Troppo
presto
Cammini lentamente
tentando di aggiustarti i capelli che ti sfuggono dalla tua coda di cavallo a
causa della brezza autunnale. Gli occhiali da sole ti proteggono gli occhi
dalla forte luce solare e ti danno un’aria più sbarazzina. Agli
occhi degli altri appari felice e serena, ma
non è così. Molti occhi maschili si girano a guardarti,
attratti dal tuo fisico, mentre molte donne ti guardano invidiandoti. Tu le
fissi e ti chiedi “Ma cosa invidiano? Cosa c’è da invidiare
in me? Invidiano il mio dolore?”
Ma loro non
possono sapere ciò che ti è successo, ciò che hai subito.
E tutto perché sei arrivata in anticipo.
Cammini ancora
qualche metro, poi ti fermi davanti ad un palazzo dalle pareti bianche e
ringrazi gli occhiali che nascondono le lacrime che ti stanno sgorgando dagli
occhi. Era la sua casa.
Ora stai
correndo, stai fuggendo. E la tua mente, anche se tenti di non farlo, ritorna
inevitabilmente a questa mattina, quando tutto, dentro di te, si è
rotto.
Chiara,
venticinquenne troppo ingenua e troppo innamorata, si era svegliata di ottimo
umore quella mattina. Aveva fatto un bellissimo sogno durante la notte che le
aveva lasciato una piacevole sensazione di benessere. Si era alzata dal letto
sorridente ed era andata verso il calendario, fissandolo gioiosa.
10 Ottobre.
Finalmente,
pensa Chiara.
Oggi lei e
Paolo avrebbero fatto un anno insieme. Un anno:
365 giorni uno più bello dell’altro. Avevano affrontato litigi,
battibecchi per poi fare la pace. Avevano vissuto baci e abbracci cullandosi
uno nell’amore dell’altro.
L’avrebbe
incontrato alle 11 quella mattina. Non convivevano insieme, però spesso
capitava che lui si fermasse a casa di lei per qualche giorno e Chiara
viceversa.
La sera prima
non erano potuti stare insieme, ma lui le aveva promesso che il giorno dopo
sarebbe stato tutto per loro e che avrebbe lasciato da parte il lavoro.
Paolo lavorava
come avvocato presso lo studio ereditato da suo padre e stava facendo
velocemente carriera. Chiara era all’ultimo anno
dell’università, infatti, era più piccola di Paolo di
quattro anni. Una differenza minima che nessuno dei due sentiva.
Chiara gli
aveva preparato una bella sorpresa per quel giorno ed era curiosa di vedere il
suo regalo, che Paolo le aveva detto essere bellissimo.
Erano appena
le 9 del mattino, quando uscì da casa. Passeggiò un po’ per
i negozi della sua città e andò anche all’università
per compilare alcune scartoffie burocratiche.
La sua
facoltà era Medicina. Chiara voleva diventare un medico. Ormai era
all’ultimo anno e la paura e l’eccitazione la pervadevano ogni
giorno di più, anche se comunque le aspettavano altri due anni di
specializzazione e poi altri anni da praticante in ospedale. Il percorso era
ancora lungo ma lei sentiva di potercela fare.
Quando
riguardò l’orologio era davanti allo studio di Paolo ed erano le
dieci e un quarto. Solitamente ai suoi appuntamenti con Paolo non arrivava mai
in anticipo, mai. Al massimo in
ritardo. Però quel giorno era speciale e lei aveva deciso di fargli una
sorpresa. Chiara adorava le sorprese, non sapeva che quando sarebbe uscita da
quello studio, le avrebbe odiate con tutto il cuore.
Si
sistemò la coda e si tolse gli occhiali entrando nello studio. La
segretaria all’ingresso la fissò sorpresa. Quella segretaria era
assunta lì da tanto tempo e nutriva molto affetto per Paolo e,
conoscendo Chiara, si era affezionata molto anche a lei.
- Chiara!
– la richiamò.
- Margaret,
buongiorno! – la salutò Chiara.
- Paolo mi ha annunciato
che saresti arrivata alle 11 e, di solito, tu non arrivi mai in anticipo.
– le disse lei.
- Lo so, ma
questa mattina ho deciso di fargli una sorpresa perché oggi facciamo un
anno insieme! – le rispose Chiara felicissima. Avrebbe voluto gridarlo a
tutto il mondo.
- Wow, tanti
auguri! Complimenti! Ormai, per le coppie, non è un traguardo facile!
–
- Lo so, ma
con Paolo va tutto benissimo. – le continuava a dire non sapendo quanto
si sbagliasse. Non sapendo di vivere una felicità illusoria e un amore
apparentemente così bello.
- Bene, bene.
Paolo è nel suo studio, però c’è Valentina con lui.
– disse Margaret storcendo il naso: Valentina era un’amica di
Paolo, avvocatessa come lui, che spesso andava lì per parlare con Paolo
di qualche caso. A Margaret non stava per niente simpatica, la reputava una
persona frivola, egocentrica e superba. Aveva messo in guardia Chiara da quella
donna, infatti, sospettava che avesse messo, da tempo, gli occhi su Paolo.
Però Chiara non badava a quelle insinuazioni.
- Ti sta
sempre antipatica, vero? –
- Non la
sopporto e tu non dovresti stare tanto tranquilla. – la redarguì
Margaret.
- Valentina
è solo un’amica per Paolo e, poi, io mi fido di lui. –
rispose sicura.
Ingenua. Così ingenua e pura da
sembrare una bambina. Non le era mai venuto un minimo dubbio su quella donna, mai.
- Bene, allora
vado! Ciao Margaret, ci vediamo fra poco. -
Lei
annuì e si rimise a controllare alcuni documenti. Chiara si
avvicinò alla porta e poggiò una mano sulla maniglia e stava per aprirla,
quando sentì dei rumori strani.
Sbarrò
gli occhi e avvicinò di più l’orecchio alla porta. Si disse
che si stava sbagliando ma quei rumori non potevano essere confusi con altri.
Quei suoni che sembravano così tanto schiocchi di baci e piccoli gemiti.
Aprì
leggermente la porta e il suo cuore si spezzò.
Valentina era
quasi coricata sulla scrivania e Paolo era sopra di lei. Tentava di slacciarle
la camicetta rossa, mentre le baciava avidamente il collo.
Chiara pianse:
la sua fiaba si era infranta. Il loro amore che lei credeva così solido
era in realtà fragile come un castello di vetro, era bastata una persona
come Valentina per farlo crollare. Insieme alla disperazione sormontò
anche la rabbia: lui la stava tradendo nel giorno del loro primo anniversario!
Come poteva essere così crudele e meschino!
Si
asciugò le lacrime ed aprì la porta, sbattendola furiosamente.
Paolo e
Valentina fissarono Chiara basiti, interrompendo il loro
“colloquio”. Lo sguardo di Paolo andò poi all’orologio:
erano ancora le 10:30. Poi si riposò su di lei ancora più
scioccato.
- Sì,
sono arrivata in anticipo! Da quanto tempo è che va avanti? Da quanto mi
tradisci e io non me ne accorgo?! - le gridò irata Chiara.
Paolo si
staccò da Valentina e tentò di darsi un contegno.
- Stiamo
insieme da un anno, porca miseria! Oggi abbiamo fatto un anno! Mi fai schifo!
Io ti amavo! – urlò Chiara.
Margaret,
attirata dalle urla, andò verso lo studio fissando stupita la scena
davanti a sé.
-
Chiara… - tentò Paolo.
- Non voglio
neanche che parli! Sei un essere orribile! Vergognati! Quale potrebbe essere
una giustificazione valida al tuo comportamento?! –
- Sei arrivata
prima… sei arrivata troppo presto. – disse Paolo flebilmente.
Tradiva Chiara
da un bel po’ di mesi e lei non se n’era mai accorta grazie alla
sua puntualità. Ogni volta che doveva vedersi con lei si vedeva prima
con Valentina perché sapeva che Chiara non arrivava mai in anticipo. E
aveva funzionato per tanto tempo.
- Sono
arrivata in anticipo sai perchè?! Perché volevo farti una
sorpresa! Oggi è il nostro anniversario! Come hai potuto farmi questo?!
Come ho potuto stare con te per così tanto tempo e non accorgermi della
tua meschinità?! Mi fai schifo dal più profondo del cuore,
bastardo che non sei altro! – concluse Chiara guardando con profondo
disprezzo sia Paolo sia Valentina. Mentre usciva sentì il rimprovero di
Margaret: - Paolo, mi hai profondamente delusa, vergognati. -
Non
seguì nessun commento, meglio.
E poi
iniziò la sua corsa verso casa e la lotta contro le sue lacrime,
lì dove si fermano i ricordi e si torna alla realtà.
Arrivi a casa
che sei ancora in lacrime. Sali le scale di corsa, vuoi solo chiuderti in casa
e buttare dalla finestra tutto ciò che appartiene a quel bastardo.
Appena entri però trovi solo la forza di accasciarti al suolo per
lasciarti andare al pianto.
Tu credevi in
quell’amore. Credevi nelle sue parole intrise di quello che pensavi fosse
sincero affetto. Credevi, ingenuamente, nella tua fiaba con Paolo.
Non sapevi che
per amore si potesse soffrire tanto. Pensavi portasse solo felicità e
gioia, che ingenua che eri. E dal tuo sogno ti sei svegliata di colpo.
Paolo ti ha
svegliata, dandoti addirittura la colpa.
Perché tu eri arrivata all’appuntamento in anticipo
scombussolandogli i piani, fossi arrivata più tardi avresti continuato a
non sospettare nulla e a vivere nell’illusione di un amore ricambiato. Ti
sei svegliata perché, nella prima volta in vita tua, sei arrivata troppo presto.
Fine!
Fic ispirata
alla parola “Anticipo”. Originale, quindi tutti i
personaggi sono inventati da me, come le situazioni.
Ho quasi
diviso la fic in due parti. Quella in mezzo è in terza persona e sono i
ricordi di Chiara, quelli all’inizio e alla fine sono le situazioni che
avvengono nel presente ^^.
Questa
fanfiction partecipa al contest 100 Prompts! , indetto dal Fanfiction Contest ~ { Collection of Starlight since 01.06.08 } .
Spero vi sia
piaciuta.
Baci <3
Marty De Nobili.