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Autore: lyrapotter    26/05/2009    5 recensioni
PRIMA PARTE DELLA TRILOGIA
1998, Harry Potter è scomparso nel nulla, Voldemort sta velocemente prendendo il potere e l'Ordine della Fenice decide il destino di un neonato, figlio del genitore sbagliato. Diciasette anni dopo, Andrew Potter scoprirà la verità sul suo passato e si ritroverà suo malgrado coinvolto in una guerra senza quartiere: in palio ci sono la sua vita e la salvezza del mondo magico...
Altri personaggi: Fred e George Weasley, Ted Tonks, Voldemort, Bellatrix Lestrange, Draco Malfoy
Genere: Azione, Malinconico, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hermione Granger, Luna Lovegood, Nuovo personaggio, Sirius Black | Coppie: Remus/Ninfadora
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VII libro alternativo
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Magic Wars saga'
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MAGIC WARS

CAPITOLO XXI: LE SEGRETE DELLA CASA

La Casa

Londra

Nandes sorseggiava con aria annoiata un bicchiere di vino, sfogliando distrattamente una copia dell’ultima edizione della Gazzetta Del Profeta, alla ricerca, in realtà piuttosto infruttuosa, di qualche articolo che potesse destare la sua attenzione. In tutta onestà, ben poco di quello che i maghi scrivevano o facevano lo interessava: fosse dipeso da lui, avrebbe eliminato alla radice qualunque presenza magica su suolo inglese. Il mondo era un posto decisamente migliore quando quegli esseri se ne stavano rintanati, nascosti al resto dell’umanità, a farsi i fatti loro! Ricordava bene quei tempi: all’epoca stava muovendo i suoi primi seri passi nel mondo dell’illegalità, non aveva ancora vent’anni quando il governo era caduto e il Lord aveva preso il potere, rivelando l’esistenza della magia. Non avrebbe mai dimenticato lo shock provato, l’incredulità nel rendersi conto che i nuovi padroni erano ovunque e che mentre loro, la gente normale, i Babbani, se ne stava a guardare, i maghi avevano preso il comando e li avevano schiacciati come fossero stati mosche. Anche se tutto sommato, forse doveva ringraziare il Lord: chissà se avrebbe mai potuto creare il suo impero sotto un governo del vecchio tipo? In quel mondo dominato dalla magia, il ruolo giocato da lui appariva sicuramente di minor rilievo, soprattutto se comparato con quello del famigerato Ordine della Fenice…

Tutto questo lo portò a pensare ai suoi sgraditi ospiti, Artemis e Ares… Malgrado fosse passato più di un mese dal loro tradimento, non aveva ancora deciso cosa fare di loro. Due maghi, due membri dell’Ordine della Fenice, un Sanguesporco… Abbastanza da richiedere un discreto riscatto, soprattutto per Ares: Nandes se ne intendeva ben poco di politica, ma sapeva fin troppo bene che nei primi tempi del nuovo governo, i civili che consegnavano un Sanguesporco venivano ricompensati quasi a peso d’oro, abbastanza da poter vivere di rendita per un bel pezzo. Se poi si aggiungeva la loro partecipazione ad attività terroristiche, perlomeno nell’evasione della Granger, poteva ricavare abbastanza da ritirarsi dalla scena per un bel po’!

Ogni volta che pensava a tutti quei soldi, gli veniva spontaneo chiedersi perché ancora esitasse… Eppure, ancora non aveva deciso. Già, perché il solo pensare di poter fare un favore al Lord o a chi per lui, gli faceva quasi venire l’orticaria, perfino di fronte alla prospettiva di un guadagno veloce e cospicuo. Aveva sempre tenuto fede a un tacito proposito, ovvero avere a che fare coi maghi il meno possibile, se non per danneggiarne gli interessi, ben inteso. Tanto per dirne una, non aveva mai denunciato un Sanguesporco in vita sua, anche se le opportunità non gli erano mancate: semplicemente quella crociata gli era totalmente estranea, per non dire che gli faceva anche un po’ orrore…

Ora, si trovava nella scomoda posizione di avere due ricercati politici nelle sue Segrete: se il suo buonsenso gli suggeriva di dimenticarsi di loro e lasciarli marcire là sotto finché non ne fosse rimasto altro che polvere, la sua sete di denaro ruggiva il suo desiderio di essere placata… Un gran bel dilemma!

A riscuotere Nandes dai suoi foschi pensieri, la porta si aprì e JR entrò. "Disturbo?" chiese, restando sulla soglia.

"Affatto, vecchio mio, affatto. Vieni pure" lo invitò l’altro, senza tuttavia degnarlo di uno sguardo e continuò indifferente a leggere. "A cosa devo l’onore di questa visita?" domandò con un tono quasi retorico che non sfuggì a JR: Nandes era conscio del suo scontento e lo stava gentilmente avvertendo di non tirare troppo la corda.

"Perdona la mia intrusione" esordì perciò. "Volevo comunicarti che le guardie hanno finito il loro giro esplorativo: nulla di rilevante da comunicare".

"E sei venuto di persona fin qui per dirmi questo?" gli domandò Nandes in tono ironico. "Molto solerte da parte tua, Joe".

"Non chiamarmi in quel modo" sibilò l’altro tra i denti, irrigidendosi all’istante sotto lo sguardo duro che Nandes gli rivolse. "E tu non prendermi per i fondelli. Se hai qualcosa da dire, dilla e basta".

"Sai bene qual è il mio problema. Ne abbiamo già parlato…".

"Ah, il giovane Burton e il suo compagno peloso… Te lo ripeto: sono innocui".

"Non mi fido di loro" ribatté ostinato JR.

Nandes gli sorrise, quasi accondiscendente. "Sì, lo so, me l’hai ripetuto solo un milione di volte. E io ti ho sempre risposto che non abbiamo nulla da temere da loro…".

"Come puoi esserne così certo? Non sappiamo nulla di lui prima che Torres lo incontrasse al Lupo di Mare…".

"Oh, non ho il minimo dubbio che si stia celando sotto falso nome, se è questo che stai insinuando…".

"E allora?".

"E allora cosa?" Nandes ridacchiò sotto i baffi. "Mio caro, JR, metà dei miei uomini, se non di più, si è da tempo lasciata alle spalle il suo nome di battesimo, noi due per primi. Quante persone qui dentro sanno per cosa stanno le lettere J e R, Joe?".

JR gli rivolse un’occhiataccia. "Ti ho già detto di non usare quel nome!".

"Siamo nervosetti, eh?" lo schernì Nandes. "In ogni, caso, il fatto che Danny Burton non sia il suo vero nome non mi preoccupa minimamente. Mi irrita di più non sapere nulla del suo passato… Ma presto o tardi, i miei informatori sopperiranno al problema".

"Io continuo a dire che c’è sotto qualcosa di losco. Non ti sembra strano che sia comparso così all’improvviso? Subito dopo l’affare di Artemis?".

"Oh, adesso non vorrai insinuare pure che quei due voltagabbana c’entrano qualcosa? Ares e Artemis marciscono nelle Segrete, al di fuori di qualunque aiuto possibile. Oltretutto, non mi risulta che annoverassero tra le loro conoscenze persone fornite di ombre pelose!".

"Ma…".

"Stai diventando paranoico" lo interruppe Nandes, implacabile. "O è scarsa fiducia nei miei confronti?".

"Non mi permetterei mai…".

"Allora fidati del mio giudizio e non preoccuparti: il primo segnale sospetto e il nostro giovane amico finisce sul fondo del Tamigi con un buco nel cranio!".

"E il cane?" insistette JR.

"Che cosa c’entra il cane? È un cane: fa quello che gli dice di fare il padrone, nulla di più".

"C’è qualcosa di strano in quella bestia: ha un modo di guardarti, come se sapesse esattamente cosa stai dicendo… Sembra quasi umano…".

"Ti lasci influenzare dalla tua insensata antipatia" affermò Nandes. "Un giorno o l’altro dovrai spiegarmi qual è il tuo problema: gli altri ne sono intimoriti o terrorizzati, ma tu… tu lo detesti profondamente!".

JR si strinse nelle spalle, a disagio. "Ha qualcosa di strano… se ne va in giro in piena notte per i corridoi, come se cercasse qualcosa…".

"Ti sei preso pure la briga di spiarlo? Allora il tuo non è odio: è ossessione pura e semplice. Te lo ripeto: è un cane, un animale, straordinariamente intelligente, te lo concedo, ma pur sempre animale resta. Probabilmente, cercava qualcosa da mangiare. Concentrati sul padrone, se proprio hai tempo da perdere!".

"Hai appena detto di fidarti di lui" gli ricordò JR, in tono risentito per il rimprovero ricevuto.

"Ho detto di considerarlo innocuo, è diverso" lo corresse Nandes. "Non sono così sprovveduto da concedergli la mia fiducia dopo appena un mese: ne ha di strada da fare in tal senso. Semplicemente, per il momento, non mi ha dato motivo di diffidare di lui. Ciò non significa che non lo stia tenendo d’occhio…".

"Tenendo d’occhio?".

"Hai notato che stranamente l’unica persona con cui trascorre volontariamente del tempo è Franco Torres, che è troppo idiota per accorgersi se qualcuno gliela fa sotto il naso. Sfugge la compagnia, anche se in modo discreto… Per mia esperienza, un uomo che preferisce la solitudine o è rimasto scottato da precedenti relazioni o sta nascondendo qualcosa…".

"Il tutto sta nello scoprire qual è delle due" concluse JR per lui.

"Esattamente. E finché non l’avrò capito, lascialo pure a bere birra con quell’imbecille di Franco. Ma te lo ripeto: il primo passo falso e al povero Danny Burton capiterà un tragico incidente… di cui mi occuperò personalmente!".

******

Quella sera, Drew non riusciva proprio a stare fermo: aveva la netta impressione che le sue viscere fossero state sostituite da un nugolo di irrequieti e sibilanti serpenti, motivo per cui era a malapena riuscito a sorseggiare la sua ormai abituale birra serale e non aveva toccato cibo a cena.

Erano trascorse più di due settimane dalla notte in cui Sirius l’aveva svegliato in piena notte comunicandogli di aver finalmente trovato Artemis, senza avere ancora tuttavia il minimo indizio su dove fosse Ares. Ben conscio delle difficoltà che l’Animagus poteva incontrare per rintracciare il mago, Drew si era risolto a un piano alternativo: approfittando di un’uscita in solitario, era tornato all’attico dei suoi amici e aveva preso una camicia di Ares, camicia che Sirius aveva poi sniffato per mezz’ora buona, prima di ritornare in caccia. Nonostante ciò, gli erano stati necessari altri nove giorni prima di riuscire a districarsi nel reticolo di odori delle Segrete e rintracciare anche lui.

A quel punto, si era presentato il problema di elaborare un piano di fuga con discreti margini di successo, cosa che si era rivelata più difficile del previsto, prima di tutto perché Drew aveva idee molto, molto vaghe di quali fossero le misure di sicurezza che Nandes aveva predisposto nelle Segrete: anche con l’ausilio della magia, dovevano contare su una discreta dose di fortuna per sperare di uscirne vivi. Nemmeno Artemis era potuta essere di grande aiuto, quando Sirius era andato a trovarla: a quanto pareva, Nandes era determinato a portarsi quel segreto nella tomba. C’era perciò la possibilità che nel momento in cui avessero aperto la porta delle celle di Ares e Artemis, sarebbero stati ingoiati da una botola o chissà che altro. Alla fine, comunque, sia Drew che Sirius erano stati concordi nel dire che si trattava di un ostacolo che non potevano aggirare: se e quando fosse successo qualcosa, avrebbero dovuto semplicemente improvvisare e sperare nel meglio.

Perciò, erano passati alla parte attiva del piano: tanto per cominciare, Sirius aveva trascorso quasi tre notti nei cunicoli delle Segrete a elaborare e marcare il percorso più veloce possibile dall’entrata alla cella di Ares e a quella di Artemis e ritorno. Con l’ultimo messaggio all’Ordine, oltre alle ultime scorte di Pozione Polisucco, Drew aveva chiesto anche il Mantello dell’Invisibilità di suo padre, per potersi muovere all’interno della Casa senza troppe difficoltà, almeno all’andata. Per quanto riguardava il ritorno, era quasi impensabile poterlo usare: anche se la fuga fosse stata tranquilla, cosa su cui nutriva forti dubbi, non ci sarebbero mai stati sotto tutti e quattro. Senza contare la mole di Ares, che avrebbe inevitabilmente lasciato scoperti i piedi.

Come ultimo passo, Drew si era preoccupato del riarmo dei due prigionieri, tornando di nuovo all’Attico e scegliendo, su indicazione di Artemis, alcune delle armi del loro ampio arsenale.

Di fatto il piano era piuttosto semplice: nottetempo, quando ci sarebbe stata in giro meno gente possibile, Sirius l’avrebbe guidato lungo la pista creata da lui stesso fino alle celle dei suoi amici, con un incantesimo avrebbero forzato la porta (nella peggiori delle ipotesi, Drew era disposto anche a farla saltare per aria) e poi se la sarebbero filata più veloci della luce, eliminando qualunque possibile ostacolo che gli si fosse parato davanti. Se tutto andava per il verso giusto, sarebbero arrivati in Chalmers Road prima dell’alba.

In un primo momento, erano stati tentati di Smaterializzarsi, il che avrebbe risparmiato loro parecchi rischi e problemi, ma Sirius aveva fatto un rapido esperimento e aveva scoperto che tutta la Casa era circondata da Incantesimi Antismaterializzazione: Drew aveva preferito non indagare su come Nandes si fosse procurato quella difesa contro qualunque intrusione magica.

Finalmente, era arrivata la sera prescelta per l’azione e perciò Drew si sentiva comprensibilmente nervoso: lo innervosiva l’idea di quello che stava per fare, delle centinaia di cose che potevano andare storte… Perfino l’idea stessa di essere nervoso lo agitava ancora di più, siccome temeva che qualcuno potesse notare qualcosa di strano e mandare tutto all’aria.

Per fare qualcosa, Drew bevve un sorso di birra, cercando di concentrarsi sulla musica che risuonava nella Sala Grande, senza troppo successo. Franco, come ormai d’abitudine seduto sulla poltrona accanto alla sua, gli rivolse un’occhiata preoccupata e perplessa. "Stai bene, Danny?".

"Eh? Cosa?" fece Drew, sobbalzando, cosa che fece preoccupare ulteriormente Franco. "Ti ho chiesto se stai bene: mi sembri un po’ nervoso…".

"Chi, io? Nervoso? No, no" lo rassicurò Drew, ben consapevole di non essere affatto convincente. "Tranquillo, va tutto bene…".

Franco ovviamente non gli credette, perché tornò subito all’attacco. "Senti, se hai qualche problema, puoi parlarmene, sai: magari posso trovare una soluzione".

"Ti ringrazio per l’offerta, Franco, ma non è necessario" declinò Drew, cercando di usare un tono più sicuro. "Non è nulla, sul serio".

"Sei sicuro? Non mi sembra…".

"Sicurissimo. Ti ringrazio ancora per l’offerta: non me ne dimenticherò, se mai ne avrò bisogno in futuro…".

Franco gli rivolse un’occhiata non del tutto convinta, ma non replicò e distolse lo sguardo per tornare a dedicarsi, forse con un po’ meno entusiasmo di prima, alle ballerine di quella sera, russe, come aveva affermato solo pochi minuti prima.

Drew rimase a osservare il suo compagno con la coda dell’occhio, assommando a tutto il resto anche il senso di colpa: per quanto l’avesse ritenuto impossibile, aveva finito con il trovare davvero simpatico Franco Torres, mentire con lui era diventato davvero difficile, negli ultimi tempi, perché aveva legato con lui più di quanto non si fosse reso conto. Gli dispiaceva perfino la prospettiva che di lì al giorno dopo, non l’avrebbe probabilmente mai più rivisto, e se anche fosse accaduto, non sarebbe certo stato da amici. Si augurava sinceramente che Nandes non sospettasse complicità da parte sua, quando si sarebbe diffusa la storia della fuga…

Accidenti, questa faccenda è sempre più complicata: fortuna che domani sarà finita. Non mi sembra quasi vero che potrò di nuovo dormire nel mio letto, senza dover tenere costantemente un occhi aperto. Preferiva non soffermarsi sulla prospettiva che probabilmente al suo ritorno i gemelli avrebbero finalmente concluso la decriptazione dei piani dell’Arma, il che avrebbe certamente implicato una contromossa di guerra aperta da parte dell’Ordine. Più di ogni altra cosa, temeva il momento in cui si sarebbe nuovamente trovato di fronte Sylar: sarebbe riuscito a battersi con suo padre? E soprattutto Sylar sapeva che lui sapeva la verità? O era all’oscuro di quanto successo durante quel tentativo di possessione finito male?

Questa era un’altra cosa che non sapeva spiegarsi, per quanto ci avesse riflettuto sopra a lungo: cosa era successo quel giorno al Ministero? Come aveva fatto non solo a respingere Sylar, ma perfino a penetrare in un angolo così recesso della sua mente, pur senza avere la minima nozione di Occlumanzia? Non riusciva a trovare una risposta soddisfacente… chissà, forse nemmeno Sylar o Voldemort in persona sapevano farlo!

"Ehi, Danny". Franco lo riscosse bruscamente dai suoi pensieri.

"Cosa c’è?".

"Mi stavo chiedendo dove sia finito il tuo cane… Di solito ti sta sempre appiccicato…".

"Ah, non so. Sarà qui in giro: avrà trovato qualcosa di meglio da fare, credo!".

Un’altra bugia, pensò sconsolato, mentre Franco annuiva. In realtà, Sirius era nella loro stanza a farsi un altro bagno di vapore, combinandolo con uno shampoo antiparassitario, nella speranza di eliminare tutte le pulci, o perlomeno il più possibile e evitare così le malefiche cure di Luna e Hermione quando fossero tornati a casa.

Drew guardò l’ora: non erano nemmeno le dieci. Tuttavia, sentiva di non poter sopportare un secondo di più tutta quella tensione: preferiva tornarsene in camera, dove perlomeno sarebbe stato libero di camminare su e giù fino a consumarsi i piedi.

"Te ne vai di già?" fece Franco, sorpreso, vedendolo alzarsi senza nemmeno vuotare il calice.

"Ehm, sì. Domani devo… alzarmi presto, perciò preferisco andare a riposare".

Un po’ zoppicante come scusa, infatti intuì dallo sguardo scettico dell’latro che quest’ultimo non gli aveva creduto. Tuttavia, parve capire che eventuali domande non avrebbero comunque trovato risposta e lasciò cadere qualunque interrogativo, cosa di cui Drew fu intimamente grato, mentre si allontanava il più velocemente possibile dalla Sala Grande. Non che abbia grande importanza se sospetta qualcosa: tanto probabilmente non lo vedrò più!

Aveva appena lasciato la sala e si stava dirigendo verso gli alloggi al piano superiore, quando si trovò davanti JR.

"Vai da qualche parte, Burton?" lo aggredì in tono sospettoso, osservandolo accigliato.

"Se anche fossero fatti tuoi, sto solo andando nella mia stanza" rispose Drew, in tono duro. "Non mi risulta che sia contro la legge…".

"E come mai lasci la festa così presto? Lasci Torres a godersi le signorine da solo?".

"Quello che faccio o non faccio non ti riguarda, JR. Sono liberissimo di muovermi come più mi aggrada qui dentro: il perché non ho voglia di godermi le ‘signorine’ non è affar tuo, giusto?".

"Ero semplicemente curioso: non sono molti quelli che lasciano la Sala Grande prima di mezzanotte. Mi avevi incuriosito".

Era una menzogna, chiaramente: JR sperava solo di beccarlo a fare qualcosa di losco. Era da quando era stato introdotto alla cerchia di Nandes che JR sperava di coglierlo in castagna per qualche misfatto che gli permettesse di metterlo in cattiva luce. Si detestavano cordialmente a vicenda, anche se mai tanto intensamente quanto si odiavano Sirius e JR: l’antipatia del primo era un riflesso di quella praticamente immotivata del secondo, che raggiungeva un livello quasi ossessivo.

"Se è un delitto essere stanchi" ribatté Drew, acido, "allora arrestami pure. In caso contrario, stai occupando il corridoio!".

"Oh, perdonami" s scusò JR, senza tuttavia farsi da parte. "Per curiosità, dov’è il tuo amico pulcioso stasera?".

"Ah, non saprei. In giro a cercare il tesoro segreto di Nandes, forse" ironizzò Drew. "O ad annusare ogni armadio in cerca di qualche scheletro…".

"Molto spiritoso!".

"A domanda idiota, risposta idiota: un po’ di sarcasmo è tutto quello che ti meriti! Se abbiamo finito, io sono sempre quello che deve passare e tu sempre quello che intasa il passaggio!".

JR gli rivolse un’occhiata di fuoco, ma si fece da parte. Stupido idiota rompiscatole!, gli inveì dietro Drew, quando ebbe messo un paio di corridoi tra loro. Possibile che non abbia nient’altro da fare? Certo dimostra una solerzia non comune: mi chiedo cosa abbia fatto Nandes per meritarsi tanta cieca lealtà!

Quando infine giunse nella sua camera, trovò Sirius mezzo nudo, intento ad asciugarsi.

"Ehi, potresti usare un po’ più di discrezione? Se qualcuno entrasse, potrebbe chiedersi cosa ci fa un uomo mezzo spogliato in questa camera…".

Sirius si voltò, salutandolo con un cenno del capo. "E chi dovrebbe entrare? Se tu sei di sotto, nessuno a motivo di venirti a cercare qui… che ci fai già qui, a proposito? Ti aspettavo minimo, minimo tra un paio d’ore…".

"Ah, non ne potevo più" sbuffò Drew in risposta, lasciandosi cadere sul letto. "Non vedo l’ora di essere a casa!".

"Lo dici a me? Io non vedo l’ora di potermi di nuovo sedere a tavola come un essere umano normale. Sono stufo marcio di andarmene in giro tutto il giorno a quattro zampe. E soprattutto, dopo stasera, non vorrò mai più annusare un pavimento per il resto della mia vita!".

Drew ridacchiò, poi rivolse un’occhiata la bagno. "Immagino che non sia agibile, vero? A giudicare dalla tua libera tenuta, sei appena uscito…".

"Non è facile uccidere quelle piccole bastarde!" si difese Sirius. "Comunque, credo di averle eliminate tutte: sono stato sotto la doccia più di un’ora".

"Significa che io aspetterò di essere a Chalmers Road: conoscendoti, non avrai lasciato neanche un po’ di acqua calda… Ti dispiace vestirti o hai intenzione di andare in giro in mutande ancora per molto?".

"Tanto chi se ne accorgerebbe?".

"Per dirne una, io!" sbuffò Drew in tono irritato.

Sirius ridacchiò. "Siamo nervosetti stasera, eh? Cos’è, ti ha morso una tarantola?".

Drew lo guardò in tralice. "Vuoi dirmi che tu non sei nervoso? Con quello che stiamo per fare…".

"Ah, per questo?". Il sorriso di Sirius si fece ancora più ampio. "Nah, il mio senso del pericolo è ben al di sopra della media. E con tutte le cose pericolose che ho fatto nella mia vita, sgattaiolare dentro e fuori dalla prigione personale di un boss mafioso non mi pare nulla di che…".

"Qualche esempio?".

"Beh" fece Sirius in tono pensoso, contando con le dita. "Tanto per cominciare andarsene a zonzo con un Lupo Mannaro in piena trasformazione per più di cinque anni… Poi, due guerre, con tutto il loro corredo di duelli, scontri mortali eccetera… Ci aggiungerei anche una fuga in sella ad un Ippogrifo e l’evasione da Azkaban. E non ho ancora detto nulla…".

"Ok, ok, hai reso il concetto!" lo interruppe Drew. "Tu puoi anche non essere nervoso, ma fino a un paio di mesi fa, per me il massimo del pericolo era rischiare di finire contro un palo andando in bicicletta!".

"Vuoi dire che le tue coronarie non hanno ancora imparato a gestire lo stress?" lo prese in giro l’Animagus.

"Per nulla… tu d’altronde ha più o meno una trentina d’anni di vantaggio rispetto a me…".

"Mi sa che hai arrotondato troppo per difetto: io tenderei verso la quarantina, avevo quindici anni quando sono diventato Animagus…".

"Sì, ma ci sono i 12 anni ad Azkaban, che dubito siano stati particolarmente eccitanti, perciò ho arrotondato per eccesso!".

"E va bene, furbetto, mi piego alla tua decisione. Comunque, cerca di rilassarti: vedrai che andrà bene…".

"Da quando sei così ottimista?".

"L’ottimismo è il profumo della vita: bisogna sempre cercare di vedere l’aspetto positivo delle cose…".

"Grazie per tanta saggezza".

"Prego: la prima lezione è gratis, dalla prossima si paga!".

*****

Sapete quella fastidiosa sensazione di avere qualcuno alle spalle che vi fissa? Drew si sentiva esattamente in quel modo, mentre seguiva la coda pelosa di Sirius per i corridoi della Casa: erano da poco passate le tre di notte (un’ora che i due maghi avevano giudicato ragionevolmente tarda perché non ci fosse più in giro nessuno di abbastanza sobrio da poter costituire un ostacolo) e Drew, protetto dal Mantello, aveva da poco lasciato la sua stanza per l’ultima volta, con Sirius davanti a lui che gli faceva da guida.

In realtà, procedevano abbastanza lentamente, soprattutto a causa della mancanza di luce, Drew non vedeva granché, anzi, ogni angolo che giravano rischiava di perdere Sirius: buio e pelo nero non sono propriamente un’accoppiata vincente. E il ragazzo non osava usare l’Incantesimo Lumos per paura di essere visto: così, avanzava come poteva, perlopiù arrancando nell’oscurità.

In ogni caso, non appena si furono lasciati la parte frequentata della Casa per immergersi nel labirinto delle Segrete, il problema smise di porsi, visto che Sirius era obbligato a procedere con molta lentezza per non rischiare di perdersi… per quanto i cunicoli fossero perfino meno illuminati!

Dopo un tempo che a Drew parve eterno e aver girato almeno un centinaio di angoli tutti perfettamente identici, tanto che il ragazzo si chiese se non stessero in realtà girando intorno, Sirius si fermò davanti a una porta e riprese la sua forma umana.

"Drew?" chiamò, guardandosi intorno. "Credo che il Mantello a questo punto non sia più necessario…".

Drew dovette ammettere che aveva ragione, se lo tolse e subito accese la punta della sua bacchetta, rischiarando appena l’ambiente.

"Signore" annunciò Sirius, in tono solenne. "Prima tappa del nostro tour". Bussò piano e poi aprì lo spioncino. "Ares, allontanati dalla porta!" avvisò, estraendo la bacchetta a sua volta.

"Che cosa vuoi fare?" domandò Drew, facendo per studiare la porta della cella più da vicino, ma Sirius lo bloccò e per tutta risposta, lanciò un Incantesimo Reductor contro di essa, facendola praticamente saltare per aria. Fortunatamente, Drew ebbe la prontezza di spirito, capito cosa voleva fare l’Animagus, di scagliare un Incantesimo Silenziatore, che comunque non gli riuscì granché bene, visto che il corridoio si riempì di un cupo, per quanto attutito, rimbombo, che nel silenzio totale sembrò risuonare ancora più forte.

"Non avevamo detto ‘agire con discrezione’?" esalò Drew, quando trovò di nuovo la capacità di parlare.

Sirius, per nulla toccato, si era nel frattempo avvicinato ai resti della porta, per aiutare Ares a uscire. "Così è più veloce" si giustificò. "Sono sicuro che se avessimo provato con qualcos’altro, non avrebbe funzionato: Nandes ne sa una più del diavolo. Chissà quali protezioni ha messo su quelle porte…".

"Uno motivo in più per usare un po’ di cautela in più, no?".

"Nah, dobbiamo fare un lavoro rapido, giusto?".

Drew sbuffò, scoraggiato: in ogni caso, ormai non aveva più senso rimproveralo. Certo a volte prendeva le cose un po’ troppo sotto gamba: ok fare un lavoro rapido, ma Drew voleva anche riportare a casa la pelle alla fine.

"Potevi almeno avvertire" brontolò. "Salve, Ares" aggiunse poi, vedendo comparire l’omone. Era addirittura più alto di quanto non ricordasse: perfino Sirius, che non era certo un puffo, gli arrivava giusto alla spalla.

"Buona sera, Drew. Sirius " li salutò lui con voce un po’ arrochita. "Oltre a ringraziarvi, mi sento in dovere di dirti che siete due pazzi incoscienti".

"Ah, non c’è di che. Credo che Drew abbia qualcosa per te…".

Drew annuì e da una tasca interna della giacca estrasse due revolver e un coltello, che porse ad Ares. "Mi dispiace, non siamo riusciti a trovare una bacchetta…".

"Non importa" lo rassicurò lui. "In ogni caso mi trovo più a mio agio con queste…".

Drew non era certo che quella fosse la completa verità, ma quello non era certo il luogo migliore per discutere simile problematiche.

"Beh, se non c’è altro, direi che è meglio muoverci" disse. Sirius si ritrasformò e, naso a terra, ripartì, stavolta con passo più sicuro, con gli altri due dietro.

"Spero di averle caricate nel modo giusto…" sussurrò Drew, accennando alle pistole.

Ares le studiò alcuni istanti con occhio esperto alla luce della bacchetta, senza fermarsi. "Vanno benissimo" lo rassicurò alla fine dell’esame. "Quanto vorrei poterle puntare contro Nandes e il suo cagnolino…".

"Meglio rimandare a un’altra occasione, che ne dici?".

L’altro si limitò ad annuire, continuando a studiare le sue nuove armi. Drew notò che era molto dimagrito: il mese di prigionia non gli avevano certo fatto bene. Il fatto che indossasse gli stessi abiti di quando era stato catturato lo rendeva ancora più evidente. Tuttavia, il suo viso smagrito e coperto di barba era carico di determinazione e desiderio di rivalsa: era palese che non vedeva di avere sottomano i responsabili della sua prigionia. Per un attimo Drew si preoccupò che la voglia di vendetta potesse schiacciare il suo buonsenso, ma subito si disse che Ares era troppo assennato e soprattutto affezionato ad Artemis per voler rischiare la loro incolumità: qualunque fossero i suoi piani, li avrebbe rimandati a un secondo momento.

Era così immerso nei suoi pensieri che quasi non si accorse che Sirius era tornato umano e si era fermato di nuovo.

"Artemis" chiamò piano, aprendo lo spioncino. "Sei ancora lì?".

"No, sono partita per le Maldive, mi spiace abbiate dovuto fare tutta questa strada…".

"Vedo che la prigione non ti ha smussato la lingua, ‘Temis" commentò Drew, sorridendo: solo ora che la vedeva, si rendeva conto di quanto gli era mancata.

"Oh, il mio prode salvatore è infine giunto! Ma ci sei davvero tu sotto quell’aspetto da pistolero?" esclamò lei, in risposta. "Certo, voi Potter dovete proprio averla nei geni questa mania di salvare ogni gattino intrappolato su un albero…".

"Dopo questo" ribatté Drew, fingendosi piccato. "ti meriteresti di restare lì a marcire. Non fosse che abbiamo fatto tutta questa fatica per venirti a salvare…".

"Vabbè, rimandiamo a dopo, che dite?" intervenne Sirius. "Artemis, allontanati dalla porta".

"Zio, che vuoi…" cominciò la ragazza, ubbidendo all’ordine. Poi comprese e gridò: "No, non farlo!".

Ma troppo tardi: Sirius aveva già scagliato l’Incantesimo, facendo esplodere la porta. Solo che stavolta Drew fu pronto di riflessi: il suo Incantesimo di Silenzio parò quasi totalmente il rumore.

"Zio Sirius, sei un incosciente" lo aggredì Artemis, sbucando subito dalle macerie, rossa in volto. "Questi corridoi potrebbero essere monitorati…".

"Rilassati, l’ho già fatto con la cella di Ares e non è successo nulla" cercò di blandirla Sirius.

"Non vuol dire nulla" ribatté la ragazza. "Solo perché noi non ce ne siamo accorti non significa che non sia successo niente!".

A quel affermazione, rimasero tutti in silenzio per alcuni istanti, quasi congelati aspettandosi che il tetto gli crollasse sopra. Dopo tre minuti carichi di tensione, tuttavia, non era ancora accaduto nulla e tutti si permisero di rilasciare il fiato trattenuto.

"Strano" commentò Artemis, senza abbandonare la posa guardinga.

"Forse l’hai sopravalutato…" osservò Drew, non del tutto sicuro.

"Forse". Il tono non era comunque molto convinto. "Meglio andare: questo silenzio non mi piace…".

"Queste sono per te" disse Drew, porgendo anche a lei due pistole.

Artemis gli rivolse un debole sorriso. "Grazie, Drew. Per tutto".

"Non dirlo nemmeno. Tu avresti fatto lo stesso per me".

La ragazza annuì debolmente, togliendo poi la sicura ad una delle armi e appendendo l’altra alla cintura. "Andiamo?".

"Sirius, siamo nelle tue mani. O dovrei dire zampe?".

"Niente spirito, ragazzo" lo rimproverò Sirius. "O vedi che ti faccio!". Poi riprese di nuovo la sua forma umana, ritornando sui suoi passi, diretto all’uscita.

"Zio Sirius, fai attenzione" gli raccomandò Artemis, vedendo che l’animale partiva in quarta.

"Sta tranquilla" cercò di rabbonirla Drew. "Se Nandes avesse capito qualcosa, ci sarebbe già addosso…".

Artemis sbottò in una risatina amara. "Tu non lo conosci come lo conosco io: è un’infida serpe, sarebbe capace di qualunque cosa…".

Cercò lo sguardo di Ares, in cerca di un sostegno che trovò subito: anche quest’ultimo infatti si muoveva decisamente sul chi vive, un revolver in ogni mano. "La prudenza non è mai troppa" sentenziò.

"Tieni la bacchetta a portata di mano, Drew" gli raccomandò ancora la ragazza. "Credimi, è tutto troppo calmo, succederà qualcosa".

Tuttavia, in un primo momento, tutto sembrò proseguire liscio come l’olio: non trovarono ostacoli lungo il loro tragitto, Sirius camminava a passo svelto e sicuro, i cunicoli erano perfettamente deserti e silenziosi. Era tutto talmente calmo che perfino Artemis e Ares a un certo punto si stavano convincendo di aver sul serio sopravalutato Nandes e che quest’ultimo, nel suo orgoglio e nella sua arroganza, fosse tanto sicuro dell’impenetrabilità delle Segrete da non prevedere altre misure di sicurezza. Arrivarono quasi al punto di assaporare già la ritrovata e insperata libertà.

Una vita nuova, si disse Artemis. Lontano da tutto questo, con papà e l’Ordinee la mamma, quando sarò riuscita a riportarla indietro. Nandes non potrà più trovarci: ci lasceremo alle spalle tutto e ricominceremo da capo!

Ma avevano cantato vittoria troppo presto: il successo fu bruscamente strappato loro quando svoltarono l’ultimo angolo e stavano per tornare alla parte abitata della Casa.

"Andate da qualche parte?". La voce di JR, carica di ironia, disprezzo e malcelata soddisfazione, li accolse nel corridoio, subito seguita dal rumore di uno sparo.

"GIÙ!" gridò Artemis, afferrando senza complimenti Drew per il colletto e ritirandolo dietro il muro. Quest’ultimo ebbe la prontezza di spirito di afferrare Sirius per la coda, prima che l’animale saltasse addosso al loro aggressore e si facesse ammazzare.

"Merda! merda! merda!" borbottò Artemis, portando mano alla pistola.

"Oh, andiamo" gli schernì JR. "Non siate i timidi: Nandes vuole solo porgervi i suoi complimenti…".

"Se questo prevede un buco in testa" ribatté Artemis in tono acre, "allora ne facciamo volentieri a meno. Fatti da parte!".

"E togliermi tutto il divertimento per lasciarlo a quelli dopo di me, bambolina? Scordatelo: sono qui perché sono anni che muoio dalla voglia di darti quello che meriti, stupida mocciosa. Non mi rovinerai la festa proprio ora…".

"Sei proprio deciso a passare alle maniere forti, JR? Non riuscirai mai a battere Ares, per quanto tu sia bravo…".

"Fai ancora la strafottente, eh? Cosa pensi di poter ottenere: siete in un vicolo cieco e lo sai. Per quanto il vostro dannatissimo segugio sia in gamba, questa resta l’unica uscita: dietro di voi avete solo un lenta morte per fame nel labirinto delle Segrete…".

"Te e Nandes o la morte per fame? Che scelta difficile… Ma penso di preferire la seconda! Vai all’inferno!".

Detto questo, fece un veloce cenno ai compagni e si riavviò lungo il corridoio a passo deciso.

"Che vuoi fare?" le domandò Drew, mentre una sensazione molto simile al panico si faceva strada in lui. Stava lottando per trattenere Sirius, che sembrava intenzionato a mordere qualunque parte del corpo di JR avesse potuto raggiungere, e non riusciva a pensare a nessuna soluzione.

"Tranquillo" lo rassicurò Artemis, rallentando il passo. "Ho tutto sotto controllo".

"Davvero?".

"Davvero" confermò la ragazza. "Allora, dobbiamo superare JR per avere una possibilità di scamparla…".

"Non è che ci sta seguendo?".

"Non ha motivo di farlo: quella è l’unica uscita, ma qui sotto ci sono tante strade per raggiungerla. Seguendoci perderebbe il vantaggio…".

"Quindi non si schioderà di lì" concluse Drew. "Allora qual è il piano?".

"Passargli sopra" rispose Artemis come se fosse la cosa più naturale del mondo. Poi si rivolse ad Ares, l’unico che non sembrava minimamente preoccupato. "Vecchio mio, sei pronto?".

"Sono sempre pronto" la rassicurò lui, sollevando le pistole.

Artemis gli sorrise, poi si rivolse a Sirius. "Calmati, Padfoot, ho bisogno di te". Il cane, con grande sollievo di Drew

si immobilizzò all’istante, attento. "Abbiamo bisogno di un bel diversivo, il migliore del tuo repertorio…".

Sirius abbaiò il suo assenso, una luce pericolosa negli occhi.

"Quante a te" proseguì Artemis, rivolta a Drew. "Sei l’unico che può usare la magia: al momento giusto, devi lanciare l’Incantesimo Scudo più potente della tua vita: devierà a proiettili…".

"Niente pressioni, mi raccomando" sbuffò lui. "Come capirò quand’è il momento giusto?".

"Ah, non lo so, quando ti sembrerà più opportuno…".

"Ma che razza di piano è?".

"Quello più semplice del mondo: improvvisiamo!".

"Improvvisiamo?! Come facciamo a improvvisare?!".

"Rilassati: ti farai venire un ictus" cercò di calmarlo la ragazza. Vedendo che Drew continuava a guardarla storto, aggiunse: "Fidati di me, come quando siamo andati al Ministero…".

"Non mi pare fosse finita tanto bene".

"Tu fidati: quello che ho in mente, è l’ultima cosa che JR si aspetta…".

"Perché?".

"Perché stiamo per fare la cosa più stupida del mondo". Detto questo si voltò e impugnò la pistola, subito seguita da Ares. Sirius li imitò, il pelo ritto, pronto a scattare e lo stesso fece Drew, con la netta sensazione di stare per buttarsi volontariamente da una scogliera di 150 metri. Ma sì, andiamo. Peggio di così non potrà andare!

"Padfoot" gridò Artemis: fu l’ultima parola che disse. Sirius scattò a una velocità sorprendente per un uomo della sua età, subito seguito dagli altri.

"Che diavolo…?" urlò JR, quando si vide l’animale piombargli addosso, preso tanto di sorpresa che non riuscì nemmeno a sollevare la pistola che Sirius gli aveva già addentato un braccio. L’uomo, abituato a ben di peggio, si riprese subito e gridando di dolore se lo scrollò di dosso, facendolo cozzare contro il muro. Sollevò la pistola contro l’animale a terra e…

"PROTEGO!". Drew agì totalmente d’istinto, evocando uno Scudo così potente che non solo deviò il proiettile, ma quasi sbalzò JR all’indietro.

"Tu, un mago!?" esalò quest’ultimo, al colmo della sorpresa. "Schifoso bastardo!". Alzò di nuovo l’arma, ma il tutto era servito a fornire a Ares la giusta distrazione. Senza nemmeno capire da dove fosse spuntato, JR si trovò l una pistola puntata alla tempia. "Io non te lo consiglierei…" gli sibilò minaccioso l’ex-duellante, premendo il dito sul grilletto.

"Fossi in te" aggiunse serafica Artemis, puntando a sua volta un’arma al petto di JR, "getterei la pistola, prima che succeda qualcosa di spiacevole…".

"Cosa pensate di ottenere?" soffiò JR, ubbidendo. Drew attirò a sé la pistola con un Incantesimo d’Appello, avvicinandosi poi a Sirius per essere certo che stesse bene: l’Animagus sembrava illeso e impaziente di tornare all’assalto.

"Non riuscirete mai a scappare" proseguì imperterrito JR. "Non ci riuscirete!".

"Scusaci, ma la tua opinione conta come il due di picche. Perciò, non avertene a male se tenteremo comunque…". Detto questo, Artemis fece un rapido cenno ad Ares e superò il prigioniero, avviandosi lungo il corridoio.

Per un attimo Drew temette che Ares l’avrebbe ucciso ed evidentemente lo credette anche JR, considerata l’espressione terrorizzata; Ares tuttavia si limitò a colpirlo con violenza con un gancio, spedendolo contro il muro e poi a terra, privo di sensi.

Il gruppo procedette oltre.

"Perché non l’hai…" fece per chiedere Drew, mentre correvano.

"… Ucciso?" concluse Artemis per lui. "Non siamo assassini, Drew. L’omicidio mi ripugna. Non vale la pena non potersi più guardare allo specchio per un topo di fogna come JR!".

Sirius, che avvantaggiato dalle quattro zampe li precedeva, inchiodò talmente improvvisamente che i tre fuggitivi per poco non ci inciamparono sopra: si piazzò nel mezzo del corridoio, ringhiando, il pelo ritto.

"Ehi, che succede?" gli sussurrò Artemis, chinandosi su di lui, i sensi tesi a captare qualunque cosa insolita. Avanti, lupo, non abbandonarmi proprio ora!, pensò, mentre scioglieva i vecchi istinti animali in lei. Quell’odore… Il campanello d’allarme scattò nella sua testa. "VIA! VIA!" gridò, trascinando indietro Sirius e spingendo indietro Ares e Drew. "In quel corridoio laterale, svelti!".

Un attimo dopo, l’intero soffitto scrollò in un esplosione di calcestruzzo e intonaco, rischiando di sommergere i fuggitivi sotto le materie. Fortunatamente, avevano trovato tutti in tempo rifugio in passaggio laterale.

"Brutto figlio di…!" esclamò Artemis, tossendo per la polvere. "State tutti bene?".

Gli altri grugnirono o abbaiarono il loro assenso.

"Non credevo che Nandes potesse giocare così sporco…" borbottò Drew, rimettendosi in piedi: nel tentativo di salvarlo dalla frana, Ares l’aveva spinto a terra.

"Nandes gioca sempre sporco" ribatté Artemis. "Hai finito coi giochetti?" gridò poi all’aria, più che convinta che dovunque fosse, Nandes la stesse ascoltando. "Vieni ad affrontarci se hai coraggio, codardo!".

"Artemis" disse Ares in tono d’avvertimento. "Andiamo".

Gli altri annuirono e la loro fuga riprese, ad ogni secondo più disperata del precedente.

Nandes non organizzò il crollo di altre pareti, forse prendendo sul serio la minaccia di Artemis, ma non rese loro le cose facili. Ogni volta che cercavano di penetrare in un varco che potesse condurre a un’uscita, si trovavano la strada ostruita da uomini armati come minimo di mitra e fucili. Spesso e volentieri, quelle specie di posti di blocco sbarravano anche i corridoi che già percorrevano, costringendoli a bruschi cambi di rotta, onde evitare di finire crivellati.

All’inizio, ai fuggitivi, nella loro fretta, il tutto sembrò assolutamente casuale, finché Drew non cominciò a riconoscere quei passaggi che nell’ultimo mese e mezzo aveva percorso praticamente ogni singolo giorno e realizzò all’improvviso cosa gli uomini di Nandes stavano facendo.

"Oh, porca…" borbottò a mezza voce.

Artemis si voltò verso di lui. "Che cosa c’è?".

"Ci stanno spingendo verso la Sala Grande…".

La ragazza ci mise pochi secondi a recepire le implicazioni di quella frase. La Sala Grande era un vero e proprio vicolo cieco: a parte la porta principale, non c’erano uscite di sorta. Perfino l’impianto di areazione era troppo in alto per poter essere considerato una possibile via di fuga. Era stata pensata apposta: il rifugio perfetto in caso di minaccia, ma anche la trappola ideale.

Artemis cercò di cambiare direzione, ma era già troppo tardi. In quel momento riconobbe il corridoio che stavano percorrendo: a parte alcune uscite laterali, che di certo erano già state opportunamente sbarrate, conduceva solo in un posto. È finita! Siamo fregati!, realizzò rallentando improvvisamente l’andatura: correre non aveva più senso.

Pochi istanti dopo sbucarono nella Sala Grande: Nandes era lì ad aspettarli, un sorriso sardonico e pieno di soddisfazione stampato in volto, circondato da più uomini di quanti se ne potessero contare, tutti armati fino ai denti. Nella frazione di pochi secondi, si trovarono nel centro della stanza, circondati da ogni lato. Drew contò almeno un centinaio di bocche di pistole tutte puntate su di lui, prima che Nandes parlasse.

"Bene, bene, bene, ci avete messo più del previsto…". La sua voce era carica di sarcasmo e soddisfazione. "Togliete loro le armi".

I suoi uomini ubbidirono con fin troppo solerzia: Drew si sentì strattonare da almeno sei direzioni diverse, mentre una mano ignota gli toglieva la bacchetta. Stessa sorte toccò ad Ares e Artemis, mentre i pochi temerari che provarono ad avvicinarsi a Sirius, si beccarono un bel morso.

Tutto fu portato a Nandes, che si soffermò con un’espressione particolarmente disgustata sulla bacchetta. "Puah, maghi!".

Studiò i suoi prigionieri per alcuni secondi. "Ti consiglio di tenere sotto controllo la tua bestia, Burton o qualunque sia il tuo nome: non vorrei che gli succedesse qualcosa di spiacevole…".

Drew recepì il messaggio e afferrò Sirius per la collottola, sperando in tutto cuore che non facesse nulla di avventato: gli era sembrato di vedere JR tra i volti più vicini a Nandes.

"Ricevo una delusione dopo l’altra, non c’è che dire" osservò quest’ultimo, continuando a rigirarsi tra le mani la bacchetta. "Senza nemmeno accorgermene, ho accolto un altro di voi sotto il mio tetto, sotto la mia generosa ala… Me ne rammarico veramente, Danny, avevo molte speranze per te… Ma immagino che a te non te ne sia mai importato nulla, vero?".

"In effetti, assolutamente nulla" rispose Drew, in tono tagliente. "Spiacente di averti deluso…".

"Già, in realtà tu volevi solo salvare questi due traditori, eh? Il Sanguesporco e la terrorista… e tu cosa sei? O meglio chi sei in realtà?".

"Non ti aspetterai sul serio che te lo dica?" lo liquidò Drew, ben sapendo che fin troppo presto gli effetti dell’ultima dose di Polisucco presa sarebbero svaniti, rivelando la sua reale identità. "Se sai che sono con loro, tira pure le conclusione che più ti aggradano!".

"Oh, l’ho già fatto" lo rassicurò Nandes. "Mago, topo di fogna e con tutta probabilità nemico dello stato. Chissà a quanto ammonta la taglia sulla tua testa…".

Non ne hai la minima idea…

"Non che abbia importanza" proseguì Nandes. "Non commetterò due volte lo stesso errore: ho tenuto in vita voi due e questa piccola serpe mi si è infiltrata in seno. Se insistessi nel lasciarvi vivere, chissà che succederebbe…".

"Bene" dichiarò Artemis, con voce forte e sicura. "Allora uccidici e falla finita. Potevi farlo due mesi fa e risparmiarti un mucchio di rogne".

Nandes ridacchiò piano. "Pensi sul serio che sia così semplice, Artemis? Credevo mi conoscessi meglio. Vi voglio morti più di quanto non possiate immaginare, ma crivellarvi di colpi qui e ora non mi darebbe la minima soddisfazione. Desidero vedervi soffrire, invocare la morte… Poi forse ve la concederò…".

A Drew non piacque per nulla quel discorso: ebbe l’impressione che il suo stomaco si riempisse di acqua ghiacciata, mentre artigliava il pelo di Sirius talmente forte da farlo guaire. Arrivati a quel punto, avrebbe di gran lunga preferito una morte veloce e pulita, piuttosto che una lenta agonia.

Anche Artemis sembrava pensarla a quel modo, perché impallidì vistosamente. Quando parlò, tuttavia, la sua voce era senza inflessione. "Che cosa vuoi fare?".

"Oh, non ho ancora deciso. Troppe affascinanti opportunità tra qui scegliere… La notte mi porterà consiglio: nel frattempo, vi chiuderò da qualche parte a lasciarvi macerare nel dubbio di quello che vi attende. Sappiate che sarà qualcosa di doloroso e lento…".

"Fantastico: sono le cose che preferisco!" ribatté Artemis sarcastica.

"Sempre tagliente, vedo: nemmeno la prospettiva di morire ti riesce ad ammorbidire?".

"Fa parte del mio fascino!".

"Ovviamente". Nandes sorrise, poi fece un cenno con la mano. "Portateli via".

Almeno venti uomini li circondarono per scortarli via. prima di lasciare la sala, tuttavia una voce risuonò alta, bloccandoli.

Era JR. "Fermi!" gridò, facendosi avanti. Sullo zigomo si stava formando un livido e si teneva il braccio destro, dove Sirius l’aveva morso.

Nandes lo fissò incuriosito ma non lo fermò.

"Uno di voi mi deve qualcosa…" sibilò, fissandoli tutti con odio.

Drew pensò che si riferisse ad Ares e senza nemmeno rendersene conto si accostò al gigante, mollando la presa su Sirius. L’Animagus ringhiò in direzione di JR, muovendo alcuni passi nella sua direzione.

"JR, amico mio" lo chiamò Nandes. "Che cosa vuoi fare? Avrai presto la tua vendetta…".

"Prima voglio togliermi una piccola soddisfazione…".

Con un gesto fulmineo, estrasse la pistola dalla cintura e Sirius scattò nella sua direzione prima che qualcuno potesse fermarlo.

Poi venne lo sparo.

Drew, che si era aspettato che il colpo sarebbe stato per uno di loro, rimase per un attimo impietrito dallo stupore nel vedere Sirius cadere a terra con un debole guaito. JR esibì un ghigno soddisfatto e rinfoderò la pistola, restando a fissare l’oggetto del suo odio.

Abbiamo sbagliato tutto, pensò Drew, ancora sottoshock. Abbiamo sottovalutato l’odio di JR per Sirius. Cristo santo, non può essere vero!

La prima a riprendersi fu Artemis. "NO!" gridò scattando in avanti, svincolandosi dalla presa dell’uomo che cercò di trattenerla. "No, no, no!".

Sicuramente andando contro le aspettative di quanti li circondavano, la ragazza ignorò completamente Nandes e JR e si precipitò verso il cane steso a terra, sotto il quale si stava rapidamente allargando una pozza di sangue.

"Sirius… Sirius…" lo chiamò la ragazza, mentre le lacrime vanamente trattenute cominciavano a rigarle il volto. "Ti prego, non puoi morire così… Non per colpa mia…" sussurrò. Perché i suoi cari finivano sempre con fare le spese dei suoi errori? Prima i suoi genitori, ora Sirius… Era peggio di una calamita di disgrazie…

Cercò di tamponare il sangue con le mani, con ben poco successo. Sirius guaì debolmente, alzando appena il capo.

Artemis cercò di sorridergli. "Resisti, vecchio mio. Te la caverai… Io lo so che te la caverai…".

"’Temis". Drew si era avvicinato, eludendo a sua volta la sorveglianza, e si era chinato a sua volta sull’Animagus inerte.

"È vivo, Drew. Se agiamo in fretta…".

"Oh, tutto questo è molto commuovente" li schernì Nandes. "Mi sorprendi, Artemis. Ti credevo incapace di provare sentimenti umani. E ora ti vedo a piangere per un vecchio sacco di pulci moribondo…".

La giovane si volse verso di lui, sentendosi orribilmente scoperta: si era permessa una debolezza di troppo! Poi scorse il ghigno soddisfatto che illuminava il volto di JR e non ci vide più: una furia cieca, che di rado aveva provato in passato, la invase, sopprimendo perfino il dolore per Sirius. Era tutta colpa sua, sua e della sua dannata pistola e lei gliela avrebbe fatta pagare!

"TU, schifoso assassino!" gridò, avventandosi su di lui come una furia, consapevole in un angolino della sua mente di stare commettendo un’azione stupida quanto inutile. Ma non le importava nulla, tranne cancellare quel sorriso compiaciuto, anche a unghiate, se fosse stato necessario.

Ebbe l’appagante piacere di vedere JR trasalire, ma non riuscì a raggiungere il suo obiettivo: Drew la placcò dopo nemmeno sette passi.

"Fermati! Ti farai ammazzare!".

"Non mi importa! Non mi importa!" urlò lei, divincolandosi. "Voglio solo fargli più male possibile!".

"E Sirius? Ha bisogno di aiuto, aiuto immediato. L’hai detto tu…".

Veloce come era comparsa, l’ira scemò e lei si lasciò ricadere come un palloncino sgonfio. Si voltò verso il suo zio acquisito, che stava morendo a pochi metri da lei: l’uomo che era stato con lei quasi come un padre, o meglio quel parente strambo che ti da le caramelle sottobanco prima di cena. Non poteva perderlo…

"Sirius" sussurrò. "Sì, Sirius. Dobbiamo fare in fretta…".

I due fecero per precipitarsi verso il cane, ma furono bloccati da almeno dieci uomini con altrettante armi.

"Spiacente di interrompere l’idillio" intervenne Nandes. "Ma vi siete dimenticati di qualcosa credo: voi siete miei prigionieri. E per quel che mi riguarda, quel cane pulcioso può morire dissanguato sul pavimento!".

"Che cosa ti cambia, Nandes?" protestò Artemis, in tono veemente. "Domani saremmo tutti morti lo stesso: permettimi di tentare di salvarlo…". Non posso lasciarlo morire di questo modo!

Nandes parve rifletterci sopra.

"Ti prego…" insistette Artemis, abbassandosi ben oltre quanto si sarebbe permessa in qualunque altro momento. Ma per Sirius, avrebbe supplicato anche sui carboni ardenti.

Questa piccola umiliazione sembrò convincere Nandes. Malgrado JR gli rivolgesse uno sguardo scontento, disse: "Fate quel che vi pare… Ma non sporcatemi il pavimento. E ora portateli via!".

Senza dire nient’altro, Ares si fece carico del corpo di Sirius, cercando di tamponare la ferita come meglio poteva, poi tutti e quattro furono scortati fuori.

Per i gusti di Drew, procedettero anche troppo lentamente, malgrado quasi corressero e costringessero la loro scorta ad arrancargli dietro. Gli sembrò un’eternità il tempo necessario a raggiungere le Segrete e a venire tutti rinchiusi. Nandes aveva dato ordine di non separarli: tanto per una notte e con il cane moribondo, non sarebbero andati da nessuna parte. Tanto per precauzione, aveva messo guardie praticamente dietro ogni angolo.

Ma ai prigionieri della fuga importava poco o nulla… perché loro sapeva chi si celava sotto le sembianze di Padfoot…

Appena la porta della cella si fu richiusa alle spalle e Ares ebbe depositato Sirius a terra, quest’ultimo riprese le sue reali sembianze: era troppo indebolito per riuscire a reggere ancora la trasformazione.

"Resisti, zio Sirius" gli sussurrò Artemis, chinandosi su di lui, tamponandogli la ferita con le mani. "Resisti, ha capito?".

"Forte e chiaro, piccola". La sua voce ere poco più di un fioco mormorio.

"Dobbiamo fermare l’emorragia: sta perdendo troppo sangue…".

Rapido, Drew si sfilò la maglia e gliela passò. Lei l’afferrò, strappando poi la camicia di Sirius per poter lavorare direttamente sulla ferita: il colpo l’aveva colpito al fianco sinistro, mancandogli di pochi centimetri il fegato.

Artemis premette forte, facendo trasalire il ferito. "Ehi, fa piano…" protestò debolmente.

"Il dolore è un bene" lo liquidò lei. "Ti tiene sveglio… Resta sveglio, ok? Ascolta la nostra voce…".

"E se vedo una luce, non ci vado incontro, giusto?".

La ragazza schiacciò con tutto il suo peso. "Non è divertente… Sto cercando di salvarti la vita, zio".

"Artemis" intervenne Ares. "C’è il foro d’uscita?".

"Oh, porca… Non mi è nemmeno passato per l’anticamente del cervello… Controlla tu, per favore. Drew, procurami un’altra benda, questa ormai è zuppa…".

Mentre Ares e Artemis si affannavano intorno a Sirius, Drew prese la maglia e la camicia di Sirius, che la ragazza aveva gettato di lato. Nel farlo, la bacchetta di Sirius gli cadde tra le mani. Ma che idioti! Ci siamo dimenticati della nostra ultima risorsa.

"’Temis".

"Cosa?".

"La bacchetta di Sirius…".

La ragazza si voltò verso di lui. "Drew, pensò proprio che ti sposerò. Vieni qua, svelto".

Drew ubbidì, per quanto il suo stomaco stesse letteralmente facendo le capriole alla vista di tutto quel sangue. Non dare di stomaco, non dare di stomaco, non dare di stomaco…

Ripetendosi questo mantra mentale, si affiancò all’amica. "Che devo fare?".

"Quanto ne sai di Incantesimi di Guarigione?".

"Ehm, hai una domanda di riserva? È roba ancora troppo avanzata per me…".

"Proprio quello che temevo… Ares, dovrai farlo tu…".

"Prima di chiudere, dobbiamo estrarre il proiettile" obiettò lui. "È vicino al fegato: se suturiamo la ferita, facciamo più danno che altro…".

"OK, d’accordo. Fammi pensare. Se è vicino al fegato, è troppo in profondità per estrarlo manualmente… Drew, dovrai Evocarlo fuori!".

"Che? Sei matta? Non ho mai fatto una cosa del genere… Perché non Ares?".

"Ascolta, lo so che è difficile, ma sarà doloroso. Molto doloroso: Ares deve tenere fermo Sirius, se no facciamo solo altri danni. Devi farlo tu…".

"Ma io non ho mai fatto un Incantesimo di Evocazione!".

"La vita reale è la scuola migliore. Mi fido di te. Ci fidiamo di te…".

Drew non rispose, combattuto: poi incontrò lo sguardo di Sirius e capì che non poteva lasciarlo morire senza fare nulla.

"Cosa devo fare?".

Artemis si spostò di lato, facendogli posto; Ares immobilizzò rapidamente Sirius, coadiuvato dalla sua mole.

"Punta la bacchetta vicino alla ferita, concentra tutte le tue energie, tutti i tuoi pensieri sul proiettile. Quando ti senti pronto, usa la formula".

Drew annuì, cominciando a concentrarsi. Il proiettile, il proiettile, non esisteva nient’altro, solo il proiettile…

Ebbe la vaga percezione di Artemis che rassicurava Sirius, ma la sentì solo con un orecchio. Doveva concentrarsi sul proiettile…

"EVOCO!".

Sirius lanciò un grido lancinante, costringendo Ares a piegarsi in avanti per trattenerlo, mentre il pugno di Drew si chiudeva intorno al proiettile.

"La bacchetta, presto!" lo incalzò Artemis.

Drew la passò ad Ares quasi senza accorgersene, facendosi da parte, mentre rilasciava il fiato che aveva inconsciamente trattenuto. Ce l’aveva fatta, ce l’aveva fatta sul serio…

"Sei stato bravo". Artemis gli poggiò una mano sulla spalla, sorridendo. "Davvero bravo".

"Tu di più" si complimentò lui, ricambiando il sorriso.

Ares stava rapidamente richiudendo la ferita, che ormai non sanguinava più. Sirius si era addormentato, o forse era svenuto.

"Aiutami, dobbiamo preparare delle bende per quando si sveglierà…".

"Perché non per ora?".

"Perché deve essere in forma animale quando gliele metteremo. Altrimenti la forma non andrà bene…".

"Giusto. Se la caverà?".

"Spero… Credo di sì. Ha perso troppo sangue…".

Mentre si metteva al lavoro sulla camicia di Sirius, facendola a strisce, sembrava riflettere. "Dobbiamo avvisare l’Ordine…".

"Ci staranno aspettando" realizzò all’improvviso Drew.

"Non possono più fare nulla" dichiarò Artemis. "Non riusciranno mai a preparare qualcosa per domani. Dobbiamo avvisarli e dirgli di lasciar perdere…".

"Tuo padre…".

"Mio padre accetterà il fatto compiuto" lo zittì la ragazza. "Anche a costo di ammazzarmi, non lascerò che un altro dei miei cari rischi la pelle per me!".

Esitò un attimo, poi riprese, stavolta rivolta ad Ares: "Quando hai finito, manda un Patronus a casa…".

Il suo tono non ammetteva repliche, perciò Drew non disse più nulla. Per la prima volta da quando JR aveva sparato a Sirius, tornò a interrogarsi su ciò che Nandes avrebbe escogitato per loro l’indomani…

LYRAPOTTER’S CORNER

Ehm, in quante lingue posso dirvi che mi dispiace? Forse nemmeno inginocchiarmi sui carboni ardenti è sufficiente come scusa per l’immenso ritardo con cui posto finalmente questo capitolo. Che posso dire, ho dovuto rifinire qualche punto, sono stata colta da un raptus ispiratore per l’altra fanfiction che mi ha portato a trascurare questa e soprattutto non ho mai un minuto libero: ci ho messo due settimane a scrivere questo, dato che posso farlo solo la sera dopo lo nove…

Abbiate pazienza, ormai lo sapete che la scuola mi sta uccidendo: siamo al 26 di maggio e i miei prof sono ancora dietro a interrogare, sono ragionevolmente esaurita!!!!!!

E sempre in argomento di scuola, vi avviso che per un bel po’ questo sarà il mio ultimo aggiornamento: ora devo dedicarmi alle altre finché mi resta un po’ di tempo, poi la maturità assorbirà tutto il mio tempo e di scrivere non se ne parlerà… perciò con tutta probabilità ci risentiremo verso la metà di luglio… Lo è un’eternità, specie per il modo in cui vi sto lasciando (a questo proposito, conosco almeno un paio di persone che vorranno uccidermi per quello che ho fatto a Sirius…). Comunque, se volete rassicurazioni sul futuro, guardatevi la prima mezz’ora de Il ritorno dello Jedi

E ora passiamo ai ringraziamenti, pochini stavolta, ma forse mi sono abituata troppo bene, e come si dice sempre meglio pochi ma buoni!!!!!!

Ino chan, holà sister carissima, se sei in ritardo tu, io che dovrei dire? Anyway, il crudelissimo sta tramando, dal prossimo capitolo torna in tutta la sua crudele crudeltà!!!!!!! E già che ci sono, ti lancio un accorato appello: finisci le tue fanfiction!!!!!!

LadyMorgan, come già detto a Ino, l’Oscurissimo sta per tornare, l’ho mandato alle Bahamas per qualche giorno… Il relax concilia l’ideazione di piano malvagi… Scommetto che mi vuoi uccidere, vero? JR non era dietro l’angolo, ma in questo capitolo a dato il meglio di sé! Era ovvio che succedeva qualcosa, altrimenti era troppo facile!!!!!!!! per quanto riguarda Sirius e Luna, devo essere sincera, nemmeno io so come è saltato fuori, la cosa è cominciata in modo totalmente inconscio, erano solo amici, poi qualcuno mi ha messo la pulce nell’orecchio e ho cambiato le carte in tavola. Mi spiace se non ti piace, ma orami è troppo tardi per tagliarlo fuori…

hermione616, su questo argomento il segreto professionale mi impone di tacere, ma sappi che Sirius e Luna sono due teste dure, e io da brava sadica li farò penare ancoro un bel po’!

Deidara, scommetto che eri in febbrile attesa, eh? Finalmente c’è l’ho fatta, con un capitolo bello lungo e corposo per farmi perdonare l’attesa! Eh, l’ho già detto, Luna è una zuccona, ce ne vorrà di tempo perché tra quei due si combini qualcosa…

Un'ultima cosa, dato il contenuto di questo capitolo e dei prossimi, ho ritenuto opportuno alzare il rating ad arancione, sperando di non creare problemi a nessuno!

Con questo direi che ho finito, a questo punto, salvo miracoli che di certo non avverano (del tipo, una meteora colpisce il ministero dell’Istruzione e annulliamo gli esami), ci si risente tra un mese e mezzo, più o meno!!!!!!! Fatemi gli auguri, see you soon!!!!!!

   
 
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