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Autore: wingedangel    06/01/2017    1 recensioni
Evelyn è una semplice ragazza diciassettenne con una vita già abbastanza complicata. Ha perso la madre, vive con il fratellino Ryan e suo padre, che da quando la moglie è morta ha perso ogni voglia di vivere. Costretta a lavorare nei pomeriggi dopo la scuola per portare qualche soldo in più in casa, non ha bisogno di altri problemi nella sua vita. Ma questo è solo l'inizio...
Ora, ricordate Eva? Quella del serpente per intenderci. Bene, Evelyn la detesta. Ma non sa che quella storia la riguarda molto da vicino. Non sa di essere la reincarnazione di Eva. Non sa che al suo diciottesimo compleanno dovrà compiere una scelta. Non sa che il suo migliore amico è in realtà l'Arcangelo Michele inviato da Dio per proteggerla. Non sa che i demoni sono determinati a tentarla, o in alternativa ucciderla. Non sa che fare la scelta giusta non sarà semplice come sembra. Non sa di avere il destino dell'umanità sulle sue spalle.
Non sa nulla, ma sta per scoprirlo.
Genere: Fantasy, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo Cinque
 

Il giorno successivo la prof di chimica aveva già corretto i compiti, e com'era prevedibile non mi era andata per niente bene, così, quando al suono della ricreazione uscii dall'aula ero parecchio nervosa. Mi diressi in bagno, maledicendo la chimica, quelle stupide reazioni e pure la prof. Avanzavo a passo spedito senza badare molto a dove andavo, finendo immancabilmente dritta addosso a qualcuno.

«E levati, no?» sbottai nervosa prima di alzare lo sguardo.

Appena notai chi mi trovavo davanti mi portai istintivamente la mano alla bocca, pentendomi di quello che avevo appena detto. Bryan mi fissava perplesso.

«Veramente sei tu che mi sei venuta addosso come un caterpillar. Ma l'altro giorno io ho spintonato te, quindi direi che siamo pari.»

«Oddio, scusa! Non volevo essere così cafona. È che ero nervosa e...»

«Perchè? Che è successo?» mi chiese.

«Niente, ho solo preso l'ennesima insufficienza in chimica. Ma avrei dovuto aspettarmelo, la chimica mi odia.»

«Beh se vuoi posso darti una mano, io me la cavo abbastanza con la chimica.»

Lo guardai interrogativa. Si stava veramente offrendo di darmi ripetizioni? E io cosa avrei dovuto rispondergli? Era una buona scelta accettare? Mi tornarono in mente le reazioni ostili che Michele aveva sempre nei suoi confronti, ma Bryan non mi aveva mai dato l'impressione di non essere un ragazzo affidabile. In fin dei conti se con Michele non avevo speranze, magari con Bryan avrebbe potuto funzionare. Ma che andavo a pensare! Si trattava di ripassare chimica, mica di uscire insieme!

«Ehm... Evelyn? Ci sei? Allora le vuoi le ripetizioni o no?»

«Si, certo! Grazie!»

«Perfetto! Quando ci vediamo?»

«Se per te non è un problema io oggi non lavoro, potremmo vederci da me alle due e mezza.» Proposi.

Sapevo che probabilmente non era una buona idea invitarlo da me quando mio padre non c'era, ma sarebbe tornato dopo le sei, non potevo chiedere a Bryan di passare così tardi. Probabilmente se mio padre l'avesse scoperto si sarebbe arrabbiato, ma in fin dei conti non avevo intenzione di fare niente di male con Bryan, avremmo solo studiato, nulla di più.

«Affare fatto! Mi lasci il tuo numero così ci sentiamo in caso di imprevisti?» disse, porgendomi il suo cellulare.

Lo afferrai e digitai il mio numero di telefono. Lui mi squillò, per farmi avere il suo.

«Ok, allora più tardi ti mando il mio indirizzo...»

«Lyn! Che stai facendo?» mi chiese Michele, raggiungendomi.

Il tono della sua voce era arrabbiato, ma che gli prendeva? Era stato lui a mettere in chiaro che eravamo solo amici, allora perchè si arrabbiava ogni volta che mi vedeva parlare con Bryan? Avevo tutto il diritto di parlare con altri ragazzi, visto che per lui ero solo una semplice amica. Non avrei passato la mia vita ad aspettare un ragazzo che non avrei mai potuto avere, e se a Michele questo non andava bene toccava a lui farsi avanti.

«Sto parlando con Bryan, perchè?»

«Torniamo in classe, la ricreazione è quasi finita.»

Mi prese per mano e mi trascinò verso la nostra classe. Mi sembrava di rivivere la stessa scena del giorno in cui Bryan si era trasferito in questa scuola. Ma che diavolo gli prendeva? Perchè ce l'aveva tanto con Bryan? Non aveva fatto nulla di male per meritarsi un trattamento simile. Strattonai il braccio e mi liberai.

«Ma che diavolo ti prende, si può sapere? Non sei il mio ragazzo e non hai alcun diritto di decidere con chi io possa parlare o meno! Bryan è un bravo ragazzo, e non permetterò che tu mi impedisca di vederlo!» sbottai.

«Bryan non è quello che sembra, Lyn!»

«E tu che vuoi saperne?»

Me ne tornai in classe rabbiosa senza aspettare la sua risposta. Mi dispiaceva di aver litigato con Michele, ma non sopportavo che mi si dicesse che cosa potevo o non potevo fare, e lui lo sapeva bene.

Alla fine delle lezioni Michele mi riaccompagnò a casa, durante il tragitto in macchina non dissi una parola. Non sopportavo il modo in cui continuava a comportarsi ogni volta che mi trovava insieme a Bryan. Non era mio padre nè il mio ragazzo, non aveva alcun diritto di decidere chi potevo frequentare o meno, volevo essere libera di fare le mie scelte, anche se alla fine mi avrebbero fatto soffrire, mi avrebbero aiutato a crescere. Non ero più una bambina; certo, non ero nemmeno una donna, ma ero stufa che fossero gli altri a decidere per me, volevo essere io a scegliere che direzione far prendere alla mia vita, perchè per Michele era così difficile accettarlo?

Appena Michele fermò la macchina di fronte a casa mia io aprii la portiera, pronta ad entrare in casa senza nemmeno salutarlo.

«Aspetta Ev...» gli lanciai un occhiata gelida prima che riuscisse a finire quel nome «Scusa... Lyn»

«Che vuoi?»

«Non voglio litigare con te...»

«Allora piantala di dirmi quello che devo fare!» lo interruppi.

«Lasciami finire Lyn. Mi rendo conto che il mio comportamento ti infastidisce, è solo che non riesco proprio a fidarmi di quel Bryan. Ti ho vista soffrire per Jason, non voglio che capiti di nuovo.»

Non immaginavo che fosse questo il motivo del suo comportamento. Jason era il mio ex, eravamo stati insieme per poco più di un anno, ma poi lo avevo trovato a letto con un'altra e tra noi era finita. Ovviamente poi Jason aveva provato a farsi perdonare e a tornare con me, ma non gli avevo dato corda, così ora, quando mi capita di vederlo attraversare i corridoi della scuola, ci limitiamo ad ignorarci reciprocamente. Michele mi era stato accanto mentre soffrivo come un cane per quell'idiota, mi aveva aiutata ad andare avanti senza perdere completamente la fiducia nel genere maschile. Fu proprio dopo la rottura con Jason che mi innamorai di Michele, e ora erano due anni che nascondevo i miei veri sentimenti verso di lui.

«Lo posso capire, ma non posso smettere di fidarmi a priori di chiunque, altrimenti come potrò trovare chi è destinato a rendermi felice? Magari non è Bryan, ma se lo fosse? Non ha fatto nulla di male per perdere la mia fiducia, se accadrà spero che tu mi sarai accanto, ma voglio essere libera di poter fare le mie scelte senza dovermi ritrovare a litigare con te per questo.»

Michele mi fissò per un lungo istante, probabilmente rifletteva sulle mie parole, poi sospirò.

«Lo capisco, e nemmeno io voglio litigare con te, ma... ok, no, scusami. Cercherò di controllarmi.» ammise.

Annuii poi scesi dalla macchina ed entrai in casa per prepararmi il pranzo.

Avevo appena finito di lavare i piatti quando sentii suonare il campanello. Bryan era arrivato. Mi diedi una rapida sistemata ed andai ad aprire.

«Ciao» disse lui.

Lo accompagnai in soggiorno ed estrassi il libro di chimica dallo zaino mentre lui si guardava intorno.

«Sei sola?» chiese stupito.

«Si, mio padre è a lavoro, e il mio fratellino è all'asilo.»

«Quindi i tuoi sono d'accordo? Non è un problema se inviti un ragazzo a casa tua? I miei pretenderebbero come minimo di essere sempre presenti.» ridacchiò.

«In effetti mio padre non sa che sei qui, ma dobbiamo solo studiare. La chimica mi odia troppo per permetterci di trovare il tempo di fare altro. Ti avviso, sarà dura farmi capire qualcosa, ma apprezzo la tua disponibilità a fare un tentativo.»

Avevo iniziato a parlare a macchinetta, nervosa. Sapevo che avremmo solo studiato, ma Bryan restava un gran bel ragazzo, e sembrava un'ottima alternativa a Michele, perciò essere sola con lui a casa mia mi metteva leggermente a disagio.

«Ma tua madre lo sa?» chiese lui.

Esitai, abbassando lo sguardo.

«Mia madre è morta cinque anni fa.»

Non vidi la sua reazione, il mio sguardo restava fisso sulle mie ginocchia, ma seguì un breve silenzio imbarazzato, probabilmente si sentiva in colpa per avermi posto quella domanda.

«Oddio, scusami. Non lo sapevo. Com'è successo? Se non sono indiscreto, naturalmente.»

«È morta di parto. Il mio fratellino ce l'ha fatta, lei no.» confessai, triste.

Una lacrima mi scivolò sul viso prima che potessi rendermene conto. Bryan me la asciugò con un dito e mi abbracciò.

«Scusa.» dissi, imbarazzata per aver pianto di fronte a lui.

«E di che? Scusami tu piuttosto, sono stato indiscreto.»

«No, non è un problema, davvero. Sono passati cinque anni ormai, ho imparato ad accettarlo, anche se mi manca ancora molto.»

Lui mi abbracciò. Stretta tra le sue braccia provavo una strana sensazione, da un lato stavo bene e mi sentivo al sicuro, dall'altro mi tornavano in mente tutti gli avvertimenti di Michele e provavo il desiderio di allontanarmi da lui. Ma che mi stava succedendo? Dovevo smetterla di pensare continuamente a Michele. Lui non avrebbe mai avuto quel tipo di interesse nei miei confronti, dovevo togliermelo dalla testa, non potevo permettere che pensare a lui rovinasse ciò che avrebbe potuto diventare qualcosa di bello.

«Stai meglio?» mi chiese Bryan.

Io annuii, mentre lui scoglieva l'abbraccio, evidentemente imbarazzato. Per quanto stessi bene tra le sue braccia capivo il suo imbarazzo, non potevamo ancora definirci amici, eravamo poco più che semplici conoscenti, probabilmente aveva paura di spingersi troppo oltre, o di fare la mossa sbagliata. Mi fece tenerezza questo suo atteggiamento un po' insicuro. Certo, non deponeva a favore della versione 'principe azzurro senza paura' che inconsciamente mi ero fatta di lui, ma in fin dei conti era una situazione nuova per entrambi, e siccome non sapevamo nulla l'uno dell'altro era naturale che avessimo un po' paura della reazione dell'altro alle nostre azioni.

«Si, grazie, ora sto meglio. Dai, mettiamoci a studiare, altrimenti non finiamo più.» dissi, aprendo il libro.

«Va bene. Quale argomento non hai capito?»

«Più o meno tutti, ma attualmente sono in guerra con i bilanciamenti.»

«Nulla di più semplice!» esclamò lui.

Gli lanciai un'occhiataccia.

«Parla per te! La chimica è il mio incubo!»

«Beh, sei fortunata! Sono un ottimo insegnante, lo sai?»

Lo guardai perplessa. Come aveva fatto a passare in mezzo minuto da ragazzo insicuro a pallone gonfiato?

«Ok, ok, la pianto.» Disse ridacchiando.

Dopo poco dovetti ricredermi, era davvero un buon insegnante. Avevo passato ore sui libri a cercare di capirci qualcosa senza alcun risultato. Ora, in meno di due ore, Bryan era riuscito a farmi capire non solo i bilanciamenti, ma anche molti altri argomenti che non avevo mai realmente compreso. Due ore prima odiavo la chimica, ora quasi mi ci divertivo, incredibile! Bryan mi aveva rispiegato tutto in termini molto semplici e chiari, e io mi ritrovai a pendere dalle sue labbra. Quando finalmente chiudemmo i libri, ero decisa ad offrirmi volontaria per un'interrogazione l'indomani. C'era molto da fare ancora, sapevo di non poter pretendere di capire tutta la chimica in due ore, ma finalmente sapevo di potercela fare, ed era una sensazione che mi faceva sentire finalmente fiera di me, e non mi succedeva spesso.

«Avevi ragione. Sei veramente un ottimo insegnante. Chi l'avrebbe mai detto...» commentai.

«Ehi! Grazie della fiducia, eh! Cos'è? A prima vista sembro un deficiente?»

Ridacchiai.

«No, no. Scusami, è solo che non sembri affatto un nerd che passa le giornate sui libri, tutto qui.»

«Ehi! Non sono un nerd! Vado bene in chimica, ma ho anche io una vita sociale, te lo posso provare!»

«Ah si? E come pensi di fare?»

Non mettevo in dubbio che un ragazzo così carino avesse una vita sociale, ma decisi di stare al gioco. Bryan cominciava ad intrigarmi davvero, non riuscivo proprio a capire perchè Michele ce l'avesse tanto con lui, anzi non mi sarebbe dispiaciuto se tra me e Bryan fosse nato qualcosa, sembrava un bravo ragazzo, era gentile e simpatico, quindi perchè non provarci?

«Un mio amico dà una festa a casa sua sabato prossimo. Passo a prenderti alle otto.»

Rimasi interdetta per un momento, mi aveva veramente chiesto di uscire con lui? Ero stupita, non mi aspettavo una proposta così improvvisa, ma l'idea non mi dispiaceva affatto, in fin dei conti avevo deciso di dargli fiducia, di cercare di conoscerlo meglio, e quale occasione migliore per farlo?

«Affare fatto! Ora però è meglio se vai. Devo andare a prendere mio fratello all'asilo.»

Così lo accompagnai alla porta, proprio mentre la macchina di Michele accostava di fronte a casa mia. Non potei evitare di notare lo sguardo rabbioso che i due ragazzi si erano scambiati mentre Bryan saliva in macchina. Ma che gli prendeva a quei due? Conoscevo Bryan da troppo poco tempo perchè lui potesse provare gelosia nei confronti di Michele, che dal canto suo non sembrava nemmeno provare a farsi andare a genio il mio nuovo amico.

Salii sulla macchina di Michele, decisa a fingere di non aver notato quell'occhiataccia, ero stufa di litigare con Michele per Bryan. Si detestavano, questo era ormai assodato, ma la cosa non mi riguardava, Michele aveva detto chiaro e tondo che non era interessato a me, di conseguenza ero libera di conoscere altri ragazzi, e lui non aveva alcun diritto di mettersi in mezzo.

«Che ci faceva Bryan a casa tua?» mi chiese lui, in tono aspro.

E così dicevo addio ai miei buoni propositi di evitare il discorso.

«Mi ha dato ripetizioni di chimica.»

«Sai che non c'è da fidarsi di lui, vero?»

«Tu non ti fidi di lui. Non mi ha fatto nulla di male, anzi, mi ha aiutato molto con la chimica, tutto qui. Ora per favore smettila, sono stufa di litigare con te per Bryan. Non sei il mio ragazzo, non hai il diritto di farmi le scenate di gelosia.»

Michele non rispose, mise in moto e restò in silenzio finchè non parcheggiò di fronte alla scuola di Ryan. Scesi dall'auto ignorando il suo silenzio. Non mi sarei scusata con lui, non avevo fatto nulla di male, quello in torto era lui, e se voleva tenermi il broncio era libero di farlo. Prima o poi gli sarebbe passata, ma nessuno mi poteva togliere la possibilità di fare da sola le mie scelte. Nemmeno Michele.


 

CANTUCCIO AUTRICE:

Rieccomi! *schiva il lancio delle pietre*

Lo so, un mese e mezzo per un capitolo è un ritardo imperdonabile! Mi dispiace un sacco, ma tra il lavoro, il volontariato, il betaggio di due storie (a cui ho dovuto dare la priorità), non ho davvero trovato il tempo per lavorare per bene al mio capitolo. L'ho riletto solo una volta invece delle mie solite tre, ma mi sentivo troppo in colpa a farvi aspettare ancora, quindi perdonatemi eventuali sviste (naturalmente se me le segnalate mi fa piacere, così posso correggerle).

Spero che mi perdoniate per il ritardo e che il capitolo vi sia piaciuto, cominciamo a conoscere meglio Bryan, che sembra essere interessato alla nostra Evelyn, nonostante Michele non ne voglia sapere di farselo piacere, chissà perchè?

Fatemi sapere che ne pensate di questo capitolo, ci sentiamo presto (spero) con il prossimo capitolo!

Besos,

Wingy.

   
 
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