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Autore: ale_mirtilla    11/12/2016    0 recensioni
Tratto dalla storia:
"In quel momento però l’amica decise di guastare il suo buonumore. –L’unica domanda che mi sorge spontanea è: tu cosa provi per lui?-.
Ginny la fissò turbata, ripensando a Draco ed anche ad Harry che chiedeva a Cho Chang di uscire, il motivo per cui si trovava sulla torre quella sera. – Herm, io non lo so- disse prendendosi poi la testa tra le mani."
(I primi capitoli non sono fantastici, ma abbiate pazienza, andando avanti la storia migliora)
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Draco/Ginny, Harry/Ginny
Note: What if? | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
Capitoli:
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CAPITOLO XXVII

Pov Ginny


Erano ormai passate due settimane da quando la Umbridge era stata nominata preside e le cose andavano peggio che mai: gli studenti erano depressi, le punizioni erano all'ordine del giorno, i ragazzini più piccoli venivano maltrattati da quelli della Squadra d'Inquisizione e i professori erano impotenti. L'unico felice del cambiamento sembrava essere Gazza, che si aggirava tra i corridoi con lo sguardo folle che brillava ed un sorriso sadico in volto; la professoressa gli aveva promesso che, per le infrazioni più gravi, gli sarebbe stato possibile punire gli studenti a frustate, così l'uomo sbucava fuori da ogni angolo, sperando di sorprendere qualche studente a infrangere le regole, e facendo così venire dei veri e propri attacchi di panico a Neville, che in quei giorni aveva i nervi a fior di pelle. La vecchia rospa nel frattempo era alla disperata ricerca d' informazioni sulla possibile posizione di Silente, infatti Caramell in persona l'aveva incaricata d'interrogare gli studenti e lei aveva ormai quasi finito l'intera riserva di Veritaserum del professor Piton a forza di usarlo su tutti i ragazzi dell' ES.

Ginny era più furiosa che mai, oltre al pericolo imminente di una guerra, che aleggiava come un'ombra cupa fuori dal castello, ora erano costretti a stare in costante stato d'allerta anche dentro le mura. Lei e Draco non si erano più parlati da quando lui e Nott avevano buttato giù il muro della Stanza delle Necessità, ed aveva intenzione di continuare in quel modo; sapeva infatti che non avrebbe retto un confronto, non dopo tutte le illusioni che si era fatta su di lui, non dopo che era quasi riuscita a capire ciò che provava, proprio quando il ragazzo aveva distrutto tutto. Aveva deciso di non pensare a lui, così si era dedicata anima e corpo nell'aiutare Fred e George a finire ciò su cui lavoravano da tempo; i tre avevano passato ogni attimo libero chiusi dentro alla Stanza delle Necessità, nonostante Hermione li avesse ammoniti più e più volte su quanto fosse pericoloso usare ancora quella stanza, che molto probabilmente la professoressa faceva sorvegliare. Erano stati irremovibili, sapevano infatti che se il loro piano avesse funzionato il regime della Umbridge sarebbe crollato, tutto ciò che lo teneva in piedi era il clima di terrore ed impotenza, ma sarebbe bastata una piccola scintilla di speranza e tutti, dai ragazzini ai professori, si sarebbero ribellati.

I tre erano chini su un oggetto posato sul tavolo da lavoro, le tre teste rosse così vicine che non si capiva dove cominciassero i capelli di uno e finissero quelli dell'altro; di colpo George si allontanò, sospirando e passandosi la mano sulla fronte sudata, mentre un sorriso malandrino gli si apriva sul volto nell'esclamare -E questo era l'ultimo! Ora non ci resta che decidere quando usarli-. Il suo gemello, con un ghigno identico, esclamò -Finalmente! Dobbiamo scegliere un momento adatto, che ci permetta di fare una fuga in grande stile sotto gli occhi di tutta la scuola, è questo l'importante, giusto Ginny?-. La ragazza assentì, e, dopo aver posato l'oggetto insieme a tutti gli altri in una cassa ignifuga, creata dai fratelli proprio per l'occasione, disse -Esatto Fred, dobbiamo fare in modo che i ragazzi vi vedano, la vostra fuga sarà il punto di svolta, perfino Hermione è convinta che questa sia l'unica soluzione, e sapete bene quanto lei odi infrangere le regole!-.

Usciti dalla stanza, non senza mille precauzioni, si diressero verso il domitorio, ma proprio mentre stavano per arrivare davanti al ritratto della Signora Grassa, sentirono un vociare concitato, ed avvicinandosi videro che i ragazzi della Squadra d'Inquisizione erano fermi proprio lì davanti, intenti a maltrattare dei poveri ragazzini del secondo anno, che arrivavano a stento alle loro spalle, e che li guardavano terrorizzati, senza vie di scampo. La ragazza provò l'impulso irrefrenabile di uscire allo scoperto ed affatturarli tutti, ma i fratelli riuscirono a calmarla, dopo di che Fred fece loro cenno di aspettare lì e sparì attraverso un passaggio segreto, spuntando poco dopo dall'altro lato del corridoio della Signora Grassa e da lì colpì alle spalle Tiger e Goyle, facendoli crollare a terra come due sacchi vuoti, attirando così l'attenzione degli altri Serpeverde, che corsero nella sua direzione più furiosi che mai, ormai del tutto dimentichi dei ragazzini, che, approfittando dell'occasione, scapparono via spaventatissimi.

George si lasciò scappare una mezza risata e fece cenno alla sorella di prendere il baule; entrarono nella Sala Comune, rischiando d'investire Ron, che stava per uscire dal ritratto, il quale esclamò contrariato -Miseriaccia ragazzi! State attenti!- poi accortosi dell'enorme cassa che reggevano tra le braccia li squadrò con sospetto, aprendo la bocca per chiedere spiegazioni, ma Hermione lo richiamò, intimandogli di muoversi e lanciando poi agli altri due uno sguardo che sembrava volesse urlare loro di stare più attenti. Quando i due ebbero finalmente raggiunto la stanza dei gemelli e posato la cassa, Fred entrò con i capelli scompigliati ed un sorriso divertito in faccia, quando li vide si diresse verso di loro ed esclamò -Ho trovato! Domani pomeriggio, mentre tutti saranno impegnati in Sala Grande, noi faremo la nostra uscita di scena, così ci vedranno tutti. Eh? Che ne dite?-. Ginny annuì entusiasta, mentre George gli passò un braccio attorno alle spalle e battendogli con la mano sulla schiena gli disse -Grande il mio Freddie! Forse sarò perfino costretto a cederti il mio posto di fratello più bello ed intelligente!- l'altro in tutta risposta si staccò da lui con aria offesa e disse -Sono sempre stato il più bello ed intelligente, non scherzare Georgie- poi scoppiò a ridere.

La ragazza si allontanò da loro, divertita, ed andò verso i divanetti della Sala Comune; proprio in quel momento Harry entrò e vedendoli così allegri le domandò curioso -Hey, cosa succede qui?-. I gemelli si voltarono verso di lui e con due ghigni identici e George disse -Vedrai ragazzo mio, vedrai...-.

***

Ginny aveva passato tutto il pranzo a fissare ogni due minuti l'orologio d'oro appeso sul muro della Sala Grande, tanto che gli altri avevano iniziato a guardarla straniti ed Hermione le aveva dovuto rifilare una gomitata per ricordarle che loro dovevano far finta di non sapere nulla; infatti, nonostante le insistenze della ragazza, i due fratelli le avevano vietato di aiutarli, non potevano permettere che la loro sorellina venisse sospettata di aver partecipato in qualche modo alla loro fuga e che per questo venisse punita. Dopo la dodicesima occhiata all'orologio, gli occhi di Ginny s'illuminarono e chinandosi verso l'amica al suo fianco sussurrò solo -È ora-.

Non aveva nemmeno fatto in tempo a finire la frase che si sentì una serie di esplosioni potentissime che fecero tremare i piatti ed i bicchieri sulla tavola, terrorizzando tutti gli studenti, che corsero fuori dalla Sala Grande come una sola persona, bloccandosi poi nell'ingresso con le bocche spalancate. Quando Ginny ed Hermione raggiunsero finalmente gli altri studenti non poterono non lasciarsi andare a dei sorrisi divertiti: in cima alle scale c'erano i due gemelli Weasley, che, con due ghigni identici, salutavano la folla, mentre intorno a loro si scatenava il finimondo. I fuochi d'artificio volavano ovunque: c'erano continue esplosioni e lampi di luce colorati, che lasciavano scritte divertenti nell'aria, inoltre c'erano anche dei fuochi, che facevano le pernacchie ed altri bizzarri suoni non appena scoppiavano sopra le teste dei ragazzi, che li osservavano ridendo. Di colpo, in mezzo a tutte quelle esplosioni e scoppi, si sentì un urlo agghiacciante, che fece voltare metà del corpo studentesco, che osservò, con i sorrisi dipinti sui volti che lentamente scemavano, la neo direttrice che correva verso di loro sulle sue gambette corte, mentre il cappellino rosa le si afflosciava sulla testa. La vecchia rospa si fece largo a spintoni verso i gemelli, che la guardarono divertiti, ammiccandole, poi fecero partire altri fuochi, scatenando un coro di urla d'approvazione dai ragazzi, che cominciarono ad acclamarli, del tutto dimentichi della professoressa, che nel frattempo lottava per arrivare verso i due Weasley.

Quando fu abbastanza vicina cominciò a minacciarli, ma Fred e George continuarono imperterriti a far scoppiare i loro fuochi, sotto lo sguardo divertito ed orgoglioso di tutti i professori, che erano accorsi preoccupati, e che ora si godevano lo spettacolo pirotecnico con tutti i loro studenti, ignorando bellamente le urla della preside, che ordinava loro di mettere fine a tutto quel caos. Quando ebbero esaurito tutti i loro botti i gemelli si scambiarono uno sguardo, poi sollevando le baccchette urlarono -Accio Scope!- e le loro scope arrivarono volando come dei razzi verso di loro, mancando di pochissimi centimetri le teste della Umbridge e di Gazza, che tentava invano di raggiungerli mentre la donna gli urlava di fare presto, inutilmente. Fred e George si sollevarono in aria, accompagnati da un applauso collettivo, poi si voltarono, rivolti verso la professoressa -A mai più rivederci- disse Fred prendendo quota; il fratello annuì dicendo -Sì, non si disturbi a darci sue notizie-. Poi i due guardando la folla esclamarono -Se qualcuno di voi volesse comprare i nostri Fuochi Forsennati Weasley o qualche altro prodotto da usare contro questa vecchia megera, venga a trovarci al numero novantatrè di Diagon Alley!-.

-FERMATELI- urlò la donna rivolta a Gazza ed ai ragazzi della Squadra d'Inquisizione, che si lanciarono immeditamente verso di loro, Tiger e Goyle con più convinzione degli altri, a causa del loro desiderio di vendetta, ma non riuscirono mai a raggiungerli, infatti la folla si chiuse, non permettendo loro di passare, mentre Fred, individuato Pix che volteggiava in aria lì vicino esclamò -Pix!- il poltergeist gli si avvicinò baldanzoso e osservandoli divertito disse -Cosa volete ragazzi?-. George, accostatosi al fratello, gli disse -Falle vedere i sorci verdi anche per noi!-; in quel momento accadde qualcosa che nessuno si sarebbe mai aspettato: Pix si tolse il berretto da giullare e scattò sull'attenti, come un soldato davanti agli ordini di un ufficiale. I due, dopo aver fatto un'ultima volta il giro della sala, uscirono fuori dal portone, seguiti dalle urla d'approvazione degli studenti.


Pov Draco


Erano due settimane che tentava di parlare con Ginevra, dopo la discussione con Blaise aveva riflettuto a lungo, ed aveva capito che l'amico aveva ragione, sapeva di non poterle raccontare tutto nei particolari, ma almeno avrebbe potuto provare ad essere sincero e dirle quello che gli stava succedendo e come stavano realmente le cose, al massimo la ragazza se ne sarebbe andata disgustata da lui. Chiuse gli occhi a quel pensiero, era terrorizzato all'idea di come avrebbe potuto reagire la ragazza, ma gli sarebbe piaciuto almeno poter avere l'opportunità di parlarle, invece lei sembrava essere sparita, l'aveva vista un paio di volte a tavola e a lezione, ma per il resto sembrava quasi che fosse scomparsa nel nulla; perfino i suoi compagni di Grifondoro non sapevano dove fosse, esatto, si era ridotto a chiedere perfino a quegli odiosi Grifoni per sapere dove fosse, ma nulla. Quel giorno era davvero stufo, gli sembrava impossibile continuare così ancora a lungo, stava quasi per arrendersi, quando vide Ginevra sedersi al tavolo con i suoi compagni rosso-oro, parlando fitto fitto con la Sanguesporco, che sembrava leggermente tesa e preoccupata. Passò il pranzo a fissare la rossa, che non fece altro che guardare l'orologio ogni due minuti, come se avesse un appuntamento importante quel giorno; al solo pensiero sentì una fitta al petto e si disse che era impossibile, che sicuramente doveva fare qualcosa per scuola. Di colpo la ragazza accostò il capo a quello della riccia e le sussurrò qualcosa, proprio quando un boato squarciò l'intera sala, facendo tremare i tavoli e spaventando a morte gli studenti, che corsero fuori in una massa disordinata, seguiti dai professori e dai ragazzi della Squadra d'Inquisizione. Lui, vedendo le due ragazze che correvano rapide fuori dalla sala tentando di nascondere dei leggeri sorrisi, le seguì incuriosito ed spalancò gli occhi nel vedere lo spettacolo che gli si presentò davanti. Fuochi artificiali ovunque, un turbinio di colori e suoni, ed al centro di tutto c'erano i due gemelli Weasley che osservavano i loro spettatori con dei ghigni identici. Cercò la sorella minore dei due tra la folla e la trovò in prima fila, circondata da tutti i suoi amici, che rideva e applaudiva, divertita e felice. Quando tentò di avvicinarsi, però, gli studenti non glielo permisero, si strinsero gli uni agli altri, guardandolo con sfida, convinti che volesse tentare di fermare i due rossi, che nel frattempo stavano dando il meglio di loro con dei fuochi artificiali che, se avesse avuto il tempo di guardare, lo avrebbero lasciato senza parole. Tentò invano di spiegare loro che non era sua intenzione di fermare tutto quello, che voleva solo avvicinarsi a Ginevra, ma i Grifondoro si strinsero ancora di più, formando un vero e proprio muro. Solo in quel momento, guardando la ragazza che avrebbe voluto più di qualsiasi altra attraverso quel muro di persone, di ragazzi che lo odiavano, che lo tenevano lontano da lei, si rese conto di quanto i loro mondi fossero realmente lontani, di quanto il suo mondo rosso e oro, fatto di gioia e amicizie vere, fosse lontano dal suo, verde ed argento, cupo, pieno di ordini e persone che tentano di pugnalarsi alla schiena appena volti loro le spalle. Le lanciò un'ultima triste occhiata, sopra le teste di tutti gli altri, poi si voltò e a passi lenti uscì, senza nemmeno vedere l'uscita trionfale dei due ragazzi, che volarono via verso il tramonto accompagnati dalle urla della folla.

   
 
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