“puoi
entrare nella testa dei demoni?” mi chiese Dean fissandomi
con un’aria da
spettro.
“si,
nel caso di un demone abbastanza vecchio però, riesce a
entrare anche lui nella
mia, con gli umani invece è più
semplice” dissi
“cosa
significa con gli umani è più semplice, leggi
nella mente degli uomini?leggi
nella mia??” mi chiese Sam guardandomi stupito.
“no,
quella è una porta che ho chiuso da un po’,
però se volessi riuscirei a farlo”
dissi guardandolo negli occhi.
“come
chiuso la porta? Che significa?” Sam era curioso e voleva
sapere tutto, i suoi
occhi brillavano, e mi chiese tutto sui miei poteri.
Avevo
questi poteri da un po’ ormai, lo capii quando iniziai a voci attorno a me,
all’ inizio credevo di essere
pazza, poi capii che era vero quando iniziai a chiedere e a capire cosa
sentivo
in realtà, erano i loro pensieri. Cacciando capii che i
pensieri dei demoni
erano molto più forti, e inizia a concentrarmi, a capire
cosa potevo prevedere
in anticipo, e così riuscì ad anticipare le loro
mosse, i loro colpi, con il
passar del tempo, i miei poteri si rafforzavano, riuscivo a gestirli
meglio e diventai
sempre più forte, decidendo però di
concentrarmi per non sentire più i pensieri degli uomini,
era così estenuante e
stancante dover sentire, costantemente, cose intime, e di dover
affrontare
tutto questo. Capii come chiudere tutto questo, creai una membrana, una
sorta
di blocco sulla mia testa, non sentivo più i loro pensieri,
ma se volevo,
concentrandomi sarei riuscita a focalizzare la mia attenzione su
qualcuno e
quindi a sentire i suoi pensieri .
Spiegai
tutto questo a Sam e a Dean, che mi ascoltarono come paralizzati.
Quando finì
di raccontare la mia storia, Dean mi guardò e mi disse con
tono di sfida:
“puoi
entrare anche nella mia, ora?” mi guardò con quei
suoi occhi, creando due
piccole proprio attorno ad essi, come se stesse cercando di
concentrarsi.
Per un
attimo aprii quella porta e vidi i pensieri di Dean.
“ma
pensi sempre e solo al sesso? “ gli dissi con
l’aria davvero superiore.
“cosa
hai sentito?” mi chiese spalancando gli occhi e aprendo la
bocca.
“si,
sono vere- dissi indicandomi il seno- e no, non credo che la cameriera
del bar
verrebbe a letto con te “ gli dissi guardandolo fisso.
Lui mi
guardò.
“beh
questo è da vedere” disse sorridendo
maliziosamente.
Scossi
la testa velocemente ed ecco che la mia testa tornò vuota,
silenziosa.
“sono
stanca, voglio andare nel mio letto” dissi guardando Sam .
“ti
accompagniamo noi” disse Dean duro.
“Juan
te la senti di restare da solo?” gli chiesi in preda
all’ansia per il mio unico
amico.
“certo
piccola, vai pure, sai che me la so cavare bene da solo.” E
mi sorrise con quel
suo viso davvero buono.
Mi
alzai dal tavolo lentamente, ma appena misi piede a terra mi sentii di
nuovo
male. Avevo sforzato troppo la mia mente, prima on il fantasma, ora con
la
lettura del pensiero di quel malato di Dean.
E fu
proprio quest’ultimo a prendermi e a reggermi.
“ ti
portiamo proprio a casa ora”. E mi mise il braccio attorno
ala vita per reggermi.
“grazie”
gli dissi guardandolo negli occhi.
Non
disse niente ma la sua espressione mi fece capire che aveva accettato
il mio
ringraziamento, e mi portò fuori lentamente, reggendomi e
facendomi calore.
Quando
mi mise in macchina mi vennero in mente mille domande.
“dove
dormirete stanotte?” chiesi a Sam quando si mise a sedere
accanto a Dean.
“non
credo che dormiremo stanotte, faremo viaggio in macchina. “ e
dicendolo guardò
Dean che non diede alcun segno di vita. Teneva gli occhi sulla strada e
guidava.
“dove
devo girare?” mi chiese a un bivio.
“a
destra” gli dissi. Guardandolo nello specchietto retrovisore,
ma lui non
ricambiò alcuno sguardo.
“Sam
dormite da me, davvero, non c’è problema, ho una
camera in più, vi potete
mettere lì e dormire.”
Lo
guardai cercando di fargli capire che mi avrebbe fatto piacere.
“non
possiamo, dobbiamo cercare un altro lavoro.” Mi disse Dean.
La sua voce era
dura, il suo sguardo di pietra fisso sulla strada.
“Dean
io sono stanco, dormire mi farebbe bene, davvero” disse Sam
guardandolo e
facendo la sua voce dolce.
“Sam
no, dobbiamo essere lontani domani.” Disse Dean guardando
stavolta, era la
prima volta che staccava gli occhi dalla strada.”
“Dean
una sola sera non ci cambia niente” Sam stava ancora parlando
quando dissi a Dean
che doveva girare a Sinistra.
“Sammy
decidi tu” disse infine Dean.
“Alex
l’invito era serio?” mi chiese Sam con la sua
vociona seria.
“ma
certo, sarò lieta di avervi come ospiti” dissi
sorridendo a Sam.
Quando
finalmente arrivammo li feci entrare in casa.
Era un
po’ solitaria e in mezzo al verde, ma a me piaceva, aveva due
piani, e sopra
c’erano le due stanze da letto. Era la casa che avevo
ereditato da mio padre,
l’unica cosa materiale che mi aveva tramandato.
Li feci
accomodare, al’ingresso, era tutto in disordine.
“ragazzi
scusate per il disordine, ma ci sono raramente a casa “ dissi
guardandoli e
scusandomi.
“non ho
niente da mangiare, ho solo latte e biscotti per domani, mi
spiace” dissi
ancora scusandomi.
“Non
preoccuparti” disse Sam.
Dean
guardò la stanza con aria un po’ dispettosa e
altezzosa.
“dove
posso mettermi a dormire?” mi chiese senza nemmeno guardarmi.
“di
sopra, seconda porta a destra, entrate e accomodatevi, purtroppo
dovremo
dividere il bagno, lo concedo prima a voi”
dissi a Sam. Ormai parlavo solo con lui, Dean era troppo
duro e
altezzoso.
“bene,
buonanotte, io vado a dormire”
disse
guardando Sam.
“ti
aspetto di sopra” gli disse salendo le scale.
“bene,
hai bisogno di una mano per salire i gradini?” mi chiese Sam.
“no,
grazie, ora salgo anche io, non preoccuparti.” Gli dissi.
Lo vidi
salire le scale e lo sentii aprire la porta.
Ero a
casa mia, dopo giorni ero di nuovo a casa mia, mi sentivo ancora girare
la
testa, ma era una sensazione che avevo imparato a gestire. Resti un
po’ ferma,
a godermi il gusto del profondo silenzio che regnava in casa,quando
sentii dei
colpi provenire da sopra, e allora mi resi conto che non ero sola in
casa.
Salii i
gradini facendo attenzione a dove mettevo i piedi, e mi ritirai in
camera,
quando sentii che finalmente entrambi i fratelli erano andati in bagno
corsi
filata a fare una doccia, mi cambiai e subito mi sentii meglio.