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Autore: MissCadaverous    13/12/2016    3 recensioni
Con coraggio e una ' bella faccia tosta' vengo qui per smontare un po' le vostre fantasie e creare qualcosa di insolito ma pur sempre affascinante con questa raccolta di one shots e flashfics su Raven e Robin cronologicamente ambientate dopo Birthmark
[Robin-Raven] e accenni di [Starfire-Cyborg] e [BB-Terra].
I suoi demoni erano riusciti a prenderla, ancora una volta, e ora se ne stavano impossessando. I suoi occhi diventavano sempre più rossi , bruciando d'odio qualsiasi cosa guardasse, lui compreso e Robin si sentì per la prima volta spaventato.L'autocontrollo di Raven svaniva visibilmente mentre la ragazza cercava di resistere, invano. Si. Aveva paura di lei, ma non si sarebbe mosso di un centimetro.
< < Lasciami vedere chi sei Raven. Lasciami vedere cosa sei, lasciami vedere il peggio di te > >
ci fu un secondo di silenzio < < e poi lasciami amarti comunque > > aggiunse.
Genere: Dark, Erotico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Raven, Robin, Un po' tutti
Note: Missing Moments, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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12

Una tenue pioggerella d'estate inumidiva innocentemente gli abitanti di Jump City quella notte.

La città era viva. L' atmosfera era calda.
E c'era chi usciva da un locale per entrare in un altro, coppie che passeggiavano per mano, uomini che dopo aver lavorato più di quanto il programma richiedeva si affrettavano verso casa dalle loro famiglie, persone che si preparavano per un barbecue il giorno dopo.

Gruppetti di persone qua e là, luci sparse dappertutto, casinò, bar, traffico.

La solita città di sempre, perché i luoghi non cambiano ma le persone vanno e vengono e quasi nessuno resta lì dove è sempre stato.

Per quello che Raven ne sapeva erano quasi le 22 di quel giorno di venerdì.

Amava la pioggia, perché questa ha il potere di lavare via le memorie dai marciapiedi della vita come se insieme a lei, cadessero tutte le nostre memorie di quel luogo. Dai posti alle persone.
Tutto scivola, dolcemente per cadere e spiaccicarsi a terra come se poi non fosse mai esistito.

Lasciarsi inzuppati dai ricordi e pericoloso, soprattutto quando che molto da ricordare e non c'è nessuno con cui farlo.

Perché era tornata a Jump City?

Non ne aveva idea.
Semplicemente , un giorno, era risorta dal suo regno sottoterra e aveva sentito un certo bisogno di tornare ' a casa ' , in quel posto che era la sua casa nel vero e proprio senso della parola.
Perché si sa.
A volte a casa non è dove sopravviviamo ogni giorno, ma dove abbiamo vissuto più emozioni che in qualsiasi altro luogo.

E per lei ' casa ' , era stata quella torre a forma di T in fondo alla città. E famiglia erano stati 2 alieni, un robot e un umano.
Senza demoni.
Senza buio.
Senza ombre

Perciò era tornata.

Non si aspettava di vedere nessuno di loro, perché di tempo ne era passato e probabilmente ognuno aveva un altra vita in quel momento.

Probabilmente non era rimasto nessuno lì, se non la pioggia , a lavare quella parte della sua vita che lei ancora rimpiangeva...e che doveva imparare a lasciare morire. Indifferentemente dall'intensità di quel periodo.

Poi, lo sentì. Camminava distrattamente senza meta scontrando volti , vecchi e nuovi , ogni 2 metri ma non poté non sentirlo.

Il suo cuore perse un battito, mentre un familiare dolore nel petto si instaurò nelle sue ossa ... portandola indietro.

Lo sentì ridere, così come rideva una volta
Così come rideva di lei, quando utilizzava il sarcasmo troppo aggressivamente, quando imprecava per aver fatto cadere le wafers, quando la spaventava mentre meditava.

Quella risata allegra , contagiosa, sincera.
Non poté non riconoscerla, non sentirne l'eco dentro.

Si voltò di scatto.

E lo vide, ad uno dei fast food dove loro solitamente andavano quando erano ancora insieme, in un gruppetto allegro di persone.
Vestito totalmente comune.
Come se uomo era, e semplice uomo era sempre stato.

Robin.

In braccio teneva una bambina.

Una bimba.

Non più di due anni, con due occhi verdi e fosforescenti e i capelli neri. La bambina lo guardava ridere, pendendo dalle sue labbra mente si cucciava un dito.

Come se non fosse stato semplice intuire la situazione, Starfire , la versione più umana di lei che Raven avesse mai visto , si unì alla folla. Cominciò a ridere anche lei, ma Raven era troppo lontana per sentire il motivo.
Robin offrì un occhiata dolce all'aliena, complice , e mise la bimba fra le sue braccia, come ad eliminare i dubbi riguardo alla provenienza degli occhi verdi della bambina.

Il tempo era stato dolce con loro.

Raven sorrise amaramente.
Faceva un po' male.
Creava un certo dolore.
Invidia forse?

Ma alla fine , non poteva non essere contenta per loro, non poteva non sentirsi grata per non aver ricevuto quello che che credeva di meritare.

A volte la vita ti manda su un altra strada quando continui a tenere accanto a te una persona che devi lasciare andare.

Perciò, con amarezza e con accoramento, ci mise meno di un attimo per capire che , 10 anni fa aveva fatto la scelta giusta.

Non aveva intenzione di dimenticare quello che avevano fatto insieme, non aveva intenzione di dimenticare di loro, ma entrambi erano finiti lì dove appartenevano.
Ed era dolce-amaro.

Rimpianto per aver lasciato, compiacimento per la felicità che la loro rottura aveva creato.

Forse...Anche gli addii fanno bene... In fondo.
Magari, chissà, c'è qualcuno anche per lei.

Li guardò ancora. Come un affresco in una cappella, la loro perfezione splendeva.

Erano felici. Erano completi.
Erano destino.

Raven se ne andò, prima di fissarli troppo intensamente e prima che la vedessero.
Soddisfatta in un certo senso.
Delusa in un altro.
Rivolse la schiena a parte della sua vita.
A parte della sua memoria
Rivolse la schiena a quello che un decennio prima avrebbe considerato il suo futuro...se solo la situazione fosse stata un'altra.
E si lasciò andare.
Lì lasciò andare.
Se solo....se solo fosse rimasta lì per un secondo in più
Se solo non si fosse allontanata così ... frettolosamente
Avrebbe sentito Robin chiamare la bimba per nome.

<< Rachel > >

   
 
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