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Autore: blu992    28/12/2016    5 recensioni
Di come Stiles deve risolvere un problema sovrannaturale da solo. O quasi.
Persone scomparse. Nuove amicizie. Nuove alleanze. Stessa Sterek.
Dalla storia:
Stiles si svegliò quella mattina di inizio dicembre perfettamente riposato, i muscoli distesi e i piedi gelati [...] Afferrò il cellulare sulla scrivania per controllare se ci fossero notifiche. Aprì il messaggio di Scott, probabilmente il suo buongiorno come ogni mattina, ma si bloccò al centro della stanza dopo averne letto il contenuto.
(Ore 22:45) Nemeton. SM
Era della sera prima, ed era davvero un messaggio strano. Per questo decise di non rispondere, ma di far partire la telefonata. Telefonata che dopo dieci squilli si interruppe per mancata risposta.

[Sterek]
Genere: Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Derek Hale, Nuovo personaggio, Stiles Stilinski, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Salve! Spero abbiate passato un buon Natale.
Chiedo scusa perchè questo capitolo è più breve del solito, ma altrimenti avrei aggiornato l'anno prossimo.

Questo capitolo è tutto per Mic, che ha la febbre e me lo chiedeva da un po'. Spero tu possa perdonarmi per l'ulteriore ansia <3





Quando si risvegli
ò, Stiles era sullo stesso divano su cui aveva perso conoscenza. Aprì piano gli occhi, aspettandosi di trovare luca, ma era tutto in penombra. L'unica cosa che riusciva a vedere era Seth seduto ad una scrivania poco più in là, su cui era appoggiata l'unica lampada accesa.  

“Che ore sono?” chiese, con una voce particolarmente gracchiante.  

Seth rispose senza nemmeno alzare lo sguardo dal libro che stava leggendo. “Le tre di notte. E prima che tu cominci a sclerare, ho avvisato io tuo padre. Gli ho detto che avresti dormito qui.” 

Stiles annuì, anche se il biondo non l'avrebbe visto, e si fece forza sulle braccia per alzarsi a sedere, sgranchendosi il collo.  

“Misia?” 

“Artemis. È uscito mentre era un ragazzino di quindici anni con i bermuda. Non è ancora tor-“ 

“ECCOMI!” 

I due ragazzi saltarono in piedi all'unisono. Stiles si spostò dietro una sedia, Seth tirò fuori un pugnale dagli scarponi e lo lanciò verso la finestra che affacciava sulla strada. Entrambi tirarono un sospiro di sollievo vedendo che si trattava solo di un giovane ragazzo. Con i soliti capelli rossi.  

“CAVOLO! MI STAVA PER VENIRE UN INFARTO!” urlò Stiles sprofondando di nuovo nel divano.  

Il ragazzino mise un broncio e gli si avvicinò reggendo una scatola rettangolare.  

“Scusami, ti avevo anche portato la colazione” disse mostrandone il contenuto. Il profumo di dolci investì Stiles che sentì il proprio stomaco brontolare sonoramente.  

“E va bene, dai qui!” 

 

Dopo la colazione erano ricaduti in un silenzio confortevole. Stiles si era rilassato ed era in uno stato quasi di dormi-veglia; Seth era andato a fare una doccia, poi si era rimesso seduto ed aveva immerso di nuovo il naso nei libri; Artemis si stava probabilmente divertendo a fare qualsiasi cosa stesse facendo con dei bastoncini di legno.  

Qualche ora dopo, quando il sole era già alto, Stiles si rialzò per cercare il proprio cellulare, ma l’Aatxe gli afferrò una caviglia appena gli passò di fianco.  

“Hai bisogno di qualcosa?” chiese l’umano, ma quegli lo strattonò fino a quando non gli si sedette di fianco.  

“Chiudi gli occhi” ordinò e Stiles che, mentre notava al limite del suo campo visivo Seth alzarsi e avvicinarsi, obbedì.  

Li riaprì quando sentì un leggero colpetto sulla fronte, ritrovandosi seduto davanti ad una copia di sé.  

“Co-cosa succede?” chiese spaesato.  

La sua copia gli sorrise, quasi ghignò. “Tengo sempre sotto controllo Derek Hale e ho appena avvertito che si è addormentato.” 

“Addormentato? Non è mattina lì?” chiese Seth avvicinandosi ancora, mettendosi alle spalle di Stiles, quello vero.  

“Sì, ma credo l’abbia fatto di proposito, per mettersi in contatto con te, Stiles. Cioè con me” spiegò lo spirito.  

Stiles si agitò sul posto, sudando i palmi delle mani. 

L’Aatxe chiuse gli occhi e i due ragazzi, che ormai conoscevano il processo, fecero lo stesso.  

La solita sensazione di caldo arrivò subito, seguita subito dalla voce di Derek che usciva dalle labbra dell’altro Stiles. 

“Hai davvero disdetto l'iscrizione alla Columbia.” 

Stiles annuì per istinto, come se la domanda fosse davvero rivolta a lui. 

“Potresti essere qualcuno che ha informazioni su Stiles.” 

A questo non ci aveva pensato, anche se ora pensava fosse logico che Derek non si fidasse. 

“Digli che sono stato l'unico ad avvicinarmi quando…quando il suo loft era allagato” ribatté Stiles e rimase in silenzio almeno un minuto aspettando la risposta di Derek, mentre il solito freddo cominciava a farsi sempre più pungente.  

“Quali libri vi servono?” chiese la voce di Derek e Stiles poté vedere solo il passaggio di un foglietto da Seth ad Artemis, poi crollò ancora una volta.  

 

“Ben svegliato, principessa. Questa volta sono passati solo dieci minuti!” trillò una voce femminile nelle orecchie di Stiles. Il ragazzo riaprì gli occhi: Era ancora sul pavimento, al suo fianco c'era una vecchietta con i capelli rossi. 

“Seth?” chiese.  

“Sono qui, sono qui” rispose il ragazzo entrando in stanza. “Mentre ti riprendevi ho fatto dei toast. Tanto ormai so che non muori.” 

Stiles gli lanciò un foglio che era di fianco a lui sul pavimento, poi si rialzò e mangiarono insieme.  

 

Per Quella sera avevano deciso di non contattare di nuovo Derek, Seth aveva detto a Stiles che il lupo aveva chiesto almeno un giorno intero per trovare i volumi e un altro giorno per leggere e memorizzare le informazioni da passare poi a Stiles nei sogni. Gli aveva anche detto qualcosa tipo “Poi mi spieghi cosa diavolo ti è passato per la testa per farti mollare il college prima di iniziare” e Stiles si era anche un po’ arrabbiato, perché Derek Hale non aveva proprio voce in capitolo in quella storia.  

Una volta salutati i due ragazzi, cioè un ragazzo e una vecchietta, stiles era tornato a casa e aveva cenato con suo padre. Lo sceriffo non aveva fatto domande, gli aveva solo chiesto se stesse bene e poi aveva aggiornato suo figlio sull'assenza di novità.  

Tornato in camera, Stiles aveva preso il cellulare e aveva iniziato a sfogliare la galleria delle immagini. Non aveva molte foto dei suoi amici, soprattutto di Elìas e di Greta, ma quelle poche che aveva, le conservava come tesori.  

La prima che gli capitò ritraeva lui e la donna. L'aveva scattata Scott perché Stiles voleva capire se anche lei avesse qualcosa negli occhi chr le impedisse di essere fotografata. Il risultato era stato, invece, una semplice foto di due persone sedute sul Nemeton. Greta guardava nell’obiettivo, perché Scott l’aveva chiamata per farla girate, mentre Stiles guardava lei sorridendo. Non era nulla di particolare, ma a lui piaceva un sacco. Era primavera, Greta aveva dei fiori intrecciati nei capelli e altre intorno ai polsi. Aveva fatto una corona di fiori anche a Stiles che l'aveva portata sulla testa, fieramente, per tutto il pomeriggio, ignorando le occhiatacce di Lydia e i sorrisini di Scott. L'aveva anche durante lo scatto.  

La seconda foto era con Scott ed Elìas, a casa McCall. Avevano già appurato che gli occhi del ragazzo potevano essere fotografati, ma quella prova era stata eliminata perché Elìas aveva minacciato di far bruciare quell'aggeggio infernale se quella sua immagine con gli occhi a passa non fosse stata eliminata. Quella che fece sorridere Stiles, invece, l’aveva scattata Lydia per “dimostrare al mezzo vampiro che è anche un mezzo adolescente”. Erano seduti tutti e tre ai piedi del divano: Stiles sgranocchiava patatine, Scott reggeva un joystick con sguardo afflitto, mentre Elìas aveva un pugno alzato al cielo nell'atto di esultare per la partita vinta. Aveva supplicato, poi, Lydia di eliminare anche quella oscenità, ma lei non si era fatta convincere nemmeno sotto minaccia. Lui le aveva detto “affonderò i miei canini nel tuo collo di cera e i miei artigli nel tuo cuore malvagio”, ma lei aveva fatto spallucce e aveva continuato a leggere.  

Stiles passò in rassegna altre foto, ce n’era anche una di Cora Hale, che lei gli aveva mandato dal Gran canyon e una di suo padre che si cucinava degli hamburger di tacchino. Un vero evento da immortalare. Un’altra, invece, lo aveva spinto a zoomarla. Era di tre anni prima ed era stata scattata al loft di Derek. Ritraeva lui e Lydia sul divano, l’aveva scattata Stiles stesso e stava facendo una linguaccia allo schermo mentre la ragazza sorrideva radiosa. Quello che aveva catturato l'attenzione di Stiles, però l, era sullo sfondo. Di spalle, rivolto verso l’ampia vetrata, c'era il padrone di casa con le braccia conserte. Si vedeva poco, era quasi jn ombra, ma era lui. Gli si vedeva appena il viso, di profilo e illuminato lievemente dalla luce della luna.  

Stiles si addormentò guardando quella immagine. Gli dava quel senso di protezione e di familiarità che solo la giacca di pelle del soggetto, inconsapevole, della foto gli aveva dato.  

 

Il giorno dopo Stiles si risvegliò cadendo dal letto. Cadendo dal letto, con la faccia sul pavimento. Cadendo dal letto, con la faccia sul pavimento, dopo essere stato spinto da qualcuno.  

“SETH!” 

“Ehi, splendore!” lo salutò il ragazzo mentre si accomodava sul suo caldo giaciglio.  

“Cosa diavolo vuoi?!” urlò Stiles cercando di rialzarsi e inciampando sui propri piedi.  

“Ucciderti” rispose il biondo sorridendo, come se gli avesse offerto della cioccolata.  

Stiles finalmente riuscì a prendere controllo delle proprie articolazioni e ad alzarsi, guardando l'altro come se fosse impazzito.  

“Ah, e di grazia, non potevi farlo mentre dormivo?” chiese sarcastico, massaggiandosi la guancia battuta per terra.  

“Oh, no” rispose, “devo vederti soffrire nel più atroce dei modi” continuò con la stessa espressione angelica.  

Stiles afferrò dei pantaloni e una maglia dal mobile e si diresse verso il bagno, per nulla impressionato. 

“Bene. Allora aspetta pure la doccia, così profum-“ ma non riuscì a finire la frase perché Seth l'aveva afferrato e spinto verso la finestra.  

“Non fai nessuna doccia, finché non mi liberi di quell'essere malvagio!” urlò indicando un punto sul bordo della strada.  

Stiles mise a fuoco l'intera zona, poi capì a cosa si stava riferendo il biondo.  

“È-“ 

“Sì. Sì, Stiles. È” lo interruppe furioso.  

“L'hai ritrovato?” chiese, cercando di non ridere.  

Seth lo lasciò andare e si sedette teatralmente sulla sedia.  

“Ritrovato? Io? È stato lui a trovare me! Stamattina mi stavo preparando la colazione e sentivo grattare alla porta. Ho preso il fucile e il pugn-“ 

“Oh, accogli bene gli ospiti” rise Stiles beccandosi una penna contro.  

Taci! E comunque ho aperto la porta e lui era lì. Si è seduto e mi guardava. Quando ho richiuso la porta ha ripreso a grattare e, come vedi, mi segue ovunque!” 

Stiles si rigirò di nuovo verso la strada. Il cucciolo, quello nero col musetto bianco che avevano portato insieme da Deaton come diversivo, se ne stava seduto mentre scodinzolava e si guardava intorno.  

“Dai, Seth! C'è qualcuno che ti ama! È tener-“ 

“Stilinski. Continua quella frase e ti apro la testa e faccio mangiare il tuo cervello a quella bestia.” 

Stiles non si lasciò scalfire dalla minaccia, ma si avviò di nuovo verso il bagno.  

“Vado a fare la doccia, poi andiamo a comprare una cuccia per il tuo nuovo amic-“ 

Sperò vivamente che quello che era impattato contro la porta del bagno non fosse nulla di importante.  

 

Dopo la doccia e una brevissima colazione mentre Seth batteva il piede a ritmo contro il pavimento, Stiles era uscito con lui di casa. Il cucciolo aveva preso a correre allegro verso di loro, fermandosi ai piedi del biondo.  

“Vedi? Si appiccica” aveva detto, ma Stiles aveva solo riso di gusto, avviandosi verso lo studio di Deaton. Durante la colazione aveva deciso con Seth che sarebbero passati dal veterinario per chiedere informazioni: Se non l'avessero fatto, sarebbe stato troppo strano, soprattutto perché sarebbero risultati poco interessati al destino dei loro amici.  

Per fortuna l'uomo non li scacciò come aveva fatto con lo sceriffo i giorni precedenti, ma comunque non diede ai due nessuna nuova informazione. L'unica cosa era che orma era certo di non riuscire a contattare in nessun modo qualsiasi altra creatura fuori da Beacon Hills.  

Quando uscirono dallo studio, Stiles sentì Seth sbuffare. Il cucciolo era ancora lì e li aspettava seduto.  

“Quando gli darai un nome?” chiese ridendo. 

“Ah, ridi?” chiese il ragazzo. “Allora si chiama Stiles” aggiunse poi ghignando.  

“Non sono per niente offeso. È un cucciolo tenerissimo quanto me” rispose Stiles con fare di sufficienza. Seth borbottò qualcosa che suonò come un “Certo, quando dormi”, poi si avviarono, sempre affiancati dal cane, verso casa del biondo.  

Ad accoglierli fu una splendida ragazza dai lineamenti asiatici, sempre rossa, e con un kimono nero ed elegante.  

“Salve, Misia!” salutò Stiles.  

“Salve, Stiles. Avete adottato un cucciolo?” chiese la donna.  

Seth sorpassò entrambi sbuffando, mentre Stiles rispose. “Nah, si è solo affezionato a Seth e lo segue da stamattina, ma lui lo odia.” 

“Buon per lui che per domani avrà dimenticato di essersi affezionato alla persona sbagliata” rispose Misia mentre si dirigeva in cucina.  

Stiles rimase nell'ingresso, con occhi spalancati e il respiro mozzato, a fissare il cane.  




Spero vi sia piaciuto.
Vi auguro un 2017 pieno zeppo di tutto ciò che desiderate e, soprattutto, pieno di felicità.

Blu.

   
 
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