Capitolo
6: esplorazione del mondo esterno
Avevo chiesto a Kakashi-sensei
di chiamarmi se Naruto si fosse agitato o dimostrato
segni di aggressività. Non importava a che ora della notte lo facesse, ma
doveva mettermi al corrente.
Non arrivò nessun messaggio di aiuto.
Quindi tecnicamente era andato tutto bene.
Infatti quando andai a trovare Naruto, tutto era al suo posto e Kakashi
mi confermò che era rimasto tutto calmo e che il ragazzo si era andato a
rintanare in camera sua subito dopo la mia partenza.
Ci usciva solo in mia presenza e dato che
non riusciva nemmeno a stare da solo in una stanza con un’altra persona che non
ero io, rimandammo la sua uscita nel mondo esterno di un paio di settimane.
Come era in quel momento, una volta fuori
sarebbe successo il finimondo.
Passò in totale un intero mese. Le ultime
due settimane, Kakashi era riuscito a uscire e a fare
qualche commissione e soprattutto a prendere un po’ d’aria. Per una persona non
abituata a stare sempre nel medesimo luogo, stare rinchiuso portava alla
pazzia.
Eppure Naruto
solo così si sentiva al sicuro.
Si vedeva la sua voglia di scoprire nuove
cose, ma era terrorizzato. In contemporanea alla possibilità di Kakashi a lasciare Naruto
completamente da solo, il ragazzo cominciò ad abituarsi a stare in presenza del
maestro e a non stare in continuazione in camera sua, soprattutto in
quell’angolo.
Faceva progressi e anche abbastanza
veloci, diversamente a come credevo.
In quell’arco di tempo, Naruto sentendoci parlare, aveva appreso anche un
vocabolario più esteso,anche se faceva ancora molta fatica ad esprimersi e a
volte a capire, ma nessuno di noi si aspettava di un miglioramento così veloce.
Una mattina Tsunade
mi esentò dall’andare al lavoro perché quel giorno sarebbe stato quello in cui,
Naruto avrebbe davvero messo piede nel mondo.
Eravamo preoccupati per la reazione che
potesse avere vicino a molte persone, ma non potevamo rimandare ancora il
problema, prima o poi il grande passo
doveva essere compiuto.
“Allora Naruto!
Ascolta bene!” dissi attirando la sua attenzione. Cercai di parlare il più
piano e chiaro possibile affinchè mi potesse capire
al meglio.
“Oggi andiamo fuori!”
Naruto si girò verso la finestra e la indicò
“Fuori?”
Annuì
“è tutto diverso da qui!” dissi indicandogli
la stanza “Ci sono molte persone, ma non avere paura! Ci siamo noi con te!”
Mi guardò con uno sguardo impaurito e
successivamente si alzò a guardare fuori dalla finestra.
“Vuoi?” gli chiesi.
Vedevo la sua tensione e non lo avrei
costretto se non avesse voluto.
“Ma si che vuole! Naruto
è più forte di quello che vuol far credere! Fino ad ora ha affrontato le sue
paure, lo farà anche questa volta!” disse Kakashi
come a voler incoraggiare il ragazzo.
“è vero, ma se non se la sente …io non posso mica…” cominciai
col dire ma venni interrotta.
“Tu con me?” disse Naruto
interrompendomi.
“Si certo!” gli dissi
“Allora fuori!” disse determinato.
In circa mezz’ora ci preparammo e poi
uscimmo.
Naruto una volta messo fuori piede nel mondo esterno,
cominciò da subito a mostrare segni di nervosismo e mi chiesi se fosse stato il
caso di continuare.
Si guardava intorno con uno sguardo
curioso per le mille nuove cose che vedeva, ma allo stesso tempo intimorito da
tutto ciò.
Conoscendolo scommettevo che avrebbe
voluto sapere cosa fosse ogni cosa che attirava la sua attenzione, ma non
chiese niente, né fece alcuna osservazione.
Si sentiva a disagio a causa degli
sguardi straniti della gente che ci incrociava.
Probabilmente si chiedeva del perché quegli
sguardi o forse ero principalmente io a chiedermelo. Esteriormente Naruto non aveva niente di strano, sembrava un ragazzo come
tutti gli altri, ma allora perché? Per il suo continuo nascondersi dietro di me
e Kakashi?
Quest’ultimo, come se avesse captato i
miei pensieri rispose involontariamente alla mia domanda.
“Ti guardano tutti…
eh Naruto? stai già facendo strage di cuori!” disse
il maestro scherzando.
Naruto al pronunciare il suo nome si girò verso
di lui…ignaro di quanto Kakashi
avesse affermato.
“questi sguardi curiosi possono essere
solo per tre ragioni: la prima che sei un bel ragazzo; la seconda a causa del
tuo colore degli occhi e dei capelli, qui a Konoha
c’è solo un clan che ha queste peculiarità e infine la tua somiglianza
incredibile con Yondaime…secondo me questa è la più
plausibile, sei la sua copia sputata.” Disse Kakashi.
Non avevo fatto in tempo a conoscere il
4° hokage, ma dalle poche foto che avevo visto di
lui, dovevo ammettere una certa somiglianza con il padre. Naruto
dal canto suo non aveva capito una
parola di quanto Kakashi aveva affermato e si girò a
chiedere a me una spiegazione.
Solitamente ero io a fare da traduttrice,
quando non capiva qualcosa che usciva dalla bocca del maestro e il più delle
volte erano scemenze.
Mi domandava perché il mio maestro di
divertiva a rendermi il “compito” più difficile.
Camminammo un po’ e cercai di spiegare al
meglio ogni cosa che incontravamo lungo il nostro cammino. Successivamente
arrivammo al campo di allenamento dove io e la mia squadra ci allenavamo di
solito.
In quel momento al campo non c’era
nessuno e Kakashi propose di fermarci un po’ per far rilassare i nervi a Naruto, ma lui non sembrò intenzionato a volersi riposare, anzì visto che non c’era nessuno si sentiva libero e
cominciò a esplorare il giardino con aria curiosa.
In quel momento era spensierato e speravo
che lo potesse diventare anche in mezzo alla gente il più presto possibile.
Mi distrassi per un attimo e bastò quello per farmi perdere le tracce di
Naruto.
Quello fu il primo spavento della
giornata.
Cominciai a chiamarlo preoccupata…poteva
capitargli di tutto, ma Kakashi mi disse di stare
tranquilla.
Mi domandavo come potesse tenere la calma
in quel modo.
“Sai Sakura…sembri
proprio una madre ansiosa, lasciagli fare le sue esperienze” mi disse
guardandomi
Solo allora notai che il maestro aveva lo
sharingan scoperto. Voleva lasciare libertà a Naruto senza che noi gli stessimo sempre con il fiato sul
collo, ma allo stesso tempo tenerlo d’occhio.
“Sta tornando” mi disse “è ha una bella
sorpresina per te!” mi vennero i brividi a vedere il suo ghigno…cosa
aveva architettato quel ragazzo? E perché a volte avevo la sensazione che quei
due spesso confabulassero contro di me? So bene che era solo una sensazione,
dato l’incapacità di Naruto a comunicare, ma presto o
tardi sarebbe stato così.
“Sakura!” mi chiamò Naruto.
Era la prima volta che lo sentivo chiamarmi con così tanto entusiasmo.
Sorrisi…mi fece un immenso piacere.
Corse verso di me, tenendo in mano
qualcosa e quando me lo mostrò, ecco arrivarmi il secondo spavento della
giornata.
Mi misi ad urlare e mi nascosi dietro a Kakashi, il quale se la rideva.
In mano aveva una “cara” e “dolce” creaturina, della quale ancora mi chiedo il significato
della sua esistenza.
“Naruto lascialo
immediatamente andare…quello è un ragno velenoso!”
gli dissi sperando che mi ascoltasse, ma le parole ragno e velenoso, avevano un
senso per lui?
Glielo ridissi con parole che conosceva
“Quello è pericoloso, lascialo!”
Sapevo quanto non amasse quella parola,
dato che l’aveva sempre sentita per definire lui, ma almeno ero certa che mi
avesse capito.
Naruto sgranò gli occhi, scommetto che per un
attimo, avesse pensato che mi riferissi a lui, ma dato che mi vedeva fissare l’animale
con aria impaurita, capì quello che intendevo e lasciò andare il ragno.
Guardò l’animale allontanarsi e poi disse
“Lui no pericoloso, bello! Mia cella tanti!”
Capìì che non gli incutevano timore, perché
nella prigione quegli animali erano presenti a bizzeffe, ma definirli carini.
Da li cominciai a pensare che Naruto fosse pazzo….in senso
buono naturalmente.
La giornata trascorse così…
per lo più girammo per il villaggio e Naruto anche se
diffidente, sembrava dare meno peso alle persone che lo guardavano.
Successivamente verso tardo pomeriggio
passammo davanti a una gelateria. Molti bambini erano in coda per comprare un
gelato e Naruto sembrò incuriosito.
Mi fermai “Vuoi un gelato anche tu?” gli
chiesi.
“Gelato?”
Annuì
“è buono! Si mangia!”
Naruto sgranò gli occhi.
“Sakura, sei sicura che sia una buona
idea?” mi chiese Kakashi
“Ma si, tanto non deve usare bacchette o
forchetta, non credo che farà pasticci!”
Avevo ragione. Naruto
mangiò il suo dolce come una persona qualunque, ma c’era più gelato sulla sua
faccia, che nel suo stomaco.
Scoppiai a ridere…era
buffissimo. Peccato che non avevo la mia macchina fotografica dietro…sarebbe stato un bel ricordo del tempo passato e
scommetto che anche lui ora ci riderebbe sopra.
Presi un fazzoletto dalla mia tasca e
cominciai a pulirgli il viso.
Lui, dal canto suo cominciò a fissarmi.
Mi domandavo spesso del perché il suo
continuo fissarmi. Lo faceva solo con me e Kakashi
non faceva altro che prendere in giro.
“continuo a dire che tu gli piaccia!
Guarda come ti fissa ogni volta!” disse il mio maestro.
“ancora con questa storia? “
Mi dava fastidio quando Kakashi insinuava certe cose. Naruto
mi fissava con uno sguardo stupito, non come se avesse una cotta per me…lui nemmeno sapeva cosa significava e questo Kakashi non lo capiva…o forse si,
ma si divertiva a darmi sui nervi…come sempre del
resto.
Ancora adesso le cose con lui non sono
cambiate.
La sera calò e fu il momento di
rientrare.
“Bello oggi! Domani fuori!” disse Naruto.
Sorrisi. E perché no? non avevo niente da
fare domani, si poteva benissimo uscire nuovamente e per la prima volta saremo
stati solo io e Naruto.
Né Kakashi, né Tsunade sarebbero stati presenti, ma io pensavo di poter
gestire la situazione.