[Dedico questa storia a:
Alice, la mia pazza migliore amica,
"la mia persona"
o come la soprannomino io la mia Lottie.
Jo, colei che crede in me più di quanto non lo faccia io,
sempre pronta a spronarmi e a dirmi di non arrendermi.
Jessica, l'amica più vera e sincera,
la stessa con cui condivido LA coppia: Klaroline.
Lucrezia, un'amica che riesce a sorprendermi,
che mi regala più di quanto lei possa immaginare.]





 

 

Diggle stringeva a sé la moglie e con un dolce e delicato bacio poggiò le labbra sulle sue.
Erano due labbra sincere che si sfioravano raccontandosi la loro storia, i loro timori, il loro futuro, celando ogni cosa per l’eternità.
E mentre la circondava con le sue possenti braccia, un gridolino arrivò dall’altra stanza.
Il piccolo John si era svegliato e reclamava l’attenzione dei suoi genitori.
Così quando furono tutti e tre insieme, in quella stanza piena di magia e amore sapevano di essere a casa.
Ma non era il luogo a definire dove fosse casa, ma le persone con cui quel luogo veniva condiviso.
Il Natale aveva reso quella famiglia ancora più unita e, dopo gli ultimi avvenimenti, vedere il sorriso sui loro volti era quasi un miracolo.
Eppure nello sguardo di Lyla e Diggle si celava la tristezza, un vuoto misto all’infelicità di non poter condividere quel momento con i loro amici e anche se cercavano di nasconderlo, era visibile a chi riusciva a guardare in profondità.
«Buon Natale, amici miei» così, forse un po’ per magia, dissero la stessa frase nel medesimo istante. Nell’esatto momento in cui lo fecero, l’uno poggiò lo sguardo sull’altro e con gli occhi innamorati si sorrisero e si sussurrarono un “ti amo” ricco di dolcezza e intimità.