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Autore: cecchino_2028    21/12/2016    0 recensioni
Un inverno freddo e piovoso nella contea di Lullaby, un gruppo di amici con la spensieratezza tipica dei diciassette anni, poi la tempesta, non solo in cielo, ma anche tra quelle giovani vite.
Genere: Drammatico, Malinconico, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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N.d.A. Il capitolo che state per leggere comprende l'uso di alcune parole forti, o per essere più precisi, insulti nei confronti di una donna e diverse imprecazioni, e racconta, senza scendere troppo nel particolare, l'uso di sostanze stupefacenti.

 

 

 

 

Il primo che estrasse il cellulare per leggere il messaggio fu Pablo, che sorrise nel leggere il mittente: Ellis. Erano poche parole per dar loro appuntamento nella sua stanza, ed i fratelli Mendoza scattarono verso le scale, per raggiungere la camera di Ellis al piano superiore. Nel tragitto verso il piano superiore, riuscirono a rubare due bottiglie di vodka alla fragola, che strinsero possessivi, mentre correvano su quei dieci scalini che culminavano nel ballatoio del secondo piano. La stanza di Ellis era grande, al centro campeggiava un enorme letto, sul quale Paz si lasciò cadere, tanto che la gonna le si alzò scoprendo l'ennesima porzione di cosce nude. Pablo, con un sorriso, si stese accanto alla sorella e svitò il tappo dalla vodka, per berne un sorso generoso direttamente dalla bottiglia. Un attimo dopo la porta si aprì e Christopher fece la sua entrata in scena. Aveva lasciato andare in loop un mix che aveva preparato diversi mesi prima, ed anche con la porta chiusa riuscì a sentire il frutto del suo lavoro, la musica techno rimbombava nel suo petto, nonostante fosse lontano dalla consolle. Chris si lasciò cadere sulla sedia della grande scrivania di ciliegio, le inseparabili cuffie bianche lasciate a ciondolare sul collo, sorrise a Paz e Pablo, per poi rubar loro una bottiglia di vodka e prendere il primo sorso di alcool della serata.

Elizabeth aveva bevuto fin troppo, tanto che Sam fu costretto a sorreggerla mentre saliva le scale, lei si lasciò sfuggire una risatina e si accasciò sulla spalla dell'amico, che la strinse un po' più a sé, beccandosi uno sguardo di rimprovero da Dan, che li seguiva insieme ad Ellis. Quando entrarono in camera il sorriso di Pablo si allargò, il suo sguardo corse sulla padrona di casa, che afferrò per il polso magro e si trascinò addosso, facendola cadere sul suo petto, che vibrò in una risata calda. Dan andò a sedersi sulla cassapanca ai piedi del letto, seguito da Beth che si accasciò sulla moquette azzurra ed appoggiò la schiena alle gambe dell'amico, nonostante la rabbia, Daniel non riuscì a non infilarle una mano tra i capelli profumati, e Beth –profondamente egoista – accettò quelle carezze. Sam rubò la bottiglia di vodka dalle mani di Chris con una risata ubriaca e del tutto insensata, lasciò che il liquido rosa scendesse nella gola e gli infiammasse la trachea, poi si gettò a terra, al fianco di Beth, che tornò ad appoggiare la testa sulla sua spalla, senza che, però, Dan smettesse di accarezzarla.
Valerie e Lyndon entrarono in camera quando la prima bottiglia di vodka era già finita, nel silenzio più completo, nessuno di loro aveva detto una parola, si erano limitati a bere e sorridersi, godendosi la pace ed il silenzio. La coppia aveva portato altre bottiglie di vodka ripescate dal tavolo al piano terra, mentre una vuota rotolava sulla moquette.
Gli ultimi a raggiungere la camera furono Tom e Rob, sudati, eccitati ed ubriachi, entrarono nella stanza, trovando due bottiglie di vodka vuote accanto al comodino, e sorrisero chiudendosi la porta alle spalle. «Allora, vi ho chiesto di venire qui, perché» ruppe il silenzio Ellis, per poi estrarre dalla tasca dei jeans una bustina colma di polvere bianca, che risvegliò l'interesse di tutti gli altri, e non furono necessarie altre parole.

Tom aveva strappato la bustina di mano ad Ellis e ne aveva vuotato il contenuto sulla scrivania, per poi dividerla in undici strisce perfettamente uguali. Fu Ellis ad arrotolare una banconota da dieci dollari e calarsi sulla scrivania per prima, perché era la padrona di casa, seguita a ruota da Tom, e poi da Rob, che lanciò un pacchetto di sigarette contro il petto dell'amico. Tom sorrise ed afferrò il pacchetto, per poi spingere Rob fuori dalla stanza. Chris, senza chiedere, si abbassò sulla sua striscia, ed uno ad uno come in una strana processione religiosa, i ragazzi si appropriarono della loro parte. L'ultima fu Elizabeth, che si trascinò con fatica verso la scrivania, per poi ricadere sulla moquette. Dan la fissò con occhi dolci, completamente perso nelle sue fantasie su di lei, ed in un primo attimo non si accorse che Sam si era calato su di lei per stamparle un bacio sulle labbra. Se ne rese conto solo quando Beth allacciò le braccia dietro il collo di suo cugino e lo tirò contro di sé, buttandoselo addosso, tra le sue gambe, aperte per lui.
La prima reazione fu quella di massacrare il cugino, prenderlo per il colletto del maglione e scaraventarlo dall'altra parte della stanza, allontanarlo il più possibile da lei, per poi prenderlo a calci e pugni, per godere del rumore delle sue ossa che si spezzavano.
Il secondo pensiero fu di lanciare contro di loro la bottiglia che aveva in mano, inondarli prima di appiccicosa vodka alla fragola, e poi dei pezzi di vetro, e di nuovo prendere a calci il cugino, magari proprio su quella bocca che si muoveva sinuosa su quella di Beth.
Non riuscì a capire cosa dovesse o volesse fare, seppe solo che la mano di Pablo si serrò sulla sua spalla, bloccandolo, tenendolo seduto a terra, a due passi di distanza da quei due che non sembrano avere intenzione di staccarsi. E se non poteva ferire con i pugni perché Pablo lo teneva, decise che poteva farlo con le parole, per questo dalle sue labbra sfuggì un «troia».

L'insulto sembrò rimbombare nella stanza, nonostante la musica che proveniva da sotto, il chiacchiericcio tranquillo di Ellis e Paz, ed il rumore umido dei baci di quei due sdraiati sulla moquette. Raggiunse prima le orecchie di Sam, che si staccò e voltò la testa verso il cugino, scrutandolo con sguardo di fuoco, poi a quelle di Beth che lo fissò delusa.
Dan si rese conto che Pablo, per lo stupore, lo aveva lasciato andare, ed approfittò della situazione, con un scatto felino che non credeva possibile, si avventò sul cugino, ed i due rotolarono sul pavimento, azzuffandosi, colpendo ogni porzione di corpo che riuscivano a raggiungere. Ben presto, però, Dan ebbe la meglio, era più massiccio e riuscì a bloccare il cugino sotto di sé, per poi tempestarlo di pugni, prima sullo sterno, togliendogli il fiato, poi sul naso, fratturandolo. Il primo a buttarsi su Daniel fu Chris, il più vicino ai cugini, lo afferrò per le ascelle e lo trascinò via dal corpo sanguinante di Sam, che si stava contorcendo sulla moquette per il dolore. Lyndon e Pablo si chinarono su di lui tentando di bloccarlo per evitargli di farsi ancora più male. Ellis e Paz avevano smesso di parlottare e fissavano scioccate Dan che si contorceva tra le braccia di Chris, e Sam steso a terra. Valerie dovette sedersi sui cuscini della finestra a bovindo per non svenire alla vista del sangue. Nessuno si rese conto, però, di Beth, che aveva stretto gli occhi in una fessura assassina e si era alzata da terra e stava puntando un dito verso Dan. «Che cazzo ti passa per quella testa?» urlò.
«Ma mi prendi per il culo?» replicò Dan. «Sono mesi che provo in ogni modo ad avvicinarmi a te! E basta una mezza serata da ubriaca per concederti così a lui? È mio cugino, cazzo!».
D'un tratto tutti i presenti nella stanza si resero conto di non essere più ubriachi, la loro concentrazione era dedicata del tutto a quei due che si stavano affrontando, anche Sam aveva smesso di mugolare e contorcersi dal dolore per assistere a quella sfuriata.
«Stai zitto! Non voglio neanche sentire cosa hai da dire!» continuò ad urlare Beth, per poi avviarsi verso la porta della camera.
«Brava, scappa, come fai sempre!» esclamò Dan «La verità è che hai paura di guardarmi negli occhi e vedere che ho ragione!».
«E, di grazia, a proposito di cosa avresti ragione?» ribatté la ragazza, la mano bloccata sulla maniglia.
«Che sei solo una puttana!».

L'aria nella stanza era tesa, tutto era fermo, nessuno aveva ilcoraggio di aprir bocca, nessuno osava muovere un muscolo, come se unqualsiasi suono od un movimento potessero sconvolgere la situazione efar esplodere quella bomba ad orologeria sospesa tra gli sguardi difuoco che si stavano lanciando Daniel ed Elizabeth. Nonostante non cifosse realmente una bomba tra loro, tutti i presenti sembravanoavvertirne il ticchettio, alcuni di loro, forse, riuscivanoaddirittura a vederne il display con il countdown, quel conto allarovescia che porterà alla distruzione.
D'un tratto un colpo.
Nonla detonazione della bomba, ormai dimenticata, ma lo sbattere seccodella porta contro l'intonaco del muro, e l'attenzione di tutti vennecatalizzata dal nuovo arrivato: Tom, che si stagliava con la suafigura massiccia contro il bagliore dei fulmini, aveva lo sguardoperso chissà in quali tetre fantasie, ma quello che attiròl'attenzione di tutti i presenti, compresi Daniel ed Elizabeth cheavevano già dimenticato il loro litigio,furono i vestiti dell'amico,coperti di sangue.

Sembravano aver tutti paura di parlare, al piano sotto la musica continuava a far ballare, ma in quella stanza il tempo sembrava essersi fermato, ibernando i presenti nell'esatto istante in cui Tom aveva aperto la porta e si era presentato a loro sporco di sangue.
Poi, finalmente, Paz aprì la bocca, provocando il disgelo, e pose le due domande che stavano arrovellando il cervello di tutti i presenti: «Di chi cazzo è tutto quel sangue?» e «Dove cazzo è Robert?».

   
 
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