Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: ThestralDawn    01/01/2017    2 recensioni
Severus Piton è sopravvissuto all'attacco di Nagini e è assunto la carica di preside ad Hogwarts. Tra gli studenti di cui si deve occupare ci sono suo figlio, Albus Potter e una nuova studentessa venuta da lontano, con un passato oscuro alle spalle. I tre Serpeverde, al di là delle nuove amicizie e vecchi rancori, dovranno affrontare qualcosa che metterà a repentaglio l'intero mondo magico.
-*-
.."Le forze mi stanno abbandonando, poso lo sguardo sul mio braccio, qualcosa di nero ora ha invaso la mia visuale. Sembra chiedermi aiuto, sembra voler uscire dalla ferita. Non so se quello che vedo è reale o frutto degli spasmi ma qualcosa di enorme e nero sta prendendo vita sul mio braccio: è un teschio, dalla cui bocca esce un serpente come una lunga lingua. Il mio cuore batte all'impazzata e penso possa uscirmi fuori dal petto in questo istante. I miei occhi restano incatenati alla vista del serpente, un istinto che non ho mai provato mi rassicura, non mi accadrà nulla di male finché lui è con me".
Genere: Drammatico, Mistero, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Albus Severus Potter, Nuovo personaggio, Severus Piton | Coppie: Hermione/Severus
Note: What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace, Nuova generazione
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Un ciondolo. Eileen mi ha regalato un ciondolo. Che oggetto bizzarro; è piccolo, tondo e probabilmente magico.
Lo appoggio sulla mia scrivania e lo osservo; è d’oro, finemente decorato e una scritta sul retro incisa da poco: Amor di figlia per sempre avrai. La collana è sottile e per nulla appariscente; mi sbottono la camicia e la indosso. Il contatto della mia pelle con il metallo freddo mi fa rabbrividire per qualche istante. Sistemo il ciondolo in modo da nasconderlo da occhi indiscreti e richiudo il colletto. C’è anche un biglietto, riconosco la calligrafia di mia figlia.
 
Buon Natale Papà! Mi dispiace che tu non possa passare le vacanze con noi; in Australia il tempo è bellissimo, io e la mamma siamo sempre in spiaggia. I nonni mi hanno detto di salutarti, anche loro avrebbero voluto vederti, sia te sia Adrien.
Ieri abbiamo mangiato tantissimo, la mamma ha cucinato il pasticcio di carne, quello che a te piace tanto. Ti sei perso il meglio, dico davvero. In paese si è tenuta una festa, io e la mamma ci siamo divertite tantissimo. Ho trovato questo ciondolo in una bottega magica, tra decine di oggetti meravigliosi. Il proprietario mi ha detto che ha proprietà magiche: se gli dai un colpetto con la bacchetta, scoprirai di cosa sto parlando. Spero ti piaccia.
Ieri ho ricevuto anche il tuo regalo e lo adoro! Sono così felice di avere un animale tutto per me. Ho deciso che lo chiamerò Pisolo, la mamma mi ha detto che è un personaggio di una favola babbana ed è sempre stanco, proprio come il mio corvo. Sempre assonnato.
Spero che il mio regalo ti arrivi in tempo e ricordati di sfamare Pisolo, non vorrei si affaticasse troppo. Ora devo andare a preparare la valigia, per Capodanno torniamo a Londra e tu verrai a trovarci, vero Papà?
Passa dei bei giorni, Tua Eileen.
 
Un sorriso m’increspa le labbra mentre rileggo per l’ennesima volta la lettera, il pollice scorre lieve sulle parole Tua Eileen.
Poso gli occhi sul corvo appisolato sulla mia scrivania, il negoziante mi aveva assicurato che fosse un animale sufficientemente produttivo e ora scopro che è uno scansafatiche. Tzè, stupidi corvacci.

Il ciondolo attira nuovamente la mia attenzione; Eileen ha detto che è magico, come sospettavo. Mi punto la bacchetta al collo “Homnuim Revelio”. Un fascio di luce argentea fuoriesce dal ciondolo e prende una forma inizialmente poco chiara ai miei occhi. Pochi secondi e capisco di stare osservando una fotografia: siamo io ed Eileen, quando era ancora piccola, forse un anno, i capelli corti e sparati in ogni direzione. Le sue braccia che mi cingevano il collo, il capo appoggiato sulla spalla in procinto di addormentarsi.

Metto via la bacchetta e l’immagine svanisce, l’ho osservata a sufficienza per essermela impressa nella memoria. Mi appoggio allo schienale della poltrona e mi godo quest’attimo di pace, lasciando che il ricordo di quel giorno mi pervada anima e corpo. Sentimenti che raramente posso permettermi di rivivere mi rilassano i muscoli, una sensazione di tranquillità che sono certo non durerà a lungo.

Esco dal mio studio ingombro di pacchi regalo che non ho intenzione di scartare. Amici che si credono tali, personalità di spicco del mondo magico, a mala pena conoscenti, mi hanno spedito regali senza che nessuno glielo chiedesse. Che frustrazione. Da questo punto di vista, preferivo la condizione di professore emarginato che viveva in solitudine. Ho affidato a un elfo l’incarico di rispondere, garbatamente ma non troppo, a ogni singolo mittente. Se Hermione lo viene a sapere, non passerò qua solo le vacanze di Natale ma i prossimi cinque anni.

Ripenso a lei mentre vago senza meta per i corridoi della scuola, molti studenti sono tornati a casa e quei pochi rimasti sono rinchiusi nelle proprie sale comuni. Ieri il banchetto non ha di certo deluso le aspettative, gli elfi si sono impegnati al massimo delle loro capacità per far trovare a ogni studente il suo piatto preferito.

Non ho potuto fare a meno di osservare Adrien, insolitamente distante dalla Guant, mangiare senza troppo entusiasmo quella palese copia del pasticcio di sua madre. Sarebbe potuto crescere in età ma le vecchie abitudini sono dure a morire. Avrei gradito incontrarlo per i corridoi, una semplice stretta di mano come augurio sarebbe stato sufficiente ma sono convinto che sia ancora su tutte le furie per avergli “rovinato” le vacanze obbligandolo a stare qua, al castello.

“Buongiorno Signore”.
Mi volto di scatto, un elfo petulante si è appena smaterializzato dietro di me, come se gli fosse permesso.
“Winky! Quante volte te lo devo ripetere?! Palesati davanti a me e non dietro. Cosa vuoi?”
“Chiedo perdono, Signore. Winky non disturba Signore se non è importante”.
“Quindi?”
“La Signora Piton si trova all’entrata del castello, Signore e vuole vederla. Subito, Signore”.
Faccio un respiro profondo e mi trattengo dall’urlargli contro, cercando di imporre nella mia testa il concetto che “non è colpa dell’elfo”.
Espiro.
“Riferisci alla Granger che se mi vuole vedere, deve muovere le gambe e farsi trovare davanti alla Sala Grande tra due minuti”.
La vedo titubare, probabilmente nemmeno Hermione è stata gentile con lei e quella che doveva essere una semplice richiesta, a Winky sarà sicuramente parsa come un’imposizione.
“Signore?”
“Muoviti!”
Mi paso una mano sul volto frustrato, io volevo solo passare una giornata tranquilla.

Mi dirigo verso la Sala Grande, sicuro che lei si farà attendere più del dovuto. E così infatti fa, precisamente con sette minuti di ritardo; la mia pazienza ha un limite e Hermione riesce sempre a superarlo.

“Severus! Ti ho chiesto di chiesto di raggiungermi ai cancelli”.
“Ed io ti ho risposto di venire qua, dove tu mi hai imposto di stare, da solo, in questi infiniti giorni natalizi”.
Corruccia lo sguardo, si sente in colpa e questo è esattamente il mio intento, con lei so sempre dove colpire per farla pentire delle sue scelte.
“Te lo sei meritato”.
“Mi sono meritato un Natale lontano da Eileen?”
Abbassa il capo e guarda per terra. Che infantile.
“Hai risolto con Adrien?”
Ed eccola tornare alla carica, pronta per vendicarsi. Lo sa che non c’è stato nessun chiarimento, lo sa perché Adrien non le ha scritto per augurarle buone vacanze, lo sa perché lui non ha risposto per ringraziarla del regalo e lo sa, perché se così fosse, ora Adrien sarebbe tornato a casa, pentito.
“Non si fa avvicinare”.
“Non è un animale Severus, non lo devi trattare come una preda succulenta che dev’essere cacciata. È tuo figlio, il tuo ragazzo e ha solo bisogno di qualcuno che lo ascolti”.
"Ha bisogno di spazio. Ha bisogno di stare solo. Quando sarà pronto, verrà lui da me”.
Assottiglia gli occhi e mi guarda scettica.
“No. Che gli piaccia o no, lui ora parlerà con noi”.
“Noi? Vorrai dire te”.
“Poche storie o anche il Capodanno lo passerai qua”.
Ricattatrice che non è altro, insolente Grifondoro, con chi crede di parlare e da quando in qua io mi sono abbassato a seguire i suoi ordini?
Scuoto la testa, non ho intenzione di giocare alla caccia al topo con lei e chissà in quale assordo luogo si trova Adrien ora, potrebbe essere ovunque. Le do le spalle e mi avvio verso i dormitori Serpeverde, forse riuscirò almeno a semplificare la faccenda. Hermione mi segue senza obiettare, sa che si trova nel mio territorio e che le regole le impongo io.
“Dimmok!” Appoggiato a una finestra, non lontano dall’ingresso alla Sala Comune, c’è quell’energumeno che Adrien si ostina a tenersi come compagno di banco; con quei capelli rossi ho sempre sospettato facesse parte del clan Weasley ma fino ad ora nessuno lo ha mai riconosciuto.

Mi guarda preoccupato, si siede comporto, si sistema i vestiti e mi sorride, deglutendo più volte.
“Dimmi Dimmok. Dove si trova mio figlio? E bada a non mentirmi”.
Si schiarisce la gola e si guarda attorno, nonostante io mantenga lo sguardo fisso su di lui, non sembra farci caso, anzi è più propenso ad attendere l’arrivo di qualcuno che badare a me, qualcuno immagino conoscere.
“Preside, Signora Piton. Adrien dice? Non lo vedo da qualche ora. Mi ha detto di dover andare a Hogsmade per comprare delle cose ma non è ancora tornato”. Mi volto verso Hermione e alzo le spalle, è il mio girono fortunato.
“Mamma?”

Le mie speranze vaniscono nel momento esatto in qui sento quella voce, la voce di mio figlio.
Dimmok ci lascia soli ed io volto il capo in direzione del ragazzo che ci ha appena raggiunti. Hermione lo abbraccia con calore ma lui non ricambia, rimane impassibile con lo sguardo fisso su di me, accusatorio. Alzo un sopracciglio, mi sta attribuendo una colpa che non merito, l’ennesima.
“Adrien, tesoro, come stai? Sei.. Dimagrito molto. Mangi?”
“Che cosa ci fai qua? Eileen mi ha scritto che sareste dovute rimanere dai nonni ancora per qualche giorno”.
Hermione gli sorride, peccato che quell’affetto non sia ricambiato. C’è dell’odio negli occhi di Adrien, ancora incatenati ai miei, un odio che avevo anch’io verso mio padre. Un senso di disgusto partito dal profondo mi raggiunge la bocca dello stomaco, non sarei mai voluto essere di tale esempio per lui.
“Siamo tornate questa mattina. Tua sorella è andata a far visita a una sua amica mentre io.. beh sono venuta a riprendere tuo padre”.
Conclude il discorso voltandosi verso di me, forse non tutto il male viene per nuocere.
“Perfetto. Buon fine anno allora”.
Si incammina verso i dormitori; Hermione mi lancia uno strano sguardo ma non intuisco dove voglia andare a parare. Ha incontrato Adrien, si è assicurata della sua salute, cosa vuole ancora?
“Adrien aspetta. Non mi vuoi dire niente?”
Si blocca sul posto ma non si volta, i pugni stretti segno di fastidio.
“Cosa dovrei dirti?”
Hermione sospira, non sa più come affrontarlo.
“Adrien ora che sono qui, perché non andiamo a Hogsmade e ci beviamo una cioccolata calda assieme?”
Parole al vento le sue, Adrien non la sta ascoltando. Sembra una conversazione tra sconosciuti. Come siamo arrivati a questo?
“Hai già chiarito la tua presenza qua. Perché non prendi lui e insieme non ve ne andate a festeggiare da qualche parte? Possibilmente lontano da qua”.
“Adrien!”
Io e Hermione gridiamo all’unisono; accetto la sua presunzione nei suoi confronti ma non gli permetto di mancare di rispetto a sua madre. 
“Che cosa volete da me? Siete venuta qua per dirmi che passerete il Capodanno insieme, come un’allegra famiglia felice? Buon per voi, io non ho intenzione di aggregarmi, non sento la necessità di passare del tempo con voi, qua ho tutto ciò di cui ho bisogno”.

Non mi serve guardare Hermione per capire come si sente, che cosa sta pensando e provando, perché è esattamente come mi sento io al momento.
Adrien mi sta deludendo; odiare me è accettabile, provare del risentimento verso sua madre invece, è meschino. Non gli ha causato alcun danno, non gli ha dato altro che affetto, non vedo il motivo di provare tali sentimenti. Sarei tentato di leggere nella sua mente per scoprire cosa stia passando ma forse mi basta rivangare nel mio passato per scoprire stralci di vita che ci accomunano. Vorrei non fosse così simile a me, ogni gesto mi rammenta me da giovane e tutti gli errori vengono a galla. Vorrei aiutarlo, nel modo opposto in cui mio padre si è comportato con me, preoccupandosi, curandosene ogni giorno di più.
“Permettimi di aiutarmi”.
È un sussurro ma dall’espressione che assume, intuisco che Adrien mi ha sentito. Qualcosa in lui sembra cedere, un sospiro, le braccia distese lungo i fianchi, la testa reclinata in avanti, colpevole.
“Vuoi aiutarmi? Stammi alla larga”.
Non percepisco più l’odio nelle sue parole, né tremore ma nemmeno risolutezza; non è un’imposizione, non sembra poi così certo delle sue parole.
Un ultimo sguardo nelle nostre direzioni per poi lasciarli lì, io pensieroso e Hermione a disagio. Ama suo figlio più di ogni altra cosa al mondo e sentirlo parlare in quel modo, l’ha lasciata turbata. Mi avvicino a lei e le prendo una mano ma prima che io possa aprir bocca lei mi anticipa.
“Portami a casa, Severus”.








 
N.d.A.
Buonsalve e Buon Anno a tutti, cari Lettori! 
Quest'anno per noi è stato molto importante, abbiamo incominciato a pubblicare i capitoli della nostra ff e da ora in avanti la vicenda si farà sempre più complessa e carica di emozioni. 
Colgo l'occasione per ringraziare tutti coloro che hanno lasciato una recensione, senza dimenticare i Lettori silenziosi che continuano a leggere la storia. 
Mi auguro che quest'anno possa essere proficuo come lo è stato per noi e ribadisco i miei auguri per un felice Anno Nuovo.
Sperando di sentirvi presto, Grazie di cuore a tutti.
ThestralDawn e nextplayer
  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: ThestralDawn