Cap. 5
Un raggio di sole
svegliò Hermione la mattina dopo. Alzandosi si sentì riposata come mai in vita
sua. Anche nell’affresco intorno a lei cominciava ad
albeggiare e i personaggi si stavano svegliando dopo una notte di danze.
Hermione aprì le
finestre e respirò l’aria fresca del mattino. Ad un tratto vide qualcosa
proiettarsi su di lei a velocità folle. Si chinò appena in tempo per evitare un
piccolo gufetto che entrò in camera e si schiantò contro l’armadio, seguito da
una civetta bianca che si appoggiò delicatamente su un pomo del letto. Hermione
riconobbe subito Leo, il gufetto di Ron ed Edvige, la
civetta di Harry. Entrambi portavano una lettera
attaccata alla zampa. Grattastinchi cominciò a soffiare e fece per lanciarsi su
Leo, ma Hermione lo prese al volo prima che riuscisse
a mangiarselo in un sol boccone e lo mise sul letto, intimandogli di stare
calmo. Il piccolo Leo si mise a volare per la stanza, ululando a tutto spiano,
mentre Edvige lo guardava con insofferenza. Hermione aprì prima la lettera di
Harry, visto che Leo era deciso a non farsi avvicinare.
Diceva:
Cara Hermione,
spero che tu stia
passando delle belle vacanze, laggiù in Bulgaria. Io sono riuscito a convincere
i Dursley a farmi stare qui da Ron per tutta l’estate, per fortuna. Dovevi
sentirlo, Ron, quando gli ho detto che andavi da Krum. “Coosa???
Ma come può… con Krum!! non…non è possibile…” e
un’altra serie di cose che faccio meglio a non scrivere. Credo che ti arriverà
presto anche una sua lettera, sempre che Leo riesca ad arrivare fin lì. Qui ci
stiamo divertendo un mondo, Charlie è tornato dalla Romania e starà con noi per
due settimane. Stiamo facendo a gara di chi prende il boccino in meno tempo!
Stammi bene
Harry
P.S.: comunque
secondo me Ron un po’ ha ragione,
faresti meglio a stare attenta… buone vacanze!!
Hermione
chiuse la lettera. “I soliti paranoici, sono solo gelosi” pensò, e sorrise.
Acciuffò Leo mentre stava becchettando il muro (gli
unicorni del dipinto erano in fuga) e prese la lettera di Ron. Stava per aprirla quando sentì un forte trambusto fuori dalla porta.
La aprì leggermente per vedere cosa stava succedendo e vide
Viktor e Yuri avvinghiati l’uno sull’altro. Viktor era in pigiama, bagnato
fradicio. Yuri stringeva dei fiori colorati e umidi tra le mani. Hermione non
riusciva a capire che cosa fosse successo. Ad un tratto Viktor la vide e
arrossì violentemente.
-
Ehm… ciao,
Hermione… ehm… penso che la colazione è pronta… fieni
giù?
-
Ehm… certo –
rispose lei sorridendo – un secondo solo e arrivo.
-
Aspetto giù,
allora. Yuri…
Si
avviò verso la sua camera. Il piccolo Yuri si fermò a
osservare Hermione incuriosito. Poi le porse un fiore di quelli che aveva in
mano e le disse qualcosa in bulgaro. Aveva una vocetta simpatica e dolce.
-
G… grazie –
disse lei senza capire.
Il
bambino se ne andò saltellando ed Hermione tornò in
camera guardando sospettosa il fiore giallo. Lo appoggiò sulla scrivania e si
cambiò. Fece per uscire dalla porta quando sentì un
sibilo sempre più forte. Grattastinchi stava annusando perplesso il fiore,
temendo qualcosa di spiacevole. Hermione si avvicinò per capire che cosa stesse succedendo, prese il fiore in mano e
improvvisamente la pianta si gonfiò, si gonfiò sempre più fino a che… splash!!
Le esplose in mano bagnando lei e Grattastinchi da capo a piedi. Il gatto emise
un grido rauco e scappò sotto il letto. “Ora capisco… che bambino simpatico!”
pensò amaramente. Le toccò cambiarsi di nuovo. Per fortuna era una splendida
giornata di sole e i capelli non ci avrebbero messo
molto ad asciugarsi.
Scese
per la colazione. Trovò Viktor intento a dare da mangiare al suo gufo. Appena
la sentì scendere le scale si voltò.
-
Bvongiorno,
Her… oh, no! – disse vedendole i capelli bagnati – Yurii!!!
-
Ehm… non ti
preoccupare, Viktor, non è niente…
-
Mi spiace
tanto, appena trofo lui…
-
Non importa, davvero… ehm… non mangiano i tuoi genitori? –
chiese, per cambiare argomento.
-
No, sono già
andati al lavoro. Loro alzano sempre prima di noi e tornano stasera.
-
Davvero? Che
lavoro fanno? – chiese lei. Il
giorno prima non ne avevano parlato.
-
Beh, mio padre
insegna…
-
Che cosa?
-
Pozioni.
All’Università di Mosca.
-
Mosca?? E come fa ad arrivarci tutti i giorni, si…
-
…
Materializza, già. Anche io so Materializzarmi. – aggiunse per attirare l’attenzione su di sé – Ho esame a
settembre. Vuoi federe?
-
Perché no?
Krum
si concentrò, chiuse gli occhi e dopo qualche secondo sparì dalla stanza.
Hermione si guardò un po’ intorno per capire dove fosse
finito, ma era sola. Poi Krum si Materializzò davanti a lei sorridente.
-
Hai visto? Ce l’ho fatta! – disse, cercando di trattenere l’orgoglio
smisurato.
-
Bravissimo! –
esclamò lei.
-
E non è tutto… guarda…
Richiuse
gli occhi per un secondo e cominciò a sparire e riapparire in punti diversi
della sala, sempre più velocemente. Poi non ricomparve per qualche secondo.
Hermione si guardò in giro, ma non c’era traccia di lui. Improvvisamente
ricomparve in aria, finendo fragorosamente sul tavolo in mezzo alle ciotole di
marmellata.
-
Viktor!
Va tutto bene? – chiese lei allarmata.
-
Ohi…
ehm, perfetto! Ho fatto qualche problema in arrifo… – rispose lui
massaggiandosi la nuca. Hermione si mise a ridere.
-
Che… che c’è? – chiese lui.
-
Sei coperto di
marmellata di fragole! Sei buffissimo!!
-
Umpf… non è
niente da ridere… – ribatté lui un po’ offeso, ma
guardandosi attentamente si trovò veramente ridicolo e si unì a Hermione nelle
risate.
-
Ci vorrebbe
uno dei fiori di tuo fratello per pulirti!
-
Non scherzare…
non vorresti trovare un mazzo di qvelli nel tvo letto stasera… – disse Krum con un sorriso e ridendo si tolse la maglietta
appiccicosa. Hermione smise di ridere e lo fissò a bocca aperta. Però… niente male! Aveva già visto Krum in costume, una
volta ad Hogwarts, ma da vicino era tutta un’altra
cosa. Era magro, ma aveva degli addominali da fare invidia al miglior Oliver
Baston. La pelle olivastra lo faceva sembrare abbronzato, ma Viktor Krum
spalmato di crema, al sole su una spiaggia privata era l’ultima cosa che
Hermione si sarebbe potuta immaginare.
-
E’ tutto bene,
Hermione? – chiese lui un po’ imbarazzato. Evidentemente non era abituato ad
“esporsi” così, e lo sguardo assatanato di Hermione lo faceva sentire a
disagio.
-
Eh…? Sì… oh
scusa, mi ero… cioè… – Hermione tentò di ricomporsi
come poté.
Krum
ripulì la maglia con un colpo di bacchetta e se la rimise addosso.
-
Vuoi federe il
lago, Hermione? Possiamo fare il bagno, c’è caldo… –
le disse.
-
Volentieri, mi
preparo e scendo in un attimo! – rispose lei, e salì di corsa in camera sua per
prendere il costume da bagno. Grattastinchi non c’era. Probabilmente stava
gironzolando per la casa. Volgendo lo sguardo sulla scrivania si accorse che la
lettera di Ron non c’era più.
“Che
strano, mi sembrava di averla appoggiata lì… sarà
caduta…” pensò senza curarsene troppo, e, dopo essersi messa in costume, scese
all’ingresso dove Krum la stava aspettando.
Il
lago si trovava poco lontano dalla villa; lo raggiunsero a piedi seguendo un
sentiero. Il posto era splendido, per metà circondato
da salici piangenti e fiori bellissimi, di mille colori, tra cui tante ninfee
bianche che galleggiavano sull’acqua limpida.
Passarono
tutta la mattina a fare il bagno. Krum era un ottimo nuotatore e si esibì nella
trasfigurazione in uno squalo che aveva usato anche durante la seconda prova
del Torneo Tremaghi a Hogwarts. Come in quel caso, però, l’incantesimo non gli
riuscì alla perfezione, e si tramutò in una specie di uomo-squalo
che suscitò le risa di Hermione. Si divertirono tantissimo e stettero molto a
parlare tra loro.
-
… allora
qvella volta, ho messo troppa polfere di lucertula in mio calderone ed è
scoppiato tutto addosso a Karkaroff… che non ha stato
molto felice… – raccontava lui. Hermione continuava a ridere degli aneddoti di
Viktor.
-
… dovevi
vedere, era difentato fiola e aveva tutti tentacoli… – e descriveva il suo
professore con tanto di animazione con le braccia che
facevano i tentacoli tra le risate della ragazza. Anche
lui sembrava divertirsi molto.
-
Ehm… – Boris
si Materializzò dietro di loro, sempre vestito in giacca e cravatta
come il giorno prima.
-
Oh ciao,
Boris… che succede?
-
Ehm… è l’ora
di pranzo, signor Krum. Io e il signorino vi stiamo aspettando.
-
Oh, cavolo… è tardi! Fieni, Hermione?
-
Certo…
Tornati
a casa mangiarono insieme a Yuri e Boris. Come al
solito la tavola era coperta da una serie infinita di portate e di bevande. Il
pranzo trascorse tranquillamente.
Hermione
aveva paura che Viktor si arrabbiasse con il suo fratellino per lo scherzo dei
fiori ad acqua, ma lui sembrò essersene dimenticato.
-
Che cosa farai oggi, Yuri? – gli chiese.
-
Boris porta allo zoo… – rispose lui in un timido inglese.
-
Davvero,
Boris? Non avevo ancora visto tuo lato di babysitter… – rise
Krum.
-
Ehm… passeremo
il pomeriggio allo Zoo di Creature Magiche di Dublino – spiegò
lui, visibilmente imbarazzato per il nuovo ruolo assegnatogli – e poi ci
fermeremo dalla signorina Samantha per qualche giorno…
-
Sìì!! Zia
Sammy, zia Sammy!! – esultò il piccolo Yuri.
-
E’ sorella di
nostra madre – spiegò Krum – loro sono nate di Irlanda.
-
Oh, ora
capisco perché parla l’inglese così bene… – disse
Hermione.
-
I signori Krum
hanno fatto sapere che sono attualmente in Thailandia
per una riunione di lavoro, – continuò Boris – e che torneranno al più tardi
domani sera.
-
Mmm… bene –
disse Krum.
Passarono
il pomeriggio passeggiando nei prati che circondavano la casa. Poi Krum portò
Hermione sulla sua scopa e volarono per il cielo limpidissimo sovrastando la
terra sotto di loro. Hermione si stringeva forte a Krum che compieva acrobazie
straordinarie a cavallo della sua Nimbus:
giri della morte, vortici improvvisi, che Viktor faceva sembrare bazzecole. Con
una picchiata velocissima arrivarono quasi a toccare terra, e mentre
risalivano, Krum porse a Hermione uno stupendo fiore dorato che aveva colto con
la stessa abilità con cui catturava i boccini.
-
Per te… – le
disse.
-
Grazie…
Il
cuore di Hermione batteva a mille; era bellissimo volare con Viktor, era più
che emozionante… era il massimo. Superarono in volo una coppia di unicorni selvatici bianchi che correva nella prateria e
salutarono dall’alto il sole che tramontava dietro le montagne in un cielo
fantastico che sfumava in tutte le tonalità di rosso e arancio possibili, e poi
in azzurro, fino ad arrivare al blu intenso verso est.
Hermione
non si era mai sentita così bene. Le sembrava di vivere un sogno, uno di quei sogni che vorresti non finissero mai. Tutto lì era perfetto.
L’atmosfera, le sensazioni, i posti… le persone… una persona…
Atterrarono
sulle sponde del lago. Tutto era silenzioso, le onde lambivano tranquille le
rive; i due si sedettero sul prato a chiacchierare guardando la luna piena che
illuminava il cielo.
-
Mi sono divertita un sacco oggi, Viktor, è stata una giornata
splendida – disse lei.
-
Lo stesso
anche io. Hermione… folefo dirti… guarda! Una stella cadente! Esprimi un
desiderio!
Si
guardarono negli occhi. Poi, lentamente, si avvicinarono e si baciarono
dolcemente, a lungo, chiudendo gli occhi, appoggiati sull’erba morbida,
assaporando fino in fondo quel momento magico.
Sotto
le stelle di quella notte silenziosa sapevano di aver espresso entrambi lo
stesso desiderio.