Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: ThestralDawn    25/12/2016    2 recensioni
Severus Piton è sopravvissuto all'attacco di Nagini e è assunto la carica di preside ad Hogwarts. Tra gli studenti di cui si deve occupare ci sono suo figlio, Albus Potter e una nuova studentessa venuta da lontano, con un passato oscuro alle spalle. I tre Serpeverde, al di là delle nuove amicizie e vecchi rancori, dovranno affrontare qualcosa che metterà a repentaglio l'intero mondo magico.
-*-
.."Le forze mi stanno abbandonando, poso lo sguardo sul mio braccio, qualcosa di nero ora ha invaso la mia visuale. Sembra chiedermi aiuto, sembra voler uscire dalla ferita. Non so se quello che vedo è reale o frutto degli spasmi ma qualcosa di enorme e nero sta prendendo vita sul mio braccio: è un teschio, dalla cui bocca esce un serpente come una lunga lingua. Il mio cuore batte all'impazzata e penso possa uscirmi fuori dal petto in questo istante. I miei occhi restano incatenati alla vista del serpente, un istinto che non ho mai provato mi rassicura, non mi accadrà nulla di male finché lui è con me".
Genere: Drammatico, Mistero, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Albus Severus Potter, Nuovo personaggio, Severus Piton | Coppie: Hermione/Severus
Note: What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace, Nuova generazione
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Duellare con Clara è una liberazione. Posso permettermi di scagliare qualsiasi incantesimo che lei non si tira indietro. È una ragazza e come mi è stato insegnato, si è più gentili con l’altro sesso eppure con lei è differente. Non teme nulla, attacca e si difende come se si trattasse di vita o morte, non si lamenta degli incantesimi che le lancio e non sembra mai stancarsi. Anche adesso che ci troviamo nella stanza delle necessità da quasi tre ore, in lei non vedo traccia di stanchezza mentre io, nascosto dietro ad un muro che ormai cade a pezzi, cerco il più possibile di rimanere immobile per non farmi notare e riprendere tutta quell’aria che già da mezz’ora mi è mancata.
“Ti arrendi, perdente?”
La sua voce rimbomba nell’intera sala e non riesco a capire da quale direzione provenga. Come un felino durante la caccia, riesce a nascondere le sue tracce con astuzia, a Durmstrang dev’essere stata tra le studentesse migliori del suo corso.
“Perché, sei stanca?”
“Bombarda!”
Mi scosto velocemente dal mio giaciglio, prima di vederlo distruggersi definitivamente. Vago con lo sguardo per la sala e Clara mi appare chiara non lontano da me, sta correndo nella mia direzione, lo sguardo preoccupato. Decido immediatamente di sfruttare l’occasione e puntarle addosso la bacchetta.
“Aguamenti!”
Un getto d’acqua ghiacciata la sovrasta in pochi secondi e la vedo scivolare a terra, arrivare distesa proprio davanti ai miei piedi e trascinarmi accanto a lei sul pavimento. Una rapida occhiata è sufficiente per farci ridere a cuore aperto, il momento dello scontro è finito, lasciando spazio alla stanchezza.
Prevenendo un’influenza che nessuno dei due vuole riavere, la stanza delle necessità ci offre degli asciugamani caldi e vestiti asciutti, the caldo e dolciumi per rifocillarci.
“Ho vinto!”
Le passo un asciugamano con cui si tampona i capelli, la divisa zuppa le fascia il corpo mettendo in risalto il fisico robusto, quasi fatico a distogliere lo sguardo quando rimanendo in camicia intravedo il reggiseno stretto sul torace. Quando noto un sorrisetto spuntarle sulle labbra, distolgo lo sguardo; spero vivamente che non se ne sia accorta, non è da me soffermarmi troppo su cose del genere anche se ultimamente Clara mi da troppo a cui pensare.
“Sleale e tipico da te. Ed io che mi stavo avvicinando per assicurarmi che stessi bene”.
“Questo non cambia nulla.. Ho vinto io comunque”.
“Vuoi che lo ammetta, non è vero?”
“Esattamente”.
Mi sorride e con gesti molto, troppo lenti si avvicina al tavolo sopra il quale la stanza delle necessità ha fatto comparire due brocche d’acqua. Si versa un bicchiere e beve un sorso, nulla di così eclatante se non fosse per quel sorrisetto sulle sue labbra da cui non riesco a distaccarmi. Prima che me ne renda conto, Clara si è avvicinata fin troppo a me e ancora fradicia dalla testa ai piedi, mi è difficile capire quale sia il suo intento. Questioni di secondi, e mi ritrovo a sputacchiare acqua: mi ha versato l’intero bicchiere in faccia, senza remore, senza troppi preamboli, così come fossimo in piena estate. Serpeverde dentro, insomma.
“Hai vinto”.
Nemmeno il tempo di risponderle a tono che la vedo lasciare la stanza, lasciandomi da solo mentre le pareti intorno a me cominciano a mutare..
“Guant!”


*


Hogsmade sotto Natale, le luci, gli addobbi, i cori natalizi, la gente felice. Tutto molto deprimente. Se c’è una cosa che non sopporto è assistere ai convenevoli di maghi e streghe che, vagando per le stradine del paese, camminano con un’aria spensierata sul volto, si salutano tra loro come fossero grandi amici, ti stringono le mani per augurarti buone feste. Saranno realmente buone quando non incontrerò più scocciatori come voi, vorrei rispondergli ma la vicinanza di Clara mi blocca nel mio intento. Lei avvolta nel suo giubbotto pesante, sorridente come una bambina davanti ad un giocattolo mentre osserva il villaggio illuminato, con i locali decorati a festa, la neve che imbianca ogni superficie e se questa per me è un inconveniente, nonostante il freddo, per lei è la gioia dell’inverno. Lei e le sue dannate palle di neve che non finiscono mai, non posso permettermi di abbassare la guardia nemmeno un secondo che mi sento qualcosa di congelato intrufolarsi sotto i vestiti pesanti e congelarmi la schiena.

È la vigilia di Natale e Clara ha avuto la pessima idea di recarsi al villaggio per uscire dal castello e bere qualcosa che non fosse succo di zucca. La mia risposta di rifugiarci nella stanza sotto il Lago è stata categoricamente scartata, dato il semplice motivo per cui non ci sarebbe stato nessuno con cui festeggiare. Il lato positivo è che qua fuori non rischio di scontrarmi con mio padre, scambiarsi dei finti auguri sarebbe stato alquanto fastidioso e imbarazzante per entrambi, ne sono certo. Il lato negativo è che l’idea di fare un giro per Hogsmade è stata accolta da altri ragazzi serpeverde e adesso mi trovo circondato da un gruppo di persone interessate a parlare solo delle scopate che si faranno a capodanno, di chi tenteranno di portarsi a letto questa notte e nella stanza di chi sono finiti nella serata di Halloween. Davvero si riduce a questo l’interesse maschile? Sono i momenti come questo che mi fanno mancare la presenza di Ezra al mio fianco, lui sì che sa come ci si comporta, un serpeverde che ancora apprezza le buone maniere.

Guardo il gruppo di ragazze non lontano da me; sembrano prese da una conversazione molto più interessante dell’argomento di questo branco di maniaci. Accelero il passo, prendo Clara per un gomito e colgo l’occasione quando afferma di voler fermarsi in un locale.
“Noi ci fermiamo qua. Ci vediamo più tardi”.
“Veniamo anche noi!”
In pochi secondi, I tre manici di scopa si riempie di ragazzi serpeverde  e le mie speranze di andarmene in fretta diminuiscono drasticamente.
“Dico sul serio. Sei quest’anno i miei non mi comprano un manico di scopa nuovo, esco di casa e..”
“Le speranze di farsi la Cruz sono basse, perché non tenti con la Taylor? Lei sembra..”
“Nuova Zelanda. Sì, mi hanno assicurato che il prossimo ano andrò lì con loro anche se..”
“Io mi scoperei le tre donzelle del quarto anno, com’è che si chiamano?”

Voglio morire. Un colloquio con mio padre sarebbe stato meno devastante. Sto per alzarmi dalla sedia quando ascoltando per caso una conversazione al mio tavolo, un commento da parte di un ragazzo mi trattiene.
“.. Durmstrang, a quanto mi hanno detto. Immaginate come dev’essere a letto una che è stata istruita la, capace di tenerti sveglio tutta la notte. Dev’essere una bella cavalcata quella Guant, non mi dispiacerebbe darle prova della mia forza, magari a Capodanno me la scopo..”
Stringo i pugni, sbarro gli occhi, un’ira irrazionale m’invade il petto fino a raggiungere le mani. Senza attendere un secondo in più mi getto sul ragazzo che ha aperto bocca fino a quel momento, sferrandogli un pugno e facendolo scivolare a terra. Non gli do il tempo di capire cosa sia successo che lo afferro per la maglia, continuandogli a infliggere diversi ganci destri.
Sento qualcuno che mi solleva dalle spalle e mi trascina via. Delle scuse sono poste all’oste, mentre poco gentilmente vengo sbattuto fuori dal locale.
“Ma cosa ti prende?”
Clara. Lei mi ha trascinato fuori?
“Io.. Io ho..”
Attende una risposta a braccia spalancate ma ora non ne voglio parlare. Non con lei perlomeno. Le do le spalle e con le nocche che mi fanno male mi dirigo verso il castello.
“Fermati, stupido! Perché.. diavolo.. non ti.. spieghi?”
M’insegue e tenta di fermarmi; mi prende per il braccio, poi per le spalle, finché non dandole retta, si para davanti a me e mi spintona.
“Lasciami in pace. Io torno al castello, tu rimani pure a divertirti
La sorpasso e me ne vado il più in fretta che posso. Sento i suoi passi dietro di me ma prima che mi raggiunga l’ennesima volta, mi volto per indicarle il locale.
“Non sei costretta a seguirmi. Te l’ho detto già una volta: io non ho bisogno della balia!”
Rimane immobile a fissarmi senza dire nulla. Le do di nuovo le spalle e prosegue verso il castello. Questa volta lei non mi segue.

I giardini sono deserti, la Sala Grande già imbandita per il cenone, in sala comune solo pochi studenti degli ultimi anni che si scambiano i regali.
Per i dormitori silenziosi rimbomba il suono della mia porta sbattuta, il letto che cigola sotto il mio peso di ricorda di essere solo, circondato dal nulla; le parole di quel deficiente di Samuel mi rimbombano in mente.
Mi prendo la testa tra le mani, non mi preoccupo affatto per mio padre, non lo verrà mai a sapere. Quel bifolco non ammetterà mai davanti al preside di essere stato preso a pugni senza essere riuscito a difendersi. D’altro canto, avevo tutte le ragioni per farlo: avrebbe potuto riferirsi a chiunque, qualsiasi ragazza serpeverde e non ma il solo pensiero che uno di loro si avvicini a Clara, mi disgusta. Non voglio che nessuno la tocchi, non permetto che si parli di lei in quel modo. Lei è.. è.. Ma lei cos’è per me? Cosa.. Cosa provo per lei?

Mi distendo sul letto e fisso il soffitto. Qualcosa m’irrita la schiena; infilo una mano e ne tiro fuori un pacchetto, ben incartato, con un biglietto sul retro.
 
Con la speranza che io ti sia sempre accanto, anche nei momenti difficili. Clara
 
Scarto il pacchetto: è un medaglione o almeno, quel che ne rimane. Gli manca una parte, il davanti suppongo perché quello che tengo tra le mani è il retro. Sul metallo c’è incisa una S, l’iniziale Sepreverde. È un oggetto delicato, non troppo grande per i miei gusti. Lo stringo tra le mani, qualcosa mi dice che ho fatto un enorme errore a trattarla male, mi sono comportato a mio solito modo, senza pensarci.
Sono un perfetto idiota.





N.d.A. Colgo l'occasione per augurare a tutti Buon Natale! Mi raacomando, abbuffatevi tanto, divertitievi ma soprattutto leggete, non dimenticatevelo mai.
Capitolo incentrato sul Natale ma, beh non sempre le cose vanno per il verso giusto. Adrien sta passando un periodo un pò difficile, Natale per lui sarà decisamente un girono che ricorderà a vita, rivelazioni all'orizzonte. 
Vi lascio alla lettura e come al solito, Grazie infinite per aver letto e recensito.
ThestralDawn 
  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: ThestralDawn