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Autore: LadyVaderFrancy    01/01/2017    5 recensioni
In questa nuova e breve avventura, ritroverete i vecchi protagonisti di sempre Harry, Sev, Silente, Hermione. Calma, calma… si ci sarà anche qualche piccola sorpresa! Per chi mi conosce, “scherzi del destino” esula dai miei standard. E’ una storia divertente, dedicata ai miracoli che a volte succedono nel periodo di Natale. Godetevela e recensite!
Genere: Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Severus Piton | Coppie: Harry/Severus
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Buon anno a tutti! Ormai pensavate di esservi liberati di me, vero? Ebbene sbagliato rieccomi, come il vaiolo di Drago, posso essere latente, ma sempre in agguato.
Non so voi, ma io in questo Natale avevo voglia di allegria. E’ stato un anno molto difficile per tutti, ecco perché oggi vi presento uno scritto piuttosto diverso da quello a cui vi ho abituato. Vi devo avvertire che è totalmente OOC!
Vorrei ringraziare e dedicare questo capitolo, anzi tutta la FF a Biagio, il mio fan numero uno. Che nonostante la mia lunghissima assenza, ha continuato ad incoraggiarmi e a spronarmi a scrivere. Senza di lui, forse avrei rinunciato. Grazie di cuore. 
Ma ora basta ciarlare… se siete pronti, ecco il primo capitolo di un Insolito Destino. Mi piacerebbe sentire qualche voce... godetevela.
Buona lettura
La Vostra Lady V

 
Un nuovo inizio.
 
Il castello di Hogwarts era avvolto da una coltre di neve candida e immacolata. L’innaturale silenzio dovuto alla mancanza degli studenti, era musica per le sue orecchie. Ogni anno attendeva la pausa invernale con trepidazione, ma questa era stata quella che assolutamente aveva agognato con ogni fibra del suo essere.

Con un semplice gesto della mano, chiuse la porta del suo alloggio, pronto a godersi la sua meritata solitudine. Con quel pensiero in mente, si diresse all’armadietto dei liquori e si versò un mezzo bicchiere di Bourbon d’annata e poi prese posto nella sua vecchia e confortevole poltrona di pelle scura. Il fuoco scoppiettava vivacemente nel camino, osservò il liquido ambrato roteare nel bicchiere di cristallo e nei sotterranei deserti del castello si abbandonò ai suoi pensieri.

Era stanco, stanco come non lo era mai stato prima in tutta la sua vita. L’adattamento alla sua “vita ritrovata” era molto più faticoso di quanto avesse mai immaginato. E tutto questo lo doveva al marmocchio sopravvissuto, che ancora una volta era riuscito nell’impossibile. Poco più di sei mesi orsono, la testa di legno aveva sconfitto il Signore Oscuro, salvando se stesso e l’intera comunità magica, compresa la sua persona.
Peccato che questa era l’unica ipotesi che non aveva mai nemmeno preso in considerazione, lasciandolo così del tutto frastornato. Quando a suo tempo aveva giurato di proteggere il ragazzo, era certo che l’impresa gli sarebbe costata la vita e onestamente questo pensiero negli anni era divenuto perfino confortante. Niente più sofferenza, dolore o sensi di colpa. Così del tutto impreparato ad una vita post Voldemort, aveva raccolto i pezzi della sua orribile vita e suo malgrado si ritrovò costretto ad affrontare le conseguenze del suo operato. Risultato, era ancora l’insegnate di pozioni alla prestigiosa scuola di magia e stregoneria di Hogwarts, era stato insignito del prestigioso titolo di Merlino prima classe come EROE di guerra. Questo nuovo status, lo aveva obbligato contro la sua volontà a restare un insegnate, perché il castello era uno se non il solo posto in cui poteva rintanarsi, senza che un orda di sconosciuti barbari intriganti lo assalisse, per tormentarlo con un infinità di domante indiscrete o peggio ancora chiedendogli degli autografi! Detestava la sua nuova vita quasi quanto quella vecchia.

Strinse il bicchiere con vigore, le cose non dovevano andare così! Lui voleva smettere di insegnare alle teste di legno che non sapevano distinguere la menta dalla melissa! Odiava dover essere cordiale con i suoi colleghi quando era di pessimo umore, odiava le imposizioni e l’ingerenza del preside che lo soffocava con le sue richieste assurde di socializzazione, e infine detestava il fatto che Potter lo avesse salvato dal morso di Nagini! E come se tutto questo non bastasse, il suddetto marmocchio aveva apparentemente sviluppato una sorta di ossessione nei suoi confronti, o almeno questa era l’idea che si era fatto. Potter lo osservava di continuo, cercava di parlare con lui ad ogni occasione per ringraziarlo. Tsk come se lo avesse fatto per pura bontà del suo cuore. Sciocco Grifondoro sentimentale!
Strinse nuovamente il bicchiere, Silente e Potter erano la sua rovina e la causa della sua nuova fama di eroe, cosa che trovava alquanto odiosa e disgustosa… Dannati Grifondoro!

Quei pensieri irritanti avevano surriscaldato il suo temperamento e la stanza, così si alzò dalla poltrona, si tolse prima il lungo mantello e poi la veste, restando in pantaloni neri e camicia bianca. Poi si concentrò su se stesso, al fine di scacciare quelle sensazioni opprimenti, dato che si era ripromesso di godersi i prossimi 20 giorni. Si diresse così alla libreria posta alla sua sinistra per prendere un antico tomo, purtroppo proprio in quel momento qualcuno bussò alla sua porta. Sbuffò irritato, poteva essere solo il suo fastidioso mentore. Maledizione! Sono passate solo poche ore dalla partenza degli studenti e Silente sente già la necessità di controllarmi! Vorrà di certo invitarmi a prendere un tè o costringermi a cenare nella Sala Grande. Beh se lo può scordare! Ho intenzione di restarmene rintanato nei miei alloggi per tutte le vacanze!

Con un gesto pigro della mano aprì la porta e senza nemmeno voltarsi ringhiò “Se sei venuto per chiedermi di venire a cena stasera Albus, puoi scordartelo, sono impegnato!”

Una voce molto più giovane e piuttosto timida rispose “Ehm… veramente sono io professore, speravo potesse concedermi qualche minuto”.

Piton si voltò di scatto, il salvatore del mondo magico era in piedi di fronte a lui con un’espressione alquanto sorpresa in viso. Dannazione! Non avrebbe dovuto vedermi in un abbigliamento così informale!  Per sopperire a questo sua mancanza, ringhiò “Potter!”

“Ehm sì… “squittì per la sorpresa il moro.

Severus lo fissò con freddezza “Sono impegnato, vattene!”

Invece di fare marcia indietro, il moretto lo fissò con determinazione e disse “Perché mi evita? Voglio solo parlare con lei qualche minuto. Senta sono venuto solo per…”

L’uomo alzò una mano, intenzionato a porre un’immediata fine a quell’incontro detestabile” Silente mi ha già ampiamente e ripetutamente informato del tuo desiderio di ringraziarmi per i miei servigi. Non è necessario, comunque se lo trovi prioritario e inevitabile… consideralo fatto. Spero dunque che da questo momento in poi, eviterai di pedinarmi e di appostarti prima e dopo le lezioni o nei corridoi, perché lo trovo di pessimo gusto e altamente intollerabile. Ora Potter puoi andartene.”

Al suono di quelle parole beffarde e dure, il moro si risentì profondamente. “Perché deve essere sempre così … così acido! Quello che è successo quella notte è… è importante! Ha cambiato tutto. Non riesco a credere che lei non senta la necessità di parlarne. Beh io si!”

Severus incontrò quegli occhi smeraldini che aveva tanto amato. Strinse i pugni era furioso, non voleva rivangare il suo doloroso passato, tantomeno con Potter. “E di cosa vorresti parlare? Tutto quello che ho fatto, l’ho fatto unicamente per tua madre, per non vanificare il suo sacrificio… Se fosse dipeso da me, solo da me, tu oggi non saresti qui. Togliti dalla testa che sono un uomo diverso da quello che hai sempre conosciuto Potter, sono solo le sciocche fantasticherie di un ragazzino troppo sentimentale”.

Il ragazzo che in tutti quei mesi aveva sperato in un cambiamento nel loro disastroso rapporto, lo fissò duramente “Può dire quello che vuole, ma io ho visto e …sentito, quindi non mi venga a dire che lo ha fatto solo per mia madre. So che era preoccupato anche per me! Io volevo solo ringraziarla come si deve. Non ce l’avrei mai fatta senza quei ricordi. E so quanto deve esserle costato darmeli. Io vorrei solo che capisse quanto l’ho apprezzato e …”

“Basta! Non ho intenzione di ascoltare oltre i tuoi assurdi sproloqui. Vattene!”

Harry sospirò sconsolato, chiedendosi perché l’uomo non capiva il suo ardente desiderio di ringraziarlo. “Quindi dopo tutto quello che è successo, lei mi odia ancora … Eì perché sono il figlio di mio padre? Io non sono James Potter… Non ha senso. Io vorrei solo … mai madre avrebbe voluto che… che le cose fossero diverse tra di noi” l’ultima parte era quasi un sussurro.

Severus fissò il moro intensamente. Oh era perfettamente consapevole che il marmocchio non era affatto come suo padre. Caratterialmente assomigliava molto di più a Lily: la stessa testardaggine, lo stesso spirito combattivo, la stessa determinazione nel difendere ad ogni coloro che amava.
Silente lo aveva tormentato per mesi, chiedendogli di mettere da parte il suo astio insensato nei confronti del suo pupillo. Lo aveva pregato di incontrarlo, di parlargli, confidandogli che il ragazzo era ben lungi dall’ essere sereno e felice. E su questo poteva comprenderlo, perché anche lui si sentiva allo stesso modo. Così dopo un lungo silenzio rispose “No. Io non ti odio Potter, voglio solo un po’ di pace.”

Il volto del salvatore si illuminò. “La capisco sa, vorrei la stessa cosa, ma è così difficile ricominciare… molto difficile. Io volevo solo farle sapere, che quello che ha fatto per me…. e mia madre, ecco io non lo dimenticherò. E vorrei scusarmi per averla giudicata male e per non essermi fidato di lei in tutti questi anni.” Poi alzò lo sguardo e fissando l’uomo in quelle pozze oscure aggiunse “Mi scuso per averle causato tanti problemi e per aver reso i suoi propositi più difficili del previsto, ma sono stato costretto dalle circostanze… il più delle volte. Ma vede, io non potevo proprio restare a guardare le persone intorno a me soffrire, davvero… e poi mi scuso anche per … per aver guardato nel suo pensatoio, non avrei dovuto”.

Severus era a dir poco scioccato, un Potter si stava scusando con lui?! Il mondo stava per finire e nessuno aveva avuto il buon senso di dirglielo? Alzò un sopracciglio e poi notò che il moretto era arrossito vistosamente. Non deve essere stato facile per il marmocchio… probabilmente si aspettava di essere maledetto a metà del discorso… Ahh Lily, cosa devo fare con tuo figlio… So cosa avresti desiderato, forse dopotutto è arrivato il momento di voltare pagina…

“Certo avrei gradito un discorso simile molto tempo fa. Ad ogni modo accetto le tue scuse Potter… e se fossi stato meno duro nei tuoi confronti, forse alcune cose si sarebbero potute evitare”.

Di certo le sue poche parole avevano scioccato il Grifondoro, dato che se ne stava impalato di fronte a lui come un pesce lesso a fissarlo con la bocca aperta. “Chiudi la bocca Potter, sembri un completo idiota!”

“Ehm… si… si signore… ehm grazie credo”. Harry era sconvolto. Allora è vero, i miracoli esistono!

Un silenzio imbarazzante calò nella stanza. “Ora si è fatto piuttosto tardi, se non ti dispiace ho delle cose piuttosto urgenti da fare”

Harry si voltò, ma prima di uscire aggiunse “Grazie, grazie per avermi ascoltato professore”

E infine uscì dalle stanza.

Una volta uscito dall’alloggio privato del pozionista, si appoggiò alla porta di legno che aveva appena chiuso alle sue spalle. Il cuore gli batteva nel petto come un tamburo… Merlino santissimo, ce l’ho fatta! Ha detto che non mi odia più!!! Mi sento così leggero!  Il moretto detestava l’idea che l’uomo che lo aveva protetto con tanta dedizione in tutti quegli anni, provasse ancora dell’odio nei suoi confronti. Si era accollato già troppi pesi sulle sue giovani spalle, non voleva sostenere anche la viscerale l’avversione del pozionista. C’erano già troppe cose che non avrebbe mai potuto cambiare o dimenticare come: la morte di tutte le persone che non era riuscito a salvare, la morte dei suoi genitori, di Sirius, di Cedric, di Remus e Tonks, e di Percy.
Dopo tutta la sofferenza, il dolore, il sacrificio che aveva dovuto affrontare nella sua breve vita, sentiva l’impellente bisogno di un segno, un simbolo, per poter ricominciare a sperare in un futuro migliore. Severus Piton per assurdo, nel suo immaginario delle cose, rappresentava proprio quella speranza. Ai suoi occhi il pozionista era l’ultimo collegamento ancora esistente con il suo passato e non voleva lasciarlo andare. Inoltre era fermamente convinto di avere un grosso debito nei suoi confronti, che voleva assolutamente ripagare. La vita di Piton era stata orribile fin da quando era solo un bambino, anche grazie all’apporto di suo padre e del suo padrino e lui in qualche modo voleva porvi rimedio. Era consapevole che sarebbe stata un’impresa difficile, perché l’uomo aveva un carattere pessimo e Merlino solo sapeva quanto fosse testardo! Ma lui non era uno disposto ad arrendersi, specialmente dopo aver visto i preziosi ricordi che gli erano stati donati. Lui era stato l’unico testimone di quanto feroci e intensi potevano essere i sentimenti, la devozione e i propositi dell’uomo. Dopo quella fortuita esperienza, Harry aveva sviluppato una profonda ammirazione nei confronti di Severus Piton, ed era deciso a conoscere quel lato nascosto dell’uomo che nessuno ad eccezione di sua madre aveva avuto il privilegio di scoprire!

Sorrise a se stesso… sì quando gli asini voleranno, avrò un rapporto civile con Piton…ma oggi è stato un inizio!

Dall’altro lato della porta, Severus aveva ripreso il posto accanto al camino, ancora turbato dalla visita del giovane. Che diavolo mi è saltato in mente? Mi sono quasi scusato con lui… Ah tutta colpa dei suoi occhi…

SSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSS

Nei giorni successivi, Harry era riuscito ad interagire brevemente con l’uomo in diverse occasioni, principalmente durante l’orario di cena, dato che Silente aveva imposto a tutti i presenti nel castello di condividere il pasto. Ed era piuttosto soddisfatto del risultato, nessun rimprovero, nessun insulto, insomma praticamente un effettivo miracolo di natale!

La sala Grande era magnifica, addobbata come di consueto con decorazioni scintillanti. I tavoli delle quattro case e quello dei docenti erano stati sostituiti da un'unica tavolone rotondo con 15 coperti apparecchiati. 4 per gli insegnati, 1 per il preside e 10 per gli studenti: di cui 3 appartenenti alla casa di Grifondoro nello specifico Harry, Ron ed Hermione, tre studenti Tassorosso del 5 anno, due primini Serpeverde e due corvonero del Terzo anno.

La conviviale atmosfera fu bruscamente interrotta.

“Harry, passarmi le patate per favore” chiese il rosso mentre si riempiva il piatto con troppe cosce di pollo arrosto.

Ma il moro era troppo assorto nei suoi pensieri per ascoltare la richiesta, almeno fino a quando non sentì una forte presa sul gomito. “Che c’è!” urlò infastidito.

Tutto il tavolo si zittì di colpo, suo malgrado era nuovamente al centro dell’attenzione. Notò che Piton lo osservava con quel suo sguardo penetrante. Oddio… perché mi fissa in quel modo? Non è stata colpa mia… penserà che sono un maleducato…

“Harry allora? Sono almeno quattro volte che ti chiedo le patate! Amico ma che diavolo stai fissando? Merlino santo in questi giorni hai sempre la testa tra le nuvole!”

Il moro arrossì violentemente, poi afferrò la zuppiera piena di patate e la depositò con forza davanti al suo amico “Ecco le tue patate Ron!”.

Dannazione a te Ron!  Spero che Piton non si sia reso conto che stavo guardando nella sua direzione… ero solo curioso di sapere di cosa parlava con Silente.

Una parte del contenuto si rovesciò sul maglione del Rosso “Ma che diavolo! Harry puoi stare attento?!”

“Potter, Weasley! Un minimo di contegno almeno a tavola!” sibilò Piton infastidito dalle orribili maniere dei due ragazzi.

“Ci scusi Professore” rispose Harry arrossendo ulteriormente. Avrà pensato che siamo due idioti… ci scommetto. Ma aspetta un attimo da… da quando mi interessa quello che pensa Piton? Ahhh certo che mi interessa…  A chi voglio darla a bere! Se voglio diventare… suo amico, devo dimostrargli che non sono una testa di legno! Voglio conoscere il Severus Piton che ho visto nei ricordi con mia madre.


 
   
 
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