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Autore: Sajoko    29/12/2016    1 recensioni
Lily è una ragazza di 17 anni e come tutti gli adolescenti ha un sogno nel cassetto; però ha fatto la promessa a sé stessa di non dirlo a nessuno. Lei sa che le persone non capirebbero…
È una ragazza solitaria, infatti a scuola non ha amici, ma nonostante tutto, i suoi voti sono eccellenti; specialmente in una materia che lei ama alla follia: psicologia. L’insegnante di quella materia, il prof. Robert, è molto legato a Lily e sa che nonostante sia così fredda e distaccata con tutti, lei ne è legata da un filo invisibile nel suo profondo. Sa che in quella ragazza c’è umanità.
Robert non sa che periodo sta passando Lily e non sa nemmeno cos’ha per la testa… e quando capisce cosa la tormenta, ormai il più è già fatto…
Genere: Avventura, Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
Capitoli:
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 EPILOGO: TO DO LIST

 Le Canarie sono da sempre considerate il luogo della “Primavera perenne” per la temperatura sempre mite e perfetta. Quel posto così incredibile e magnifico, era la meta di tante persone: turisti, pensionati e gente che voleva cominciare una nuova vita.
In una piccola casa di legno, poco vicino alla spiaggia, c’era un uomo sdraiato su un’amaca intento a fare un pisolino. Dondolato dolcemente dal vento, l’uomo aveva un comodino accanto con su un bicchiere d’acqua fresca e un libro di Jon Krakauer intitolato “Nelle terre estreme”.
Il cappello che teneva davanti al viso gli permetteva di coprirsi dai raggi del sole alto e quindi riposare tranquillamente. Era la giornata perfetta per risposare dopo una settimana di lavoro.
Mentre sonnecchiava tranquillo, un ragazzo con la camicia bianca stava correndo sulla spiaggia in direzione della piccola casetta. Aveva qualcosa in mano e mentre correva gridò:
 
- Señor! Señor, despierto! (Signore! Signore, si svegli!) –
 
L’uomo si svegliò di soprassalto e nella fretta gli cadde il cappello in terra. Confuso dalle urla del ragazzo, cercò di riprendersi e stiracchiandosi disse:
 
- Piano Miguel, non urlare… *yawm!* … mi sono appena svegliato… -
 
Il ragazzo arrivò sotto il portico e disse:
 
- Discúlpeme Señor, ma c’è una lettera per lei! (Mi scusi) –
 
Il ragazzo gli porse una busta bianca. L’uomo la guardò ancora assonnato (forse non aveva capito di cosa si trattasse). Senza scendere dall’amaca, riprese il cappello da terra, se lo posizionò davanti agli occhi, si stiracchiò una seconda volta e sistemandosi sull’amaca disse:
 
- Va bene Chico, grazie mille. Lasciamela sul comodino qui accanto… -
 
Il ragazzo insistette nel volergliela dare di persona e disse:
 
- Ma Señor, è la lettera che stava aspettando da tanto! –
 
L’uomo alzò il cappello lentamente, lo guardò e disse:
 
- … Davvero? Ne sei sicuro? –
 
Il ragazzo annuì convinto:
 
- Si Señor! Niente mittente e firma: solo francobollo e timbro postale! –
 
L’uomo si sedette di lato sull’amaca, prese la lettera in mano e ringraziò il ragazzo:
 
- … Grazie Miguel… tieni questo come ricompensa. –
 
Gli diede una banconota da 5 euro e il ragazzo, quando la prese in mano, ringraziò e tornò da dov’era venuto. L’uomo guardò la busta sul fronte e sul retro: era ben sigillata, senza una piega e senza una scritta. Solo francobollo e timbro postale, come aveva detto il ragazzo.
Si alzò in piedi e guardò la lettera attraverso i raggi del sole: intravedeva dei fogli e qualcosa di quadrato, fine e nero. Non si capiva bene cosa potesse essere…
Senza indugi, apri la busta di lato, tirò fuori il contenuto e quello che vide lo fece sorridere: c’era una cartolina, una foto stile polaroid e un foglio piegato a metà con scritto in nero “Per Robert”.
Guardò prima la cartolina: c’era Bangkok, la capitale della Thailandia, come sfondo e sul retro c’era una scritta che diceva:
 
<< Un saluto dalla città più evoluta di tutto l’oriente.>>
 
Sorrise; poi guardò il foglio piegato, lo aprì e lesse ciò che c’era scritto:
 
<< 7 Agosto 2017
 
Ore: 02.47 (ora locale di Bangkok)
 
Caro Robert,
Mi trovo qui in questa magnifica città a contemplare la splendida luna piena, mentre ti scrivo seduta sul davanzale di una finestra del migliore ostello della città: le camere sono enormi e non costano niente a notte! Tutto qui non costa niente! È fantastico! Sarebbe un posto magnifico dove vivere… ma non credo che sia il mio.
Quando leggerai questa lettera, probabilmente sarai spaparanzato sulla tua fidatissima amaca rossa e arancione a sorseggiare una bevanda fresca, e a leggere qualche libro di qualche autore strampalato tanto quanto te, quindi reggiti forte perché devo farti un annuncio:
Sto per spostarmi di nuovo. Questa volta verso Sud-Est.
Immagino che tu sappia benissimo cosa c’è lì…
Comunque, non voglio preannunciarti nulla che non è ancora stato fatto, pertanto, mettiti bello comodo sulla tua amaca e aspetta la mia prossima lettera!
Spero che ti trovi bene e in salute.
 
Un bacio,
 
Lily >>

 
 
Robert sorrise. La lettera l’aveva scritta e mandata la sua viaggiatrice preferita. Guardò il foglio sorridendo, mentre il vento caldo delle Canarie si alzò leggermente. Proprio quando stava per mettere via il foglio, Robert s’accorse che sul retro c’era un Post Scriptum; lo girò e con stupore lesse:
 
<< P.S: Nel testo che leggerai, ho scritto una poesia che ho creato pensando a te…
Spero davvero che ti piaccia.
S’intitola così:
 
“ Viaggio verso l’ignoto”
 
Voglio iniziare un viaggio;
che sia in aereo o semplicemente chiedendo un passaggio.
Partendo dalla mia città natale, io so di voler raggiungere un luogo speciale.
Con un borsone pieno di ricordi, inizio il mio viaggio senza rimorsi.
Non so il giorno, il mese e nemmeno quando accadrà;
so solo che questo viaggio mi cambierà.
Voglio andare verso Monaco, per poi passare a Berlino;
salutare la Germania per poi andare verso Dublino.
E perché non andare a Londra? Che città incantata!
Li ho trovato un uomo che con poco mi ha cambiata…
E poi via, verso l’estero: in Canada, USA o Messico! (È una tappa in più per migliorare il mio lessico…).
Visitare l’America andando a Los Angeles, New York, Portland e San Francisco…
Quali tra queste città troverò qualcosa di cui io mi stupisco?
Resterei lì, solo per qualche mese;
e poi via, al sud di un altro paese.
Il Cile è un bel posto: caldo, col mare e il Natale a Ferragosto!
Poi, finalmente, arriva il grande passo.
Quello che aspettavo da tanto, tanto tempo.
Arriverò in aeroporto, salirò su un aereo;
e finalmente, dopo una vita intera passata in Italia, giungerò finalmente…
 
In Australia.
 
Con affetto, la tua adorata Lily ❤ >>
 

 
 Leggere quella poesia, riempì di gioia il cuore di Robert. Sentì una lacrima scendergli sulla guancia per poi cadere sulla camicia leggera.
Si asciugò le lacrime e guardò verso il mare: l’orizzonte era limpido e si vedevano i gabbiani volare lontano, alti e leggiadri.
Robert scese verso la spiaggia, arrivò coi piedi sulla battigia e lasciò che il mare gli accarezzasse i piedi. Guardò l’orizzonte per qualche istante e tra sé e sé pensò:
 
- … Grazie Lily. Spero che tu trova il tuo posto felice nella magica terra di Oz… -
 
********************************************************************************


 Sydney è la città d’eccellenza per gli avventurieri: le spiagge selvagge, il surf, i locali notturni e le feste epiche. È considerata la “città occidentale” per eccellenza. È una delle tante città da dover visitare prima di morire.
Era una giornata qualunque all’aeroporto di Sydney: la gente arrivava, partiva, aspettava o si fermava a prendere qualcosa da mangiare ai bar all’interno della struttura. Il sole splendeva alto e non c’era una nuvola che facesse ombra in quella giornata calda e afosa. La temperatura era di 32°C e, nonostante fossero in piena primavera, il caldo iniziava ad essere quasi persistente… ma in fondo, è così che è l’Australia: calda, selvaggia e stupenda.
Ma al gate n*16 era appena atterrato un volo nazionale proveniente da Darwin, a Nord dell’Australia, e molte persone erano venute qui per poter visitare la città. Per la maggior parte erano turisti con le loro macchine fotografiche, le guide turistiche e il necessario per vivere nel comfort più piacevole che potessero avere, ma c’era una persona che si differenziava tra la massa… Era molto “particolare”.
Mentre la massa di gente usciva dal tunnel del gate, questa personaggio incredibile andò al reparto del ritiro bagagli per prendere i suoi bagagli.
Era vestita in modo particolare, quasi stile da viaggiatore: scarponi polverosi (con un giro di nastro isolante sulla scarpa destra), pantaloncini corti marron chiaro semi larghi, canotta bianca, occhiali da sole, un cappello leggero di paglia chiaro e una camicia leggera azzurra legata ai fianchi. Sembrava provenire da chissà quale pianeta! (Almeno pensavano così gli altri dopo aver visto tutti quei dreads e tutti quei tatuaggi sulle braccia…)
Mentre si avviava al nastro trasportatore, vide alcune persone del suo stesso volo che ritrovavano amici, parenti e si riabbracciavano dopo tanto tempo. Vedere quella scena, le fece pensare a qualcuno a cui teneva molto…
Arrivò al reparto e aspettò il suo bagaglio: non era né troppo pesante, né troppo ingombrante e men che meno vistoso… semplicemente era comodo.
Dopo qualche minuto d’attesa, lo vide passare sul nastro trasportatore: un borsone marron chiaro sporco di polvere, con toppe qua e là e qualche schizzo fatto a mano su di esso.
Lo prese al volo quando fu abbastanza vicino poi, dopo averlo caricato in spalla, si diresse verso l’uscita. Arrivò al reparto controlli, la guardia indicò dove poggiare la borsa e disse:

- Prego, mi faccia vedere i suoi documenti. –

Tirò fuori il visto e il passaporto mentre una seconda guardia controllava l’interno del borsone. L’uomo che controllava i documenti, un uomo alto e giovane sui venticinque anni, disse:

- Nazionalità italiana… che cosa ti ha spinto a venire qui in Australia? –

Lei sorrise, si sistemò un dread dietro l’orecchio e rispose:

- … Penso per il clima: l’Australia è un paese caldo, e io amo il caldo. –

La guardia la guardò e sorrise a sua volta. Controllò il visto e disse:

- Le piace così tanto da rimanerci addirittura sei mesi? –

Lei fece spallucce e rispose:

- Beh, l’Australia è grande da visitare. Mi prendo il tempo necessario per visitarla per bene. –

Sorridendo, il venticinquenne disse:

- In molti, dopo averla vista “del tutto”, hanno rinnovano il visto… però poi non sono più tornati indietro… –

Lei sorrise. Si guardò i tatuaggi sulle braccia e rispose:

- … Beh, spero che mi piaccia davvero tanto allora… -

La guardia sorrise, le riconsegnò il passaporto e il visto e disse:
 
- Benvenuta in Australia Sig.ina Clark! –
 
***

Verso le 13.15 del 20 Agosto 2017, Lily stava passeggiando per le strade di Sydney. Il sole alto illuminava il paesaggio e l’aria, seppur afosa, era piacevole da respirare.
Stava attraversando Harbour Bridge quando a metà, si fermò per contemplare la vista mozzafiato di quel posto: la zona di Kirribilli sul lato sinistro e di The Rocks sul destro, erano divise dall’acqua. Sembrava un gigantesco serpente argentato che si muoveva lento e sinuoso. L’Opera House sulla destra ricordava una gigantesca macchina da scrivere con delle conchiglie bianche incastonate sopra. Era qualcosa di stupendo quel paesaggio.
Questa visione le ricordò il Portogallo… e Thomas.
Quell’avventura a Porto non l’aveva mai dimenticata. È sempre rimasta sempre nel suo cuore…
Mentre ammirava il paesaggio, Lily prese tra le dita la collana di pietra di Thomas che portava al collo. L’aveva tenuta con sé per anni, pronta ad essere restituita al suo padrone…
Dopo aver passato qualche istante a scattare foto e ad ammirare il paesaggio, Lily prese da una tasca del suo borsone una busta già aperta, tirò fuori una lettera e lesse nuovamente il contenuto:
 
<< 2 Agosto 2017
 
Cara Lily,
Come stai? Sicuramente bene ora che sei a Bangkok. Quella città è famosa per il suo stile di vita evoluto… ci sono stato, sai? Spero che anche tu l’abbia apprezzata come l’ho apprezzata io.
Ti scrivo questa lettera per darti un annuncio molto, molto importante:
Ho trovato il mio posto finalmente.
È un posto magnifico, quasi occidentale ma non si trova in Europa; bensì si trova in Oriente, in mezzo al mare… Per darti una definizione più esatta, è un continente che è anche un isola.
Se hai capito dove mi trovo, allora ti aspetto proprio li.
Seguì queste coordinate e non potrai sbagliare:
 
S 33° 52’ 04”
E 151° 12’ 26”
Ti aspetto mia adorata amica.
Con affetto,
 
Thomas >>

 
Ricevere quella lettera con quelle poche righe, fecero sentire Lily al settimo cielo.
Finalmente, dopo tanto tempo, poteva finalmente riabbracciare Thomas.
Mise via la lettera, guardò l’Opera House e pensò:

Aspettami Thomas… sto arrivando!

Mentre caricava in spalla il suo borsone, si diresse verso il lato opposto del ponte per raggiungere quel gigantesco monumento sotto il sole cocente.
Dopo alcuni minuti, arrivò al viale principale che conduceva al retro dell’Opera e s’incamminò verso la parte frontale. A vedere quella struttura da vicino, era davvero immensa, davvero maestosa; quasi faceva paura perché le pareti curve bianche che spuntavano sopra l’orchestra, sembravano tsunami pronti a schiantarsi addosso a lei.
Arrivò davanti all’Opera e si guardò in giro: non c’era molta gente e questo piacque molto a Lily. Cercò Thomas fra le poche persone ma non riuscì a trovarlo. Forse era troppo presto.
Si voltò verso la sparangola che dava al mare e lo vide lì, intento ad ammirare il paesaggio della riva Kirribilli e l’Harbour Bridge.
Il cuore di Lily iniziò a battere a mille e col sorriso sulle labbra, si diresse lentamente verso di lui.
Anche Thomas si voltò e quando la vide, il suo viso s’illuminò tra un misto di stupore e felicità.
L’aspetto del ragazzo non era cambiato nonostante gli anni: portava sempre dei sandali in pelle, pantaloncini a bermuda marron chiaro e una camicia bianca che faceva intravedere i pettorali del ragazzo abbronzato; aveva barba e baffi colti, capelli lunghi fino alle spalle e il bracciale di Lily al polso sinistro.
Quando la vide avvicinarsi a lui, le sorrise e s’incamminò nella stessa direzione.
Lily lasciò cadere il borsone e quando furono abbastanza vicini, si abbracciarono. Lui la sollevò da terra prendendola dolcemente per la vita, mentre lei gli mise le braccia al collo per sorreggersi e affondare la sua testa piena di dreads sulla sua spalla possente.
Si abbracciarono per interi minuti e non si dissero nulla, ma non avevano bisogno di parole per esprimere la loro felicità… quell’abbraccio bastava per capire tutto.
 

THE END

 


Nota dell’autrice:
Grazie a tutti coloro che hanno seguito questa storia fino alla fine!
Questo racconto significa molto per me e sapere che apprezzate questa piccola perla che ho scritto, mi riempie il cuore di gioia.
Anche se questa storia è finita, sappiate che questo viaggio è appena iniziato…
Grazie ancora,
Sajoko :)
   
 
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