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Autore: Plimpo    08/01/2017    1 recensioni
"Tutto deve finire, tutto deve essere distrutto, tutto deve sparire, prima di rinascere."
James Potter, i Malandrini, Lily Evans, tutti loro sono stati segnati in un modo o nell'altro da quanto è accaduto quel pomeriggio dopo il G.U.F.O. di Difesa contro le Arti Oscure.
Come la storia ci ha ormai insegnato più volte, senza mai stancarsi, ciò che doveva essere una fine, non ha segnato altro che un nuovo inizio.
Genere: Avventura, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: I Malandrini, James Potter, Lily Evans | Coppie: James/Lily
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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CHIACCHIERE TRA PREFETTI.
 
Hogwarts, sesto anno
febbraio 1977



 
Prefetto. Ruolo di grande importanza e responsabilità. Un onore.
Una grande, infinita, emerita, quantità di cazzate! Questa è la verità! Perché quando i tuoi migliori amici sono i Malandrini, rischi seriamente la sanità mentale, in quel continuo conflitto interiore fra ciò che ci si aspetta da te, in quanto “adulto responsabile” e la voglia di divertirsi con gli amici.
Certo, se poi a questo aggiungiamo che la "collega" è Lily Evans, il cui scopo principale nella vita è bloccare preventivamente qualsiasi cosa James, Sirius e Peter stiano tramando, il quadro è completo. Decisamente al completo.
Ma che ci vogliamo fare? Questo è ciò che il destino gli ha riservato e questo è ciò con cui deve fare i conti.
E’ vero, quest’anno non può lamentarsi come durante il precedente, in qualche modo, più o meno, James si è dato una calmata e questo ha inevitabilmente frenato pure Sirius e Peter, in parte, ma è pur sempre una gran seccatura.
Per fortuna, questa sembra una delle serate buone, in cui la ronda non pare riservare nessun imprevisto particolare, in cui tutto ciò che deve fare è solo girare per i corridoi in compagnia di Lily ed accertarsi che il coprifuoco venga rispettato.
I passi, uno dopo l’altro, si alternano lungo il pavimento in marmo di quel corridoio del quinto piano. Silenzio. L’unico rumore è quello che dei loro tacchi che risuonano ad un ritmo cadenzato, incessante. Lo sguardo, di tanto in tanto, cade proprio sulla ragazza che gli sta a fianco.
Sembra immersa in chissà quale riflessione, chiusa in quella fronte corrucciata con le labbra strette fra di loro a formare un’unica linea sottile.
Corruga la fronte, mentre la osserva, sbatte le palpebre per cercare di capire, di cogliere qualche dettaglio.  Un’altra battaglia interiore, chiedere o rimanere in silenzio. La curiosità c’è. Vogliosa, cavalca nel petto, invitandolo a domandare, incalzare, scoprire quali pensieri affollano la mente di Lily.
Ma poi c’è un’altra voce, che assume terribilmente il suono della propria, mista a quella di sua madre, che gli ricorda che non è educato, non è rispettoso intromettersi nei fatti altrui e che proprio lui dovrebbe saperlo bene.
Come dimenticarne d’altronde? Quante volte a causa della sua condizione ha solo avuto voglia di stare in silenzio chiuso con solo i propri pensieri a fargli compagnia? Quante volte avrebbe voluto chiudere la bocca a tutti coloro che non facevano altro che porre domande scomode?
Le labbra si distendono in un sorriso amaro, malinconico forse, rassegnato senza dubbio, nella semplice constatazione che in un modo o nell’altro, la sua vita non è altro che una costante continua battaglia interiore.
Ma è la voce stessa di Lily a spezzare quel silenzio, ad evitargli quella spirale di conflitti in cui da solo si stava andando ad infilare « Senti Remus, devo chiederti una cosa..»
Lo sguardo cade su di lei, abbassa lievemente il capo, cercando d’incrociare gli occhi verdi, fissare i propri in quelli.
Serio, attento, cerca di non far trasparire alcuna emozione in particolare. China, tuttavia, il capo in avanti, in un breve e rapido gesto ad annuire, come ad invitarla a proseguire, senza problemi.
« Come fai ad essere amico di Potter, Black e Minus? » la sente buttare li.
Non è la prima che ha udito questa domanda, praticamente tutto il quinto anno è passato con questo ritornello di sottofondo. Ma, stavolta, è diverso.
«In che senso? » scruta quel volto, mentre è alla ricerca di nuove sfaccettature.
« Nel senso che tu sembri molto più maturo, attento, non fai l’idiota come loro, cercando di metterti in mostra. Io non capisco..» sfuma in un sussurro, probabilmente più riferito a sé stessa, che ad un vero commento nei suoi confronti.
C’è una nota sotto quella coltre di sorpresa e incredulità, dietro quella ruga sulla fronte, che neanche gli occhi spalancati riescono a nascondere. C’è voglia di capire, di comprendere, forse per la prima volta di scavare e grattare via la superficie. Impressione? Pia illusione? Probabile. Ma accontentare la richiesta non costa nulla, anzi.
«Beh, questo non è del tutto vero, tante volte sono stato complice dei loro scherzi, beccandomi la mia dose di punizioni..» cerca di mettere subito in chiaro, il tono è deciso, fermo. Lui non è un santo. Lui non è un così bravo ragazzo, come lo si sta dipingendo.
« Si, certo, ma non puoi metterti al loro livello. Anche Peter non è del tutto paragonabile a loro..» .
Riflette, umetta le labbra, piegandole verso l’interno. Prende tempo, non molto a dire il vero,  ma ne ha bisogno per riordinare le idee, trovare il giusto filo comune, il corretto modo di esprimere ciò che loro rappresentano per lui.
Come è possibile raccontare, spiegare che quei tre ragazzi rappresentano l’Amore con l’A maiuscola, senza scendere nei dettagli?
Non è facile, non è affatto facile.
« Prova ad immaginare dei cioccolatini ripieni..» e qui, si allarga il sorriso di entrambi, perché chissà per quale caso strano della vita con lui si finisce sempre a parlare di cioccolato  « Va bene, forse non proprio dei cioccolatini, perché loro hanno un aspetto invitante anche all’esterno, ma facciamo finta che non sia così, d’accordo? » aggiunge, fissando il proprio sguardo in quello di Lily, accompagnando il tutto con le sopracciglia inarcate, come a volerla sfidare nel tentativo di contraddirlo.
« D’accordo, d’accordo..» sembra anche lei più rilassata, ma è evidente che, nonostante quella breve risata, desideri saperne di più. Non gli resta che continuare.
« Loro sono così, danno una certa immagine all’esterno, che per quanto rappresenti una buona parte della loro stessa natura, nasconde, probabilmente, la parte migliore..» inspira, gonfia il petto, mentre le labbra si piegano in un sorriso « sono le persone migliori che conosco…»
« Sarà, ma quando si mettono ad umiliare qualcuno con i loro scherzi per il solo e puro gusto di farlo, non mi sembrano proprio le persone più buone al mondo…» Stavolta, la sente la maggior fermezza, la decisione più marcata, l’assoluta convinzione di ciò che afferma.
« No, in quel caso sono semplicemente degli idioti..» ride, divertito, perché non c’è altro che possa fare quando pensa a loro, quando ricorda i momenti passati insieme. D’altronde, sanno benissimo lui che cosa pensi di una parte delle loro “malandrinate”.
« Ma rimangono pur sempre i miei idioti…» alza le spalle, lasciandole ricadere, trovando solo in quel gesto l’unico mezzo per rendere più chiare le proprie parole, spiegare come se la situazione sia così e basta, semplicemente, senza nessun contorto giro di riflessioni.
Ed è così, con quel gesto, con quelle ultime parole che la discussione finisce e si interrompe. La ronda è terminata. I panni del Prefetto possono essere svestiti.
 
***
 
Vuoi gli onori? Ti toccano pure gli oneri, purtroppo. E oggi siamo più sul secondo piatto della bilancia, rispetto al primo.
I compiti da Prefetto impongono delle lunghe e noiose ronde, che devono essere adempiute, anche quando tutto ciò che avresti voglia di fare non sarebbe altro che stare buttata sul letto e non pensare a nulla.
Non che sia facile non pensare a nulla, tutt’altro. Ultimamente poi, con suo enorme disappunto, il pensiero di James Potter sta diventando sempre più martellante, più incessante.
Lo sta osservando da mesi, ed è evidente che c’è qualcosa di diverso.
Niente di particolare s’intende, continua ancora a fare scherzi idioti con i suoi amici di sempre, oppure ad elogiare le sue “incredibili” capacità come Cacciatore. Eppure, c’è qualcosa di diverso.
L’ha notato fin dai loro primi incontri, il suo sorriso sembra aver perso quella costante nota di superiorità, di presunzione, trasformandosi più in un sorta di smorfia autoironica, senza però perdere quella punta di arroganza che l’ha sempre contraddistinto.
Anche le sue espressioni, i suoi lineamenti, i suoi atteggiamenti, sono diventati più misteriosi, distaccati quasi, perdendo molte di quelle caratteristiche da bulletto infantile che le hanno sempre fatto saltare i nervi.
Addirittura, questo nuovo modo di approcciarsi al mondo e affrontare le questioni, sembra aver accresciuto il suo successo con le ragazze, sembrano sempre più pendere dalle sue labbra.
Ok, perché adesso sta facendo questa riflessione? Cosa interessa a lei, Lily Evans, che James Potter possa avere successo con le donne?
Perché, poi, si sta scervellando tanto sul cambiamento di Potter?
Solo pura curiosità, analisi scientifica e razionale, che chiede semplicemente di essere soddisfatta, per comprendere quale nuovo malefico piano stia organizzando quel ragazzo.
Tutto qui, niente di più chiaro, nulla di più semplice.
Lo sguardo sale su Remus al suo fianco. Lo guarda, mentre nuovi pensieri le attraversano la mente.
Si è sempre chiesta come un ragazzo come lui, con la testa sulle spalle, tranquillo, diligente, possa essere amico di quegli scapestrati. Non ha senso.
L’ha sempre visto più simile a lei che a loro. Non a caso è un Prefetto. Ma perché allora è così amico loro? Possibile che abbia visto qualcosa che lei non è mai riuscita a cogliere?
« Senti Remus, devo chiederti una cosa…» spiegazioni, è questo ciò di cui hai bisogno. Non è la prima volta che fa questa domanda, ma stavolta è diverso. Lei ha bisogno di comprendere ciò che le sfugge, lei ha bisogno di capire cosa sta dietro quei cambiamenti. Deve riuscire a dare risposte a quelle domande.
Lo vede l’invito a proseguire e non se lo fa ripetere due volte. Non vuole e non può attendere.
« Come fai ad essere amico di Potter, Black e Minus? » dice tutto d’un fiato, senza mezzi termini, senza giri di parole. E’ servito del coraggio questa volta, una forza che non ha mai dovuto richiamare tutta le volte che ha buttato questa domanda dovuta all’esasperazione per la loro ennesima malefatta.
«In che senso? »  è tutto ciò che sente, mentre gli occhi verde smeraldo cercano quelli di Lupin. Che si sia accorto di qualcosa? La domanda è piuttosto chiara, che vuol dire “in che senso”? Uno solo è il senso. Ma, se vuole risposte, deve in qualche modo farsi capire, non può sfuggire a questa verità ineluttabile.
«Nel senso che tu sembri molto più maturo, attento, non fai l’idiota come loro, cercando di metterti in mostra. Io non capisco..»  cerco di spiegarmi abbassando lievemente la voce. Non bado neanche alle parole che sto pronunciando, che già rifletto sul loro significato, su ciò che possano implicare. Cerco di analizzare ogni elemento.
Può essere che, in realtà, sia proprio la loro diversità a renderli così uniti? E' possibile che ognuno apporti qualcosa di diverso al gruppo permettendogli così di mantenere l’equilibrio?
Remus ci mette la pacatezza, la misura, rappresenta le redini e il mordente. Black, da quello che ha potuto vedere, è senz’altro lo sperone, uno dei primi ad incitare le “malandrinate”.  Pettigrew non può che essere la sella, qualcosa di comodo, compiacente su cui è possibile adagiarsi.
E Potter? Cosa rappresenta Potter?
«Beh, questo non è del tutto vero, tante volte sono stato complice dei loro scherzi, beccandomi la mia dose di punizioni..»  le labbra si piegano in un sorriso, mentre scuote appena la testa, richiamata da quel “palazzo mentale” in cui si era rifugiata per dar sfogo alle proprie riflessioni. E’ sempre il solito Remus, troppi elogi non fanno per lui.
« Si, certo, ma non puoi metterti al loro livello. Anche Peter non è del tutto paragonabile a loro..» la voce diventa più vibrante, il tono più sicuro. Lei deve farsi capire. Lui deve capire. Ogni tanto qualche complimento fa bene prenderselo.
« Prova ad immaginare dei cioccolatini ripieni..» non può non sorridere. La cioccolata è il grande amore di Remus Jonh Lupin, è assodato ormai  « Va bene, forse non proprio dei cioccolatini, perché loro hanno un aspetto invitante anche all’esterno, ma facciamo finta che non sia così, d’accordo? »
Le viene da ridere, tanto che una gli scappa pure una breve risata « D’accordo, d’accordo..» ma dura tutto un attimo, qualche secondo, la mente è già tornata al lavoro. Che sia dannata, non vuole mai dare un attimo di tregua.
« Loro sono così, danno una certa immagine all’esterno, che per quanto rappresenti una buona parte della loro stessa natura, nasconde, probabilmente, la parte migliore..» lo vede sorridere quando parla, sente quanto sia sincero, quanto creda in ogni parola che pronuncia, con una semplicità disarmante. Per lui, almeno, affermare questo sui suoi amici o che la Terra giri attorno al Sole è la stessa identica cosa. C’è un certo fascino, deve ammetterlo.
Non tanto per quello che dice, ma per come lo dice, per quella ferma e assoluta convinzione. « sono le persone migliori che conosco…»
« Sarà, ma quando si mettono ad umiliare qualcuno con i loro scherzi per il solo e puro gusto di farlo, non mi sembrano proprio le persone più buone al mondo…»  Ma anche quando affermavano che fosse il Sole a girare attorno alla Terra ne era assolutamente convinti. E’ meglio riportarlo con i piedi per terra, fargli capire che non tutto ciò che luccica è oro.
« No, in quel caso sono semplicemente degli idioti..» niente c’è poco da fare con lui, si mette a ridere. Decisamente sono su due lunghezze d’onda differente su questo punto, per quanto sembra darle ragione, le valutazioni finali sono decisamente differenti.
« Ma rimangono pur sempre i miei idioti…» è questa frase, il gesto successivo che la colpisce. Alza il capo fissando i propri occhi nei suoi, sbattendo appena le labbra. Sarà stato il tono, sarà stata quella noncuranza intrinseca nel movimento delle spalle. E’ la consapevolezza che fra loro esiste un legame più grande, più forte di una semplice amicizia. Non è solo un gruppo che si riunisce a tormentare gli altri, è qualcosa di più. I perché rimangono ignoti, ma anche la sua esistenza è impossibile da mettere in dubbio.
Ma eventuali approfondimenti devono essere rimandati, il ritratto della Signora Grassa è proprio di fronte a loro. La ronda per questa sera è ormai conclusa.




Angolo dell'autore:

Buonasera a tutti!
Spero che il capito vi sia piaciuto e non vi abbia annoiato troppo. Mi spiace per l'attesa, più lunga rispetto ai capitoli precedenti, ma tra feste e gli esami in arrivo non ho avuto moltissimo tempo. Purtroppo finchè non gli impegni non diminuiscono non so quanto riuscirò a mantenere le tempistiche precedenti.
Per quanto riguarda la storia in sè, in questo capitolo ho ritenuto giusto introdurre il Pov di Remus in sostituzione di quello di James. 
Come avrete potuto notare, anche il salto temporale è stato piuttosto ampio. Il motivo principale è che vedo il sesto anno come un periodo di transizione, pertanto, per non rischiare di annoiarvi più di quanto sto facendo, sto selezionando solo alcuni eventi significativi dal mio punto di vista, prima di giungere al settimo anno.
Sono sempre ben accette recensioni e/o messaggi privati con cui esprimete il vostro parere. Solo voi potete aiutarmi a migliorare tutto.
Ringrazio, inoltre, chi ha inserito la storia fra preferiti, ricordate, seguite. Grazie davvero!

Buona lettura e al prossimo capitolo!

 
   
 
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