3. Let eat your purpose
Il
sapone scivolava lungo pelle e cadeva a terra, spinto via dal vortice
che
risucchiava l’acqua e la faceva sparire chissà
dove. Sakura si lavò a fondo,
strofinando con forza ogni
residuo di
debolezza. Scorticò via la sensazione di colpa e fece finta
che nulla fosse
accaduto. Per chi era pratico del mestiere, risultava una manovra
rituale. Ogni
volta che si concedeva il proprio servizio, si poteva ripristinare lo
stato
originale delle cose con tanta schiuma, una spugna e psicologia
inversa. I
segni nel corpo sarebbero rimasti, ma l’animo si rinfrancava
con lo scorgere un
barlume di purezza nei ricordi delle mille mani che l’avevano
toccato e
dissacrato.
~ Note: grazie a Maoa, Sakusan, Hele91, Yuuki_4ever per aver commentato. Spero che questo capitolo non vi deluda. Un grazie anche a chi sta seguendo la FF e l'ha aggiunta tra i preferiti ~
« Hey, tesoriiiiino, sto entrandooo! » Una voce
cinguettante penetrò i muri del
bagno, seguita dal rumore della porta che si spalancava. Passi pesanti
annunciarono l’entrata di un uomo. Sakura non si scompose,
limitandosi a
chiudere il rubinetto dell’acqua e a gocciolare sul piano
doccia. Non si coprì,
né parve intenzionata a farlo quando l’uomo si
affacciò per guardarla e le
rivolse un sorrisetto sornione.
« Eccoti, tesoriiiino! »
« Cosa c’è, Kakashi? »
« Siamo freddini stasera, eh? »
Sakura scosse il capo e si allontanò verso le sue cose.
Afferrò una salvietta
dalla borsa e cominciò ad asciugarsi, tamponando la pelle
bagnata e i capelli. L’uomo
alle sue spalle non parve interessato all’intimità
della scena, ma continuò a
parlare briosamente. « Un
cliente
vorrebbe un piccolo spettacolino privato. Niente di impegnativo, le
solite cose
» Alzò la mano destra e sfregò indice e
pollice: il gesto delle banconote fruscianti.
« Hihihihi » Aveva ridacchiato,
trotterellando alle spalle della ragazza. « Gli ho detto di
aspettarti nel
salottino. E’ lì adesso… »
« Non è un pò tardi? Sto tornando a
casa »
« Oh, ma qui non è mai tardi » Aveva
commentato Kakashi, su di giri. « Colombella, certi clienti
non possiamo
lasciarli scappare. » Le posò una mano sulla
spalla e la trattenne davanti allo
specchio. « Guardati, non sei nelle condizioni di rifiutare
qualche
straordinario. » Le girò il capo, costringendola a
puntare gli occhi sul vetro.
La mano che l’aveva trattenuta le carezzò il
collo, insinuandosi negli spigoli
della clavicola. « Non dimenticarti che questo è
tutto ciò che hai, Sakura. »
La voce nell’orecchio era umida e pesante, prima che la
lingua dell’uomo
cominciasse a stuzzicarle la carnosità del lobo, bagnandolo,
massaggiandolo,
tirandolo via. « Se non ti proteggiamo qui, chi lo
farà per la strada? »
Sakura esaminò ancora una volta la propria immagine e non
trattenne un sospiro.
Si vide nuda, stanca, arida, affiancata da un uomo squallido e
spregevole.
Kakashi Hatake, nonostante il bell’aspetto e
l’intelligenza brillante, aveva
concluso la sua vita come pappone di periferia. Commerciava donne,
vendendole
per soldi ed ego personale. Della sua vita prima del Red Blood, non si
sapeva
niente. Leggende metropolitane parlavano di concussioni con la mafia
locale,
altri dicevano che avesse perso i suoi averi e la sua famiglia in un
grande
incidente. Probabilmente aveva fatto entrambe le cose, oppure non era
vero niente
e lui era solo un porco qualunque, finito in paradiso tra donne facili
e
altrettanto facili guadagni.
« Odio i riccastri del salottino privato, Kakashi »
« Oh, non preoccuparti, non preoccuparti. »
« Se è un altro dei tuoi nonnetti perversi, giuro
che ti picchio a sangue »
« Preparati e fa presto, gioiellino. » Le diede un
pizzicotto sul sedere e
s’allontanò tra una risata e l’altra.
« I clienti non si fanno mai aspettare.
Specialmente quelli che chiedono così insistentemente di
teeee! »
Umiliata, ricattata, rassegnata, Sakura Haruno dovette predisporre la
mente ad
una serata di straordinari. Capitava spesso che, adocchiate in
discoteca, le
ragazze del Red Blood venissero affittate per la notte ai portafogli
più turgidi.
Pensando alle spiacevoli possibilità di scoparsi vecchietti
bavosi, la mente di Sakura cadde
ancora una volta sull’uomo incontrato quella sera.
« Forse è lui… »
Pensò e un brivido nacque e morì lungo la
schiena.