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Autore: LadyDenebola    28/12/2016    1 recensioni
Dopo sette anni dai MAGO, Violet torna a Hogwarts come assistente bibliotecaria, e qui ritrova un vecchio professore di cui non sentiva parlare da tempo. Fra lupi mannari, lezioni di duello e nuove assunzioni, Violet avrà modo di ricredersi sul suo ex Direttore. Versione aggiornata di una fanfic che pubblicai qui anni fa.
Genere: Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Minerva McGranitt, Nuovo personaggio, Serpeverde, Severus Piton
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da Epilogo alternativo
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UN CAPRICCIO TEMPORANEO



 

A Hogwarts si diffuse un senso di piacevole attesa, ora che mancava una ventina di giorni a Natale, e perfino i professori riuscirono a rilassarsi, pur non allentando il ritmo delle lezioni. La McGranitt era molto più tranquilla e accondiscendente, ora che la vicenda dei lupi mannari si era risolta nell’inconsapevolezza degli studenti.

Nei giorni che precedettero Natale una calma pari a quella degli esami di giugno calò sulla scuola. Gli studenti del settimo e del quinto avevano almeno un test al giorno, ma anche gli altri anni erano sotto pressione. Violet ricordava perfettamente di esserci passata a sua volta, e a furia di ascoltare i ragazzi lamentarsi o di vederli ripassare con espressioni febbrili ed esauste aveva finito col farsi contagiare da quell'alone di stress.

La mattina del 23 dicembre portò la quiete sul castello. Le vacanze erano finalmente arrivate e gli studenti già salivano sulle carrozze che li avrebbero accompagnati alla stazione di Hogsmeade. In ritardo, Violet raggiunse di corsa la sala professori, e qui vi trovò August che leggeva la Gazzetta del Profeta.

Dopo un breve istante di imbarazzo, i due si salutarono con quella che doveva essere naturalezza. Guardando dritto davanti a sé, Violet ripose su una mensola il libro che doveva restituire a Vitious e fece per lasciare la stanza, ma la voce di August la fermò immediatamente.

<< Va via? >>

<< Sì, passerò le vacanze a casa >>

<< Volevo dire: va già via? Ha così tanta fretta di partire? >>specificò August.

<< L’Espresso parte fra mezz’ora >>rispose Violet con voce neutra.

Il vampiro annuì e ripose il giornale. Violet esitò, la mano sulla maniglia della porta.

<< Lei resterà a Hogwarts? >>gli domandò infine.

<< Probabilmente me ne andrò anch'io. Non resta nessuno per il Club >>

<< Capisco >>

Il silenzio piombò implacabile su di loro. August sembrava sul punto di voler parlare, eppure non accennava a farlo, e il disagio di Violet si mescolava al timore di perdere il treno. Aveva sperato di tornare a casa senza dover rivedere August: da quando avevano riconsegnato tutti i lupi mannari al Ministero, non aveva avuto occasione di ritrovarsi da sola con lui.

<< Spero non si sia lasciata intimorire dalla mia natura >>disse alla fine il vampiro.<< Mi dispiacerebbe che, a causa di questo, non possiamo avere un buon rapporto >>

<< Negli ultimi giorni sono stata impegnata con le lezioni >>rispose Violet. Era vero solo in parte. Non poteva dire di aver paura di August, ma sapere che lui poteva abbassare le proprie difese in sua presenza non la tranquillizzava.

August non insistette. Aveva un’espressione dispiaciuta, eppure quando parlò aveva il tono tranquillo di sempre.

<< Ho riflettuto, in questi giorni. Quel che le ho detto alcune sere fa è vero: in sua presenza potrei controllarmi meno che davanti agli studenti. Se questo la spaventa, me ne rammarico. Siamo rimasti da soli insieme solo una volta, e l’unica cosa che c’è stata fra noi è solo un bacio. Non la prenda come una giustificazione >>aggiunse guardandola serio,<< ma credo di averle dimostrato che, in realtà, so restare lucido >>

Violet osservò quel viso grave e dispiaciuto, incapace di trovare una risposta pronta. Non aveva mai davvero pensato ad August come a un pericolo, ma l’imbarazzo provocato dal bacio si era trasformato in una sorta di diffidenza: poteva fidarsi sul serio? Dopotutto, August aveva appena ripetuto che con lei tendeva a diminuire il proprio autocontrollo. Eppure, perché provava anche un’irrefrenabile voglia di concedergli fiducia? Be’, si disse Violet, aveva avuto come insegnante il lupo mannaro Lupin, che si era dimostrato molto più serio e responsabile di personaggi come Allock. Perché August avrebbe dovuto essere da meno?

<< Credo che sia impossibile continuare a evitarsi, finché entrambi rimaniamo a Hogwarts >>disse lei, << e, francamente, sono convinta che dobbiamo andare tutti d’accordo. Dovremo soltanto fare attenzione a come ci comportiamo >>

L’espressione di August si rilassò. Si avvicinò a Violet, le afferrò la mano e vi posò sopra le labbra.

<< Mi fa piacere che l’abbia detto >>disse con un gran sorriso.<< Adesso posso trascorrere un sereno Natale >>

Venti minuti dopo, seduta sulla banchina di Hogsmeade gremita di studenti che pregustavano le vacanze, Violet continuava a tormentarsi. Era assurdo: temeva di aver concesso troppo ad August, e al contempo era felice al pensiero che, forse, avrebbero potuto tornare a parlarsi tranquillamente. Quel che la faceva sentire peggio era il senso di colpa nei confronti di Piton: non osava immaginare la sua espressione se li avesse sorpresi a chiacchierare dopo tutti gli avvertimenti che aveva cercato di darle.

L’Espresso arrivò preceduto da un lungo fischio acuto. Mentre lo stridio delle ruote aumentava d’intensità al rallentare del treno e i ragazzi raccoglievano le proprie cose, Violet provò un immenso sollievo. Non avrebbe rivisto August e Piton per almeno una settimana, e l’unica cosa di cui si sarebbe dovuta preoccupare era non ingrassare troppo durante le vacanze.

 

***

Furono sufficienti tre giorni perché Violet iniziasse a provare nostalgia perfino delle frecciatine di Piton. Se aveva pensato di rilassarsi e godersi la tranquillità familiare dopo mesi di assenza si era sbagliata di grosso. Non era passata neanche un’ora da quando aveva rimesso piede a casa che sua madre l’aveva inglobata nel suo programma di preparazioni natalizie. Programma che, naturalmente, comprendeva aiutarla a preparare una quantità industriale di dolci e comprare i regali dell’ultimo minuto e si concludeva con l’immancabile invasione dei parenti. La vigilia e Natale, Violet dovette fare appello a tutta la sua pazienza per sopportare l’interminabile flusso di domande che zie, cugini e nonni le rivolgevano sulla sua vita nel mondo magico. Essendo l’unica strega in famiglia dopo almeno tre generazioni di Babbani, era costretta a dover spiegare, a ogni riunione di famiglia, le bizzarrie dei maghi e a sentirsi chiedere perché continuasse a frequentare un mondo tanto strano quanto pericoloso.

Gli occhi chiusi, si lasciò cadere sul letto. Era la sera del 26 dicembre e fuori dalla finestra qualche timido fiocco di neve vorticava nell’aria ghiacciata. Il baule ancora pieno a metà delle sue cose giaceva spalancato dall’altra parte della stanza: Violet era stata così impegnata da non avere avuto il tempo di vuotarlo. Con un gesto esausto della bacchetta, comandò agli ultimi vestiti e ai libri di tornare al proprio posto nella stanza.

<< Wow >>sua sorella, Eyranne, aveva fatto capolino sulla porta mangiucchiando una cioccorana. Adorava quando sua sorella faceva magie in casa.<< Questa era l'ultima >>disse facendo sparire la testa della rana in un boccone,<< quando le ricompri? >>

<< Appena andrò a Diagon Alley o a Hogsmeade >>rispose Violet con uno sbadiglio. Agitò ancora la bacchetta, e la luce della lampada assunse una morbida sfumatura rosata.

<< Andiamoci domani, allora! L'ultima volta che sono stata a Diagon Alley ancora non prendevi il Mago >>esclamò Eyranne con entusiasmo.

<< Domani voglio riposare >>replicò subito Violet.

<< E dai! Se usi la Materializzazione ci vorrà un attimo! >>

<< Forse dopodomani >>rilanciò Violet con tono definitivo.

E, infatti, l'indomani si ritrovò in salotto ad aspettare Eyranne, il portafoglio carico di galeoni, chiedendosi ancora perché avesse ceduto tanto in fretta. Essere l'unica strega in famiglia significava anche portare sua sorella in luoghi che su di lei non esercitavano più molto fascino, tanto vi era abituata. Eyranne adorava tutto ciò che riguardava i maghi, e adesso che aveva Violet a casa non poteva farsi sfuggire l'occasione di un giretto nella via più famosa dello shopping magico, Materializzandosi oltretutto.

<< State attente e non riportatemi quelle disgustose merendine che vi fanno star male >>si raccomandò loro madre, alludendo alle Merendine Marinare Weasley, che una volta Violet aveva comprato per curiosità, col disastroso risultato che Eyranne aveva saltato una settimana di scuola.

<< Stringimi il braccio e non lasciarlo andare per nessun motivo >>disse Violet, e sua sorella obbedì prontamente, il viso attraversato da un’eccitata impazienza.

In un baleno, le due ragazze si ritrovarono in una larga via acciottolata circondata su entrambi i lati da negozi. In lontananza spiccava il bianco edificio della Gringott. Eyranne rise dalla gioia, e Violet l'afferrò prima che potesse gettarsi a capofitto in mezzo alla folla che andava e veniva con pacchetti di ogni forma e colore sotto braccio.

<< Stammi vicino, una come te se si perde qui dentro non la ritrovano più >>

<< Ok >>rispose distrattamente Eyranne guardandosi intorno entusiasta mentre passeggiavano e indicando ogni cosa che la incuriosiva: praticamente tutto.

Violet rise fra sé e sé, ricordando che aveva reagito nello stesso modo quando era arrivata a Diagon Alley la prima volta. Spesso, rimpiangeva ancora che sua sorella non fosse una strega come lei: le sarebbe piaciuto condividere quelle cose fuori dall’ordinario che la mente Babbana non sarebbe mai riuscita a concepire e che invece per i maghi erano assolutamente normali.

Visitarono la maggior parte dei negozi, nonostante vi fossero state molte volte. Eyranne volle togliersi lo sfizio di vedere da vicino tutti gli animali del Serraglio Stregato e farsi fare un abito su misura da Madama McClan. Trascorsero il resto della mattinata nel negozio dei Weasley, dove Violet non era ancora mai entrata e dove rischiò di dar fondo ai suoi risparmi. I Weasley che ricordava dai tempi della scuola non brillavano di certo per intelligenza, eppure molte invenzioni che trovò nel negozio erano semplicemente geniali.

<< Me la compri? >>gridò Eyranne indicando un mucchietto di Puffole Pigmee che si erano avvicinate tutte al vetro della gabbia per farsi ammirare.

<< Ti ho già regalato il vestito >>disse Violet guardandole a sua volta con desiderio.<< Non posso spendere tutto il mio stipendio con te >>

<< Buongiorno, graziose signorine, a Natale prezzo speciale sugli articoli "Magia Babbana" >>annunciò George Weasley comparendo al loro fianco.

<< Siamo cresciute con quei trucchetti >>replicò Eyranne, impaziente.<< Non c'è uno sconto sulle Puffole? >>

<< Eyranne! >>sibilò Violet.

George Weasley ci pensò un po' su, poi sorrise bonario.

<< Dal luccichio nei tuoi occhi deduco che non sei una strega, vero? >>chiese, spostando lo sguardo dall’una all’altra.<< Per te, le Puffole vengono 15 galeoni >>

Eyranne rivolse uno sguardo implorante alla sorella che, senza via di scampo, portò mano al portafoglio, che già era diminuito di volume nelle ultime ore. Quando uscirono dai Tiri Vispi Weasley Eyranne stringeva in braccio una Puffola color lilla.

<< Ricordami di restare a Hogwarts, la prossima volta >>sospirò Violet.

<< Va benissimo! Così verrò a trovarti! >>

L’ultimo negozio che visitarono era una filiale di Mielandia, dove si sbizzarrirono a scegliere i dolci più stuzzicanti e particolari da riportare a casa. e dal quale uscirono con tre buste cariche di torroncini, cioccorane e tutti i dolci dei maghi che piacevano a Eyranne.

Era pomeriggio inoltrato e stava cominciando a nevicare quando, passando davanti al Ghirigoro, Eyranne costrinse Violet a entrarvi. La libreria era silenziosa e poco affollata. Eyranne iniziò a girovagare in mezzo agli alti scaffali leggendo incuriosita i titoli dei libri, con la Puffola in bilico sulle spalle. Violet posò in un angolo le buste e prese a girare fra gli scaffali, soprappensiero. Stava sfogliando distrattamente il primo libro che le era capitato in mano quando la voce di sua sorella la riscosse. Violet la seguì fino all’ala dedicata allo studio delle Creature Magiche, dove vi trovò Eyranne che stava chiacchierando nientemeno che con August Purblack. Vedendola arrivare, August la salutò con gioia, come se non si vedessero da secoli.

<< Appena ho visto la signorina Eyranne ho capito che eravate sorelle, vi somigliate molto >>spiegò subito.<< Non l'ho mai vista a Hogwarts, però >>aggiunse perplesso.

<< Violet è l'unica strega in famiglia, i Babbani li ha lasciati a me >>rise Eyranne accarezzando la Puffola.

<< E le mostra i nostri luoghi? Molto premuroso da parte sua >>August sorrise a Violet.

<< Diciamo che Eyranne non mi ha dato alternative >>rise Violet.

<< Siete già state al Paiolo Magico? >>domandò August, rivolto più a Eyranne, i cui occhi si accesero subito di un rinnovato entusiasmo.

<< Non ancora, ma è tutto il giorno che siamo in giro e forse dovremmo rientrare >>rispose Violet. I suoi sensi erano scattati, in allerta. Sperava che August stesse semplicemente sfoggiando la sua gentilezza, eppure non poteva fare a meno di temere che la sua natura di vampiro potesse considerare Eyranne un’interessante novità.

<< Posso offrirvi qualcosa prima che torniate a casa? >>propose lui, liquidando le sue parole con un sorriso ancora più ampio.

<< Perché no? >>Eyranne si fece avanti con uno sguardo così deciso che Violet capì che ogni resistenza sarebbe stata inutile.

Cinque minuti dopo, si sedettero tutti e tre nella grande e affollata sala del Paiolo Magico, addobbata per Natale. Eyranne non smetteva di guardarsi intorno estasiata, suscitando la curiosità di August.

<< Ha lo stesso sguardo di un bambino che viene a Diagon Alley per la prima volta >>sussurrò all'orecchio di Violet.

<< In realtà, è stata qui tutte le volte che dovevo venirci, ma non potrà mai abituarsi >>spiegò Violet. Continuava a sentirsi un tantino nervosa. L'ultima cosa che voleva era che August potesse interessarsi a Eyranne, ma quella era talmente presa da ciò che le accadeva intorno per pensare ad altro.

I suoi timori, tuttavia, si rivelarono infondati. August si comportò come una persona qualsiasi. Chiese a Violet come avesse trascorso il Natale e raccontò qualche aneddoto di come l’aveva vissuto lui negli anni passati all’estero. Suo malgrado, Violet si accorse di abbassare gradualmente le difese: doveva aspettarsi che August sarebbe riuscito a metterla a proprio agio.

Un intenso odore di bruciato si levò dalla cucina, facendo tossicchiare gli avventori più vicini. Eyranne annusò, la fronte aggrottata.

<< Ha lo stesso odore di quella pozione che mi avevi preparato quando ho avuto il raffreddore >>osservò.

Violet arrossì ricordando di aver bruciato la Pozione Peperina che aveva preparato a casa, anni prima. August si voltò con interesse verso Eyranne.

<< Ha mai sfogliato un libro scolastico di sua sorella? >>

<< Sempre, quando Violet era a casa, ma molte cose sono davvero complicate >>

August si passò un dito sulle labbra, continuando a studiarla. Il calore della sala e quello del tè bollente avevano acceso le guance di Eyranne, la cui attenzione era stata catturata senza troppa difficoltà dai racconti del vampiro. Essere poi osservata con tanto interesse da parte di un membro della comunità magica le diede l’impressione di aver scalzato sua sorella.

<< Si è fatto tardi >>disse Violet, usando un tono volutamente brusco.

Eyranne trasalì e la fissò confusa.

<< Non è così tardi >>balbettò.

<< Mamma e papà si staranno chiedendo dove siamo finite >>ringhiò Violet. Si alzò e costrinse la sorella a fare altrettanto.

August insistette per offrire loro le burrobirre e accompagnarle nella stradina londinese fuori dal Paiolo. Era scesa la notte e alla neve si era sostituito un vento gelido che graffiava i visi. August, tuttavia, aveva l'aria di uno che si sveglia da un lungo sonno ristoratore. Con un gesto fulmineo, si inchinò prima a Eyranne e poi a Violet, con un baciamano che la fece arrossire.

<< Ci rivediamo a Hogwarts, allora? >>

<< Sì... e grazie per le burrobirre >>Violet afferrò Eyranne e insieme si Materializzarono nel corridoio di casa.

<< Wow! >>ridacchiò subito Eyranne, che aveva riacquistato il controllo.<< Quindi quello è un professore? >>

<< Certo che lo è, non l'hai sentito quando stavamo al Paiolo? >>

<< In realtà non ricordo nulla di quello che ha detto >>rispose Eyranne, perplessa. Scosse la testa e guardò Violet con un sorriso furbo.<< È carino, eh? >>

<< E tu sei la rovina dei miei risparmi! >>ribatté Violet, e fu sollevata quando loro padre venne ad accoglierle, imbronciato per il loro ritardo.

Nei giorni che seguirono, Violet riuscì a dimenticare l'incontro con August, occupata com'era a passare quanto più tempo poteva a divertirsi e riposare.

Di ritorno a casa la notte di Capodanno, dopo aver festeggiato con gli amici, scoprì di non essere sola nella strada altrimenti deserta. Solo poche case esibivano ancora finestre illuminate e gli schiamazzi dei festeggiamenti, così trovò bizzarra la persona che passeggiava, solitaria, avanti e indietro tra casa sua e quella dei vicini. Il suo cuore ebbe un tuffo clamoroso che quasi la preoccupò quando August si fermò e si voltò al suo arrivo. Basita, Violet si fermò a pochi passi da lui, davanti al cancello di casa. Represse a malapena un inutile “Che cosa fa qui?”, perché era inequivocabile che August non si trovava lì per caso.

<< Buon anno! >>la salutò lui.<< Iniziavo a temere che non ci saremmo incrociati >>

<< Incrociati? >>

<< Avevo voglia di salutare la prima notte dell’anno con una passeggiata. I veglioni non fanno per me >>spiegò August.

<< Lei per passeggiata intende fare avanti e indietro fra due case fino all’alba? >>scherzò Violet, roteando l’indice per mimare i movimenti di August.

<< È appena l’una e mi chiedevo se le andava di farmi compagnia >>replicò lui con una serietà che la disarmò.

Violet lo osservò per qualche istante, ringraziando di avere il volto per metà coperto dalla sciarpa perché per un attimo non era riuscita a controllare un sorrisetto. Quella situazione era surreale: dubitava che uno come August non avesse una coda di ammiratrici pronte a proporgli di trascorrere insieme la notte di Capodanno, eppure eccolo lì, in una strada Babbana, a chiedere la sua compagnia.

<< Andiamo >>rispose semplicemente. Non sapeva se fosse colpa dell’alcool che aveva bevuto alla festa, ma quella sera non voleva pensare a cosa sarebbe potuto succedere o a come sarebbe stato commentato il suo gesto. Sorridendo sotto la sciarpa davanti lo sguardo soddisfatto di August, Violet si mise al suo fianco e insieme ripercorsero a ritroso la via.

Usciti dal quartiere residenziale, arrivarono presto nelle vie centrali della città, ancora affollate di comitive occupate a scherzare e chiacchierare ad alta voce. Di tanto in tanto si udivano gli scoppi di qualche fuoco d’artificio solitario, seguiti dalle urla euforiche degli spettatori.

<< Pensava a una meta precisa? >> domandò Violet dopo un quarto d’ora di silenzioso cammino.

Erano arrivati in centro. Molti locali erano ancora aperti, e l’aria era accesa delle luci delle insegne e delle decorazioni che correvano lungo i cornicioni dei palazzi o fra un edificio e l’altro. August sollevò le spalle.

<< Le passeggiate non hanno necessariamente una meta >>rispose.<< Mi piace quest’atmosfera di festa. La notte di Capodanno è una delle poche occasioni che la gente ha per passare quanto più tempo fuori a fare quello che vuole. Si incontrano persone di tutti i tipi. Genitori che si sono liberati dei figli e si godono la notte come se fossero tornati giovani. Ragazzi che assaporano la momentanea libertà e si sentono talmente audaci da farsi avanti con la persona che gli piace. Pochi freni e tanta spensieratezza, prima che il mattino li riporti alle loro solite vite. Io lo trovo eccitante >>

Mentre parlava, August si guardava entusiasticamente intorno, indicando i soggetti che corrispondevano alla sua descrizione. Violet lo ascoltò con un misto di preoccupazione e divertimento. Immaginava che per un vampiro passeggiare in mezzo a tutta quell’euforia fosse una sorta di droga, ma August sembrava totalmente padrone di sé. Osservava i gruppi e le coppie che incrociavano con un sorriso soddisfatto, come se partecipasse al loro godimento.

Nel complesso, Violet non ricordava di aver mai passeggiato per il solo gusto di osservare le persone attorno a lei. Le parole di August avevano suscitato la sua curiosità: prima d’allora, non aveva mai fatto caso ai comportamenti degli altri, al di fuori dei propri amici. Dovette ammettere che era interessante vedere come molti adulti ridessero e schiamazzassero come degli adolescenti, incuranti di far troppo rumore. Lei e August superarono molte donne a braccetto, tutte ridacchianti e paonazze, e uomini immersi in commenti degni di ragazzini sconvolti dagli ormoni. Qualsiasi fosse la loro età o il loro vero carattere, tutte le persone che incrociarono sembravano aver deciso di non guastare le prime ore dell’anno con le preoccupazioni o pensieri seri.

<< Non mi ero mai fermata a pensare sull’effetto che fa Capodanno sulle persone >>disse Violet.

<< È comprensibile: anche lei fa così, dopotutto >>replicò August, guardando Violet con un sorrisetto.

Lei ricambiò.<< Perché non dovrei? C’è l’eccitazione dell’essersi lasciati indietro un anno pieno di soddisfazioni o difficoltà e dell’andare incontro a un nuovo anno che riserverà delle sorprese >>

Si sedettero su una panchina fuori da un ristorante dove i camerieri erano impegnati a rassettare la sala. Violet studiò August per la prima volta quella sera. Non ricordava d’aver mai visto il suo volto tanto illuminato, neanche durante le lezioni del Club. Era pallido come sempre, ma i suoi occhi erano vivi e sgranati, come se avessero davanti uno spettacolo che desideravano vedere da tempo. L’attenzione di Violet cadde sul suo abbigliamento: indossava pantaloni scuri e una giacca nera di pelle (probabilmente, di drago). Avrebbe potuto confondersi senza difficoltà tra i Babbani. L’unica cosa che avrebbe potuto tradire la sua natura di vampiro era che non portava sciarpa né guanti: August non poteva percepire quanto l’aria fosse pungente, quella notte.

<< Ha passato delle belle vacanze? >>le domandò.

<< Tranquille. E lei? >>

August scrollò nuovamente le spalle.

<< Ho rivisto alcuni ex colleghi moldavi e discusso con loro di un progetto al quale ho partecipato, perciò direi che sì, anche le mie vacanze sono state tranquille >>

<< Ha lavorato in Moldavia? >>

<< Lo scorso anno. La comunità magica moldava non è grande e non ama mettersi in mostra, perciò l’ho scelta per continuare alcune ricerche che portavo avanti da qualche tempo >>August distolse a fatica gli occhi da una coppia che passò davanti a loro a braccetto, e continuò con un tono più professionale:<< Prima di tornare in Inghilterra ho fatto parte di un team di ricerca sull’inclusione dei vampiri nella comunità magica. È un progetto promosso da alcuni governi dell’Est, e io decisi di collaborare prima con quello bulgaro e poi con quello moldavo. Come le ho detto, sono Paesi dal profilo basso, e infatti abbiamo lavorato senza interferenza. La comunità vampiresca dell’Est europeo è molto antica e ben inserita fra gli altri maghi. Non che qui sia mai stato oggetto di discriminazione, ma molti arricciano ancora il naso quando scoprono cosa sono >>
Violet pensò subito a Piton. Le sembrava assurdo che un uomo intelligente come lui, che ne aveva dovute passare tante, non provasse a fidarsi di un vampiro.

<< In cosa consisteva la vostra ricerca? >>chiese.

<< Osservavamo come i vampiri sono integrati nella realtà quotidiana. Il mio gruppo si occupava in particolare di chi era in età scolastica o aveva da poco finito gli studi. È un periodo difficile, per chi è stato trasformato in vampiro da giovane: se sopravvivi, sei costretto a una vita completamente diversa da quella a cui la natura ti aveva destinato e non è semplice abituarsi alla nuova condizione. Sa, alle loro famiglie viene fornito un costante sostegno psicologico: a volte è quasi impossibile accettare prima la morte e poi la trasformazione del proprio piccolo in un vampiro, perfino nell’Est. Ma per quei ragazzi le cose si complicano a scuola: rischiano di restare soli ed essere trattati come mostri. Invece, devo dire che la politica scolastica di Durmstrang è molto più avanti di altri Paesi che ho visitato. Gli studenti sono abituati fin dal primo anno alle arti oscure, e raramente si lasciano impressionare da lupi mannari e vampiri. È un risultato che mi ha dato un enorme conforto >>

Violet non aveva mai riflettuto sulle difficoltà che una persona avrebbe incontrato, dopo essere stata trasformata in vampiro o lupo mannaro. Provò a immaginare a come si sarebbe sentita se fosse successo a lei, se fosse stata abbandonata da tutti e se non avesse avuto alcuna opportunità di condurre una vita normale. Di colpo, comprese quanto potesse essere frustrante per August insegnare senza poter dire ai propri alunni che cos’era.

Non ricevendo alcuna replica, August sorrise mesto.<< Non volevo rattristarla >>

<< Non sono triste >>rispose subito Violet. Attese qualche secondo, poi chiese:<< Quando è diventato un vampiro? >>

Ad August sfuggì uno sbuffo ironico.

<< A 31 anni, proprio quando mi recai in Bulgaria per iniziare le mie ricerche. Strinsi amicizia con uno dei primi vampiri che conobbi… ed eccomi qui >>rispose, allargando le braccia in un gesto rassegnato.

Violet poggiò il mento sulle dita intrecciate, i gomiti sulle ginocchia. Più che tristezza, provava ammirazione per come August aveva affrontato il suo destino. Lui parve indovinare i suoi pensieri, perché aggiunse:<< È stata una delle prove più difficili, per me. Fortunatamente, non ho dovuto affrontarla da solo, perché ho incontrato vari vampiri disposti ad aiutarmi. Quando sono tornato in Inghilterra, l’impatto è stato più brusco, ma ho cercato di reagire da adulto. Devo pur mostrarmi all’altezza di quei ragazzi di Durmstrang >>concluse con un sorriso.

La menzione agli studenti risvegliò qualcosa nella mente di Violet. Da quel che ricordava, a Hogwarts non c’erano mai stati vampiri.

<< Ha intenzione di proseguire le sue ricerche anche a Hogwarts? >>domandò con un’occhiata di sbieco ad August.

Lui scosse il capo con sicurezza.

<< Ammetto che sarebbe interessante continuare il progetto a Hogwarts, ma non avrei mai il cuore di fare una cosa del genere. Innanzitutto, c’è il rischio che chi viene morso non sopravviva, ma, se anche ci riuscisse, la sua nuova vita sarà molto dura. Stare a contatto con gli studenti mi ricorda quanto la vita umana possa essere spensierata >>

Violet decise di fidarsi. In fondo, la McGranitt conosceva i rischi dell’avere un vampiro nel corpo insegnanti. Per qualche minuto, August si concentrò sugli ultimi passanti. Le strade si erano ormai svuotate e i locali erano chiusi. L’atmosfera del Capodanno era già svanita.

August la riaccompagnò fino al vialetto di casa. I loro passi sembravano echeggiare sull’asfalto, precedendo il loro arrivo, anche se ormai nessuno era sveglio per poterli vedere.

<< Grazie per avermi fatto compagnia >>disse August.

<< Grazie a lei >>Violet dondolò sui piedi. Un vago senso di disagio si stava impadronendo di lei, subdolo come un raffreddore improvviso. Fissò August negli occhi: aveva ancora quello sguardo acceso, nonostante non ci fosse più nessuno a stuzzicarlo.

August si era avvicinato fino a sfiorarla. Violet espirò piano dal naso mentre si rispecchiava nelle sue iridi scure. Al disagio si stava mescolando quella sensazione di ribellione che aveva provato poco prima, quando aveva accettato di passeggiare con lui. La parte più sprovveduta della sua mente stava reagendo al fascino del vampiro: dopo tutto quello che le aveva raccontato quella sera, perché avrebbe dovuto temere di essere morsa? Sentì le mani di August stringerle i fianchi e mentre le sue labbra si abbassavano Violet ebbe l’impressione di scorgere due paia di canini aguzzi. I loro respiri si mescolarono, ma nell’attimo in cui lei chiuse gli occhi il volto arrabbiato e deluso di Piton la colpì con la violenza di un pugno.

Violet fece un passo indietro e sollevò una mano sul petto di August, che si arrestò, leggermente contrariato.

<< Ha paura? >>sussurrò.

La ragazza scosse il capo. Il ricordo di tutte le volte che Piton l’aveva sorpresa con August si stava arricchendo dei suoi moniti furiosi. Ma c’era dell’altro: tutte le emozioni provate nell’ultimo minuto erano state spazzate via da un senso di colpa così potente da disorientarla. Inspiegabilmente, Violet sentiva che baciare August sarebbe stato un errore, a prescindere dai rischi che avrebbe corso.

Sollevò lo sguardo sul vampiro, che continuava a fissarla in attesa, le mani ancora leggermente discostate dai fianchi come se stesse aspettando un segnale rassicurante per riabbracciarla.

<< Mi dispiace >>mormorò lei.

August lasciò cadere le braccia e rilassò le spalle. Il suo viso divenne imperscrutabile, ma quella scintilla d’eccitazione che l’aveva illuminato per tutta la sera si era spenta.

<< Errore mio >>ribatté con voce atona.<< A domani, allora >>

Violet non restò a guardarlo andar via. Solo quando si fu richiusa la porta della camera alle spalle tornò a respirare normalmente. Si guardò allo specchio: si sentiva ancora scombussolata, eppure l’espressione che le restituì il suo riflesso era tranquilla.

<< Non crucciarti >>la rassicurò.<< Hai fatto la cosa giusta >>

<< Dici? >>commentò Violet, lugubre.

Il riflesso sorrise enigmatico.

<< Perché sacrificare una soddisfazione futura per un capriccio temporaneo? >>

 



 

Angolino dell'autrice: eccoci qui con un capitolo (neanche a farlo apposta) natalizio! Finalmente sappiamo qualcosa in più su August, anche se so che avreste voluto Piton! Posso comunque dirvi che questa passeggiatina di inizio anno sarà importante per Violet, e anzi lo è già nonostante lei, forse, non se ne sia ancora accorta. Chissà se August demorderà, adesso.

Vi ringrazio come sempre per le letture e fidatevi: siamo solo all'inizio (risata malvagia)!

Buone feste a tutti e al prossimo capitolo! ^___^

 

   
 
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