Cap. 6
Hermione
si trovava in un sogno. Non capiva bene come facesse a saperlo, ma lo sapeva. Le sembrava di volare tra le nuvole, leggera come una piuma. Volava sempre più in alto e lassù
Viktor la stava aspettando sorridente. Si abbracciarono e cominciarono a
volteggiare in aria. Poi successe una cosa strana: Krum cominciò a fare le fusa
e a leccarla in faccia.
-
Viktor, no! Che schifo!
Krum
continuava, e intanto si riempiva di pelo rosso.
-
Viktor, dai, piantala… Viktor!
Si
svegliò. Era nella stanza di Krum e su di lei c’era Grattastinchi che le
leccava insistentemente la faccia.
-
Grattastinchi!
Per fortuna eri tu… – disse Hermione, sollevata.
Il
gatto si sfregò contro la sua guancia.
Hermione si guardò intorno. Era sola, distesa sul morbido
letto di Krum. Si alzò e si diresse verso la grande
finestra aperta che dava sul giardino. Il sole era già alto in cielo e l’aria
fresca del mattino riempiva la stanza di vita.
Stette a pensare un attimo. Come mai si trovava nella camera
da letto di Viktor? Ricordava solo quel bellissimo e prolungato istante in cui
lei e Krum si erano baciati, poi erano rimasti a guardare le stelle… e dopo?
Doveva essersi addormentata. Era tutto quello che sapeva. Ma
dov’era ora Viktor?
Improvvisamente da dietro di lei un paio di braccia le cinsero dolcemente i fianchi, stringendo le sue mani, e la
testa di Krum sbucò dai suoi capelli folti.
- Buongiorno,
Viktor – disse lei sorridendo. Krum la salutò con un bacio sul collo. Hermione
si girò verso di lui e lo baciò sulle labbra, chiudendo gli occhi. Lui le
accarezzò i capelli e cominciò a baciarla sul mento, sul collo, sulle spalle…
Hermione poteva sentire il suo respiro farsi più forte mano a mano che scendeva.
- Mi
fai il solletico, smettila! – rise divertita.
Finalmente Krum si calmò; si sedettero entrambi sul letto.
- Colazione?
– chiese. Lei annuì.
Con un colpo di bacchetta sul letto apparve un vassoio con
due tazze di caffelatte, delle brioches calde e
alcuni biscotti al cioccolato. Mangiarono scherzando tra di
loro, allegri come due bambini.
- Mi
sono addormentata, ieri sera? – chiese lei.
- Sì,
ti ho portata in mia stanza perché è più vicina – rispose
Krum – hai dormito un sacco.
- Mi
dispiace…
- Non
fa niente, anche io mi è addormentato, ma sfegliato prima di te! – disse con aria innocente.
- Ah, ma bravo… – continuarono a ridere per un pezzo, finché
Grattastinchi si intromise tra di loro, saltando in braccio a Hermione.
- Tuo
gatto è un po’ geloso, Hermione… – disse lui
accarezzandolo. Grattastinchi si ritrasse soffiando e cercò di graffiare Krum, ma
fu fermato dalla ragazza.
- Grattastinchi!
Cosa fai, stupido gatto…
- Io
non sta molto simpatico a lui, credo. – disse Krum –
Ora fado a dare da mangiare a qvei due gufi che sono in tua camera…
- Oh,
già… – Hermione si era completamente dimenticata di Leo ed
Edvige – non ti preoccupare, Viktor, faccio io…
Si alzò e si diresse verso la sua camera. La trovò in
perfetto ordine, come se non ci fosse ancora entrata. Diede qualche biscotto ai
due gufi che cominciarono a becchettarli avidamente. Poi guardò sulla
scrivania. Dov’era finita la lettera di Ron, insomma? Eppure l’aveva messa lì… Che strano...e poi c’era troppo
ordine e lei ricordava bene di aver messo a soqquadro la stanza prima di uscire
con Viktor per la passeggiata notturna sulle rive del lago, dove si erano dati
il loro primo bacio. In realtà quello era il suo Primo bacio in assoluto…
meraviglioso e indimenticabile; era perfettamente impresso nella sua mente, le
morbide labbra legate alle sue... improvvisamente si riscosse, ricordando che
stava affrontando un problema importante prima di divagare in quei dolci
pensieri, eppure… il secondo bacio era stato, se possibile, ancora meglio del
primo, più naturale ma altrettanto puro e dolce...
“INSOMMA
BASTA!!! Mi devo concentrare sulla realtà!!” pensò
irritata. “Troppo ordine… come ad Hogwarts… la scuola,
gli amici, Harry e Ron, i professori, Dobby, le sue
compagne…” DOBBY, gli elfi domestici! Possibile che Viktor avesse degli elfi
domestici in casa? Eppure non gliene aveva mai parlato
nonostante sapesse della sua fondazione CREPA… No, l’avrebbe sicuramente
avvertita. Ma allora chi era entrato nella sua camera?
Chi aveva riordinato tutto, frugando inevitabilmente nella sua roba?
Hermione
restò a riflettere così per parecchi minuti, tentando invano di trovare
risposta ai suoi quesiti, ma soprattutto cercando la lettera di Ron, in quanto
curiosa di sapere cosa mai vi fosse scritto (considerando le allusioni di
Harry, sicuramente nulla di buono…) forse una delle sue classiche sfuriate di
gelosia… proprio non lo capiva…
Stanca
di tormentarsi per qualcosa che forse non avrebbe mai saputo, fece dietro-front decisa a tornare da Viktor, assaporando al
massimo la sensazione di attesa che si insinuava in lei, per la curiosità di
sapere cosa avrebbero fatto quel giorno, ancora a casa da soli e quali
meravigliose sorprese la aspettassero in quella bellissima vacanza.
Se solo avesse
guardato fuori dalla finestra, avrebbe sicuramente
notato un pezzettino di carta che svolazzava impigliato nelle imposte. Diceva:
Con affetto
Ron