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Autore: cecchino_2028    21/12/2016    0 recensioni
Un inverno freddo e piovoso nella contea di Lullaby, un gruppo di amici con la spensieratezza tipica dei diciassette anni, poi la tempesta, non solo in cielo, ma anche tra quelle giovani vite.
Genere: Drammatico, Malinconico, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La jeep di Daniel percorreva il viale di ghiaia, man mano che superavano le macchine parcheggiate sotto gli alberi si resero conto che gli unici a mancare erano loro, ma data la quantità di invitati, forse, la loro assenza era passata inosservata. Daniel passò con destrezza sull'erba del prato dietro la villa, la musica proveniente dal fienile si faceva più alta man mano che si avvicinavano alla costruzione.
Il giovane Epstein fece scivolare la mano sulla coscia candida di Elizabeth, lasciata scoperta dal vestito nero che indossava, la ragazza gli strinse con forza il polso, ruotandolo quel tanto che bastava per allontanare quella maledetta mano dalla sua pelle. «Dan, quante volte te lo devo dire?» domandò, facendo scivolare uno sguardo di disappunto sull'amico. Solo quando la jeep si fermò in uno spiazzo libero non troppo lontano dal fienile, Daniel si voltò verso Elizabeth e replicò «non ti capisco davvero Beth, perché non riesci a lasciarti andare con me? Ti farei felice, lo sai». La ragazza scosse la testa, lasciando che i capelli le sfiorassero le spalle, coperte solo da una giacca di pelle, poi scese dall'auto in fretta, senza neanche rispondere all'amico. «Almeno lascia che ti copra con il mio ombrello» le urlò dietro Daniel, ma la ragazza era già arrivata al fienile.

 

Il fienile era diviso in due piani, sopra c'erano due camere ed un bagno, ed al piano terra un grande open space in cui quasi un centinaio di corpi sudati stavano ballando al ritmo della musica che Christopher stava mixando.
Christopher DiSebastiano era uno degli amici di Daniel ed Elizabeth, aveva i ricci biondo-cenere schiacciati dalle grandi cuffie bianche che aveva alle orecchie, gli occhi azzurri saettavano dal computer al mixer, senza mai soffermarsi sulla folla, perché l'unica cosa che interessava a Chris era la musica, veniva prima di ogni altra cosa, anche degli amici, perfino dell'amore.
Beth fece correre lo sguardo sulla folla dalla sua posizione privilegiata, l'entrata comprendeva tre scalini che scendevano verso il parquet della stanza, e da quell'altezza riusciva a vedere Valerie e Lyndon che ballavano avvinghiati l'uno all'altra.
Valerie Lloyd era entrata a far partedi quel gruppo sgangherato nell'esatto istante in cui aveva ceduto alla corte serrata di Lyndon, portando una ventata di novità tra quei ragazzi che si conoscevano da tutta una vita; era la figlia del pastore evangelico di Lullaby, ma tanto quanto il padre era credente, lei era lontana dalla religione. I lunghi capelli neri le ricadevano in ciocche lisce sulla schiena, lasciata scoperta da un vestito argentato, gli occhi nocciola erano cerchiati di nero e non si staccavano neanche un attimo da quelli del fidanzato.
Lyndon Reed era il più piccolo del gruppo, teneva le mani sui fianchi della fidanzata, i capelli castani tenuti immobili dalla gelatina ed un rivolo di sudore gli accarezzava la tempia, passando per gli occhi scuri, che si chiusero per un attimo, infrangendo il percorso della goccia, che si abbatté sulla maglia bianca, che recava la stupida stampa di un cartone giapponese.
Daniel quasi si scontrò con Elizabeth sulla porta, ne approfittò per farle scivolare le mani sui fianchi in una carezza leggera, che la ragazza quasi non sentì, perché altre mani, altre braccia, la strinsero. Samuel sorrise all'amica e, poi, al cugino, che si limitò a scoccargli uno sguardo di fuoco per aver interrotto quella carezza. Beth si lasciò afferrare da Sam, che la trascinò verso l'angolo opposto della stanza, vicino alla porta finestra socchiusa, verso Paz e Pablo.
Paz e Pablo Mendoza erano gemelli, avevano entrambi i capelli neri, che lei portava lunghi ed arricciati in morbide ciocche, e lui corti, quasi rasati, ogni singola curva del loro viso era identica, anche gli occhi, due pozzi neri, resi lucidi dall'alcool. Paz abbracciò l'amica non appena la raggiunse, mentre Pablo le mise in mano un bicchiere colmo di birra, che Beth accolse con un sorriso smagliante.
Dan si era perso nel tragitto, aveva abbandonato l'amica ed il cugino solo per virare verso il tavolo degli alcolici, dove rubò una lattina di birra, con tanto di sorriso accondiscendente di Ellis.
Ellis Johnson era la padrona di casa, arrossì nel vedere Dan rivolgerle quel suo sorriso caldo e tutto denti, e fu costretta a scuotere la testa per coprirsi con i capelli biondi, così da nascondere il rossore che le aveva imporporato le gote; quando si decise a rialzare gli occhi bronzei, Dan era già scomparso tra la folla.

 

L'attenzione di tutti i ragazzi era attirata dalla scena più assurda del mondo, Tom e Rob che ballavano a poca distanza dalla consolle, anche Chris che non aveva mai alzato lo sguardo sulla stanza, fu costretto ad alzare gli occhi per guardarli. I due stavano ballando in modo sensuale, l'uno contro l'altro, muovendosi sinuosi. Tom teneva le mani sui fianchi stretti di Rob, che ballava appoggiandosi completamente al petto dell'altro.
Thomas Dillion era, almeno in via teorica, lo sciupafemmine del gruppo, anche vista la scena a cui stavano assistendo nessuno lo avrebbe mai detto, lui che aveva sempre i capelli biondi in ordine, lasciò che Rob ci passasse in mezzo le dita, scompigliandoli, mentre i suoi occhi grigi correvano su quel corpo magro e sinuoso che ballava contro il suo.
Robert Altmann, invece, dovrebbe essere quello più riservato della compagnia, un tipo sempre sulle sue, che era riuscito ad aprirsi e confidarsi solo con pochi eletti, per questo fu tanto strano vederlo ballare e scatenarsi a ritmo della musica, soprattutto perché quegli occhi verdi, sempre coperti da una zazzera di capelli neri, stavano sfidando l'intera sala a dirgli qualcosa, a provare a parlare di lui, come se quel guscio in cui si era sempre rinchiuso, per quella sera, si fosse rotto.

 

D'un tratto, in sincrono, i loro cellulari vibrarono per la ricezione di un messaggio, e tutto ciò che avevano attorno scomparve.

 

 

   
 
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