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Autore: PanRayuki    15/12/2016    1 recensioni
Quando tutto ti sembra perduto. Quando persino chi hai intorno non crede più in te. Nel momento in cui sei a terra e nessuno ti porge più la propria mano per aiutarti... ecco. È proprio in quel momento che l'oblio si mostra come unica via d'uscita... ma se tu volessi rialzarti comunque? Se quella mano tanto desiderata... fosse la tua?
Riusciresti a combattere con tutto quanto contro?
Allora cadi una, due, trecento volte, ma ricordati che rialzarsi si può, anche con il mondo intero contro, e sarà allora, nel barlume di speranza ritrovata, che riuscirai a ritrovare la fiducia perduta da troppo tempo ormai.
Combatti, vivi, sogna, cadi.
Rialzati e CONTINUA LA LOTTA!
Genere: Avventura, Commedia, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Eevee, Nuovo personaggio, Team Rocket, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Anime
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Erano tutti lì attorno alla piccola ragazza che stava tenendo a sé l'uovo pokémon che ormai iniziava a schiudersi: la luce li stava abbagliando fin quando questa costrinse i presenti a coprirsi gli occhi.
Non importa che pokémon sarà, io sarò felice di prendermi cura di lui!, pensò Clover felice.
«Ci siamo!» esordì allegro Ash alle spalle della giovanotta.
Riaperti gli occhi di tutti, dei sorrisi si piazzarono sui loro volti, Clover fu l'ultima a vedere cosa ne uscì ed immediatamente la guancia dal lato non fasciato venne rigata dalle lacrime: era appena nata una piccola Eevee!
«Ma è un Eevee! Che carinoo!» se ne uscì con entusiasmo Clem; Serena e Lem si guardarono rallegrati mentre Clover stringeva in un abbraccio quel piccolo batuffolo dal colorito marroncino. Oak osservò Tracey ancora lievemente commosso, quindi si avvicinò alla ragazza poggiandole una mano sulla spalla.
«Ormai manca poco per iniziare la tua nuova avventura.»
«Appena potrò camminare normalmente, già.» commentò lei con fare insolitamente malinconico prendendo in braccio Eevee e, una volta che la ebbe sollevata con un sottile sorriso, aggiunse con furente determinazione: «Ma gliela faremo vedere a tutti di cosa saremo in grado di fare, non credi anche tu... Evelyn?»
Ash le si affiancò mentre lei riportava sulle sue gambe quel pokémon divertito che, nel frattempo, iniziò a fare amicizia con Dedenne e Pikachu.
«Mi piace questa tua determinazione! Saremo al tuo fianco: puoi contare sul nostro completo appoggio!»
«Oh Ash...» iniziò lei, asciugandosi qualche lacrima, «... vi ringrazio. Spero di potervi ripagare in qualche modo del vostro aiuto.»
A quelle parole, il gruppo di amici si strinse a lei in un caldo abbraccio.

La notte, Ash ed i suoi amici vennero ospitati nel laboratorio del professor Oak, nella stanza dove alloggiava Clover per tenerle compagnia: improvvisamente quella stanza aveva assunto un aspetto più accogliente per la piccola. L'indomani questi si svegliarono, scoprendo che Clover e la piccola Evelyn non si trovavano più nel letto.
«Che fine avranno fatto?» domandò allarmato Lem, intento a pulirsi distrattamente gli occhiali. Ash dal canto suo guardò fuori dalla finestra, quasi fosse a conoscenza del luogo in cui la ragazzina dai capelli mori si sarebbe recata.
«Eccola là!»  sentenziò allegro, indicando il campo alle spalle della struttura ove alcuni dei suoi Tauros ormai risiedevano da tempo. Senza indugiare, i quattro uscirono in direzione di quel piccolo gruppetto: Clover era seduta su una panca con Evelyn mentre seguiva una piccola lezione con il professor Oak che era appena giunta al termine.
«Allora, tutto chiaro?»
«Cristallino, professore!»
«EEEHII!»
«Ash!» esordì Clover con felicità.
«Ragazzi, buongiorno. Arrivate al momento giusto.»
Gli sguardi confusi degli appena arrivati vennero subito messi a tacere dalle parole di Clover.
«Il professor Oak mi stava insegnando le alterazioni di stato.»
«Ed ora faremo un allenamento per vedere come affronterà una sfida.»
«Sarà divertente assistere..!» rispose Ash, emozionato di assistere a quella prima lotta amichevole. Tracey sarebbe stato l'avversario di Clover, lanciando in campo un Butterfree.
«Ricordati di fare attenzione alle alterazioni!» urlò Ash alla ragazza mentre Serena estraeva il proprio pokédex che annunciava la descrizione del pokémon farfalla.
«DACCI DENTRO CLOVER!»affermò a gran voce la biondina insieme al proprio Dedenne.

«Io sono pronta, tu Evelyn?»
Evelyn annuì osservando la giovane allenatrice che si stava reggendo con una sola stampella, quindi si posizionò in fase d'attacco.
«Cominciate!» fu l'urlo d'inizio che avrebbe dimostrato le capacità di Clover: nessuno si sarebbe mai aspettato una simile padronanza di tecnica da parte di una novizia..!
«Vai Butterfree! Usa raffica!»
«Evelyn aggira Butterfree e usa azione!»
La raffica del pokémon insetto fallì lasciando esterrefatto Tracey che assistette al primo colpo andato a segno da Evelyn.
«Ora Evelyn! Turbosabbia!»
La mossa lasciò lievemente stordito Butterfree che in seguito subì un altro colpo dal pokémon evoluzione, fin quando...
«Direi che con le strategie ci sa fare.» annunciò stupito Lem sistemandosi gli occhiali: Ash in particolare era rimasto a bocca aperta, intento a studiare le mosse ed i movimenti di quella giovane e la sua nuova compagna di vita.
«Attente a voi! Butterfree, usa sonnifero!»
«Proprio quel che aspettavo.» sussurrò Clover divertita assumendo un'espressione sinistra.
«Evelyn raggiungi la staccionata per darti lo slancio e salta sopra Butterfree!»
«Cosa?» se ne uscì Tracey spalancando gli occhi nel vedere Eevee evitare la scia di spore rilasciate da Butterfree, saltandogli sopra per atterrarlo con azione.
«Evvai!»urlò soddisfatta la sfidante, sotto lo stupore generale del gruppo. Tracey ritirò nella sfera poké Butterfree ormai esausto; Evelyn raggiunse la propria allenatrice che assalì finendo sul suolo erboso, ricevendo un sacco di coccole.
«Caspita... per essere la prima volta è stata davvero brava.» sussurrò Serena.
«Eh sì. Sarà una brava allenatrice.» rispose quasi retorico, soddisfatto, Oak.
«Sei stata grande!»disse Ash correndole incontro.
«Ti ringrazio Ash!»
«Come hai fatto ad apprendere delle nozioni simili? Io ricordo di essere andato nel panico non so quante volte a causa di certi attacchi.»
Clover portò una mano alla nuca, imbarazzata, ma quel suo modo di fare venne presto sostituito da un timido sospiro che le fece portare lo sguardo a terra, a quel punto Oak intervenne.
«Ha studiato molto e ciò che ha appreso le è servito.»
«Ah sì? Dai libri..?»
Ash scrutò la moretta che nel frattempo era tornata a ridacchiare per via del pokémon evoluzione che le stava leccando la guancia, eppure quel discorso non lo convinceva del tutto fu per ciò che, una volta rialzata con l'aiuto di Serena, Clover si voltò verso il ragazzo e diede la tanto ambita risposta.
«Papà s'ingegnava sempre per aiutare i propri compagni a schivare delle tecniche avversarie. Aveva insegnato qualsiasi metodo possibile per sfruttare al meglio il campo di battaglia: "ogni materiale che compone il luogo di una lotta è un mezzo utile per usare il massimo potenziale dell'agilità di un pokémon", diceva sempre.» affermò con uno sguardo fiero e leggermente sognante in ricordo dell'uomo a cui lei si era sempre ispirata. In quel momento i ragazzi rimasero un po' in sospeso, quando Clover fece in modo che potessero rilassarsi.
«Ormai è inutile piangere sul latte versato! Non preoccupatevi.» sorrise.

Arrivò il pomeriggio inoltrato e, mentre Serena si allenava mostrando qualche nuova formidabile performance con Pancham, Sylveon e Braixen, Clover assisteva con uno strano luccichio nell'occhio: «Sei fantastica Serena!»
In quel momento si stava rendendo seriamente conto di quanto potesse finalmente ritenersi fortunata ad aver incontrato quel gruppo che ora cercava in ogni modo di sostenerla.
«Allora hai intenzione di diventare allenatrice di pokémon o intendi seguire un altro sogno?»
«Beh... potrebbe essere un segreto.» affermò divertita.
«Oh?»
«... ma la cosa più bella sarà conquistare medaglia dopo medaglia, raggiungere il top della lega pokémon e visitare tutte le altre regioni!» Ash in quelle parole si poté rispecchiare: il suo sguardo puntò nella medesima direzione intrapresa dalla ragazza al suo fianco, verso il cielo. Due allenatori con un sogno in comune con tanti altri ragazzi e che un giorno, magari, avrebbero potuto realizzare.
«Ci potremmo vedere ad una lega allora, prima o poi.»
«Chissà!»
«Ragazzi, la cena è pronta!» annunciò Delia a pieni polmoni per richiamare le attenzioni di tutti che in pochi istanti si trovarono già a tavola.
«Scusate.» interruppe Clover, «Io preferirei andare a buttarmi un po' a letto.»
«Che succede?» chiese Tracey confuso.

«... la gamba.» bastò quella piccola parola per far sì che si presentasse un'espressione preoccupata sui volti del professore e dell'assistente, precipitatisi al suo fianco per farla sedere a gambe distese.
«Dove ti fa male?»
«... tutto?» disse dolorante.
Oak annuì; Tracey la prese in braccio e la portò in camera sotto le espressioni decisamente inquiete dei presenti.
«Cominciate pure a mangiare, noi torniamo subito. Delia, potresti venire?»
«Certo.»
«Ma cosa succede?» 
«Potrebbe essere un'altra ricaduta, sarà meglio che informi l'ospedale.» rispose Oak a Lem, terminando con un suo pensiero annunciato ad alta voce mentre si massaggiava il mento, rientrando.
Durante la notte, Clover non riuscì a dormire: tutti quei dolori ed acciacchi che avevano abbandonato il suo corpo in quella giornata erano improvvisamente riapparsi, quasi fossero stati richiamati da un qualche suo pensiero, quasi fosse più un dolore... estraneo fisicamente all'incidente avuto.

«Okay, siamo pronti, tieni duro Clo mi raccomando: ora andiamo.» disse rincuorante Tracey mentre Oak, al volante del proprio mezzo, dava le ultime raccomandazioni al gruppo.
«Fateci sapere come va.» si premurò Clem; sul retro dell'auto sembrava che Clover stesse proprio male: digrignava i denti, sofferente, come se stesse combattendo contro qualcosa con tutte le sue forze sotto gli occhi della piccola disperata Evelyn.
«Che facciamo adesso?» domandò Serena quasi spaventata per delle eventuali conseguenze per la loro nuova amica; Ash portò la mano stretta a pugno verso l'alto, convinto di quelle che sarebbero state le sue parole.
«Sistemiamo le faccende per il professore e poi ci fiondiamo verso l'ospedale! È qui vicino, non preoccupatevi! Clover è forte. Sono sicuro che ce la farà!»
Il quartetto annuì, entrarono quindi nel laboratorio a sistemare alcuni dei materiali di studio del professore e si fiondarono in seguito all'ospedale, ricolmi di mille pensieri, in preda persino al terrore che da lì a poco avrebbe potuto invaderli da una risposta dall'esito negativo.

Stiamo arrivando, stringi i denti Clover!

 

  
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