Hermione Granger se ne stava seduta in biblioteca, i libri aperti sul tavolino sbilenco e un grosso tomo appoggiato in grembo. Dentro la stanza faceva caldo, un caldo avvolgente e che profumava di libri e di vecchio, ma fuori un forte vento scuoteva le cime degli alberi: se ne sentiva il sibilo fastidioso, e il solo pensiero di attraversare il parco faceva venire freddo. Per questo Hermione se ne stava lì. Senza il minimo pensiero, senza la minima distrazione, a leggere un libro su “gli incantesimi Rallegranti e il loro beneficio sulle persone malate”.

Leggere.

Spesso quando era turbata o si sentiva sola si rifugiava nella lettura di qualche libro, senza preferenza, in modo da svuotare la testa dai pensieri brutti, e riempirla di parole, definizioni. Anche da piccola, quando i suoi genitori litigavano, o quando i suoi compagni di classe la prendevano in giro, Hermione si rifugiava nella lettura di qualche fiaba, di qualche storia, che si concludeva con un “felici e contenti” che spesso era stato concesso dalla magia. E che gioia quando scoprì, a 11 anni, che la magia esisteva veramente. Il ricordo della lettera di Silente, della visita della McGranitt che le spiegava di Hogwarts, dei nuovi libri di magia e della prima volta che strinse la sua bacchetta la facevano ancora sorridere. Era talmente assorta, la piccola Hermione (eh si, quando ripensava a quei momenti era come se tornasse ad essere piccola), che non si accorse nemmeno che il sole era calato e che aveva iniziato a piovere.

“La biblioteca sta chiudendo,” disse con voce gracchia madama Prince “è ora di uscire signorina Granger”. Hermione raccolse a fatica tutti i libri e li stipò, a fatica, nella borsa. Alcuni dovette lasciarli in biblioteca dopo una strigliata della Prince sul fatto che ne aveva già 4 in dormitorio. Ma Hermione non si arrese: l’indomani avrebbe mandato Harry a prenderli per lei (Ron sarebbe stato poco credibile, chi l’aveva mai visto con un libro?!!). Camminava per i corridoi, andando verso la sala grande, per la cena, senza accorgersi della gente che le camminava affianco, che la sfiorava, quando, improvvisamente, sentì di nuovo quell’odore. Quello che aveva sentito nell’aula di Lumacorno il primo giorno di lezione, seduta vicina al calderone stracolmo di Felix Felicitis. Perché quel giorno aveva sentito l’odore di erba appena tagliata, l’odore di libro nuovo e… un odore che non era riuscita a distinguere sul momento, perché non riusciva ad identificarlo. Lì per lì pensò che quel odore le ricordasse Hogwarts, per questo la rendeva felice. Ma ora… non sapeva. Quel’odore era passato, come una scia. Quindi non era un odore di Hogwarts, ma l’odore di qualcuno. Si girò di scatto, ancor prima di finire di formulare il pensiero, ma c’era troppa gente per capire di chi era quel profumo: c’era un gruppetto di ragazze Corvonero che chiacchieravano eccitate all’idea del prossimo weekend a Hogsmade; c’erano Colin e Dennis Canon che bisbigliavano guardando Harry; c’era un gruppo di Tassorosso che pendeva dalle labbra di Diggory, tutto intento a raccontare la figuraccia fatta solo poche ore prima; Diggory…oggi la perseguitava, era la seconda volta che si vedevano in poche ore, cosa che di solito succedeva in 2 o 3 giorni;

“Hermione” disse una voce, che la fece girare.

“Ah, siete voi” disse Hermione ad Harry e Ron “Su andiamo in Sala Grande, ho una fame. Harry domani dovresti andare in biblioteca a…” e mentre conversavano si diressero in Sala Grande.

Chiedo scusa a tutti per l'enorme ritardo ma, tra una cosa (maturità...inizio dell'università) e l'altra (poco tempo libero), non sono più riuscita ad aggirnare... voglio dire la verità... mi ero completamente dimenticata di questa FF... XDXD

Volevo comunque ringraziare SORELLINADOLCE e PIKAPPA93 per i commenti che hanno lasciato! sono sempre ben'accetti e fanno un sacco piacere! a prestoooooo! (stavolta per davvero!)