Anime & Manga > Naruto
Segui la storia  |       
Autore: Lluvia_Orihara    27/05/2009    3 recensioni
Le afose giornate d’estate sono l’ideale per un branco di bambini squinternati, che sprizzavano energie da tutti i pori. E i bambini del condominio Konoha Garden non facevano eccezione, chi meno chi più tra loro. L’età massima che i pargoli raggiungevano in quel cortile era quella dell’innocente cifra di 11 anni, ma c’era chi ne aveva anche di meno. °°° LongFic [ShikaTemari]-[SasuIno]-[NaruSaku]-[KibaHina][Accenni TemaHidan] Leggete e commentate.
Genere: Romantico, Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Ecco qui un abbozzo zia…spero vada bene

Questa è la prima fan fiction che pubblico siate clementi.

Spero possa piacervi!

ATTENZIONE: Pairing: ShikaTema, SasuIno, NaruSaku, KibaHina.

Ambientazione e trama: È ambientata in Italia e tratta di alcuni bambini che perdono un amico perché deve partire all’estero, ma torna dopo otto anni.

Enjoy J

 

_________________________________________________

 


Capitolo 1.

 

Le afose giornate d’estate sono l’ideale per un branco di bambini squinternati, che sprizzavano energie da tutti i pori.

E i bambini del condominio Konoha Garden non facevano eccezione, chi meno chi più tra loro.

L’età massima che i pargoli raggiungevano in quel cortile era quella dell’innocente cifra di 11 anni, ma c’era chi ne aveva anche di meno.

Le loro lunghe giornate estive cominciavano verso le otto, otto e mezzo massimo, quanto i genitori li parcheggiavano nell’enorme cortile, per recarsi ai turni lavorativi estivi, lasciando i propri figli liberi come bertucce dei documentari di Discovery Channel.

Di solito il primo gioco che facevano era “campana”, capeggiato dalla piccola Sabaku no Temari di appena nove anni, figlia di due impiegati, seguita a ruota dalle amichette coetanee che solitamente tracciavano con i gessi i quadrati per terra, Ino Yamanaka, Sakura Haruno e Hinata Hyuuga.

Per par condicio, ovviamente, erano costretti a giocare anche i ragazzini, che rispetto alle bambine, erano più grandi di un paio d’anni.

Il più grande era Neji Hyuuga, suddetto cugino di Hinata, insieme a Sabaku no Kankuro, fratello maggiore della piccola e mascolina Temari, un pigro bambino con i capelli a caschetto neri che si chiamava Shikamaru Nara, ed infine l’arzillo, forse troppo, Kiba Inuzuka.

Questi ultimi avevano appena finito le elementari e si apprestavano ad entrare nel duro mondo delle scuole medie.

 

Tutti insieme si conoscevano sin da piccoli, ed avevano formato una sorta di Baby - comitiva, con cui passavano la maggior parte del loro tempo, soprattutto nei tre mesi di vacanza Stop dalla scuola, a giocare fino a cadere sfiniti nell’erba.

Di solito seguiva una lunga partita di calcio, dove Shikamaru veniva letteralmente tirato per le orecchie da Temari, che era una vera forza della natura, tutta concentrata in un corpicino piccolo ed atletico come il suo.

“Muoviti femminuccia! Poltrire sulle panchine è da sfigati!”

 Gli gridò nelle orecchie, sbattendolo a centro campo e dandogli il ruolo di attaccante.

Non capiva perché quella dannata mocciosa dovesse comandarlo a bacchetta, a lui, un ragazzo, e per giunta più grande.

Non gli andava di giocare, ma non gli andava neanche di essere chiamato “femminuccia sfigata”, da una poppante con i codini che ancora ciucciava il latte dalla mamma.

Temari invece adorava correre, saltare, giocare a calcio, ad hockey, nuotare, sbucciarsi le ginocchia e detestava i pelandroni che preferivano passare la mattina a poltrire sotto un pino.

Tante’è che ogni mattina, assieme ai fratelli, accuratamente svegliati da lei con le sue graziose urla da pescivendola, andava a suonare a porta di casa Nara, per prelevare quel dannato pelandrone, nonché suo vicino di casa, e portarlo a fare un po’ di moto, a, come diceva lei “pompare un po’ di sangue al cuore”.

Di questa storia Shikamaru ne fu seccato sin da subito.

Ma non potendo nemmeno svignarsela, visto che era soggetto ai voleri della genitrice, abnorme seccatura come diceva lui, salutista come Temari, doveva sorbirsi giornate intere tra partite di calcio e gare di chi si rotolava prima dalla collina dietro casa.

Una gran bella scocciatura.

 

Quello era l’ultimo giorno delle sante vacanze estive.

Una torrida estate afosa… 40 gradi all’ombra. Ma cosa volete che importi a un gruppo di bambini intorno ai 10 che hanno la possibilità di giocare a nascondino tutto il tempo che vogliono?

 

 Infatti, come di consueto, i bambini di tutto il cortile organizzarono un mega torneo di “Nascondino”, e, ovviamente, il fesso di turno che contava sempre, era Gaara, di appena 10 anni.

I nascondigli erano estesi per tutta l’estensione del chilometrico cortile, compreso il lungo colonnato dei portici.

“1…2…3…”

“Rompiscatole mi sono nascosto io li…”

“Taci crybaby! Ci sono arrivata prima io!”

“Zitta Quadriciuffo…che ci prendono!”

“Come mi hai chiamata Kiba??”

“Zitta!”

“TANA PER KIBA DIETRO LA COLONNA!”

“Uffa! Non vale!!”

“Allora crybaby…facciamo così…tu fai da diversivo e io faccio tana libera tutti ok?”

“Perché non fai tu da diversivo? È seccante…”

“E dai!!”

“Se faccio da diversivo stai zitta…?”

“Forse…”

“È già un inizio…”

Un bambino alto all’incirca 1.50 dai capelli neri, esce dal cespuglio dov’è nascosto per farsi far tana.

La bambina dai quattro codini sorrise vittoriosa, stringendosi uno dei fermagli neri che stringevano i capelli.

Vide il bambino dai capelli a caschetto neri prepararsi ad una corsa sfrenata per fungere da diversivo.

La meta? Una panchina di pietra dove il fratello di Temari, il rosso Gaara, aveva contato.

Doveva arrivare lì e fare tana a tutti quanti, sperando che quel pigrone di Shikamaru facesse il suo lavoro.

“Spicciati!”

Gli intimò la ragazzina notando che si muoveva a passo di formica, altro che corsa sfrenata, così si avvicinò di poco spintonandolo dalla schiena verso destra dove si trovava la tana, cioè verso la fine della partita, ma anche verso la fine dell’estate.

Al solo pensiero Shikamaru piantò i piedi per terra, riflettendo un attimo sul fatto che ricominciare la scuola avrebbe comportato compiti a casa ed enormi seccature con le attività extra-curriculari; per non parlare del fatto che…

Non poté terminare il pensiero che la bambinetta bionda dietro di lui aveva cominciato a pizzicargli dolorosamente le guance.

“Accipicchia crybaby! Ti muovi, altrimenti finisce che quel cefalo di mio fratello ci trova”.

Un’altra spinta verso la meta ed il ragazzino cominciò ad avvicinarsi silenziosamente, mentre Temari, avrebbe fregato tutti arrivando dal lato opposto, dietro la tana.

“Almeno però comincia a zittirti mocciosa”.

Avvertì bruciandola con i suoi occhi scurissimi.

Temari sorrise acida facendogli la linguaccia, cosa che fece sbuffare Shikamaru, che le lanciò ancora uno sguardo, notando che si allontanava velocemente per raggiungere la meta.

Intanto il silenzioso e spietato Gaara, aveva cominciato a “mietere le prime vittime”; Hinata si era fatta trovare subito, nascosta com’era dietro al muretto accanto alla panchina che fungeva da tana; un nascondiglio decisamente calcolato male per Hinata.

Neji, scocciatosi prestissimo, si era chiamato fuori dal gioco, sedendosi poi sulla tana e aprendo un libro di Antologia per le medie, e leggendo qualcosa per prepararsi.

Naruto e Choji, due ragazzini di 10 anni, erano stati trovati in un nascondiglio impossibile da scovare: le caldaie del condominio.

Come avevano fatto a farsi sgamare?

La risposta era semplicissima: Choji, amante del cibo, si era portato dietro un pacchetto di patatine, nel caso gli fosse venuta fame, e appena arrivati al nascondiglio, aveva aperto il pacchetto di plastica cominciando a mangiare. Ovviamente neanche Naruto aveva resistito. Così il pacchetto di plastica e le fauci affamate dei due coetanei, avevano fatto scoprire i bambini.

Shikamaru, notando che Gaara si faceva sempre più vicino, cominciò a correre veloce, mandando a farsi benedire la sua amata pigrizia.

Cosa avrebbe potuto desiderare di più?

Il silenzio di quella mocciosa coi codini non poteva chiedere di meglio.

Anche se non è che gli desse fastidio…e sapeva che dopo quell’ultimo giorno di afosa estate non l’avrebbe sentita per qualche tempo.

Doveva ammettere che era un passatempo carino bisticciare con quella seccatura in miniatura. Se pur una bambina di nove anni, poteva conversare come se fosse una sua coetanea.

Forse le sue tendenze al femminismo non le poteva e non voleva sopportarle, ma comunque era parecchio interessante punzecchiarsi con Sabaku no Temari; già, molto interessante.

Mentre correva per distrarre Gaara, gli mancò un battito, e, all’improvviso, piantò i piedi per terra.

Chissà come avrebbe reagito alla notizia; ne sarebbe stata contenta, oppure ci sarebbe rimasta male?

E chissà come sarebbe stata da grande…sicuramente molto bella.

Si passò una mano nei capelli stringendosi una piccola ciocca.

“Ma guarda tu…mi sto trasformando seriamente in una femminuccia sfigata”.

Sbuffò alzando gli occhi al cielo limpido, troppo limpido per i suoi gusti.

Va bene, si sarebbe rassegnato a guardarla da lontano.

Stava per scavalcare il muretto, mentre Temari ormai era vicinissima al traguardo, quando una voce dura riecheggiò per tutta la grandezza del giardino.

Lui conosceva molto bene quella voce, e avrebbe voluto che fosse stato solo un sogno.

“Shikamaru, la cena.”

Chiamò a voce alta la signora Yoshino Nara affacciandosi al balcone del 4° piano, mentre reggeva saldamente un mestolo di metallo.

Quella donna avrebbe potuto tranquillamente lanciarglielo in testa se non fosse salito subito, ed anche la pentola con tutta la cena se era possibile.

Sbuffando scavalcò velocemente il muretto, notando, con sorpresa, che la piccola Temari era arrivata alla tana e ora era in piedi sulla panchina che dimenava le braccia a destra e a manca.

“TANA LIBERA TUTTI!”

Gridò sorridendo continuando ad agitare le braccia, poi rivolse lo sguardo a Shikamaru che affianco a lei la osservava serio, serrando le mascelle.

“Che ti prende! Abbiamo vinto!”

Scese dandogli una pacca sulla schiena. Nessuna reazione.

“Fa un po’ come ti pare.”

Tutta contenta la bambina corse verso il fratello Kankuro che la prese in braccio, festeggiando la vittoria. Shikamaru rivolse lo sguardo serio alla madre.

“Salgo subito ma’”

Mentre cominciava ad incamminarsi Kiba, Choji, Naruto e Kankuro, con il braccio la sorella che ancora festeggiava, corsero verso il piccolo Nara.

“Allora ci vedremo domani a scuola?!” chiese Kiba dando il cinque a Kankuro con la mano libera.

Shikamaru abbassò lo sguardo, portandosi lentamente le mani nelle tasche dei jeans.

“Ecco, ragazzi…io non credo ci vedremo domani”

Mosse un piede nel terreno, facendo alzare la polvere dal terreno. I quattro bambini lo guardarono interrogativi, e Temari, ancora in braccio al fratello, strinse la presa preoccupata.

Cosa poteva essere successo al suo compagno di zuffe? Dallo sguardo nulla di buono.

“Vedete, io dovrò partire domani mattina…” levò una mano dalla tasca, massaggiandosi la nuca capelluta.

I compagni del ragazzino tirarono un sospiro di sollievo.

“Ah. Non devi farci prendere questi spaventi…” Naruto non potè finire.

“Andrò a studiare in Inghilterra…” aggiunse infine Shikamaru.

Tutti sgranarono gli occhi, chi celesti, chi marroni, e chi verdi come quelli di Temari che non poteva credere alle sue orecchie.

Ma no! Era un bluff!

“Andiamo crybaby. Non fare questi scherzi idioti, lo sai bene che li detesto”.

Disse tranquillamente la bambina, scendendo dalla presa del fratello, e assestando un gancio destro sulla spalla di Shikamaru, che fermò il pugno prima che potesse andare a segno.

“Non è uno scherzo Temari…”

Detto questo si voltò per poi salire le scale che lo avrebbero portato all’androne per chiamare l’ascensore e tornare a casa, sparendo così dalle vite dei suoi amici.

Temari rimase ferma a guardare la schiena dell’amico allontanarsi, e lei non poteva farci niente.

Fece un passo in avanti, rabbioso.

“Ti odio crybaby!”

Strillò con forza in modo tale che potesse sentirlo da casa.

Lo sentì eccome.

Poco dopo anche Temari, Kankuro e Gaara vennero chiamati per la cena.

La prima che salì era Temari, che era partita correndo il lacrime dal cortile, e appena su era corsa in camera sua, senza nemmeno toccare cibo.

Nella sua camera prese a dare calci al suo armadio e picchiò i pupazzi che aveva sul letto, facendo uscire tutta l’imbottitura.

Ma ancora non si era sfogata del tutto.

Tutta la sera e la notte la passò a piangere, nemmeno lei ne conosceva il perché.

Come se quel bambino stupido ed egoista le avesse portato via qualcosa. Qualcosa di cui si era appropriato un paio di anni prima. Che magari gliel’avrebbe ridata.

E lei ci aveva creduto.

Ma con cinque parole, aveva distrutto completamente il suo piccolo mondo.

Non faceva altro che ripetere “razza di bastardo” finché esasperata dalle lacrime non si addormentò abbracciando il pupazzo con raffigurato un cervo che Shikamaru le aveva regalato per il compleanno.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

  
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Naruto / Vai alla pagina dell'autore: Lluvia_Orihara