CHAPTER 3

La mattina seguente ero distrutta. Non avevo quasi per nulla dormito perchè avevo continuato a pensare a quel ragazzo misterioso. Mi girai e rigirai nel letto fino a che tutte furono pronte. Così, banalmente, inventai una scusa dicendo che stavo male e che, per quel giorno, avrei preferito rimanere in hotel. Tutte se ne andarono e io restai lì. Ferma. Inerte. Con la mente piena di dubbi e decisa a scoprire chi diavolo fosse quel ragazzo. Con la determinazione mai avuta nella vita, mi cambiai, scesi a fare colazione e iniziai a chiedere per tutto l' albergo se qualcuno aveva visto un ragazzo che se andava in giro con felpa e sciarpa in piena estate. Ovviamente le risposte della gente non mi portarono da nessuna parte; all'ora di pranzo ero ancora in balia del nulla più assoluto. Decisi di andare a mangiare direttamente così che avrei ricominciato prima la mia investigazione. Entrai nella grande sala da pranzo semivuota e mi sedetti ad un tavolino in un angolo. Stavo su Instagram con il mio telefono quando ad un tratto, alzai lo sguardo e qualche tavolo più avanti a me, vidi una felpa nera con il cappuccio tirato su, una sciarpa che copriva il volto e dei bellissimi occhi color oceano che fissavano un punto al di fuori della grande vetrata. Assolutamente senza pensarci due volte, mi alzai e senza sembrare una pazza assassina, mi sedetti di fronte a lui come se nulla fosse. Determinata più che mai a scoprire il suo nome e il suo "grande segreto", iniziai a fissarlo fino a che entrambi scoppiammo a ridere.
< Sentimi bene, non mi interessa niente di chi tu sia...voglio sapere il tuo nome. Adesso!!! Perchè ho rinunciato a questa bellissima giornata per cercarti > dissi indicando fuori dalla finestra.
< Mi dispiace che tu abbia dovuto rinunciarci , ma io davvero non posso dirti chi sono. Potresti prenderla male, bene , potresti diventare pazza...non voglio rischiare. Sei la prima persona, oltre ai miei amici, che mi parla in modo civile facendo un discorso e dicendo frasi di senso compiuto senza urlare o diventare appiccicosa e soprattutto, mi parli perchè ti va di farlo e non perchè hai un secondo fine. Tutto ciò perchè non sai chi sono. > disse Lui tutto d'un fiato.
< okkey ascoltami, ora che mi hai detto così, sono ancora più curiosa di scoprire chi sei. Ti prometto che non urlo, e non divento appiccicosa e continuerò a parlarti perchè sei divertente e perchè mi piace farlo. Lo giuro > allungai verso di lui la mia mano con il mignolo insù come quando si fanno le promesse da bambini. Timoroso allungò anche lui il suo migliolo e lo intrecciò al mio. Sempre tenendo il mio mignolo improvvisamente in modo quasi impercettibile disse < sono Niall dei onedirection > una volta comprese ed analizzate le sue parole, scoppiai a ridere così forte che mi fece male la pancia. Mi guardò storto.. Lasciò la mia mano abbassò il cappuccio e tolse la sciarpa dal viso. In una frazione di secondo la mia bocca si spalancò e restò li immobile. Incapace di fare qualsiasi altro movimento, senza che me ne rendessi conto, le mie guance iniziarono a rigarsi di lacrime. Più lo guardavo e più non ci potevo credere. Lui era li fermo come se si aspettasse una reazione totalmente differente. Non riuscivo più a controllare il mio corpo, ero lì immobile e interdetta davanti al mio idolo, senza riuscire a fare nulla. Nel secondo che segui, mi sentii una stupida e iniziai a ricompormi piano piano. Niall era li e continuava a fissarmi con i suoi bellissimi occhi. Si alzò, fece il giro del tavolo e mi abbracciò facendomi alzare il culo da quella maledetta sedia. Mi strinse forte fino a che non smisi di piangere. Mi staccò un po' da lui per potermi osservare meglio e alla fine sorrise. Bastò solo quello per tranquillizzarmi. Proprio in quel momento gli arrivò una telefonata e mi disse che se ne doveva andare.
< Grazie per la bellissima chiacchierata > ... fece per andarsene, ma ci ripensò e tornò veso di me dicendo < mi piacerebbe conoscerti meglio > si avvicinò e mi baciò la guancia. Restai lì ferma in mezzo alla sala da pranzo e lo guardai andarsene fino a che scomparve dalla mia visuale. Era stata in assoluto la iornata più incredibile e assurda della mia vita.