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Autore: ___Page    20/12/2016    3 recensioni
Se pensate di aver capito male, vi tranquillizzo subito. Il vostro udito non ha nulla che non va, avete sentito bene. Ho detto proprio strega.
E tra tutti i vampiri, licantropi, mutaforma e incubi che se la contendevano, Perona ha scelto proprio me. Portuguese D. Ace. Un comune essere umano. Certo, ex capitano della squadra di rugby del liceo, consumato playboy negli anni adolescenziali e con un sorriso mozzafiato ma pur sempre un comune essere umano.
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Aggiornamenti lenti.
Genere: Comico, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Drakul Mihawk, Koala, Perona, Portuguese D. Ace, Trafalgar Law | Coppie: Nami/Zoro
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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È veramente pazzesco. Vivere per più di vent’anni nello stesso posto e non sapere dell’esistenza di un luogo come questo.
Non è come se non fossi mai stato nel bosco. Voglio dire, chi di noi bambini nati e cresciuti a Raftel non ci è mai venuto di nascosto per giocare ai cacciatori o agli esploratori. O ai pirati anche. Ma, dall’altro lato, chi mai avrebbe immaginato che dietro al cimitero si nascondesse un posto così.
-Piace?!-
Mi girò di scatto verso Perona che mi osserva speranzosa, ferma vicino a uno dei due alberi nodosi. -Oh. Oh sì! Certo che mi piace! Sì sì!- annuisco energicamente e poi faccio un’altra panoramica della piccola radura.
Non le ho detto una bugia. Insomma posso assolutamente affermare che mi piace. In… in una qualche misura… focalizzandomi su determinati dettagli… se non la prendo globalmente…
Tipo le lucciole! Insomma chi avrebbe mai detto che a una festa di demoni ci sarebbero state delle lucciole?! Certo assomigliano parecchio a delle vespe, con il pungiglione e tutte emanano una tetra luce viola e ronzano come i mosconi quando si schiantano contro il vetro della finestra per cercare l’uscita ma sono… lucciole!
Così come le farfalle! Cioè, non sono affatto certo che siano davvero farfalle perché hanno otto ali accartocciate e sono parecchio nere e dove volano lasciano una scia scura e sinceramente quei quattro occhi così visibili fanno parecchio senso ma non è come se mi facessero schifo. Sono… alternative! E a me alternativo piace!
E poi ci sono questi bellissimi fiori verdi e fuxia che spuntano qua e là ai piedi degli alberi spogli e sono davvero splendidi e… e… e quel fiore si è appena allungato e ha mangiato una delle farfalle nere?! Ha… tirato fuori la lingua?! Ha i denti?!?!
-M-ma dove sono gli altri?- cambio rapidamente argomento mentre nella mia testa elenco di nuovo tutte le regole per sopravvivere alla serata, tra cui è appena entrata a fare parte di diritto anche “stare lontano dai bellissimi fiori verdi e fuxia e carnivori”.
Mi passo una mano tra i capelli, nervoso. Non posso farci nulla, ho lo stomaco ridotto a una poltiglia, dannazione. Dai Ace! Un po’ di quella roba! Dov’è finito il tuo senso dell’avventura?!
La cosa che mi conforta è che Perona non sembra essersene accorta, quando mi prende la mano e mi guida verso l’altro lato della radura. -Sono proprio qui dietro!- risponde, ridendo poi spensierata mentre giriamo intorno a un gruppo di tre alberi, per imboccare un sentiero costeggiato da piante a cui servirebbe una bella spolverata[1] da tante ragnatele ci sono sopra. -Questa è un’anticamera della radura vera e propria, una specie di atrio. A parte che sarebbe troppo piccola per farci la festa ma soprattutto, più si sta in profondità nel bosco, meglio è.-
Mentre camminiamo mano nella mano comincio a rilassarmi. Essere agitati perché sto per conoscere la famiglia di Perona ci sta ma esserlo perché sono demoni è ridicolo. Anche Perona lo è eppure è la persona… creatura più meravigliosa che abbia mai conosciuto in vita mia.
Andrà tutto bene, ne sono cert…
-WOAH!- esclamo bloccandomi e trascinandomi istintivamente Perona dietro le spalle.
Un ragno gigantesco[2] si è appena calato dalla sua ragnatela e se ne sta sospeso a mezz’aria, dondolando e impedendoci di proseguire. Non che io abbia un problema con i ragni, né con gli insetti in generale, ma, a parte le dimensioni da OGM, questo qui ha francamente tutta l’aria di essere velenoso. Mi guardo intorno alla ricerca di un pezzo di legno o un sasso con cui levarlo di mezzo ma prima di riuscire anche solo a individuarne uno, Perona si stacca da me e mi supera. -Ma che ti prende?!- domanda perplessa, camminando dritta verso il ragno ma guardando me da sopra la spalla.
-Perona no! Att…- cerco di metterla in guardia ma le parole mi muoiono in gola quando si ferma a pochi millimetri dal ragno e si gira verso di lui.
-Buonasera!- lo saluta con un sorriso.
Non riesco a nascondere lo shock sul mio volto quando dopo alcuni secondo capisco che sta parlando con lui. Con il ragno. La mia ragazza sta amabilmente conversando con un ragno gigante.
Beh non… non dovrebbe stupirmi dato che è una banshee, giusto?! Voglio dire, me l’ha spiegato molto bene che è del tutto normale per lei essere in empatia e diretto contatto con la natura che la circonda. E giustamente la natura comprende anche questo enorme, peloso e sicuramente velenoso insetto.
Quindi la mia ragazza può conversare con i ragni e lo fa anche volentieri. Okay, non è un problema, non lo è affatto. Posso accettarlo.
-Chi lui?!- domanda Perona prima di lanciarmi un’occhiata e regalarmi un sorriso innamorato che non posso non ricambiare. -Oh no, nessun sacrificio! Lui è il mio ragazzo!-
Strabuzzo gli occhi. Ha detto “sacrificio”?!
Il ragno pensava che fossi un sacrificio?! Perché il ragno pensava che fossi un sacrificio?!
Sto per cedere all’impulso di chiedere spiegazioni a proposito quando una strana sensazione mi distrae, come una piccola scarica elettrica che mi mette sull’attenti. Mi volto cauto e scruto in mezzo agli alberi e ai cespugli secchi. Stasera sarò anche paranoico ma ho la netta sensazione che qualcuno ci stia osservando.
-Perona…- la comincio a chiamare mentre mi volto e sobbalzo quando me la trovo a due passi da me. Non me l’aspettavo, ero concentrato su altro, ma soprattutto cosa ci fa il ragno sulla sua spalla?!
-Ti presento Andromeda.- mi dice, indicando l’insetto con un cenno del capo.
Rimango un attimo interdetto e sposto gli occhi da lei ad Andromeda un paio di volte prima di riscuotermi. Sorrido seducente e chino appena il busto in avanti. -Piacere di conoscerti, Andromeda. Che nome affascinante.- mi complimento facendo un rapido occhiolino a Perona. Andromeda zampetta rapida verso il suo collo e per un attimo il terrore che la stia per mordere mi attraversa ma mi bastano due secondi di calma autoimposta per capire che in realtà si sta solo nascondendo tra i suoi capelli, imbarazzata dal mio complimento.
Sorrido ancora di più. Finirò di stupirmi, stasera?!
Ricominciamo a camminare e, anche se non riesco a crederci neppure io, faccio il possibile per coinvolgere nella conversazione anche Andromeda, grazie anche all’aiuto di Perona che interpreta dal ragnarese… ra… ragnese?! Ragnano?!
Quello che è, insomma.
Mi concentro anche per evitare di chiederle del sacrificio. Non voglio che pensi che sono spaventato o teso o che non credo che lei sarebbe pronta a tutto per difendermi.
Dopo qualche minuto non ci sto più nemmeno pensando e sto ricominciando a rilassarmi quando di nuovo la sensazione di essere osservato mi colpisce. E stavolta non è sola. A meno di non essere impazzito, qualcosa ha appena ringhiato in mezzo agli alberi.
-Hai sentito?- domando a Perona, fermandomi di botto.
-Che cosa?- scuote appena la testa lei.
-Quel…- mi interrompo, mettendomi in ascolto. Dannazione sono sicuro di non essermelo imm… -Eccolo! Lo hai sentito stavolta?!-
-Ma di che parli Ace?-
-Del ringhio. Qualcuno sta ringhiando là dentro.- rispondo, fissando concentrato tra gli alberi.
-Come? Sei sicuro?!-
-Sì. Ascolta!- le dico e subito raggiunge il mio fianco. E quando il ringhio risuona di nuovo, basso e vibrante, mi giro di scatto verso di lei, aspettandomi che lei si giri verso di me ma invece continua a fissare in mezzo al bosco con le mani sui fianchi e un’espressione poco amichevole. -Piccola, tutto be…-
-Vuoi farla finita?!-   
Sgrano gli occhi preso in contropiede. Ma che ho fatto ora?!
-I-io non…-
-Vieni fuori, muoviti!-
-Perona ma con chi ce l’hai?!-
Anche senza la sua risposta, che comunque non arriva perché è troppo concentrata a cercare di incendiare il bosco con lo sguardo, devo attendere solo pochi istanti per scoprirlo. Il fruscio aumenta sempre più finché una tigre non esce dagli alberi, continuando a ringhiare.
Santo Roger ma che ci fa una tigre nel bosco di Raftel?! Dove siamo finiti?!       
Ora però non ho il tempo per pensare a queste cose. Determinato, mi sposto di lato per avvicinarmi a Perona. Apro le braccia per proteggerla, anche se la tigre, che mi accorgo solo ora è cieca da un occhio, sembra interessata più che altro a me.
-Perona. Allontanati lentamente.- le dico sottovoce solo che lei non mi sente, così come non sembra essersi minimamente accorta del mio tentativo di farle da scudo. Anzi è piuttosto furibonda a giudicare dalla sue espressione.
-E allora?! Da quanto ci stai seguendo, Zoro?!?-
Nel preciso momento in cui lo chiama per nome, accadono molte cose insieme. La tigre ringhia ancora più forte, io mi accorgo che ha tre spade legate al fianco[3] e la voce nella mia testa ricomincia a darmi dell’idiota colossale. E, purtroppo, mi trovo d’accordo.
Con un ultimo ringhio, Zoro abbassa il capo e fa ruotare la coda per tre volte. Pochi attimi e di fronte a noi non c’è nessun felino di nessun genere ma un uomo con i capelli verdi, una cicatrice che gli attraversa l’occhio sinistro e un occhio destro molto sano che mi fissa truce e incazzato.
Francamente, preferivo la tigre.
-Da quando avete superato il cimitero.- risponde asciutto e Perona stringe i pugni e gonfia le guance indignata.
-Non sono più una bambina!-
-Appunto per questo ti ho seguito. Ciao Ace, come stai?-
-Ehi Zoro!- lo salutò, cercando di suonare almeno un po’ entusiasta e non troppo nervoso. Non sarebbe male se riuscissi a smorzare un po’ la tensione nell’aria. E non vi dico quanto sarebbe meglio se Zoro smettesse di fidarmi così. -Bene, bene, sto benone grazie! E tu?! Hai già conosciuto Andromeda?!- gli domando, indicando la tarantola e realizzando solo a posteriori cosa sto facendo.
Ma cosa sto facendo?!
-Siete in ritardo.-
-Sì, il che è un evento, essere arrivati così tardi da averti dato il tempo di trovare la strada giusta! E dal momento che ci hai spiati, sai benissimo che non ci siamo attardati a fare niente di ciò che pensi!-
Zoro si gira finalmente a guardare sua sorella, le braccia al petto e un sopracciglio alzato. -Ho detto che vi ho cominciato a seguire dopo il cimitero. Non so cos’avete fatto prima.-   
Perona sgrana gli occhi indignata e avanza di un passo verso di lui, stringendo le mani a pugno. -E non sono affari tuoi.- sibila per poi incamminarsi pestando i piedi lungo il sentiero, senza aspettare né lui né me.
Io e Zoro rimaniamo fermi a fissarla che si allontana, lui impassibile e io, lo ammetto, un po’ disperato. Zoro mi guarda in tralice prima di girarsi completamente verso di me. -Dunque…- comincia e mi posa una mano sulla spalla e al confronto Andromeda mi sembra improvvisamente un adorabile animaletto da compagnia. -…mi pare che tu sia un bravo ragazzo, Ace, anche se ci conosciamo poco. E nella mia famiglia non siamo razzisti, non abbiamo nessun problema con gli umani. Perciò se la tratti bene io farò il possibile per impedire a mio fratello di usarti come cavia per studiare la vostra anatomia. Ma se dovesse piangere per colpa tua Law avrà solo la soddisfazione di poter analizzare il tuo cadavere e non farà in tempo a trasformarti in cadavere con le sue mani perché ci avrò già pensato io. D’accordo?-
Cerco di mantenere un contegno e annuisco piano, mentre mando giù litri di saliva. Zoro ghigna e finalmente smette di premere sulla mia spalla. -Bene.- commenta e si incammina anche lui, facendo sbattacchiare le spade. -Sai come arrivare alla radura?-
Guardo dritto davanti a me e mi accorgo che il sentiero battuto su cui io e Perona abbiamo camminato finora è perfettamente visibile e ben spianato. Impossibile sbagliarsi.
-Sì.-
-Allora ci vediamo là.- dice, piegando le ginocchia e il busto come se si stesse preparando a fare un balzo.
-Ehi!- lo richiamo, ritrovando la mia spavalderia. Si gira, interrogativo, e io sollevo il mento. -Io la amo. Non ho intenzione di farla soffrire.-  
Zoro ghigna di nuovo ma non mi risponde. Con un salto è di nuovo in forma di tigre e dopo pochi secondi  sparisce alla mia vista, come Perona poco fa.
Sospiro, tra il sollevato e lo stanco e mi passo una mano tra i capelli. La serata non è nemmeno iniziata e io sono già esausto. Ma questo non ha assolutamente importanza, perché Perona ci tiene che io sia lì con lei e quindi io ci sarò, nonostante le piante carnivore, i ragni velenosi e le minacce di morte.
Non mi ci vuole molto per raggiungere finalmente la radura vera e propria. Scopro che il sentiero svolta in un paio di punti ma è talmente ben tracciato che è impossibile perdersi. Ed è dopo una terza curva che mi ritrovo sul limitare dell’ampio spiazzo circondato da alberi, dove una dozzina di persone è riunita. Cerco subito Perona e, dopo averla individuata che parla con Robin, mi guardo intorno. Anche qui è pieno di quelle strane lucciole e quelle strane farfalle e ovviamente di quegli inquietanti fiori. Gli alberi, che formano un cerchio perfetto, sono spogli e sulla destra rispetto a dove mi trovo io si apre un altro sentiero battuto, più stretto di quello alle mie spalle. Fiammelle di colore rosso scuro, quasi sangue, fluttuano a mezz’aria, diffondendo una luce cupa ma più che sufficiente per distinguere i volti dei presenti anche a questa distanza, e un tavolo di legno grezzo, così grezzo che sembra un tutt’uno con la radice a cui è appoggiato[4], presenta una vasto assortimento di cibi e bevande, al margine opposto rispetto a dove mi trovo io.
Con sollievo noto che comunque non c’è niente che assomigli a un altare sacrificale o a un calderone abbastanza grosso per cuocermici dentro. Mi faccio coraggio e avanzo, abbandonando definitivamente il sentiero e entrando nella radura. Con ogni passo, tutti in direzione di Perona ovviamente, la mia spavalderia e la mia determinazione crescono, rendendomi sempre più sicuro di me ma, fatti pochi metri, uno spostamento alle mie spalle mi coglie impreparato e mi immobilizzo. Lancio un’occhiata dietro di me ma non c’è nessuno. Devo essermelo immaginato. Alzo il piede per tornare sui miei passi ma ecco che lo sento di nuovo e stavolta due mani, affusolate e pallidissime, si posano sulle mie spalle.
-Guarda un po’ chi abbiamo.- mormora una voce soave. -Finalmente è arrivato il nostro sacrificio.-
Mi irrigidisco e giro la testa, cercando di nascondere lo shock come meglio posso. Una ragazza con enormi occhi ambra e capelli verde lime mi osserva sadica. Sostengo il suo sguardo ma quando mi sorride, rivelando due file di denti così appuntiti che sembrano delle sciabole, non riesco a non deglutire rumorosamente. Una parte del mio cervello sta già pensando che è finita, che sta per azzannarmi quando la tipa scoppia a ridere, una risata cristallina, il che la rende ancora più inquietante.
-Oh santo inferno! Vedessi che faccia hai fatto!-
-Monet! Non infastidire il nostro ospite!- la ammonisce una voce dall’altra parte della radura. Monet continua a fissarmi con un sorriso prima di stringersi nelle spalle e scomparire apparentemente nel nulla.
Mi rigiro, un po’ per scoprire che fine ha fatto un po’ per vedere chi mi ha salv… chi ha parlato. Monet ha attraversato la radura a una velocità impressionante e ora è vicina al tavolo di legno dove altre due parenti di Perona stanno preparando credo un cocktail. Si somigliano moltissimo, capelli neri, occhi di un blu indefinibile e vista la differenza di età sospetto che siano madre e figlia.
Ma la madre, che è anche la persona che ha rimproverato Monet, ha un qualcosa che… È… È bellissima e io… non riesco a levarle gli occhi di dosso. Penso sia la donna più bella che io abbia mai visto, io… m-ma che mi prende?!
-Scusa zia Boa.- mormora Monet, dandomi qualcos’altro su cui concentrarmi. Mi concentro su di lei, che appoggiata al tavolo con il busto piegato in avanti, osserva di sottecchi la ragazza accanto a Boa e così simile a lei anche se nemmeno lontanamente affascinante quanto lei. Almeno dal mio punto di vista, Monet la pensa diversamente a giudicare da come si lecca le labbra. -Però avrei proprio bisogno un attimo di Baby.- aggiunge.
La ragazza accanto a Boa solleva la testa di scatto a quelle parole e si gira a guardare Monet. -Come hai detto?- le chiede a corto di fiato.
-Baby mi sta aiutando, ora non…- risponde Boa, senza smettere di pestare degli strani frutti per estrarne il succo ma non finisce nemmeno la frase che Monet afferra Baby per il polso e per un attimo sembrano scomparire nel nulla solo per riapparire su un altro lato della radura, Baby con la schiena appoggiata la tronco di un albero e Monet schiacciata contro di lei che… che…
Okay, quello che sta facendo si può descrivere solo con “le sta mangiando la faccia” ma data la situazione ho paura che potreste fraintendere e pensare che Monet stia letteralmente mangiando la faccia a Baby. Il fatto è che dire che la sta baciando non rende l’idea. È troppo poco davvero.
Ma che poi, mica sono cugine?! Che l’incesto sia considerato normale nella comunità demoniaca?!
Monet si gira a guardarmi mentre Baby continua a marchiarla sul collo e mi lancia un’occhiata piena di lascivia prima di sorridere di nuovo, sfoderare i denti a sciabola e riavventarsi su Baby. Distolgo lo sguardo di scatto.
O santo Roger… Forse ora davvero le sta divorando la faccia… Non credo di volerlo scoprire.
-Ti aiuto io, mamma.-
Sollevo gli occhi quando la voce di Perona mi raggiunge, curioso. Nonostante sia stato a casa sua un paio di volte non ho mai visto i suoi e mi stupisco non poco quando mi accorgo che si è avvicinata al tavolo e sta parlando con Boa. Quindi è lei sua madre? Non lo avrei mai indovinato, non si somigliano per niente. A parte per il fatto che sono entrambe mozzafiato.
Anche se Boa è così… così… Oh merda, non di nuovo! Ace riprenditi! È la madre della tua ragazza!
-Perona non ti ha posto il sigillo vero?-
Smetto di picchiarmi la fronte con il pugno e mi giro verso Robin. Ma che hanno tutti che saltano fuori dal nulla in questo posto?
-Ciao Robin.- la saluto prima di aggrottare le sopracciglia. -Il sigillo?-
Robin sfrega i palmi tra loro per scaldarli e poi li appoggia sulle mie tempie. -Solo un piccolo incantesimo che abbiamo imparato tutti per contrastare il potere di mamma. Non lo fa consciamente ma potrebbe sedurre anche il più integro degli uomini con una sola occhiata.-
-Credevo che quella fossi tu.- ribatto con un ghigno, sperando di apparire simpatico. Giuro che vuole essere una battuta e, per fortuna, Robin lo capisce.
Mi sorride divertita e un po’ lusingata. -Infatti io ci riesco nonostante il sigillo ma solo se voglio.- toglie le mani dalla mia testa. -Va meglio?-
Scuoto appena il capo e mi accorgo che in effetti sì, va meglio. È come se riuscissi a sentire, vedere e pensare più lucidamente. Solo che non mi ero accorto che non riuscivo a sentire, vedere e pensare lucidamente fino a un attimo fa. Provo a girarmi verso il tavolo e finalmente riesco di nuovo a focalizzarmi solo ed esclusivamente su Perona. Boa non mi fa più nessun effetto, a parte che non posso negare la sua oggettiva bellezza, e sorrido sollevato.
-Grazie Robin!-
-Figurati. Ora andiamo a prendere qualcosa da bere, ti va? Sembra che Perona sia già in astinenza da te.- mi propone con un sorriso etereo e insieme attraversiamo la radura. -Come saprai anche Baby è una lamia.- mormora, facendo un cenno alle sue cugine che sono ancora impegnate a divorarsi le labbra a vicenda. -Lei non ti ha fatto lo stesso effetto di mamma per via di Monet. Le lamie sono mosse da un’insaziabile bisogno d’amore ma, mentre Baby vuole solo qualcuno che la ami follemente e da amare allo stesso modo, mamma vuole essere amata e apprezzata da tutti quelli che la circondano. Quando ha intorno molta gente con il sigillo diventa un po’ irritabile e melodrammatica perciò non farci troppo caso stasera, okay?- annuisco, attento a memorizzare bene tutto. Vorrei chiederle qual è l’esatta differenza tra lei e una lamia ma non voglio apparire troppo ins… -Il mio potere origina invece da tutt’altro interesse. Come Law, io sono particolarmente ingorda di sapere e il momento in cui la mente ammassa tutte le proprie conoscenze in un confuso ma compatto groviglio è precisamente quello che precede l’orgasmo. E così, un attimo prima che la nostra vittima raggiunga l’apice, io e mio fratello facciamo nostre le loro conoscenze e, credimi, è un momento estremamente soddisfacente anche per noi. Come un doppio orgasmo.- Per poco non mi strozzo con la mia saliva. Certo che questi demoni sanno come godersi la vita. -Ovviamente se siamo coinvolti emotivamente. In questo non siamo diversi da voi umani.- precisa, guardandomi serafica. -Se così non è, non proviamo alcun piacere fisico ma solo soddisfazione mentale. Mentre se siamo coinvolti davvero non riusciamo a carpire le conoscenze del nostro partner senza il suo consenso.-   
Avevo già avuto questa sensazione la prima volta che l’ho incontrata[5] ma ora ne sono certo. Robin è fantastica. Fintanto che è mia alleata, si capisce. Migliaia di domande mi affollano la testa ma soprattutto vorrei chiederle di spiegarmi nel dettaglio il potere di Perona e tutto ciò che può fare, un discorso che, non so perché, lei cerca sempre di evitare o deviare. Non vuole parlarne e io non voglio forzarle la mano. So aspettare e quando sarà pronta di sicuro lo farà. Anche se la tentazione di chiedere a Robin è tanta.
Ma il tempismo non è a mio favore a quanto pare. Capisco che la lezione è finita quando Robin si ferma e mi posa le mani sulle spalle. Siamo a pochi metri dal tavolo di legno e Perona continua a lanciarmi insistenti occhiate senza smettere di aiutare sua mamma. -Per caso avete incontrato Zoro?- mi chiede, scrutandomi ora seria e io rimango interdetto.
Come fa a sapere sempre tutto così?
-Sì in effetti…- mi guardo intorno perplesso. Ma dov’è finito? In teoria sarebbe dovuto essere già qui.
-Oh non preoccuparti. Se ha smesso di seguirvi si è sicuramente perso. Arriverà entro un’ora.-
Perso?! Ma persino un idiota sarebbe riuscito ad arrivare qui seguendo il sentiero!
-Ti ha minacciato?- chiede ancora e io mi porto una mano alla nuca, imbarazzato.
-Eeeh. Sì.- ammetto con un mezzo sorriso e anche lei sorride di nuovo, come prima.
-Bene. Allora devi affrontarne solo altri due.- afferma mentre mi fa girare verso il tavolo.
Il sorriso mi scivola via dalla faccia, la baldanza scompare di nuovo. Dall’altro lato del tavolo, di fianco a Perona e con gli occhi fissi su di me, spuntato ovviamente anche lui fuori dal nulla, c’è Law.           
 
 

[1] E il fatto che lo stia dicendo io, credetemi, è preoccupante.
[2] Non sto esagerando, sarà grande quanto una mano di Franky!
[3] Cosa che avrei dovuto notare subito, dato che non è una condizione normale per una tigre.
[4] Era effettivamente la radice modificata per sembrare un tavolo ma mi ci è voluta tutta la sera per capirlo.
[5] Lei è l’unica che posso dire di aver davvero conosciuto della famiglia. Law e Zoro li ho solo incrociati un paio di volte che ero con Perona e in tutte e due le occasioni si sono preoccupati più di minacciarmi che di presentarsi. 
  
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