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Autore: Piumadoro    07/01/2017    1 recensioni
"Privilegi e Doveri, Privilegi e Doveri. Non si parla d'altro in questa casa! Scelte ed Obblighi. Capisci?" Gridò Sirius furioso.
Star e James lo guardarono preoccupati.
"Ma hai una scelta. Hai sempre una scelta."
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: I Malandrini | Coppie: James/Lily
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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L’estate era stata una delle migliori estati per Sirius ma era passata anche in fretta. Tra giochi con l’acqua e partite di Quidditch improvvisate a cui a volte partecipava anche il signor Potter. Anche solo giocare svogliatamente a freesbee  con James mentre Star e Remus leggevano qualche libro seduti sul loro lenzuolo decorato. Ogni attimo era stampato nella sua mente illuminato da una luce dorata di felicità e malinconia. 
Peter se ne era andato un paio di settimane dopo il ballo e tutti erano certi si fosse divertito molto. Aveva una  certa ossessione per James ma a parte questo attaccamento era divertente a volte.
Quella sera di fine estate i signori Potter erano andati ad un noioso evento al Ministero e i ragazzi erano rimasti soli. Se ne stavano tranquilli nel Covo quando Star lì fissò tutti ad uno ad uno.
“Ma voi sapete cos’è un cinema?” Chiese seria.
“È una roba dei Babbani in cui guardano qualcosa tipo il teatro” Rispose James.
“E’ bello. Puoi vedere un film, sono delle immagini che si muovono sullo schermo… vorresti vederlo?” Le chiese Remus gentile come sempre.
“Mi piacerebbe andarci.” Rispose lei.
“Bene, tutti al cinema!” Comandò James. In un attimo si cambiarono e uscirono sulla strada. Chiesero informazioni ad un passante sul cinema più vicino e poi si avviarono all’ingresso.
Entrarono nella struttura tutti con gli occhi sgranati e Remus consigliò loro di guardare le locandine per scegliere il filma da vedere. Star fu colpita da una piuttosto sgargiante con una grande scritta che imitava le insegne a neon dei drive-in.
“American Graffiti.” Lesse James a voce alta avvicinandosi alle sue spalle.
“E’ un film dell’anno scorso.” Disse loro un ragazzo dietro al bancone che stava adocchiando Star da quando era entrata. “Lo rifacciamo perché è da poco uscito in Europa e ci abbiamo guadagnato abbastanza.”
“E’ un bel film?” Chiese la ragazza.
“Si, non c’è male. Se vuoi compagnia io stacco tra dieci minuti e la proiezione di quello è fra quindici.” La invitò lui.
Star sorrise delicatamente. “Mi dispiace ma io ho già un ragazzo.”
Il ragazzo scandagliò tutti i Malandrini. “Chi?”
“Non è qui ora, loro però sono mio fratello e i miei amici e sto cercando di passare con loro un piacevole pomeriggio, quindi ti ringrazio per l’offerta ma devo rifiutare.” La ragazza si avvicinò alla cassa dove un signore piuttosto anziano la guardò con rispetto.
“L’hai messo al suo posto.” Commentò l’uomo. “Comunque American Graffiti è proprio un bel film.”
“Bene, quattro per American Graffiti allora.” Sirius passò alcune banconote all’uomo sorridendo gentile.
“Ecco a voi ragazzi, passate da Tracy per i pop-corn, sono deliziosi.” Il cassiere consegnò loro i biglietti e li indirizzò con un gesto verso il bancone del cibo.
I Malandrini ignorarono il solito ragazzo che li guardava storti e si fecero servire da una ragazza dal viso comune, non eccessivamente carina ma deliziosamente simpatica. Presero tutti Coca-cola e pop-corn ansiosi di provare questa nuova esperienza entrarono in sala per primi e si posizionarono perfettamente al centro sotto consiglio di Remus.
Tutti ricorderanno per sempre l’espressione di Star appena furono proiettate le prime immagini, gli occhi le si spalancarono illuminandosi e lei si rizzò talmente in fretta da far cadere alcuni pop-corn. La ragazza non staccò mai gli occhi dallo schermo, era come ipnotizzata, rideva, si rattristiva, sorrideva e sospirava.
Alla fine del film tornare alla luce fuori dalla sala fu traumatico per tutti. Tornando a casa cantarono le canzoni del film, soprattutto Rock Around The Clock, che conoscevano già, anzi a James non sfuggì come quella canzone avesse ricordato a sua sorella di Anne.
Fu per questo che decisero di passare a casa della loro cuginetta Fay, giocarono con lei per il resto del pomeriggio e tornarono a casa solo dopo cena.
Come spesso facevano si distesero sul letto che si trovava sul soppalco nel Covo e guardarono le stelle, parlarono tra loro ridendo e scherzando.
Si, pensò Sirius, quella era stata una delle estati più belle della sua vita.
 
…………..
 
“Vi rendete conto che manca poco tempo alla fine dell’estate, vero?” Chiese loro Remus mentre prendevano pigramente il sole nel giardino di casa Potter.
“Manca così poco che sono arrivate le nostre lettere, guardate.” Star due gufi in arrivo. Entrarono tutti in casa per potersi assicurare che fossero davvero lettere da Hogwarts per l’inizio dell’anno nuovo. Purtroppo era così. Le liste dei libri e le solite raccomandazioni. Quelle notizie segnavano tristemente il momento del loro saluto e la fine della loro estate. Sirius e Remus dovettero tornare dalle loro famiglie quello stesso pomeriggio e Star e James rimasero soli.
“Su con la vita.” Cercò di rallegrare l’atmosfera il signor Potter a cena. “Vi incontrerete ad Diagon Alley per comprare i libri e gli ingredienti. James in più dobbiamo comprarti una nuova divisa, ti sei alzato molto quest’estate. Star tu potrai vedere se trovi qualcosa che ti piace, e poi vi porteremo entrambi a vedere gli accessori per il Quidditch… i miei campioni hanno bisogno del meglio!”
Ai due ragazzi sfuggì un piccolo sorriso.
“Giusto, infondo stiamo solo tornando nella nostra seconda casa.” Commentò sottovoce James.
“Nella mia prima Casa.” Lo corresse piano Star sorridendo.
 
…………….
 
 
Diagon Alley era sempre meravigliosa e piena di persone. Per prima cosa la famiglia Potter si fermò alla Gringott e all’uscita i signori Potter lasciarono ai loro figli qualche Galeone da spendere. Incontrarono quasi subito Sirius e Remus proprio dopo aver comprato la nuova divisa a James.
“Hei, sembra quasi che ci siamo messi d’accordo!” Esclamò Sirius sfuggendo in fretta dalle grinfie della sua famiglia.
“Sirius!” Cercò di richiamarlo Walburga ma Susan entrò in azione distraendola al meglio e la signora Black ne approfittò per farle qualche domanda su Star.
“Allora, manca poco e poi saremo di nuovo ad Hogwarts.” Cominciò James quando furono abbastanza lontani dalle loro famiglie.
“Oh, si. Un altro meraviglioso anno a combinare guai!” Si esaltò Sirius.
“Frena l’entusiasmo. Ti ricordo ce questo Natale siamo invitati a casa tua.” Lo riportò alla realtà Star.
“Grazie.” Replicò il Black mogio. “Ma questo che c’entra?”
“Semplice: non possiamo assolutamente permetterci che arrivi qualche notizia di qualche nostro scherzo ai tuoi genitori altrimenti questo Natale sarà un inferno.” Replicò la ragazza.
“Sarà a casa mia! E’ un inferno assicurato!”
“In effetti sarebbe meglio non peggiorare la situazione.” Si inserì Remus.
“Concordo, purtroppo.” Concluse James. “Vuol dire che non dovremo farci scoprire per nessun motivo.” Decretò infine positivo come sempre riportando il sorriso sulle labbra di tutti.
“Accessori per il Quidditch?” Chiese Star.
“Accessori per il Quidditch.” Concordarono James e Sirius con entusiasmo. Remus li seguì paziente.
Visitarono anche un negozio di scherzi che non era certo al livello di Zonko ma era abbastanza buono per fare rifornimenti prima di iniziare l’anno nuovo.  Andarono alla gelateria Fortebraccio e si goderono l’ultimo gelato dell’estate. Fu una giornata niente male secondo Remus, passare l’estate insieme li aveva uniti molto, ormai non pensava potesse più esistere una vita felice senza i suoi amici. Non c’era niente di meglio al mondo di passare del tempo con loro. Poter sentire i loro scherzi, ridere, non pensare e niente, non preoccuparsi del futuro o delle luna piene, ogni cosa era perfetta. Il tempo stesso scorreva in modo diverso quando si divertivano così infatti venne sera molto presto e per una strana serie di casi fortunati i suoi genitori decisero di cenare a Diagon Alley e James e Star convinsero i signori Potter a restare. Ovviamente Sirius fu costretto ad andare via ma ormai mancavano pochi giorni al ritorno ad Hogwarts e nessuno se la prese a male. Star diede libero sfogo alle sue abilità ed incantò di nascosto lo straccio di una cameriera che era stata scontrosa con la signora Lupin facendoglielo scivolare dalle mani un paio di volte finché nel tentativo di acchiapparlo la strega scivolò e cadde faccia a terra sul pavimento scatenando un attacco di risa che i poveri ragazzi cercavano di nascondere dietro i tovaglioli.
Remus provò più volte, mentre tornava a casa in macchina con i suoi genitori, ad immaginarsi la sua vita senza i Malandrini ma non riuscì a ricavarne niente di buono, fu solo sopraffatto da una forte malinconia che lo accompagnò fino al suo letto. Fortunatamente lì sul comodino campeggiava una delle tante foto scattate con i suoi amici e così si sentì meglio. Prima di addormentarsi cercò di ricordare cosa si erano detti mentre scattavano quella foto, chi l’aveva fatta e cosa avevano combinato subito dopo ma gli ritornarono alla mente solo immagini confuse che si unirono ai suoi sogni una volta addormentato.
 
……………..
 
Il primo settembre Sirius saltò giù dal suo letto e corse a svegliare suo fratello, preso dall’entusiasmo come era si dimenticò che in realtà non parlava con il suo vero fratello da molto tempo. Regalus lo osservò scioccato mentre Sirius lo scuoteva piano e sorrideva come un ebete.
“Torniamo ad Hogwarts!” Esclamò Sirius.
“Io odio quel posto. Solo tu sei felice lì, e ora lasciami in pace.” Ribatté Regalus freddo.
“Tu sei pazzo. E scortese. Star direbbe che sei antipatico come… come un gatto bagnato.”
“Star direbbe… James avrebbe fatto… forse Remus non aproverebbe… perché non te li sposi tutti? Stai sempre a parlare di loro. A vantarti di quanto sono fantastici, di quanto vi volete bene. Perché non te ne vai da questa casa? Vai a vivere con i tuoi amichetti… vattene.” Esplose il giovane Black in uno scatto d’ira.
Sirius smise di sorridere, suo fratello gli ricordava sé stesso prima di incontrare i Malandrini. Forse aveva sbagliato ad essere così cattivo con lui i primi anni, forse se si fosse comportato diversamente ora anche suo fratello sarebbe felice.
“I signorini sono attesi in salone.” Annunciò un Elfo dopo aver bussato sonoramente alla porta.
Era troppo tardi.
 
Remus si svegliò allegro e molto mattiniero tanto che dovette aspettare che suonasse la sveglia dei suoi genitori. Era già pronto seduto a tavola con il baule accanto a sé e due caffè caldi per accogliere i signori Lupin che gli furono molto grati. Ogni anno per loro era una preoccupazione veder partire il loro unico figlio, sapere che avrebbe dovuto affrontare da solo tutte quelle notti di luna piena, ma loro non sapevano. Non sapevano quanto i suoi amici lo rendessero felice, quanto si impegnassero per farlo sentire normale, quanto Star lo facesse sentire bene quelle notti. Essere un lupo mannaro non era più un incubo, non era neppure più qualcosa di cui vergognarsi. James, Sirius, Star, Peter e persino Lily non avevano paura di lui e lui si sentiva bene. Si sentiva amato, ed era pronto per un nuovo fantastico anno scolastico.
 
James e Sirius avevano dormito insieme, o meglio avevano mangiato caramelle e giocato a carte fino a tardi per poi crollare sul letto di James. Il risveglio fu piuttosto brusco dato che Susan cominciò a gridare contro di loro assolutamente certa di essere in ritardo ma quando furono tutti pronti fuori dalla porta dopo varie corse e strilli Henry si accorse del fatto che non solo erano in perfetto orario ma anche in anticipo.
“Scusate, devo aver guardato male l’ora.” Si dispiacque la signora Potter.
“Non importa Mamma, più presto andiamo più presto arriviamo, è meglio così.” La rincuorò Star. Non che in casa Potter non stesse bene ma Hogwarts era stato il primo luogo dove qualcuno l’avesse amata veramente, dove si fosse sentita davvero bene e al sicuro e nulla poteva rimpiazzare quel castello con il suo immenso parco e il lago. Sarebbero rimasti sempre casa sua nel profondo del suo cuore.
James le strinse dolcemente la mano. “Andiamo allora.”
 
 
……………..
 
La stazione di Kings Cross era affollata come ogni primo settembre, e Star e James si presero del tempo per notare la disperazione negli occhi degli impiegati ferroviari che si ritrovavano a dover subire mille domande su un presunto binario 9¾ senza avere la più pallida idea di che cosa fosse. La famiglia Potter decise di usare il tempo guadagnato nella loro corsa mattutina per aiutare alcuni nuovi studenti nati Babbani così venne presto il momento di attraversare a loro volta la barriera. L’Espresso per Hogwarts aspettava paziente, carico nel suo rosso acceso, pronto a condurre studenti vecchi e nuovi dritti alla meta.
I fratelli Potter caricarono i loro bauli e si misero alla ricerca dei loro amici. Incontrarono Peter e gli chiesero di restare con loro nello scompartimento per tutto il viaggio cosa che lo mandò decisamente su di giri.
“Calmati o ti farai la pipì addosso.” Commentò Sirius arrivando in quel momento.
“Felpato!” Lo salutarono i Potter.
“Qui c’è di sicuro qualcuno con un ego gigantesco… sarà quello con gli occhiali o quello con gli occhi grigi?” Domandò Remus a nessuno in particolare mentre si avvicinava alle loro spalle.
“Rem!” Star fu la prima ad abbracciarlo. Si strinsero tutti in un caloroso abbraccio che somigliava di più ad un groviglio di mani e braccia ma andava bene così.
Salutarono in fretta le loro famiglie e salirono sull’Espresso.
“Allora che è successo da quando me ne sono andato via?” Chiese Peter emozionato.
“Abbiamo migliorato alcuni esperimenti.” Raccontò James.
“E ci siamo esercitati con gli strumenti.” Proseguì Sirius fingendo di suonare una chitarra e cercando di riprodurne il suono con la voce.
“Abbiamo passato anche dei pomeriggi tranquilli, ricordi i giochi con l’acqua? Poi i Potter hanno una biblioteca molto ricca e questo ha tenuto impegnati me e Star.” Continuò Remus.
“E siamo andati al cinema! A vedere American Graffiti! Sai che in America ci sono delle cose stupende? Vorrei tanto andarci! E vedere Paradise Road.” Si entusiasmò Star.
I racconti continuarono e James mostrò a tutti le foto di quell’estate, Peter chiese di poterne tenere una in cui ci fossero tutti quanti e il giovane Potter gliela regalò volentieri. Presero moltissimi dolci dalla Signora del Carrello e mangiarono così tanto che una volta scesi dal treno si chiesero se sarebbero riusciti a mangiare qualcosa al banchetto di benvenuto. Intanto i ragazzi del primo anno seguivano Hagrid verso le barche per attraversata del Lago e loro invece salirono tranquilli su una carrozza. L’aria era ancora tiepida e portava con se ancora un leggero sapore d’estate.
“Sapete qual è il problema?” Domandò Remus appena salirono su una carrozza.
“Qual è?” Si preoccupò Peter.
“Domani è già Luna Piena.” Sbottò quello.
“E che problema c’è? Saremo con te. Come sempre. Hai finito i giorni di clinica, lupetto.” Cercò di tirarlo su di morale James.
Remus sorrise timidamente e si rilassò.
“Dovremmo festeggiare. Facciamo un bagno dal pontile?” Propose Star.
“Magari un bagno no. Ma una sfida si.” Si illuminò James.
“Di che parli? Sputa il rospo!” si incuriosì Sirius.
In quel momento però giunsero al castello. Dovettero scendere sedersi in Sala Grande e aspettare i ragazzi del primo anno. “Subire” lo Smistamento, a detta di Sirius e James, e poi finalmente mangiarono, anche se chissà per quale motivo non erano molto affamati. Con il dolce nello stomaco mentre le chiacchiere iniziavano a farsi meno assordanti ma anche meno ascoltate James rivelò ai Malandrini la sua idea.
“Facciamo a gara. Stanotte, niente mantello dell’invisibilità per me e niente incantesimi di Disillusione. Il primo che arriva al pontile senza farsi beccare vince.”
“Cosa si vince?” Domandò Star.
“Potremmo vincere il potere sui perdenti. Un giorno a testa per ogni perdente in cui si dovrà fare tutto ciò che dice il vincente.” Propose Sirius.
“Perfetto!” Esclamò Star.
“Spero che vinca tu.” Replicò Remus un po’ nervoso poggiando la mano sulla spalla della ragazza.
“Perché?”
“Perché tu sarai buona con me… non mi fido di quei due.”
Risero tutti e si prepararono ad andare a letto. L’inizio della sfida era dettato dal momento in cui l’ultimo Grifondoro si fosse addormentato. Nessuno poteva partire dalla Sala Comune, sarebbe stato troppo facile capire quando partire. Stare era nel dormitorio femminile, James si era fatto ospitare da Frank, di un anno più vecchio, Sirius era andato dai ragazzi di due anni più grandi, Remus aveva colto l’occasione per passare del tempo con quelli del primo anno e rispondere ai loro dubbi, Peter se ne stava tranquillo dai suoi ormai amici/conoscenti del terzo anno.
Remus partì per primo dato che tutti nella stanza si addormentarono alla svelta e quando scese in Sala Comune non c’era più nessuno. Star fu la seconda ma James la vide passare dal buco del ritratto, subito dopo li seguiva Sirius. Peter scese in ritardo tanto era preso dalle chiacchiere degli altri ragazzi.
Star correva come un fulmine e silenziosa come un gatto e James non riusciva a raggiungerla, riusciva a scorgere solo lo svolazzo dei suoi vestiti o dei suoi capelli ogni volta che la ragazza svoltava l’angolo ma il giovane si sentiva sicuro di sé, lui conosceva i passaggi segreti, ne prese uno che sapeva essere un rischio perché spesso la gatta di Gazza vi passava ma decise di provare. Pensò gli fosse andata bene una volta arrivato alla fine del tunnel e sbucato molto più vicino all’uscita di tutti i suoi amici ma poi si accorse si un lieve miagolio che lo seguiva e capì che Mrs Purr si era messa sulle sue tracce.
Nel frattempo in quella corsa folle Star vide Remus imbucarsi in un passaggio che conosceva, e seppe di averlo superato poiché quel cunicolo conduceva molto distante dall’uscita. Corse più forte che poteva dal momento che sentiva Sirius avvicinarsi alle sue spalle e poi non lo sentì più all’improvviso.
James era giunto al portone d’uscita e stava per spingerlo piano quando Star girò l’angolo e comparve infondo ad un corridoio.
“Non vincerai sorellina.” Sorrise lui.
In quel momento Sirius comparve tra i due fratelli sbucando da dietro un arazzo. I tre giovani si guardarono con sfida, gli occhi illuminati di adrenalina e divertimento e un sorriso quasi folle sui volti. Oltrepassarono il portone insieme e corsero liberi verso il Lago Nero prendendo velocità lungo la discesa. Star si gettò nel Lago per raggiungere il pontile a nuoto mentre James e Sirius si infilarono in due sentieri diversi. Anche attraverso i fitti rami della foresta pareva a loro di sentire le bracciate di Star e i loro respiri affannosi.
Star emerse sotto il pontile e vi si arrampicò sopra con agilità guardando verso la Foresta da dove poco dopo sbucarono i due ragazzi alla pari. I tre si guardarono di nuovo e poi un leggero colpo di tosse li sorprese.
Remus era seduto tranquillo sul pontile a gustarsi un grosso pezzo di cioccolata.
“Come sei arrivato qui Lunastorta?” Si meravigliò James.
“Credo di essere partito proprio molto presto. Ma vi assicuro che nessuno era sveglio, almeno non c’era nessuno in Sala Comune quindi sono andato…”
James e Sirius lo fissarono con la bocca spalancata e Star rise e corse a abbracciarlo felice bagnandolo un po’. “Rem ha vinto! Ha vinto!”
“Sono arrivato!” Gridò Peter giungendo sfiancato e  accasciandosi a terra.
“Ora posso decidere con chi iniziare?” Chiese Remus.
“Certo, hai un giorno per ciascuno di noi.” Gli assicurò Sirius.
“Comincio da te Peter, domani.”
“Vorrai dire oggi. La mezzanotte è già passata.” Gli ricordò James.
 
“Bene allora, dovrai svegliarti in orario oggi Peter, anzi dovrai svegliarti in anticipo e portarci la colazione a letto.” Decretò il ragazzo.
“Hai visto Remus!” Esclamò Sirius sbalordito.
“E’ malvagio dentro.” Sghignazzò Star divertita.
Peter sbuffò qualcosa che assomigliava ad un “sarà fatto” tra un respiro tremolante e l’altro.
“Bene, direi che ora possiamo tornare a letto. Saranno giorni interessanti.” Consigliò Remus.
Star si fermò ancora qualche secondo sul bordo del pontile osservando la luna quasi piena riflettersi sul lago. “Adoro essere tornata a Casa.” Commentò felice prendendo un respiro profondo. Suo fratello le scattò un foto che disturbò qualche strano animale nella foresta che ringhiò.
“Ok, ora andiamo.” Decise Peter alzandosi in piedi risoluto e rabbrividendo dalla paura.
I ragazzi risero e si incamminarono verso il Castello.
 
 
 
 
 
 
***************
 
 
Salve a tutti
Ho molta gente da ringraziare per avermi aiutato a scrivere questo capitolo, non è uno dei più belli ed è scritto molto di fretta ma è un inizio … e quando si inizia qualcosa si è già a metà dell’opera.
  
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