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Autore: Artemisia    08/04/2005    3 recensioni
è la prima storia che scrivo... spero vi piaccia!!!!!!é ambientata nella Firenze del 500 e la protagonista è una giovane serva indiana...volevo ringraziare Mia e Shaida Black per le recensioni!!! e anche Giulia!
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Epoca moderna (1492/1789)
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Prudenzia

 

 

Prudenzia

III° Capitolo

“Il segreto”

 

 

Prudenzia si era sdraiata in giardino, mentre accanto a lei succedeva il finimondo.

La madre di Saviana era impazzita, o almeno così sembrava. Vagava per la casa vestita di cenci ricoprendosi il capo di polvere. Buon Dio, cosa aveva fatto? Prudenzia non riusciva a capacitarsi di tanta stupidità.Aveva informato la madre di Saviana del suicidio della figlia in modo così brutale, così insensibile. Era la seconda volta che agiva in questo modo: Imperdonabile.

 

Tutte le domestiche correvano disperate dietro alla padrona, cercando di farle tornare il lume della ragione. Mancavano due giorni al funerale di Saviana, sua madre doveva essere presentabile per quel momento di “pubblico dolore”. A nessuno importava infatti: sarebbero stati presenti diversi amici del padre, che nemmeno l’avevano vista, quando era in vita.

- Prudenzia, sei stata tu?- le chiese Luca all’improvviso, interrompendo tutti i suoi pensieri.

- Cosa ve lo fa pensare?- rispose cauta la giovane donna, sistemandosi la gonna stropicciata.

- non lo so, ma hai un’aria tanto afflitta…senso di colpa, forse.- Era incredibile come il ragazzo prevedesse ogni sua azione e leggesse sul suo viso tutto ciò che le passava per la testa.

- Sì, pensavo che fosse giusto che sapesse.Giusto anche per Saviana.Pensate che abbia sbagliato dicendolo? – Luca annui, con fare pensoso.

- Non credo che tu l’abbia fatto pensando razionalmente, altrimenti avresti capito quali sono le reali conseguenze.Te ne dovrai andare da questa casa. Mia madre ha già detto a mio padre che sei stata tu ad informarla, io non posso fare più nulla: finirai in mezzo alla strada. -

Sembrava triste ed arrabbiato nello stesso tempo: i due sentimenti lottavano per imporsi uno sull’altro ma non ci riuscivano.

- Vi sbagliate. Io so una cosa per la quale vostro padre mi terrà qui, non ha altra scelta…Dovrà trattarmi con enorme rispetto perché io non la riveli, ma ho bisogno del vostro aiuto. Sarà difficile per voi accettarlo, ma è così. -

Luca la guardò perplesso, non capiva cosa quella ragazza poteva sapere del padre, Ernesto Gonfalonieri, di cui lui non fosse a conoscenza. Ma non era assolutamente preparato a ciò che Prudenzia gli disse.

-Vostro padre è un sodomita.-  sussurrò. –Gli piacciono gli uomini, in poche parole. E ho delle prove, cartacee, che però mi dovete aiutare a prendere.Lo potrò ricattare, così: ma se non volete aiutarmi, statene fuori. Tuttavia vi prego di non dirgli niente, in tal caso. –

 

Luca si dovette sedere a terra. Non era mai stato credente, anche se ovviamente dichiarava di esserlo, e questo lo aiutava a sopportare di più la cosa, ma per lui fu scioccante comunque. Ora gli faceva ribrezzo solo il pensiero del padre, e la sua falsità quando faceva i suoi stupidi commenti sul sedere di qualche servetta. Disgustoso. Il pensiero che il padre fosse un sodomita non l’aveva mai sfiorato e si chiese anche come Prudenzia ne fosse venuta a conoscenza, ma non osò chiederlo.

Sopraggiunse poi la vergogna: se ne vergognava tantissimo, anche troppo. Non avrebbe mai più potuto guardare in faccia il padre, senza abbassare gli occhi, né tantomeno Pudenzia.

Volse le spalle alla ragazza e se ne andò nelle sue stanze, incapace di sentirsi addosso la stupida pietà della giovane.

  
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