Storie originali > Fantasy
Segui la storia  |       
Autore: Scorpio 94    21/05/2009    2 recensioni
Questa è la storia di un paese, sotto il dominio di un tiranno, che cerca di ribellarsi. Questa è la storia di un'amore, oppresso dalla guerra. Questa è la storia di una lotta, per poter sopravvivere. Questa è la storia di Alelte e Gredo.
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Aducae

-Aducae!!! Sei proprio tu?-  disse Alelte.

Il ragazzo la allontanò un attimo per osservare meglio il volto.

-Non dirmi che tu sei … Alelte!!!- E l’abbracciò forte a sua volta.

-Aducae … - Si staccò da lui. - Era da anni che non ci vedevamo … -

- Già, da quando sei scappata di casa- Questa frase riportò Alelte alla realtà. Si irrigidì e non disse nulla.

Aducae se ne accorse e cercò di cambiare argomento. - Come sei finita qui?  Cosa ti ha trascinato fino al fiume Fontos?-

Alelte disse. - Sono scappata … -

Aducae  rimase sorpreso e preoccupato da quella risposta.

- Scappata?!?! - La voce era agitata. - Da chi? -

- Da Marighi Trants … - Disse evitando di guardarlo dritto negli occhi.

-  D-Da Marighi Trants? QUEL Marighi Trants? - Il suo sguardo era terrorizzato.

- Sì … proprio lui … - rispose.

- Mi ricordavo che tu fossi una testa calda, ma non avrei mai pensato che saresti andata a pestare i piedi pure al braccio destro del tiranno … - Si guardò intorno. - Cosa hai fatto? Fai parte della resistenza? -

Alelte rimase in silenzio.

- Lo sapevo!!! - Iniziò a sorridere, poi a voce bassa disse. - Deve essere proprio un vizio di famiglia allora … - E iniziò a ridere di gusto.

Alelte non comprese subito il motivo di tanta ilarità, poi colse il senso dell’ultima frase.

- Fai parte anche tu della resistenza? - Gli chiese subito.

- Shhhh!!!!!!!! Parla piano!!! Qualcuno potrebbe sentirci … - Si guardò nuovamente intorno e disse. - Andiamo a casa mia, qui non è sicuro. -

Uscirono dalla grotta, era quasi l’alba.

“Quanto sono rimasta lì immobile?”

Entrarono nel bosco, all’inizio seguirono il sentiero poi, appena arrivati a un grande albero di quercia, girarono a sinistra entrarono nel fitto del bosco, continuarono a svoltare quando incontravano determinati alberi segnati, girarono così tante volte che Alelte non riuscì a tenerle a mente tutte.

Infine si ritrovarono di fronte a una casa di mattoni, camuffata nella foresta.

- Alelte, sono felice di  mostrarti casa mia. Che te ne pare? - Disse con tono orgoglioso.

Alelte continuava a fissare la casa, da lontano o dall’alto era impossibile identificarla come casa, solo da vicino la si poteva riconoscere per ciò che era: uno dei tanto rinomati rifugi dei ribelli, edifici che si narrava non fosse possibile individuare senza saperne l’esatta ubicazione, posti leggendari di cui non era stata provata per certo l’esistenza.

- Allora? - Chiese Aducae con impazienza.

- E’ stupenda … - Disse Alelte, che si accorse solo in quel momento di aver trattenuto il fiato e riprese a respirare.

- Entra, su. - E la precedette.

Alelte ancora non si decideva ad entrare.

- Che aspetti? - Il suo tono ora era perplesso.

- Niente, stavo solo pensando che non ero mai entrata in uno dei rifugi dei ribelli … -

Alelte entrò nel rifugio e rimase sorpresa. Non era per niente come se l’era immaginato, era come una qualsiasi altra casa di campagna. Era calda, accogliente e nell’arredamento c’era un tocco femminile …

- Ma vivi solo in questa casa? - Chiese Alelte.

- In realtà … - Stava dicendo Aducae, quando entrò dall’altra stanza una ragazza coperta da un asciugamano.

- Aducae, sei tu? - Disse la ragazza.

Era una ragazza davvero affascinante, bruna, capelli lunghi con boccoli perfetti anche se ancora bagnati come in quel caso, gli occhi erano blu intenso, le labbra carnose, il fisico sembrava atletico e scattante anche se mascherato dall’asciugamano.

- Gizara … Sì, sono appena rientrato … - Sembrava imbarazzato.

- E bravo Aducae … - Gli bisbigliò Alelte nell’orecchio. - Vedo che ti dai da fare. - E gli fece l’occhiolino.

Aducae era paonazzo. - Ecco … dunque … Alelte!!! -

Gizara si accorse solo dopo quell’esclamazione della ragazza che era entrata con Aducae.

- E lei chi è? - Nella voce si poteva percepire un pizzico di gelosia.

- Non vi ho ancora presentate? - Chiese Aducae.

- No. - Disse Gizara. - Non ci hai presentate. -

Aducae divenne se possibile ancora più rosso.

- Alelte, ti presento Gizara, la mia ragazza. Gizara, ti presento mia sorella Alelte. - Lo disse così velocemente che le due riuscirono a seguirlo solo perché vi erano abituate.

Gizara rimase stupita. -Quella Alelte? - Chiese. - Ma non vi sentivate da anni, come l’hai incontrata? - Poi si rivolse verso Alelte direttamente. - E’ un piacere conoscerti finalmente di persona. Aducae mi aveva già parlato di te … -

Alelte parve piacevolmente sorpresa. -Non credevo che mio fratello parlasse di me. Spero per lui che abbia detto cose positive. - E guardò storto il fratello.

- Perché mi guardi in quel modo? Non ho fatto nulla di male … - Disse Aducae per discolparsi.

- Ha sempre parlato bene di te. - confermò Gizara. - Gli mancavi molto. -

Alelte smise di guardarlo male.

La giornata passò tranquillamente, Gizara e Alelte iniziarono a fare amicizia e l’imbarazzo di Aducae cresceva sempre più.

Arrivata la sera Alelte gli chiese. - Non hai parlato per tutto il giorno, è successo qualcosa? -

- No, non è successo niente … Mi devo solo abituare al fatto che tutti gli avvenimenti imbarazzanti della mia infanzia siano rivelati alla mia ragazza … - Disse con rassegnazione.

- Non è assolutamente nulla … - Continuò con il medesimo tono.

- Ti stai preoccupando per questo? - Alelte rimase ad occhi aperti, poi dopo due secondi di silenzio scoppiò in una grassa risata. - Dici sul serio? Tutti gli aneddoti che le ho raccontato sulla tua infanzia dice che li aveva già sentiti … - E continuò a ridere.

Aducae aveva il morale ancora più giù. - Questo lo so, ma stava iniziando a smettere di ricordarmi sempre quelli che lei considera divertenti.. Poi arrivi tu e … -

-D’accordo, smettero di raccontarglieli … - Disse Alelte continuando a ridere.

- Grazie. - Disse Aducae.

- E non le racconterò nemmeno di quell’incidente che hai avuto su quell’albero … - Continuò ridendo.

- Avevi intenzione di dirglielo? - Chiese terrorizzato.

Alelte non rispose, andò ridendo nell’altra stanza.

I giorni passavano e Alelte incominciava a dimenticare quello che gli era successo, a dimenticare tutto quello che era stato il suo passato degli ultimi anni, o forse stava iniziando a ricordare la sua infanzia, a riabituarsi ai ritmi del paese o dell’addestramento con Gredo, ma quello non era tempo per il passato, per quanto dolce fosse, il presente aveva già iniziato a bussare alla porta e pretendeva di riavere il proprio posto.

Erano passati circa due mesi da quando Alelte era arrivata in quella casa e Aducae aveva ricominciato a svolgere le proprie missioni per i ribelli.

Un giorno rientrò a casa coperto di sangue e con grosse ferite, fece qualche passo, poi cadde a terra privo di sensi.

Gizara e Alelte gli vennero subito incontro e dopo averlo messo sul letto presero delle erbe medicinali e delle fasciature. Stava iniziando a venirgli la febbre, a giudicare dalla condizione dei bordi delle ferite doveva aver camminato in quello stato a lungo, avevano iniziato a cicatrizzarsi ed erano gonfi. Furono costrette ad incidere il bordo della ferita per far uscire il pus infetto e potergli spalmare sopra le erbe medicinali.

- Vai a prendere un panno bagnato. - Disse Gizara.

- Vado subito a prenderlo. - Rispose Alelte. Ormai conosceva quel posto come le sue tasche, conosceva il posto di ogni oggetto.

Tornò con il panno e lo mise sulla fronte del fratello.

- Succede spesso facendo queste missioni? - Chiese Alelte a Gizara.

- No, anzi, è la prima volta che succede … Deve essere successo qualcosa di davvero grave … -

Continuarono a curarlo per tutta la sera e per la notte fecero dei turni di guardia per curarlo, il primo spettò a Gizara.

Quando arrivò il turno di Alelte quest’ultima aspettò che Gizara si allontanasse, mise le mani sulle ferite del fratello  e iniziò a recitare una formula magica per la guarigione.

- Fhero Cuhx! - Disse sottovoce e dalle sue mani uscirono raggi di luce che iniziarono a far cicatrizzare più velocemente le ferite.

Alelte passò quasi tutto il suo turno di guardia curando il fratello e quando toccò nuovamente a Gizara curarlo, questa rimase stupita dalla velocità con cui le ferite si stavano cicatrizzando.

- Ma come … - Iniziò a chiedere Gizara.

Alelte le rispose prima ancora che lei potesse finire la domanda inventandosi una bugia. - Ha sempre avuto una guarigione molto rapida per questo tipo di ferite, in passato ne aveva avuto di simili … -

Continuarono a curarlo in questo modo e grazie alle cure di Alelte continuò a guarire a vista d’occhio.

Dopo due giorni riuscì ad aprire gli occhi, era notte e di guardia c’era Alelte.

- Gizara, vieni, ha aperto gli occhi!! -Disse quest’ultima.

Aducae sussurrò. - Gi-Gizara … -

Questa arrivò subito. - Aducae, stai bene ora? Come ti senti? -

Aducae annuì piano con la testa, poi continuò. - State tutti bene? -

Gizara e Alelte lo guardarono stranite, non si aspettavano quella domanda.

-Sì, stiamo bene. Ma non dovresti essere tu a farci questa domanda. - Disse Gizara.

Alelte invece aveva iniziato ad avere dei sospetti su cosa intendesse dire suo fratello.

- Cosa ti è successo durante l’ultima missione. Chi ti ha ferito? - Chiese cercando di mantenere la calma e non far notare i propri dubbi a Gizara.

Aducae iniziò a tremare. - Dobbiamo andare via … - La sua voce era agitata.

- Cosa è successo? Chi ti ha ridotto così? -Continuò a chiedere Alelte.

- Marighi Trants … - Rispose con una singola emissione di fiato.

  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Fantasy / Vai alla pagina dell'autore: Scorpio 94