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Autore: rosewhite    22/05/2009    4 recensioni
Una storia basata su doveri e bugie.. piena di colpi di scena e verità dolorose.. Chi riuscirà a starmi dietro?
[Me ne starò li e guardami bruciare Ma va tutto bene Perché mi piace Il modo in cui fa male Me ne starò li E mi sentirò piangere Ma va tutto bene Perché amo Il tuo modo di mentire...Amo il modo in cui menti]
Genere: Avventura, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Sorpresa, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Successivo alla saga
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Capitolo 4

 

P.V. ROSE

 

La serata non era stata male, certo non eravamo andati a cena fuori, e quanto meno a mangiarci un gelato, ma tutto sommato la serata era andata davvero bene. Eravamo andati a fare una passeggiata in centro e poi nel bosco. Con Stefan mi trovavo stranamente bene, ero sempre stata un lupo solitario, e per me era strano star bene in compagnia di qualcuno che non fosse né Erik né Jane. A fine serata mi riportò a casa con la sua moto, la mia era rimasta qui blindata nel garage per evitare che qualcuno la prendesse. Possessiva? Io? Si ma solo con la mia moto! Scese anche lui dalla sua moto rossa e mi accompagnò fin sotto il portico di casa, come si faceva in tempi ormai passati. Si avvicinò lentamente a me. Che cavolo stava facendo? Ma soprattutto perché io non mi spostavo? Le nostre labbra si incontrarono in un casto bacio che durò poco perché io mi scostai.

- Non correre piccolo! – dissi ad un centimetro dalle sue labbra, mi voltai e mentre aprivo la porta lo salutai senza nemmeno girarmi. Appena entrai in casa trovai Nicole e Jason sul divano.

- Allora com’è andato l’appuntamento? – mi chiese Nicole voltandosi.

- Appuntamento è una parola grossa, uscita vorrai dire –

- Vabbè quello che è, comunque com’è andata? –

- È andata – risposi alzando le spalle. Nicole lanciò un gridolino.

- Ma dai Rose avete come minimo 60 anni di differenza – disse Jason.

- Si ma me li porto bene – dissi con faccia impassibile.

- Si per un vampiro millenario – disse lui ridendo. Gli saltai addosso facendolo cadere a terra sotto di me che me ne stavo inginocchiata sul suo torace.

- Scusa ma forse ho capito male. Cos’hai detto? – gli chiesi accostando la mia bocca al suo collo.

- Io? E chi ha parlato? – disse in un misto di paura e divertimento. Ridemmo tutti e tre ed io scesi dal torace di Jason che si rialzò velocemente. Però Jason aveva ragione, sembravo una pedofila, anche se fisicamente sembravamo entrambi dei diciottenni, io ero di 65 anni più vecchia di lui. Ma in fin dei conti, se andava bene a lui stare con una vecchietta, vecchietta poi, con una vampira di quasi 90 anni... e quei 90 anni li sfioravo vertiginosamente, meno di 24 ore e sarei diventata realmente una nonnina novantenne, se pur bloccata nella sua eterna bellezza da diciottenne.

Passai la notte a suonare il piano, era da quando ero arrivata a Forks che non lo toccavo, povero pianoforte. Smisi di suonare quando dei lievissimi raggi di sole colpirono il mio braccio, facendolo così risplendere in polvere di Diamanti. Decisi di andare a sgranchire un po’ le gambe avventurandomi nel bosco quando, cammina cammina, mi ritrovai nei pressi di casa Cullen. Era strano come le nostre due case erano separate solo da quel bosco.

Nel giardino c’erano solo tre Cullen. Bella intenta a guardare il paesaggio, Esme che innaffiava con cura i fiori e Stefan che leggeva un libro. Quest’ultimo alzò di poco lo sguardo appena sentì i miei passi e mi sorrise abbassando il libro.

- Ciao – salutai tutti.

- Ciao Rose come mai da questa parti? – mi chiese Bella voltandosi verso di me.

- In realtà stavo passeggiando nel bosco e sono spuntata qui – dissi accennando ad un sorriso. Parlammo un po’ quando sentii dei passi rapidi sempre più vicino. Da vicino ad Esme sbucarono Edward, Jasper, Emmett e Carlisle. I ragazzi si avvicinarono a noi mentre Carlisle si fermò vicino alla sua dolce metà. Ci salutammo e dalla stradina che portava alla casa sentii il rumore delle ruote che strisciavano sulla ghiaia e il motore della Volvo avvicinarsi, come volevasi dimostrare la macchina parcheggiò perfettamente al suo posto. Dalla macchina uscirono Alice, Rosalie e Renesmee con in mano 100 buste, sgranai gli occhi, ma almeno loro sembravano essersi divertite.

Passai con i Cullen altre due ore quando Alice ci disse che stava arrivando qualcuno. Tutti si voltarono nella direzione in qui stava guardando. Vidi una sagoma avvicinarsi e rimasi sconvolta quando capì a chi apparteneva. Capelli corti biondi, lineamenti abbastanza marcati, ma non da uomo, più da giovanotto, come lo definivo io, occhi di un dorato un po’ spento e fisico spettacolare, naturalmente pallidissimo.

- Erik! – urlai abbracciandolo di peso. Lo presi alla sprovvista e lui barcollò ma non cadde per nostra fortuna.

- Hu non mi aspettavo un accoglienza così! – disse sorridendomi mentre mi spostavo. Poi sentii un altro aroma.

- Come mai sento l’odore di Jane? – dissi sicura che Aro non l’avrebbe mai fatta uscire dalla fortezza a Volterra. Vidi con la coda dell’occhio i Cullen irrigidirsi.

- Rose non è possibile che non ti si può nascondere niente! – disse una voce di bambina fin troppo familiare. Alzai lo sguardo e la vidi su uno dei rami più alti di un pino. Scese con un salto e si mise alla destra di Erik.

- Ok ora fatemi riprendere un attimo dallo shock! Come siete riusciti a convincerli a farti uscire? – chiesi ad una Jane sorridente. Aveva i lunghi capelli biondi ( anche se so che nel libro li ha neri) gli occhi di un rosso cremisi un po’ oscurato, viso e corpo da bambina.

- Semplicemente gli abbiamo detto il motivo della nostra visita e mi hanno detto di dirti che io sono il tuo regalo e che, naturalmente, se cambi idea sei sempre la benvenuta! – spiegò brevemente la ragazzina che mi stava di fronte.

- Sogno o son desta? – dissi non potendo credere a ciò che mi aveva detto.

- Visto che sei una vampira e non puoi dormire, e di conseguenza sognare, mi sa che sei sveglia. E ti ricordo che non mi hai ancora salutata – disse guardandomi in modo offeso. L’abbracciai, mi era mancata! Poi lei guardò Bella con sguardo atroce, mi spostai avanti a lei.

- Jane ti prego, allora come mai siete qui? – ridomandai per distrarre la baby vampira.

- Ma come Rose non ti ricordi che oggi è… - iniziò Erik, ma mi ci fiondai addosso, avevo capito cosa voleva dire, e me ne ero scordata. Oggi era il mio compleanno. Jane rise come non faceva da tempo. Una risata cristallina!

- Parla ed io ti giuro che ti uccido – sussurrai al mio migliore amico. Andammo a casa mia, la mia nuova famiglia doveva sapere che Erik e Jane erano venuti a Forks, con noi vennero anche i Cullen.

- E pensare che fino a poco tempo fa ero io l’unica tua famiglia – disse Erik pensieroso seduto sul divano nero con il gomito poggiato allo schienale e la guancia sul palmo della mano, la caviglia sinistra sulla gamba destra in una posizione, anche se probabilmente non se ne accorgeva, molto attraente, anche se comunque per me era come un fratello.

- Questa sera andiamo in discoteca, dobbiamo festeggiare – disse Jane.

   
 
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