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Autore: Celtica    11/01/2017    7 recensioni
Coffee Shop!AU! | Bethyl
Il finimondo.
Succede questo nella vita di Beth, dal momento in cui Carol la lascia sola. Sola, al lavoro, la mattina di Natale. Con Daryl come unico cliente. E dopo che proprio lui si offre di riaccompagnarla a casa... per il cuore della giovane Greene è la fine.
Dal terzo capitolo:
«Non sono innamorata di te.»
«E invece sì.»
«Come fai a dirlo?»
«Il cliente ha sempre ragione.»

Dal quinto capitolo:
«Guarda che ti ho capito, sai. Fai finta di non sopportarmi solo perché ti piaccio troppo.»
«Pensi davvero di essere una ragazzina sveglia, non è vero?»
Genere: Comico, Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Beth Greene, Carol Peletier, Daryl Dixon
Note: AU | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
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Cranberry Sauce
n

2. Cranberry Sauce

 

 

Ho smesso di credere a Babbo Natale quando avevo sei anni.
Mia madre mi portò a vederlo in un grande magazzino
e lui mi chiese l’autografo.
(Shirley Temple)

 

 

 

A

rrivare in ritardo il giorno di Natale non è l’ideale.
Lo sa bene Beth, mentre si stringe contro il giubbotto nero di Daryl. Ha trattenuto il respiro per tutto il tragitto, cercando di non ingoiare aria, ma ormai sono quasi arrivati.
Casa sua si riconosce anche in lontananza.
Ha un bel porticato scintillante di luci natalizie, e lo scheletro di una renna di ferro – messa su da Glenn, il fidanzato di Maggie – che sbrilluccica nel cortile, nonostante suo padre si sia rifiutato più volte di accenderlo.

Maggie mi ucciderà.

E quando apre la bocca, mentre il mezzo rallenta davanti a casa, a Beth viene un colpo.
Zach! Zach che parla con suo fratello Shawn.
Che cosa ci fa lui qui?
Entrambi si voltano a guardare la moto, increduli.

«Beth?» mormora il suo ragazzo – ex ragazzo, per carità! – portandosi una mano alla testa.

Daryl ha il buongusto di fermarsi a pochi passi da loro; tanto per farle un altro piacere.
Lei si china appena in avanti, tanto che la sua testa viene nascosta da quella di lui. Avvicina le labbra al suo orecchio e sussurra: «Non potevi fare qualche metro più avanti?»
Lo sente scuotersi appena, come se volesse liberarsi di una mosca fastidiosa.

«Beth?» fa eco Shawn, con un passo verso di lei. «Che succede?»
Beth conosce suo fratello così bene – troppo bene – da sapere che è solo geloso. E che con una sola domanda ne sta facendo altre tre.

“Chi è questo tipo?”
“Cosa ci fai con lui?”
“Perché l’hai portato qui?”

Lei sospira, si stringe maggiormente a Daryl per darsi la spinta e scendere dalla moto. Lo guarda pentita.
Anche Shawn mi ucciderà.

La ghirlanda sulla porta trema appena, mentre questa viene aperta e un mare di gente si riversa fuori.
Maggie, Glenn e persino Lori!
Beth si chiede se Rick sia dentro casa, a farsi un bicchierino con suo padre.

«Dove – diavolo – sei – stata» pronuncia sua sorella, raggiungendola con poche falcate. «Ho provato a chiamarti. Perché non rispondi mai al telefono?»

Lori la guarda con un misto di pena e sdegno, incrociando le braccia al petto. Come fa ogni volta che ce l’ha con Rick. E Beth si chiede che cos’abbia da guardare… proprio lei, poi.

«Volevo chiamarti…»

«Ma non l’hai fatto» la interrompe subito Maggie, restando a studiarla con quello sguardo da “aspetto le tue scuse, Beth.”

E non è ancora arrivato il peggio. Lei lo sa bene. Perché sua sorella è entrata in una bolla dove ci sono loro due soltanto, e non si è ancora accorta di Daryl.
E lui pensa bene di rompere la bolla…

«Ehi, ragazzina.»

Beth si volta. Maggie si volta. Mi ucciderà, mi ucciderà! E Daryl è sempre lì, appoggiato alla moto come se stesse girando un servizio fotografico – ecco perché Carol è pazza di lui – e le fa un cenno.
Solo un cenno.
E la bolla esplode – o forse è solo Maggie? – quando sua sorella torna a guardarla con il diavolo in corpo.

«Sei venuta con lui? In moto?»
«Avevo bisogno di un passaggio…» tenta Beth, inutilmente.

«Potevi chiamarmi!»
«Sapevo che saresti stata impegnata a cucinare! Non volevo disturbarti!»

Glenn sembra davvero spaventato, tanto che si porta una mano dietro la nuca e resta in silenzio.
Lori si guarda in giro, come se volesse essere in qualunque altro posto tranne che lì con loro – ma non è vero… a lei piace farsi gli affari degli altri – e Zach – ah, già, c’è anche lui! – è ancora a bocca spalancata, come se avesse visto un fantasma.
Shawn è l’unico che si interpone tra loro due.

«Finitela, ragazze. Abbiamo gente.»
«E allora, Shawn?» lo sfida Maggie, spostando il peso del corpo sulla gamba sinistra e portandosi una mano al fianco. «Non possiamo dare spettacolo?»

«Maggie, mi dispiace. Avrei dovuto chiamarti, ma poi Daryl si è offerto di darmi un passaggio e ho pensato di arrivare in tempo…»
«Daryl, eh?» Sua sorella fa un passo avanti e lo indica, minacciosa. «Ma lo sai chi è questo tipo, almeno?»

«Un amico.»

La voce di Rick la salva in corner, giusto un momento prima che Beth pensi a cosa rispondere.
Cosa sa davvero di Daryl?

«Lo conosci?» esordiscono in coro Lori, Glenn e Maggie, guardandosi a vicenda.

Rick avanza con il suo fascino da poliziotto – senza la divisa, purtroppo! – e non perde un attimo di vista Daryl. Fa un cenno con la testa e tutta l’attenzione è su di lui.
Daryl china appena il capo, come a salutarlo.

«Ve l’ho detto: è un amico.»

Beth rimane incredula a guardarli – prima uno, poi l’altro, a ripetizione – chiedendosi perché non ne sapesse niente.
Con il suo aspetto, Daryl non è di certo rassicurante… eppure Rick ha parlato.
E quando Rick parla, beh, c’è da restare zitti e ascoltare.

«Maggie» dice poi, catturando gli occhi di sua sorella con i suoi. «Pensi che tuo padre sarà d’accordo di invitarlo a restare per pranzo?»

Sua sorella c’è rimasta così male – spiazzata – che lì per lì non risponde. Non sa cosa dire.
Tocca a Shawn fare gli onori di casa.

«Certo che sì» risponde suo fratello, mentre Beth è sempre più incredula. «Se è tuo amico, è anche amico nostro.»
Maggie non sembra aver recepito bene il messaggio, tanto che Glenn le sfiora il braccio e sorride, forse per invitarla a dire la sua – il suo cagnolino.
«Vado a dirglielo» aggiunge Shawn, sparendo dentro casa.

Daryl e Rick si camminano incontro – Beth sgrana gli occhi – e si stringono la mano, o il braccio, anzi. Lei capisce di avere la bocca spalancata come Zach, quando Rick le lancia uno sguardo di fuoco.

«Non sapevo vi conosceste» riesce a dire, schiarendosi la voce.
Rick sorride – e quando lui sorride, sono cavoli! – e abbassa lentamente il capo.

«Da molto tempo.»
«Oh.»

Hershel Greene esce nel freddo di mezzogiorno e li raggiunge zoppicando. Da quando gli hanno tagliato la gamba – in cancrena – non è mai riuscito a trovarsi troppo bene con la protesi.
«Rick» dice, facendoli voltare tutti. «Mi hanno detto che quest’uomo è tuo amico.»

«È così.»

Beth osserva il viso di suo padre, sperando che non cominci a sbraitare: “è la mia fattoria, è la mia decisione! Tocca a me decidere.”
Ma Hershel posa i suoi occhi stanchi su Daryl e lo studia un momento prima di parlare.

«Allora insisto affinché rimanga.»
Nemmeno Glenn sembra riuscire a trattenere Maggie in piedi – è sconvolta, poverina! – tanto che allunga una mano verso suo padre e mormora: «Papà?»

Daryl sposta lo sguardo su Beth, scrolla le spalle con noncuranza – finta! Finta noncuranza, ovviamente – e dice l’unica cosa che lei non si aspettava che dicesse.
O che sperava non dicesse.

«Che c’è per pranzo?»

Rick ride, e Beth cerca subito di imitarlo insieme a Glenn e Shawn. Maggie e Zach sono ancora troppo costernati per parlare, come se non si fossero resi conto della situazione.
Ed Hershel… lui solleva il mento, come quando qualcosa non gli quadra, e resta in silenzio.

«Tacchino arrosto…» blatera Maggie, che dopo un’occhiata del padre si è sentita costretta a rispondere. E sembra costarle un bello sforzo! «Con cranberry…»

«Cranberry?»

Daryl deve aver scambiato quella parola con “fogna”, visto il modo in cui ha storto la bocca.
Beth si guarda i piedi – in realtà vorrebbe scomparire – e spera che lui non aggiunga altro.

Ma è Daryl, accidenti!

«Vuoi dire quello schifo ai mirtilli rossi?»

«Daryl!» lo ammonisce Beth, senza riuscire a trattenersi.
Rick si schiarisce la voce, mentre Maggie torna all’attacco. «Sì, Daryl. Quello schifo ai mirtilli rossi.»
«Gradirei un altro linguaggio in casa mia, ragazzo» aggiunge Hershel.

Ma Daryl guarda solo Beth, allargando le braccia. «Che c’è? Sembrano emorroidi.»

Glenn accenna un risata – interrotta da un’occhiataccia da parte di Maggie – e Rick pesta un piede a terra, come se si trovasse davanti a un cavallo imbizzarrito.

«Dovresti andartene» aggiunge sua sorella, tornata padrona di sé. Purtroppo per Daryl.

Lui annuisce, stringe le labbra e lancia un’ultima occhiata a Beth prima di raggiungere la sua moto.
Rick sembra davvero dispiaciuto, tanto che fa alcuni passi avanti per fermarlo, ma è Daryl! Non si può ragionare con lui.
Hershel usa la spalla di Glenn come un bastone, e lo guarda mettere in moto.

Peccato, dice una vocina nella testa di Beth. Ma no! È Daryl.
Però, mentre lo osserva partire, lei non riesce a ignorare l’imbarazzo e l’emozione che ha provato quando era sola con lui…

E se… se fosse rimasto?
Sarebbe cambiato qualcosa?

«Beth!» riprende Maggie, come se il discorso non fosse ancora chiuso. «Che ti salta in testa? Presentarti con quel tipo…»
Sarà un pranzo molto lungo, pensa Beth, avviandosi verso casa.

 n

Sono tre giorni che Daryl non passa dalla caffetteria, e quando finalmente Beth lo vede entrare, tutta l’irritazione passa in un istante.
In fondo è la prima volta che qualcuno dice a Maggie cosa pensa della sua salsa cranberry!
Come potrebbe avercela ancora con lui?

«Ciao, Daryl» esordisce Carol, anticipandola.
Sta pulendo il bancone – da brava maniaca della pulizia, lo fa continuamente – e si sporge in avanti, sorridendo.
Beth sta servendo un cliente in quel momento, e si volta per salutarlo con un cenno.

«Ehi» risponde lui, avanzando fino agli sgabelli di ferro.
Ne infila uno sotto le gambe e batte una mano sul banco.

«Caffè, bollente.»

Quella mattina, la caffetteria è gremita di gente. Ma Carol si affretta ad annuire e a servirlo per primo.
«Dove sei finito?» la sente chiedere, Beth.
Vorrebbe tanto saperlo anche lei! È la prima volta che sparisce per giorni.
Daryl scuote la testa, come se non lo sapesse nemmeno lui – tipico, pensa lei, servendo tè e biscotti ad alcune ragazze.

«Daryl…» Carol pronuncia quel nome con una dolcezza che fa venire uno strano prurito a Beth. Accidenti! «Sono giorni che non vieni. Dove sei stato a Natale? Ti avevo invitato a casa mia, con Sofia…»

Ora Beth è concentrata solo su loro due.
Mentre il suo capo posa gentilmente la tazza di caffè davanti a Daryl, chinandosi in avanti con una strana intimità, lei si sente… si sente in fiamme!

«Ehm…» dice la ragazza che ha appena servito, guardandola come a dire: “puoi andare, grazie.”

«In giro» risponde Daryl, mentre Beth annuisce e si allontana dal tavolo.
Infila il vassoio sotto il braccio e, a passo di lumaca, raggiunge il retro.

«Ehi, ragazzina» la chiama lui, con un cenno della mano. «Vieni un po’ qui.»
Beth si sente risplendere, avanzando fino al bancone. «Sì?»

Sarà anche Daryl, ma certe attenzioni non si disdegnano mai!
Ha la sensazione che le offrirà un altro passaggio in moto – come le ha promesso – o che racconterà a Carol di Natale e di sua sorella. Beth ha già deciso che riderà alle sue battute, giusto per far capire al capo che c’è concorrenza.

«Le mie uova?»

Lei sente la mascella cedere – e l’occhiata di trionfo di Carol addosso – e lo guarda con un certo astio.

«Come, scusa?»

«Le mie uova, Beth. È così che ti chiami, giusto?» risponde, aggrottando la fronte.
Come fa a non ricordarselo?
Le ha dato un passaggio in moto! Ha scherzato con lei! Hanno diviso un pasto!

«S-sì» balbetta lei, chiedendosi come possa fare finta di niente!

«Perché non vai a prepararle?»

È una fortuna che abbia solo il vassoio tra le mani, pensa Beth. Perché ora come ora vorrebbe tanto versargli addosso qualcosa! Magari quel caffè bollente che Carol ha preparato con tanta cura.

«Beth ci stava giusto andando» si intromette il capo, con un sorrisetto soddisfatto. «Non è vero, Beth
Il suo nome, ripetuto in quel suo modo, la fa scattare in avanti. Tanto che trova il coraggio di rispondere.

«Ci vuoi anche un po’ di salsa cranberry, Daryl?»

Ora è lei a sorridere, mentre gli vede andare il caffè di traverso.
Lo sente tossire, mentre Carol sembra chiedersi di che diavolo stiano parlando.

«Allora?»

Daryl la guarda – per un lungo, lunghissimo istante – tanto che Beth si ritrova a deglutire.
Sostieni il suo sguardo, sostieni il suo sguardo. Non abbassarlo.

«Ma guarda…» dice lui con voce limpida, come se fosse divertito – o come se avesse pronta una delle sue solite battute. «Ragazzina, ti sei sbagliata. Io quello schifo non lo mangio.»

Colpito e affondato.

Beth non aspettava altro. «Oh, ma lo ricordo bene. C’ero anch’io quando…»

«Forse è meglio se vai» la interrompe Daryl, mentre Carol sembra avere un rospo in gola.
Si starà chiedendo come mai lei non ne sapesse niente, come poteva non conoscere l’avversione del suo adorato verso quella salsa…
«Cranberry?» mormora il capo.
No, è evidente che Beth si è sbagliata… Carol è rimasta ferma a quella parola, troppo scioccata per reagire.

«Che c’entra la cranberry con le uova?»

Ora, però,sono guai.
Carol si è girata verso di lei, e la sta guardando con aria antipatica. Incrocia le braccia al petto e aspetta una risposta.

E ora, che cavolo dico?

«Ecco…» comincia Beth, senza sapere cosa dire.

Non è più così sicura di voler arrivare in fondo! Provocare Daryl è un conto, ma affrontare Carol… Carol è più dura di lui; senza contare che è del suo capo che si tratta!
E che senza quei soldi, Beth potrebbe essere costretta ad accantonare il suo sogno.

È un bel sogno, pensa, mentre incrocia il suo sguardo.

«Carol» si intromette Daryl, spostando gli occhi su di lei. «Vorrei le mie uova, se non ti dispiace.»

«Ma certo…» Il capo, zittito e dispiaciuto, la guarda e sembra concederle il permesso di andare.

Beth non se lo fa ripetere due volte: si fionda in cucina, porta una mano al petto e si abbandona contro il lavandino.
Che cosa le è preso?
Perché provocare Daryl davanti a Carol?
Sa bene che non vuole. Lei non vuole mai lasciarli discutere, dice che danneggia l’immagine del locale. Ma Beth non le ha mai creduto…

Daryl non si tocca, non se è presente il capo.

«Beth!» chiamano dalla sala.
E mentre esce per raggiungere i clienti che l’hanno chiamata, Beth intercetta lo sguardo di Daryl. Sembra… divertito, sì, divertito è il termine esatto.

«Le mie uova?» ripete, facendo una smorfia.

Beth solleva gli occhi al cielo. «Stanno bruciando, Daryl.»

Carol abbandona la postazione, correndo ai fornelli a controllare. Ma in realtà, Beth non le ha nemmeno tirate fuori dal frigo, le sue maledette uova.

«Beth» ripete il cliente, e quando lei se lo trova davanti frena di colpo.
È Zach! Di nuovo!

«Che ci fai qui?»

Lui si piega in avanti, accarezzandosi un ginocchio e guardandola con l’aria di un cane bastonato.
Non sono Maggie, pensa Beth. E abbiamo abbastanza animali a casa.

«Sono venuto per te.»
«Mi stai sommergendo di messaggi» mormora lei, indicandogli l’orologio e la sua divisa. Sto lavorando, accidenti!

Lui solleva l’indice. «Un tentativo al giorno. Voglio prendermela comoda per riconquistarti.»

«Prendertela comoda?»

Ora, nel resto del locale sembra sceso il silenzio. Beth riesce a sentire gli occhi di Daryl sulla schiena, e non vuole fare brutta figura.
Non vuole farne nessuna.

«Non voglio metterti fretta.»
Ma poi non riesce a trattenersi: scuote la coda bionda, ignorando le tre ragazze al tavolo vicino e le loro occhiate curiose.

«Mi stai mettendo pressione, Zach, non fretta.»

«Beth» chiama Carol, e dal tono non sembra nulla di buono… «Non hai preparato le uova per Daryl.»
Lei china il capo e si volta, incamminandosi verso il bancone. «Vado subito.»

«Aspetta! Perché Daryl era con te a Natale?»

Se il silenzio di prima l’aveva messa in agitazione, ora Beth sente il gelo spargersi nel locale.
Incontra gli occhi di Carol, gli interrogativi che aleggiano sul suo viso, e poi quelli di Daryl.
Sembra… nervoso. Sì, nervoso, anche se non sa perché.
In fondo non hanno fatto nulla di male!

«Era… con te?» ripete il capo, ma non sembra nemmeno una domanda.

Lei non sa cosa dire. Vorrebbe tanto rispondere con una battuta, ma in quel momento non gliene viene nessuna.
È tutta colpa di Daryl, accidenti!

«Le ho dato un passaggio» borbotta Daryl, sorseggiando il suo caffè.

Beth si sente improvvisamente grata. Giusto! Le ha dato solo un passaggio! Che c’è di male?
Carol non ha certo di che essere gelosa…

«Non sembrava» si intromette Zach, appoggiando un gomito al tavolo. Beth ha tanta voglia di strozzarlo, chissà perché! «No, non sembrava proprio da come eravate stretti.»

Daryl sta per sputare – Beth non ha dubbi – tutto il caffè sul bancone.

«Stretti?» ripete Carol, come un dolce pappagallino.
E lei si ritrova a farle il verso. «Stretti

Forse Zach si è messo in testa di farla licenziare… Non c’è altra spiegazione.
Magari si è stancato dei giovedì sera, quando Carol permette a Beth di cantare per tutto il locale. I momenti in cui si sente davvero viva!
Mentre Daryl la guarda con un’espressione disgutata sul volto…

«Beh, insomma, eri abbracciata a lui.»

Se ci fossero coltelli sul banco, Beth è sicura che li prenderebbe, usando Zach come bersaglio.

«Abbracciata a lui?»

Carol è andata in tilt, non c’è molto da aggiungere. Non fa altro che ripetere ogni scemenza esca dalla bocca di Zach. E poi la guarda. Dio, come la guarda!
Beth si sente un po’ spaventata da quel lampo negli occhi.

«Eravamo in moto, Carol. Certo che mi sono stretta a lui» spiega, gesticolando. Poi si volta verso Zach, ripetendo le stesse cose. «Eravamo in moto, Zach! Ti si è fuso il cervello a furia di guardare serie tv?»

Carol poggia una mano sul bancone, e rimane a studiare Daryl. Come se lui le dovesse una qualche spiegazione! Mica sono sposati…
E Zach… Zach si alza.

«Ho visto che eravate in moto, Beth.»

Beth scuote forte la testa, digrignando i denti. «E allora qual è il problema?»

Daryl tira fuori alcune monete dalla tasca e le lascia cadere sul bancone, spingendo tutti a guardarlo.
Lascia lo sgabello, solleva due dita verso Carol e se ne va come se niente fosse.
Come se lui non c’entrasse nulla!

Accidenti a me quando gli ho detto di sì.

«Daryl! Aspetta!» grida Carol, allargando le braccia come in un film d’amore. «E le uova?»

Ma lui è già fuori, in strada. Beth riconosce un cenno rivolto a lei oltre i vetri.
Sembra dirle: “cavatela da sola. Mi sono stancato.”
Ed è proprio tipico di Daryl… lasciarla nei guai!

«Beth» La voce di Carol è mutata: ora sembra di essere in un film dell’orrore! «Che cosa è successo a Natale?»

Lei comincia a tossire – a più non posso – e si rifugia in bagno.
Scusami! Grida a gesti, chiudendosi la porta alle spalle.

Per colpa di Zach, per colpa di Daryl – ma anche per colpa di Carol, che l’ha lasciata sola a Natale – ora il mondo di Beth sembra capovolto.
Tanto varrebbe aspettare l’Apocalisse!

Forse in quel caso avrei più possibilità di sopravvivere… pensa Beth, sciacquandosi il viso.

n
 

 
Note dell’autrice:

E ci siamo! Beth è nei guai, anche se nel prossimo capitolo non ripartiremo da qui.
Grazie mille. A voi che avete letto, recensito, apprezzato. A chi ha inserito la storia tra le preferite o mi ha scritto un messaggio in privato. È bello, è rilassante scrivere questa storia, quindi lasciate che lo ripeta (tipo Carol, a pappagallo): grazie. Davvero.
Celtica

 P.S.: sia chiaro che adoro il personaggio di Carol! Così come il povero Glenn… ma su, un po’ di esagerazione, qualche volta, ci sta.

P.S.2: dimenticavo: una commedia ha lo scopo di far sorridere. Fatemi sapere se ci sono riuscita almeno una volta!
A presto!

   
 
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