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Autore: Cristina1    05/01/2017    5 recensioni
Harry Potter e Ginny Weasley dopo la fine della guerra Magica, sono tornati insieme e si sono sposati, hanno due bambini e una vita tranquilla, tra famiglia, amici e lavoro.
Di certo il ragazzo non può immaginare che in realtà, la ragazza che credeva lo avesse amato fin dal primo giorno in cui si erano visti, nasconda un piccolo segreto.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Ginny Weasley, Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Draco/Ginny, Harry/Ginny, Ron/Hermione
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7, Dopo la II guerra magica/Pace
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NOTE: il tempo fa sempre rifermento al momento in cui Draco lascia casa di Ginny, quindi gli avvenimenti avvengono in parallelo.



CIRCA DUE MESI DOPO

Dovete riprovarci avete dei bambini” sentenziò Molly Weasley, guardando prima l’uno e poi l’altro seduti di fronte a braccia e gambe  incrociate talmente tanto strette che probabilmente ci avrebbero messo un po’ di tempo prima di riuscire a districarle.
Erano circondati da tutti i Weasley perché naturalmente come avveniva sempre in quella famiglia era diventata una questione di scopo comune, rimuginò Ginny irritata “non potete mollare senza averci almeno provato, lo dovete loro”.

Erano riusciti a tenerglielo nascosto per poco più di quarantotto ore ma alla fine aveva intuito che qualcosa non andasse e naturalmente si era rivolta direttamente al figlio che sapeva avrebbe ceduto più facilmente di tutti e come da previsione Ron era crollato senza troppi sforzi, ben contento di raccontare il grosso guaio in cui si era cacciata.
Perché ovviamente non può fare due passi senza quei due” pensò Ginny trattenendo a stento la rabbia, se non li avesse fatti andare a casa sua quella sera, il suo caro fratellino non avrebbe avuto un bel niente da spiattellare e le uniche persone a conoscenza della verità non avrebbero parlato neanche sotto tortura, a meno che naturalmente il marito non avesse deciso di rifugiarsi sotto le sottane della suocera cosa che comunque non avrebbe escluso a priori, pur sapendo che non era assolutamente da lui, alimentata dall’ira che si era impadronita di lei.
Da quel momento in poi Molly Weasley aveva fatto tutto quello che era in suo potere, arrivando persino a piangere durante una cena perché quella era stata la prima senza Harry da un tempo incalcolabile, e le ci era voluto poco più di un mese di pressioni e colpi più o meno bassi, ma che secondo lei erano giustificati dal fatto che servivano ad uno scopo superiore, affinché cedessero e acconsentissero a vedersi tutti insieme per discutere della situazione da persona mature.
Anche Harry, che aveva passato abbastanza tempo in quella famiglia, sapeva che tradotto voleva dire: un intervento comprensivo di ogni singolo componente della numerosa famiglia Weasley, nessuno escluso, perfino Charlie ce l’aveva fatta per l’occasione essendo in ferie forzate dalla Romania dopo un brutto incidente che lo aveva costretto a letto, e che non li avrebbero lasciati andare finché la Signora Weasley non avesse ottenuto quello che voleva.

Perché la famiglia era sacra per i Weasley, a volte fin troppo.

Peccato che mi sia ritrovato a sposare l’unica eccezione alla regola” pensò Harry decidendo volontariamente di ignorare la vocina che gli ricordava che Ginny era almeno un’ottima madre, seppur lasciando a desiderare come moglie, non le avrebbe dato alcun credito.

C’è questa cosa Babbana che ha suggerito Hermione” stava intanto continuando la madre riportandoli alla realtà pressante della cucina decisamente sovraffollata “chiamata terapia di coppia, potreste darci almeno un’occhiata prima di dire di no” buttò lì casualmente con fare incoraggiante, come se non sapessero esattamente che non avrebbe mai e poi mai gettato la spugna.
Hermione nel frattempo, che a quanto pareva non si era sottratta dal fare numerose ricerche perché certe cose non cambiavano davvero mai, stava facendo cadere sul tavolino nello spazio che li divideva, apparentemente dal nulla, un numero cospicuo di volantini evidentemente Babbani dato che le immagini di coppie sorridenti non muovevano neanche un muscolo.
“Mmm non so io potrei anche accettare per quanto mi riguarda” si finse pensieroso Harry, che nonostante la situazione, ostentò una calma che Ginna sapeva non appartenergli affatto.
In tutti gli anni che lo conosceva, ed erano veramente tanti, lo aveva visto sempre agire di istinto e poi riflettere, il vero Harry doveva star soffocando tentando di uscire “ma probabilmente la qui presente” e la indicò con un rapido gesto della mano “deve prima chiedere il consenso di Draco” ponendo molta enfasi sull’ultima parola e usando volontariamente il nome proprio solo con l’intento di farla irritare ancora di più.
Ma se l’ha mollata di nuovo” sbuffò Ron divertito al suo posto, rabbuiandosi alla gomitata che la moglie gli assesto dritta tra le costole “cosa c’è, è la verità?!” borbottò imbronciato.
Si dia il caso che…” Ginny si era già alzata in piedi per affrontarlo faccia a faccia al diavolo la terapia ma venne sovrastata dalla voce calma e conciliante del padre.
Ragazzi non siamo qui per litigare tra noi” gli ricordò e scoccò un’occhiata penetrante dietro le spesse lenti al figlio più piccolo, passando per Harry e poi per Ginny “ma per trovare un punto d’incontro”.
Io accetto se lei accetta” la sfidò il marito, ma la calma adesso celava goffamente la sua voglia di urlarle contro.
Ginny stava per raccogliere la sfida, pronta a consigliarli un posto adatto in cui secondo lei, lui e il fratello potevano ficcarsi quei volantini per quanto la riguardava quando il suo sguardo si posò sui bambini che giocavano in giardino, lanciando piccoli gnomi qua e là.
Era una mamma, come era potuta essere così egoista, aveva qualcuno di cui prendersi cura adesso e quello che voleva lei passava automaticamente in secondo piano.
Il loro benessere era la cosa fondamentale e se questo voleva dire dover sotterrare l’ascia di guerra per prima e almeno provare a sistemare le cose, non poteva tirarsi indietro senza aver almeno fatto un tentativo.
Va bene facciamolo” rispose arrendevolmente, registrando solo vagamente che tutti gli occhi dei presenti compresi quelli di Harry avevano preso a fissarla increduli, convinti che  non avrebbe mai e poi mai ceduto alle pressioni o che almeno ci sarebbe voluto molto di più per convincerla ad accettare, non abituati affatto a quell'atteggiamento vagamente sottomesso a discapito del suo fare ribelle che si era solo leggermente alleviato nel corso degli anni, continuando a fissare i figli, ripetendosi che aveva preso la scelta migliore.
 

 
6 MESI DOPO

Il fuoco scoppiettava pigro riscaldando la sala già più che piena, nonostante all’appello mancassero ancora Charlie e la famiglia di Percy, probabilmente bloccato a lavoro da qualche scartoffia come al solito.
Ogni volta la stessa storia” stava borbottando piano la signora Weasley mentre con un colpo di bacchetta chiamò a se un mestolo  che cominciò a ruotare pigro su un’enorme pentola che sobbolliva piano “sanno che devono venire a cena ma sono sempre in ritardo”.
Dai Molly saranno qui a breve ne sono certo” la rassicurò Arthur Weasley dalla sua poltrona “vieni a sederti qui con noi, ti stai perdendo il racconto di Ginny sulla prima notte dei bambini nella nuova casa”.
Rassegnata Molly li raggiunse, alzando gli occhi al cielo quando sentì Fleur che rompeva la quiete con una delle sue solite uscite infelici che ti facevano venire spontaneo chiederti come potesse mai pensare che sarebbe stata una cosa appropriata da dire “l’atro jiorno sono passata, devo dire che li sa sjegliere molto bene i Majimbianchini Ginny, molto molto carini” fu un’unica affermazione, detta probabilmente con l’intento di far sorridere magari, scatenando invece l’inizio della fine
Nah” rispose Ginny sporgendosi in avanti sul divano per afferrare il calce di vino che George le porgeva proprio i quel momento “non sono proprio i miei tipi” concluse decisamente imbarazzata non sapendo dove guardare.
 “A Ginny piacciono solo biondo platino” naturalmente Ron non poteva rimane fuori dall’equazione, a cui si aggiunse per concludere il tutto un lieve sbuffare di Harry al suo fianco che non fu abbastanza abile da mascherarlo in un colpo di tosse
Era la prima volta da quando avevano deciso di iniziare la terapia che il nome di Draco Malfoy aleggiava nell’aria.
Si guardarono tutti aspettandosi uno scoppio imminente invece dopo un lungo sospiro Ginny si alzò le mani a stringere il tavolino di legno di fronte a lei tanto forte che le nocche le divennero bianche e iniziò a parlare come una locomotiva, sembrava quasi non aver bisogno di riprendere fiato per respirare.
Io ci ho provato, ci ho provato davvero ma sono stanca….STANCA” alzò il tono all’improvviso tanto che i gemelli che le erano seduti vicino arretrarono inconsciamente “delle vostre occhiate continue, dei commenti sarcastici, delle frecciatine, delle battutine, di dover dar sempre credito a tutti di quello che faccio, di dove vado, di dove sono ventiquattrore su ventiquattro come fossi una fottuta criminale” si alzò in piedi e nonostante fosse minuta e non arrivasse neanche al metro e settanta, in quel momento sembrava almeno il doppio.
Molly Weasley si portò le mani alla bocca incredula, ma l’unica a muoversi gli altri continuavano a fissarla alcuni come se pensavano fosse completamente impazzita taluni con l’espressione rapita  “non ne posso più, al diavolo tu,  tu e tu” e indicò Harry, Ron e Hermione “al diavolo tutti, non ce la faccio più se non me ne vado impazzisco”.
Senza preavviso sfoderò la bacchetta e appellò a sé giacca e borsa “ sono arrivata talmente oltre il limite che non mi interessa potete anche disconoscermi, mi importa solamente dei miei bambini…puoi venire a prenderli domani mattina”.
Non si curò del fatto che Harry non avesse una casa in cui andare visto che avevano venduto la loro ed erano tornati a vivere insieme nella nuova villetta, che non aveva conosciuto purtroppo molti momenti felici ma solo recriminazioni e lacrime.
Poteva tornare e dormire sul divano, chiedere ospitalità a qualcuno, perfino arrivare fino a  Grimmauld Place se fosse dipeso da lei, l’unica cosa importante in quel momento era mettere più distanza possibile da chiunque si trovasse in quella casa… e anche dai ritardatari.
Chiamò i bambini che non provarono neanche a protestare una volta ascoltato il suo tono particolarmente serio, ignorando la madre che aveva preso a seguirla come un segugio tentando di farla rinsavire, parole sue, urlando quando aveva visto che continuava a fare finta di non sentirla e, prima che qualcuno potesse aiutare Molly Weasley a fermarla, approfittando del silenzio imbarazzato e sconcertato che era seguito, uscì nella notte e si Smaterializzò, tenedoli stretti.
 

 8 MESI DOPO

Signor Potter c’è qui sua moglie per lei” lo informò la voce robotica che sembrava uscire direttamente dalle pareti ma che in realtà apparteneva alla sua segretaria, seduta proprio fuori dalla porta dell’ufficio che divideva con Ron.
Nonostante fosse stato nominato Capo Auror poco tempo prima, aveva rifiutato categoricamente di lasciare quella scrivania e prendere posto in un ufficio freddo e vuoto da qualche parte sperduto agli ultimi piani.
Era sempre stato quasi una seconda casa per lui, beh forse in quel periodo si avvicinava ad una casa molto più di quella vera, almeno lì c’era tranquillità e i fantasmi dei litigi nel cuore nella notte trattenuti a stento per non svegliare i bambini non potevano perseguitarlo.
Che diavolo ci fa qui” borbottò l’amico al suo fianco, a giudicare dal tono già pronto a dar battaglia.
Non era sicuro di come doveva comportarsi davanti a quel fare protettivo ma sapeva che lo aveva reso terribilmente felice che Ron, nonostante fosse suo fratello, non gli aveva mai voltato le spalle neanche una volta.
Entrambi, sia lui che Hermione, erano sempre stati dalla sua parte fin dall’inizio.
Ok, forse non era giusto, ma a quanto pare tutti i Weasley lo avevano fatto in modo più o meno evidente, erano la famiglia di Ginny ma se avevano deciso di stare con lui voleva pur dire qualcosa dal suo punto di vista.
Dalla sera in cui aveva lasciato la casa che avevano comprato tendando un nuovo inizio che non era mai veramente cominciato, non le aveva più parlato personalmente, sapeva di doverlo fare dalla sera della scenata alla Tana, invece avevano resistito per poco più di quattro settimane non facendo altro che fingere che tutto fosse tornato normale per poi urlarsi contro praticamente, non appena Lily e James nè nessun altro non erano a portata di orecchie.
Tramite Molly avevano deciso che Harry avrebbe visto i bambini ogni sera in attesa di un accordo vero e proprio e sempre tramite la Signora Weasley avvenivano gli incontri dato che Harry cenava abitualmente alla Tana da anni, non era un grosso cambiamento, se non si contava che Ginny non c’era quasi mai.
Vedrai che la risolveremo, le passerà” gli ripeteva sempre Molly e lui non aveva proprio cuore di dirle che quella volta era finita per sempre ed era ora che tutti cominciassero a farsene una ragione.
Falla entrare” acconsentì apparentemente a nessuno in particolare, mentre con un’alzata di spalle rispose alla domanda di Ron “non ci resta che scoprirlo”.
 
 
Ginny ci aveva provato.
Aveva fatto del suo meglio, ma il suo meglio a quanto pare non era abbastanza.
Le avevano sempre insegnato che non c’era nulla di male nell’ ammettere una sconfitta e lei quella volta era pronta a dichiarare di essere stata messa completamente KO.
Non sapeva quello che avrebbe fatto, l’unica cosa certa nella sua vita in quel momento era che si riteneva una cattiva madre, una cattiva persona e una cattiva figlia, una cattiva sorella eppure si sentiva dannatamente leggera.
Come poteva qualcosa che l’avrebbe finalmente liberata essere anche tanto brutta.
Non sei una brutta persona” continuava a ripetersi, dicevano che se lo facevi abbastanza spesso alla fine arrivavi a crederci davvero “sei solo una brava ragazza a cui il destino aveva dato continuamente carte sbagliate”.
Si sentiva come se avesse voluto vincere una partita a scacchi usando come pedine le figurine delle Cioccorane, come avrebbe mai potuto vincere quella mano!.
Devi farlo per te stessa” una voce nuova, risoluta, si insinuò tra le altre nella sua testa mentre aspettava, rigirandosi una cartellina tra le mani, seduta fuori dall’ufficio del Capo Auror non che del suo ancora-per-poco marito e del fratello, in attesa di sapere se avrebbe avuto l’onore di essere ricevuta senza appuntamento, come le aveva fatto puntualmente notare acidamente quell’idiota della sua segretaria, non aveva mai potuto sopportarla e a quanto pare l’odio era reciproco.
 

Grazie Nancy” disse mentre si richiudeva la porta della collaboratrice alle spalle.
A volte essere un ex Mangiamorte poteva essere ancora una vera rottura.
Non tanto per i suoi colleghi, la maggior parte dopo le prime settimane di diffidenza avevano deciso che in fondo dietro quello spesso strato di strafottenza non fosse poi tanto male, altri erano arrivati a rispettarlo quanto meno per via del suo modo impeccabile di lavorare, a volte fin troppo professionale.
Certo c’era ancora chi non voleva proprio mollare l’osso, ma questi rappresentavano la minoranza e per lo più si limitavano a borbottare tra loro quando gli passava davanti ma non erano un grosso problema, fintantoché lo lasciassero in pace potevano fissare quanto volevano per come la vedeva lui.
Solo una volta un novellino che aveva bocciato all’esame pratico, quando era stato assegnato al reclutamento gli aveva urlato apertamente contro “ il mio Distillato di Morte Vivente è perfetto, non ha nulla che non va raccomandato Mangiamorte del cazzo”.
In quell’occasione si era limitato a fissarlo per un secondo, ben sapendo di avere tutti gli occhi puntati su di lui e che sull’aula era calato un silenzio di tomba rotto solo dal ribollire nei calderoni: con aria di sfida aveva bevuto un sorso della pozione.
Sguardi di panico erano corsi nella stanza, ma quando cinque minuti dopo era ancora vivo e vegeto, si erano limitati a tornare al proprio lavoro, il ragazzo era stato allontanato in malo modo con un bel Troll ricamato con la sua grafia precisa ed elegante sul suo curriculum e più nessuno si era azzardato a mettere in discussione il suo giudizio.
No, il problema rimaneva la burocrazia.
Gli mancavano ancora due mesi di Dipendenza prima di tornare un uomo libero a tutti gli effetti il che voleva dire essere costretto a compilare ogni volta moduli di richiesta infiniti per ordinare gli ingredienti presenti nell’elenco delle materie pericolose e  Nancy si era gentilmente offerta di farlo a suo nome in cambio doveva solamente sorvegliare il modo in cui venivano impiegate, cosa che faceva molto più che volentieri.
Probabilmente più che per gentilezza vera e propria si era proposta perché aveva una cotta ben poco nascosta per lui, ma Draco non si sentiva minimamente in colpa, infondo non le aveva mai fatto intendere che tra loro ci fosse più che semplice rispetto professionale, quindi dal suo punto di vista, non si poteva certo dire che la stesse usando.
Era carina, biondina, corpo minuto e un viso armonioso, se non avesse avuto altro per la testale avrebbe anche potuto chiederle di uscire in effetti e ci era andato vicino
molte volte, per poi desistere  nel momento in cui apriva la porta del suo ufficio.

Aveva troppe cose per la testa”

Tra le tante quella era la sua scusa preferita e ci aveva ricamato su anche degli alibi niente male per rendere il tutto più credibile anche con se stesso.
Innanzitutto doveva aiutare Pansy con la bambina, se non fosse che la vedeva dopo cena tre volte alla settimana, più quando faceva da baby-sitter il sabato sera così da ripagare gli amici permettendogli di avere ancora una vita di coppia.
Si sarebbe potuto di certo prendere una giornata libera.
Pansy non faceva che ripetergli che aveva bisogno di uscire, tra una sgridata e l’altra accusandolo di star già viziando la bambina che non aveva ancora quattro mesi e che di quel passo sarebbe diventata una piccola Draco Malfoy 2.0 e sarebbe stata tutta colpa sua.
Blaise a quanto pare lo trovava divertente anche dopo la centesima volta perché non la smetteva di ridacchiare alle loro spalle, mentre loro battibeccavano come una coppia di vecchie comari.
Poi c’era il centro di recupero che gli stava portando via un sacco di tempo per la realizzazione e ovviamente il suo lavoro; il quel periodo aveva ripreso a studiare assiduamente per ottenere quella promozione che era in pratica già sua, solo perché così nessuno avrebbe potuto mai mettere in dubbio che tutti i risultati che aveva ottenuto non se li fosse guadagnati dal primo all’ultimo.
Sarà per la prossima volta” si ripeteva quindi ogni volta quando, a letto nella sua stanza, circondato dal silenzio assordante che avvolgeva il Manor, di cui era l’unico ospite, non poteva evitare di ripensarci “domani aprirò la porta dell’ufficio di Nancy le chiederò di uscire e non me ne andrò finchè non l’avrò fatto!” risoluto.
 Ma quel silenzio non lasciava spazio alle menzogne.
La verità era che probabilmente fino a qualche settimana prima alla fine forse avrebbe anche potuto cedere, prima o poi sarebbe dovuto uscire con qualcuno e tanto valeva che fosse con una persona che pendeva dalle sue labbra, letteralmente, sarebbe stato più facile rompere il ghiaccio.
Se solo quella vecchia amica che pensava di aver ormai ucciso definitivamente non fosse tornata a fargli visita, purtroppo più viva che mai: la speranza, o forse era più giusto chiamarla pia illusione, no meglio ancora,candida ossessione.
Dannato articolo e dannato divorzio” si ritrovò a borbottare nel corridoio fortunatamente vuoto, l’ultima cosa di cui aveva bisogno era che qualcuno andasse in giro a dire che aveva cominciato a parlare da solo.
Basta tutto questo termina qui!” aggiunse convinto un po’ più forte, non avrebbe assecondando la propria follia per un secondo di più, stava diventando semplicemente ridicolo e i Malfoy sono persone concrete, come amava ripetere il padre, era arrivata l’ora di dargli ascolto, aveva procrastinato l’inevitabile fin troppo.
Fece dietro front e cominciò a ripercorrere i propri passi.
Al diavolo Ginevra Weasley, con quel suo caratterino spigoloso e per nulla arrendevole che gli piaceva tanto.
Al diavolo quei suoi capelli rossi che gli solleticavano il mento indipendentemente da che l’abbracciasse o che si fosse addormentata accanto a lui, quel modo, assolutamente irritante e allo stesso tempo fin troppo carino di arricciare il naso quando rifletteva intensamente; non avrebbe pensato più a quegli occhi nocciola o a quella bocca carnosa, morbida…
Basta, ci avevano provato…ci aveva riprovato, ma come gli ricordava la lettera che avrebbe dovuto bruciare una volta tornato a casa, si disse, ma che fino a quel giorno ogni tanto rileggeva ogni volta che gli venisse voglia di mandarle un qualche Gufo, lei non voleva più avere niente a che fare con lui era stata fin troppo chiara nel dirglielo e un divorzio non avrebbe mai cambiato nulla, infondo lei credeva che l’avesse dimenticata.
Nancy non poteva avere nessuna di quelle caratteristiche, arrendevole, era fin troppo evidente che avrebbe potuto piegarla al proprio volere molto facilmente ma restava comunque un buon partito e le avrebbe concesso almeno una possibilità.
Si accorse troppo tardi però di aver svoltato a destra almeno un corridoio prima, ritrovandosi nel padiglione AUROR da come lo informava la targhetta.
Accidenti!” tutti quei mesi passati sforzarsi di evitarlo, anche se questo voleva dire fare un giro più lungo e complicato per arrivare nel proprio ufficio avendo piazzato quei boriosi proprio al centro del Ministero praticamente, quando sarebbe bastato solo attraversarlo, e adesso eccolo lì, gentile concessione di Ginevra naturalmente.
Doveva andarsene adesso che era passato inosservato prima che qualcuno, e con quel qualcuno si riferiva particolarmente a Potter e la sua squadra del cuore, lo vedessero quello tra tutti non era proprio il giorno giusto per farsi affatturare, aveva altri programmi.
Ma poi la vide.
Si muoveva spedita puntano verso l’ascensore.
Solo che non poteva essere lei tutto quel tempo a pensarci aveva finito per impazzire sul serio.
Innanzitutto dei capelli inconfondibilmente rossi marchio di fabbrica 100% Weasley non c’era alcuna traccia erano diventati di una calda tonalità di biondo e poi erano terribilmente corti; ma soprattutto non doveva avere alcuna ragione al mondo per trovarsi lì, nessuno della sua famiglia lavorava su quel piano e con Potter e sui amici non correva buon sangue da quello che aveva letto….o forse sì! Non sarebbe stata certo la prima volta che la Skeeter inventasse qualcosa di sana pianta, eppure ne era stato assolutamente certo…non che gli importasse ovviamente.
Ma l’avrebbe riconosciuta anche tra altre mille.
Lo faccio solo per colmare la mia curiosità” ripeté alla parte razionale del proprio cervello che l’aveva sempre vinta non abituata a perdere, e che continuava a ripetergli che se Ginevra lo avesse saputo lo avrebbe ammazzato, forse accennando vagamente anche al fatto che la cosa che aveva in mente di  fare era su moltissimi livelli decisamente immorale “sono costretto, non è colpa mia…se ci fosse un altro modo non lo farei”.
Si nascose dietro una colonna accertandosi di essere ancora solo, ringraziando il cielo che avesse scelto l’aggeggio più lento tra tutti, cacciò la bacchetta e mormorò “Legilimens”.
Trovò subito quello che cercava senza particolare difficoltà, prima ancora che potesse anche solo accorgersi che ci fosse qualcosa di strano, meno che mai che non fosse più sola nella sua testa e per la prima volta in assoluto si ritrovò a dover ringraziare sua zia Bellatrix.

Le immagini si susseguirono rapide una cartella rinominata DOCUMENTI DIVORZIO stretta al petto mentre entrava nell’ufficio, la rabbia: avevano litigato di nuovo e tutti i suoi buoni propositi si infransero come una bolla.
 

Si avvicinò silenziosamente appoggiandosi alla colonna cogliendola di sorpresa a giudicare dal piccolo sussultò che seguì, a volte essere un Malfoy aveva dei vantaggi “come faccio a chiamarti pel di carota se ti sei tinta i capelli spiegamelo Weasley”.
Ti stai confondendo” replicò lei in tutta semplicità come se non fossero passati otto mesi dall’ultima volta che avevano avuto un incontro ravvicinato e non gli avesse mai detto chiaramente di uscire una volta per tutte dalla sua vita, accusandolo di averla solo usata; continuando però a fissare dritta davanti a lei in attesa che le porte si aprissero “quello è il modo in cui chiami mio fratello in intimità” e finalmente si voltò a guardarlo.
I capelli tagliati a caschetto le lasciavano scoperti parte degli zigomi, dovendo alzare leggermente la testa per poterlo guardare dritto negli occhi essendo almeno venti centimetri più bassa di lui e Draco dovette far richiamo a tutto il proprio autocontrollo per fermarsi dal poggiarci le mani sopra e saggiarne il profilo perfetto con le dita.
Sì, non avrebbe avuto difficoltà ad abituarsi a quel nuovo look.
Colpa mia” finse di scusarti “posso offrirti un tè per farmi perdonare…o una cioccorana calda magari” propose innocentemente ben sapendo quanto ne fosse golosa “conosco un posto qui vicino che ne fa di deliziose”.
Che sia la più buona che io abbia mai assaggiato” puntandogli un indice contro il petto a scandire la propria minaccia.
Parola di Serpeverde” portandosi una mano all’altezza del cuore e proprio in quel momento le porte sia aprirono davanti a loro “dopo di Lei” ed entrambi entrarono ridacchiando non riuscendo a trattenersi, dopo che Ginny gli ebbe assestato una gomitata ben piazzata all’altezza delle costole, Nancy non era mai stata tanto lontana dai suoi pensieri.
 
 
Per me da portar via” allo sguardo perplesso di Draco rispose sulla difensiva “vado di fretta devo andare a prendere i bambini da mia madre fa già troppe domande”.
Capisco” si limitò a mormorare Draco impassibile nascondendo la propria delusione, aveva sperato che avrebbero potuto parlare un po’.
So che non era quello che avevi immaginato ma non posso veramente tardare” al gesto di Draco, che alzò una mano per dirle che era tutto ok continuò “avrebbe fatto piacere anche me stare a sentire un po’ delle tue sciocchezze” sorrise incerta.
Draco sapeva che stava ripensando a quello che gli aveva detto, ma in quel momento, mai parole gli sembrarono più vuote e senza senso, era lì e aveva accettato di fare due passi con lui anche se solo per qualche minuto era quello che contava.
E poi, per una volta fece una cosa che non aveva mai fatto in vita sua, rischiò “allora ci vediamo al Thorne domani sera” era impossibile che non lo conoscesse, trovandosi nella via principale di Diagon Alley era una dei ristoranti più esclusivi del mondo magico.
Come?!”
Ma sembrava più curiosa che oltraggiata quindi Draco si convinse a continuare “alle otto in punto…ma che te lo dico a fare tanto sarai in ritardo” e si sporse verso i bicchieri che stavano fluttuando verso di loro da dietro il bancone.
Non mi sembra di aver detto di si” ma stava  sorridendo apertamente adesso, le guance di un leggero colorito roseo che sarebbero potute passare inosservate a chiunque ma non all’occhio esperto di Draco.
Non mi sembrava fosse una domanda” ghignò decisamente sollevato, il rischio era valso il risultato.
Ginny roteò gli occhi al cielo afferrando la cioccolata che gli stava tendendo aggiustandosi la borsa che era scesa sull’avambraccio “adesso devo proprio andare”, gustando un sorso della bevanda calda.
Puntuale” le urlò dietro Draco “e mettiti qualcosa di elegante non un solito vestito da contadinotta” pensò di aggiungere, anche se per quello che gli interessava in quel momento sarebbe potuta presentarsi anche in pigiama e comunque sarebbe andato bene.
D’accordo” rispose questa distrattamente alzando contemporaneamente in aria le mani, a mostrare due dita non particolarmente adatte ad un posto raffinato, “a domani” aggiunse prima di uscire definitivamente.
 

Draco si alzò rapido a scansarle la sedia “a quanto pare è davvero come andare su una scopa”, constatò sollevato, visto che le sue gambe si erano mosse in totale autonomia, mentre il suo cervello era ancora intento ad elaborare un’immagine perfetta e precisa di Ginevra nel suo vestito nero senza spalline, con una profonda e fantastica scollatura a cuore che lasciava intravedere la parte superiore dei seni e parte delle gambe, così da poterla rivedere tutte le volte che avesse voluto.
A quanto pare aveva preso tutta la faccenda del vestirsi eleganti molto sul serio.
Registrò solo vagamente il lieve pigolio di ringraziamento della ragazza e le numerose teste nel ristorante che ormai avevano preso a fissarli spudoratamente.
Non molto era cambiato durante i suoi anni di assenza, i ricchi credevano ancora che potersi permettere un posto del genere li autorizzasse automaticamente a poter fare tutto quello che volevano, ma per una volta in vita sua Draco non ci badò affatto, per quello che gli interessava in quel momento potevano anche continuare tutta la serata.
Alcuni intanto avevano preso a mormorare eccitati, probabilmente avendoli riconosciuti, non che lui fosse difficile da individuare con quei capelli biondo platino che gridavano Malfoy ad ogni passo, ma sperava almeno che il nuovo look di Ginny riuscisse a farli passare inosservati.
Non si era accorto intanto che la stava fissando ancora in piedi finché “ti siedi o hai deciso di giocarti la carta del tipo inquietante”.
Si sforzò di far defluire il sangue verso la parte giusta del proprio corpo in quel momento tentando di riprendere il controllo “mi chiedevo solo dove fosse finito il resto del vestito… ti hanno truffata quello è chiaramente solo mezzo Weasley” e si costrinse a sogghignare mentre riprendeva il proprio posto.
Sei per caso geloso Malfoy?” si limitò a rispondere Ginny visibilmente compiaciuta.
In realtà mi preoccupavo più della tua immensa ingenuità” tentò ben sapendo che il lieve rossore che sentì affiorare sulle proprie guance pallide, risaltava traditore, non rendendolo per nulla credibile.
Sfogliarono pigramente il menù che Draco aveva imparato a memoria e alla fine si ritrovarono a scegliere piatti che non aveva mai ordinato prima dal nome impronunciabile “non cominciare Malfoy non prenderai le solite cose noiose, stasera proviamo qualcosa di nuovo!” gli aveva sorriso in quel suo modo disarmante che tanto amava e odiava in egual misura  “quando mi ricapita di avere un tavolo riservato in un posto come questo senza mesi di fila”.
A nulla erano valse le sue proteste, o quanto avesse elogiato il salmone con tutte le proprie forze, tanto che Ginny arrivò a chiedergli sè se ne fosse per caso innamorato, o le promesse di riportarcela ogni volta che avesse voluto.
A quell’ ultima affermazione era seguito un momento di imbarazzato dovuto alle conclusioni implicite nella stessa e alla fine Draco aveva ceduto per cambiare rapidamente discorso più che per sfinimento, entrambi sapevano di essere talmente testardi da poter andare avanti per ore… non che la cosa non fosse mai successa prima.
Dopo che la piuma prendi appunti ebbe preso il loro ordine per un po’ rimasero in silenzio, non aveva pensato che sarebbe potuto succedere, infondo si conoscevano da anni e non era certo la prima volta che si ritrovavano l’uno con la sola compagnia dell’altro, anzi quello era l’unico modo che avevano conosciuto da sempre, la necessità di nascondersi da qualcuno o qualcosa.
Ma quella era una situazione del tutto diversa da qualunque altra avessero mai vissuto: non erano più amici che facevano compiti insieme o si divertivano a spettegolare delle ultime novità  dietro le spesse mura sicure del castello; neanche più ragazzini che non importava cosa facessero o quanto litigassero finivano sempre per fare sesso da qualche parte; non c’erano più sbarre invisibili tra loro, una pronta a tornare alla propria libertà, alla quotidianità, l’altro in una vera cella dopo un’ora.
Cosa si dicevano due persone che hanno condiviso tanto al loro primo e vero appuntamento.
A quanto pare almeno Ginevra non aveva perso la facoltà di sapergli leggere nel pensiero senza bisogno dell’Occlumanzia “credo che dobbiamo ricominciare dall’inizio” propose come se avesse esposto i suoi dubbi ad alta voce.
Cosa intendi?” senza perdere del tempo inutile a far finta di non sapere a cosa si stesse riferendo.
Per tutta risposta questa allungò una mano piccola e curata sul tavolino “ Io sono Ginevra…Ginevra Weasley, ma tu puoi chiamarmi Ginny se vuoi”.
Draco si sorprese a ritrovarsi ad accettarla senza dubbi per qualche secondo più del dovuto, la senti calda e morbida stringersi intorno alle sue dita fredde e lunghe. Per qualche strana ragione l’idea di ricominciare da capo non gli dispiaceva affatto, anzi la trovava piacevolmente confortante.
Voleva dire che gli  stava offrendo un altro foglio bianco su cui poter riscrivere qualcosa insieme pur conoscendo tutte le cose belle ma soprattutto le implicazioni negative che lo riguardavano e le nuove a cui sarebbero andanti incontro.
Intanto stava continuando e Draco riportò la sua attenzione sulla figura minuta di fronte a lui, non lasciando ancora la stretta “ solo per qualche altro secondo si disse e poi lascio andare”.
Ho due figli e un ormai quasi ex marito… io… ho fatto un vero casino” finì non dando segno di volersi comunque scostare passando delicatamente, anzi, un pollice sul dorso della mano pallida .
Io sono Malfoy, Draco Malfoy… e sono un vero casino”.
Allora credo proprio che andremo d’accordo tu ed io” rispose sorridendo e finalmente Draco lasciò andare convinto che non si sarebbe voltata per andarsene di nuovo proprio da sotto il suo naso anche quella volta. Prese il bicchiere del vino e lo sollevò “a noi che possiamo essere un totale casino insieme” e si portò il bicchiere alle labbra rosse, arricciate in un ghigno che Draco trovò particolarmente familiare, tanto era uguale a quello che di solito copriva le proprie, e stranamente eccitante
Non aveva mai trovato brindisi più azzeccato, mentre a sua volta gustava un sorso di quel costoso vino rosso non sentendone però affatto il sapore, troppo occupato sogghignare a sua volta in risposta allo sguardo malizioso che ancora ricopriva il viso di Ginny “sembra interessante…non vedo l’ora”.
 

 
Dov’è papà?” chiese la bambina preoccupata, scansandosi distrattamente i capelli biondi che le erano finiti sugli occhi mentre attraversava la barriera, continuando a spingere contemporaneamente con l’altra il pesante carrello e suo fratello che ci si era seduto sopra, una volta che anche sua madre e papà numero2 comparvero al suo fianco
“Non preoccuparti Lily sai che non se lo perderebbe per nulla al mondo” la rassicurò Ginny sospirando leggermente per la fatica “ha detto che ci saremmo visti verso la coda del binario quindi dobbiamo camminare” non sembrava particolarmente felice della cosa.
Accelerò il passo distanziando i genitori cercando di scorgere la figura del padre tra le tante che si trovavano alla piattaforma, già che c’era decise di tendere l’occhio anche per sua zia Hermione o per zio Ron.
Quasi certamente avrebbero accompagnato il padre, forse aveva ancora undici anni ma poteva percepire chiaramente che non si trovasse particolarmente a suo agio a stare da solo con sua madre e il suo patrigno e che di solito, con una scusa o con un’altra, c’era quasi sempre qualcun altro della famiglia.
Lily aspetta” sentì sua madre che la richiamava preoccupata.
Scusa mamma mi scordo sempre che non puoi correre
Come puoi dimenticartene” le chiese Draco divertito una volta che gli ebbero raggiunti “è praticamente un pallone” facendo ridere lei e James di gusto, e anche se sua madre si scansò quando si allungò per posarle un bacio sulle labbra Lily sapeva che non era veramente arrabbiata.
Veramente molto esilarante Malfoy… talmente tanto che mi sono scordata di ridere”.
 
Harry Potter osservava la scena da lontano, Ginny aveva detto qualcosa e stava tentando di colpire, invano Malfoy, mentre i bambini erano arrivati ormai alle lacrime e una fitta di gelosia lo invase.
Tutto bene Harry?” chiese Hermione preoccupata al suo fianco e per una volta Harry si ritrovò a sperare che l’amica non lo conoscesse così bene limitandosi ad annuire.
Quasi sei anni erano ormai passati dal suo divorzio e tre da quando, malgrado continuasse ad avere praticamente la maggior parte della propria famiglia contro, la ex signora Potter era diventata la signora Weasley-Malfoy e stavano anche per avere un (altro) bambino.
Eppure nonostante Harry potesse vedere i figli praticamente quasi ogni giorno e aveva cominciato da poco ad uscire con una collega, in nessun modo per quanto ci provasse, riusciva a liberarsi dal pensiero di essere stato derubato, che fosse tutto un sogno e quando si fosse svegliato avrebbe avuto ancora la sua famiglia con sè.
   
 
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