...Rullo di tamburi... madame et monsieurs, ladies and gentlemen... nn ci crederete ma MOI è tornata!

Mi dispiace, credetemi, sono mortificatissima e se deciderete di inseguirmi armati di forkette e stuzzicadenti x infilzarmi a dovere non mi opporrò minimamente... ma vi prego nn abbandonatemi!

Sto attraversando davvero un periodo “leggermente terribile” e ho bisogno del vostro sostegno...

A proposito, non ho ancora ringraziato coloro che hanno letto e commentato il capitolo precedente, quindi.... GRAZIE!

Grazie infinite anke a chi ha commentato le oneshot che ho postato... mi fa piacere ke le abbiate apprezzate!!!

Bene, direi ke dopo il solito inutile sproloquio senza senso posso lasciarvi al capitolo... ma non prima di avervi mandato un bacio enorme (SMACK) e avervi augurato cm al solito... GoOd ReAdInG!

Passi misurati ed impercettibili.

Piedi nudi sull'erba umida; candidi.

La luna illuminava la sagoma arzigogolata di un castello; i passi si arrestarono.

Una moltitudine invitante di odori solleticava il suo appetito, ma sapeva di dover aspettare.

Dopo tutto, cosa sono un paio di mesi per colui dinanzi al quale l'eternità si prospetta?

“AAAAAAAAHHHHHHH!”

Albus si svegliò di colpo, confuso e madido di sudore con le immagini del sogno ancora vividamente impresse nella mente.

Disorientato, nell'oscurità totale, trafficò per liberarsi dall'intrico di coperte e lenzuola che lo costringevano nel letto che riconobbe essere il proprio all'interno del dormitorio maschile di Grifondoro.

Dunque era a Hogwards.

Balzò giù dal letto dirigendosi verso le grandi finestre per scostare i pesanti tendaggi che le oscuravano; un chiarore tenue e rosato si propagò timidamente nella stanza.

Lorcan era seduto sul letto, assonnato, con lo sguardo perso nella contemplazione del paesaggio oltre le finestre.

“E' l'alba!” Osservò con aria sognante.

“Che cosa è successo?” Chiese Albus “Hai sentito anche tu quell'urlo?”

Il biondo annuì.

“Sean non si è svegliato.” Constatò serafico.

“Sveglialo tu! Io intanto vedo di scoprire cosa è accaduto.”

Così dicendo il moretto si gettò frettolosamente una vestaglia sulle spalle e si precipitò in direzione della sala comune che, come potè constatare, era gremita di studenti curiosi quanto lui di capire cosa fosse successo.

“Dom!” Chiamò scorgendo tra la folla la chioma fulva della cugina.

“Al!” Lo salutò la ragazza avvicinandoglisi sorridente.

“Tu sai cos'è accaduto?”
“Nessuno lo sa. Alan, il mio collega prefetto, è andato in ricognizione ma non è ancora tornato.”

“Ehi cugini!” Roxane sopraggiunse affiancata dal gemello “Vedo che stamattina siete piuttosto mattinieri.”

“Non che avessimo molta scelta, si intende.” Precisò Dominique “Con tutto quel fracasso sfido chiunque a rimanere a letto!”

Albus represse una risatina pensando a Sean ancora profondamente addormentato nel suo letto.

“Avete idea di cosa possa essere successo?”

“Certo che si!” Replicò Fred.

“Come?! Come fate a...?!”

“Non dirmi che non te ne sei accorta!” Si stupì il ragazzo.

“Guarda laggiù!” Aggiunse la sorella indicando un punto della sala comune particolarmente affollato.

“Cosa dovrei guardare?”

“James e Louis.”

Effettivamente i due ragazzi, attorniati da una massa vociante di compagni grifondoro, ridevano e gesticolavano nell'intento di raccontare qualcosa di evidentemente molto spassoso.

“Qualsiasi cosa sia successa, loro sono coinvolti!” Intuì Dominique “Avrei dovuto immaginarlo!”

In quella il ritratto della signora grassa scivolo lateralmente e Minerva McGranit fece il suo ingresso nella sala comune dei grifondoro accompagnata da Neville.

Il parlottio confuso che regnava nella sala si placò immediatamente e gli occhi di tutti saettarono in direzione dell'anziana preside che individuati i suoi bersagli li raggiunse nella frazione di un secondo seguita dal professore di erbologia, il quale appariva decisamente preoccupato dalla situazione.

“Potter! Weasley!”

“Buon giorno, professoressa! Qual buon vento?” Replicò divertito James Potter ricevendo una gomitata ammonitrice nelle costole dal cugino.

“Questa notte qualcuno ha violato il coprifuoco, si è introdotto nel dormitorio di Serpeverde e ha pensato bene di modificarne l'arredamento.”

“Ma davvero?” Chiese il ragazzo falsamente sorpreso.

“Proprio così.” Confermò irritata la preside “Se n'è accordo poco fa il signor Greengrass che n'è rimasto oltremodo sorpreso. Ora mi chiedo, Potter, chi mai potrebbe essere il responsabile di tanto scompiglio?”

“Non ne ho idea, professoressa, sicuramente una persona molto irresponsabile.”

“Su questo non ci sono dubbi, Potter! Ma dimmi, se non sai chi sia il colpevole dello scherzo ai danni dei tuoi compagni Serpeverde, vuoi cortesemente spiegarmi perché tu e il qui presente Weasley siete stati visti dal barone sanguinario entrare nel dormitorio di Serpeverde provvisti di vernice rosa?!”

Neville osservava con angoscia crescente la vena pulsante sulla tempia della McGranit seriamente preoccupato per l'incolumità di James e Louis che avevano assunto l'aria inequivocabile di chi è stato colto con le mani nel sacco.

“Vi rendete conto che è appena cominciato l'anno scolastico e avete già infranto un'infinità di regole?!

Louis parve improvvisamente molto interessato alle proprie pantofole, mentre James si irrigidì come una statua in attesa che la preside stabilisse una punizione adeguata alla loro malefatta.

“Sono indignata! Due studenti che violano il coprifuoco e deturpano la sala comune dei propri compagni di scuola!

“Non l'abbiamo deturpata!” Tentò debolmente di difendersi Louis.

“AVETE DIPINTO TUTTO DI ROSA! GREENGRASS HA RISCHIATO L'INFARTO QUANDO SI E' AVVEDUTO DELLE CONDIZIONI IN CUI VERSAVA LA SALA DI RITROVO!”

“Abbiamo solo cercato di migliorarla...”

“VOGLIAMO PARLARE DELLA STATUA DI SALAZAR SERPEVERDE?! IMBRATTATA DI ROSSETTO, OMBRETTO, PHARD E ALTRE DIAVOLERIE CHE NON SO DOVE ABBIATE RECUPERATO!”

“Pensavamo solo che avesse bisogno di cambiare look...”

“AVETE MESSO UNA PARRUCCA ROSA A SALZAR SERPEVERDE, WEASLEY!”

A quel punto Louis ritenne saggiamente che fosse meglio tacere e sorbirsi il resto della predica della preside in religioso silenzio.

“Se non fosse che Grifondoro non è ancora in possesso di punti da sottrarre vi toglierei cinquanta punti a testa!” Proseguì la McGranit “In ogni caso scriverò alle vostre famiglie e il professor Paciock provvederà a stabilire una punizione adeguata!”

James e Louis si scambiarono un'occhiata d'intesa: Neville non era mai eccessivamente severo con i proprio alunni pertanto potevano essere sicuri di cavarsela con poco.

“Anzi!” Fece la donna accorgendosi dello scambio di sguardi tra i cugini “Sarà il professor Nott a prendere provvedimenti nei vostri riguardi visto che avete recato danni alla casa di cui è responsabile!”

Entrembi i cugini assunsero un'espressione orripilata.

“Non può farci questo!” Gemette Louis.

“Non sarai tu a dirmi quello che posso o non posso fare, Weasley! Oggi, al termine delle lezioni, siete tenuti a presentarvi nello studio del professor Nott!”

“Ma...!” Tentò James.

“Niente ma! E adesso sparite dalla mia vista!”

E lanciando loro un'ultima occhiata di rimprovero, scostò il ritratto della signora grassa per attraversare il passaggio che si era aperto nella parete.

“L'avete fatta grossa!” Commentò Neville non appena il dipinto fece ritorno al proprio posto.

“Ti prego, Neville, non infierire!”

“Ma cosa diamine vi è saltato in mente?!”
“Neville! Ci siamo appena sorbiti la ramanzina della McGranit, e ci aspetta un incontro ravvicinato del terzo tipo con Nott: non credi che sia abbastanza?!”

“Aspetta che la preside scriva a Ginny! Spera che non ti mandi una strillettera!”

James rabbrividì al pensiero.

“Sarà meglio che andiate a prepararvi per le lezioni!” Concluse il professore “Ci vediamo più tardi!” E sospirando sconfortato lasciò la sala comune.

Non appena venne inghiottito dal passaggio nella parete, Dominique si avvicinò al fratello.

“Non dire niente!” Intimò questi avvedendosi della sua presenza.

“Ve la siete cercata!” Replicò la ragazza.

Louis si lasciò cadere su un divanetto con uno sbuffo.

“Tutta colpa del barone sanguinario!”

“Dannato fantasma dei miei stivali! Di farsi gli affari suoi proprio non gli riesce!” Sbottò James accomodandosi accanto al cugino.

“Avete imbrattato la sala comune della sua casa di appartenenza.” Precisò Albus.

“E con questo?! E' un fantasma, è già morto! Perchè dovrebbe importargliene qualcosa?!”

“I fantasmi restano legati ai luoghi che frequentavano in vita, non lo sai?”
“Evita la lezione sulle abitudini dei fantasmi, grazie!”

In quel momento tra la folla di grifondoro accalcati nella sala di ritrovo, Morgan si fece largo a suon di spintoni aprendo la strada alle amiche che la seguivano a breve distanza.

“Potter! E' vero quello che si dice?! Tu e tuo cugino avete veramente dipinto di rosa la sala comune di Serpeverde?!”

“Buongiorno anche a te, Morgan!” Replicò James tra il divertito e lo scocciato “Comunque si; è tutto vero!”

“Grande!” Commentò Lea sopraggiungendo insieme ad Elisa e Sophie “Avrei voluto vedere la faccia di GreenGrass!”

“Come minimo gli sarà venuto un infarto!” Rise Elisa.

“Secondo la McGranitt l'ha solo rischiato.” Fece Louis in tono dispiaciuto.

“A proposito della preside: che punizione vi ha dato?” Chiese Sophie.

“Non sappiamo ancora niente. Spetta a Nott decidere come punirci.”

“Auguri!” Commentò la ragazza.

“Grazie, Sophie! Molto consolante!”

“Ragazzi! Che ne direste di andare a fare colazione?” Intervenne Dominique bloccando un potenziale battibecco sul nascere “Ormai non manca molto all'inizio delle lezioni.”

La proposta venne accolta con entusiasmo e il gruppo al gran completo si avviò verso la sala grande dove presero posto al tavolo di Grifondoro.

Nel giro di pochi minuti la sala si riempì di studenti e il loro chiacchiericcio concitato contagiò anche gli insegnanti che presero a discutere concitatamente di chissàcosa.

Albus osservava con meraviglia lo svolgersi di una normale colazione ad Hogwards senza degnare di uno sguardo il porridge ancora intatto nella propria scodella.

“Ti sei imbambolato, Al?” Chiese Roxane intercettando il suo sguardo.

“Ti conviene mangiare il porridge prima che lui mangi te per vendicarsi di come l'hai trattato.” Soggiunse il gemello lanciando un'occhiata compassionevole al contenuto molliccio della ciotola del cugino.

“Stavo solo dando un'occhiata in giro.” Replicò l'undicenne guardando a sua volta il porridge ormai immangiabile con una smorfia disgustata.

“Ti capisco, sai?” Gli sorrise Elisa seduta di fronte a lui “La mattina del mio primo giorno di scuola a Hogwards non potevo fare a meno di fissare qualsiasi cosa mi capitasse sotto gli occhi.”

“Ma tu provenivi da una famiglia di babbani a differenza di Al.” Precisò Louis.

“Già.” Confermò la ragazza tristemente.

James la vide rabbuiarsi mentre giocherellava con i cereali nella sua tazza; reagiva sempre allo stesso modo quando, per un motivo o per l'altro, qualcuno nominava la sua famiglia.

Il tintinnio argentino di un cucchiaio picchiettato sul calice distolse la sua attenzione dall'amica; la Preside si era alzata e pretendeva di ottenere l'attenzione di tutti i presenti nella sala.

“Prima che vi rechiate a lezione ho un annuncio da fare.” Esordì quando tutti gli occhi furono puntati sulla sua figura altera “Ieri sera, come da norma, si è svolto il cerimoniale dello smistamento e ciascuno dei nuovi arrivati ad Hogwards è stato collocato nella casa di appartenenza.”

“Ma dai?! C'eravamo anche noi, sai?!” Ridacchiò Louis ben attento a non farsi sentire dalla professoressa.

“Ebbene, vi annuncio che oggi, eccezionalmente, assisterete ad un'ulteriore prestazione del cappello parlante. Date il benvenuto al vostro nuovo compagno Valentine DuCoudray!”

Dall'ingresso del refettorio fece capolino la sagoma snella di un ragazzino piuttosto alto che percorse la navata tra le tavolate di Corvonero e Serpeverde fino a raggiungere il tavolo dei professori.

“Accio cappello!” Formulò la McGranitt dopo avergli indicato uno sgabello su quale accomodarsi.

“Valentine ha dodici anni compiuti ed è già stato iniziato all'istruzione magica privatamente quindi frequenterà il secondo anno.” Precisò calando il cappello sul capo del ragazzo.

Tutti i presenti ammutolirono aspettando il responso del cappello.

Rose Weasley dal tavolo di Grifondoro tratteneva il fiato in attesa e osservava il volto inverosimilmente pallido del nuovo compagno di scuola; Valentine aveva lineamenti regolari e armoniosi ma piuttosto affilati e gli zigomi pronunciati erano accarezzati da ciocche di capelli biondi che illuminati dalla luce del sole splendente sul soffitto della sala mandavano bagliori argentei.

Rose non poteva scorgere gli occhi del ragazzo perchè coperti dal copricapo magico ma immaginava che, data la colorazione chiara dei capelli, fossero chiari anch'essi.

“Serpeverde!” Sentenziò il cappello distogliendo la ragazza dalla contemplazione del nuovo arrivato.

Le labbra sottili di Valentine accennarono un breve sorriso mentre rialzatosi dallo sgabello andava ad unirsi al tavolo della sua casa d'appartenenza che lo applaudiva fragorosamente.

“Bah, lo sapevo!” Commentò James contrariato “Con quella faccia da albino snob non poteva che diventare un serpeverde!”

Ma mentre Louis annuiva vigorosamente riprendendo ad ingozzarsi di biscotti, Rose non poté fare a meno di seguire con lo sguardo i movimenti di Valentine che sedutosi tra Orion Greengrass e Scorpius Malfoy stringeva la mano cordialmente a coloro che gli si presentavano.

Improvvisamente, come se avesse avvertito lo sguardo della rossa su di se, il biondo si voltò verso il tavolo di Grifondoro indirizzandole un'occhiata perforante e un sorrisetto divertito: lo squarcio di un secondo, e tornò a concentrarsi sui nuovi compagni di scuola ignorando la grifondoro e lasciandola preda di uno strano sconvolgimento interiore dovuto all'incontro di quello sguardo di tenebra: nero, come una notte senza luna ne stelle.

Rose allontanò da se la brioches che stava mangiando prima dell'annuncio della McGranitt; non aveva più fame.

In quegli occhi nerissimi aveva colto un bagliore scarlatto che l'aveva turbata profondamente per chissà quale misteriosa ragione.