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Autore: Roby_chan_    31/12/2016    4 recensioni
Ohayo, Minna!
Ritorno alla carica con un mare di nuove Gruvie, o meglio, non proprio nuove. Sono storie scritte da quando mi sono iscritta su efp, quindi poco più di un anno, e che non ho avuto modo di pubblicare. Sono forse più di dieci e revisionate, pronte per essere lette da tutti gli amanti di questa coppia. Alcune Gruvie saranno spoiler, ma metterò di volta in volta degli avvertimenti a inizio capitolo, così che possiate leggere in tutta tranquillità.
Spero di avervi incuriosito, buona lettura,
Roby-chan
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Gray Fullbuster, Lluvia
Note: Raccolta | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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Prompt: sole
Genere: romantico, sentimentale
Raiting: giallo
Ambientazione: dopo la fine del manga
Avvertimenti: spoiler!
 
 
 
Lo scroscio dell'acqua riempiva l'aria in quel piccolo villaggio abbandonato. Rain fall, così si chiamava, e non a caso era un nome piuttosto azzeccato, soprattutto in quella stagione dell'anno.
Il mago del ghiaccio si alzò sbuffando, svegliato dal rumore fastidioso delle piccole gocce di pioggia che si infrangevano al suolo e contro i vetri delle finestre. Ma perché avevano deciso di ritornare in quel villaggio proprio in quel periodo?
Lo sguardo del mago si posò poi sulla ragazza dai capelli turchini che dormiva beatamente al suo fianco. Sorrise appena nel vedere la sua espressione rilassata. Probabilmente a lei quel rumore di pioggia che a lui pareva così fastidioso, doveva essere familiare, visto che ci aveva vissuto una vita intera. E ciò lo riportò a ricordare il perché erano lì. La mente, finalmente lucida e libera dai fili del sonno che ancora la legavano ad esso, gli fece notare che erano lì per una pausa. Già, ormai era passato quasi un anno dalla battaglia contro Alvarez, dalla sua dichiarazione, dal ritorno a Magnolia... eppure quel posto era rimasto nei loro cuori. E così, quando avvertivano il bisogno di staccare un po' la spina per rilassarsi, ma anche per allenarsi, decidevano di ritornare. E stavolta era stata proprio la turchina ad insistere, dicendo di aver nostalgia di quel posto, e così eccoli lì.
Il moro si grattò poi la nuca, indeciso se provare a riaddormentarsi, o alzarsi. Alla fine optò per la seconda, ma solo per sedersi sul divano del piccolo salottino a leggere una rivista che si erano portati da Magnolia. Avrebbe lasciato Juvia dormire, in fondo con quel tempo era impossibile anche solo uscire.
Qualche ora più tardi...
La ragazza si rigirò nel sonno, arricciando poi il naso. I lunghi capelli turchini le erano finiti completamente sul volto, infastidendola. Ancora con gli occhi chiusi e la mente annebbiata, si portò una mano al viso per scostarli, riappoggiandola poi al suo fianco. Avvertì una strana sensazione di vuoto. Lentamente iniziò ad aprire gli occhi, sbattendo più volte le palpebre per mettere a fuoco ciò che la circondava. -Gray-sama?- chiamò lei debolmente, accorgendosi solo dopo della sua assenza. Si tirò su a sedere, stropicciandosi gli occhi e dando poi un'occhiata alla sveglia sul comodino. Le 10:10... Cosa?!
Era tardissimo! Dovevano allenarsi. Doveva alzarsi. Che avrebbe detto Gray-sama? Aveva combinato un pasticcio. Forse Gray-sama aveva provato a svegliarla, ma lei inconsapevolmente l'aveva allontanato in malo modo. Forse lo aveva fatto arrabbiare? Forse, forse, forse...
Senza lasciare alla sua mente di continuare con le sue fantasie, si diresse svelta verso il grande salotto collegato alla cucina.
-Gray-sama...- lo chiamò lei, quasi con il fiatone sulla soglia della porta. I capelli ancora un po' scombinati e la corta camicia da notte azzurrina.
-Ehy, Juvia- si limitò a pronunciare lui, alzando gli occhi dal giornale. Aveva trovato degli articoli davvero interessanti e non si era nemmeno accorto dello scorrere del tempo. Ma quando il suo sguardo si posò sulla ragazza, non potè che alzare un sopracciglio, stupito dalla sua espressione. Era un misto tra lo sconvolto e l'imbarazzato.
-Come mai Gray-sama non ha svegliato Juvia? -chiese titubante, avvicinandosi. Voleva sapere la verità, ma allo stesso tempo non voleva che le sue supposizioni si avverassero.
-Piove- le rispose atono, ritornando poi a guardare il giornale. Chissà quali fantasie aveva avuto stavolta... non ci voleva nemmeno pensare.
-Oh- fu l'unica cosa che riuscì a pronunciare la turchina, voltando poi lo sguardo ad osservare la finestra della cucina. Come aveva fatto a non accorgersene prima?
Lentamente si avvicinò ad essa. Vedere la pioggia che cadeva le portava sempre un po' di malinconia. I ricordi di quei giorni ormai lontani della sua vita non potevano che ritornare, seppur subito scacciati via da quelli che aveva vissuto con la sua nuova famiglia, Fairy Tail, e con il suo Gray-sama.
-Juvia è dispiaciuta- parlò di nuovo lei, appoggiandosi al davanzale per osservare quelle piccole gocce che scendevano inesorabili sul terreno.
-E perché?- chiese il moro, guardandola con le sopracciglia leggermente aggrottate. -Non è mica colpa tua- aggiunse poi, sicuro che quella pioggia fosse di origine naturale. Ormai sapeva percepirlo quando qualcosa non andava in Juvia.
-Juvia lo sa- sospirò lei, poggiando il volto sulla mano -Ma ogni volta che piove è più forte di lei- continuò malinconica. -Juvia si sente sempre responsabile- confessò infine, perdendosi nei propri ricordi.
-Non sempre la pioggia è un male- disse Gray, dopo qualche attimo di silenzio.
La ragazza si voltò a guardarlo stupita. -Ma la pioggia non è depressa e malinconica?- chiese lei, aggrottando le sopracciglia. Non riusciva a capire cosa intendesse l'amato.
-Bhè, certo, lo può essere- iniziò a spiegare lui, chiudendo definitivamente il giornale. -Ma è anche vero che la pioggia è acqua e l'acqua porta vita- le fece presente lui, serio.
-Gray-sama sembra diverso dal solito oggi- pronunciò senza accorgersene la maga, rimasta a riflettere sulle sue strane, quanto veritiere parole.
-Dici?- chiese lui, alzando un sopracciglio -Forse perché mi ricorda la prima volta che ci siamo incontrati- aggiunse poi, portandosi le mani alla nuca per appoggiare il capo sul divano. I ricordi di quello strano incontro di qualche anno prima iniziarono a passargli davanti agli occhi. 
-Gray-sama lo ricorda ancora?- chiese ancora stupita la turchina. Non immaginava che anche lui potesse ricordare bene il loro primo incontro... o piuttosto scontro.
-Certo- e come poteva mai dimenticarlo? -È lì che hai detto di aver visto il cielo sereno per la prima volta, no?- le chiese poi, rivolgendole una veloce occhiata.
-Già...- pronunciò lei, abbassando lo sguardo sulle proprie mani, adesso congiunte a stringere la stoffa leggera della camicia da notte. -Quella è stata la prima volta che Juvia ha visto il sole- continuò poi malinconica e con un lieve rossore sulle gote. Ricordava perfettamente ogni sensazione che aveva provato allora, e ogni volta che finiva un temporale le sembrava di avvertire le stesse emozioni.
-Se non ci fosse stata la pioggia, probabilmente non ci saremmo mai incontrati- pronunciò pensieroso il mago, fissando il soffitto.
-Già, e Juvia non si sarebbe mai innamorata di Gray-sama- aggiunse lei, con un leggero sorriso imbarazzato. Ormai ogni traccia di malinconia era svanita nella sua voce.
Anche Gray sorrise appena nel vederla così.
-Però Juvia preferisce comunque il sole- disse poi la turchina decisa. E Gray sapeva già il perché. In passato lo ripeteva spesso: lui era il suo sole perchè era riuscito a far smettere la pioggia che era sempre caduta sul suo cuore. Ma la verità era un'altra...
-Anch'io - mormorò con lo stesso lieve sorriso di prima, perché, per quanto Juvia si ostinasse a pensare che lui fosse il sole, lui sapeva che non era così. Il suo sole era Juvia. Il sole che era riuscito a sciogliere il suo cuore di ghiaccio.
-Oh, Gray-sama, guarda!- esclamò d'improvviso la turchina, con lo sguardo rivolto di nuovo all'esterno. -L'arcobaleno- continuò poi, entusiasta, riappoggiando entrambe le mani sul davanzale. I suoi occhi brillavano di gioia a quella vista spettacolare, a quel miracolo della natura che solo la combinazione del sole e della pioggia potevano creare.
Allora il mago si alzò, per avvicinarsi anche lui e guardare fuori dalla finestra, dove aveva smesso di piovere. Quando le fu abbastanza vicino, la circondò da dietro, appoggiando anche lui le mani sul davanzale, al fianco di quelle di lei.
Dopo qualche attimo speso ad osservare velocemente l'arcobaleno, e con molta più attenzione l'espressione della turchina, piegò il capo di lato, così da avere libero accesso al collo della turchina. Vi poggiò delicatamente le labbra fredde contro.
Juvia non era solo il suo sole, ma anche quell'arcobaleno che rendeva la sua vita colorata e stupenda.
-Gray-sama... - sussurrò appena lei, tremante al suo tocco.
-Mm- mugugnò lui, ancora sul suo collo, e a quanto pareva non tanto intenzionato a lasciarglielo, mentre con una scia di baci risaliva sulla sua pelle nivea.
-È-è uscito il sole- provò lei, sempre più imbarazzata da quelle attenzioni.
-E allora?- chiese semplicemente il moro, interrompendo la sua corsa, ma non allontanandosi.
-L-l'allenamento...- pronunciò lei, ormai completamente rossa.
-L'allenamento può aspettare- le disse deciso, avventandosi di nuovo sul suo collo e stringendola da dietro. Voleva godersi appieno quel momento. Quello del suo sole caldo tra le sue braccia.
 
 
Curiosità: questa storia doveva essere scritta per l'altra raccolta, sempre con il prompt "sole", solo che, avendo avuto la richiesta di una storia no spoiler, mi sono ritrovata con due idee XD
Avevo inoltre scritto la struttura della storia con tutti i dialoghi quando mi venne l'idea, ma solo di recente l'ho completata.
 
 
 
Nda:
In realtà oggi avrei voluto pubblicare una storia un po' più allegra e divertente, visto che è l'ultimo dell'anno, ma a causa di poca connessione internet che mi impediva di caricare immagini, alla fine ho pubblicato questa.
Spero che vi sia piaciuta ^.^
Potremmo considerarlo come un saluto malinconico a quest'anno appena passato e allo stesso tempo come un saluto allegro per quello che verrà.
Buon Anno, Minna!!!
Bacioni, Roby-chan 
   
 
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