2.
Cranberry Sauce
Ho smesso di
credere a Babbo Natale quando avevo sei anni.
Mia madre mi portò
a vederlo in un grande magazzino
e lui mi chiese
l’autografo.
(Shirley Temple)
A |
rrivare in
ritardo il giorno di
Natale non è l’ideale.
Lo sa bene Beth, mentre si stringe
contro il giubbotto nero di Daryl. Ha trattenuto il respiro per tutto
il
tragitto, cercando di non ingoiare aria, ma ormai sono quasi arrivati.
Casa sua si riconosce anche in
lontananza.
Ha un bel porticato scintillante di
luci natalizie, e lo scheletro di una renna di ferro – messa
su da Glenn, il
fidanzato di Maggie – che sbrilluccica nel cortile,
nonostante suo padre si sia
rifiutato più volte di accenderlo.
Maggie
mi ucciderà.
E quando apre la
bocca, mentre il
mezzo rallenta davanti a casa, a Beth viene un colpo.
Zach!
Zach che parla con suo fratello Shawn.
Che
cosa ci fa lui qui?
Entrambi
si voltano a guardare la moto,
increduli.
«Beth?»
mormora il suo ragazzo – ex
ragazzo, per carità! – portandosi una
mano alla testa.
Daryl ha il
buongusto di fermarsi a
pochi passi da loro; tanto per farle un altro piacere.
Lei si china appena in avanti, tanto
che la sua testa viene nascosta da quella di lui. Avvicina le labbra al
suo
orecchio e sussurra: «Non potevi fare qualche metro
più avanti?»
Lo sente scuotersi appena, come se
volesse liberarsi di una mosca fastidiosa.
«Beth?»
fa eco Shawn, con un passo
verso di lei. «Che succede?»
Beth conosce suo fratello così bene –
troppo bene – da sapere
che è solo
geloso. E che con una sola domanda ne sta facendo altre tre.
“Chi
è questo tipo?”
“Cosa
ci fai con lui?”
“Perché
l’hai portato qui?”
Lei sospira, si
stringe maggiormente
a Daryl per darsi la spinta e scendere dalla moto. Lo guarda pentita.
Anche
Shawn mi ucciderà.
La ghirlanda
sulla porta trema
appena, mentre questa viene aperta e un mare di gente si riversa fuori.
Maggie, Glenn e persino Lori!
Beth si chiede se Rick sia dentro casa,
a farsi un bicchierino con suo padre.
«Dove
– diavolo – sei – stata»
pronuncia sua sorella, raggiungendola con poche falcate. «Ho
provato a
chiamarti. Perché non rispondi mai al telefono?»
Lori la guarda
con un misto di pena e
sdegno, incrociando le braccia al petto. Come fa ogni
volta che ce l’ha con Rick. E Beth si chiede che
cos’abbia da
guardare… proprio lei, poi.
«Volevo
chiamarti…»
«Ma
non l’hai fatto» la interrompe
subito Maggie, restando a studiarla con quello sguardo da “aspetto le tue scuse, Beth.”
E non
è ancora arrivato il peggio.
Lei lo sa bene. Perché sua sorella è entrata in
una bolla dove ci sono loro due
soltanto, e non si è ancora accorta di Daryl.
E lui pensa bene di rompere la bolla…
«Ehi,
ragazzina.»
Beth si volta.
Maggie si volta. Mi ucciderà, mi
ucciderà! E Daryl è
sempre lì, appoggiato alla moto come se stesse girando un
servizio fotografico
– ecco perché Carol
è pazza di lui –
e le fa un cenno.
Solo
un cenno.
E la bolla esplode – o forse è solo
Maggie? – quando sua sorella torna a guardarla con il diavolo
in corpo.
«Sei
venuta con lui? In moto?»
«Avevo bisogno di un passaggio…»
tenta Beth, inutilmente.
«Potevi
chiamarmi!»
«Sapevo che saresti stata impegnata a
cucinare! Non volevo disturbarti!»
Glenn sembra
davvero spaventato, tanto
che si porta una mano dietro la nuca e resta in silenzio.
Lori si guarda in giro, come se
volesse essere in qualunque altro posto tranne che lì con
loro – ma non è vero…
a lei piace farsi gli affari degli altri – e Zach –
ah, già, c’è anche lui! –
è
ancora a bocca spalancata, come se avesse visto un fantasma.
Shawn è l’unico che si interpone tra
loro due.
«Finitela,
ragazze. Abbiamo gente.»
«E allora, Shawn?» lo sfida Maggie,
spostando il peso del corpo sulla gamba sinistra e portandosi una mano
al
fianco. «Non possiamo dare spettacolo?»
«Maggie,
mi dispiace. Avrei dovuto
chiamarti, ma poi Daryl si è offerto di darmi un passaggio e
ho pensato di
arrivare in tempo…»
«Daryl, eh?» Sua sorella fa un passo
avanti e lo indica, minacciosa. «Ma lo sai chi è
questo tipo, almeno?»
«Un
amico.»
La voce di Rick
la salva in corner,
giusto un momento prima che Beth pensi a cosa rispondere.
Cosa sa davvero di Daryl?
«Lo
conosci?» esordiscono in coro
Lori, Glenn e Maggie, guardandosi a vicenda.
Rick avanza con
il suo fascino da
poliziotto – senza la divisa, purtroppo!
– e non perde un attimo di vista Daryl. Fa un cenno con la
testa e tutta
l’attenzione è su di lui.
Daryl china appena il capo, come a
salutarlo.
«Ve
l’ho detto: è un amico.»
Beth rimane
incredula a guardarli –
prima uno, poi l’altro, a ripetizione – chiedendosi
perché non ne sapesse
niente.
Con il suo aspetto, Daryl non è di
certo rassicurante… eppure Rick ha parlato.
E quando Rick parla, beh, c’è da
restare zitti e ascoltare.
«Maggie»
dice poi, catturando gli
occhi di sua sorella con i suoi. «Pensi che tuo padre
sarà d’accordo di
invitarlo a restare per pranzo?»
Sua sorella
c’è rimasta così
male – spiazzata – che lì per
lì
non risponde. Non sa cosa dire.
Tocca a Shawn fare gli onori di casa.
«Certo
che sì» risponde suo fratello,
mentre Beth è sempre più incredula. «Se
è tuo amico, è anche amico nostro.»
Maggie non sembra aver recepito bene il
messaggio, tanto che Glenn le sfiora il braccio e sorride, forse per
invitarla
a dire la sua – il suo cagnolino.
«Vado a dirglielo» aggiunge Shawn,
sparendo dentro casa.
Daryl e Rick si
camminano incontro –
Beth sgrana gli occhi – e si stringono la mano, o il braccio,
anzi. Lei capisce
di avere la bocca spalancata come Zach, quando Rick le lancia uno
sguardo di
fuoco.
«Non
sapevo vi conosceste» riesce a
dire, schiarendosi la voce.
Rick sorride – e quando lui sorride,
sono cavoli! – e abbassa lentamente il capo.
«Da
molto tempo.»
«Oh.»
Hershel Greene
esce nel freddo di
mezzogiorno e li raggiunge zoppicando. Da quando gli hanno tagliato la
gamba –
in cancrena – non è mai riuscito a trovarsi troppo
bene con la protesi.
«Rick» dice, facendoli voltare tutti.
«Mi hanno detto che quest’uomo è tuo
amico.»
«È
così.»
Beth osserva il
viso di suo padre,
sperando che non cominci a sbraitare: “è
la mia fattoria, è la mia decisione! Tocca a me
decidere.”
Ma Hershel posa i suoi occhi stanchi
su Daryl e lo studia un momento prima di parlare.
«Allora
insisto affinché rimanga.»
Nemmeno Glenn sembra riuscire a
trattenere Maggie in piedi – è sconvolta,
poverina! – tanto che allunga una
mano verso suo padre e mormora: «Papà?»
Daryl sposta lo
sguardo su Beth,
scrolla le spalle con noncuranza – finta!
Finta noncuranza, ovviamente – e dice l’unica cosa
che lei non si aspettava che
dicesse.
O che sperava non dicesse.
«Che
c’è per pranzo?»
Rick ride, e
Beth cerca subito di
imitarlo insieme a Glenn e Shawn. Maggie e Zach sono ancora troppo
costernati
per parlare, come se non si fossero resi conto della situazione.
Ed Hershel… lui solleva il mento,
come quando qualcosa non gli quadra, e resta in silenzio.
«Tacchino
arrosto…» blatera Maggie,
che dopo un’occhiata del padre si è sentita
costretta a rispondere. E sembra
costarle un bello sforzo! «Con
cranberry…»
«Cranberry?»
Daryl deve aver
scambiato quella
parola con “fogna”, visto il modo in cui ha storto
la bocca.
Beth si guarda i piedi – in realtà
vorrebbe scomparire – e spera che lui non aggiunga altro.
Ma
è Daryl, accidenti!
«Vuoi
dire quello schifo ai mirtilli
rossi?»
«Daryl!»
lo ammonisce Beth, senza
riuscire a trattenersi.
Rick si schiarisce la voce, mentre
Maggie torna all’attacco. «Sì, Daryl.
Quello schifo ai mirtilli rossi.»
«Gradirei un altro linguaggio in casa
mia, ragazzo» aggiunge Hershel.
Ma Daryl guarda
solo Beth, allargando
le braccia. «Che c’è? Sembrano
emorroidi.»
Glenn accenna un
risata – interrotta
da un’occhiataccia da parte di Maggie – e Rick
pesta un piede a terra, come se
si trovasse davanti a un cavallo imbizzarrito.
«Dovresti
andartene» aggiunge sua
sorella, tornata padrona di sé. Purtroppo
per Daryl.
Lui annuisce,
stringe le labbra e
lancia un’ultima occhiata a Beth prima di raggiungere la sua
moto.
Rick sembra davvero dispiaciuto,
tanto che fa alcuni passi avanti per fermarlo, ma è Daryl!
Non si può ragionare
con lui.
Hershel usa la spalla di Glenn come
un bastone, e lo guarda mettere in moto.
Peccato,
dice una vocina nella testa di Beth. Ma
no! È Daryl.
Però, mentre lo osserva partire, lei
non riesce a ignorare l’imbarazzo e l’emozione che
ha provato quando era sola
con lui…
E
se… se fosse rimasto?
Sarebbe cambiato qualcosa?
«Beth!»
riprende Maggie, come se il
discorso non fosse ancora chiuso. «Che ti salta in testa?
Presentarti con quel
tipo…»
Sarà
un pranzo molto lungo, pensa Beth,
avviandosi verso casa.
Sono tre giorni
che Daryl non passa
dalla caffetteria, e quando finalmente Beth lo vede entrare, tutta
l’irritazione passa in un istante.
In fondo è la prima volta che
qualcuno dice a Maggie cosa pensa della sua salsa cranberry!
Come potrebbe avercela ancora con
lui?
«Ciao,
Daryl» esordisce Carol,
anticipandola.
Sta pulendo il bancone – da brava
maniaca della pulizia, lo fa continuamente – e si sporge in
avanti, sorridendo.
Beth sta servendo un cliente in quel
momento, e si volta per salutarlo con un cenno.
«Ehi»
risponde lui, avanzando fino
agli sgabelli di ferro.
Ne infila uno sotto le gambe e batte
una mano sul banco.
«Caffè,
bollente.»
Quella mattina,
la caffetteria è
gremita di gente. Ma Carol si affretta ad annuire e a servirlo per
primo.
«Dove sei finito?» la sente chiedere,
Beth.
Vorrebbe tanto saperlo anche lei! È
la prima volta che sparisce per giorni.
Daryl scuote la testa, come se non lo
sapesse nemmeno lui – tipico,
pensa
lei, servendo tè e biscotti ad alcune ragazze.
«Daryl…»
Carol pronuncia quel nome
con una dolcezza che fa venire uno strano prurito a Beth. Accidenti! «Sono giorni che
non vieni. Dove sei stato a Natale? Ti
avevo invitato a casa mia, con Sofia…»
Ora Beth
è concentrata solo su loro
due.
Mentre il suo capo posa gentilmente
la tazza di caffè davanti a Daryl, chinandosi in avanti con
una strana intimità, lei
si sente… si sente in
fiamme!
«Ehm…»
dice la ragazza che ha appena
servito, guardandola come a dire: “puoi
andare, grazie.”
«In
giro» risponde Daryl, mentre Beth
annuisce e si allontana dal tavolo.
Infila il vassoio sotto il braccio e,
a passo di lumaca, raggiunge il
retro.
«Ehi,
ragazzina» la chiama lui, con
un cenno della mano. «Vieni un po’ qui.»
Beth si sente risplendere, avanzando
fino al bancone. «Sì?»
Sarà
anche Daryl, ma certe attenzioni
non si disdegnano mai!
Ha la sensazione che le offrirà un
altro passaggio in moto – come le ha promesso – o
che racconterà a Carol di
Natale e di sua sorella. Beth ha già deciso che
riderà alle sue battute, giusto
per far capire al capo che c’è concorrenza.
«Le
mie uova?»
Lei sente la
mascella cedere – e
l’occhiata di trionfo di Carol addosso – e lo
guarda con un certo astio.
«Come,
scusa?»
«Le
mie uova, Beth. È così che ti
chiami, giusto?» risponde, aggrottando la fronte.
Come
fa a non ricordarselo?
Le ha dato un passaggio in moto! Ha
scherzato con lei! Hanno diviso un pasto!
«S-sì»
balbetta lei, chiedendosi come
possa fare finta di niente!
«Perché
non vai a prepararle?»
È una
fortuna che abbia solo il
vassoio tra le mani, pensa Beth. Perché ora come ora
vorrebbe tanto versargli
addosso qualcosa! Magari quel caffè bollente che Carol ha
preparato con tanta cura.
«Beth
ci stava giusto andando» si
intromette il capo, con un sorrisetto soddisfatto. «Non
è vero, Beth?»
Il suo nome, ripetuto in quel suo modo,
la fa scattare in avanti. Tanto
che trova il coraggio di rispondere.
«Ci
vuoi anche un po’ di salsa cranberry,
Daryl?»
Ora è
lei a sorridere, mentre gli
vede andare il caffè di traverso.
Lo sente tossire, mentre Carol sembra
chiedersi di che diavolo stiano parlando.
«Allora?»
Daryl la guarda
– per un lungo, lunghissimo
istante – tanto che Beth si
ritrova a deglutire.
Sostieni il suo
sguardo, sostieni il suo sguardo. Non abbassarlo.
«Ma
guarda…» dice lui con voce
limpida, come se fosse divertito – o come se avesse pronta
una delle sue solite
battute. «Ragazzina, ti sei sbagliata. Io quello schifo non
lo mangio.»
Colpito
e affondato.
Beth non
aspettava altro. «Oh, ma lo
ricordo bene. C’ero anch’io
quando…»
«Forse
è meglio se vai» la interrompe
Daryl, mentre Carol sembra avere un rospo in gola.
Si starà chiedendo come mai lei non
ne sapesse niente, come poteva non conoscere l’avversione del
suo adorato verso quella
salsa…
«Cranberry?» mormora il capo.
No, è evidente che Beth si è
sbagliata… Carol è rimasta ferma a quella parola,
troppo scioccata per reagire.
«Che
c’entra la cranberry con le
uova?»
Ora,
però,sono guai.
Carol si è girata verso di lei, e la
sta guardando con aria antipatica. Incrocia le braccia al petto e
aspetta una
risposta.
E
ora, che cavolo dico?
«Ecco…»
comincia Beth, senza sapere
cosa dire.
Non è
più così sicura di voler
arrivare in fondo! Provocare Daryl è un conto, ma affrontare
Carol… Carol è più
dura di lui; senza contare che è del suo capo che si tratta!
E che senza quei soldi, Beth potrebbe
essere costretta ad accantonare il suo sogno.
È
un bel sogno, pensa, mentre
incrocia il suo sguardo.
«Carol»
si intromette Daryl,
spostando gli occhi su di lei. «Vorrei le mie uova, se non ti
dispiace.»
«Ma
certo…» Il capo, zittito e
dispiaciuto, la guarda e sembra concederle il permesso di andare.
Beth non se lo
fa ripetere due volte:
si fionda in cucina, porta una mano al petto e si abbandona contro il
lavandino.
Che cosa le è preso?
Perché provocare Daryl davanti a
Carol?
Sa bene che non vuole. Lei non vuole mai
lasciarli discutere, dice che
danneggia l’immagine del locale. Ma Beth non le ha mai
creduto…
Daryl
non si tocca, non se
è presente il capo.
«Beth!»
chiamano dalla sala.
E mentre esce per raggiungere i
clienti che l’hanno chiamata, Beth intercetta lo sguardo di
Daryl. Sembra… divertito,
sì, divertito è il termine
esatto.
«Le
mie uova?» ripete, facendo una
smorfia.
Beth solleva gli
occhi al cielo.
«Stanno bruciando, Daryl.»
Carol abbandona
la postazione,
correndo ai fornelli a controllare. Ma in realtà, Beth non
le ha nemmeno tirate
fuori dal frigo, le sue maledette uova.
«Beth»
ripete il cliente, e quando
lei se lo trova davanti frena di colpo.
È Zach! Di nuovo!
«Che
ci fai qui?»
Lui si piega in
avanti,
accarezzandosi un ginocchio e guardandola con l’aria di un
cane bastonato.
Non
sono Maggie, pensa Beth. E abbiamo abbastanza animali a casa.
«Sono
venuto per te.»
«Mi stai sommergendo di messaggi»
mormora lei, indicandogli l’orologio e la sua divisa. Sto lavorando, accidenti!
Lui solleva
l’indice. «Un tentativo
al giorno. Voglio prendermela comoda per riconquistarti.»
«Prendertela
comoda?»
Ora, nel resto
del locale sembra
sceso il silenzio. Beth riesce a sentire gli occhi di Daryl sulla
schiena, e
non vuole fare brutta figura.
Non vuole farne nessuna.
«Non
voglio metterti fretta.»
Ma poi non riesce a trattenersi:
scuote la coda bionda, ignorando le tre ragazze al tavolo vicino e le
loro
occhiate curiose.
«Mi
stai mettendo pressione, Zach,
non fretta.»
«Beth»
chiama Carol, e dal tono non
sembra nulla di buono… «Non hai preparato le uova
per Daryl.»
Lei china il capo e si volta,
incamminandosi verso il bancone. «Vado subito.»
«Aspetta!
Perché Daryl era con te a
Natale?»
Se il silenzio
di prima l’aveva messa
in agitazione, ora Beth sente il gelo spargersi nel locale.
Incontra gli occhi di Carol, gli
interrogativi che aleggiano sul suo viso, e poi quelli di Daryl.
Sembra… nervoso. Sì, nervoso, anche
se non sa perché.
In fondo non hanno fatto nulla di
male!
«Era…
con te?» ripete il capo, ma non
sembra nemmeno una domanda.
Lei non sa cosa
dire. Vorrebbe tanto
rispondere con una battuta, ma in quel momento non gliene viene nessuna.
È
tutta colpa di Daryl, accidenti!
«Le ho
dato un passaggio» borbotta Daryl,
sorseggiando il suo caffè.
Beth si sente
improvvisamente grata.
Giusto! Le ha dato solo un passaggio! Che c’è di
male?
Carol non ha certo di che essere
gelosa…
«Non
sembrava» si intromette Zach,
appoggiando un gomito al tavolo. Beth ha tanta voglia di strozzarlo,
chissà
perché! «No, non sembrava proprio da come eravate
stretti.»
Daryl sta per
sputare – Beth non ha
dubbi – tutto il caffè sul bancone.
«Stretti?»
ripete Carol, come un
dolce pappagallino.
E lei si ritrova a farle il verso. «Stretti?»
Forse Zach si
è messo in testa di
farla licenziare… Non c’è altra
spiegazione.
Magari si è stancato dei giovedì
sera, quando Carol permette a Beth di cantare per tutto il locale. I
momenti in
cui si sente davvero viva!
Mentre Daryl la guarda con
un’espressione disgutata sul volto…
«Beh,
insomma, eri abbracciata a
lui.»
Se ci fossero
coltelli sul banco,
Beth è sicura che li prenderebbe, usando Zach come bersaglio.
«Abbracciata
a lui?»
Carol
è andata in tilt, non c’è molto
da aggiungere. Non fa altro che ripetere ogni scemenza esca dalla bocca
di
Zach. E poi la guarda. Dio, come la guarda!
Beth si sente un po’ spaventata da
quel lampo negli occhi.
«Eravamo
in moto, Carol. Certo che mi
sono stretta a lui» spiega, gesticolando. Poi si volta verso
Zach, ripetendo le
stesse cose. «Eravamo in moto, Zach! Ti si è fuso
il cervello a furia di
guardare serie tv?»
Carol poggia una
mano sul bancone, e
rimane a studiare Daryl. Come se lui le dovesse una qualche
spiegazione! Mica
sono sposati…
E Zach… Zach si alza.
«Ho
visto che eravate in moto, Beth.»
Beth scuote
forte la testa,
digrignando i denti. «E allora qual è il
problema?»
Daryl tira fuori
alcune monete dalla
tasca e le lascia cadere sul bancone, spingendo tutti a guardarlo.
Lascia lo sgabello, solleva due dita
verso Carol e se ne va come se niente fosse.
Come se lui non c’entrasse nulla!
Accidenti
a me quando gli ho detto di sì.
«Daryl!
Aspetta!» grida Carol,
allargando le braccia come in un film d’amore. «E
le uova?»
Ma lui
è già fuori, in strada. Beth
riconosce un cenno rivolto a lei oltre i vetri.
Sembra dirle: “cavatela da sola. Mi
sono stancato.”
Ed è proprio tipico di Daryl…
lasciarla nei guai!
«Beth»
La voce di Carol è mutata: ora
sembra di essere in un film dell’orrore! «Che cosa
è successo a Natale?»
Lei comincia a
tossire – a più non
posso – e si rifugia in bagno.
Scusami!
Grida a gesti, chiudendosi la porta alle spalle.
Per
colpa di Zach, per colpa di Daryl
– ma anche per colpa di Carol, che l’ha lasciata
sola a Natale – ora il mondo
di Beth sembra capovolto.
Tanto varrebbe aspettare
l’Apocalisse!
Forse
in quel caso avrei più possibilità di
sopravvivere… pensa
Beth, sciacquandosi il viso.
Note
dell’autrice:
E ci siamo! Beth
è nei guai, anche se
nel prossimo capitolo non
ripartiremo
da qui.
Grazie mille. A voi che avete letto,
recensito, apprezzato. A chi ha inserito la storia tra le preferite o
mi ha
scritto un messaggio in privato. È bello, è rilassante
scrivere questa storia, quindi lasciate che lo ripeta (tipo Carol, a
pappagallo): grazie. Davvero.
Celtica
A presto!