Verso una nuova vita
Jupiter
e Aurelius rimasero affacciati al finestrino a salutare
finchè la
stazione di King’s Cross non scomparve dalla loro vista.
Jupiter
aveva la sensazione di avere finalmente trovato il suo posto nel
mondo, e che si stesse compiendo il suo destino.
Emozioni
forti per un ragazzino di soli 11 anni, ma da sempre sua madre gli
aveva parlato di Hogwarts, di suo padre Sirius Black, e del mondo
magico a cui lui apparteneva.
Per
quasi 11 anni Jupiter aveva vissuto sospeso fra due mondi, quasi
convinto che tutto ciò che gli raccontava sua madre fosse
una
meravigliosa favola, e mai come in quel momento si rese conto che
quella che per i Babbani era solo fantasia per lui era la
realtà.
Fino
a pochi mesi prima era stato solo il figlio di Rebecca Scott, ma da
quando era rientrato nel mondo magico aveva cominciato a sentirsi
sempre di più figlio di Sirius Black.
Quando
era nel mondo dei Babbani suo padre era solo un nome, una fotografia,
un ricordo felice di un tempo lontano, ma ora, dopo aver incontrato
così tante persone che lo avevano conosciuto amato e
stimato, si
era reso conto che Sirius Orion Black era esistito veramente, e che
tutti i ricordi felici che aveva di lui non erano frutto dei suoi
sogni e della sua fantasia.
In
quel momento pensò che forse non aveva mai detto a sua madre
che era
fiero di avere avuto un padre come Sirius Black.
Sua mamma lo sapeva, ne era convinto, ma ugualmente si pentiva di non averglielo mai detto.
Sua mamma lo sapeva, ne era convinto, ma ugualmente si pentiva di non averglielo mai detto.
Magari
glielo avrebbe scritto dato che non l’avrebbe più
rivista fino a
Natale, e per la prima volta realizzò che sarebbe stato
lontano da
lei per molti mesi.
In
quelle ultime settimane era stato talmente impegnato a scoprire il
mondo magico, ad organizzare la sua partenza per Hogwarts e ad
approfondire la sua conoscenza con Harry, con Teddy e con i Weasley
da non avere mai riflettuto fino in fondo sul fatto che avrebbe
dovuto lasciare la sua casa e le sue abitudini per andare incontro a
qualcosa di completamente nuovo.
“Dai
andiamo a sederci da qualche parte!” gli disse Aurelius, e
Jupiter
lo seguì di buon grado, lieto di abbandonare quei pensieri.
Per un attimo aveva seriamente temuto di piangere, ed era l’ultima cosa che voleva fare.
Per un attimo aveva seriamente temuto di piangere, ed era l’ultima cosa che voleva fare.
Trovarono
posto in uno scompartimento vuoto, e pochi istanti dopo due ragazzine
anche loro del primo anno si affacciarono alla porta chiedendo di
poter entrare.
“Sedetevi pure, tanto è libero!” disse Aurelius.
“Sedetevi pure, tanto è libero!” disse Aurelius.
I
quattro si fissarono in silenzio per un attimo.
Una delle due ragazzine in particolare sembrava molto tesa e agitata, l’altra era un po’ più sicura di se ma comunque emozionata come tutti loro per quello che li attendeva una volta giunti ad Hogwarts.
Una delle due ragazzine in particolare sembrava molto tesa e agitata, l’altra era un po’ più sicura di se ma comunque emozionata come tutti loro per quello che li attendeva una volta giunti ad Hogwarts.
Il
ghiaccio tra loro si sciolse quando arrivò il carrello dei
dolci.
Tutti si precipitarono a comprare qualcosa, Jupiter e la ragazzina nervosa fecero un po’ confusione con le falci e gli zellini, e Aurelius e l’altra ragazzina li aiutarono.
Tutti si precipitarono a comprare qualcosa, Jupiter e la ragazzina nervosa fecero un po’ confusione con le falci e gli zellini, e Aurelius e l’altra ragazzina li aiutarono.
“Anche
tu non conosci i soldi… allora sei un Nato Babbano come
me!”
disse la ragazzina nervosa a Jupiter sentendosi un po’
più
sollevata.
Lei era nata da genitori Babbani, non aveva idea di essere una strega, e fino a sei mesi prima ignorava l'esistenza del mondo magico e di Hogwarts.
Lei era nata da genitori Babbani, non aveva idea di essere una strega, e fino a sei mesi prima ignorava l'esistenza del mondo magico e di Hogwarts.
“Sono
Babbano da parte di madre, ma mio padre era un mago. Io però
sono cresciuto tra i Babbani, ecco
perché non conosco i soldi... Mi chiamo Jupiter
Black!”.
Era
una strana sensazione per lui poter usare quel cognome, poter parlare
di suo padre.
Era una liberazione poter dire finalmente che era il figlio di un mago dopo 11 anni passati a fingere di essere ciò che non era.
Era una liberazione poter dire finalmente che era il figlio di un mago dopo 11 anni passati a fingere di essere ciò che non era.
“Invece
io mi chiamo Jennifer Spencer e purtroppo non ci sono maghi nella mia
famiglia... ”
"Ti
vergogni di avere genitori Babbani?” chiese Jupiter
visibilmente
contrariato pensando a Rebecca.
“No,
non hai capito, io non mi vergogno di nulla!”
esclamò Jennifer
intimorita dallo sguardo di Jupiter. “E' solo che... insomma,
voi
chissà quali poteri avete, chissà cosa vi hanno
insegnato le vostre
famiglie, e invece io… “
“Tranquilla,
ad Hogwarts partiamo tutti alla pari, e a volte sono proprio i Nati
Babbani come te che risultano i migliori in tutto! A proposito io
sono Aurelius Pye e mio padre, di famiglia Purosangue, impazzisce per
tutto ciò che è Babbano!”
“Io
invece mi chiamo Anthea, e credo di aver capito chi sei tu!”
disse
rivolta a Jupiter. “Sei il figlio di Sirius Black,
vero?”
“Sì
ma tu come lo sai?” chiese Jupiter sorpreso.
“So
chi è tuo padre perchè tutti conoscono la sua
storia! E
poi nel
nostro mondo le voci girano in fretta, e tempo fa ho sentito dire che
Harry Potter aveva scoperto che Sirius Black aveva una moglie Babbana
e un figlio! E tuo padre conosceva mio nonno, perchè
facevano
entrambi parte dell'Ordine della Fenice... mio nonno si chiamava
Alastor Moody anche se tutti lo chiamavano Malocchio!"
“Malocchio
Moody? Ma certo, so chi è! Ha partecipato al matrimonio dei
miei
genitori, ho anche sue foto a casa mia!” disse Jupiter, e
subito si
ricordò di quello che gli aveva raccontato Rebecca quando
era molto
piccolo ed era scoppiato a piangere vedendo la foto di quell'uomo
enorme con
il viso solcato da
cicatrici e un magico occhio artificiale.
“Hai
sempre avuto paura di lui e ti capisco, anch'io mi
ero
spaventata la prima volta che l'avevo incontrato, ma era
un
uomo buono alla fine, e sotto l'apparenza minacciosa
nascondeva un grande cuore! Sai cosa faceva
papà
quando si accorgeva che ti spaventavi? Ti prendeva
in braccio
e ti diceva... “Jupiter
non avere paura,
Malocchio non è così come sembra, è
molto peggio…” E
allora Malocchio si avvicinava,
iniziava a far ruotare
il suo occhio magico e tu iniziavi a ridere... Non avevi mai paura di
lui se papà era con te!”
Jupiter
sorrise a quel ricordo, ma nello stesso tempo sentì di nuovo
una
fitta di nostalgia mai provata prima per quel padre che aveva avuto
accanto per un tempo così breve.
Cosa
gli stava succedendo?
Di
solito ricordare suo padre lo rendeva felice...
“Tutto
bene Jupiter?” chiese Aurelius notando che il suo nuovo amico
aveva
cambiato espressione.
“Sì…
stavo solo pensando di andare a cambiarmi, voglio mettermi la
divisa!”
Non
era vero, ma aveva bisogno di stare un po’ da solo.
Entrò
in bagno con la divisa sotto il braccio, si guardò allo
specchio, e
si vide per quello che era: un bambino spaventato.
Si
rese conto che fino a quel momento ricordare papà lo aveva
sempre
reso felice perché accanto a lui c’era sempre
stata la mamma, ma
ora sua madre non c’era, e lui da solo non era in grado di
dominare
le emozioni.
Chissà
se anche suo padre si era sentito così confuso la prima
volta che
era andato ad Hogwarts.
Avrebbe potuto chiederlo a sua madre, magari lei lo sapeva, o magari lo sapeva Harry, oppure zia Andromeda.
Avrebbe potuto chiederlo a sua madre, magari lei lo sapeva, o magari lo sapeva Harry, oppure zia Andromeda.
Però
anche se glielo avessero detto non sarebbe stata la stessa cosa,
perché avrebbe voluto saperlo direttamente da lui.
“Papà
mi manchi tanto... e non posso parlare con nessuno, sono solo
adesso... ” pensò
sentendosi triste e impaurito.
Non
ce l'avrebbe mai fatta, non aveva la forza, non sarebbe mai stato in
grado di frequentare Hogwarts e di diventare un mago...
In
quel momento bussarono alla porta, Jupiter andò ad aprire e
si trovò
di fronte Aurelius che aveva già indossato la divisa.
“Ma…
non ti sei ancora cambiato?”
“Sì,
stavo per farlo… “
“Ti
senti bene?”
“Non
lo so… “
“Assaggia questa, ti
tirerà su il morale! Come vedi ne ho fatto una
bella scorta perché ho bisogno di caricarmi un po’
per affrontare
Hogwarts! Non c'è niente di meglio di un po' di cioccolato
per
tenere lontani i brutti pensieri!” disse Aurelius porgendogli
una
Cioccorana.
"Anche
zio Remus lo diceva... " pensò Jupiter sentendosi
ancora
più triste dato che alla nostaglia per sua madre e suo padre
ora si
aggiungeva anche quella per il suo padrino.
Jupiter scartò la confezione e si mise a mangiare distrattamente, tanto per tenersi impegnato in qualche modo, e piano piano si accorse che davvero inziava a sentirsi meglio: zio Remus aveva sempre ragione, sua madre lo diceva sempre!
Jupiter scartò la confezione e si mise a mangiare distrattamente, tanto per tenersi impegnato in qualche modo, e piano piano si accorse che davvero inziava a sentirsi meglio: zio Remus aveva sempre ragione, sua madre lo diceva sempre!
Gli
venne in mente quella che era sempre stata una delle sue foto
preferite, era una foto del matrimonio dei suoi genitori che Arthur
aveva scattato poco prima dell'inizio della cerimonia.
Lui
aveva solo sei mesi e indossava una piccola veste cerimoniale da
mago.
Suo
padre lo teneva in braccio, sorridente ed impeccabile nel suo abito
da cerimonia (distratta eleganza la chiamava sua
madre) e
accanto a lui c'erano zio Remus e Harry, i testimoni di nozze, anche
loro eleganti e sorridenti.
“Papà
diceva sempre che questa era la foto ufficiale dei nuovi Malandrini!
Lui e zio Remus erano capaci di passare intere serate a ricordare
tutto quello che combinavano insieme quando erano a Hogwarts, e tu
eri sempre in braccio a uno di loro due e ascoltavi con attenzione
tutto quello che dicevano... e come ti
divertivi!”
“Mamma
sai che da grande divento anch'io un animago come
papà?”
“Davvero
Jupiter? Vuoi diventare anche tu un cane come Felpato?"
"No! Non un cane! Un Ippogrifo!"
"No! Non un cane! Un Ippogrifo!"
Quel
ricordo lo fece sorridere, e forse fu l'effetto benefico delle
Cioccorane ma ebbe davvero la sensazione di essere
di nuovo a Grimmauld Place insieme a suo padre e a zio Remus che
ridevano insieme.
Gli
sembrò di ricordare quello che provava quando era in braccio
a suo
padre, immerso quello stato di beatitudine che hanno i bambini molto
piccoli quando hanno appena mangiato e si apprestano a fare una bella
dormita.
Le
loro voci allegre lo facevano star bene, le braccia di suo padre gli
davano un senso di sicurezza e di protezione.
Un
largo sorriso illuminò il viso di Jupiter mentre iniziava a
pensare
che avrebbe sicuramente trovato molte tracce del passaggio di suo
padre una volta giunto a Hogwarts.
Avrebbe cercato di scoprire tutto il possibile sui Malandrini, e alla prima occasione sarebbe anche sceso sotto il Platano Picchiatore fino alla Stamberga Strillante: chi altri avrebbe potuto farlo se non lui, figlio di Sirius Black e figlioccio di Remus Lupin? Aveva persino la Mappa!
Avrebbe cercato di scoprire tutto il possibile sui Malandrini, e alla prima occasione sarebbe anche sceso sotto il Platano Picchiatore fino alla Stamberga Strillante: chi altri avrebbe potuto farlo se non lui, figlio di Sirius Black e figlioccio di Remus Lupin? Aveva persino la Mappa!
Peccato
che Teddy avesse tre anni meno di lui, gli sarebbe piaciuto averlo
accanto!
Ma alla fine anche suo cugino sarebbe giunto ad Hogwarts, e da lì in poi nessuno li avrebbe più fermati, e in futuro anche loro avrebbero riso insieme ricordando le loro avventure!
Ma alla fine anche suo cugino sarebbe giunto ad Hogwarts, e da lì in poi nessuno li avrebbe più fermati, e in futuro anche loro avrebbero riso insieme ricordando le loro avventure!
“Dai,
adesso mi cambio e poi torniamo nello scompartimento!" disse
Jupiter.
"Come hai fatto a fare il nodo alla cravatta? Io sono una frana!” disse Aurelius.
"Non ne ho idea! Fino a ieri mi sono esercitato davanti allo specchio e non mi è mai venuto bene come adesso!" rispose Jupiter divertito, e iniziò a rimirarsi compiaciuto pensando alla foto dei Malandrini a Hogwarts, la prima foto dei Malandrini che suo padre aveva mostrato a sua madre quando si erano conosciuti.
"Come hai fatto a fare il nodo alla cravatta? Io sono una frana!” disse Aurelius.
"Non ne ho idea! Fino a ieri mi sono esercitato davanti allo specchio e non mi è mai venuto bene come adesso!" rispose Jupiter divertito, e iniziò a rimirarsi compiaciuto pensando alla foto dei Malandrini a Hogwarts, la prima foto dei Malandrini che suo padre aveva mostrato a sua madre quando si erano conosciuti.
Ora
anche lui portava la loro stessa divisa!
Si
scostò distrattamente i capelli dal viso per osservarsi
meglio, per
capire se vestito così assomigliava di più a suo
padre.
In
quelle ultime settimane in molti gli avevano detto che somigliava a
suo padre e alla fine si era un po' stufato di sentirselo ripetere,
ma adesso non vedeva l'ora di incontrare qualcuno che glielo facesse
notare!
“Chissà
se ho l'aria da Malandrino!” pensò
continuando a studiare la
sua immagine riflessa.
“A
cosa stai pensando Jupiter?” chiese Aurelius.
“Sto
pensando che stiamo andando alla conquista di Hogwarts!”
esclamò
Jupiter e Aurelius si mise a ridere mentre si avviavano insieme verso
lo scompartimento.
“Sai
che non avevo capito che eri il figlio di Sirius Black?”
disse
Aurelius. “Io conosco la storia di tuo padre, tutti la
conoscono e
conoscono la storia dell’Ordine della Fenice e dei maghi che
hanno
combattuto contro Lord Voldemort! Non dirmi che non sei mai stato nel
museo di Grimmauld Place!”
“Ancora
no. Mia madre non se la sente di andarci, per adesso. Ho vissuto
lì
quando ero appena nato ma non ricordo niente... Però magari
ci andrò
insieme a Harry quando tornerò a casa per le vacanze di
Natale!"
Anthea
e Jennifer lanciarono uno sguardo ammirato a Jupiter ed Aurelius
quando rientrarono nello scompartimento: con la divisa di Hogwarts
sembravano decisamente diversi, sembravano più grandi dei
loro
undici anni.
“Quasi
quasi vado a cambiarmi anch’io!” disse Anthea.
Jennifer
la seguì perché avevano appena iniziato una
conversazione che aveva
come argomento Jupiter ed erano ansiose di continuarla.
"Jupiter
ha detto di avere un padre mago ma è sempre vissuto tra i
Babbani...
chissà come mai!" aveva chiesto Jennifer incuriosita.
"Il
padre di Jupiter è morto dieci anni fa e, a quanto pare, lui
e sua
madre si sono nascosti per non essere uccisi dal resto della famiglia
Black" iniziò a spiegare Anthea. "La mamma di Jupiter
è
una Babbana, e i Black odiavano i Babbani! Ma il padre di Jupiter si
è ribellato e ha dato origine ad una nuova famiglia Black
completamente diversa! Jupiter comunque discende da loro, ed
è
l'ultimo erede maschio di una delle più antiche e nobili
famiglie di
maghi!"
"Ma
allora Jupiter è un principe?" chiese Jennifer ammirata e
incredula.
"No,
perchè tra i maghi non ci sono titoli nobiliari, ma se ci
fossero lo sarebbe di sicuro! Non vedo l'ora di scrivere a mia
madre che ho conosciuto il figlio di Sirius Black!" disse Anthea
ridendo. "Il padre di Jupiter era considerato il ragazzo più
bello di Hogwarts, e mia madre e le sue amiche erano tutte un po'
innamorate di lui ma non avevano speranze perchè avevano
solo 11
anni, mentre lui ne aveva già 17 e non le guardava proprio!"
Intanto
Jupiter, all'oscuro di tutto, approfondiva la sua conoscenza con
Aurelius
Aveva
iniziato a fare domande sul Quidditch, scoprendo che Aurelius amava
quello sport ma non era molto abile sulla scopa, e quindi non pensava
di entrare a far parte della squadra della scuola.
“Io
spero di essere preso come Cercatore! Una volta non li prendevano in
squadra ad 11 anni, ma da quando Harry fu scelto al primo anno hanno
cambiato le regole, e meno male! A proposito, mio cugino fa il tifo
per i Cannoni di Chudley ma a me non sembrano un granchè!
Purtroppo
lui ha iniziato a seguirli perché glieli ha fatti conoscere
Harry e
ora non riesce più a cambiare squadra, ma io ho deciso che
tiferò
il Puddlemere United!”
“Nella
mia famiglia siamo tifosi del Puddlemere sempre! Ottima scelta,
Jupiter, loro sono i migliori in assoluto!" confermò
Aurelius
felice di avere trovato un "compagno di tifo". "E se
vuoi rifarti un po’ gli occhi ti consiglierei le Holyhead
Harpies!
Sono piuttosto brave... e non solo!” concluse strizzando
l'occhio a
Jupiter che si mise a ridere.
“I
soliti commenti da maschio!” intervenne Anthea che era
rientrata in
quel momento. “Da quando Gwenog Jones le allena hanno vinto due
volte il Campionato e hanno sconfitto per ben tre
volte il
vostro amato Puddlemere
United!”
“Tu capisci il Quidditch?” chiese Jupiter guardandola come se la vedesse per la prima volta, e non solo perchè le interessava quello sport.
“Tu capisci il Quidditch?” chiese Jupiter guardandola come se la vedesse per la prima volta, e non solo perchè le interessava quello sport.
Anche
Anthea infatti sembrava più grande con la divisa, mentre
Jennifer
sembrava avere acquistato quella sicurezza che prima non aveva:
evidentemente indossare l'uniforme la faceva sentire alla pari con
gli altri.
“Ma
certo che capisco il Quidditch! E guardacaso le Holyhead Harpies sono
la mia squadra del cuore!" esclamò Anthea. "E ti
dirò di
più, io sono un Cacciatore e vorrei far parte della squadra
della
scuola! Piuttosto mi stupisce che tu non sappia che Ginny Weasley ha
giocato per due stagioni nelle Holyhead Harpies!"
“Infatti lo so, ma tu non mi dai il tempo di parlare!” esclamò Jupiter sempre più ammirato.
La loro animata discussione venne interrotta da Jennifer che pronunciò la fatidica domanda: "Scusate ma... che cos'è il Quidditch?"
“Infatti lo so, ma tu non mi dai il tempo di parlare!” esclamò Jupiter sempre più ammirato.
La loro animata discussione venne interrotta da Jennifer che pronunciò la fatidica domanda: "Scusate ma... che cos'è il Quidditch?"
Nel
giro di un'ora Jennifer venne a conoscenza di tutto ciò che
c'era da sapere sul
Quidditch, e non vedeva l'ora di assistere alla prima
partita di quel nuovo ed affascinante sport.
Soprattutto, non vedeva l'ora di imparare a volare su una scopa, e anche Jupiter attendeva cpn ansia la prima lezione di volo.
Certo, sapeva già di essere in grado di farlo e l'aveva dimostrato durante l'estate, ma non aveva né stile né tecnica, ed era ansioso di migliorarsi.
Certo, sapeva già di essere in grado di farlo e l'aveva dimostrato durante l'estate, ma non aveva né stile né tecnica, ed era ansioso di migliorarsi.
"Spero
di far vincere la Coppa al Grifondoro quest'anno!" disse
l'ambizioso Jupiter.
"Ma tu sai già che sarai un Grifondoro? La professoressa Granger quando è venuta a casa mia ha parlato di uno Smistamento... " disse Jennifer.
"Ma tu sai già che sarai un Grifondoro? La professoressa Granger quando è venuta a casa mia ha parlato di uno Smistamento... " disse Jennifer.
"Infatti
è così! Ma io vorrei essere un Grifondoro, come
mio padre!"
disse Jupiter con orgoglio.
"Di
solito i figli vanno nelle Case a cui appartenevano i genitori"
disse Aurelius. "Io credo che finirò a Tassorosso
visto è stata la Casa dei miei, però non mi
dispiacerebbe
nemmeno
Grifondoro visto che è stata la Casa di Harry Potter! E
pensare
che poco fa l'ho incontrato e non gli ho detto nulla... Che fortunato
che sei Jupiter a essere suo amico!"
Molti
bambini nati dopo la guerra consideravano Harry Potter un
idolo, e Aurelius
con l'entusiasmo dei suoi 11 anni non faceva
eccezioni,
"Ma non è detto che tu debba per forza diventare un Corvonero!" disse Jupiter. "I Black sono stati sempre Serpeverde, ma alla fine mio padre è diventato un Grifondoro!"
"E non hai pensato che forse potresti finire a Serpeverde anche tu?" gli chiese Anthea.
"E' praticamente impossibile!" disse Jupiter, e guardò pensieroso i suoi compagni di viaggio.
"Ma non è detto che tu debba per forza diventare un Corvonero!" disse Jupiter. "I Black sono stati sempre Serpeverde, ma alla fine mio padre è diventato un Grifondoro!"
"E non hai pensato che forse potresti finire a Serpeverde anche tu?" gli chiese Anthea.
"E' praticamente impossibile!" disse Jupiter, e guardò pensieroso i suoi compagni di viaggio.
Aurelius
era troppo simpatico, doveva tenerselo accanto ad ogni costo.
Anthea
era una ragazza che giocava a Quidditch, quindi degna della massima
considerazione.
Jennifer aveva molte cose in comune con lui perchè era nata Babbana, e il mondo dei Babbani era anche il suo mondo, lo sarebbe sempre stato, non avrebbe mai dimenticato di essere il figlio di una Babbana Purosangue.
Jennifer aveva molte cose in comune con lui perchè era nata Babbana, e il mondo dei Babbani era anche il suo mondo, lo sarebbe sempre stato, non avrebbe mai dimenticato di essere il figlio di una Babbana Purosangue.
"Ragazzi,
ascoltatemi bene... Ho un paio di cose da dirvi riguardo allo
Smistamento che potrebbero interessarvi!"
Una
volta ottenuta l'attenzione di tutti Jupiter raccontò
ciò che gli
aveva detto Harry: era l'arma segreta che avrebbe permesso loro di
ottenere ciò che volevano.
"Avanti, sbrigatevi ragazzi... Fra poco si scende!" disse uno dei Prefetti entrando nel loro scompartimento.
"Avanti, sbrigatevi ragazzi... Fra poco si scende!" disse uno dei Prefetti entrando nel loro scompartimento.
"Siamo
già arrivati?" chiese Jupiter parlando più a se
stesso che
agli altri.
Il viaggio alla fine era stato breve tanto quanto l'attesa era stata lunga.
Il viaggio alla fine era stato breve tanto quanto l'attesa era stata lunga.
Scese
dal treno con i suoi compagni e, come da tradizione, il primo
benvenuto arrivò dalla voce possente di Hagrid che invitava
gli
alunni del primo anno a seguirlo.
Qualcuno si ritrasse intimorito dalla mole del gigante, mentre alcuni erano troppo timidi per farsi avanti, ma Jupiter non esitò: Harry gli aveva detto che Hagrid era la persona più buona del mondo
Qualcuno si ritrasse intimorito dalla mole del gigante, mentre alcuni erano troppo timidi per farsi avanti, ma Jupiter non esitò: Harry gli aveva detto che Hagrid era la persona più buona del mondo
"Primo
anno da questa parte! Primo ann... Per la barba di Merlino!
Harry mi aveva detto che somigliavi a tuo padre e non si sbagliava!
Benvenuto ad Hogwarts, giovane Black!" disse Hagrid
riconoscendolo, e gli diede una pacca sulla spalla talmente forte che
gli fece perdere l'equilibrio, e l'intervento provvidenziale di
Aurelius gli impedì una rovinosa caduta.
Hagrid
li scortò verso il lago, invitandoli a prendere posto sulle
barche.
"Ci siamo... " pensò Jupiter mentre sentiva il cuore accelerare i battiti, ancora emozionato per essere stato chiamato giovane Black da Hagrid.
"Ci siamo... " pensò Jupiter mentre sentiva il cuore accelerare i battiti, ancora emozionato per essere stato chiamato giovane Black da Hagrid.
Lo
sapeva che avrebbe compiuto quel viaggio, lo sapeva sin da quando era
bambino, e aveva atteso con ansia quel giorno chiedendosi se sarebbe
mai arrivato.
E ora il viaggio era terminato, l'attesa era finita.
E ora il viaggio era terminato, l'attesa era finita.
Jupiter Alphard,
l'Erede
dei Black, stava per fare il suo ingresso a Hogwarts.