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Autore: Spanner    25/05/2009    9 recensioni
Kagome è una ragazza dalla vita difficile, segnata dal triste passato.
Nonostante tutto riesce ad essere allegra, finchè un brutto scherzo quasi la uccide.
Verrà salvata da un misterioso ragazzo, che entrerà nella sua vita inevitabilmente.
Con lui scoprirà un nuovo sentimento, per troppo tempo rinchiuso nel suo cuore, e forse riuscirà a costruirsi una nuova esistenza...
Ma che cosa nasconderanno lui e i suoi due amici, che non lo lasciano quasi mai solo?
Quando lo verrà a sapere verrà coinvolta in una pericolosa lotta, e tutto cambierà...
Genere: Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Inuyasha, Kagome
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Ciao a tutti!! Mi scuso immensamente per il ritardo, cercherò di evitarlo da adesso in poi!! ^^'''
Vi lascio al capitolo e spero che vi piacerà e continuerete a seguirmi!!



Capitolo tre:   Uno scherzo imperdonabile



La mattina seguente, le ragazze si svegliarono in tarda mattinata, e dopo una colazione fatta di qualche biscotto e del latte che gli avevano lasciato gli zii di Kagome assieme ad altri alimenti, così che avessero tutto a portata di mano,
Sango decise di fare una corsetta per il bosco, per mantenersi in allenamento, e Kagome rifiutò la proposta di andare con lei,
sapendo che la sua amica,
per " corsetta ", intendeva un duro stretching e poi una corsa attorno il perimetro del Giappone...
Lei non era assolutamente preparata ad uno sforzo simile!

<< Allora vado, ci vediamo per pranzo, fra un'oretta e mezzo... Ok? >> Sango si stava facendo una coda alta, in attesa della risposta dell'amica.

<< Si! A dopo! Ti farò trovare il pranzo a tavola! Ciao! >> la salutò allegramente Kagome, mentre Sango usciva e si dirigeva verso il sentiero che si perdeva fra gli alberi.

Ma un paio di occhi cobalto avevano seguito i suoi movimenti, e lei ignorava di ciò che presto il proprietario di quelle iridi le avrebbe fatto.

Sango, dopo mezz'ora di corsa, sempre sul sentiero, per non perdere la strada di casa, si fermò, iniziando qualche esercizio per
le gambe e le braccia, per rilassare i muscoli.

Voltò di scatto la testa verso il rumore di passi alla sua destra, e sussultò vedendo una figura scura avanzare:
a causa del groviglio di alberi e piante, la luce del sole non filtrava bene e di conseguenza la vista ne risentiva.

Ma quando riconobbe Bankotsu si lasciò andare ad un sospiro di sollievo, esclamando:

<< Kami, mi hai spaventato a morte! >>

Il ragazzo sorrise sghembo e le lanciò un'occhiata lasciva, e la cosa spaventò nuovamente: quell'espressione
non era assolutamente rassicurante.

Bankotsu si avvicinò a lei, e Sango indietreggiò incosciamente, finendo inevitabilmente intrappolata fra lui e l'albero alle sue spalle.
Terrorizzata, tentò di allontanarlo, ma lui le bloccò ogni via d'uscita mettendo le sue braccia in ogni lato del suo corpo,
creando una specie di barriera.

Quando lo vide avvicinarsi, con gli occhi brucianti, balbettò, con voce temula:

<< C-cosa... B-Ban... Banko... tsu... >> normalmente avrebbe reagito, ma l'espressione quasi sadica che aveva il ragazzo l'aveva
come paralizzata.

<< Tu mi piaci molto, Sango... >> disse lui con voce rauca, avvicinandosi ancora alla ragazza, che rimase spiazzata da quella confessione.

<< M-ma... Io... cioè, tu... non... >> non sapeva che dire... A lei non piaceva Bankotsu, non era proprio il genere di ragazzo che
lei frequentava... E poi il suo carattere! Era un bastardo cronico, e lei odiava quel genere di persona!
Riprese un po' del suo normale coraggio, e scansò, anche se di poco, il corpo di Bankotsu dal suo, affermando decisa:

<< Ascolta, tu non sei il mio tipo, mi dispiace, ma adesso per favore, avresti la grazia di spostarti? Devo finire di allenarmi... >>

Bankotsu indurì i tratti del volto, ora aveva un espressione seria.

<< E il tuo tipo sarebbe quel becchino che passa il suo tempo rinchiuso nella sua camera dalla quale provengono spesso
rumori ed urla agghiaccianti? >> chiese duro e con voce sprezzante.

Sango lo osservò con un aria interrogativa, che il ragazzo trovò adorabile, per poi realizzare che stava parlando di Sota.

<< Sono affari tuoi? >> rispose anche lei duramente.

Bankotsu le rispose con una smorfia sul volto.

<< Molla quel cimitero e mettiti con me >> disse come se fosse un ordine, e la cosa non piacque a Sango, che, stanca, disse:

<< Io non farò proprio nulla! E visto che non ti sei ancora tolto, ed io vorrei terminare la mia corsa, ci penso io a spostarti! >>
E così dicendo diede una forte spinta sul petto di Bankotsu e gli diede un calcio su un polpaccio, facendolo cadere
rovinosamente a terra con un gemito.

Senza voltarsi, Sango riprese a correre per il sentiero, verso la via del ritorno.

Ma due forti braccia la strinsero e la gettarono a terra, facendole storcere una caviglia.

<< Piccola bastarda, credi che mi lascio stendere così? Non hai voluto metterti con me con le buone,
adesso ti prenderò con la forza! >> Bankotsu l'aveva raggiunta le si era seduta sopra per bloccarla col suo peso,
e aveva pronunciato quelle parole con rabbia.

Subito la baciò con violenza, e lei sgranò gli occhi, dimenandosi e tentando di liberarsi, ma il ragazzo le bloccò le mani
con una delle sue, e con l'altra le alzò la maglietta.

Sango, consapevole di ciò che stava per accadere, fu invasa dal panico e dalla disperazione, e iniziò ad urlare.

<< NO! Ti prego no!! Non farmi questo! >>

<< Stai zitta! >> rispose lui schiaffeggiandola così violentemente che un rivolo di sangue prese a scendere dalle labbra
della ragazza su una guancia e sul mento.
Bankotsu tentò di toglierle i pantaloni, mentre le carezzava una coscia.

Sango iniziò a piangere per il dolore alla mandibola, causa dello schiaffo, e per la disperazione.

<< Ti prego... >> lo supplicò con un filo di voce, ma lui prese a spogliarsi, dicendo:

<< Vedrai che ti piacerà... >> con un ghigno perverso

<< No, no, no... perfavore, non farmi questo... >> disse ancora, con voce rotta dai sighiozzi.

<< E smettila di frignare, puttana! >> esclamò acido dandole un altro schiaffo, che le annebbiò la vista per qualche attimo.

<< Non farmi... questo... >> ripetè con l'ultimo briciolo di forza di volontà che aveva.

Ma lui la ignorò, e lei si rassegnò, e attese, come una bambola, chiudendo gli occhi.

Ma un tonfo e un grido glieli fecero riaprire. Bankostu stava a terra, un po' più distante da lei, e un ragazzo dai
capelli bruni legati in un codino lo stava trattenendo, un espressione furiosa che induriva il suo bel volto.

Lo sconosciuto guardò la ragazza, e i loro occhi rimasero incatenati per qualche secondo, cioccolato perso in quelli zaffiro
di lui.

<< Va via! >> esclamò poi il nuovo venuto, sbattendo con forza Bankotsu a terra, che era spaventato a morte.

Sango non se lo fece ripetere, e corse più veloce che potè verso casa, ignorando le fitte di dolore della sua caviglia,
lanciando uno sguardo pieno di gratitudine al quel ragazzo che l'aveva salvata.

Quando arrivò davanti alla villa, fu presa da un tale sollievo, che si lasciò cadere a terra, piangendo di nuovo
al ricordo di ciò che Bankotsu le stava per fare, e di felicità per essere al sicuro.

Iniziò a singhiozzare senza riuscire a fermarsi, e si trascinò fino alla casetta di mattoni, non riuscendo più ad alzarsi
a causa dello sforzo alla caviglia.

<< Sango? >> chiese una voce, titubante, in tono quasi indifferente, quasi, perchè era anche preoccupato.

La ragazza alzò lo sguardo e vide Sota guardarla.

Lei continuò a piangere, e lui si inginocchiò per essere alla sua altezza.

<< Cosa è successo? >> chiese neutro, ma con un velo di preoccupazione.

Senza riflettere, senza riuscire a fermare se stessa, presa da un impeto, Sango si buttò fra le braccia del suo finto ragazzo,
piangendo ancora e lasciandolo senza fiato. Non le importava in quel momento che Sota le parlava con voce fredda,
o che non era neanche qualcuno che conosceva alla perfezione.
Aveva bisogno di quell'abbraccio, di qualcuno di amico, e Sota era un suo - quasi - amico.
Lo strinse con tutta la forza che le era rimasta in corpo, e dopo un po', sentì due braccia stringerla con titubanza e poi
con maggiore sicurezza.
Non si rese conto di essere stata sollevata e condotta in casa, finchè non sentì la voce di Kagome:

<< Sango! Che è successo?! >>

Si ritrovò sul divano con Sota che la guardava con curiosità e un po' apprensivo, e sentì che quegli occhi scuri le stavano sondando l'anima.
Riuscì a malapena a percepire una mano intrecciarsi alla sua, infondendole calore, che Kagome la strinse a se, preoccupatissima.

<< Che è successo? >> domandò nuovamente asciugando le lacrime rimaste sulle guance dell'amica.

<< N-niente >> non le andava di raccontare cosa aveva tentato di fare Bankotsu, anche se ne sentiva un bisogno quasi doloroso.

Ma all'improvviso la porta venne aperta con violenza, e Bankotsu entrò con un'aria spiritata, dirigendosi verso Sango,
con gli occhi fuori dalle orbite, la treccia mezza sfatta, gli abiti sporchi, e il labbro rotto.

Sango ricominciò a piangere e urlò, un urlo disperato, mentre serrava gli occhi e si stringeva sul divano, in cerca di protezione, e
coprendosi il corpo.

<< TU! MA CHI DIAVOLO ERA QUELLO SQUILIBRATO?!?! MI HA QUASI AMMAZZATO!! NON SO COME HO FATTO
A SCAPPARE!! >>

Bankotsu sembrava sconvolto, ma non abbastanza per tentare di afferrare Sango per un braccio, ma prima di riuscirci,
Sota, che aveva intuito tutto l'accaduto dal comportamento di Sango, gli bloccò il polso e disse, gelido:

<< Toccala ancora e ti ammazzo >>

Le parole furono dette in un modo che fece temere a Bankotsu che dicesse sul serio, e fu percorso da un brivido.
Ma una volta ripresa la sua spavalderia, tentò di liberarsi, inutilmente: Sota era come una statua, nulla lo smuoveva.
Bankotsu rinunciò a liberarsi, e allora sputò con acidità verso Sango, ancora terrorizzata:

<< Certo, ecco il tuo becchino, il tuo favoloso ragazzo! Corri a nasconderti dietro quel cimitero! Ma resti sempre una puttana! >>

A quel punto, prima che Sota riuscisse a sferrare un pugno al fratello, Kagome si era buttata addosso a lui con rabbia,
tirandogli un pugno nello stomaco che gli mozzò il respiro per vari secondi.

<< Bastardo, ripeti una cosa del genere e me ne frego persino di ciò che mi farebbero la tua mammina e il tuo papino nel caso
ti toccassi!! >> gli ringhiò a pochi centimetri dal volto.

Poi, con una forza che nessuno si sarebbe aspettato, lo tirò su per il colletto della camicia che indossava, e lo trascinò fino alla
porta, dopo di che lo buttò malamente fuori.

<< NON OSARE PIU' AVVICINARTI A LEI! >> tuonò prima di sbattere la porta, tanto che i muri vibrarono.

Si avvicinò a Sango addolcendo i tratti.

<< Tranquilla, non ti toccherà più! >>

Per Sango fu sufficente, abbracciò l'amica trovando conforto e comprensione.




<< Kikyo >> ringhiò Bankotsu, prendendo la sorellina per un braccio e trascinandola nella sua camera.

<< Ma che modi sono?! >> esclamò lei divincolandosi, per poi notare in che stato si trovava il fratello << Ma che hai fatto?! >>
domandò con disgusto indicando i vestiti e i capelli sporchi e arruffati.

Bankotsu ringhiò fra se e poi sibilò:

<< Non è importante >>

<< E allora che vuoi? >> chiese Kikyo incrociando le braccia.

<< Lo faremo oggi >> disse semplicemente.

Kykio sbattè più volte le palpebre, prima di capire a cosa si riferisse.

<< EH?! >> esclamò sorpresa << Ma... Perchè? Non è un po'... Avventato? Potrebbe essere pericoloso e... >>

Bankotsu la interruppe afferrandola con forza per le spalle.

<< Non mi interessa!! Gliela farò pagare a quella piccola bastarda! E subito! Perciò prepara tutto, appena quel becchino e
l'amica escono entriamo in azione >>

<< V-va bene, ma... Lasciami... Mi.. Mi fai male... >> ansimò lei, massaggiandosi le braccia una volta che il fratello gliele liberò.

<< Che ci fai ancora qui?! Ho detto muoviti a prendere ciò che ci serve!! >> disse stringendo i denti, e Kikyo corse fuori dalla stanza.




<< Sango? Mi fai un favore? >> chiese Kagome, dopo un buon pranzo e un'oretta passata davanti la tv.
Sango sembrava essere tornata quella di sempre, e Kagome sapeva che, per non fargli pesare l'accaduto, doveva trattarla
come sempre, come se nulla fosse successo.

La diretta interessata sbuffò.

<< Va bene. Che vuoi? >>

<< Mi vai a cercare Sota? >> chiese con gli occhi da cucciolo bastonato, ai quali Sango faticava a resistere.

<< Sota? E perchè? >> chiese arcuando un sopracciglio.

<< Bè... Volevo chiedergli una cosa... Ma... non voglio incontrare Akiko e Ryuichi... E tu sei la sua "ragazza", non desti
sospetti... Ti prego... >>

Sango sbuffò di nuovo:

<< E va bene! Vado! Ma poi mi devi cucinare una pizza! >> disse scherzosamente.

<< Ok! >> disse Kagome con un'alzata di spalle.

Sango rise prima di uscire ed entrare nella villa accanto.

Ma non sapeva della tragedia che incombeva e si avvicinava, come una tempesta improvvisa, che si stava per abbattere
su Kagome.




<< B-Bankotsu... è tutto pronto... Ma... Sei sicuro? Se non è preparato bene c'è rischio... >>

<< Tappati quel forno, mocciosa >> la zittì malamente il fratello.

<< Finalmente quella puttana è uscita! E' il momento! >> esclamò Bankotsu dopo un minuto di silenzio, vedendo Sango uscire ed andare nella villa.

<< Starà andando dal cimitero >> ringhiò dopo qualche istante, irritato. << Bene, Kikyo. Vatti a creare
un'alibi. Ci saranno presto scintille! >> disse con una luce inquietante negli occhi, ma Kikyo non se lo fece ripetere e scappò via,
conscia che le parole dette dal fratello erano in parte vere.




Kagome era in uno stato di dormiveglia, così piacevole, con un leggero torpore che la avvolgeva, sdraiata su quel divano...

Non si accorse di nulla, di quando Bankotsu entrò di soppiatto e andò in cucina, dove buttò benzina un po' ovunque.
Voltandosi, la vide sul divano, che dormiva, e allora buttò il liquido anche nel salotto, per poi lasciarle in mano un biglietto,
ghignando malignamente.

Poi usci fuori, e attraverso la finestra aperta della cucina buttò due o tre fiammiferi accesi, per poi allontanarsi subito,
sapendo che tutto in poco sarebbe bruciato, ma la pivella si sarebbe salvata, uscendo subito di casa urlando e implorando il perdono a Bankotsu.

Ma non andò come nei piani.




Kagome sentiva quel piacevole torpore avvolgerla, sempre più caldo, e un brusio coccolarla...
Ma dopo un po' il caldo si stava facendo quasi insopportabile... Ma non erano a Marzo?
Non ricordava fosse un mese tanto caldo...
E in più l'aria era inrespirabile... Come se qualcosa... bruciasse...

All'improvviso qualcosa le ustionò il braccio, e sobbalzò violentemente, spalancando gli occhi e vedendo solo rosso
e arancione, e si rese conto che era il fuoco ad averla bruciata sul braccio, dove un segno violaceo faceva mostra di se.

Non poteva credere che quello fosse davvero fuoco. No, stava avendo un incubo.
Insomma, come poteva non essersene accorta?

Allungò una mano e la ritirò subito: anche senza toccarlo il fuoco bruciava, consumava l'ossigeno, la stava soffocando.
Ma come poteva essere vero?
Non era possibile, non poteva essere possibile.

Anche se il caldo era così vero, e il fuoco così reale, che la circondava senza via di fuga, un nugolo rosso che danzava,
dannatamente bello e pericoloso.

Iniziò a tossire per la mancanza di aria respirabile, e mentre si portava una mano a strofinare gli occhi, si accorse di qualcosa
in una sua mano.

La aprì e vide un foglietto, rovinato, ma riuscì a leggere perfettamente le poche parole:

" Va all'inferno
piccola bastarda "

Allora capì, si rese conto:
era tutto reale.

Il fuoco, il calore, l'aria soffocante, il dolore delle bruciature...

La consapevolezza le arrivò con l'impetuosità di uno schiaffo in faccia, una doccia gelida.

Lanciò uno strillo dilaniante, che racchiudeva tutte le sue emozioni:
paura, rabbia, disperazione...

Uno strillo che venne percepito da tutti, nella casa accanto.

<< KAGOME! >> urlò Sango, per poi scendere le scale, seguita da Sota, e precipitarsi all'esterno, dove si bloccò per ciò
che vide.

La casa stava bruciando. Il fumo usciva dappertutto, le fiamme stavano divorando ogni cosa.

Anche Kagome.

<< KAGOME!! >> esclamò nuovamente, dirigendosi come un fulmine verso la porta, ma si fermò quando vide Bankotsu, a pochi passi dalla porta, mordersi nervosamente le unghie.

<< Perchè? Perchè non è ancora uscita? Doveva già essere fuori... Cosa ho sbagliato? >>

Da quelle parole, Sango capì molte cose, e sentì una rabbia incontrollabile impossessarsi di lei.

<< Bastardo >> sibilò furiosa, avvicinandosi e afferrandolo per la maglietta, portandolo alla sua altezza << Te la farò pagare una volta che Kagome sarà salva. >>

Non volle minimamente pensare alla possibilità che lei potesse... morire.

Scosse la testa, e dopo aver spinto Bankotsu aprì la porta, venendo subito investita da un calore insopportabile, e
lo spettacolo che vide non le piacque: fiamme, solo fiamme, il fuoco avvolgeva tutto, non si vedeva nulla.
Ma si fece coraggio ed entrò, ignorandò il bruciore che entrava nelle sue membra e la voce di Sota che urlava di non entrare.


Dopo quello strillo, Kagome aveva iniziato a piangere. Ma non per disperazione, tristezza. No.
Rassegnazione.

Quella era la sua fine.
E forse era meglio così. In fondo, lei non aveva mai avuto una vita felice.
Aveva sempre sofferto e sopportato in silenzio tutte le cattiverie ingiuste.

Certo, aveva avuto qualche momento di gioia anche lei, ma erano troppo pochi perchè bastassero a darle la forza necessaria
a combattere per la vita.

Adesso era stanca.

La Morte aveva deciso che era la sua ora, e lei stava accettando la sua fine.
In quel momento non voleva altro se non abbandonarsi fra le sue braccia accoglienti e terminare quel supplizio chiamato vita.

Si rese conto che forse lei aveva sempre aspettato quel momento, e aveva vissuto nell'attesa che arrivasse.

Si lasciò cadere sul divano, lasciando che le fiamme la avvolgessero. Non percepiva quasi più il dolore.
Un'ultima lacrima scivolò silenziosa, e guardò di nuovo il biglietto di Bankotsu.

" Chissà, magari l'Inferno è un bel posto... " pensò con amarezza, mentre sentiva le forze abbandonarla.

L'ultima cosa che sentì fu la voce debole e stanca di Sango chiamarla, e poi, un'attimo prima che gli occhi le si chiudessero,
stanchi, vide un bellissimo ragazzo dai capelli color della luna e dagli occhi dorati.

<< Un... Angelo..? >> sussurrò flebilmente, per poi abbandonarsi e lasciare che il buio prendesse il sopravvento.





Allora, un nuovo capitolo è andato! Spero che vi sia piaciuto, e vi chiedo scusa per il ritardo, tenterò di evitarlo nuovamente,
ma non prometto nulla!!! ^^''

Bè, ringrazio chi legge, e in particolare:

- fmi89

- Nancy95

- ryanforever

- Darkina

- Beverly Rose

- Mily_chan

- Vale728

- achaori

- mikamey

- inukag4ever


Bè, ci vediamo al prossimo capitolo!!

ANTICIPAZIONI:

Nel prossimo capitolo Kagome si sveglierà... in buona compagnia! ^^

Vedremo le ricerche che la famiglia di Kagome farà per ritrovarla...

E un Sota molto, molto, mooolto arrabbiato! XD


Alla prossima, ciao ciao a tutti!!


_Draco_







   
 
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