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Autore: xlambertx    05/01/2017    0 recensioni
"Lui era l'angelo più bello di tutti, ma si sa: la bellezza suscita invidia"
Genere: Angst, Fantasy, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Liam Payne, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Quando uscii dalla stanza buia di Zayn lo cercai con lo sguardo. Non sapevo perché avesse compiuto quel gesto ma sapevo che mi era piaciuto. Insomma, il tutto era tremendamente sbagliato, visto che quel ragazzo mi odiava, e a malincuore dovetti ammettere che forse ero stato un pelino cattivo. E poi insomma, io non sapevo di essere gay. Ero profondamente convinto del mio orientamento sessuale, specialmente in quel periodo. Ero stato io, dopotutto, a offrirgli un biglietto diretto per l'ospedale. Anche per quello psichiatrico. E tutto ciò solo perché non mi piaceva il fatto che gli piacessero i ragazzi. Forse, ripensandoci ora, ero semplicemente geloso della libertà con cui si muoveva nel mondo, completamente a suo agio con sé stesso. Comunque, sto divagando. Lo cercai con lo sguardo. Lo feci scorrere per tutta la stanza, fino a intravedere la silhouette snella e tonica seduta sul divano, rigorosamente bianco. La mano, che prima mi aveva toccato con tanta delicatezza, giaceva ora abbandonata sulla spalliera. Quella che mi aveva afferrato il volto ora impugnava un telecomando, probabilmente l'unico oggetto nero in tutta la casa. Mi appoggiai su quello che sarebbe dovuto essere lo stipite di una porta, se solo ci fosse stata la porta, e lo fissai. La luce lo circondava, esaltando la sua innata bellezza, ma la cosa più luminosa della stanza era proprio lui. Notai, con piacere, che si era cambiato. Ora indossava solo un pantaloncino da basket nero ed era a petto nudo. Eppure splendeva nella sua semplicità. Riluceva di quel fascino che solo le cose belle hanno. Solo le persone belle. Quel tipo di fascino che ti costringe a voltare la testa per strada e rimanere a fissare imbambolato le persone che lo possiedono. Quel tipo di fascino che hanno le persone inconsapevoli di averlo. Le persone che ridono spensierate, pensando di non piacere. Quelle che scherzano, convinte che nessuno riderà mai alle loro battute. Quelle che amano, sicure che non arriverà mai il loro turno di essere felici. E sì, ammetto di essere rimasto a fissarlo per un bel po', prima che si accorgesse della mia presenza. Quando voltò la testa mi affrettai a riprendere una posizione austera, e, con voce grossa, a dire "Quello che hai visto è stato solo un momento di défaillance, probabilmente dovuto allo stress accumulato nelle ultime ore. Non capiterà più, stanne certo". Il sorriso sul suo volto si spense, lasciando il posto ad un'espressione vagamente scocciata, che però poteva anche essere interpretata come semplicemente stanca. Era stanco delle mie scuse, probabilmente. Stufo marcio dell'atteggiamento di superiorità che mi ostinavo ad assumere. "Sì, va bene. Liam il Perfetto non può ammettere di essere stato debole, dopotutto" disse, chiaramente sarcastico. Roteai gli occhi e andai a sedermi vicino a lui. "Sei stato tu a baciarmi" dissi, omettendo la domanda di cui veramente desideravo la risposta. Perché l'aveva fatto? Invece di accontentarmi voltò la testa, squadrandomi. I miei occhi erano puntati nei suoi. Catturati, incollati alle sue iridi. "Tu mi odi" soffiai, continuando a fissare i suoi occhi. Attratto da essi come lo è la Terra dal Sole. "Tu mi odi, persino io mi odio, eppure mi hai baciato" ripetei, avvicinandomi. Gravitando verso di lui, perché, anche se non ne ero ancora cosciente, lui sarebbe effettivamente diventato il mio sole. "Perché mi hai baciato?" dissi ancora una volta. Lui non rispose, semplicemente continuò a fissarmi. Io feci lo stesso. Rimanemmo così per un'infinità di tempo, fino a quando lui non girò la testa, tornando a guardare la televisione, che era rimasta accesa. "Okay, bene, non rispondermi. Molto maturo, davvero." lo stuzzicai, tentando, invano, di ottenere una reazione. "Sai cosa c'è?" sbottai. Si girò, ancora una volta, verso di me, inarcando un sopracciglio, ma mantenendo intatto il suo religioso silenzio. "Milioni di persone vorrebbero baciarmi. Milioni di persone si sentirebbero estremamente onorate se solo gli dedicassi un minimo di attenzione, figuriamoci se le baciassi. Milioni di ragazze sverrebbero al solo ricevere un mio cenno, e tu, insulso ragazzino, hai deciso di prendere liberamente possesso del mio corpo, toccandolo e usufruendone a tuo piacimento, senza il mio permesso." alla fine del mio discorso la smorfia sul suo viso poteva significare solo due cose. O stava per vomitare, oppure si stava trattenendo dallo scoppiarmi a ridere in faccia. Non sapevo davvero quale delle alternative fosse la migliore. Gli scappò un risolino, seguito poi da un "Se sono così tanti a voler stare con te allora perché sei qui da solo?" Da solo? Io non ero solo. Giusto? "Non sono solo" borbottai alzandomi. Mi diressi deciso verso la porta d'ingresso e la aprii. "Non sono solo!" gridai, prima di chiudermela alle spalle. "Non sono solo" ripetei, come fosse un mantra. "Non sono solo" dissi, entrando in un bar. "Non sono solo" sospirai, prima di ordinare l'ennesima vodka liscia. "Non sono solo" proclamai felicemente, ubriaco fradicio, ballando con una biondina che indossava un vestitino rosso succinto e si strusciava su di me in una discoteca fuori Bradford. "Non sono solo" ripetei, quando mi trascinò ferocemente in un bagno. "Non sono solo" strascicai, mentre lei si affrettava a togliermi i vestiti, dopo aver gettato sul pavimento lurido il minuscolo pezzo di stoffa che indossava. "Non sono solo" urlai, lasciando che prendesse lei in mano la situazione. "Non sono solo" le dissi ancora una volta mentre si rivestiva. "Non sono solo" sussurrai, constatando felice che mi aveva lasciato scritto il suo numero di telefono e il suo nome. "Non sono solo" ripetei, stavolta a me stesso, cercando il cellulare per chiamare Zayn e rinfacciarglielo, dimenticando che non avevo il suo numero. "Hey, non sono solo" biascicai, al telefono spento, scivolando lentamente sul pavimento del bagno. Se non ero solo, perché mi sentivo così vuoto?
   
 
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