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Autore: Shikayuki    23/12/2016    0 recensioni
Questa storia partecipa al contest “Christmas Game – Puzzle Time” a cura di Fanwriter.it!
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Tooru si ritrova ad essere ospitato per Natale dalla famiglia di Hajime, il suo ragazzo, dopo aver passato un'allegra antivigilia con i suoi parenti paterni. L'unica cosa che non sa è che sarà un Natale un po' diverso dal solito e totalmente inaspettato.
Genere: Fluff, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Hajime Iwaizumi, Tooru Oikawa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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DISCLAIMER: purtroppo i personaggi e le ambientazioni non mi appartengono!

★Iniziativa: Questa storia partecipa al contest “Christmas Game – Puzzle Time” a cura di Fanwriter.it!
★Numero Parole: 3064
★Prompt/Traccia: 32. Viaggio last minute





Star anice.



Un raggio di sole pallido lo raggiunse in pieno volto e contraendo il viso Tooru si svegliò, prendendosi però il suo tempo prima di aprire gli occhi, godendosi il calore del corpo solido di Hajime contro il suo. Lo aveva stretto a sé per tutta la notte, non allentando la presa neanche per un attimo, e il ragazzo in quell’abbraccio aveva definitivamente dimenticato il disastro del giorno prima, sentendosi finalmente di nuovo a casa.
Dal canto suo Hajime si era svegliato già da un po’, rimanendo incantato ad osservare il suo fidanzato dormire tranquillo. Amava rimanere a guardarlo in quei momenti, in cui non poteva essere visto e preso in giro, amava tracciare con le dita quei lineamenti finemente modellati, la pelle candida tesa sugli zigomi alti, le lunghe ciglia nere poggiate sulle guance, i capelli che ricadevano in morbide onde disordinate: un angelo, per lo meno finché non apriva la bocca per dare vita ad uno dei suoi assolutamente insensati discorsi fini a loro stessi. Lo accarezzò delicatamente, facendosi scorrere quei serici capelli fra le dita, chiedendosi come si sentiva emotivamente. Tooru era il tipo che si teneva tutto dentro, colpevolizzandosi e punendosi emotivamente da solo, e quella cosa era una vera seccatura, perché lo rendeva un’altalena di sentimenti totalmente instabile e difficile da gestire, carattere degno della primadonna che era. Tooru distese le labbra a quel tocco, aprendo prima un occhio e poi l’altro.
-Ehi…-
-Buongiorno principessa!-
-Sei un rude Iwa-chan, anche di prima mattina!-
Tooru si lamentò ridendo, la voce ancora impastata dal sonno, mentre le sue labbra cercavano già quelle della sua metà.
-Ma ti piace quando sono rude, no?-
Hajime glielo aveva mormorato a fior di labbra, solleticandolo con il suo respiro caldo, per poi riprendere a baciarlo, con un po’ più di passione, svegliandolo completamente. Le loro mani iniziarono ad esplorare tratti sempre più estesi di pelle, solleticando, tirando, lasciando scie bollenti. Erano totalmente smarriti in loro stessi, ma due colpi alla porta li riportarono alla realtà.
-Ehi piccioncini, sveglia!-
La signora Iwaizumi aspettò giusto qualche secondo e poi entrò, senza neanche chiedere il permesso.
-Io entro, chi è nudo si copra!-
Hajime arrossì violentemente a quelle parole, mentre Tooru scoppiò a ridere allegro.
-Hajime, arrossisci ancora come una ragazzina delle medie? Siete ufficialmente una coppia da tre anni, credo che ormai siate arrivati in ultima base, no? Oddio… non dirmi che mi ritrovo con un figlio puritano che vuole aspettare il matrimonio e tante altre belle storielle!-
Tooru ormai si stava letteralmente rotolando dalle risate, ma nel letto ad una piazza e mezza del suo ragazzo non c’era decisamente posto per movimenti troppo esagerati, ci entravano a malapena normalmente, così presto incontro il ginocchio di Hajime, dritto nel fianco, che gli mozzò il respiro.
-Mamma, sei imbarazzante. Tu… tu invece sei proprio uno Scemo-kawa.-
Si alzò indispettito e si rinchiuse nel bagno, sbattendosi platealmente la porta dietro le spalle.
-Fortuna che dice che sono io la primadonna tra i due, ma neanche lui scherza!-
I due si guardarono negli occhi e poi scoppiarono a ridere, guadagnandosi una serie di borbottii dal soggetto dei loro scherni.
-Tooru-chan, sbrigatevi a prepararvi e a scendere per la colazione, c’è una fantastica sorpresa che vi aspetta! Non vi mettete a perdere tempo, mi raccomando!-
Così dicendo si avviò verso la porta, ma non prima di aver strizzato un occhiolino malizioso al ragazzo ancora seduto sul letto, le coperte tutte in disordine intorno a lui, che arrossì violentemente carpendo il sottinteso di quelle parole.
I ragazzi si resero presentabili e scesero in cucina, le orecchie di entrambi ancora rosse per l’imbarazzo, si sedettero al tavolo mormorando un buongiorno, per poi avventarsi famelici sulla colazione. Ra-chan cucinava a metà tra l’indiano e il tradizionale giapponese e Tooru semplicemente amava quel miscuglio di sapori. Non era un mangione, anzi era piuttosto attento alla sua dieta, seguendone una bilanciata per la sua attività sportiva, ma quando andava a casa degli Iwaizumi diventava un pozzo senza fondo, quasi riusciva a competere con Hajime e il che era tutto dire.
Avevano quasi finito di fare colazione quando il signor Iwaizumi entrò in cucina, augurando il buongiorno a tutti e trainandosi dietro una valigia.
-Tooru, questa è tua! È passata tua madre a lasciarla poco prima che voi vi alzaste.-
Il ragazzo lo guardò interrogativo e non dovette neanche esprimersi per avere risposta.
-I tuoi genitori sono partiti per andare a riportare tuo nonno a casa sua e hanno deciso di rimanerci per le feste, volevano che andassi anche tu, ma visto che abbiamo una sorpresa per voi ci hanno ripensato, quindi tua madre ti ha preparato la valigia e l’ha portata qui!-
Adesso anche Hajime guardava interrogativo suo padre, non capendo di quale sorpresa stesse parlando.
-Caro, glielo diciamo?-
Ra-chan si stava letteralmente agitando, saltellando come una bimba di tre anni intorno a suo marito.
-Calmati cara, dammi il tempo di spiegare tutto!-
Abbracciò la moglie, le diede un bacio dolce sulla testa e poi si voltò radioso verso i ragazzi.
-Andremo per una settimana in vacanza sulla neve! Partiamo tra poco e torneremo il pomeriggio dell’ultimo dell’anno, almeno possiamo andare con calma a fare la prima visita al tempio, non siete felici?-
I ragazzi lo guardarono a bocca aperta, non avevano mai fatto una vacanza sulla neve in piena regola.
-Un mio collega aveva prenotato in un resort vicino la stazione sciistica di Zao Eboshi, ma per cause familiari non puo’ più andare e mi ha chiesto se volevo sostituirlo per non perdere i soldi della prenotazione e ho accettato! È un resort nuovissimo, costruito in stile occidentale, se non ho capito male avremo una piccola baita di legno tutta per noi e vicino c’è anche un piccolo paesino molto caratteristico, ci dovrebbero anche essere dei mercatini dell’artigianato! E, tenetevi forte… ci sono anche le terme!-
I signori Iwaizumi erano molto più entusiasti di loro al riguardo, ma ciò non tolse che i ragazzi iniziarono ad esultare felici.
-Iwa-chan, muoviti, dobbiamo prepararti la valigia!-
Tooru afferrò con prepotenza il braccio di Hajime e iniziò a trascinarlo per le scale, tra le proteste di quello, che berciava dicendo di saper camminare anche da solo.
-Sai caro, mi ricordano davvero qualcuno…-
-Per caso un giapponese e un’indiana che si sono incontrati per caso nel caffè dell’università?-
-Il loro filo rosso è forte.-
-Siamo fortunati che il nostro Hajime abbia trovato qualcuno che lo ami più di quanto ami se stesso.-
I signori Iwaizumi li seguirono con lo sguardo finché non sparirono dalla loro vista, scaldati da quelle emozioni giovani e forti, per poi tornare ad affaccendarsi tra automobile e bagagli, il tempo correva e volevano arrivare per ora di pranzo, per godersi quella vacanza il più possibile.

Erano in viaggio già da un’ora e ne mancava ancora un’altra abbondante alla meta; Tooru se ne stava appoggiato sulla spalla di Hajime, gli occhi chiusi e le cuffiette nelle orecchie. Soffriva molto la macchina, ma pur di stare vicino al suo ragazzo aveva insistito comunque per sedersi dietro, così cercava di combattere la nausea concentrandosi sulla musica che gli pompava nelle orecchie, la mano forte e calda dell’altro a stringere la sua, in un atto di vicinanza che tradiva il suo sguardo distratto e noncurante proiettato al di fuori del finestrino. I signori Iwaizumi cantavano allegri tutte le canzoni che passavano alla radio, sintonizzata su un canale che trasmetteva esclusivamente vecchi classici, Tooru poteva sentirli chiaramente al di sopra del volume a metà delle sue cuffiette, ma quella sovrapposizione di suoni non gli dava fastidio, anzi lo tranquillizzava di più. Ogni tanto apriva un occhio, un po’ per lanciare sguardi di soppiatto al profilo perfetto di Hajime, un po’ per guardare i suoi genitori e chiedersi se lui e quel musone sarebbero mai stati ancora così felici e spensierati, anche dopo tanti anni insieme. Quella era una domanda che non avrebbe dovuto porsi, considerando che loro due erano stati insieme letteralmente fin dalla nascita, ma ogni tanto guardando i suoi genitori o i genitori di lui comportarsi a volte ancora come adolescenti alla prima cotta scatenava in lui sentimenti contrastanti. Ra-chan aveva steccato una nota e suo marito la stava prendendo in giro bonariamente. Istintivamente le sue labbra si piegarono in un sorriso dolce e sotto di lui sentì la spalla di Hajime tremare leggermente, allora lo sbirciò con la coda dell’occhio e ringraziò gli dei per la visione che gli si parò davanti. Il suo ragazzo stava ridendo, cercando di coprire il sorriso dolce che aveva stampato sulle labbra con la mano libera, le gote leggermente arrossate dalla risata, l’espressione spensierata. Tooru rimase senza fiato, incapace persino di pensare ancora davanti a tutto quello splendore, poteva rimanere a guardarlo per ore mentre studiava concentrato, mentre si allenava ricoperto di sudore, mentre cucinava impegnato o anche solo mentre dormiva, con l’espressione perennemente corrucciata, ma non si sarebbe mai stufato di stare lì a rimirare quel profilo dritto, quella pelle ambrata e quegli occhi in fondo sbarazzini. Si sentì come sempre fortunato ad essere stato benedetto con una tale presenza nella sua vita e involontariamente strinse la presa sulla mano dell’altro, che allora si voltò a guardarlo interrogativo. I loro occhi s’incrociarono, verde contro nocciola, e Tooru si chiese di nuovo da dove venivano poi quegli occhi verdi, così diretti e sinceri, che lo facevano sempre sentire nudo ed esposto, perché di sicuro i suoi genitori non avevano occhi del genere. Sorrise a quello sguardo diretto, per poi scandire silenziosamente due parole semplici e corte, che esprimevano però tutto quello che provava in quel momento, e in generale da che ne aveva memoria. Hajime gli sorrise felice in risposta e con la mano libera gli scompigliò i capelli, prima di posargli un bacio sulla testa, per poi appoggiarsi a sua volta al ragazzo.
-Chiudi gli occhi Scemo-kawa, altrimenti rischi di sentirti male.-
-Rude Iwa-chan!-
Ma docilmente chiuse gli occhi, abbandonandosi a quel calore e a quella stretta solida che gli diceva che era davvero tutto reale, che lui era davvero lì e non era solo uno dei sogni che faceva quando non aveva ancora trovato il coraggio di dichiararsi. La musica si era bloccata, forse il suo mp3 si era scaricato, ma non gli importava, perché il respiro cadenzato di Hajime lo cullò dolcemente, fino a quando non si abbandonò tra le braccia di Morfeo, che nella sua testa erano incredibilmente simili a quelle del suo ex ace.

-Oi, svegliati, siamo arrivati!-
Come previsto erano arrivati a destinazione per ora di pranzo e Hajime stava scuotendo leggermente Tooru, che si era addormentato profondamente sulla sua spalla. Il ragazzo contrasse il volto, poi si svegliò, lamentandosi un pochino, ma quando vide lo spettacolo che gli si parava davanti fuori dal finestrino si destò definitivamente, passando nella frazione di un battito di cuore da maturo studente universitario a bambino di tre anni scarsi.
-Iwa-chan, hai visto la neve? È tutto così bianco! Ma che meraviglia, ci sono le lucine! Oh mio dio, ma quella è una slitta di Babbo Natale!!! Iwa-chan, dobbiamo assolutamente farci un selfie!-
Hajime sentì il mal di testa in agguato, allora con poca grazia gli tirò addosso cappotto, sciarpa e cappello. -Vestiti, un minuto e siamo arrivati.-
Le proteste di Oikawa furono stroncate sul nascere da un bacio veloce a fior di labbra e quello bastò a sedarlo, per lo meno finché non arrivarono alla piccola baita in legno che sarebbe stata la loro casa per i prossimi giorni. Tooru e Raksha sembravano impazziti, continuavano ad andare a destra e a sinistra come trottole impazzite, notando ogni più piccolo particolare dell’arredamento e delle decorazioni natalizie che erano state utilizzate per addobbare la piccola baita per quel periodo, mentre Hajime e suo padre scaricavano rassegnati i bagagli, sistemandoli nelle stanze, ormai abituati alle esuberanze di quei soggetti che avevano scelto come compagni di vita. La baita era completamente in legno e su due piani, al primo c’erano un piccolo salottino con un bel camino vero ed un angolo cottura con lo stretto indispensabile e un bagno bellissimo con tanto di vasca idromassaggio, mentre al secondo c’erano le due piccole camere da letto matrimoniali e un altro bagno, più piccolino. Le camere erano piccole, con giusto letto, armadio e una mini-scrivania, ma era tutto così carino che nessuno ci fece caso. Trovarono il fuoco già acceso e Tooru stette almeno dieci minuti accovacciato lì vicino a godersi il tepore di quelle fiamme, fantasticando di un domani e di una piccola casa con giardino. Hajime non lo assecondò minimamente in quella fantasia, eclissandosi strategicamente in bagno per cambiarsi. Quando uscì trovò il suo ragazzo ancora intento a studiare gli intagli aggraziati che decoravano la trave del camino, passandoci leggermente su le lunghe dita con espressione assorta.
-Oi, muoviti, mamma e papà sono già usciti e se non ti sbrighi giuro che ti lascio qui a morire di fame!-
Tooru si riscosse a quelle parole e voltandosi con un sorriso radioso si avvicinò ad Hajime, abbracciandolo e baciandolo velocemente. Il ragazzo lo strinse di riflesso a sé e non poté negare a sé stesso che quel contatto fugace di quelle labbra morbide era stato decisamente insoddisfacente, ma Oikawa si divincolò dalla sua presa sempre sorridendo.
-Non stavi morendo di fame fino a poco fa?-
Aveva iniziato a salire le graziose scale di legno, fermandosi sui primi gradini per lanciargli uno sguardo malizioso.
-Hai dieci minuti, poi ti abbandono davvero qui Scemo-kawa.-
Tooru rise di gusto di nuovo, per poi percorrere gli ultimi gradini di corsa, sparendo al secondo piano. Hajime rimase a guardare per qualche secondo il punto dove era sparito, per poi abbandonarsi con un sospiro sulla poltroncina a lato del fuoco, convinto che avrebbe dovuto aspettare almeno mezz’ora, vista l’assoluta lentezza del suo ragazzo nel prepararsi, dovuta alla sua maniacale attenzione per il suo aspetto. Tooru però lo stupì, scendendo bello pronto in appena un quarto d’ora: tempo record per lui. Hajime si alzò dalla poltrona sentendo i suoi passi sulle scale, come sempre pronto a prenderlo in giro per farlo indispettire, era più forte di lui, proprio non ce la faceva a lasciarlo in pace, amava troppo il suo broncio corrucciato e il modo assolutamente stupido ma adorabile che aveva di lamentarsi.
-Sei sceso giusto in tempo, stavo per…-
Le parole gli morirono in gola alla visione di Tooru vestito di tutto punto da montagna. Indossava un pile tecnico che gli risaltava i muscoli definiti del petto e la pancia piatta e un paio di pantaloni neri da sci con le bretelle, che fasciavano perfettamente le gambe lunghe e toniche, slanciandolo se possibile ancora di più. I modelli delle copertine non avevano né la sua grazia né la sua bellezza e l’idea che tutta quella perfezione fosse sua e solo sua lo faceva impazzire ogni volta. Boccheggiò un pochino in cerca d’aria, la gola leggermente secca.
-Mi stavi dicendo qualcosa Iwa-chan?-
L’alzatore lo guardava malizioso, mentre con lentezza infilava gli scarponcini, seduto sul secondo gradino delle scale. L’ace tornò in sé e lo ignorò deliberatamente, aveva davvero fame e non poteva rischiare che i suoi genitori, non vedendoli, tornassero a cercarli, trovandoli impegnati chissà in quale attività illecita sul pavimento della sala. Decise che per la sua sanità mentale lo avrebbe aspettato di fuori, così mormorando qualcosa prese la via della porta, infilandosi l’ingombrante giacca da sci e sentendosi le orecchie fin troppo calde per i suoi gusti. La risata di Tooru risuonò cristallina alle sue spalle e proprio mentre stava mettendo un piede fuori la porta, venne afferrato per un braccio e tirato indietro. Le labbra di Oikawa si posarono leggere sulle sue, calde, mentre la sua lingua iniziò ad esplorarle delicata, chiedendo un permesso. Hajime lo strinse di nuovo a sé, ma con più forza questa volta, possessivo, per fargli capire che non lo avrebbe lasciato andare finché non lo avesse deciso lui. Fu un bacio tutto sommato lento, delicato, che andò a smuovere i loro sentimenti più profondi, che nulla avevano a che vedere con la sfera carnale. Si persero l’uno sulle labbra dell’altro, sincronizzati solo sui loro respiri e i battiti forti ma allo stesso lievi dei loro cuori. Hajime ci mise tutto il suo amore in quel bacio, non era mai stato una persona in grado di esprimere i suoi sentimenti con le parole e neanche troppo capace di esprimerlo con i suoi gesti materiali, ma quando si ritrovava Tooru tra le braccia, pelle contro pelle, cuore contro cuore, riusciva a dare il meglio di sé, trasmettendo tutto l’amore che poteva con il suo calore, eppure per lui non era abbastanza, perché il sentimento che provava per quel ragazzo capriccioso ed unico non era neanche lontanamente quantificabile.
I loro polmoni iniziarono presto a reclamare ossigeno fresco e dovettero staccarsi, i fiati corti, le guance arrossate, scariche elettriche a percorrere la pelle bisognosa di contatto.
-Iwa-chan, pensavi davvero di passare sotto al vischio senza neanche darmi un bacio?-
Tooru tirò fuori il suo broncetto migliore, puntando un lungo dito affusolato verso l’alto, ad indicare il grazioso ramo di vischio appeso sopra la porta. Bacche bianche facevano capolino tra le piccole foglioline verdi e qui e lì c’erano pigne e anici stellati a decorarlo.
-Sei un’idiota, totale e completo, e nonostante tutto ti amo lo stesso.-
Lo strinse di nuovo a sé, andando a baciare quella bocca magistralmente accartocciata, ma all’improvviso qualcosa gli cadde in testa, spaventando entrambi ed interrompendo quel nuovo bacio. Tooru alzò una mano circospetto per togliergli quel qualcosa da in mezzo ai capelli neri e quando la ritirò sorrise, mostrandogli un anice stellato, che doveva essersi staccato dal ramo di vischio.
-Anche lui voleva un po’ di affetto, non pensi Iwa-chan?-
Risero entrambi e proprio in quel momento il cellulare di Hajime squillò: i suoi genitori li stavano reclamando al ristorante. Si affrettarono ad uscire e iniziarono a percorrere il viale che li avrebbe portati al corpo principale del resort, dove si trovava la zona ristoro. Le loro mani guantate si cercarono e trovarono involontariamente, mentre Tooru continuava a guardarsi intorno commentando qualsiasi cosa, regredito di nuovo a bimbo di tre anni, e Hajime lo ascoltava esasperato.
L’unica cosa che però Tooru non notò fu l’anice stellato che il suo ragazzo si rigirò nelle mano libera, per poi farselo scivolare nella tasca interna della giacca con discrezione, attento a non rovinarlo o perderlo.




Schecter's corner: Oggi il compleanno è mio, ma il regalo lo faccio io a voi!*^* Questo capitolo non ha molto da essere commentato, è fluff, puro e semplice. La signora Iwaizumi è sempre il mio mito, giuro che non ci penso neanche a quello che devo scrivere, le parole escono completamente da sole, presumibilmente è il miglior OC che io abbia mai creato XD Bene, spero che questo secondo capitolo sia stato di vostro gradimento e vorrei ringraziare davvero con tutto il mio cuore tutte quelle bellissime personcine che hanno preferito, ricordato e seguito, siete davvero delle personcine preziose e sappiate che vi sto abbracciando virtualmente tutte quante, una per una, con affetto molesto <3 Non vi auguro Buon Natale ora perché il 25 pubblicherò il terzo capitolo, perché io vi penso sempre <3

Pagina autrice: Hecate - Schecter Efp

  
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