Cap. 4
Per un attimo i due ragazzi stettero lì a guardarsi, incerti
su cosa fare. Poi si avvicinarono e si abbracciarono. Krum sfiorò la guancia di
Hermione con un bacio.
Insieme si diressero alla villa. Krum teneva un braccio
attorno ai fianchi di Hermione.
-
Io è veramente felice che tu è qvi,
Hermione
-
Anche io, Viktor.
Un tossicchiare alle loro spalle li riscosse. L’uomo che
aveva accompagnato Hermione si stava avviando con i bagagli.
-
Oh, qvesto è Boris. Lui è mia gvardia
del corpo – disse Krum – non è granché come
maggiordomo, ma conosce inglese meglio di me… – aggiunse bisbigliando.
Hermione rise.
Guardò Krum. Non era cambiato affatto dall’ultima volta che
si erano visti: capelli e occhi nerissimi, naso aquilino, camminata un po’
goffa. Solo lo sguardo era mutevole. Quando
(raramente) si rivolgeva agli altri, era torvo e scuro. Se restava a parlare
insieme a lei, invece, cambiava: era uno sguardo
dolce, sincero e timido allo stesso tempo.
Avevano raggiunto la villa. Era veramente enorme, quasi un
castello. Tutte le stanze erano grandi e spaziose, arredate elegantemente con
divani e quadri antichi.
-
Così questa è casa tua… – disse Hermione guardandosi intorno.
-
Oh, no – rispose Krum – qvesta è casa
estiva, per le vacanze…
La camera di Krum era forse la più
semplice, con una bella libreria su una parete e la sua scopa da
quidditch, una splendente Nimbus Millennium, l’ultimo modello non ancora in commercio,
vicino al letto.
Ma la stanza che la lasciò senza fiato fu senz’altro la
biblioteca: enorme, grandissima, con migliaia, forse milioni di libri, da fare
invidia alla biblioteca di Hogwarts.
-
Io passa molto tempo qvi – disse Krum
– mi piace leggere – aggiunse con fare innocente, alzando le spalle.
Hermione restò a bocca aperta.
-
Domani io fa vedere a te lago – aggiunse – adesso è ora di cena,
vieni.
La portò in una grande sala dove
una tavolata immensa era ricca di portate che provenivano da varie parti del
mondo.
-
Bene, Viktor,
ecco tva affascinante amica…
Quello che aveva appena parlato
doveva trattarsi del padre di Krum, data la somiglianza. Avevano lo stesso naso, notò
Hermione. Era alto, molto più di Viktor, e portava un abito nero, lungo fino ai
piedi. I capelli erano neri e ordinati, al contrario di quelli del figlio, che erano piuttosto lunghi e perennemente davanti agli occhi. I
lineamenti del viso, però, erano pressoché identici.
-
Hermione, mio
padre Xavier. Papà, Hermione Granger.
-
Incantato – Xavier
Krum si inchinò e le fece il baciamano. Aveva lo
sguardo molto serio.
-
Piacere –
disse Hermione. In quel momento una scopa sfrecciò giù dalle scale con a cavallo un bambino sui sei anni. Arrivò a tutta
velocità verso di loro e stava quasi per atterrare sulla tavola imbandita quando Viktor si gettò su di lui tenendolo bene
stretto in braccio e cominciando a fargli il solletico.
-
Argh... mio fratello Yuri… – disse con
affanno mentre il piccolo si dimenava per liberarsi.
Al contrario di Viktor, Yuri Krum aveva due grandi
occhi verdi e un bel
nasino all’insù.
-
Viktor, Yuri, per favore… non vorrete far scappare la nostra ospite
prima di cena… – ecco la spiegazione: sulla soglia c’era una donna molto bella,
alta e slanciata, evidentemente la madre di Viktor e Yuri.
Aveva i capelli scuri come quelli di Viktor, lisci, molto
lunghi, e gli occhi verdi – Viktor, tesoro, non mi presenti questa
ragazza?
-
Sì, mamma –
rispose lui, un po’ imbarazzato – questa è Hermione Granger. Hermione, mia
madre, Nadine.
-
Lieta di conoscerla
– disse cortesemente Hermione. Non voleva fare brutte figure davanti ai
genitori di Viktor.
Il padre di Krum fece
un cenno invitandola ad accomodarsi, e tutti si sedettero per la cena.
Hermione si guardò
intorno, non sapendo da dove cominciare. Decise di servirsi di una porzione di quello che sembrava un pasticcio di carne.
-
Tu freqventi Hogvarts, a qvel che ho capito, dico bene? – le chiese il padre di
Viktor.
-
Esatto – rispose lei – comincio il quinto anno a settembre.
-
Mmm… e come ti sembra, in qvanto a organizzazione?
-
Beh, mi sembra un’ottima scuola… il professor Silente, soprattutto, è
molto in gamba – disse Hermione, non sapendo bene cosa rispondere.
-
Silente, eh?
Sì, l’ho incontrato l’anno scorso… ottimo mago, senza dvbbio
– disse lui, con aria poco convinta.
-
Anche Harry Potter frequenta quella scuola, non è così? –
intervenne la madre di Krum, facendo avvicinare un piatto di verdure con la
bacchetta.
-
Sì, siamo in classe insieme – rispose Hermione. Krum mosse un
labbro, impercettibilmente. Non aveva dimenticato quanto la sua Hermione fosse affezionata a Potter, tanto che aveva creduto che
stessero insieme, smentito poi da tutti e due.
-
E il vecchio Piton insegna ancora
Pozioni? – chiese ancora Xavier Krum. Hermione annuì, e lui non sembrò molto
contento.
La cena proseguì
tranquillamente, ed Hermione venne a sapere che Viktor, finita la scuola, si
era dedicato a tempo pieno al quidditch, e che faceva tournée in tutto il mondo
con la nazionale Bulgara e il suo club, una squadra rumena di Bucarest, già
campione d’Europa per il quinto anno consecutivo. Naturalmente lui era l’asso
della squadra, nonché recordman di età, boccini
catturati e detentore del trofeo per la migliore Finta Wronsky
dell’ultima Coppa del Mondo. Viktor le disse che il mese seguente sarebbe
partito per un torneo in Cile, poi avrebbe fatto
qualche partita in Giappone e in Francia prima dell’inizio del Campionato vero
e proprio.
Si era fatto molto
tardi e, finito di mangiare, Krum accompagnò Hermione
nella camera degli ospiti, (che era molto vicina alla sua, pensò Hermione). Era
grande e lussuosa come tutte le altre, ma speciale.
Hermione si guardò
intorno. Le pareti erano dipinte con paesaggi meravigliosi di posti fantastici
che sembravano uscire da un sogno; c’erano unicorni e sirene che danzavano su
una musica dolcissima che sembrava provenire dalle foglie delle piante. C’erano
prati immensi e cieli multicolori punteggiati da qualche stella luminosa. I
fiori emanavano un profumo intenso e dolce e i personaggi dell’affresco
sorridevano e salutavano i due ragazzi.
-
Ehm… ti piace?
– chiese Krum.
-
E’…
è bellissima… –
Hermione non trovava parole per descrivere quella meraviglia.
Krum sorrise.
-
Bè, allora… ci
vediamo domani… buonanotte Hermione… – disse guardandola speranzoso.
-
Buonanotte
Viktor – rispose lei abbracciandolo forte. Krum si chinò e la baciò sulla
guancia, poi si voltò e si allontanò silenziosamente.
Grattastinchi si
avvicinò ad Hermione cominciando a fare le fusa. Lei
lo accarezzò dolcemente; guardò attraverso una grande
finestra che dava sul lago. La luna era piena e luminosa e le stelle brillavano
nitide in cielo, l’ideale per un compito di divinazione, se l’avesse avuto. Ma Hermione in quel
momento pensava soltanto a quanto era felice di essere lì con Viktor.