accettato e sono sicura che qui ti piacerà moltissimo!-

E fu come se avessero tolto tutto l’ossigeno da quella stanza, per MacKenzie, perché sapeva di essere fregata.

 

  
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