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Autore: dramy96123    17/12/2016    15 recensioni
Ciao a tutti!
Questa storia è dedicata a Moony 96
Dal capitolo 16
"Sirius bussò sullo specchio con forza, richiamando l’attenzione su di sé – Voglio sapere cosa è successo tra te e la nostra vittim… Hermione. volevo dire Hermione. –
- Che vuol dire cosa è successo? Non è successo niente! – esclamò Fred sulla difensiva.
Fred vide due sopraccigli inarcati contro di sé e alzò le braccia esasperato.
- Cosa vuoi da me, Sirius? –
- Voglio sentirti dire che ti piace Hermione Granger. Dillo. Dai. Forza, dillo. – davanti al dito puntato di Sirius, Fred non poté fare altro che arrendersi. Bandiera bianca.
- Mi piace Hermione. – ammise, con un sorriso.
- Scusa? Non ti ho sentito. – disse Sirius, mostrando l’orecchio.
“ E dire che ha le orecchie canine…”
- Mi piace Hermione. – ripeté, a voce un po’ più alta.
- Cosa? Non ti sento bene! –
- Dev’esserci qualche interferenza – disse George, scrollando un po’ lo specchio.
“Mi faranno santo.”
- Mi piace Hermione. –
- Scusa? –
- MI PIACE HERMIONE! MI SENTI ADESSO? –
“E tanti cari saluti all’aureola.”
- Uh, davvero? Che bella notizia! – cinguettò Sirius, mentre George faceva seri sforzi per non scoppiare a ridere in faccia al fratello.
- CHI E’ CHE TI PIACE? - Lee Jordan uscì fuori dal muro.
No. Da uno sgabuzzino."
Genere: Comico, Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Fred, Weasley, George, e, Fred, Weasley, Ginny, Weasley, Harry, Potter, Hermione, Granger | Coppie: Fred Weasley/Hermione Granger
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7, Da V libro alternativo
Capitoli:
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Riassunto precedente capitolo
Fred viene costretto a fare una serenata a Hermione. Harry continua a essere preso in giro per lo sfortunato bacio con Cho Chang. Ginny non si è ancora ripresa dalla sua ossessione per le Api Frizzole. Sirius ha fatto un interrogatorio ai due ragazzi, fallendo miseramente e lasciandoseli sfuggire, perdendo così il rispetto degli altri. Si fanno supposizioni di una possibile storia tra Harry e Draco, da parte di Lee Jordan.
Fine riassunto capitolo.
 
 
Capitolo 22
 
E infine San Valentino era arrivato. Persone come Sirius Black e George Weasley anelavano questo giorno da mesi, studiando piani su piani per convincere con le buone o con le cattive la loro amata coppia a passare la giornata insieme (e dare loro soddisfazioni, perché insomma, volevano avere una gioia anche loro, a una cert’ora). Altri, come Ginny Weasley, aspettavano con impazienza solo la gita ad Hogsmeade per rapinare al meglio Mielandia. Altri ancora volevano solo allontanarsi dalle grinfie della Umbridge e passare una giornata in pace, lontani da lei.
 
Per quanto riguardava i due ragazzi al centro del pettegolezzo di Hogwarts, loro non avevano spiccicato parola, sull’argomento Hogsmeade. Hermione Granger aveva passato tutto il suo tempo libero tra i libri, biascicando la parola G.U.F.O. a chiunque le facesse una qualsiasi domanda. Fred Weasley glissava brillantemente, sfoggiando un sorriso innocente e un gesto vago con la mano, prima di dileguarsi.
George non la stava prendendo bene.
Il suo ingrato fratello gemello aveva deciso autonomamente di non dirgli più nulla della sua vita. “Anarchia” era diventata la parola che più borbottava in sua presenza, al mero scopo di farsi udire e rinfacciargli anni e anni di fraterna comprensione.
- Siamo in crisi. – aveva infine tristemente annunciato ad Harry, il tredici febbraio, coprendosi gli occhi con un’espressione di puro tedio.
 – Non mi parla più come una volta, non mi guarda neanche più come una volta… - il tono melodrammatico era stato opportunamente studiato per raggiungere le orecchie del gemello, intento a lanciare oggetti levitanti ai ragazzini del secondo anno.  - Confido che questo sia il suo periodo di ribellione.- aveva aggiunto, voce rotta, accettando con gratitudine le pacche di compassione di Harry.
 
Fred, più divertito che preoccupato, lo raggiunse la sera, unendosi a lui in Sala Comune.
- Georgy? –L’altro incrociò le braccia, mugugnando qualcosa di non troppo definito.
 Decisamente più divertito che preoccupato.
- Georgy, è successo qualcosa per caso? –
- Sì. – fu la risposta monosillabica. Fred sorrise tra sé e sé, sedendosi a gambe incrociate di fronte a lui.
- E dimmi, mio adorato fratello, che è successo?  -
- Oh, adesso mi chiede che è successo. Quanta arroganza, ragazzo mio, quanta arroganza. –
Fred inarcò le sopracciglia, ghignando. – Sei arrabbiato per qualcosa? E’ perché ho finito la nostra scorta di Whiskey Incendiario?  -
- Hai finito il…? – George girò la testa di scatto, estremamente offeso, adesso. – Anche. Non sono arrabbiato. Provo solo disappunto a causa del tuo atteggiamento, Frederick. – annunciò, scuotendo la testa tristemente.
- Provi disappunto. –
- Sì.  – e annuì, convinto.
- George, non ho mai neanche sentito quella parola in una frase. –
- Che vuoi farci, sono pieno di talenti. -
- Ho capito. – Fred lo guardò, assorto, poi si alzò in piedi, allargando le braccia. – Ti farebbe stare meglio, se parlassimo ora? Cosa vuoi sapere? –
George Weasley non aveva aspettato altro che questo. Aveva teso la sua trappola fatta di sensi di colpa e amore fraterno per arrivare esattamente a quel preciso momento. Quindi puntò l’indice contro di lui e attaccò.
- Perché non hai ancora invitato la Granger ad Hogsmeade? Persino Harry, Harry Sonoundisastro Potter, Harry quell’Harry lì,  è riuscito a invitare Cho Chang e passeranno insieme il San Valentino. HARRY. Stai cadendo in basso. Stai arrivando al livello di Ronald Weasley  tre giorni prima il Ballo del Ceppo dell’anno scorso, e ricordiamo tutti la tragica storia. Io, dall’alto della mia compassione e magnificenza sono pronto ad aiutarti e tu semplicemente ignori il mio palmo teso verso di te, questo va oltre l’arroganza, questo… -
- George. –
- Si? –
- Io ed Hermione andiamo già ad Hogsmeade insieme. – le parole erano state scandite perfettamente, ma George ci mese più di qualche secondo a capirne il significato. Spalancò la bocca e prese Fred per le spalle, scuotendolo leggermente.
- E quando… come? Quando sarebbe successo? PERCHE’ NON ME L’HAI DETTO? –
Fred si limitò a sorridergli, malandrino, prima di scompigliargli i capelli e tornare in camera saltellante. George si limitò a guardarlo allontanarsi, occhi sbarrati.
- Crisi. Io chiedo il divorzio da mio fratello. – sussurrò tra sé e sé, con un sorriso sbalordito.  
 
 
Nessuno, ovviamente, sapeva quando esattamente si fossero messi d’accordo per l’appuntamento. Il che era strano, considerato che qualsiasi interazione tra i due era stata tenuta d’occhio da almeno tre paia di famelici occhi. 
- Non posso crederci. – borbottò Harry, scavalcando le gambe tese di Lee Jordan per camminare in tondo. -  Non posso crederci, abbiamo perso questa tappa importante nella loro relazione. Felpato non me la perdonerà mai.
- Mai. – annuì Ron, sbadigliando.
- Sì, okay, ma quando hanno avuto l’occasione di parlarsi, questi due? E se noi non abbiamo saputo del loro primo appuntamento, chissà quanto altro ci nascondono! – Ginny tese una gamba nel momento in cui Harry passava, facendolo inciampare e crollare su Ron con tutto il peso.
- MERLINO, GINNY. –
- Degna sorella, non c’è che dire. -
- IL GOMITO NELLO STOMACO -
- Oh, Harry, come sei sbadato… - sorrise la ragazza, ritirando il piede noncurante. – avete provato a chiedere ai diretti interessati? –
Ron annui, tossendo – Bocca cucita. Fingono di non sentirti. Hermione comincia ad elencarti i cento e uno motivi per cui i G.U.F.O. sono la cosa più importante della sua vita e tu solo un fastidioso essere umano.-
- Io non ho intenzione di chiedere nulla a Fred. – sbuffò George, alzando la testa – siamo in crisi. Deve parlarmi lui per primo. –
- Non sono sicuro che lui abbia capito che voi due siete in crisi, sai? –
- Ed è esattamente per questo che io sono quello intelligente tra i due. – pausa. – Nonché il più bello. –
- Okay. – Ginny unì le mani sotto al mento. – Ora come ora possiamo solo accontentarci del racconto della storia.  Proviamo a farli parlare. La riunione è aggiornata. –
 
 
 
Fred era passato qualche giorno prima in Biblioteca, dirigendosi lentamente al tavolo dove si trovava Hermione e guardandosi intorno piuttosto interessato. Hermione non si era accorta di lui, e Fred aveva approfittato della cosa, sorridendo.
- Accio. – E la piuma con cui stava scrivendo la ragazza era finita dritta nelle sue mani.
- Ma che cosa…? – Hermione aveva incrociato il suo sguardo, stupita. – Fred? Che ci fai qui? –
- Un ambiente interessante. Troppo silenzioso. Non resisterò a lungo. – con un altro sorriso le aveva ridato la piuma. – Oggi abbiamo provato un paio di incantesimi dalla Pergamena di Natale, e …beh, hanno fatto miracoli – il sorriso era diventato un ghigno in un istante.
- Mi sono già pentita. –
- Quindi, niente storie, l’uscita ad Hogsmeade la passerai col sottoscritto. Come regalo. E’ un grande onore, vedo già un barlume di gratitudine? –
- Pentita. Tanto. –
- E’ un sì, me lo sento. Addio, Granger! – e si era voltato, pronto ad andarsene. Hermione l’aveva fermato, chiamandolo, per la prima volta esitante.
- Sì? –
- E’ San Valentino, il giorno dell’uscita. –
Fred l’aveva guardata, poi aveva provato a trattenere le risate, invano.  Hermione era quasi arrossita mentre incrociava le braccia al petto.
- Che ci sarebbe da ridere? –
- No, è solo… immagina a come ci rimarranno gli altri quando lo scopriranno. – e aveva riso di nuovo, andandosene definitivamente.
 
 
 
Sia Fred che Hermione non avevano ceduto a nessuna pressione  per tutta la mattinata del quattordici. Avevano stoicamente evitato gli agguati, resistito a minacce e lusinghe, ignorato sguardi curiosi, tutto.
Poi Hermione aveva perso la pazienza. Harry l’aveva tallonata dall’ora di colazione in poi, senza darle pace, con un sorriso ebete in faccia e tuttavia senza parlarle. Stava solo lì. Una presenza. Una fastidiosa presenza che non la faceva studiare. Sulle prime lo aveva ignorato, e non era andata neanche troppo male.
Poi Harry aveva cominciato a starnutire.
A tossire.
A tirare su col naso.
Per darle fastidio, lei lo sapeva.
Ma Harry semplicemente non si comportava mai così. Lo stava facendo per logorarla.
- Bene. Okay. – dopo cinque ore di silenziosa tortura, si era arresa.  – Harry, sputa il rospo. Non riesco a studiare, e non ho molto tempo, dopo devo… -
- Devi? – chiese Harry immediatamente, sorridendo. Hermione lo fulminò con lo sguardo.
- Lo sai già, no? - ma Harry agitò la mano, incurante.
- Voglio sapere il dietro le quinte. Quando è successo. Chi l’ha chiesto a chi. Se il tutto è stato suggellato da un romantico bacio. Vai. Sono tutto orecchi. – e appoggiò il mento sui palmi. Hermione era a tanto così dal tirargli un pugno sul naso.
- Quanto ti hanno pagato? –
- Curiosità personale. Ti dico come l’ho chiesto a Cho Chang, in cambio? –
- Evita. Passi troppo tempo con quelli lì. I Weasley. Razza pettegola, la loro.  –
- Oh, avanti Hermione. – Harry unì le mani davanti a lei, come in preghiera  - Siamo migliori amici. Siamo quasi morti insieme un numero preoccupante di volte. E non vuoi dirmi...? –
Ah, stava giocando con i suoi sensi di colpa.
Hermione strinse i denti, lanciandogli un’occhiataccia, poi sospirò.
- Questa cosa rimarrà tra me e la tua curiosità personale, Harry. Non voglio essere seguita per mezza Hogwarts affamata di pettegolezzi. Te lo sto dicendo in confidenza. –
Harry annuì immediatamente, sporgendosi verso di lei e abbassando il tono della voce.
- Promesso. Ora vai. –
- Beh, niente baci che suggellano. E’ venuto in biblioteca una settimana fa, me l’ha chiesto ed è scappato via due minuti dopo. Credo che sia un luogo troppo silenzioso per la sua fragile psiche. Fine. – scrollò le spalle, fingendo noncuranza, e tornò sui libri immediatamente.
- Ma..-
-Fine. – ripeté perentoria la ragazza, sfidandolo a replicare. Harry decise saggiamente che non sarebbe stata ,l’idea del secolo.
 
 
 
- Ron senti.. devo dirti una cosa, ma devi promettermi che te la terrai per te. Mi è stata detta in confidenza. A quanto pare Fred ha chiesto ad Hermione di uscire, mentre stavano in biblioteca, da soli. –
- Non lo dirò a nessuno, tranquillo. –
 
 
- Ron Weasley, se non mi dici subito cosa ti ha detto Harry giuro che ti pentirai di aver fatto arrabbiare la sorella di casa. Dirò pettegolezzi su di te al dormitorio femminile di Grifondoro. Lo faccio. –
- Non c’è bisogno di arrivare a tanto… okay, ma deve rimanere in confidenza. –
- Promessa solenne. -
 
 
 
- Ginny mi ha detto che si sono baciati in biblioteca, ma non vogliono farlo ancora sapere, quindi… ecco, facciamolo rimanere in confidenza, diamo loro spazio. –
- Certo, Calì, fidati. –
 
 
- RAGAZZI – Lee arrivò in Sala Comune con il fiatone. Diverse teste si girarono verso di lui, interrogative.
- Zabini mi ha detto che Fred ed Hermione si sposeranno alla Stamberga Strillante! Oggi! E non hanno invitato nessuno, io… ho fatto più veloce che potevo. –
 
Hermione girò lentamente la testa verso Harry, che ebbe all’istante la visione dell’esito dei suoi G.U.F.O.
 
 
 
 
 
- Stupeficium! – Hermione si avvicinò al corpo esanime, con cautela. – E’ Colin Canon. – comunicò a Fred, che si aggiustò meglio il berretto. – Siamo al terzo, e siamo usciti da Hogwarts da un quarto d’ora. Questo metodo è efficace quanto poco ortodosso. – commentò lui, infilando le mani nelle tasche. – Uh, guarda, aveva anche la macchinetta fotografica per immortalarci. Romantico. –
- Inquietante. –
Fred scoppiò a ridere, precedendola lungo la stradina di Hogsmeade.
I due si fermarono davanti alla vetrina di Madama Piediburro, opportunamente decorata da cuori e nastri di varie tonalità di rosa. Si guardarono.
- Granger, dimmi che non vuoi. –
- Portami via da qui. – fu la replica immediata, e Fred sospirò, sollevato. Tornarono a camminare, più lentamente.
- Ammetto che questa è la tua Uscita con Me, quindi qualunque cosa andrebbe bene a prescindere perché, sì, ti trovi in mia compagnia, è parte del mio fascino, ma … ecco, quel… non dico che sarebbe stato troppo, ma avrebbe forse incrinato la mia immagine. – Fred  guardò Hermione, con un leggero sorriso. Hermione sorrise di rimando, stringendosi nelle spalle.
- Ho dubitato di poter guardare quella vetrina per altri cinque secondi,  a dir la verità – ammise.
 
 
 
- Allora. –
- Sì. –
- Fa freddo. –
- Esatto. –
- Dobbiamo trovare un posto dove passare il tempo. –
- Sono assolutamente d’accordo,  PrefettoPerfetto. –
- Abbiamo escluso la biblioteca… -
- Merlino me ne scampi. –
- …E Filibuster. Non guardarmi così, Fred, avevo il diritto di veto. –
- Il tuo diritto di veto è noioso, Hermione. –
- Potremmo andare ai Tre Manici, ma non credo che sia una grande idea… - propose lei, guardandolo indecisa. Fred corrugò la fronte
– Cos’hai contro i Manici…? C’è caldo, e Burrobirra, e…  -
- E Gente. – finì per lui Hermione. Lo guidò fino all’entrata, facendolo spiare dalla finestrella. Fred si sporse e indietreggiò quasi immediatamente. Si voltò verso di lei, con un sorriso spensierato stampato in faccia. 
– E’ tutto il gruppo. Niente Tre Manici.  –
Hermione si guardò intorno, rabbrividendo leggermente. Poi guardò di nuovo il ragazzo, che faceva nuvolette di vapore col fiato.
- Mielandia? –
Fred si riscosse, guardandola.
- Oh. –
- Non è male, Mielandia. –
- Rischiamo di trovarci coinvolti in una rapina a mano armata da parte di Ginny, ma… –
- Correremo il rischio. –
- Basterà evitare le Api Frizzole. –
 
 
- Chissà che stanno facendo… abbiamo finito le persone che sono disposte a farsi Schiantare. – commentò Ginny, mollemente appoggiata al tavolo dei Tre Manici di Scopa. Ron scrollò le spalle, prendendo un sorso dalla sua Burrobirra.
- Come vuoi che vada? Starà andando malissimo, ovviamente. Hermione non fa appuntamenti, Fred fa troppi appuntamenti, fra poco saranno qui facendo finta di nulla, quando saranno rimasti in silenzio per quaranta minuti. – e prese un altro sorso, con aria saggia. Lee Jordan annuì, sporgendosi sul tavolo.
- Probabilmente Fred l’avrà fatta arrabbiare, dandole una Pasticca Vomitosa o che so io. –
- Hanno rovinato tutto. – decise Ginny, imbronciata. – Avrebbero dovuto avere un appuntamento in un luogo dove avremmo potuto guardarli, e suggerire silenziosamente. Non capiscono nulla. Traditori. –
 
 
 
- Ferma. Ferma. Granger, non puoi essere seria. –
Hermione aveva semplicemente annuito, nascondendo un sorriso dietro le Bacchette di Liquirizia.
- Mi sento anche in colpa, a volte.-
- Tu hai tirato un pugno a Draco Malfoy?! – il tono di Fred era assolutamente estasiato, mentre la guardava, dimentico delle caramelle.
- Era… in mia difesa, aveva davvero esagerato, nei riguardi di Fierobecco… -
- Gli hai tirato… -
- E in quelli di Hagrid. –
- E lui è scappato? –
Hermione era arrossita leggermente, a quel punto, e gli aveva infilato una Bacchetta di Liquirizia in bocca.
- Smettila di guardarmi così. - lo aveva avvertito, ma lui si era limitato a masticare velocemente e ingoiare, prima di ricominciare.
- Ma io non ho mai preso a pugni nessuno, Granger! E tu sì! Sei il mio modello di vita. –
 
 
- No, però parliamone. Potrebbe anche star andando bene. – George si bloccò per un secondo, gomiti sul tavolo ed espressione assorta. – Nel senso… prima che cambiasse e che entrassimo nella nostra tragica crisi, Fred era bravo con le ragazze. Ha un fascino e un’apparenza seconda solo al sottoscritto. Dovrà pur valere qualcosa.  –
- E quindi credi davvero che il loro appuntamento stia andando bene, senza di noi? – chiese scettico Lee, già al secondo boccale di Burrobirra.
- Beh, no. Dico solo che magari non sta andando drammaticamente, ma solo male. –
- Confortante. Tanti mesi di sforzi, per NON vedere loro fare un casino. –
 
 
- Un basilisco. Un… sì, è come un serpente gigante, ma è più di un serpente. È proprio… per Merlino, Fred, tua sorella è stata RAPITA dal Basilisco. –
Fred aveva alzato una mano, serissimo. Continuava a lanciare da una mano all’altra un pacchetto di Cioccorane, non decidendosi a mangiarla. - Sì, ma non l’ho mai visto. Mi stai dicendo che se io tipo costringessi Harry a parlare Serpentese nel bagno delle ragazze, potrei entrare nella Camera e vedere la carcassa del… -
Hermione lo aveva fulminato all’istante. - Non ci provare, Weasley. -
Fred aveva semplicemente sospirato.
- Va bene. Ma dopo me lo fai un disegno del Basilisco, vero? -
 
 
 
Harry entrò ai Tre Manici di Scopa e crollò sulla sedia accanto a Ron, completamente stravolto.
-Beh, salve a te, Valentino. Com’è andata? –
Harry si limitò a sospirare, senza sorridere. George si sporse verso di lui, con fare cospiratorio.
- Intendiamo dire… con la Corvonero. –
- Sì, avevo intuito, George. – rispose acido Harry, ordinando una Burrobirra velocemente.
Ginny sogghignò - Non è che ha pianto di nuovo, vero? –
Quella che doveva essere una battuta non era stata seguita da una risposta di Harry, che si limitò a fissarlo. Un’ovazione percorse il tavolo, facendo girare più di qualcuno.
- Beh, ma almeno ha pianto dopo il bacio, vero? –
- Perché vi siete baciati, vero? –
- No, no, baci e lacrime ormai vanno a braccetto, quando si tratta di Harry, non ci deluderà.
- No, non ci siamo baciati. – Harry spiegò a grandi linee l’appuntamento, attentamente ascoltato dai ragazzi. Quando finì, non ricominciarono a parlare subito.
Aspettarono addirittura qualche secondo.
- Beh, ma si capiva dalla scelta di andare da Madama Piediburro che sarebbe andata malissimo. –
- E poi ha parlato soltanto lei, non capisco come tu ci sia riuscito, a fare un casino. Talento naturale. -
- Insomma, i cuoricini… -
- E ha pianto… di nuovo! A questo punto la mia certezza che il problema fosse Harry comincia a scemare. –
- E fanno un the orribile… -
- Il lato positivo è che Fred ed Hermione non possono fare di peggio. Il loro appuntamento DEVE essere andato meglio di quello di Harry. –
Il silenzio scese nuovamente sui ragazzi, nuovamente persi in congetture. Harry bevve una buona parte della Burrobirra nel suo boccale, prima di prendere parola.
- Per me stanno si staranno mangiando la faccia in uno dei vicoli. Compensano la mancanza di conversazione così. – disse, annuendo tra sé e sé.  – Almeno loro due. – aggiunse.
- Stai solo trasferendo i tuoi desideri del tuo appuntamento ideale su di loro. –
- DENUNCIAMI, AVANTI. - 
 
 
 
- Oh, sì, è lì che abbiamo incontrato Felpato. – Hermione aveva sorriso, assaggiando una Piuma di Zucchero. Fred i era fermato nell’addentare uno Zuccotto.
- Ora mi prendi in giro. Granger, non si prendono in giro le persone. –
Hermione aveva riso, semplicemente.
- No, tu non capisci. Io volevo entrare nella Stamberga da prima di entrare ad Hogwarts. E tu mi dici che c’è un modo? Ma… c’è il Platano. E’ il Platano fa male. –
Lo aveva detto con la sicurezza dell’esperienza. Hermione aveva annuito, dedicandogli un sorriso ironico.
- Ma dentro non è niente di che… una casa normale, con graffi e unghiate sul pavimento, e sangue, e… - aveva elencato, spiando la sua reazione. Fred era quasi caduto in ginocchio, implorante.
- Non ci pensare neanche, Weasley. –
- Portamici. –
- No. –
- Ti prego. –
- No, Fred. – ma aveva riso, dedicandosi nuovamente alla sua Piuma di Zucchero. 
 
 
- Perché non riusciamo a pensare che magari sta andando bene?  - chiese Harry, giocando col boccale vuoto. Ron lo guardò, scettico.
- Non credo abbiano mai fatto qualcosa loro. Spontaneamente. Senza occhi che li controllavano. Si sentiranno sperduti e a disagio. –
- A disagio, esatto. – annuì Ginny, finendo anche lei il boccale. -  A questo punto, se non vorranno dirci niente neanche stavolta, a prescindere che sia andata male o malissimo, aggiusteremo noi le cose facendoci raccontare tutto, per filo e per segno. Terrò io l’interrogatorio.-
- Perché tu? – chiese George, incuriosito.
- Felpato ha fallito.  Tu sei mentalmente provato per via della tua crisi. Anche Harry è emotivamente instabile, visto che oltre al Peggior Bacio, ha vinto anche Peggior Valentino, oggi. Ron non è candidabile. Lee Jordan  ha i suoi affarucci con Hagrid. Rimango io. – elencò con un sorriso, mostrando le dita al fratello, che sospirò.
- EHI. – protestò Lee Jordan, inascoltato.
- Ha senso. –  annuì invece George, consapevole delle sue mancanze.
- Come qualsiasi cosa io dica. – completò lei, con un sorriso soddisfatto.
- Poveri ragazzi a disagio sperduti… - mormorò Harry, il viso rivolto verso la finestra, mentre cercava di guardare fuori.
 
 
 
- Credo di aver perso il conto, ma ho smesso di giocare contro di lui dall’età di dodici anni. Ero diventato bravo perché mi piaceva se riuscivo a mangiare con l’alfiere. Era particolarmente violento. – Fred aveva annuito tra sé, con un sorriso esageratamente nostalgico. Hermione aveva storto il naso, rubandogli una Gelatina Tutti Gusti.
- E’ un gioco da barbari. Gli scacchi Babbani non si muovono. –
- Oh? – Fred  si era girato, incuriosito. – In quel modo ti intrattiene molto di meno. Quindi tu… hai tenuto il conto delle partite che hai fatto con  Ronnie? –
Hermione aveva annuito di malavoglia.
- E quante volte hai perso? –
- Tutte.  –
- Si, ma quante? – aveva insistito Fred, con un ghigno. Oh, si, era ovvio che non avesse mai vinto.  Lui voleva un numero.
Hermione lo aveva guardato, incrociando le braccia. - Non te lo voglio dire. –
- Me lo dirai per… quattro gomme Bolle Bollenti. –
- Cinque. E tu non riderai. La prenderai diplomaticamente. –
- Affare fatto.  –
Hermione sospirò, chiudendo gli occhi.
- Sessantasette. –
La risata di Fred l’aveva raggiunta all’istante.
-  FRED WEASLEY. –
 
 
 
 
- Allora, entriamo? – chiese Fred. I due si trovavano nuovamente davanti ai Tre Manici di Scopa, Hermione annuì. Avevano concordato che il bisogno di bere Burrobirra era largamente più importante del timore di un interrogatorio.
- Bene. – Fred sorrise – Non vedo l’ora di raccontare loro cose come Hermione Prefetto Granger che improvvisa una Rissa alla Testa di Porco. Voglio vedere le loro facce. – non sentendo risposta, si voltò verso di lei, inclinando la testa. Hermione si trovava due passi dietro di lui, e lo guardava assorta, la fronte corrugata.
– Granger? Preferisci che la rissa sia da Piediburro? Sarebbe ancora più divertente. Immagina, cuori e coriandoli volanti su… –
- Credo tu mi piaccia. – la voce di Hermione era pensierosa, come se stesse accettando in quel momento il fatto. – Sì, mi piaci. Odio dare ragione a quelli lì. – indicò la porta del pub, con un gesto vago – Ma… sì, ecco. Mi piaci. –
Fred boccheggiò per un secondo.  Rimase a fissarla a bocca spalancata per diversi secondi, prima di scoppiare in una risata sincera. Si chinò leggermente, battendole con delicatezza la mano sulla testa, prima di girarsi ed entrare ai Manici, senza voltarsi indietro.
 
 
 
 
 
Hermione passò la serata a borbottare tra sé nella camerata, con una Lavanda Brown estremamente divertita che ascoltava seduta sul letto.
- Pat pat. Mi ha fatto pat pat. Uno si dichiara, e quello ti fa pat pat. Uno perde un’INTERA GIORNATA A NON STUDIARE PER UN DANNATO WEASLEY, E QUELLO TI RIDE IN FACCIA E TI FA PAT PAT SULLA TESTA. MA CHE RAZZA DI RISPOSTA E’? MA E’ UNA RISPOSTA? MA HA CAPITO? PAT PAT. PAT PAT. IO LO SCHIANTO. MERLINO MI PERDONERA’.–
 
 
 
Non ci credo neanche io, di essere riuscita ad aggiornare.
Spero vi sia piaciuto il capitolo, a voi che ancora leggete questa storia
Un bacio, e buon natale <3
dram
   
 
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