Anime & Manga > L'Attacco dei Giganti
Segui la storia  |       
Autore: Lady_Levi_Malfoy    21/12/2016    2 recensioni
Mancavano pochi giorni alla riconquista del Wall Maria. La missione in cui stavano per imbattersi era suicida e lo sapevano tutti, ma scoprire la verità era più importante di ogni cosa. Forse per gli altri, per Levi no: a lui importava solo una persona.
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Erwin Smith, Hanji Zoe, Levi Ackerman
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Non c'era nulla. Attorno a lui non c'era nulla: le cose che erano successe in quegli ultimi giorni erano tutte ombre e illusioni. La missione, Shiganshina, il ritorno, i discorsi che avevano cercato di riversargli addosso... Finzioni e bugie, come quelle che gli aveva detto Erwin illudendolo che non sarebbe morto. Era rannicchiato nella sua stanza al buio, come sempre da quando era rientrato, in quello stato simile al delirio che non lo lasciava da allora. Era tutto finto, irreale... Fino a quando non avesse accettato la verità, forse sarebbe riuscito a resistere. C'era solo la rabbia. Rabbia nei confronti di Erwin, per avergli mentito e averlo lasciato solo... Perché fino a quando l'ira avesse nascosto il dolore, forse sarebbe riuscito a sopravvivere. Continuava ad aspettare che qualcuno lo svegliasse da quell'incubo. Attendeva una speranza, ma l'unica cosa che arrivò fu Hanje. La donna aprì la porta circospetta e il fascio di luce che entrò con lei abbagliò Levi, facendogli ritrarre il viso come una belva. Ignorò la presenza dell'amica fino quando non si fu seduta al suo fianco. «Levi...» mormorò. Se solo avesse tentato di consolarlo, l'avrebbe aggredita come un lupo ferito, ma lei non lo toccò e disse solo «Lo abbiamo preparato per il funerale. Vuoi vederlo?». Vedere cosa? Non c'era nulla da vedere... Perché parlavano di Erwin come se fosse morto? Che cosa pretendevano che fosse successo al comandante? Non poteva vederlo in quel momento, perché era troppo arrabbiato e gli avrebbe urlato contro: forse era meglio aspettare che si riprendesse un poco... Una parte della sua mente si accorse che stava impazzendo e lo riportò alla realtà. Senza accorgersene, senza volerlo, annuì. Hanje si alzò silenziosa e lo aiutò ad alzarsi, poi lo accompagnò attraverso i corridoi della caserma fino a una stanza poco illuminata. Lo fece entrare e rimase alle sue spalle per controllare che non commettesse pazzie. Levi alzò gli occhi sul letto posto sotto alla finestra e sul corpo che vi avevano rispettosamente composto. Erwin era sdraiato con cura, con il braccio sinistro sul cuore in quello strano saluto che aveva dovuto inventare. Avevano bendato e nascosto la ferita all'addome, ma non avevano potuto nascondere il pallore del suo volto immobile. L'unica cosa che in lui sembrava avere ancora una scintilla di vita erano i capelli che il sole faceva risplendere come fili d'oro. Levi odiò il sole. Odiò la luce che glielo mostrava e lo riportava a una verità insopportabile. Tutta la barriera di ottuso rancore che si era costruito per non crollare si sgretolò alla vista di quel corpo nel quale non riusciva più a ritrovare il suo comandante. Si avvicinò a lui barcollando come un ubriaco e gli prese la mano trattenendo il fiato e tremando. Gliela strinse e intrecciò le dita con le sue nella disperata speranza di sentirlo ricambiare. «Erwin...» mormorò. Serrò forte quel braccio inerte, lo baciò con il desiderio di urlare, ma non accadde nulla. Scoppiò a piangere come non aveva mai fatto. Sotto gli occhi vigili di Hanje, lasciò che i singhiozzi lo sconvolgessero mentre si lasciava cadere su Erwin abbracciandolo. Aveva perso la sua ultima ragione di vita: il suo comandante era morto e l'ultimo gesto che gli aveva rivolto era stato respingere la sua mano perché lo lasciasse andare. Si appoggiò al suo petto come aveva amato fare, ma questa volta non c'erano i battiti lenti del suo cuore a calmarlo; il suo respiro profondo che gli permetteva di addormentarsi senza incubi si era spento per sempre. Non ce la fece più. «Erwin... Erwin, ti prego, torna da me» implorò con la voce spezzata, accarezzandogli piano il volto. Sotto le sue dita il capo ormai incapace di reggersi si reclinò di lato. Era finita. Levi continuò a ripeterselo mentre il dolore si faceva così intenso da intorpidirlo. Sollevò con delicatezza il suo viso e lo baciò. Le labbra che si ostinava a sfiorare erano fredde e gli gelarono il cuore, ma non si ritrasse da quell'ultimo addio. Si staccò a fatica e fece per allontanarsi, poi però non ce la fece e tornò indietro quasi febbricitante. Si sdraiò al suo fianco come per fare attenzione a non svegliarlo e restò là. Prese la sua mano e se ne circondò la vita, tenendola stretta su di sé. Accoccolato contro di lui aveva quasi un'impressione di pace. Erwin era lontano da loro, ma lui lo avrebbe seguito come aveva giurato di fare. Fino alla fine. Sarebbe rimasto al suo fianco fino a quando non fosse riuscito a raggiungerlo: non c'era più nessun legame, nessuna promessa a tenerlo legato laggiù. Hanje gli si avvicinò preoccupata e sussurrò «Levi... Levi, dobbiamo andarcene». La ignorò. Ignorò la sua voce come se fosse venuta a dirgli di alzarsi la mattina e disse rivolto al comandante «Erwin, io non ce la faccio senza di te. Lasciati raggiungere». Hanje strinse i pugni: anche lei soffriva per il suo migliore amico, ma cercò di mascherare la tristezza per aiutare l'altro compagno rimasto. Si rivolse a lui con tono duro e ordinò «Levi, andiamocene. Lo devono preparare per il funerale: non puoi restare qua fino a quando il cadavere non comincerà a marcire. Sono già passati troppi giorni, non senti che puzza? Andiamo!». Levi si incupì alle sue parole e, voltatosi appena per stringersi di più a Erwin, rispose in un ringhio «No». La sua amica prese un respiro profondo e, fatto un passo verso di lui, lo agguantò per le braccia per tirarlo giù dal letto. Levi si divincolò e lottò, ma lei non mollò la presa nemmeno quando incominciò a morderla. «Puttana, lasciami andare!». La rissa durò per qualche minuto, poi caddero entrambi sul pavimento. Levi riuscì a liberarsi e la bloccò a terra tirandole un pugno sullo zigomo, ma lei non reagì più e urlò solo «Sei impazzito? Che cosa stai facendo?». Fece per colpirla di nuovo, ma questa volta Hanje si sollevò a sedere e gli bloccò la mano. Levi rimase qualche secondo immobile, poi gridò di frustrazione ingoiando le lacrime e la lasciò andare accasciandosi contro il muro. Si coprì gli occhi con le mani e disse disperato «Hanje. Io non ho più un motivo per vivere... Voglio morire». Lei lo guardò comprensiva e rispose piano «È per questo che lui prima di partire mi ha voluto dare questo» frugò nella tasca della divisa e ne tirò fuori un foglio ripiegato «Tieni, sono le sue ultime parole e sono rivolte a te». Lo porse a Levi, che non riuscì ad accettarlo subito. Lo prese riluttante e lo aprì con gesti quasi impacciati. Non lasciò trapelare nulla mentre leggeva, ma alla fine lo ripiegò con cura e se lo rimise in tasca. Alzò gli occhi su Hanje, che attendeva ansiosa, e si alzò in piedi. Il suo sguardo era duro come l'acciaio e freddo come una tomba: ogni traccia di emozione era stata nascosta dalle ombre dei suoi occhi. «Andiamo» disse soltanto.
   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > L'Attacco dei Giganti / Vai alla pagina dell'autore: Lady_Levi_Malfoy