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Autore: marta_granger    29/12/2016    2 recensioni
Hermione, Ron e Harry decidono di tornare a Hogwarts affrontare il settimo anno. Orgogliosi di poter definire quell'anno, l'anno della “tranquillità” prendono l'espresso per Hogwarts. Ma si sa, le cose non vanno mai come ci si aspetta...
Dopo la sconfitta di Voldermort molte cose sono cambiate. A questo avvenimento ognuno ha reagito in modo diverso. Il magico trio si scontrerà contro un nuovo vento. Nasceranno nuove amicizie e nuove rivalità. Tutte le case saranno pronte a reagire? E gli insegnanti? Chi ha il coraggio di combattere ancora?
Ma la vera domanda è: in tutto questo Hermione Granger e Draco Malfoy riusciranno a trovare una storia tutta per loro?
Chi non aprirà non saprà.
Dal testo:
-sveglia ragazzi!-esclamò Hermione ricevendo in risposta solo due grugniti.
-Hermione cara- disse Ginny guardando suo fratello e il suo ragazzo ronfare- tu sbagli metodo. Non si svegliano così due dormiglioni cronici... ma così!- tirò fuori la bacchetta e con sguardo maligno sussurrò -accio!- e in men che non si dica , la rossa si ritrovò in mano un mestolo e una pentola - SVEGLIA PIGRONI, SI DEVE PARTIRE PER HOGWARTS!-e iniziò a sbatterli
I ragazzi caddero dal letto.
Buona lettura!
Genere: Avventura, Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Blood in My Eyes

Hermione e Draco camminavano per i corridoi in silenzio, attaccati, facendo finta che l'altro non esistesse. Solo il rumore dei loro passi faceva da sottofondo.

Draco era sdegnato. Lui che faceva da balia a una mezzosangue? Che oltraggio. Lui odiava la Granger, perché era ancora lì ad aiutarla? Poi sbuffò. Ma certo, se no la nuova professoressa “comando-tutto-io” l'avrebbe messo in punizione con lei. No, grazie. La sopportava a stento durane le lezioni, chi l'avrebbe sopportata oltre? Già se la vedeva lì a gracchiare come una cornacchia perché lei, la miss “sono secchiona”, era stata messa in punizione a causa sua. Sarebbe tornato al dormitorio di Serpeverde con la testa che scoppiava. Ma come facevano a sopportala San Potter e Weasley? Era sempre così perfettina e petulante. Era impossibile sopportare quella ragazza così secchiona e devota alle regole. E a prova di ciò che pensava, sentiva proprio lì sul fianco dove la teneva per sorreggerla, il materiale ruvido del maglione della divisa. Quel coso nessuno lo metteva più da anni. Troppo ingombrante e di pessimo gusto estetico. Di solito le ragazze si vergognavano ad andare per i corridoi con quell'ammasso di lana marroncina e preferivano almeno mostrare il segno di qualche curva, mentre la Granger no. Si ostinava a metterlo sempre. Quel maglione faceva sembrare tutti dei sacchi. Ecco cos'era la Granger. Un sacco petulante. Un sacco petulante con capelli da spaventapasseri. Proprio in quel momento quei ricci ribelli gli stavano andando in bocca. Li odiava, come odiava lei. Erano sempre così gonfi e spettinati. Una ragazza normale avrebbe cercato di fare qualcosa. Una pozione, un incantesimo...QUALSIASI COSA! Ma lei no ovviamente, ed ora li aveva lui in faccia. Che nervoso. Iniziò a sputacchiare silenziosamente.

Quando mai le aveva rotto una gamba. Non poteva colpire, non so, un braccio? Così almeno andava in infermeria da sola. Ovviamente no, con la sfortuna che si ritrovava. Ed ora era costretto a fargli da bastone, neanche fosse un elfo domestico. Lui odiava gli elfi domestici. Abbassò lo sguardo indifferente, iniziando a osservare la ragazza che stringeva a sé, per trovare altri difetti. L'unica cosa positiva è che non aveva ancora aperto quella sua boccaccia insolente. Ci mancherebbe altro. Quello era il suo premio per averla sconfitta a duello. Ammetteva che aveva provato un certa soddisfazione a sconfiggere sia lei che Potter. Peccato per quegli uccellacci maledetti. Gli avevano lasciato ferite che bruciavano ancora e doveva ancora fermare il sangue. Il suo purissimo sangue. La Granger non avrebbe dovuto avere neanche il diritto di avvicinarsi a lui in quelle condizioni. Ma almeno, guardandolo, si sarebbe finalmente accorta della differenza tra lei e un purosangue. Sogghignò tra sé. Cavolo, finalmente quella lì avrebbe capito l'abisso che c'era tra loro. Fece una smorfia disgustata. Aveva bisogno di una doccia o quella sangue sporco l'avrebbe contagiato con una delle sue malattie strane. Draco iniziò a camminare più velocemente, non tenendo conto che la grifondoro non riusciva a stargli dietro.

 

 

Hermione si sentiva a disagio. Non le piaceva stare così vicina a Malfoy. Soprattutto perché sapeva che a lui schifava solamente la sua presenza. Non era difficile da capire. Le teneva il fianco come se fosse un fazzoletto sporco di muco e guardava da tutt'altra parte con una smorfia disgustata stampata sul volto. Probabilmente stava già pensando di scrivere una lettera a suo padre per denunciare la nuova professoressa. Ma come aveva fatto a finire in questa situazione? Si era fatta battere da quel furetto e questa era la conseguenza. Che nervoso. Doveva allenarsi di più, era l'unica soluzione. Questa cosa non doveva più ricapitare. Sapeva già che glielo avrebbe rinfacciano fino alla fine dei suoi giorni. Sentiva già la voce di Malfoy intonare cori di vittoria. Stranamente però non aveva ancora detto nulla. Hermione si girò verso il biondo. Ma certo. Non aveva detto nulla perché disprezzava semplicemente rivolgerle la parola. Ma come faceva a essere così antipatico? Dopo quello che aveva scoperto e dopo aver compreso la situazione in cui si trovava Malfoy, pensava che lui cambiasse atteggiamento. E invece no. Era stata una sciocca solamente a pensarlo. Osservò la mascella serrata del ragazzo. Non si sarebbe mai mostrato debole o indifeso. Avrebbe sempre messo su quella maschera di odio e superiorità. Il suo sguardo si fermò sui suoi capelli color platino, rigorosamente leccati all'indietro. Non sarebbe mai cambiato, sarebbe stato sempre uguale.

Proprio mentre stava formulando quei pensieri, il Serpeverde iniziò a camminare più velocemente. Ma cosa gli era preso? Stava tirando Hermione con così tanta forza che lei gemette silenziosamente di dolore. La gamba le faceva davvero tanto male e il braccio che sanguinava non l'aiutava di certo.

-Malfoy vuoi rallentare?- la riccia iniziò a saltellare per stare al passo.

-Non rompermi le palle Granger.- Ecco che quella lì apriva la bocca per lamentarsi.

-Ti prego, rischio di cadere.-

-Non me ne frega un cazzo.-

-Mi fai anche male, Malfoy.-

-Smettila di rompermi i bolidi.-

-Ma..- proprio mentre stava per rispondere, Hermione perse l'equilibrio. Cercò un appiglio nel Serpeverde che, non aspettandoselo, cadde rovinosamente a terra con lei. Finirono uno sopra l'altro. Le gambe incrociate tra di loro. I gomiti di Malfoy erano puntati sul pavimento freddo di pietra per non schiacciare la ragazza. I loro corpi erano a millimetro di distanza e Hermione teneva ancora in mano il pezzo di camicia di Draco, sul quale si era aggrappata per non cadere. I volti erano uno di fronte all'altro e i loro occhi si incrociarono. Hermione distolse subito lo sguardo imbarazzata e tesa. Non le piaceva stare così con lui. Cercò di alzarsi, ma nel tentativo fece perdere l'equilibrio ancora una volta al ragazzo, a cui scivolarono i gomiti. Draco le cadde definitivamente addosso. Imprecarono all'unisono.

-Granger ma sei scema?! Che cavolo fai?!- urlò divincolandosi, cercando di rimettersi in piedi.

-stavo cercando di alzarmi.- rispose scorbutica spostandolo, con difficoltà, di lato.

-si, facendomi cadere. Si vede proprio che sei una Sangue Sporco, non capisci niente.-

Hermione lo guardò infuriata -Ma come ti permetti!?-

-Non essere sorpresa. Si sa che siete di un rango e di un intelligenza inferiore. Non è colpa mia se hai un sangue diverso dal mio.- rispose pungente, appoggiando le braccia sulle gambe mollemente.

-Cosa hai detto?!-

-Sei pure sorda ora? Siete solo dei reietti inferiori che...-

Hermione non ci vedeva più dalla rabbia. Come si permetteva di umiliarla in quel modo? La sua mano partì da sola, dritta puntata alla faccia del Serpeverde. Ma i riflessi di Draco erano preparati alla reazione. In un movimento fulmineo le bloccò il braccio al terreno, tornando sopra di lei, sovrastandola come un feroce animale con la sua preda. Hermione provò un brivido di paura. Draco la guardava infuriato, con uno sguardo da psicopatico.

-Non provarci mai più, sono stato chiaro? Mettitelo bene in testa, sarai sempre un' insopportabile Sangue Marcio. Sarai sempre inferiore ai purosangue e...- Mentre fuori sé la insultava, lo sguardo si posò sul maglione squarciato della ragazza. Si bloccò di colpo. Sembrava congelato. Lui a cavalcioni su di lei. Sembrava surreale. Non sembrava neanche che stessero litigando. Ma non era questo che bloccava il Serpeverde. Il suo sguardo era fisso sul sangue di Hermione. Usciva caldo e denso dalla ferita che gli aveva inferto durante il duello. Era rosso. Rosso. Rosso. Niente di radioattivo. Draco si accorse solo in quel momento che aveva sempre immaginato il sangue della Granger verde, malato. Non qualcosa di così simile al suo. No, si corresse. Non simile, uguale. Ora parte di quel sangue l'aveva lui sulla sua mano destra, mischiato al proprio. Non si sentiva male. Nessuna malattia lo stava contagiando. Come era possibile? Draco sembrava ipnotizzato da quell'immagine. Non sapeva cosa fare. Gli era sempre stato insegnato che erano diversi. “Il tuo sangue è più puro del loro” gli diceva sempre suo padre, eppure lui ora non vedeva nessuna differenza. Stesso colore, stessa densità. Provò un disgusto immenso per la sua famiglia. Bugiardi. Erano sempre stati i suoi pilastri. Gli unici su cui poteva fare affidamento. Gli unici a cui credere realmente. Su quanto altro avevano mentito? A cosa doveva credere? Come si doveva comportare? Per la prima volta in vita suo provò freddo e solitudine.

 

Hermione era furente. La rabbia l'accecava così tanto da non accorgersi neanche dello stato confusionario della nemesi. Come si permetteva quel furetto di dirle quelle parole? Lei non era uno dei suoi burattini senza cervello a cui poteva dire tutto quello che gli pareva. Aveva smesso di ascoltarlo al secondo insulto. Lui sbagliava. Non sapeva niente. No, questa volta non avrebbe pianto come al secondo anno per un'idiota figlio di papà come lui. Era cresciuta, avrebbe reagito. Aveva passato anni di inferno a causa sua e degli altri Serpeverde. Ora basta. Era arrivato il momento di fargli capire finalmente chi era.

E come al terzo anno, la rabbia prese il sopravvento. Hermione tirò con forza una ginocchiata all'inguine di Malfoy che cadde a terra urlando di dolore. Con fatica si alzò e prima di andarsene zoppicando, gli sputò queste ultime parole piene di odio -Preferisco essere una nata babbana che essere uno schifoso mangiamorte odiato da tutti. Nessuno di sopporta e nessuno si fida di te. Ti auguro con tutto il cuore di vivere il resto della tua vita pieno di paure e solitudine. - Infine si allontanò, non guardandosi più indietro. Forse un giorno si sarebbe pentita per quelle parole, ma ora era semplicemente fiera di sé. Mai più l'avrebbe trattata così.

Draco era perso nei suoi pensieri. Sentiva in lontananza il rumore dei passi che si allontanavano. Non l'aveva ascoltata. Non voleva ascoltare la voce della ragazza che per anni aveva provato a dirgli la verità. Tra mezzosangue e purosangue non vi era alcuna differenza. Che sciocco era stato. Rimase lì, sdraiato per terra in mezzo al corridoio, a guardarsi la mano insanguinata quasi ipnotizzato.

 


"And i'm over you, congratulations,
And thank you for all the plain cause it made it be so
much more fun"
-Blood in My Eyes, Sum41-
Spazio dell'autrice:
Scusate per il ritardo. Spero che vi piaccia nonostante l'attesa. Si è più corto degli altri ma penso che dovesse finire qui.
Colgo l'occasione per ringraziare tutte persone che leggono e mettono la storia tra le preferite/seguite/ricordate e soprattutto chi recensisce.
Ringrazio anche Nathan (non lo faccio mai) che legge sempre e ogni tanto mi da consigli.
Alla prossima e buon Natale (anche se in ritardo)
Marta
   
 
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