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Autore: benmirw    21/12/2016    0 recensioni
" Il fatto è che ero pieno di speranze come non lo ero mai stato prima, vedevo il nostro rapporto finalmente andare in una direzione positiva, stava diventando sempre meno tossico, più piacevole e salutare. E quelle volte in cui litigavamo e riuscivamo a risolvere prima che uno dei due uscisse dalla porta di casa sbattendola violentemente, io, Eve, mi sentivo così bene ed in pace. "
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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15 Dicembre, 2015
Cara Eve,
 
Oggi, anzi, questa mattina alle 7.58, Jess e Josh sono entrati in casa con una di quelle scatole enormi, sai, quelle nelle quali tu speri che non ci sia un albero di Natale. Ed indovina, Eve? Si, c'era un albero di Natale. E lo so, lo so che Natale è la mia festa preferita, il Natale mi piace quasi quanto te, ma quest'anno non so se ho voglia di festeggiarlo. Mia sorella, Barbara, verrà a Liverpool per Natale insieme a quel teppista di mio fratello, Frankie. I miei li scaricano qui per il Natale e vanno a farsi una gran bella vacanza da soli, poi però a capodanno tornano e ci vogliono tutti e tre a Manchester per festeggiare con la famiglia. Anche Jess e Dylan tornano a Manchester, anche Josh torna dalla sua famiglia a Londra. Sai che, da quando sei via, Jess e Josh non sembrano voler nascondere il loro rapporto, come facevano prima. Non so se effettivamente lo facevano per te, o è il Natale che li ha portati ad amarsi di più. L'altra sera, al pub, Josh ha anche preso la mano di Jess fra le sue, come per riflesso, e lei è arrossita subito, io e D le abbiamo sorriso. Vogliamo solo il meglio per lei.
 
Comunque, quei due mi hanno svegliato presto questa mattina, contro la mia volontà. Jess è subito entrata in cucina, come un uragano, insomma: è Jess; ed ha iniziato a preparare la colazione per tutti e tre. Ha preso la tua tazza per metterci il caffè dentro. Io l'ho presa, svuotata, lavata e messa al suo posto. Jess mi ha accarezzato una guancia e poi ha preso un'altra tazza. Come fa a capirmi così bene, Eve? Neanche tu avresti capito, forse perché non mi ami abbastanza. Jess invece mi vuole bene, me l'ha detto in aeroporto. "Ti voglio bene, Carl, non scordarlo". Me l'ha detto abbracciandomi, prima di andare ognuno a casa propria. Lei mi vuole bene come una vera amica, ma tu mi ami come dovresti, Eve?
 
 Non lo so, mi hai lasciato. Mi hai lasciato a far l'albero di Natale solo con Jess e Josh. Gli altri anni l'abbiamo sempre fatto insieme e poi abbiamo fatto l'amore. Mi manchi. Sono qui con la tua tazza in mano mentre sono sdraiato sul divano, guardo l'abete illuminato, ti penso. Tu mi pensi? Come sono gli Stati Uniti d'America? Ti trattano bene? Mi manchi.
 
Ti amo.
 
 Carl.
 
So I'll never say die,
I'm never untrue
 I'm never so high as when
 I'm with you
And there isn't a fire that
 I wanna walk through
My army of one is going to fight for you.
 
 16 Dicembre, 2015
 
Cara Eve,
 
 Tra pochi giorni casa mia sarà invasa da trucchi di ogni genere, ormoni adolescenziali e macchinine giocattolo di un rosso fiammeggiante.
 
Ti ricordi quando nacque Frankie? Ti conoscevo già da un anno ormai, e potevamo definirci amici per la pelle. Sono scappato durante l'ora di matematica e mi sono beccato anche due settimane di sospensione. Quando arrivai in ospedale tu eri lì che mi aspettavi insieme a mia sorella, coperta da una pesante sciarpa, con un po' di febbre e le guance rosse. Eri venuta perché volevi essermi vicina in quel momento importante, anche se la scusa è stata la scommessa.
 
Ricordi? Mia madre non volle sapere il sesso del bambino, tu scommettesti una cena al Wilmer che sarebbe stata femmina. Io vinsi. Quando per la prima volta vidi Frankie pensai che fosse davvero identico a mia sorella, ma sperai che almeno avesse preso il mio carattere, cioè quello di mia madre. Niente da fare, sta crescendo come una seconda e cocciuta Barbara. Mia sorella mi manca. Però tu mi manchi di più. O forse no? Mi hai lasciato solo, Eve. Disperato e speranzoso, come un povero cane lungo il ciglio di una lunga ed interminabile strada.
 
Mi ami?
 
 Il fatto è che ero pieno di speranze come non lo ero mai stato prima, vedevo il nostro rapporto finalmente andare in una direzione positiva, stava diventando sempre meno tossico, più piacevole e salutare. E quelle volte in cui litigavamo e riuscivamo a risolvere prima che uno dei due uscisse dalla porta di casa sbattendola violentemente, io, Eve, mi sentivo così bene ed in pace. Hai distrutto tutto con quella notizia.
 
Era settembre, i corsi erano ripresi da quasi un mese ormai, ci incontrammo a mensa, c'erano anche gli altri. Jess era stranamente silenziosa e con gli occhi cupi. Dylan evitava il contatto visivo con me. Tu, Eve, col carattere fermo e da ingannatrice che hai, sei riuscita ad abbindolarmi, eri sorridente, che bel sorriso che hai. Mi sorridevi così tanto e non potevo che essere felice. Quando ho chiesto a Jess "cos'hai?" tutti quanti mi hanno guardato stralunati, è stato un po' strano, forse brutto, sai? Lei comunque non mi ha risposto, scrollando semplicemente le spalle. Quando siamo tornati a casa, tutto si fece più cupo. Il tuo sorriso diminuiva, ti preparavi allo scontro, Eve?
 
Siamo tornati, ci siamo messi sul divano dopo aver preparato quella tisana ai lamponi che mi piace tanto, la tua testa appoggiata alla mia spalla, una mano che mi accarezza la coscia sopra ai jeans stretti. Cercavi di rilassarmi prima della tempesta, Eve? Ti sei girata verso di me, mi hai guardato negli occhi, è stato lì che ho definitivamente capito che non stava per niente andando tutto bene.
 
"Vado via".
 
Hai sussurrato.
 
Con un sorrisetto orgoglioso ed accennato sul volto.
 
"Cosa?"
 
Ti ho chiesto confuso.
 
 "Sono stata presa per un progetto, si"
 
 Il tuo sorriso che si allargava sempre di più, fiero dei tuoi risultati.
 
 "Come?"
 
Deluso.
 
"Si, Carl, a Dicembre vado a New York, non è fantastico?"
 
Adesso ti eri alzata, mi stavi di fronte, eccitata e felice per l'opportunità che ti era stata data.
 
 "Ancora non posso crederci, non pensi sia straordinario?"
 
Quasi saltellavi dalla gioia, i tuoi occhi diventavano sempre più luminosi.
 
"Cioè, andrò a New York a studiare e lavorare e sarò addirittura pagata, tu potrai venire a trovarmi, potremmo fare un sacco di cose insieme lì … noi due, ..non pensi..?"
 
Esitante, così ti avrei definita. Cercavi forse di capire cosa stessi guardando di così interessante nel vuoto, Eve? Niente, ecco cosa. Niente. E' questo ciò che mi hai lasciato, Eve: niente. Mi sei venuta vicino, mi hai preso il viso pallido tra le tue mani morbide. "Cosa c'è?" Mi hai chiesto con quella voce, quella dannata voce, Eve, come hai osato. C'è che mi hai lasciato solo, c'è che quello debole sono io e non tu, c'è che sono sempre io quello che se la deve vedere da solo, senza un caldo abbraccio. Perché mi hai dato dell'egoista quando ti ho risposto "Mi lasci solo"? Davvero sono io l'egoista che pensa solo al suo bene? Ok, fantastico, allora ridimensioniamo il significato di questa parola, perché mi sa che non è giusto. Non è giusto, Eve. Proprio come mi hai risposto tu. "Non è giusto, stai pensando solo al tuo bene! E' un'opportunità unica per la mia carriera". E allora, Eve, come avrei mai potuto risponderti se non urlandoti contro che finalmente stava andando tutto bene? Che finalmente era arrivato il nostro momento felice? Quello felice che stavamo aspettando da tanto? Stava funzionando, Eve, prima che tu mi urlasti contro. "Non si tratta di te, nella mia vita ci sono io e basta!" E allora 'fanculo, quella volta la porta l'ho sbattuta proprio forte. Hai rovinato tutto. Sono distrutto, buonanotte.
 
Ti amo.
 
 Carl.
  
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