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Autore: atzuki97_drarry    16/12/2016    1 recensioni
[DRARRY] [Accenni ROMIONE]
E' il sesto anno per Harry Potter alla scuola di magia e stregoneria di Hogwarts, è tempo di verità, altri misteri e nuovi amori.
Harry dovrà ricredersi su tutto ciò che ha creduto fino a quel momento, sopratutto su tutto ciò che riguarda lo studente da lui più odiato, Draco Malfoy. Cosa accadrebbe se tutto ciò che è stato narrato non fosse andato esattamente come è stato detto? E se l'ossessione del giovane Potter non dipendesse solo dai propri sospetti come lui stesso crede? E se la pressione straziante di Draco non riguardasse solo il compito a lui assegnato?
(Premetto che questa è la mia prima Fanfiction su Harry Potter, spero di aver fatto il possibile per far uscire qualcosa di decente, la Fanfiction riporterà alcune piccole parti (quelle che riterrò più essenziali per lo sviluppo della FF) così come scritte nel libro o leggermente modificate, mentre tutto il resto ovviamente è nato dalla mia mente malata di Drarry. Spero che questa storia sia di vostro gradimento.)
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter, Hermione Granger, Il trio protagonista, Ron Weasley | Coppie: Draco/Harry, Ron/Hermione
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7, Da VI libro alternativo
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La Camera delle necessità non era mai stata adoperata per ospitare pacificamente due studenti per intime effusioni, soprattutto se questi appartenevano alle due case che più si detestavano. 
Harry Potter era uno dei pochi Grifondoro che aveva messo da parte gli antenati disprezzi per uno studente della casa rivale, mosso solamente da vera e propria sete romantica, l'oggetto delle sue attenzioni dopotutto non si trattava di un Serpeverde qualunque, ma di Draco Malfoy, fascino e potere scorreva nelle sue vene. Anche lui sembrava mettere da parte almeno per un attimo i suoi risentimenti, era immobile sotto le dita di Harry iniziando a comprendere davvero cosa significasse possedere il coraggio Grifondoro.
–Tu non hai idea di cosa stai rischiando– disse dopo quelli che sembravano infiniti minuti di baci e fiati spezzati, serrò le braccia di Harry per allontanarlo da sé.
–Non più di quanto abbia già perso– ribatté Harry non accennando a volersi allontanare dal biondo Serpeverde –...O rischio di perdere. Quando ti ho trovato nel bagno... Dicevi che Voldemort ti avrebbe ucciso se "non l'avresti fatto", parlavi del marchio, non è così?–
Draco lo fissò un secondo di troppo prima di annuire. 
Harry annuì a sua volta e si concentrò sul suo volto, le tracce di pianto sulle guance erano ormai sparite ma la tensione dei muscoli non si era sciolta quasi per niente. Si guardò intorno, Harry aveva già notato la grandezza della stanza, ma non pensava fosse così immensa. Sparsi per ogni angolo del pavimento e delle pareti non si trovavano solo cianfrusaglie, se si guardava bene si intravedevano oggetti preziosi sparsi come se nulla fosse, tra questi erano presenti diademi e pesanti girocollo. Oltre a questi vere e proprie statue d'oro massiccio occupavano gran parte dello spazio, senza contare armadi, scaffali, e casseforti.
–Come mai... Emh, hai scelto una stanza del genere?– chiese voltando le spalle a tutto quel caos tornando in cerca dello sguardo di Malfoy.
Draco che a sua volta non aveva tolto gli occhi di dosso ad Harry, scrollò le spalle. – E' la stanza delle cose nascoste. E io volevo nascondermi– rispose con nonchalance.
Harry sgranò leggermente gli occhi sotto le sue lenti tonde.
–Non devi farlo– disse con tale sicurezza da non notare lo spasmo nervoso di Draco alle sue parole.
–Davvero?– domandò scettico –Ho un fottuto marchio nero impresso nella pelle, fa male, dovrei attirare l'attenzione di tutti e far incazzare Tu-Sai-Chi?–. Ora il suo volto appariva decisamente più irritato, impaurito, Harry si era ormai abituato nel cogliere quelle espressioni nel volto del ragazzo ed era strano dato che, fino a pochi mesi prima, l'unica espressione in grado di leggergli in volto era disgustosa presunzione.
–Io posso capirti– disse Harry portandosi una mano alla cicatrice, cercando di rassicurarlo. Il volto di Draco però si contorse in una strana espressione esasperata prima di scoppiare.
–Beh Potter, a differenza di te e della tua stupida cicatrice, quando il marchio chiama noi Mangiamorte -NON GUARDARMI COSI' POTTER, E' QUELLO CHE SONO- non possiamo di certo starcene al centro di tutta Hogwarts in una patetica ricerca di attenzione mentre tutti si preoccupano del dolore che ci provoca. Quello è niente rispetto al dolore che voi stupidi paladini del bene volete che i tirapiedi del signore oscuro subiscano– sbottò asciutto.
Harry era sbalordito di quello scatto di sfogo, soffriva nel sentire quelle parole. Draco credeva seriamente che tutti gli studenti di Hogwarts che non appartenevano ad una famiglia a favore di Voldemort o dei suoi ideali odiassero a prescindere chi stava dall'altra parte a tal punto da volerli ridotti veramente male, e forse per molti era così, ma Harry era sicuro che questo non valeva per tutti, perché chi davvero stava trovava nel torto si distingueva nel non saper vedere oltre se stesso, le sue ragioni e nell'odio incondizionato. Ad Harry venivano in mente perfino un paio di persone che contraddicevano l'idea che Draco si era costruito nella mente, ma sapeva che cercare di convincerlo che le cose non stavano esattamente come lui le vedeva, al momento non era una mossa tanto saggia da fare, non lo era nemmeno parlare ancora una volta di sé stesso, ma quello non poteva evitarlo dato che le parole di Draco lo avevano punzecchiato e ferito.
–Credi che io voglia tutta quell'attenzione?– chiese irritato –credi che io voglia quest'accidenti di cicatrice?–
–Dimmelo tu, per lo meno non hai bisogno di nasconderti come un vigliacco.– ribatté asciutto il serpeverde, stringendo i pugni.
–Oh lo vorrei, credimi–
–Allora puoi capirmi– rispose ragionevole Draco, in un tono che non ammetteva repliche ma al tempo stesso meno irritato.
Harry schiuse le labbra un po' colpito dal suo evidente tentativo di chiudere il discorso, si sarebbe aspettato un'altra frecciatina sul fatto dell'essere il prescelto e che come tale non poteva nascondersi e invece Draco si limitò ad abbassare i toni in un vero e proprio gesto di elegante autocontrollo, scacciando via la faccenda con un gesto della mano prima che Harry potesse rispondere.
–Tu piuttosto, come hai fatto ad entrare qui dentro?–
–Io... ho semplicemente chiesto alla stanza di essere per me quello che è per te–
–Un nascondiglio?– chiese Draco sprezzante illudendo ancora alla cicatrice ed Harry si arrese di cercare di decifrare il comportamento del ragazzo, insicuro un attimo prima, furioso, controllato e successivamente sprezzante. Si domandò quante altre parti di Draco ancora non conoscesse, quali parti che non si potessero classificare in serpeverde, mangiamorte o purosangue ancora dovesse scoprire.
–Non lo so– rispose, quasi dimenticando la domanda.
Lo sguardo nuvoloso di Draco indugiò sul viso quasi assente che aveva assunto Harry, si avvicinò con lunghi e lenti passi, riducendo la distanza tra i due –Forse è più di questo– disse poi, attirando nuovamente l'attenzione del prescelto, la sua voce bassa e disinvolta era un ottimo ristabilizzante.
–Cosa vorresti insinuare?– chiese Harry sinceramente confuso.
–Hai detto che vorresti nasconderti, non è così? Vedi questo posto come un nascondiglio per noi due. Guardati intorno, non a caso questo luogo è immenso– concluse allargando le braccia, Harry poteva giurare di aver visto gli angoli della sua bocca alzarsi di qualche millimetro. Non poté far a meno di sorridere.
–Vuoi trasformare questo posto in una sorta di nido d'amore?– chiese divertito.
–Nido d'amore – ripeté Draco con tono carico di indignazione, stonava non poco con il sorriso che ormai gli era impossibile camuffare –Potter, la tua disgustosa smielatezza è allucinante – 
–Non far finta che nelle tue parole non fosse sottinteso proprio questo– ridacchiò Harry ormai completamente spazzato via dai precedenti pensieri sul carattere di Draco, lo avrebbe capito man mano.
Il sorriso di Draco si allargò sornione e senza alcuna risposta, afferrò Harry per i fianchi attirandolo a sé e lo baciò con passionale trasporto.

Harry e Draco restarono nascosti al resto degli studenti fino all'ora di pranzo, passarono quel poco tempo che rimaneva a parlare del più e del meno cercando deliberatamente di non toccare nessun argomento legato in qualche modo a Voldemort. Parlarono un po' della loro infanzia, Harry si stupì nel sentirsi porre domande sulla vita dei babbani dopo che Harry aveva fatto riferimento alla sua vita dai Dursley; Draco si era mostrato sinceramente stupito dal comportamento assunto dagli zii di Harry, dediti ad ignorare a tutti i costi l'esistenza della magia. Per Draco quello era davvero qualcosa di inconcepibile, Harry aveva appreso dai racconti di Draco che per i maghi, ma maggiormente per le famiglie purosangue, il vanto di avere dei poteri magici non era solamente fine a sé stesso, soprattutto in una famiglia importante come quella dei Malfoy. Draco raccontò ad Harry che sin dal momento in cui imparò a parlare, gli fu spiegato di essere speciale e superiore a molti altri, non gli fu mai permesso di entrare in contatto con le comunità babbane e tutto ciò che li riguardava e anche se inizialmente era comunque incuriosito dal mondo sconosciuto, come qualsiasi bambino dovrebbe essere, man mano che cresceva perdeva interesse sostituendolo con il dovuto disprezzo. Nonostante questo però, Draco a sentir parlare di tutte le figure negative babbane che nella sua infanzia lo circondarono non fece a meno di chiedergli se fossero davvero tutti così e se dopotutto gli insegnamenti e avvertimenti di suo padre fossero ancor più veritieri di ciò che si aspettasse.
Harry stava per rispondere quando un vecchio e polveroso orologio a pendolo immerso tra diversi scatoloni, suonò. Un gufo molto simile ad Edvige sbucò fuori dal quadrante dell'orologio e svolazzò in una circonferenza perfetta intorno all'oggetto prima di tornare al suo posto, le lancette a forma di bacchetta segnavano le 12:30.
Harry balzò in piedi, stava iniziando ad abituarsi alle chiacchiere amichevoli, si sentiva rilassato come se fossero seduti in un curato prato anziché su vecchie assi di legno, ma non poteva perdere ulteriore tempo, Ron ed Hermione sicuramente lo stavano aspettando alla sala grande già da un pezzo.
–E' tardissimo!– esclamò.
Draco lo guardo confuso dal basso, si alzò e rivolse la sua attenzione all'orologio e capì di aver perso completamente la cognizione del tempo.
–Vieni?– disse Harry già arrivato alla porta.
–Tra un po'– rispose Draco a disagio. Harry annuì solamente pensando che non era la prima volta che il ragazzo non si faceva vivo al tavolo serpeverde, si chiedeva se in quei giorni mangiasse regolarmente, non osò domandarlo. 
–Allora ci vediamo dopo– disse Harry in tono che sembrava dispiaciuto.
Draco annuì e lo salutò con un piccolo gesto della mano prima di essere lasciato solo circondato dalla moltitudine di oggetti che lo rendevano ancora più insignificante in quella stanza.
 

Arrivato alla Sala Grande, Harry andò spedito al posto che abitualmente occupava al tavolo Grifondoro, nei posti accanto parlottavano Ron ed Hermione.
–Si lo so, scusatemi per il ritardo– cantilenò Harry una volta seduto.
–Silente?– chiese Hermione ignorandolo, era abbastanza allarmata da confondere Harry. Pensava a qualche nota di rimprovero per il suo ritardo dalla ragazza non un' ondata ansiosa da parte dei suoi amici, anche Ron pareva piuttosto preoccupato. Forse i frequenti strambi comportamenti che aveva notato in loro erano solo frutto dell'immaginazione di Harry.
–Cosa?– chiese allarmato, lanciando un'occhiata al tavolo Serpeverde. Il posto di Draco era ancora deserto.
–Silente, Harry!– disse Ron a occhi spalancati. – Che ti ha detto? Sembrano passati anni da quando sei andato nel suo ufficio. Pensavamo te ne fossi liberato prima onestamente, Silente è un tipo abbastanza sbrigativo con le riunioni. Per non parlare del suo modo misterioso e poco esplicito di riferire informazioni... –
–Insomma Harry, se sei sparito per un'eternità la faccenda deve essere grossa– Intervenne Hermione interrompendo le lunghe riflessioni di Ron sulla particolare personalità di Silente.
Harry si sentì in colpa. Il motivo del suo ritardo erano ben distinti dalle informazioni apprese dal Preside, che come aveva detto Ron non si era dilungato troppo nelle informazioni. Tuttavia erano informazioni che raccontate potrebbero sembrare davvero infinite, ma lui la maggior parte le aveva apprese guardando nel pensatoio e ciò aveva fatto risparmiare lui molto tempo, la fortuna stava che tali informazioni erano davvero complesse quanto incredibili. Se Harry le avesse udite anziché viste con i propri occhi, probabilmente starebbe ancora nello studio di silente a cogliere informazioni.
Nonostante i suoi sensi di colpa, Harry mise da parte un po' di onore e rispolverò un po' di vecchio egoismo. Raccontò loro tutto sugli Horcrux e sul giovane Tom Riddle. I visi dei suoi amici, come previsto, non si erano affatto tranquillizzati quasi a temere che tutte le teorie formulate nell'attesa di Harry fossero solo giochetti da ragazzi, e molto probabilmente avevano ragione. La loro espressione migliorò quando gli venne confidato che Silente aveva espressamente richiesto che le informazioni sugli Horcrux e la loro ricerca, venisse rimasta un segreto di Harry, Hermione, Ron e Silente. Nessun'altro. Darsi da fare per aiutare il prescelto poteva mostrarsi per molti una gran gatta da pelare, ma per Hermione e Ron sarebbe sempre stata una delle gioie maggiori.
–Silente deve davvero fidarsi molto delle nostre capacità– Disse Hermione stupita e commossa. Ron sembrava leggermente impaurito per l'enorme responsabilità. Queste erano tutte cose che Harry avrebbe commentato se non fosse stato distratto dall'arrivo di Draco. Aveva già percorso la sala e stava per sedersi al suo solito posto accanto Blaise e Pansy. Harry trattenne l'istinto di alzare la mano per richiamare la sua attenzione, che in ogni caso non sarebbe stata notata dato che il ragazzo serpeverde non rivolse nemmeno un piccolo sguardo verso la sua direzione. Era logico. Perché mai un mangiamorte, un Malfoy soprattutto, doveva improvvisamente mostrarsi amichevole verso Harry Potter? O semplicemente considerare la sua esistenza in modi diversi che quelli dispregiativi?
Non poteva.
Harry aveva ingenuamente pensato che Draco non l'avesse seguito per il semplice motivo che non se la sentiva, o che magari volesse passare più tempo nella stanza delle cose nascoste, si sarebbe abituato a incontrarlo a lezione e non vederlo spesso ai pasti come ultimamente era di solito fare, ma capì solo in quel momento che Draco Malfoy non poteva varcare la soglia di una porta insieme al prescelto come se nulla fosse.

Il pranzo finì in fretta. Hermione era impaziente di andare in biblioteca per fare qualche ricerca sugli horcrux non appena le lezioni si sarebbero concluse. Non aveva fatto altro che ripetere, tra un boccone e l'altro, di non aver mai sentito parlare degli Horcrux, e che magari sarebbe riuscita a trovare qualcosa con le informazioni di Lumacorno. Ron, ovviamente l'avrebbe aiutata.
–Harry, tu che farai?– chiese Hermione svoltando l'angolo e iniziando a percorrere le scale che portano ai sotterranei di Hogwarts. Erano rimasti in silenzio tutto il tempo quando andarono nelle loro camere per prendere ciò che serviva per la lezione di pozioni. 
–Non so... – rispose Harry con aria pensosa –magari andrò da Silente per comunicargli che adesso anche voi siete a conoscenza degli Horcrux, magari mi darà qualche consiglio– 
–Beh, non c'è molto altro da fare– constatò Ron.

Quando arrivarono di fronte la porta dell'aula pozioni, si resero conto di essere in anticipo. La porta spalancata lasciava intravedere l'aula svuotata di studenti e Lumacorno intento a sistemare qualche ingrediente sulla propria scrivania.
Quando il professore si accorse della loro presenza sorrise e li invitò ad entrare ma non sostenne lo sguardo che Harry gli rivolgeva. Hermione si avvicinò per porgli alcune domande e ringraziarlo per aver dato i suoi ricordi sugli Horcrux ad Harry, ma il rumore dei passi degli altri studenti che scendevano le scalinate la bloccò sul posto. 
Serpeverde e Grifondoro entrarono in aula ignorandosi a vicenda, tranne per qualche elemento che stuzzicava la casa nemica. Harry cercò con lo sguardo Draco, era in compagnia di Theodore Nott immerso in una discussione che appariva coinvolgente. Le due case si sistemarono ai due lati opposti dell'aula,come al solito Harry si sistemò al banco dei suoi amici.
–Ragazzi miei!– salutò sorridente Horace Lumacorno i suoi studenti. –Fermi lì con quei calderoni!– disse a chi stava già posando il proprio sulla personale postazione –Oggi la lezione sarà leggermente diversa, sarà entusiasmante vedrete!–
Guardandosi intorno Harry si rese conto che tutti gli studenti parevano incuriositi,ma l'unica che sembrava davvero fremente nel scoprire cosa gli sarebbe aspettato era ovviamente Hermione, a stento riusciva a star ferma sulla sedia per trattenersi di alzare in alto in braccio e porre la domanda.
Il professore sembrava ignorarla mentre passava tra i banchi con fare compiaciuto. –Oggi, attueremo una sfida tra case –
Gli studenti continuarono a guardasi intorno confusi non percependo la novità.Non era la prima volta che durante una lezione chi tra gli studenti riusciva meglio o per primo in qualcosa vinceva in cambio punti per la propria casa di appartenenza, solitamente per i Grifondoro era Hermione ad accumulare la maggioranza dei punti, Neville, nel perderli.
–Non sarà la solita sfida– continuò Lumacorno. – Non sarà individuale ma a coppie– 
Ancora nessun'altra novità, Harry iniziava perfino a scocciarsi, odiava le sfide a coppie per il semplice fatto che spesso doveva trovarsi qualcun altro con cui stare dato che Hermione e Ron si sceglievano a vicenda, e quel qualcuno era spesso Neville. Non che avesse qualcosa contro il compagno, ma se la  lezione era a loro sfavore, come quelle con Piton, allora la loro casa perdeva parecchi punti. Non gli restava che sperare in Ron e del suo buon cuore che di tanto intanto lo sceglieva a priori come compagno.
Hermione che ormai non stava più nella pelle (a differenza di Harry amava ogni tipo di sfida, abituale o innovativa che sia) fece scattare la mano in alto attirando l'attenzione del professore. –Mi scusi, la novità della sfida in cosa consisterebbe?–
Lumacorno la guardò e sorrise, aveva sempre amato chi era avido di conoscenza.
–L'innovazione della sfida consiste, Signorina Granger, nelle coppie – rispose entusiasta.
–Non capisco... – intervenne Harry al posto dell'amica.
–Che novità– commentò Pansy Parkinson dall'altro lato della stanza.
–Le coppie non saranno formate da compagni di casa, ma bensì da un Grifondoro e un Serpeverde.– concluse Lumacorno soddisfatto, ignorando le frecciatine che si erano venute a creare.
Il volto sghignazzante di Pansy si oscurò in un istante, parecchi serpeverde guardarono disgustati quelli che sarebbero stati "i loro compagni, Ron era perfino più sconvolto e disgustato della Parkinson, mentre Hermione sembrava stesse ancora valutando quello che sarebbe stato lo svolgimento della sfida. Benissimo,non poteva più contare sul buon cuore di Ron.
–La prima sfida di quest'anno, come ben ricordate, era quella di creare un perfetto distillato della morte vivente, all'inizio di quella lezione avevo chiesto a tutti voi di individuare e descrivere le varie pozioni che vi venivano mostrate. Una di queste era L'amortentia. Gentilmente descritta dalla Signorina Granger l'ultima volta. Il compito di ogni coppia sarà quello di ricreare il filtro d'amore più potente al mondo, i sensi e la complicità è essenziale per vincere la sfida, più l'odore che ne avvertirete si avvicina ai vostri gusti e desideri e maggiormente sarete più vicini alla realizzazione perfetta della pozione. Vince la casa con il maggior numero di pozioni perfette.
–Ma professore!– si ribellò Hermione –L'amortentia è un preparato illegale!–
–Di certo non ne faremo un uso personale, i calderoni verranno svuotati a fine lezione. E adesso, via con la formazione delle coppie!–
Con stupore di Harry parecchi ragazzi grifondoro si mossero spediti per scegliere un compagno, magari un conoscente o semplicemente gli alunni meno duri e calmi. Harry non l'aveva mai notato ma serpeverde era pieno di ragazzi neutri e per le sue.
Spostò lo sguardo su Draco, per tutta la spiegazione era rimasto a fissare il tavolo sotto le sue mani, probabilmente non aveva neppure udito il commento sprezzante che Pansy aveva rivolto ad Harry. Dal suo canto neppure Harry sapeva come muoversi, in cuor suo voleva andare dritto da Draco e sceglierlo come compagno, ma questo non poteva farlo, intanto le coppie si stavano tutte sistemando, Ron si ritrovò in coppia con Zabini, Hermione era palesemente frustrata dato che si era ritrovata in coppia con Pansy, le altre ragazze erano già tutte in coppia con altre ragazze, tranne il povero Neville che si era trovato accanto Millicent Bulstrode. Da quando Lumacorno aveva annunciato la sfida era rimasto a fissarlo in un angolino del suo banco, angosciato.
In pochi minuti erano rimasti senza compagno solamente due ragazzi, seduti ancora al loro solito posto.
Harry ne era felice e sperava di non darlo a vedere, chissà se Draco non aveva cercato nessuno per il suo stesso motivo o se lui si trovava ancora solo solamente perché tra tutti era lo studente serpeverde più temuto, ora che lo conosceva un po' meglio, era triste pensare che fosse evitato in tal modo ma infondo pochi mesi prima aveva fatto lo stesso, solo ora però notò quanto questo li rendeva simili. Quanto anche se in modo parallelo entrambi stessero passando le stesse ingiustizie altrui, il prescelto e il reietto. Forse era destino essere una coppia, e non solo a pozioni.

In aula si era creato un silenzio quasi incredibile, tutti erano intenti a fissare i due ragazzi che ai loro occhi parevano inespressivi, finché Lumacorno non attirò la loro attenzione.
–Ragazzi miei, presto, l'ora di pozioni sta per finire. Signor Potter e Signor Malfoy, siete l'ultima coppia.–
Harry annuì, poi guardò i suoi amici. Ron sembrava davvero mortificato per il destino del suo amico, mentre Hermione aveva la faccia di chi temeva un'imminente esplosione.

–Muovi il culo Potter e mettiti al mio fianco, non vengo di certo io da te. –Finalmente Harry risentì la voce di Draco, una voce che appariva dura e secca ma che Harry aveva imparato a riconoscere una lieve intonazione di sarcasmo, si allontanò dal posto e nel dirigersi al fianco di Draco, notò una strana espressione sul volto di Pansy, la ignorò e cerco di trattenere un sorriso quando raggiunta la postazione, si sfiorarono.

  
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