Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: Thilwen    09/04/2005    10 recensioni
“Mio padre è chiuso ad Azkaban”. Questo è ciò che sussurra Draco Malfoy fra le ombre, consapevole che nulla potrà mai essere come prima, che il suo status sociale è stato rovesciato, che tutto ciò in cui ha sempre creduto non è più esule dai dubbi. Vale la pena rischiare la vita, finire in un inferno come Azkaban, per inseguire ideali che, tutto sommato, non sente propri? Tocca quindi a Draco occuparsi di se stesso e della madre, di tentare di riportare a galla la nave naufragata dall’ambizione paterna, solo e, soprattutto, consumato da una passione impossibile, fuori dalla sue mire, nata dal bisogno di amare e di essere amato.
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Ginny Weasley, Severus Piton
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
 <<    >>
Questa storia è tra le Storie Scelte del sito.
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Parte Terza: Inverno

 

Capitolo XI- L’acuminato ago del dolore

***

En iterum crudelia retro

fata vocant conditque natantia lumina somnus.

Iamque vale; feror ingenti circumdata nocte

Invalidasque tibi tendens, heu non tua, palmas.

 

Ecco, il fato crudele mi richiama indietro

Il sonno di morte cala sugl’occhi.

 Adesso addio, mi son trascinata nella profondità della notte

E non più tua, tendo verso te le mie palme stanche.

 

(Virgilio, Georgiche IV, vv. 495-499)

***

 

Un alto tiro dalla sigaretta. Un altro ancora. Ed uno nuovo.

Getto la cicca lontano, senza curarmi di dove arriva.

Ne accendo un’altra. Ed inizio a fumarla, socchiudendo gli occhi, concedendomi ancora un nuovo attimo di pace.

Vorrei avere un’altra canna alle erbe allucinogene, anche a costo di finire nuovamente dentro Zabini. Vorrei entrare in quel falso paradiso ancora per qualche ora, perdere il controllo di me e lasciarmi accarezzare da centinaia di mani. Mille dita a percorrermi il torace, disegnando arabeschi sulla mia pelle.

Un fiume di capelli rosso sangue a spegnersi  sul mio petto.

Ed entrare  in lei per uscire da me, da quest’agonia dell’anima.

Cessare di pensare, cessare di crocifiggere il cuore con l’acuminato ago del dolore.

Blaise riuscirà a procurarmi qualche erba. Riuscirà a dare sollievo al mio spirito.

Un’altra sigaretta finita.  Un’altra tregua esaurita.

Poggio le spalle sul tronco d’albero del parco di Hogwarts che da qualche ora  mi sostiene.

Il sole squallido d’inizio gennaio sta per declinare oltre ai monti, tirandosi seco una tenda di buio. La neve riflette nel bianco i suoi ultimi raggi.

Domani ricominciano le lezioni, la frenetica  corsa verso il nulla quotidiano.

Da domani dovrò sopportare anche il peso delle decine di sguardi biechi ed il canonico parlottare alle spalle.

Avete sentito tutti cosa ha fatto la madre di Draco Malfoy?

I Grifondoro banchetteranno al mio dolore, le altre case proveranno una muta soddisfazione, i Serpeverde resteranno in una grata indifferenza.

Eppure questi sono i miei problemi minori.

Mia madre è morta suicida, perché mio padre, un pluriomicida, è finito in carcere a vita.

Io rischio di fare la fine di mio padre, indiretto assassino anche di mia madre, o di restare ucciso per essermi ribellato al mio destino.

Bene.

Fino a qualche settimana fa avevo un motivo per voltare le spalle agli insegnamenti paterni, fuggire via a costo di perdere ogni cosa.

Quel motivo era mia madre, dovevo salvare e proteggere lei, dovevo occuparmi di lei.

Ma adesso?

Adesso sono solo, devo badare esclusivamente a me, e se in futuro farò il killer o il fuggitivo non fa differenza.

Non ho aspirazione, motivo d’andare avanti.

Sceglierò la strada più semplice, quella in discesa, anche se ciò porta nella profondità degli abissi.

Qualcosa si gela in fondo al mio essere. Diventare un Mangiamorte. Diventare come mio padre. Seguire le sue orme.

Uccidere mia madre per una seconda volta.

E rischiare di morire, finire incatenato nella desolazione di me stesso, finire costretto ad odiarmi e violentarmi con foga quotidianamente, finire per disperdermi nei dolori altrui.

Perdere irreparabilmente l’unica parte ancora viva di me.

Una forma di rifiuto, un rigetto violento, nasce spontaneo dal profondo di me.

No, non voglio fare il Mangiamorte.

Voglio essere lasciato in pace, per sempre, senza schierarmi da una parte o dall’altra. Voglio continuare a fumare una sigaretta dopo l’altra, steso in questo mio stato d’incoscienza a fare l’amore con me stesso.

Non posso forse vivere in quest’Antinferno seguendo la sviata bandierina degli ignavi?

Non posso raccogliere le sofferenze che scivolando dalla mia anima ricadono nell’Acheronte e tuffarmi dentro questo?*

Accendo un’altra sigaretta. Aspiro il fumo con la bramosia di chi vuole dimenticarsi di sé.

Quasi non mi accorgo della lunga e gracile ombra alle mie spalle.

Sento i suoi passi fermarsi, il suo timore costringerla a chinare il capo.

So chi è senza voltarmi.

La riconoscerei fra mille, anche in questo spasimo perpetuo, ed ha l’effetto della neve su di una ferita.

È un fastidioso sollievo.

-Non voglio la tua pietà, Weasley- le dico bruscamente senza voltarmi.

La sento allontanarsi di un passo - Io- inizia dubbiosa con la voce tremante –non sono venuta per…ti ho visto solo qui ed ho pensato di farti un po’ di compagnia. Mi dispiace, vado via.-

-Resta- la fermo subito con una fredda preghiera. Mi volto appena per vedere il suo manto grigio infuocato dai suoi capelli, l’azzurro lucido dei suoi occhi e la tristezza sui suoi lineamenti.

S’avvicina all’albero in silenzio.

Apre la bocca per dire qualcosa, ma la richiude sconfitta.

-Non c’è bisogno- la blocco spiccio, un po’ brutalmente – non voglio sentire ulteriori “mi dispiace” e “ti sono vicino”. Ne ho sentiti abbastanza. E mi sono stufato.-

Do un altro tiro alla sigaretta.

-Ti fa male fumare- mi fa notare lei, con la voce ovattata dalla sciarpa sulla bocca.

Rido crudamente – In questo momento c’è qualcosa che mi fa più male del fumo.-

Ginny Weasley si sistema le pieghe del mantello indecisa. Poi si siede al mio fianco, poggiando le sue spalle su di una parte dell’albero.

Le guardo di striscio il profilo pulito ed imperfetto, la curva plumbea delle labbra.

-Non c’è bisogno che fai la faccia triste per farmi compagnia- irrompo con un sarcasmo fuori luogo.

-Non lo faccio per farti compagnia- il suono della sua voce è aria pura fra il fumo delle mie sigarette.

La sua presenza sta assopendo l’acuminato ago di dolore del mio cuore.  Il suo respiro è analgesico, il suoi occhi la migliore erba allucinogena.

Verrei averla, qui, subito, sotto quest’albero.

Si volta lentamente a guardarmi. Il suo sguardo, nonostante sia quasi velato da alcune lacrime, è fermo, solido. Una roccia alla quale aggrapparsi.

Un mare nel quale sprofondare.

-Ti ho pensato molto durante queste vacanze, Draco – sussurra, chiamandomi per nome – l’ho saputo dopo poco…-

-Ne sono lusingato- commento acido – è bello sapere che mi pensi perché sono un disgraziato.-

-Sei cattivo- la sua voce trema un po’.

Io mi sento leggermente colpevole –Sto soffrendo, posso darti solo cattiveria. Non so cosa tu sia venuta a cercare questa sera da me, Ginny Weasley, ma questa è l’unica cosa che sono capace di darti- mi giustifico con tono un tantino meno aspro.

Un sorriso vago le attraversa appena il volto – Non sono venuta a cercare nulla da te. Volevo solo trovare te, vedere come stavi.-

-Come credevi potessi stare?- le domando stupidamente.

-Esattamente come stai- la sua risposta è sincera e lapidaria.

Restiamo in silenzio nel tempo in cui io finisco la sigaretta. Tempo che, come sempre, è troppo breve.

-Grazie- le dico di botto senza motivo.

-Per cosa?- l’azzurro dei suoi occhi si posa enigmaticamente sul ghiaccio dei miei.

Mi passo una mano fra i capelli. – Per avermi cercato.  La tua compagnia mi ha fatto sentire un po’ meglio- le mie budella si rimescolano di fronte a quest’ultima frase. La parte razionale di me resta sconvolta al suono della mia voce.

Lei diventa un po’ più pallida – Io davvero non ti capisco a volte, Malfoy.-

-Sinceramente, Weasley- concordo con un’ironia gratuita – non mi capisco neanche io.-

Lei scuote la testa e guarda nuovamente fisso avanti a sé.

-Ti sei divertita con Potter?- commento crudelmente.

Lei sbuffa –Cosa dovevo fare con Harry, sentiamo?-

-Perdere la verginità sarebbe stata un’idea- adoro vederla arrossire.

-Non un’idea mia- ribatte con una punta d’orgoglio.

-Ho capito, vuoi farti seriamente santificare- sospiro in maniera teatrale.

-No, semplicemente non voglio andare a letto con Harry Potter- conclude con sicurezza.

-È una scelta che non posso biasimare- approvo- ma non eri tu a sbavare per lo Sfregiato?-

-No- la sua risposta è secca – era una bambina che aveva il mio nome e le mie sembianze.-

-Capisco- le dico assorto – A Potter per sfiga non lo batte nessuno. Beh, Weasley, troverai qualcun altro, non temere, la tua virtù non è salva ancora a lungo.-

Si volta nuovamente verso di me. I suoi occhi non sono più lucidi ma abbagliano di una luce divertita- Adesso dimmi un po’ Malfoy, stai tentando di sedurmi?-

Scoppio a ridere falsamente senza risponderle.

Non voglio risponderle perché non posso mentirle e non ho il coraggio di dirle la verità.

Una nuovo silenzio ci abbraccia, mentre l’aria della sera si fa sempre più fredda ed il buio s’infittisce.

-Cosa farai adesso?- la voce della Weasley ha mille sfaccettature e mille richieste non fatte.

La sua domanda mi giunge all’improvviso ed il mio fuoco interiore ha una nuova scintilla.

Vorrei dirle ciò che vorrei fare adesso, ciò che vorrei farle adesso, in questo momento, per le prossime ore, forse anche per tutta la vita.

Ma non posso e, sinceramente, non ho idea di cosa farò.

Alzo le spalle.

-Vivrò, tirerò avanti, ci proverò. Devo trovare uno scopo per vivere, una ragione per lottare- scuoto il capo- Non mi resta nulla. Solo un padre in carcere ed un tutore che mi porterà più guai che altro- spiego alludendo a Piton ed alla sua posizione ambigua.

Lei si  morde le labbra, in silenzio –Si trova sempre una ragione per vivere- borbotta a mezza voce.

-Chi me la darà?- le sussurro in risposta perdendo lo sguardo nel nulla.

Sospira, la sento muoversi alla mia destra. -È tardi- questa constatazione mi ferisce, sta andando via. Ed io non voglio.

-Lo so- annuisco per convincere me stesso.

Mi volto a guardala.

Le fiamme dei suoi capelli lambiscono la semioscurità, i suoi occhi baluginano come stelle azzurre in un mare di dolore.

La sua espressione è indecisa, le si legge in volto la paura di chi non sa come comportarsi, di chi lotta fra l’istinto e la ragione.

Ma la prima ha la meglio.

Si china verso di me e mi regala un bacio.

Il suo è un bacio da bambina, lieve come un soffio, che sfiora con la bocca dischiusa il mio labbro inferiore.

Ma è solo un secondo, io non ho il tempo di reagire  che corre via ingoiata dalla notte.

 - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - -

* riferimento all’inferno Dantesco.

- - -  - - - - - - - - - - -

 

Bene, bene… siete ancora tutti arrabbiati con me perché ho fatto soffrire Draco? Spero che questo capitolo abbia placato almeno un po’ la vostra ira, nel finale si vede una pallida luce….lo ammetto,  mi ero sentita troppo cattiva ed ho deciso di dargli una caramella…

In tanti si stanno chiedendo come si evolverà la situazione…beh, ormai vale la pena continuare a leggere fino all’ultimo capitolo, no? E comunque martedì vi aspetta un altro colpo di scena che concluderà la terza parte…vi voglio numerosi a recensire, OK?

 

D’accordo, adesso le risposte ed i ringraziamenti alle recensioni del passato capitolo (scritte vagamente di fretta, chiedo scusa se c’è qualcosa che non va….)

 

nisi corvonero:  grazie, è stato molto difficile per me descrivere i sentimenti di Draco, ho sudato non poco. La figura di Narcissa credo sia emblematica per ciò che riguarda il personaggio di Draco, secondo me anche nei libri avrà il suo meritato spessore. E poi non sarà un caso che è una Black, no? Grazie per la recensione….

 

Sabry_Slytherin: oh beh, anche io in fondo all’anima ho un po’ d’umanità, quindi riceverà anche lui una piccola dose di felicità… benché questo non significa che non gliene farò passare altre, s’intende! In questo capitolo c’è un piccolo assaggio… Grazie, sono felice di essere ben  riuscita nel mio intento! Grazie per la recensione!

 

Patty: Grazie! Come ho già detto ho faticato molto  a scriverlo per non cadere sul banale, ripetitivo, eccessivo, ho voluto descrivere il dolore in mille sfaccettature, il dolore come avrebbe potuto provarlo Draco. Mi sono messa davanti al PC e mi sono detta “Cosa proverebbe Draco se questo realmente accadesse?”. Un errore nel quale potevo incappare era: “cosa proverei io se ciò mi accadesse” ed indubbiamente il capitolo non avrebbe dato lo stesso effetto. Il dolore è un sentimento universale che si presenta sotto forme diverse… Grazie!

 

Seyenne:  Il doloro di Draco è suo, personale, nascosto, vissuto con disumana forza dietro l’impassibilità del suo volto. Draco è così: freddo, distaccato anche nei suoi pensieri. Ma non sono le sue sensazioni ad esserlo, quelle navigano tempestosamente dentro la sua anima, dirottate dal suo ego tronfio e superbo… Sono felice che il capitolo non t’abbia pesato. Grazie mille per la tua sempre attenta analisi!

 

Iago:  i miei amici sono soliti dirmi che dietro il mio velo di dolce tristezza si nasconde un’indole bastarda e crudele…sì, hai ragione, sono cattivissima. Ma era necessario esserlo, e comunque solo un’emozione così forte come il dolore ha permesso alla mia vena poetica di sfociare nel passato capitolo…Ovvio che anche Draco avrà i suoi momenti felici, è risaputo che oltre che bastarda e perversa sono anche un tantino (vedi voce eufemismo) sentimentale. Grazie per il commento.

 

Byakko: non ci vorrà molto che finirò di postare la ff, d’altronde mancano solo… cinque capitolo e l’epilogo… e non mancherò ai miei appuntamenti bisettimanali! Beh, il capitolo era molto triste, però come hai ben detto la storia deve continuare e la vita non è sempre come vuoi che sia…Grazie per la recensione!

 

Tink:  Ok, hai ragione, è cattiveria e potrebbe anche sembrare gratuita ma…non è gratuita. Non tutto è come sembra…attenzione… sapevo che t’averi fatto indispettire….ovviamente non posso dirti cosa volevo precisamente dire (sembra uno scioglilingua!), ma posso metterti sulla buona via e darti un consiglio: ci sono alcune parti del precedente capitolo cadute sicuramente in secondo piano, alcune frasi che lasciano presagire qualcosa…fossi in te m’andrei a rileggere il resoconto di Silente, ma se dovessi intuire qualcosa non dirmelo nell’area commenti, sentiti libera di mandarmi un’e-mail! Spero che le tue interrogazioni siano andate bene! Grazie mille!

 

Yeran: una nuova lettrice! Mi auguro diventi anche una commentatrice!Grazie per i complimenti al mio stile, ogni qual volta qualcuno ne fa un accenno io vado sulla luna! Grazie, grazie, grazie!

 

Lollo: eh…ehm, OK, lo ammetto, il capitolo era decisamente più breve dei precedenti. Come ho detto e ripeto è stato complicato scriverlo, quasi doloroso e non ho trovato più nulla da spremere così per non essere ripetitiva e non far arrivare al suicidio i lettori ho optato per scriverlo un tantino più breve… e mandare qualche volta in più a capo! Complimenti per l’osservazione, Grazie!

 

sissichi: l’aiuto sarà indubbiamente inaspettato per lui, per noi forse un po’ meno! Comunque già da qui le cose iniziano vagamente (molto vagamente) a migliorare… si spera! Grazie per il commento!

 

Prima di chiudere volevo fare un ringraziamento speciale a Twinstar che ha lasciato uno splendido commento alla one-shot Soles occidere et redire possunt...” inviata da me quest’estate (chiunque volesse leggere e commentare s’accomodi pure, sono neanche quattro pagine, non vi costa nulla). Grazie, grazie davvero, mi sono commossa leggendo la tua recensione!

 

  
Leggi le 10 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Thilwen