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Autore: momoallaseconda    02/01/2017    3 recensioni
Di come potrebbe finire One Piece ne hanno parlato in tanti. A me piace pensare possa finire così.
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Sapeva che prima o poi avrebbe dovuto fare i conti con il futuro e si preparò a vuotare il sacco.
-È finita, capitano.- Sorrideva serafica, come solo lei sapeva essere, anche in quel momento.
RufyxRobin SanjixViolet SaboxKoala
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Nami/Zoro
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Si calò gli occhiali da sole sugli occhi per ripararsi dai forti raggi che oltrepassavano dispettosi le alte cime degli alberi, respirando piano quel profumo di legno fresco che tanto conosceva e amava.

Si guardò attorno ammaliato, era circondato da arbusti meravigliosi: faggi, querce, castagni, abeti…
Il muschio profumato che cresceva disordinato sulle cortecce, le foglie morbide che gli accarezzavano il corpo robotico e il tappeto erboso soffice ed immacolato, lo facevano sentire in paradiso. Quel boschetto era stato davvero una scoperta affascinante.
Vi si era imbattuto due giorni prima fintanto che cercava provviste per il viaggio con Usop.
Gli occhi erano schizzati fuori dalle orbite mentre osservava con la bava alla bocca quella meraviglia della natura. Il cecchino aveva scrollato le spalle, mormorando un ‘si bello’ poco convinto e un po’ sorpreso ai suoi gridolini di gioia, prima di continuare il lavoro che gli aveva affidato Nami.
Ma il suo compagno non capiva. A Water Seven non c’era nulla del genere, quello era letteralmente il paradiso per un carpentiere!
Legno cosi pregiato difficilmente gli capitava sotto mano, già pregustava il momento in cui avrebbe trasportato sulla Sunny tutto quel ben di Dio, prima di farne un uso adeguato.
La bava alla bocca durò il tempo di un minuto, tanto era durato il suo sogno ad occhi aperti prima di rendersi conto con orrore a cosa stava pensando.
Stava seriamente valutando l’idea di radere al suolo quel boschetto…? Franky sgranò gli occhi, colpito dai suoi stessi pensieri. Sorridendo amaramente si accorse di quanto fossero ridicoli e assolutamente fuori luogo, l’isola era già stata fortemente provata, lui non avrebbe mai potuto portare ancora distruzione in un luogo tanto bello. Lo avrebbe lasciato così, anche se un angolino del suo cuore (quello che adorava il proprio lavoro), piangeva.
Sorrise per l’ultima volta a quei meravigliosi alberi, respirandone l’aroma a pieni polmoni, sapendo che avrebbero ornato ancora per molto tempo quella parte di Raftel vicina alla baia.
Sapeva già che gli sarebbe mancato quel profumo, anche se in realtà gli sarebbe mancata l’intera isola.
Afferrò le sue borse da terra, dove le aveva lasciate per gustarsi un’ultima immersione nel verde prima della partenza e riprese il cammino, direzione Sunny.
Mentre usciva dal bosco si guardò attorno, compiaciuto di cosa lasciava dietro di sé, non riusciva a credere di aver davvero pensato di abbatterli.
Passò per la piazza del paesino, dove avevano passato gran parte delle loro giornate e notò con piacere di non aver tralasciato nessuna crepa o calcinaccio. Ghignò, tutto era riparato e in ordine.
Salutò con la sua posa tipica qualche abitante che passeggiava, facendoli ridere. Ormai non si stupiva più nessuno della stravaganza dell’enorme cyborg.
Una volta arrivato al porto, notò immediatamente la grande quantità di navi presenti pronte alla partenza. Già lo sapeva, ma l’incredibile accozzaglia di individui così disparati tra loro, che interagivano più o meno pacificamente davanti ai suoi occhi, lo stupiva ancora come il primo giorno.
Dall’alto della sua statura scorse subito la Sunny, svettava luminosa, tirata a lucido dopo la battaglia, alla fine del molo tra la Red Force e la nave dei Rivoluzionari.
Avvicinandosi alla banchina non potè impedirsi di osservare la gente che gli stava attorno, affollando quel porto come mai era successo a memoria dell’isola. Ghignò sereno, il baccano era immane e veniva ogni direzione, ovunque si girasse vi erano persone intente a salutarsi, a caricare le navi, a lanciarsi maledizioni o semplicemente ad augurare un buon viaggio di ritorno al vicino di barca.
Non smettendo il cammino vide i marine rimasti sistemare le loro cose sulle navi, obbedendo ossequiosamente alle direttive di Fujitora e Sentomaru, ognuno a capo del proprio battaglione.
Passò oltre la nave dei Pirati Splendidi guardando alcuni di loro colloquiare con Sai e il resto della sua ciurma, portavano tutti la fascia da lutto al braccio. Sorrise mesto, al loro cenno di saluto.
Uno spostamento d’aria lo fece voltare verso sinistra. Izo e i suoi Nakama cercavano ancora di convincere Bellamy ad unirsi a loro, accerchiandolo mentre lui alzava gli occhi al cielo.
Franky alzò gli occhiali sulla testa, trattenendo una risatina. Izo sapeva come prendere le persone per sfinimento, nel bene o nel male, se ne sarebbero comunque andati insieme.
Proseguì il tragitto passando accanto alla principessa Bibi Nefertari, intenta a rispondere a monosillabi al falcone suo amico senza mai guardarlo, fissando allibita un punto alle sue spalle. Franky seguì curioso il suo sguardo, capendo subito il perché. Davanti a loro stava un tranquillo e fumoso Crocodile, intento a conversare amabilmente con un Hacchan ridacchiante. Sorrise, stupefatto anche lui, sembrava quasi un uomo normale.
A due passi da loro, sporto dalla balaustra e guardando il mare, Duval sfoggiava il suo fascino con Kayme tentando di farle l’occhiolino e fallendo come sempre. Lei, qualche metro sotto di lui, busto fuori dall’acqua e la pinna che si muoveva veloce sotto la superficie, rideva gioiosa al ragazzo.
Difficile credere di essere stati in guerra insieme a certi elementi…
La principessa si accorse di lui e si illuminò, salutandolo con la mano, come una bambina.
Stava per risponderle con un suuuper saluto, quando avvertì una forte spinta sulla spalla che lo colse impreparato. Qualcosa lo aveva urtato con forza, facendolo traballare.
Si girò subito, trovandosi di fronte la schiena di Bagy che si allontanava verso la sua nave. Lo guardò con sufficienza, assottigliando gli occhi, contrariato. Una volta a bordo, lo sentì chiaramente urlare “Addio fessi!” a chi di preciso non avrebbe saputo dire e scosse la testa rassegnato vedendolo prendere il largo.
I cerotti si levano ma l’idiozia non guarisce purtroppo.
Riafferrò le borse cadute a terra dopo lo spintone controllandole velocemente e alzando di nuovo gli occhi, inquadrò un altro gruppetto insolito.
Bepo stranamente affabile, era in compagnia di Shachi, Pekoms, Raizo, X-Drake e BonKure.
Che associazione strana si trovò a pensare Franky sconcertato, però parevano andare d’accordo, ridacchiavano pure a tratti. Provò un improvviso moto di affetto verso i due alleati Heart, senza più il loro capitano proprio come i Pirati Splendidi, avrebbero dovuto imparare a cavarsela da soli affrontando un viaggio ben più complicato di quello avvenuto finora. Bepo e Suleiman non sarebbero mai riusciti a sostituire Law e Cavendish, ma avrebbero potuto guidare i propri compagni verso un futuro più pacifico e sereno.
Era ancora concentrato sul gruppetto quando una risata sguaiata alla sua destra lo fece sussultare, focalizzando la sua attenzione sul vecchio Rayleigh. Ormai quasi senza fiato, sghignazzava liberamente guardando Gatto-vipera e Canistrice poco più in là, litigare furiosamente come ai vecchi tempi, avevano pure attirato un piccola folla di curiosi ridacchianti.
A non ridere affatto era invece Eustass Kidd. Poggiato ad un palo a braccia conserte, era intento a fissare in cagnesco la marmaglia che affollava il porto, visibilmente schifato. Franky lo osservò fare un cenno con il capo a Killer, accanto a lui, indicandogli la loro nave, il compagno annuì seguendolo senza fiatare, palesemente intenzionati a filarsela alla chetichella.
Di certo non voleva farsi vedere da Rufy, pensò con un sogghigno il carpentiere. Il suo capitano poteva diventare molto appiccicoso se ci si metteva e Kidd non sembrava uno da saluti lacrimosi e toccanti.
Con il vento a favore riuscirono a prendere il mare velocemente.
“Oi, Franky. Sei arrivato.” Si voltò, sentendosi chiamare e trovandosi davanti Sanji.
Vestito impeccabile, scarpe lucide e sigaretta alla bocca gli si avvicinava con le mani in tasca, dietro di lui un’altra nave, di marine stavolta, si accingeva a prendere il largo.
“Ehi, fratello!” lo salutò il cyborg “Sei riuscito a trovare da fumare!”
Il cuoco tirò una boccata avida, sprigionando una nuvoletta grigia attorno a lui.
“Già, i marine sono serviti a qualcosa, almeno.” Mormorò rilassato, indicando con il pollice gli uomini qualche metro dietro di lui. Franky sorrise.
Sanji aspirò una nuova boccata. “Sto aspettando che Rufy termini i suoi addii per andare alla Sunny.” mormorò, guardandosi attorno. “Se lo lascio solo rischia di non trovare più la strada…”
Solo allora il carpentiere notò il proprio capitano. In piedi sul molo, dava loro le spalle stringendo deciso la mano ad un ragazzino coi capelli rosa, che ricambiava emozionato.
Hermeppo, già a bordo, si sbracciava euforico salutandolo. Rufy gli sorrise, stranamente silenzioso, agitando una mano e facendo poi un cenno silenzioso e significativo al suo amico Coby, al momento dell’imbarco del marine.
Rufy si avvicinò ai suoi due Nakama con un gran sorriso in volto, ma dovette voltarsi nuovamente nell’udire il suo nome chiamato a gran voce. Tutti i presenti si girarono verso la fonte di quel richiamo, curiosi.
Franky non si era reso conto che quella fosse la nave di Smoker, il cacciatore bianco stava aiutando una Tashigi ancora convalescente a salire a bordo, quando aveva riconosciuto Rufy nel pirata che salutava Coby.
Cappello di paglia incrociò le braccia, guardandolo ghignante. “Che vuoi, fumoso?”
L’uomo lo fissò di rimando, emanando nuvolette di fumo attorno a sé. “La prossima volta che ci vedremo, non ci andrò leggero! Ti prenderò, Re dei Pirati!”
Rufy ridacchiò. “Prima dovrai trovarmi e non sarà così facile. Ormai hai una certa età…”
Smoker strabuzzò gli occhi. Dovettero accorrere Tashigi, Hermeppo, Coby ed un discreto numero di uomini per sedare l’ira furibonda del cacciatore, che tentava di tuffarsi a pesce sul molo, per avventarsi sul pirata.
“Suuuuper fratello!!” il carpentiere diede il cinque a Rufy, entusiasta.
Ricominciarono il cammino tra le risate dei marine e i saluti calorosi di Tashigi, ancora impegnata a trattenere Smoker. Franky alzò gli occhi al cielo afferrando Sanji per la collottola, prima che volasse via in un turbinio di cuoricini dopo aver sentito il bel capitano dire addio a ciascuno di loro, chiamandoli per nome.
Lasciò la presa sul cuoco solo in prossimità della ‘Going grande Rufy’, poco lontana dalla Sunny.
Alla loro vista l’intero Barto Club si esaltò, sbracciandosi e urlando, nella loro direzione. Il cyborg si ritrovò a pregare mentalmente che una qualche divinità curasse la pazzia di quegli uomini, un giorno.
Bartolomeo giaceva a terra svenuto, dopo aver ricevuto una leggera pacca sulla spalla da Rufy come saluto, ancora non reggeva bene l’emozione di trovarselo così vicino.
Il piccolo Leo, preoccupato, aveva preso a sventolargli un fazzoletto sopra il viso sperando di ridestarlo, aiutato dai suoi minuscoli compagni, mentre Cappello di Paglia lo squadrava dall’alto grattandosi la testa, non capendo cosa fosse preso al suo alleato.
“Cosa diavolo stai facendo, tu??”
Franky si voltò sorpreso verso Sanji, il cui urlo animalesco l’aveva distolto dal simpatico quadretto.
Seguì il suo sguardo di fuoco e focalizzò lo spadaccino della ciurma a pochi passi da loro, mentre veniva soffocato dall’abbraccio stritolatore della ragazzina fantasma di Thriller Bark. Di fianco a loro, Drakul Mihawk guardava la scena impassibile.
Il carpentiere sghignazzò, seguendo il cuoco imbufalito dirigersi a passo di marcia verso il ragazzo dai capelli verdi, ancora ostaggio della rosa.
“Ti decidi a mollarmi?? Sto soffocando!!” ululava Zoro, all’indirizzo della ragazza cercando di scostarla.
“Quante storie!” gli rispose lei sciogliendo l’abbraccio e puntandogli l’indice sullo sterno, assottigliando lo sguardo “Piuttosto, vedi di fare il bravo sai! Cerca di non far dannare troppo quella povera ragazza, è fin troppo per te!”
Zoro arrossì di botto “Cosa diavolo ne sai tu??” le chiese, gli occhi fuori dalle orbite.
Perona si mise le mani sui fianchi, furba. “Abbiamo chiacchierato un po’, stamattina… Horohorohoro!
Il ragazzo non riuscì a rispondere perché un calcio, lanciato a velocità sovraumana, si era schiantato sul suo cranio, appiattendolo al suolo.
Fintanto che il biondo cuoco percuoteva il povero spadaccino a terra, Franky affiancò l’ancora imperscrutabile ex flottaro e la ragazza fantasma, rimasta basita dall’arrivo improvviso di Sanji.
“Cosa credi di fare??” sbraitava truce, non smettendo di colpirlo “Ti approfitti anche della dolce Perona, adesso?? Non ti basta più la bellissima Nami-san?? La stai già tradendo?? Te le canto io, maledetto marimo frega dee!!!”
“Cosa diavolo hai detto??” Zoro si rialzò in un secondo praticamente illeso, spingendo via il compagno. “Cosa ne sai tu di Nami?” Poi squadrò sorpreso il resto di noi, compreso Rufy, richiamato dal fracasso. “Cosa accidenti sapete voi di questa storia??”
Franky fece spallucce, supportato dal sorrisone del capitano. “Lo sappiamo tutti cosa succede tra voi due…” asserì incrociando le enormi braccia.
Zoro arrossì fino alla punta dei capelli, indietreggiando suo malgrado.
Sanji si accese un’altra sigaretta, attirando l’attenzione di ognuno su di lui, prima di esalare un laconico “Credevi che ieri sera tutti avessimo deciso di passare la notte fuori, casualmente?”
Lo spadaccino ammutolì del tutto sconvolto, mentre Perona e Rufy ridevano sguaiati.
Mihawk scosse la testa sconsolato e a Franky parve di averlo sentito mormorare ‘e questo sarebbe quello che mi ha soffiato il titolo?’, prima di richiamare la ragazza fantasma in tono neutro, perché si preparasse alla partenza. Zoro si riscosse di botto.
La rosa annuì, girandosi a guardare i presenti e salutandoli. Scambiò un’ultima frettolosa stretta con quello che per due anni aveva considerato al pari di un fratello, sussurandogli dolce che non vedeva l’ora di diventare zia. Il verde sghignazzò, accettando ormai che i fatti suoi fossero di dominio pubblico.
Con uno sguardo serio ma carico di significato il suo vecchio maestro gli strinse la mano, prima di congedarsi dai presenti con un cenno e con la ragazza salire sulla loro imbarcazione. Zoro li salutò, mesto.
Il carpentiere sorrise intenerito, sembrava un giovane che si separava da padre e sorella.
Una voce richiamò Occhi di Falco, facendo voltare a sinistra tutti gli occupanti della banchina e il diretto interessato che alzò un sopracciglio.
Con un sorrisetto canzonatorio Shanks il rosso, accompagnato da Usop e Brook, aveva fatto la sua comparsa per salutare il vecchio amico.
“Chi si vede…” mormorò lo spadaccino tetro, guardando il nuovo venuto dal ponte della nave.
“Pensavi di scappare senza salutare, eh?” l’ex Imperatore si sporse dal molo per farsi sentire meglio, indicandolo “Ci si vede a Sabaody tra due settimane, al bar di Shakky! Non ti azzardare a darmi buca!”
Mihawk scosse la testa rassegnato, prima di fare un cenno di saluto generico e far salpare la nave, aiutato dalle sue scimmie. Perona si sbracciò contenta dalla balaustra finché non furono al largo.
Il rosso si concentrò sul resto del gruppetto, sfregandosi le mani. “Bene! Vogliamo andare, ragazzi? Ormai manca poco anche per noi!”
Rufy guardò Usop e Brook, curioso. “Ma che fate con Shanks, voi due?”
Il cecchino alzò le spalle. “Non arrivavate più! Nami stava dando di matto e siamo venuti a cercarvi.”
“E io mi sono unito a loro!” Shanks entusiasta sfondò una spalla ad Usop e Brook, con due sonore manate. I due cozzarono tra loro pronunciando lamenti doloranti.
“Yohohohohoh… auch… beh, è meglio andare adesso!” esalò lo scheletro tenendosi l’arto indolenzito.
Intorno a loro molte navi prendevano il largo placidamente.
Erano rimaste poche imbarcazioni ancora, una di queste era quella dei Rivoluzionari diretta a Marijoa, che avrebbe avuto un carico molto prezioso a bordo, lo stesso carico che ora stava consolando un Chopper in lacrime, attaccato alle sue gambe, con materne parole. Franky sorrise commosso, per l’ennesima volta in quella strana giornata.
Raggiunto l’ultimo natante della fila, la sua adorabile Sunny, prese nota della presenza di tutti i suoi Nakama sulla banchina ad attenderli e non solo.
Mentre Chopper era impegnato a riempire i pantaloni della loro archeologa di lacrime, Nami veniva stritolata da Laura in un abbraccio spaccaossa, al quale però la navigatrice rispondeva con altrettanta enfasi. Poco più in là Carrot aveva gettato le braccia al collo a Sanji e Brook, facendo venire un’epistassi ad entrambi, sotto lo sguardo divertito di Inazuma e Raizo della Nebbia.
Improvvisamente Franky avvertì una presenza accanto a sé che gli fece perdere il sorriso. Si voltò cauto, trovandosi davanti il faccione entusiasta di Laura. Per qualche motivo sentì un brivido corrergli lungo la colonna vertebrale, ma non era con Nami? prese ad indietreggiare, lentamente.
“Tu sei proprio il mio tipo!” esclamò la donnona rivolta a lui e il brivido si intensificò. “Dimmi… ti andrebbe di sposarmi?” Franky sudò freddo, perché gli pareva di aver già affrontato quella situazione?
“Eh… ti ringrazio per l’offerta ma credo non sia il caso!” riuscì a farfugliare, lei fece spallucce e inquadrò subito un altro possibile sposo in un bel marine, mollando il carpentiere lì da solo a tirare un sospiro di sollievo.
“Ehi, fratello!”
Franky si illuminò. “Ciao anche a te, sorella!” salutò garbato la bella ragazza che gli si avvicinava lentamente, al cui anulare brillava splendente la fede nuziale. “Dove hai lasciato tuo marito?”
Lei sorrise voltandosi, indicando con lo sguardo Sabo. Il biondo, stampella alla mano, abbracciava stretto Rufy piangendo a dirotto, mormorando frasi sconnesse tra loro, Franky avvertì distintamente un ‘sarebbe fiero di te’, seguito da ‘ci vediamo a Marijoa, vedi di non perderti’ e un ‘come diavolo ha fatto un babbeo come te a conquistare una come Nico Robin??’ Il carpentiere ghignò, intenerito.
“Sai, sono davvero contenta che sia tutto finito per il meglio!” sussurrò Koala non smettendo di guardare i due fratelli, ora entrambi in lacrime.
Franky annuì, si poteva andare molto peggio.
“Per merito vostro tutti noi siamo potuti approdare su Raftel!” continuò la castana “Se non fosse stato per l’indistruttibile Sunny che ci ha aperto la via, nessuno di noi sarebbe mai riuscito ad arrivare fin qui intero.” commentò, felice. Franky sospirò, era davvero orgoglioso della sua piccolina.
Lei si girò a guardarlo, una luce curiosa nello sguardo. “Come ci si sente ad aver realizzato il proprio sogno?”
Lui fece una smorfia. “Stanchi.” Ammise con una risata. “Ma anche suuuuuper felici!”
Koala sorrise, comprensiva, era lo stesso anche per lei.
“Non tutti abbiamo realizzato i nostri obiettivi.” proseguì il carpentiere. “Io sono stato fortunato.” abbracciò con gli occhi la sua nave, fiero. “Nami, Brook e Chopper scopriranno presto la gioia che si prova, come tutti noi.” concluse, con voce tremante e gli occhi lucidi. “Ma non sto assolutamente per piangere!” mormorò con voce stridula, palesemente falso, con tutte quelle emozioni non sapeva come avesse fatto a trattenersi finora. Koala lo fissò ridacchiando, passandogli un fazzoletto che accettò pur continuando ad affermare non fosse necessario e si soffiò il naso fragorosamente, sotto lo sguardo un po’ stomacato della ragazza. Al momento di restituirglielo, lei declinò gentilmente. “Oh no, tienilo pure! Ehm… vado a salutare Brook, a dopo!” esclamò frettolosa. Franky fece spallucce, mettendoselo in tasca.
Si avviò deciso verso il gruppetto dei Rivoluzionari, tutti intenti a ridere per i balletti comici di Rufy, Usop e Chopper. Dragon, poco lontano, parlava amabilmente con Shanks e Yasop che scuotevano la testa, loro malgrado divertiti dalla situazione.
Si trovò accanto alla mora archeologa della ciurma. Si sorrisero, guardando insieme quella scenetta spassosa. Robin batteva le mani a ritmo, ridendo contenta e Franky si sorprese a guardarla, con la coda dell’occhio. Realizzato il suo sogno, era cambiata in maniera impressionante! Era più rilassata, più felice, l’aveva perfino sentita fare una battuta! Sprigionava un’energia e una vitalità invidiabili.
Riportò lo sguardo sui suoi Nakama ancora impegnati a ballare, notando come gli occhi della bella mora puntassero solo su di una persona. Franky ghignò, sereno, alla fine non era merito solo della realizzazione del suo sogno se era rifiorita. Attirò la sua attenzione, toccandola con il braccio, lei tese l’orecchio in ascolto. “Quando Rufy verrà a Marijoa, conti di dirglielo apertamente?”
Lei sgranò gli occhi, arrossendo e il carpentiere rise, alla sua espressione imbarazzata.
Un rumore improvviso di ossa rotte attirò l’attenzione di entrambi facendoli voltare all’unisono verso destra. Sabo, imbufalito, aveva colpito Brook sulla testa con la sua stampella ed ora cercavano di trattenerlo in due dall’avventarsi sui poveri resti del musicista, franato a terra per il colpo che, incredibilmente, era riuscito a salvare la tazza di the che stava bevendo. Accanto a loro stava una Koala seccata che batteva un piede a terra, nervosamente. Franky andò a controllare il bernoccolo dell’amico tutt’ossa, formulando una muta richiesta di spiegazioni ai due compagni che bloccavano il Rivoluzionario.
Zoro scosse il capo ridacchiando, Sanji gli diede una risposta più chiara. “Brook ha chiesto a Koala il colore delle sue mutandine. Lei ha riso noncurante ma Sabo lo ha sentito...” mormorò, ridendo sotto i baffi.
Sabo riuscì a divincolarsi. “E per fortuna che ho sentito!! Quella è MIA mogl-” esclamò indicandola geloso prima di venire atterrato al suolo proprio da un pugno della dolce mogliettina.
“Sarò anche tua moglie ma sono ancora capace di difendermi da sola! E lui…” indicò Brook “…non era certo una minaccia! Piantala di fare il geloso quando non serve!” esclamò furibonda, mandando il povero Sabo  a far compagnia allo scheletro.
Robin le poggiò una mano sulla spalla, calmandola con un sorriso. Koala le mostrò i lucciconi agli occhi “Oh, amica mia!! Per fortuna che verrai anche tu con noi!! Mi dici come avrei potuto sopravvivere per anni con Rufy e Sabo, senza un po’ di supporto??”
“Ehi!!!” i diretti interessati risposero in simultanea, indignandosi.
Nico Robin e Franky si voltarono trovando al loro fianco il capitano, accorso dopo aver sentito il suo nome urlato dalla donna e Sabo, resuscitato, che squadrava torvo la compagna di vita.
Koala fece spallucce con una smorfia. “Dovete ammettere di essere entrambi piuttosto impegnativi!”
“Non è vero!!” esclamò Rufy, incrociando le braccia offeso.
“Ma se non hai neanche capito di cosa sta parlando…!” Nami arrivò in pompa magna, battendosi una mano sulla fronte esasperata.
Cappello di Paglia la guardò, dubbioso. “In effetti… di cos’è che stiamo parlando, esattamente?” chiese a nessuno in particolare, facendo ridere quasi tutti e stemperando un po’ l’agitazione.
Ormai il tempo era agli sgoccioli. Quasi tutte le navi erano partite ed il pomeriggio volgeva ormai al termine. Presto il sole sarebbe tramontato, lasciando spazio alla notte e il nuovo giorno sarebbe sorto su di un mondo nuovo e su di una ciurma, che avrebbe affrontato il viaggio insieme, per l’ultima volta.
Tutti avvertivano la tensione del momento, stemperandola a proprio modo.
Franky sogghignò, l’aria era carica di aspettativa e speranze.
Usop si appoggiò ad un suo robotico braccio, distogliendolo dai suoi pensieri e facendogli cenno con la testa verso una precisa direzione. Il carpentiere lo assecondò vedendo che Rufy aveva portato Robin in disparte, lontano dagli altri ma abbastanza vicino perché si riuscisse ancora a captare sprazzi della loro conversazione. Franky ed Usop concordarono quanto fosse brutto origliare e, sempre di comune accordo, decisero che l’avrebbero presa più come una forma di arte che come un mero atto di invasione della privacy, per cui fecero tanto d’orecchi, spostandosi e allungandosi a dismisura neanche avessero ingerito il frutto Gom-Gom, sotto lo sguardo basito di Chopper che li fissava curioso, mangiando una mela caramellata presa chissà dove. A pochi minuti dalla partenza Robin si era scoperta ancora un po’ titubante a lasciarli e, nervosa, si chiedeva se avesse preso la decisione giusta. Lui rideva scostandole i capelli dal viso, incoraggiandola a parole e con lo sguardo, prima di stringerla a sé promettendole che sarebbe arrivato presto a Marijoa, che le desse al massimo sei mesi. Lei rideva dicendogli quanto poco fosse fattibile fare tutto il viaggio in soli sei mesi mentre lui, mortalmente serio con il viso affondato tra i suoi capelli, la stringeva più forte chiedendole di fidarsi di lui, sarebbe arrivato su Marijoa in sei mesi a costo di arrivarci volando. Robin lasciò cadere una piccola lacrima, subito raccolta da una mano grande e forte. Si sorrisero, irrimediabilmente persi l’uno nell’altra. Franky ed Usop si scambiarono un’occhiata complice e intenerita. Avevano origliato abbastanza. Si allontanarono di qualche passo, senza farsi vedere, sempre con Chopper che trottorellava loro dietro.
Si avvicinarono al resto della ciurma, guarda caso Zoro e Sanji stavano litigando. Spada e gamba sguainata, erano già arrivati alle armi.
Tutti li lasciavano fare tenendosi a debita distanza, onde evitare di venire coinvolti, l’unica che ancora restava ostinatamente accanto a loro era Nami. Occhi assottigliati, braccia incrociate, un diavolo per capello grande quanto una portaerei, la navigatrice di Cappello di Paglia cercava di trattenersi dal fulminare entrambi con il suo bastone.
Nel frattempo i due sfidanti se ne dicevano di ogni.
“Non me ne frega niente di quello che pensano gli altri!” stava grugnendo Sanji, colpendolo di tacco con forza “Tu, in cabina con la dolce Nami-swan, non ci dormi!!”
“Guarda che nessuno qui ha detto questo!!” ululava Zoro, parando un colpo e tentando un affondo.
Franky, Usop e Chopper fecero tanto d’occhi nello scoprire il motivo di tanto astio.
“Yohohohohoh!!” si voltarono verso quella risata familiare, inquadrando Brook che rideva bevendo la tazza di the scampata ai colpi di Sabo.
Il cecchino parlò per tutti. “Stanno davvero combattendo perché Sanji non vuole che Nami e Zoro dormano nella stessa cabina?”
“Yohohohohoh! Già…” mormorò, pacato.
“Ma… ma chi gli ha messo in testa questa idea?” chiese ancora Usop, allibito.
“Yohohohohoh! Ha sentito Koala parlare con Nami della cabina che dovrà far ampliare, per poterci inserire un letto matrimoniale per sé e Sabo ora che sono sposati…” fece una pausa, per sorseggiare il suo the.
“E…?” lo incitò il cyborg, curioso.
Lo scheletro puntò lo sguardo sui due sfidanti. “Beh… Sanji ha dato di matto non appena l’ha sentita dire che per Nami sarà più semplice ampliare la stanza, avendo a bordo un carpentiere del tuo livello, Franky…!”
Tutti strabuzzarono gli occhi.
“Ovviamente, Nami ha negato fosse loro intenzione fare un passo del genere, per lo meno così presto. Ma Sanji si era già scagliato contro Zoro, inconsapevole di tutto dal momento che si era messo a fare un sonnellino mentre Koala parlava.” Concluse, sistemandosi la giacca.
Intanto il duello verbale e non, proseguiva. “Che diavolo hai nel cervello?? Né io, né Nami abbiamo mai detto di volerlo fare, quindi che problemi hai??” si animava lo spadaccino, cercando di deviare i colpi del compagno lontano dalla folla.
“Dovrai passare sul mio cadavere prima di azzardarti anche solo a pensare di poter dormire nello stesso letto della mia bellissima dea!!” continuava il cuoco, scagliando calci in ogni direzione nella speranza di colpirlo in un punto vitale.
“Punto primo…” dichiarò il verde iracondo, bloccando l’ennesimo tentativo del biondo con uno spintone abbastanza forte da gettarlo a terra e mettendosi davanti a lui, sovrastandolo. “…non credere che basti questo a fermare qualunque mia mossa!” esalò, indicandolo. “Avrei solo da guadagnarci con la tua morte!”
Sanji da terra, ringhiò roco.
“Punto secondo…” proseguì, guardandolo in cagnesco. “Quello che faccio o non faccio con la MIA ragazza è solo affare nostro! Non puoi più neanche lontanamente azzardarti a chiamarla TUA, dopo quello che abbiamo fatto ieri sera, capito??”
Un silenzio tombale seguì le parole del samurai che, accortosi troppo tardi dell’errore, diventò di una curiosa sfumatura bordeaux per la seconda volta quel pomeriggio.
“Credo…” mormorò Chopper, rompendo il silenzio e fissando ansioso i due “…di dover andare a prendere la mia borsa, scusate.”
Franky percepì il compagno allontanarsi, mentre anche Sanji riprendeva coscienza e si tuffava sull’amico/rivale al grido di ‘Dovevate solo dichiararvi!!! Marimo di merdaaaaaaa come hai osato deflorare la mia dea?!?!’ e puntando alla gola.
Il cyborg si grattò la testa, sconsolato. Tipico di Sanji pensare che non fosse successo altro, all’infuori di una appassionata dichiarazione d’amore…
“Che sta succedendo?” l’omone si voltò, Rufy e Robin erano stati richiamati dal fracasso. Al carpentiere non sfuggirono le loro mani vicine, ghignò nella loro direzione.
“Niente di che, tutto come al solito.” mormorò ai due compagni, mentre Usop e Brook ridacchiavano.
“Che ha Nami?” esalò l’archeologa, una punta di preoccupazione nella voce.
Tutti si girarono verso la navigatrice. Rossa in volto, occhi coperti dalla frangetta e col fiatone, stringeva convulsamente la sua arma tra le mani fino a farsi sbiancare le nocche. Intorno a lei una potente aura demoniaca nera si sprigionava nell’aria, inglobandola e accerchiandola, facendole fluttuare i lunghi capelli.
Col sennò di poi, Franky capì fosse un fenomeno esclusivamente dovuto all’elettricità statica derivante dal Clima Takt ma, sul momento, pareva posseduta e faceva davvero paura.
Sudando freddo vide Usop e Robin chiudere gli occhi di scatto, probabilmente immaginando cosa stesse per succedere, il carpentiere lo realizzò troppo tardi.
Un fulmine di immane potenza venne scagliato contro Zoro e Sanji, accecando tutti quelli che c’erano nei paraggi e alzando un vento tale che sollevò un polverone, mosse le fronde degli alberi e fece perfino agitare il mare e cozzare tra loro alcune navi.
Per svariati attimi si sentì solo un gran silenzio fatta eccezione per il rumore metallico di un bastone che veniva smontato e messo via, velocemente.
Franky rimase cieco per qualche secondo. Disorientato, sentì Usop correre via e solo dopo aver riacquisito a fatica la vista capì dove fosse andato. Con l’assistenza di Brook, si affrettava a porgere aiuto a due mucchietti di cenere che giacevano in mezzo alla banchina.
A Franky ci volle qualche attimo per capire che si trattava del Fratello Verde e del Fratello Biondo! Si precipitò anche lui con Robin e Rufy alle calcagna.
Zoro, vestiti carbonizzati e capelli fumanti, non sembrava stare troppo male se non contavano lo stato semi-svenuto con bruciature sparse per tutto il corpo.
Mentre Sanji… il carpentiere sospirò scuotendo il capo. Il cuoco, oltre all’assomigliare ad una bistecca al sangue e all’evidente mancanza di una scarpa stava fin troppo bene, ancora perfettamente in grado di emanare cuoricini dagli occhi alla vista dell’affettuoso aiuto che gli stava dando la mora archeologa.
Lui e Brook si scambiarono uno sguardo rassegnato, incredibilmente quei due se l’erano cavata anche quella volta.
La caciara aveva attirato tutto il Barto Club, i componenti della Red Force e l’intero gruppo di Rivoluzionari.
Chopper arrivò in gran carriera con la borsa del Pronto Soccorso, spingendo per riuscire a passare.
Profondamente contrariato fissava la rossa navigatrice avvicinarsi ai due moribondi, mentre estraeva tutto il necessario per una medicazione veloce. “Nami!! Ti avevo già detto che avevo poche medicine!! Perché li hai conciati così?? Mi tocca usare le ultime scorte di bende con loro adesso!!”
La ragazza fece una smorfia, arrabbiata. “Gli sta bene! Fortunati che non ho usato la potenza massima!” esclamò, posando le mani sui suoi fianchi.
Un movimento a terra attirò l’attenzione di tutti. Lo spadaccino si stava riprendendo e Rufy lo aiutò ad alzarsi. “Ti è andata bene, amico. Shishishishi!
“Già…” mormorò, prima di mettere a fuoco la donna che lo aveva quasi carbonizzato e fiondarsi su di lei, i denti a squalino e uno sguardo assassino. “CHE DIAVOLO TI È PRESO???? VOLEVI AMMAZZARMI???”
Lei lo affrontò a testa alta, puntandolo con l’indice. “Non ti ho fatto niente! E ringrazia perché avrei dovuto si, ammazzarti! Ma cosa ti viene in mente di dire?? Quelli sono fatti nostri!”
Zoro boccheggiò per un attimo, sapendo di essere in torto, prima di ribattere iroso. “NON È UN BUON MOTIVO PER FULMINARMI!”
“TE LO SEI MERITATO!!!” contrattaccò Nami, urlando per sovrastare la sua voce.
“MALEDETTA STREGA!!”
“IDIOTA DALLA TESTA VUOTA!!”
“Bene, direi che hanno fatto pace!” esclamò Rufy, sorridendo ai suoi compagni e dando le spalle ai due litiganti. Tutti i Mugi annuirono tranquilli sotto lo sguardo perplesso di Shanks, Bartolomeo, Sabo e il resto della folla. Un suono strascicato li fece guardare a terra. “Nami-swaaaaan ti difendo ioooooohhh oh oh…” biascicava mezzo morto Sanji, gli occhi a cuoricino e non perfettamente in grado di capire la situazione, con Chopper a tenerlo fermo per poterlo curare.
Usop sollevò un dito, esalando dubbioso. “Che dite? Ci prepariamo anche noi?”
Tutti i presenti si ricomposero sorridendo entusiasti e guardandosi l’un l’altro emozionati.
Era arrivato il momento.
 
 
 
 

 

 
 
Angolo Autrice:
Tremendo ritardo!! Lo so!! O.o  forse pensavate pure che non l’avrei più continuata… o magari non vi ricordavate neanche dell’esistenza della fic  ahahahahaha… eh… si… me lo meriterei.. u.u
Per quelli che ancora continueranno a leggere, grazie!!! Anche se avete a che fare con una ritardataria cronica…..
A presto.
Momoallaseconda
   
 
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