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Autore: Goten    21/05/2009    35 recensioni
I miei sensi si allertarono improvvisamente.
<< Che cosa è questo odore?! >> Esclamai voltandomi verso i miei fratelli, mentre un lampo illuminava a giorno l'intera radura.
Tutti quanti stavano annusando l'aria, vedevo chiaramente nei loro pensieri lo stupore per quello strano aroma. L'odore arrivava da li, ma di chi era quella sciarpa?
<< Un'umana è stata qui?! >> Sibilò a bassissima voce Rosalie, stupita.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Ragazze, mamma mia quanti commenti! XD Non so avvero che dire! C'è chi fa supposizioni, chi prova ad immaginare un seguito e chi addirittura vuole fare dei fans club anti Tanya! XD Voi siete dei miti! hahaha^^ mi rallegrate sempre con le vostre parole!! Perciò, come sempre l'unica cosa che posso dirvi è: GRAZIE DI CUORE!! Ma ora vi lascio al capitolo! Il prossimo aggiornamento sarà per sabato ^_^ Un bacio e come sempre, buona lettura!

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Capitolo 15


Ringhiai contro chiunque osasse avvicinarsi al mio piccolo gioiello addormentato. << Edward, ragiona, fammi controllare come sta, non te la porterò via. Tu... mi controllerai, va bene? >> Annuii alla proposta di mio padre, era il solo ad avere il mio permesso per avvicinarsi a Bella.

Ogni tanto frugavo nelle mente degli altri abitanti della casa, adesso si era aggiunta anche Leah, era venuta a cercare Jacob, preoccupata per lui.

Mi annotai mentalmente di ringraziarlo a dovere, mi aveva riportato la mia piccolina. << Allora? >> Domandai ansioso.

Sta bene. Si riprenderà presto. Sentenziò mio padre, lasciando la stanza. Tirai un sospiro di sollievo. La mia Bella stava bene, doveva solo riposare. Io avrei vegliato su di lei. Non le avrei mai più permesso di allontanarsi da me. Mai più. Le posai un bacio sulle labbra.

Adoravo venire cullato dal battito tranquillo del suo cuore, il suo respiro regolare era una sorta di balsamo per la mia ansia. Lei adesso era qui, era reale.

La mia mente era divisa in più pensieri, la maggior parte, dedicati alla mia Bella, altri invece su come trovare e uccidere Tanya. Come si era permessa di interferire fra me e Bella? Non avevo la certezza che fosse stata lei, la mia mente era troppo presa dalla rabbia quando mi ero scaraventato conto di lei, ma il solo fatto che avesse fra le mani la piccola Dodo, mi aveva fatto vedere rosso.

Era chiaro come il sole che lei centrasse qualcosa, ma dovevo sapere cosa aveva fatto al mio cuore, alla mia ragione di vita.

Passarono i minuti, le ore e finalmente... il suo battito cambiò il ritmo; si stava svegliando.

Rimasi a fissarla, cosa avrebbe detto? Cosa avrebbe fatto? Dio quanto odiavo non poterle leggere la mente!

Respirò profondamente. << Edward...? >>

Che suono soave. Mi chinai vicino al suo orecchio. << Sono qui. >> Le sussurrai piano.

Le sue dita avanzarono insicure verso di me, le sentivo strusciare contro il lenzuolo, ma per i miei gusti andavano troppo piano, presi la sua mano e la posai sul mio volto. Volevo che vedesse il dolore che stavo provando, era solo una minima parte di quello che avevo sentito, ma volevo comunque farle capire che lei mi aveva in pugno. Lei era tutto per me.

Non mi accorsi neanche di aver chiuso gli occhi sotto il suo tocco timido. No, non timido, impaurito. Le avevo messo paura, mi ricordavo bene la telefonata, in quel momento avevo perfino desiderato che lei avesse il terrore di lasciarmi, e ancora adesso una buona parte di me lo voleva.

<< Ti prego, Bella. Non lasciarmi più. >> Mormorai quando le sue dita passarono sulle mie labbra. << Non potrei sopportare più quel dolore. Ne morirei. >> Ammisi, cedendole e aprendole completamente il mio essere.

Aveva il respiro veloce la mia piccolina. << E.. Edward io... noi, non è giusto. Io sono un peso... io non è giusto che tu... >>

Una smorfia di dolore mi passò sul viso, scossi la testa. Non volevo sentire quelle parole. Non erano quelle che lei doveva dirmi. No. << Sono tutte bugie. >> Sibilai, cercando di trattenere la rabbia. Aprii gli occhi fissandola duramente. << Tu lo sai che sono tutte bugie quello che stai dicendo. >>

<< N..no.. >> Provò a controbattere, ma venne prontamente zittita dalle mie labbra.

La stavo baciando, non con passione o gentilezza, ma con durezza, io non volevo sentire tutte quelle parole che sapevano solamente di menzogna. Mi staccai quel soffio che serviva solamente per farle prendere aria. << L'unica verità è che io ti amo, e tu non puoi farci niente. >> Parlai direttamente sulle sue labbra, godendo del suo calore e sperando follemente che i brividi del suo corpo fossero una reazione positiva alla mia dichiarazione.

Il suo respiro caldo si infrangeva contro il mio freddo, eravamo in una posizione di stallo, Bella si stava mordicchiando le labbra, indecisa. Io invece, avrei dato qualunque cosa per sentirmi dire che lei mi amava. Depositai un altro bacio sul suo collo. << Ti prego, dimmi cosa provi per me... io devo sapere. >>

I secondi passarono inesorabili, silenziosi. Mi sentivo distrutto, Bella non accennava voler dire nulla, io avevo davvero bisogno di sentirmi rassicurato da lei. Non volevo perderla, non volevo che mi lasciasse, non volevo che lei sparisse dalla mia vita.

Il lieve bussare alla porta mi costrinse a sollevarmi da lei. << Edward, le ho portato questo. >> Entrò silenziosa, Esme. << Avrà fame. >> Il profumo di pane caldo appena fatto e di miele invase la stanza. La ringraziai con un semplice cenno della testa e uscì, lasciandoci ancora da soli.

<< Hai fame? >> Le chiesi gentilmente.

Socchiuse le labbra. << Si. >> Sussurrò, sollevandosi e sedendosi con la schiena contro la testiera.

Con attenzione le passai il vassoio sulle gambe, era un peccato che Bella non potesse vedere l'aspetto delizioso di quello che Esme aveva preparato con tanta cura e tanto amore.

Sorrisi amaramente, tutti amavano Bella, io più di degli altri. Lei ci voleva bene, si capiva, ma io volevo che lei mi amasse, come una donna ama un uomo. Non mi bastava più il semplice bacio o il semplice ti voglio bene. No, io volevo di più.

Chiusi gli occhi, lasciando che il sapore veramente delizioso del pane caldo mischiato con il miele mi insaporisse la gola. Ancora stentavo a credere alla fortuna di questo nostro legame.

Quando aprii gli occhi, capii di aver scelto. Sarei stato determinato. << Riuscirò a farti innamorare di me. E allora, tu sarai la mia bellissima compagna. >> Le sussurrai piano, ma ben udile per lei.

Nonostante mi costasse uno sforzo immenso, lasciai la mia stanza, avevo bisogno di un quadro dettagliato di ciò che era successo e nessuno poteva darmelo, se non Jacob e Leah.

Scesi dalle scale con velocità umana, tutti gli sguardi si voltarono verso di me. << Rosalie, ti spiace? >> Indicai la stanza di Bella.

<< Certo. >> Si alzò e si recò nella stanza della mia piccolina.

Sospirai pesantemente, avevo la testa spaccata in due, metà di me voleva sapere quello che era successo e metà dell'altro me voleva correre su subito da Bella. L'idea di non essere attaccato a lei, mi rendeva nervoso.

<< Allora. >> Cominciai, cercando di trovare un po di lucidità. << Che cosa è successo? >> Il mio sguardo nero come la pece era rivolto ai due licantropi.

Jacob prese la parola, le immagini scorrevano nella sua mente ricalcando le sue parole. << Stava bene, abbiamo passato una giornata tranquilla. >> Leah annuì. << Abbiamo passeggiato per quasi tutto il giorno, parlato delle nostre nozze e poi ci ha raccontato di voi, soprattutto di te. >> Mi fissò senza paura. << Era ansiosa di tornare da te. Continuava a chiedere se fosse già il tramonto. >>

Mi scappò un lieve sorriso. << Poi ha chiamato Charlie, dicendo che era tornato. Bella ha voluto andare a salutarlo, è entrata in casa dicendoci che arrivava subito, di aspettarla per accompagnarla qui, ma poi è uscita e a detto che rimaneva li, con suo padre. Mi è sembrata strana, ma ho creduto che fosse solo perché Charlie era tornato. >> Si giustificò alla fine. Non potevo prendermela con Jacob, avevo visto chiaramente quanto avesse badato a Bella assieme a Leah. E il sapere che non vedeva l'ora di tornare da me mi stava confortando almeno in parte.

Ma adesso, sapevo che le uniche a conoscenza dei fatti erano solo Bella e Tanya. Sospirai amareggiato. Sentivo Bella così distante, anche adesso, mia sorella stava provando a farle dire cosa fosse successo, ma non riusciva a cavarne fuori che qualche monosillabo.

Stavo per tornare da lei, quando la mano di Alice mi trattenne. << Aspetta. >> Mi sussurrò piano, io mi voltai verso di lei. << Ascolta... >>

Tutti erano in silenzio. Tutti aspettavano che succedesse qualcosa. Ma l'unica cosa che stavo sentendo era Rosalie che parlava con Bella.

<< Bella, io davvero, non capisco. Tu e Edward eravate felici. No, non provare a dire il contrario! Non sono stupida, lo vedevo lontano un miglio che sprizzavate felicità! >> Esclamò spazientita. Il suo tono non mi piacque, volevo andare da Rosalie e dirle di smetterla, ma la presa di Alice mi trattenne. << Sinceramente, non ho mai visto mio fratello così vivo! Sai che erano quasi novantanni che Edward non sorrideva in quel modo? Tu lo hai reso migliore, felice! >>

<< Io l'ho allontanato da tutti. >> Ribatté Bella.

<< Lo hai reso felice! >> La rimbeccò Rosalie.

<< Non è più andato neanche a scuola. >> Aggiunse Bella, poco convinta.

<< Ha due lauree in medicina! La scuola può anche fare a meno di lui! >> Esclamò di nuovo mia sorella.

<< Occupo tutto il suo tempo, sono solo un peso. >> La voce andava sempre in calando.

<< Sei la sua gioia personale! Edward ha tutta l'eternità davanti a se e la occupa come più gli piace! >> Gli occhi di Rosalie si erano socchiusi. << Ma si può sapere perché ti stai facendo tutti questi problemi?! >> Esclamò dura.

Bella si abbracciò le ginocchia. << Tanya è venuta a casa mia. Abbiamo parlato. Mi ha detto che Edward, non è giusto che occupi tutto il suo tempo con me. Io non lo lascio vivere come dovrebbe. E su questo ha ragione. Tutti voi siete sempre gentili e affettuosi con me. Io vi voglio bene, ma non è giusto che sacrifichiate tutto per me. >> Sospirò piano. << Un giorno, Edward troverà qualcuna che potrà rimanere accanto a lui per sempre. Io non posso farlo, Rosalie. Io morirò un giorno... è la vita. >>

Io mi sentii morire quando udii quelle parole. Non avevo la minima intenzione di lasciare che lei morisse, l'avrei trasformata e sarebbe stata per l'eternità al mio fianco.

<< Bella, posso farti una semplice domanda? >> Chiese a quel punto mia sorella, con un tono molto pacato.

Bella annuì.

<< Lo ami? >>

Il veleno nella mia bocca fluì in gola, bruciandomela. Sentivo che da quella risposta dipendeva tutta la mia vita.

Vidi un dolce sorriso aprirsi finalmente sul volto della mia piccolina. << Si, lo amo con tutta me stessa. >>

La presa di Alice lasciò il mio polso. << Adesso, puoi andare. >>

   
 
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