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Autore: Tada Nobukatsu    30/12/2016    1 recensioni
Il colibrì è l'uccello più piccolo del mondo. Ha spiccata aggressività, rapidità nel volo e nelle acrobazie, stupendi colori e per questo le antiche civiltà americane lo consideravano la reincarnazione di valorosi guerrieri caduti in battaglia. Il movimento delle ali può raggiungere la sorprendente velocità di 70-90 battiti al secondo. Nessun altro uccello vivente sul pianeta può battere le ali tanto velocemente. In proporzione, la dimensione del loro cuore, rapportata all’uomo, è più grande di 5,6 volte e la frequenza cardiaca dei battiti può raggiungere 1260 pulsazioni al minuto.
Tutte cose molto belle, ma la vera domanda è... che diavolo ci fa in mezzo ai corvi, ai gatti e ai gufi?
Ma soprattutto... Cosa c'entrano in tutto questo i biscotti di Kageyama?
Genere: Comico, Romantico, Sportivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Le anime di Romeo e Giulietta infestano la Shinzen


Chiyo scese le scale sbadigliando e stiracchiandosi. Aveva una fame da lupi, lo stomaco non smetteva un attimo di brontolare. Ma ciò che aveva ancor più della fame era il sonno. Ormai erano al sesto giorno di ritiro, erano tutti stanchi e stremati, lei forse più degli altri visto che nonostante i miglioramenti ancora non poteva far a meno di correre più del necesario. E poi era una ragazza, sostenere i ritmi maschili non era semplice. E, infine, ci si metteva quella faccenda che ora la notte non se la dormiva tutta e benchè fosse qualcosa di piacevole, la distruggeva fisicamente come poche volte.

Scese l'ultimo scalino e si trovò di fronte Kuroo, probabilmente anche lui diretto a mensa proprio come lei.

Le dedicò un dolce sorriso e la salutò con un: «Buongiorno»

Chiyo parve svegliarsi improvvisamente, ancora una volta colta da un leggero fremore all'altezza del petto. Sorrise luminosa e arrossendo lievemente si sistemò istintivamente una ciocca di capelli dietro l'orecchio. «Ciao!»

«Vai a mensa?» chiese lui.

Chiyo annuì e i due presero a camminare l'uno a fianco all'altro.

«Hai dormito bene?» chiese Kuroo.

«Non molto, c'era un gattaccio fuori dalla finestra che non ha smesso un attimo di miagolare e mi ha tenuta sveglia un bel po'» disse lei, sorridendo maliziosamente.

«Magari voleva solo attirare la tua attenzione» sghignazzò Kuroo, cogliendo la frecciatina.

«Era però un po' insistente» ridacchiò lei.

«Era un gatto carino per lo meno?» le chiese Kuroo, lanciandole uno sguardo malizioso. Chiyo arrossì, colta alla sprovvista, e un po' agitata provò a balbettare qualcosa.

«Sì, insomma... nella norma... era un gatto, no?» poi tranquillizzandosi un po', disse: «Magari un po' troppo spettinato e arruffato.»

Kuroo la scrutò qualche secondo, un po' corrucciato, poi mormorò: «Nella norma?»

Chiyo si lasciò andare a una leggera risata divertita. «Che c'è? Ci sei rimasto male?»

Ma lui non rispose, limitandosi a sbuffare, e fece morire lì la cosa, lasciando però travisare che sì, un po' c'era rimasto male. Entrarono a mensa che lei stava ancora sghignazzando, osservando il suo volto lievemente imbronciato.

«E comunque lo stile spettinato non è male per niente!» disse poi lui, grattandosi la nuca e avvicinandosi ai vassoi e Chiyo rise ancora divertita.

Pochi tavoli più in là, Kaori e Yukie erano sedute che mangiavano, un po' assonnate per aver perso un po' di sonno nella notte, ma ancora in piedi.

Kaori fu la prima a notare Chiyo e Kuroo entrare in mensa, uno di fianco all'altro, con lei che sembrava luminosa e radiosa, intenta a ridere di qualcosa che sicuramente lui aveva appena detto.

Sgomitò l'amica a fianco che, dopo un primo momento infastidito, seguì il suo sguardo e li vide anche lei. Le due sorrisero emozionate, scambiandosi sguardi e gongolando.

«Che vi prende?» chiese Miyanoshita, la manager dell'Ubugawa, sedendosi di fianco a loro.

Kaori e Yukie, sghignazzando, negarono con la testa e in contemporanea dissero: «Niente!»

Davanti a loro Kuroo si allontanò da Chiyo, dirigendosi col suo vassoio verso il tavolo della sua squadra e la ragazza si guardò un po' attorno, cercando a sua volta un posto dove mettersi.

In quel momento Kaori saltò in piedi, sventolando le braccia e urlando a gran voce: «Chiyo-chan! Ti abbiamo tenuto il posto!»

Al suo fianco Yukie ridacchiava e indicava una sedia vuota proprio di fronte a loro.

Chiyo le guardò un po' terrorizzata: non le piaceva quando si comportavano in quel modo così vistoso e rumoroso, voleva dire che avevano qualcosa per la testa.

D'altra parte, dopo aver urlato a tutta la mensa che quel posto era suo riservato, se si fosse rifiutata avrebbe destato sospetti. Perciò si avvicinò sospirando e preparandosi a chissà quale interrogatorio imbarazzante.

Si sedette e cominciò a mangiare silenziosa, sotto lo sguardo sorridente delle due amiche. La cosa la irritava e la riempiva di imbarazzo, ma si sforzò di ignorarle.

«Allora, hai dormito bene Chiyo-chan?» chiese a un certo punto Kaori.

«Magnificamente, grazie» rispose lei con superiorità.

«E non hai avuto caldo?» chiese Yukie, sulla scia della prima.

Chiyo cominciò a intuire cosa stessero cercando di dirle e prese a sudare freddo. Ma continuò a mangiare, limitandosi a negare con la testa.

«Io un po'... pensa che a un certo punto ho avuto desiderio di alzarmi e andare, che sò, nella stanza delle macchinette, per esempio! Per provare a rinfrescarmi un po'.»

E Chiyo ebbe come un micro-infarto.

«E perché non l'hai fatto, allora?» chiese con ingenuità Miyanoshita al suo fianco. Kaori e Yukie la guardarono sghignazzanti, forse trovando divertente come quella fosse una domanda caduta a fagiolo, nonostante lei fosse all'oscuro di tutto.

«Beh, perché, sai, a volte da quelle parti, a quell'ora di notte, si fanno strani incontri.»

Ormai non serviva altro, Chiyo capì: loro sapevano! Probabilmente l'avevano seguita. Ma loro sapevano!

Saltò in piedi colta dal panico e cominciò a sventolare le braccia davanti a loro urlando: «Basta! Basta!»

«Ma che gli prende?» chiese Miyanoshita, guardandola stralunata.

Kaori e Yukie risero, divertite da quella reazione, poi la prima spiegò: «Ha paura dei fantasmi»

«Fantasmi?» chiese Miyanoshita.

«Sì! Non lo sapevi? Dicono che ci sia un fantasma che gira per la scuola di notte.» disse Yukie.

«Due a dire il vero! Una coppia» continuò Kaori.

«Due innamorati segreti» sospirò Yukie con gli occhi trasognanti.

«Sì ma il loro amore deve restar segreto!» aggiunse Kaori. «Si dice che chi dovesse vederli, poi la mattina dopo si svegli morto!»

«Che paura!» gridò Miyanoshita, portandosi le mani al viso.

«Sì, perché loro facevano parte di due famiglie rivali! Come Romeo e Giulietta!» continuò Yukie. Chiyo al loro fianco, stralunata e in parte grata per essersi inventate quella storia, tornò a sedersi, ascoltandole.

«Ma un giorno i loro padri li scoprirono e per punirli li uccisero. Così adesso girano per questi corridoi mano nella mano, vivendo il loro amore, ma se qualcuno dovesse scoprirli questo porterebbe loro alla mente la tragedia che hanno vissuto e ucciderebbero lo spione, per preservare il loro amore» concluse Yukie.

Kaori la guardò con gli occhi brillanti, esclamando: «Com'è romantico!»

«È spaventoso! Non mi alzerò più per andare in bagno, dopo questo!» tremò Miyanoshita.

"Ne hanno di fantasia, però..." pensò Chiyo, tornando a mangiare, sovrapensiero.

«Chiyo-chan ne è terrorizzata, per questo si è agitata tanto. Considerato poi che ieri sera è uscita per andare a rinfrescarsi per il troppo caldo. Se li avesse incontrati a quest'ora sarebbe morta.»

E benchè fosse tutta una storia inventata, la credibilità e i contorni che avevano aggiunto al tutto, la fecero comunque rabbrividire spaventata.

Comunque era una storia credibile e per questo in un certo senso era loro grata.

La giornata di allenamento riprese e, come tutte quelle passate, l'affrontarono perdendo con dignità e affrontando penalità su penalità.

Ma anche quel giorno giunse a sera.

«Comincio a essere veramente esausta» ansimò Chiyo, seduta sul prato della collinetta fuori dalla palestra, intenta a prendere aria.

«Questi ritiri sono veramente distruttivi» disse Sugawara, al suo fianco, alzando la testa al cielo già coperto di stelle.

«Però...» sorrise Chiyo, illuminandosi. «Mi sto divertendo un sacco!»

E Sugawara le sorrise dolcemente, intenerito da quel suo modo di fare sempre così gioviale e un po' infantile.

«Chiyo-chan!» la chiamò Tanaka, raggiungendola. «Riproviamo con Nishinoya e Asahi l'attacco dalla seconda linea, vieni anche tu?»

«No! Mi aspettano nella palestra tre! Lo riproviamo la prossima volta, Tanaka-san!» disse lei alzandosi in piedi.

«Palestra tre?» chiese Hinata, sollevandosi anche lui da terra, poi si illuminò: «Ah! Dove ci sono Bokuto e Kuroo!»

«Tsukishima probabilmente è già lì, andiamo Hinata-san?»

«Sì!» scattò in piedi lui e corsero via, sotto lo sguardo disperato di Tanaka.

«Sempre quel Bokuto! Va sempre da quel Bokuto! Ormai mi ha dimenticato per sempre...» piagnucolò.

«Ma no, Tanaka, sono sicuro che non è così» disse Sugawara, cercando di consolarlo, ma non riuscendo a trattenere una risatina divertita.

«O magari tra quei due c'è qualcosa» sghignazzò Daichi, stendendosi al fianco di Sugawara.

Tanaka sobbalzò, allarmato: «Con quel testa a gufo scemo?! No! Non se ne parla! Glielo impedirò!»

«Impedirglielo? Non sei mica suo padre?» disse Daichi.

«Chiyo-chan merita di meglio! E poi è l'asso di una squadra avversaria! Non se ne parla! Adesso vado a dirgliene quattro...» ringhiò cominciando a incamminarsi verso la palestra tre a grandi passi.

«Dovremmo fermarlo» mormorò Sugawara.

«Già» annuì Daichi, senza però che nessuno dei due muovesse un muscolo.

«Ehy, dov'è Tanaka? Lo stiamo aspettando, qui dentro!» sbucò Nishinoya dalla palestra, guardandosi attorno.

«È andato a dire a Bokuto che non può frequentare Chiyo perché lei merita di meglio» spiegò brevemente Sugawara.

«Eh? Perché quei due si frequentano?» chiese Nishinoya, sconvolto.

«Non che io sappia, ma vedere Chiyo corrergli dietro l'ha fatto ingelosire» sghignazzò Daichi.

«Beh, ma Chiyo corre dietro a chiunque» disse sovrapensiero Nishinoya e gli altri due non poterono che annuire, concordando con lui.

La palla, nella palestra tre, cadde a terra senza che nessuno tentasse di far niente per recuperarla.

Gli occhi erano tutti rivolti all'entrata, occupata da Tanaka che fissava tutti con il suo solito sguardo intimidatorio.

«Tanaka-san? Che fai qui?» chiese Chiyo, chinando la testa di lato, confusa. Cosa gli era preso? Si era piazzato lì, silenzioso e non smetteva di fissarli con quel suo sguardo incazzato.

Che era successo?

Tanaka avanzò a grandi passi verso Chiyo e lei si rimboccò le maniche, drizzandosi e cercando di gonfiare il petto: «Che vuoi? Vuoi litigare?» lo minacciò. Non aveva idea di cosa volesse e cosa avesse fatto, ma solo per il fatto che la fissava in quel modo avrebbe meritato pugni.

Ma Tanaka la superò, piazzandosi davanti a lei e fissando Bokuto dall'altra parte della rete.

«Ce l'ha con me?» chiese Bokuto, guardandosi attorno confuso.

«Probabilmente è perché gli hai rubato il discepolo» disse Kuroo, accennando un sorriso divertito e alzando le spalle.

«Forse non avrei dovuto dirgli di no, prima, quando mi ha chiesto di provare l'attacco dalla seconda linea» sospirò Chiyo, mentre Tanaka ancora silenzioso non smetteva di fissare Bokuto con lo sguardo infuocato.

«Se vuoi mettere le mani su Chiyo-chan dovrai prima passare su di me!» ringhiò Tanaka, parlando, finalmente.

«Eh? Ma di che parli?!» quasi gridò Chiyo.

«Chiyo-chan è il nostro asso nella manica, ma è piccola e un po' scema, perciò va protetta e questo è un compito che spetta al suo Senpai! Perciò tu, gufo spelacchiato, sappi che qualsiasi cosa farai o penserai avrai la mia minacciosa ombra pronta a farti a pezzetti.»

«Piccola e un po' scema?» ringhiò Chiyo alle sue spalle, contrariata da quanto appena sentito.

«Sarò il tuo incubo peggiore» sibilò Tanaka, tornando a fissarlo con lo sguardo peggiore che avesse nel repertorio.

«Non ho idea di che cosa tu stia parlando, ma non mi piace il tuo tono, pelato!» disse Bokuto, incupendosi. «Vuoi fare a botte? Eh?» gridò poi furibondo, puntandogli un dito contro.

«Fatti sotto!» gridò Tanaka, correndogli contro.

«Tanaka-san! Mi hai stufato!» gridò Chiyo dietro di lui, correndogli dietro con gli occhi furibondi. Riuscì a saltargli addosso, prima che potesse raggiungere Bokuto, aggrappandosi a lui, colpendolo ripetutamente e strattonandolo. Tanaka barcollò un po' in giro per la palestra, cercando di proteggersi almeno la testa come poteva, e tentando di non cadere a terra, ma era difficile con quel piccolo folletto aggrappato addosso che gliene combinava di tutti i colori.

Alla fine cadde a terra, stremato, esausto e vinto.

Chiyo si alzò in piedi fiera e ritornò al suo posto, battendosi i palmi delle mani l'uno contro l'altro nel gesto di pulirsi.

Bokuto restò perplesso, guardando il povero Tanaka steso a terra ormai esanime. Non riusciva bene a capire come fosse stato possibile che un ragazzo grande e grosso come quello si fosse fatto mettere KO da uno scricciolo del genere.

«Chiyo-chan è fatta così» ridacchiò Hinata, verso Akaashi al suo fianco, che la guardava stralunato.

«A volte è più virile di chiunque altro nella squadra» la canzonò Tsukishima, sghignazzando. Chiyo lo fulminò e mostrando il pugno gli urlo contro: «Ne vuoi anche tu?!»

«Non ti conviene provocarla, Tsukki, visto come ti ha steso l'altro giorno» scoppiò a ridere Bokuto, ricordandosi di come quella piccoletta fosse riuscita con un pugno a far volare via gli occhiali dello spilungone. Quella scena se la sarebbe portata dietro per il resto della sua vita.

Tsukishima lo folgorò irritato, ma questo non parve servire a molto.

«Caspita, piccoletta, sei una vera forza!» continuò a ridere Bokuto. «Mi mancherai domani quando te ne andrai.»

E a quell'ultima frase, Chiyo ebbe come la sensazione di un fulmine che la colpiva in pieno petto.

"Domani..." pensò, realizzando. "È già... domani"

Improvvisamente si incupì, di fronte a quella verità di cui si era completamente dimenticata. Si stava divertendo, si stava diver tendo un mondo, proprio come aveva detto a Sugawara, ma prima o poi la fine sarebbe arrivata.

Sarebbe tornata a casa sua, nella sua stanzetta da sola, senza le voci di Kaori e Yukie che parlottavano tra loro fino a notte fonda per raccontarsi qualche pettegolezzo. Non si sarebbe più svegliata circondata da tutte quelle persone, quegli amici che si era fatta in quei giorni, e non avrebbe più passato intere giornate a giocare e basta, per poi arrivare a sera e giocare ancora, fianco a fianco con chi desiderava lei.

Non avrebbe più sentito la grossa risata di Bokuto nella palestra a ogni punto che faceva, non avrebbe più rivisto gli errori di Lev che sicuramente erano terribili, ma che visti da fuori strappavano sempre il sorriso, ma soprattutto non avrebbe più rivisto Kuroo.

Niente provocazioni, scherzi, fughe dalla scuola in piena notte per andare a vedere le stelle, o strategie per mangiarsi i biscotti di Kageyama senza che questo lo venisse a sapere. Non avrebbe più rivisto i suoi dolci sorrisi e non avrebbe più sentito il profumo della sua pelle.

Sarebbe tornata a casa sua, a cinque ore di distanza, alla vecchia vita senza tutto quello.

Certo, avrebbe avuto occasione di rivederli dopo i preliminari primaverili, in qualche altro ritiro di un week end, ma sarebbe comunque passato almeno un mese da allora e sarebbe stato solo di una notte. Dei piccoli assaggi.

E dopo?

Kuroo e Bokuto erano del terzo anno, questo significava che quelle sarebbero state le ultime occasioni. Poi avrebbero lasciato il liceo e non li avrebbe incrociati mai più.

Aveva appena cominciato ad abituarsi, a godere di tutto quello, e già le veniva strappato via. Neanche ci aveva pensato, vedendo la fine come qualcosa di talmente lontano ed essendo concentrata su altro.

Invece ora le era stata spiattellata davanti la dura realtà e faceva male, diamine se faceva male!

A testa china, con gli occhi rabbuiati, superò il resto dei suoi compagni, posizionandosi in seconda linea per tornare a ricevere.

Fece un lungo sospiro e si strinse la maglietta tra le dita, all'altezza del petto, dove sotto poggiava il ciondolo a forma di colibrì che le aveva regalato suo fratello.

Infine, si voltò, tornando a guardare gli altri e sorridendo luminosa.

Ma era un sorriso finto, se qualcuno si fosse fermato ad osservarle veramente gli occhi, non ci avrebbe messo molto a capirlo.

Bokuto, al di là della rete, continuava a ridere con quella sua voce potente, mentre Akaashi cercava di placarlo. Dal suo lato, Tsukishima sembrava come sempre non gliene importasse niente, guardandosi attorno con disinvoltura. Hinata, sottorete, faceva pressione per riprendere a giocare, mentre Tanaka se ne stava ancora steso a terra, appena fuori dal campo.

Kuroo, invece, era l'unico che era voltato nella sua direzione e la guardava insistente con uno sguardo rabbuiato, ma scrutatore. Probabilmente lui l'aveva vista quell'ombra che si era impossessata di lei nell'istante in cui Bokuto aveva ricordato che domani se ne sarebbe andata.

Lei cercò di sorridere timidamente, senza riuscire bene a nascondere la tristezza, e abbassò gli occhi.

"Questa è l'ultima sera che potrò giocare con queste persone" pensò, riempiendosi ancora di tristezza, ma decise che non l'avrebbe sprecata.

«Allora? Giochiamo o no?!» lamentò, portandosi le mani ai fianchi, come se avesse voluto rimproverarli di quell'interruzione.

«Bokuto-san, meno chiacchiere e più fatti! Siamo ancora in parità.» aggiunse.

«Ehy! No! Abbiamo fatto punto!» sobbalzò Hinata.

«Quello di prima non vale, Tanaka-san ci ha interrotti» disse lei, sventolando una mano.

«Sì, invece che vale!» ringhiò Hianata.

«No, ho detto!» disse lei.

«Imbroglioni!»

«Approfittatori!»

«Su, bambini, non litigate!» sghignazzò Kuroo, divertito nel vederli alle prese di quell'infatile litigio. Data la loro altezza, l'idea rendeva meglio.

«Non fa niente, piccoletto! Ce lo riprendiamo subito, quel punto» disse Bokuto, prendendo la palla e correndo a fondo campo per battere.


NDA


EHY EHY EHY! Chiedo umilmente scusa per il super mega ritardo >.< la vita è complicata T_T

Non mi dilungherò troppo nell’NDA (anche perché ho bevuto un po’ e il vino potrebbe farmi dire cose che non dovrei u.u)

Mi limito ad approfittare del mio spazietto per scusarmi del ritardo e farvi gli auguri di buon anno nuovo *-* spero che passiate un bel capodanno! Ringrazio di nuovo tutti i recensori e lettori. I luv u!

Eeeee vi saluto già u.u

V lascio la solita anticipazione…


«Vorrei potermene stare qui così tutta la notte» ammise, con un velo di tristezza nella voce. L'idea che di lì a poco sarebbe dovuta tornare sola nella sua stanza, dando definitivamente una fine a tutto quello, la riempiva di dolore.

«Potremmo farlo» disse lui.

«Che?!» stridulò lei, alzando gli occhi sul suo viso. «Non dirai sul serio!»

Era una cosa folle, ma lui aveva già fatto cose folli e questo la portava a credere in tutto ciò che diceva, anche le più stupide. Era imprevedibile.

«Perché no? È l'ultima notte che stiamo insieme, è un buon modo per passarla.»



Kuroo-kun! Che hai in mente? Ehehehehe

Cià cià


Tada Nobukatsu-kun \(W )/
   
 
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