Anime & Manga > Magi: The Labyrinth of Magic
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Autore: whitemushroom    24/12/2016    3 recensioni
Un'isola felice, un mondo senza tempo.
La città di Magnostadt esiste per cullare e coltivare la magia, i maghi, le giovani promesse di un mondo che sta per essere dilaniato dalla guerra: i cieli al di sopra di questo posto incantato risplendono, ma si potrà dire lo stesso del suo sottosuolo, dove i maghi nascondono il loro più grande segreto? Riuscirà a sbocciare in questa accademia un'amicizia tra dei ragazzi di paesi diversi consci che, un giorno o l'altro, i loro mondi saranno destinati a scontrarsi. Cinque drabble per cinque parole casuali per celebrare l'amicizia tra Aladdin, Titus e Sphintus.
Storia partecipante al contest per il settimo anniversario del thexiiiorderforum
Genere: Fantasy, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Aladdin, Sphintus Carmen, Titus Alexius
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Under the Same Sky'
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Cumulo di rifiuti

“Forse non vi è chiaro il vostro posto, ragazzini!”
La bacchetta di Doron schiocca. In un istante la sua forma muta, più simile ad una frusta che ad uno strumento di magia, sibila sul Borg di Aladdin: la barriera resiste un secondo, forse due, poi si infrange in una tempesta di schegge luminose. Il turbante di Aladdin si anima impedendogli di rovinare al suolo, ma l’intero incantesimo di levitazione che stava preparando si dissolve trascinando nuovamente a terra i Goi.
Sphintus stringe i denti, rendendosi conto che lo sguardo feroce di Doron adesso è proprio su di lui. “Voi tre non farete fuggire proprio nessuno. Questi sporchi Goi non meritano un bel niente!”
“Io … non penso proprio …”
Nonostante il taglio aperto lungo il braccio destro, Aladdin si rialza in piedi puntando la bacchetta. Sphintus ha visto il suo compagno triste, stanco, felice, entusiasta, qualche volta anche sul punto di mollare tutto … ma furioso mai. Eppure in questo istante l’aria intorno a lui si illumina tra le grida impaurite dei Goi del quinto livello di Magnostatd, quegli uomini senza magia che Aladdin e Titus hanno deciso di salvare a tutti i costi, pronti a rischiare tutto per quelle persone trattate alla stregua di cumuli di rifiuti. “Questa gente … questa gente ha bisogno d’aiuto”.
“Mpf”.
Il secondo attacco del suo amico viene disperso dalla frusta di Doron per la seconda volta ed il mago ghigna quasi come volesse giocare al gatto col topo. "L'aiuto di tre studentelli che stanno per essere espulsi una volta per tutte?”
Già.
Per loro è tutto così facile. Le nocche di Sphintus si stringono intorno alla bacchetta, così teso da poter sentire anche il respiro di Kukulcan avvolto intorno alle sue spalle.
Per Aladdin è tutto facile, lui che è uno che combatte per le cause giuste. Il suo talento innato ha ben poco da imparare dalla scuola di Magnostatd, potrebbe essere espulso e volare via libero come il vento. Ha fatto dei più deboli la sua bandiera.
Per Titus è tutto facile, il denaro della famiglia Alexius potrebbe comprare tutta l’accademia. La gente fa a gara ad essergli amica, potrebbe dare fuoco all’aula magna ed il direttore Mogamett gli farebbe al massimo un’occhiataccia.
Mentre lui è soltanto …
“Io non ho paura di essere espulso. O di morire”.
Un chiarore si innalza al centro del quinto livello. È una luce rovente quanto un piccolo sole e costringe Doron e tutti i Goi a fissarla. La potenza della magia in procinto di ruggire batte nelle vene di Sphintus che d’istinto alza il proprio Borg, ricordandosi che Titus ha la palla di fuoco incredibilmente facile. La fiamma sulla bacchetta del suo amico in pochi istanti raggiunge le dimensioni di un essere umano, affamata ed in procinto di non arrestarsi finché non troverà qualcosa –ad esempio il ghigno di Doron- su cui liberare tutta la sua forza. “Ma non posso tollerare una simile ingiustizia. Il compito dei maghi come noi è quello di proteggere i Goi. Senza qualcuno da difendere la nostra magia è inutile!”
“Esatto” sorride Aladdin, ancora in piedi carico di una luce che non saprebbe affatto descrivere. “E le tue minacce non ci fermeranno, Doron”.
Non ha idea di cosa direbbe la sua famiglia se venisse espulso. Né di cosa penserebbero i suoi amici, i suoi compagni che hanno abbandonato Heliophtat ed hanno lasciato alle spalle la loro casa per un futuro migliore in un luogo dove i maghi non venissero sfruttati o controllati. Non ha idea del perché non abbia abbandonato questa folle impresa che senza dubbio gli costerà la cacciata dall’accademia, forse dall’intero stato di Magnostatd; eppure in quel momento l’unica cosa che conta sono le parole dei suoi due amici inaspettati, i visi della gente che chiede soltanto aiuto ed un sogno bizzarro di giustizia che manda all’aria tutte le certezze che il futuro sembra propinargli.
Potrebbe tornare indietro, ma l’unica cosa che sembra avere un senso è la magia che inizia a risvegliarsi nella sua bacchetta e la voglia di mandare al diavolo Doron e la sua schifosa crudeltà.
Non sarà in grado di lanciare molti incantesimi offensivi, ma adesso è davvero curioso di sapere quanto la frusta dell’avversario riuscirà a perforare il suo resistentissimo Borg. “Voi fategli tanto male, ragazzi. A coprirvi ci penso io!”


Guest star

Doron: un mago specializzato nella manipolazione dei vegetali, è di grado superiore a Aladdin & co. Di indole crudele e spietata, ritiene che i Goi (gli esseri umani privi di magia) siano esseri da sfruttare.
  
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