Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: _Qwerty_    08/01/2017    3 recensioni
Come dice Olivander (e il titolo!), è la bacchetta che sceglie il mago: quindi, perché non immaginare quale sia la bacchetta di molti personaggi di cui la Rowling non ci ha detto nulla?
Non scrivo da anni, ma tante storie e sogni sono rimasti nel cassetto e adesso provo a tirarli fuori con questa raccolta di one-shot dedicate a personaggi a me cari della saga di Harry Potter e alla loro bacchetta.
Rigorosamente canon, almeno nelle intenzioni, seguendo in primis libri e anche quanto scritto dalla Rowling su Pottermore.
Genere: Fantasy, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio, Olivander, Un po' tutti
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti, Contesto generale/vago
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
II. Twin wands

II. 



“…e per l’ennesima volta, ragazzi, niente scherzi!”
Fred e George annuirono con vigore, scambiandosi un cenno d’intesa non appena il signor Weasley ebbe voltato le spalle.
Finalmente era arrivato il giorno di comprare la bacchetta: ne avevano parlato per giorni fra loro e con i fratelli più grandi e ormai non stavano più nella pelle. Se, come aveva spiegato con dovizia di dettagli Percy, ogni bacchetta era unica e aveva caratteristiche tali da adattarsi solo al mago a cui era destinata, in una particolare combinazione di legno, anima e lunghezza che non ammetteva “doppioni” né tantomeno copie in serie, per la prima volta da quando erano nati Fred e George avrebbero avuto qualcosa di diverso fra loro. Percy però aveva accennato anche al fatto che c’erano esempi storici di maghi gemelli che avevano bacchette identiche fatte su misura, ma che in tutti i casi i maghi in questione avevano fatto una brutta fine o addirittura erano entrati troppo in contatto con la magia oscura. Non a caso, l’incantesimo Gemini modificato affinché si autorealizzasse al contatto con uno specchio adeguatamente incantato aveva fatto sì che i due maghi gemelli viennesi Max e Franz Gundel si fossero ritrovati circondati da ulteriori copie di loro stessi inaspettatamente aggressive, e nel tentativo di fermarle si fossero uccisi a vicenda. O almeno, così aveva raccontato Percy, anche se ai gemelli Weasley sembrava solo l’ennesima storiella per rimproverarli per le loro marachelle magiche, ancora potenziali, peraltro, in assenza di una bacchetta. Tuttavia, Bill aveva confermato di aver letto anche lui quella storia in un libro a Hogwarts, ma anche che dovevano stare tranquilli al momento della scelta della bacchetta, cercando soltanto di essere se stessi. Così, spenti i timori e i dubbi sulla possibilità di avere bacchette identiche, avevano passato tutto il tempo a fantasticare su come avrebbero impiegato per la prima volta la bacchetta e quale scherzo avrebbero messo su in casa. Ai danni di Percy, ovviamente.
“Buongiorno, signor Olivander. Sono qui con i miei figli per le loro bacchette” disse il signor Weasley sorridendo appena al vecchio artigiano.
“Oh, signor Weasley, come potrei dimenticare! Grandi bacchette per una grande e numerosa famiglia!” cantilenò Olivander  con un tono ironico che al signor Weasley non piaceva, ma a cui per tante ragioni era abituato, dato che anche al lavoro al Ministero non mancavano commenti sulla numerosità della sua famiglia.
“Dunque due nuovi Weasley – proseguì Olivander spostando l’attenzione su Fred e George – E due gemelli per giunta! Ah quante storie potrei raccontare sui maghi gemelli e le loro bacchette, sui pericoli e le insidie, ma anche le delizie e il fascino, della dualità identica…”
“Ce la hanno già raccontate i nostri fratelli” disse Fred con una smorfia, replicata all’istante dal fratello.
“I vostri fratelli? Quale di essi? Beh, dunque, mi rammento, castagno e tendine di drago, dieci pollici…no, era l’altro…quercia e piuma di fenice, undici pollici e mezzo… O li sto invertendo? Poi c’era il terzo, sì sì, carpino e tendine di drago, undici pollici, quello era molto deciso! E poi…”
“Ehm, signor Olivander, possiamo passare alle nostre di bacchette? Sappiamo a memoria cosa hanno i nostri fratelli, e la fenice è di Bill” disse Geoge non nascondendo impazienza.
“Ragazzi, un po’ di educazione!” esclamò il signor Weasley.
“Oh ma si figuri, hanno ragione – rispose Olivander tirando fuori il metro da sarto – Ora ragazzi uno alla volta, un passo avanti verso il metro”.
I gemelli si scambiarono un’occhiata. Era il momento.
“Prima Fred. E niente scherzi” ribadì il signor Weasley.
Fred avanzò di un passo e lasciò che il metro iniziasse a volteggiargli intorno, e dopo un paio di misure il signor Olivander era già andato in cerca di qualche bacchetta da provare.
“Ma riprenderà le misure anche a te?” domandò Fred mentre il metro gli misurava la circonferenza cranica.
“Boh, alla fine siamo uguali fisicamente – rispose George – Ehi metro, guarda che siamo uguali, prova!”
George si mise accanto al fratello e stesse le braccia avanti per invitare il metro ad andare da lui.
“Ragazzi, avevamo detto niente scherzi! La bacchetta è una cosa seria, non dovete fare confusione!”
“Sì papà, ma le misure sono uguali, non ha senso che…” cominciò George mentre il metro gli stava prendendo le tre dimensioni dell’orecchio.
In quello stesso istante sbucò Olivander da dietro uno scaffale.
“Ah, ci siamo messi avanti, vedo” esclamò, appoggiando qualche scatola sul bancone. Fred e George non riuscirono a capire se si riferiva a loro o al metro stesso, ma il vecchio mago afferrò il metro con la mano ossuta e parve leggere sopra di esso.
“Uhm, vabbè, vediamo ancora” e sparì ancora fra gli scaffali, per spuntare subito dopo con altre due scatole.
A quel punto erano ammucchiate sul bancone una dozzina di scatole e il metro si stava muovendo fra le gambe dei gemelli, che a un certo punto avevano iniziato ad alzare all’unisono prima un piede  poi l’altro, per fare un dispetto al metro, che per tutta risposta assestò ad entrambi un paio di leggere frustate con una delle estremità.
“Bene, ci siamo, alle prove. Chi di voi è il signor Fred? Provi questa, corniolo e crine di unicorno, nove pollici e tre quarti, asimmetrica ma brillante”.
I gemelli si guardarono, si scambiarono un cenno fugace e George provò a fare un passo avanti. Stava per impugnare la bacchetta, quando Olivander si avvicinò anch’egli col viso e disse:
“Lei è sicuro di essere Fred?” con sguardo inquisitore.
Un brivido passò sulla schiena dei gemelli, ma fu breve come un temporale estivo e con una risata George rispose:
“Hai visto, è più sveglio lui di tutti! Nemmeno la mamma riesce a distinguerci!”
“Ragazzi, maledizione, un po’ di serietà! Ci scusi, signor Olivander!” intervenne prontamente il signor Weasley.
Fred si portò accanto al fratello e prese la bacchetta.
Nel momento stesso in cui la prese in mano, sentì che era quella giusta.
“Ma è davvero…” cominciò, senza riuscire a trovare l’aggettivo giusto per descrivere la sensazione. Al posto suo parlò la bacchetta, per così dire, emettendo un fascio dorato e scoppiettante come un fuoco pirotecnico.
“Dai, fai provare!” fece George.
Senza pensarci nemmeno, Fred passò la bacchetta al fratello.
“No, ragazzi, così non va bene!” esclamò Olivander sgranando gli occhi.
“Ma anche a me riesce con questa, guardate!” e nel dirlo George agitò la bacchetta di Fred facendone uscire altrettante scintille dorate.
“Ma neanche per sogno!” ribatté Olivander, strappando la bacchetta di mano al ragazzo e appoggiandola sul bancone.
“Piuttosto questa, drago e pino, dieci pollici, tutt’altro che…” ma non finì la frase, perché George gli aveva appena strappato di mano la bacchetta e iniziato ad agitarla, senza produrne niente.
“Visto?” esclamò trionfante.
“Non ne ha una uguale alla mia per lui?” chiese Fred.
Il signor Olivander era allibito. Ce n’erano stati di clienti fuori dell’ordinario nel suo negozio, poteva ben dirlo, ma come quei due gemelli non ne capitavano da secoli!
“Ragazzi, basta adesso. Ci scusi ancora, signor Olivander” intervenne il signor Weasley.
Olivander scosse il capo e porse un’altra bacchetta a George.
“Ancora pino, dieci pollici, piuma di fenice. Prego”.
George la prese e la agitò, producendo uno schiocco di tutto rispetto, come uno sparo a salve. I due gemelli risero di gusto, ma Olivander tolse subito di mano la bacchetta a George mugugnando.
“Non pino, dunque, eppure…mmh, metà, ma con…mmh” sollevò una bacchetta, la osservò e la ripose nella scatola.
Il metro sul bancone si era riarrotolato un po’ e teneva le due estremità incrociate come se fossero due manine che riparavano la testa.
“Possibile?”si chiese fra sé Olivander, soppesando una bacchetta.
Poi si voltò e la porse a George, che la prese senza troppe cerimonie, pronto per l’ennesima battuta. Ma per una volta rimase senza parole quando avvertì che la bacchetta, inaspettatamente, era quella giusta.
“Eccola!” esclamò alla fine, lanciando scintille rosse e arancioni che ricaddero delicate come fontane luminose.
“Sbalorditivo” disse Olivander, con gli occhi più grandi e pallidi che mai.
Passò qualche secondo prima che si accorgesse dello sguardo interrogativo dei due ragazzi e riprendesse a parlare.
“Se è vero che i gemelli fanno spesso accadere cose inusuali, beh, non tutto è inusuale alla stessa maniera… Le vostre bacchette hanno la stessa lunghezza, sono fatte con legno di corniolo fornito dalla stessa pianta nello stesso giorno, e possiedono un’anima in crine di unicorno fornita dalla stessa creatura, ma in due tempi diversi: l’una quando era un giovane puledro prossimo alla maturità – e accennò a quella sul bancone – l’altra quando era ormai un esemplare adulto con un ruolo ben definito nel branco, secondo solo al capo più anziano”.
“Quindi sono uguali ma non del tutto?” chiese George interessato.
“Beh, in certo senso…”
“Sì dai ha senso – disse Fred – Fammi provare la tua per sentire” e prese la bacchetta di George.
“Ma non fa niente!” disse notando che la bacchetta di George in mano a lui era muta.
“La tua però funzionava” intervenne allora George, che con uno scatto troppo rapido per l’anziano mago afferrò la bacchetta di Fred poggiata sul bancone.
“No, per l’amor del cielo, non iniziate a scambiarvi!”
“Quale ha detto che era quella con l’unicorno giovane?” disse Fred.
“Adesso basta, ragazzi. Avete creato fin troppo caos al signor Olivander. Prendete ognuno la vostra bacchetta, senza scambi” disse il signor Weasley, stavolta con più decisione.
Lo sguardo severo del padre riportò i gemelli all’ordine, almeno sul momento.
Il signor Weasley pagò il negoziante e i tre uscirono, il signor Weasley col pensiero agli altri acquisti da fare e i gemelli che bisbigliavano fra loro su cosa combinare una volta a casa.
“Dobbiamo esercitarci subito – disse George – magari proviamo a incantare i calzini di Percy perché gli facciano il solletico!”
“Sì, grande! Oppure gli incolliamo insieme le pagine del suo nuovo libro di rune! Però uffa che io non posso usare la tua bacchetta ma tu la mia sì”.
“Comunque a casa riproviamo lo stesso!”
E giù smorfie malandrine.
Vedendoli uscire, il signor Olivander non aveva nascosto un sospiro di sollievo.
“Di gemelli identici non ce ne sono molti e ancora meno con un legame come quello. Erano secoli forse che non si vendevano due bacchette così simili… Sei stanco, eh? Hai fatto gli straordinari oggi! – disse rivolto al suo metro magico che ora si era avvolto più strettamente e faceva ondeggiare una delle due estremità, come a imitare un gatto che si sistema nella cesta per dormire – Una cosa è certa: di quelli là sentiremo parlare presto!”

***

Note dell’autore: ecco, così è come mi sono immaginata la prima bacchetta dei gemelli. So che l’idea non è il massimo della creatività, due bacchette identiche in tutto tranne un dettaglio, ma volevo rendere proprio l’idea di come i due gemelli siano legati nella maniera più forte possibile, più di quanto sia mai successo ad altri maghi gemelli della saga (tipo le sorelle Patil), e come già nelle bacchette ci sia la traccia del fatto che Fred se ne vada quando è ancora giovanissimo, mentre George raggiungerà l’età adulta e la maturità.
Come legno ho scelto il corniolo perché quando ho letto su Pottermore che “Dogwood wands are quirky and mischievous; they have playful natures and insist upon partners who can provide them with scope for excitement and fun.” ho pensato subito: sono le bacchette dei gemelli!
Infine, angolo pubblicità: l’idea dello specchio incantato che produce gemelli di chi lo tocca viene da una bellissima storia scovata qui su Efp: “Golem” di Ranessa, la trovate fra le mie preferite (scusate non so mettere l’html dei link): andate a leggerla che è un gioiello!

  
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: _Qwerty_